La befana porta in regione consulenti e dirigenti

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 2 mercOledì 6 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Vittorino Facciolla L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vittorino Facciolla. L’approvazione del Piano di sviluppo rurale e i fondi dell’Agea hanno portato il Molise, finalmente, a vedere un vertice di classifica. Da buon attaccante, l’assessore all’agricoltura questa volta, contrariamente alla staticità e alle chiacchiere dei suoi colleghi, è riuscito a cogliere un risultato. E l’Oscar è per davvero meritato.

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SANITA’

In Puglia si apre in Molise si chiudono ospedali e reparti

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Salvatore Colagiovanni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Colagiovanni. L’ineffabile assessore comunale al Commercio è stato sicuramente tra i più attivi di Palazzo San Giorgio. Forse, però, la sovraesposizione mediatica lo sta portando verso una pericolosa discesa. Negli ultimi giorni va solo lamentandosi da una parte e l’altra del Municipio come un’anima in pena. Nessuno, però, ne conosce le motivazioni. Soffre lo stare in alto?

Ai cittadini, meno servizi e medicine a pagamento

Il nuovo reparto di cardiochirurgia all’ospedale di Foggia, fa segnare il limite del Molise in sanità.

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REGIONE

Petraroia e il tavolo per pochi intimi per l’area di crisi Nemmeno l’Università del Molise al Tavolo tecnico per l’area di crisi. E’ possibile questo?

CAMPOBASSO

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Via Montegrappa, i residenti si ribellano al caos Da tempo, i residenti di via Montegrappa a Campobasso, chiedono interventi mirati in zona.

Serie D, oggi riparte il campionato pagina 7

Servizio a pagina 3

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 6 gennaio 2016

La Puglia e la Toscana danno e creano esempi virtuosi

Il Molise è il peggio di tutto e di tutti Una struttura di Cardiochirurgia all’Ospedale Riuniti di Foggia e i vertici delle aziende sanitarie toscane rinunciano all’indennità di risultato che spetterebbe loro di diritto. Nel Molise chiudono gli ospedali di Larino e di Venafro, viene reintrodotto il vitalizio per gli amministratori e la dirigenza incetta migliaia euro per la produttività (?)

Ci sono Regioni e Regioni; c’è sanità regionale e sanità regionale; ci sono amministratori regionali e amministratori regionali, noi nel Molise abbiamo il peggio di tutto e di tutti. Il confronto è impietoso. L’Ospedale Riuniti di Foggia sarà dotato di una struttura di Cardiochirurgia. Lo ha annunciato al popolo pugliese il presidente della Regione Michele Emiliano nel corso dell’illustrazione del Piano di riordino ospedaliero: “Una conquista che, oltre a innalzare il livello dell’assistenza del secondo Policlinico della Puglia, contribuirà ad avvicinare sempre di più il traguardo di ospedale di Eccellenza” (inteso come struttura sanitaria in cui sono presenti tutte le strutture assistenziali della medicina moderna)”. Il presidente del Molise, Paolo di Laura Frattura, al popolo molisano ha annunciato che il Cardarelli di Campobasso sarà privato dei reparti di cardiologia e di oncologia passati alla Cattolica nel novero del Piano di riordino ospedaliero che, a differenza di quello pugliese, che aggiunge strutture e servizi, le strutture e i servizi li sottrae: scompaiono gli ospedali di Venafro e di Larino. La differenza è sicuramente negli uomini. Prendiamone atto. Il pre-

L’intervento In queste ore i Comuni stanno pubblicando gli avvisi per raccogliere le candidature. Bandi aperti dal 16 gennaio al 28 febbraio. Il percorso verso un Molise più equo è cominciato Mentre c’è chi esulta per aumenti fisiologici da ‘zero virgola’ in economia, c’è un Molise che continua ad arrancare. I dati Eurostat hanno già stroncato le bugie del Governo nazionale: nonostante la congiuntura favorevole di fattori esterni, l’Italia sta perdendo il treno della ripresa. Il nostro Paese fa fatica più degli altri in ogni campo: produzione industriale, costruzioni, disoccupazione. In Molise la situazione resta grave, basta fare due chiacchiere con molti cittadini. Dal momento del proprio insediamento, quindi, il MoVimento 5 Stelle ha pensato di non lasciare indietro nessuno. Ha deciso di aiutare gli ultimi. Un’idea che ha trovato consacrazione durante l’ultimo dibattito per la Legge di Stabilità 2015. In quei giorni, era aprile scorso, dopo aver portato le altre forze politiche al tavolo di

sidente Emiliano ha gonfiato il petto nei confronti del ministero per la Salute; il Presidente Frattura ha chinato il capo. A proposito della struttura di Cardiochirurgia ai Riuniti di Foggia leggete cosa ha detto il rettore di quell’università, Maurizio Ricci: “”La grande sensibilità e la notevole concretezza del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ci consentono, oggi, di celebrare un risultato che personalmente considero davvero eccezionale. Senza la sua determinazione non ci saremmo mai

arrivati. Desiderio ringraziarlo pubblicamente e chiaramente perché dopo il suo insediamento ha sempre prestato massima attenzione alle nostre istanze, come università e come Capitanata. Oggi, la Capitanata celebra una grande giornata, in cui gli Ospedali Riuniti compiono un enorme passo in avanti che impedirà, a centinaia di pazienti, di intraprendere lunghi viaggi della speranza, per usufruire di un fondamentale diritto costituzionalmente garantito: il diritto alla salute”. Il rettore dell’università del Molise,

Palmieri, per carità di patria, se ne sta zitto. Tra università e Regione non c’è dialogo e nemmeno collaborazione. Si danneggiano vicendevolmente. E non è tutto. In Toscana i vertici delle aziende sanitarie hanno formalmente rinunciato a una parte dell’indennità di risultato che spetterebbe loro di diritto, in quanto contrattualmente prevista, per gli anni dal 2011 al 2014, mettendo la cifra a disposizione del sistema sanitario regionale. Una cifra considerevole, valutata intorno ai 3 milioni di euro che sarà destinata al pro-

lungamento della campagna di vaccinazione contro il meningococco C. Una prova di sobrietà e solidarietà, è stata unanimemente giudicata e unanimemente apprezzata. Segnali di una realtà coesa, che mira a crescere collettivamente, e non già una realtà sociale egoista, occhiuta, e maldisposta, quale pare essere la nostra. Dove gli amministratori regionali si riassegnano il vitalizio e i dirigenti fanno incetta di miglia e miglia di euro per risultatati che nessuno è in grado valutare in quanto nessuno è in grado di indicare quali erano i risultatati programmati. La Toscana è tra le Regioni italiane quella che in diverse occasioni (l’ultima, la istituzione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica) ha dato una mano al Molise. Ora gli offre un esempio: i dirigenti che rinunciano all’indennità di risultato; e il governo regionale una straordinaria decisione: “L’indennità di risultato è una cifra dovuta, prevista dal contratto; nei nuovi contratti, questa voce non sarà più prevista”. Saremmo degli allocchi e dei beoti se pensassimo che l’una cosa e l’altra possano riguardare il Molise. Dardo

Reddito di cittadinanza, si parte confronto sul tema del disagio sociale, il Movimento ha trascinato l’intero Consiglio regionale a stanziare un milione di euro in favore di un “fondo per l’inclusione sociale ed il contrasto alla povertà”, in pratica dando avvio al reddito minimo di cittadinanza. Per la prima volta, grazie anche al nostro impegno, la Regione ha varato un sostegno economico diretto per chi è davvero in difficoltà raggiungendo la piena condivisione in Consiglio. Certo, è chiaro che sono necessarie maggiori risorse per rispondere alle esigenze di tutti quelli che davvero non ce la fanno. Ecco perchè già in quella notte di aprile dedicata alla Finanziaria proponemmo di stanziare ben tre milioni di euro per il fondo e nella prossima sessione di bilancio insisteremo ancora per aumentarne la dotazione. Anche per questo motivo i requisiti sono così rigorosi. Ora, infatti, la misura diventa realtà. I Comuni stanno pubbli-

cando gli avvisi pubblici per l’ammissione al reddito di inclusione sociale attiva con i relativi bandi. L’iniziativa garantisce ad ogni famiglia beneficiaria un contributo economico di 300 euro mensili per un anno intero. Un piccolo grande gesto per ridare dignità a chi si sente abbandonato dalle istituzioni. Come abbiamo detto più volte, non si tratta di elemosina istitu-

zionale, né di mero assistenzialismo. Sia i richiedenti che i loro familiari maggiorenni devono dichiarare la propria immediata disponibilità lavorativa ai Centri per l’impiego. Per dare sollievo a chi ne ha bisogno davvero, sono previsti parametri chiari: occorre avere più di 18 anni, risiedere in Molise da almeno 24 mesi, avere un Isee che non superi i 3mila euro. Per garantire la portata so-

ciale dell’intervento, inoltre, la famiglia di chi richiede il sostegno, nel 2015, non deve aver ricevuto sussidi oltre i 100 euro, contributi, borse lavoro, rimborsi o sussidi economici di rilievo nazionale. Le domande potranno essere presentate dal 16 gennaio al 28 febbraio 2016. Movimento Cinque Stelle


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3 6 gennaio 2016

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L’ARPA viene divisa in due per nominare così un dirigente per l’ambiente ed uno per l’acqua. A breve uno per l’aria?

Il miracolo della moltiplicazione dei dirigenti ARPA è l’acronimo che stava per Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Visto che la A finale, però, si prestava a parecchie soluzioni, le agili menti che governano questa Regione hanno pensato bene di non lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione per il miracolo tutto molisano della moltiplicazione dei dirigenti. Così, da oggi, per la vecchia “A” di ambiente il dirigente responsabile sarà Antonella Lavalle (che per la cronaca fino ad ieri si era occupata del settore Farmacia dell’assessorato alla sanità) mentre per la “A” di acqua, (la novità introdotta, il nuovo settore di interesse dell’agenzia, anche se in teoria esiste già Molise Acque e si sta costruendo l’ennesimo carrozzone con l’istituzione dell’Egam, che ha fatto storcere il naso anche ad un fedayn di questo governo come il consigliere Salvatore Ciocca) il dirigente responsabile sarà Sandra Scarlatelli che, stando alle due pagine di curriculum disponibili sul

sito della Regione, risulta laureata in giurisprudenza, con diversi corsi all’attivo, nessuno dei quali, però, con la minima attinenza alle politiche ambientali e nota ai più per aver gestito le ultime fasi del coma pilotato del servizio regionale di Protezione Civile. E ci è andata bene che non abbiano pensato alla “A” di

LA NOTA Apprezzamento anche da parte dell’assessore regionale alle Politiche sociali e al Lavoro, Michele Petraroia, alle imprese molisane che “hanno superato la crisi, e sono tornate ad investire riorientando le proprie scelte, riconvertendo le produzioni e recuperando volumi e fatturato”. Secondo le stime più accreditate, su un milione di posti di lavoro persi in Italia dal 2007 al 2014, il 66 per cento riguarda il Sud. In particolare, i settori maggiormente colpiti sono stati l’edilizia, i servizi, l’industria, il commercio e per la prima volta anche la Pubblica ammi-

Pochi giorni fa sono stati diffusi alcuni dati sull’occupazione, che evidenziano come il Molise in linea con altre regioni meridionali abbia perso 10.748 posti di lavoro tra il 2008 e il 2014, ma la nostra regione a differenza di altri territori pare registrare un trend positivo nell’ultimo anno. Questi dati - afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi - sono allarmanti e preoccupanti perché evidenziano una volta ancora una crisi profonda dell’intero sistema Molise. Senza voler entrare nelle polemiche sterili di questi giorni, solo chi non è intellettualmente onesto può pensare che questa situazione può essere addebitata ad una sola persona o peggio ad una sola parte politica, ma va ricercata, invece, in un insieme di fattori che negli anni sono venuti a mancare. Sicuramente la politica, insieme alle associazioni di categoria, ai

aria, altrimenti ci saremmo accollati un terzo stipendio sul groppone. Ma mai dire mai; anche se le piogge finalmente arrivate hanno smorzato il telegenico allarme polveri sottili. Sennò… quasi quasi. La cronaca delle fresche unzioni di inizio anno prosegue con l’elezione di Manuele Brasiello, fratello dell’ex sindaco di

Isernia, a dirigente dell’Agenzia per la ricostruzione post sisma, vera tela di Penelope al di là delle vanterie di chi, consigliere (delegato) Ciocca in primis, s’imbrodava in continuazione con litanici: “Ci penso io!” Nella zuppa delle nomine, di tutte le nomine di matrice politica, è fin troppo facile pucciare il biscotto della facile ironia, del velenoso sarcasmo, di questi tempi poi. Purtroppo per loro, però, per i nominati ed i nominanti, cioè, sono i risultati a giustificare disgusto, acrimonia, sospetti e dileggio. In Molise abbiamo strutture e personale da fare invidia a chiunque, ma il nostro motore chiude sempre la fila, battendo in testa è sbuffando appestanti fumi neri dagli scarichi. Questo è il problema. Staremo a vedere, ora, cosa saranno in grado di produrre questi nuovi tre dirigenti, insieme alle varie task force e alla schiera degli improbabili consulenti che abbiamo visto ingrossarsi durante l’anno che s’è appena chiuso. I loro stipendi, le

loro posizioni e le decisioni di chi le ha rese cosa vera saranno giustificati e giustificabili solo in funzione dei risultati che saranno in grado di portare a casa. Sulla scorta di quelli che, da tempo immemore, tutti i loro colleghi hanno prodotto fin qui, però, esprimiamo, sommessamente, auguri e pessimismo. Ed in ogni caso saremo attenti testimoni. Ma mentre in Molise i dirigenti proliferano, in Toscana devolvono. La notizia, nella sua asciutta sostanza, è che i dirigenti della sanità della Regione Toscana hanno lasciato nelle casse regionali una cospicua parte dei bonus e delle indennità di risultato che avrebbero dovuto percepire, per un ammontare pari a tre milioni di euro, con l’obbligo che restassero impegnati nel settore, a garanzia di interventi ed investimenti. Ecco, volendo cercare un’ispirazione per iniziare col piede giusto questo 2016 i nostri dirigenti, vecchi e nuovi, potrebbero partire da qui (si, certo, come no!).

LaMatematica non è un’opinione nistrazione, gli Enti locali e la Sanità. In questo contesto, il Molise, in linea con le altre regioni meridionali, tra il 2008 ed il 2014, ha perso 10.748 posti di lavoro. Però, nell’ultimo anno, fa sapere l’assessore Petraroia, c’è un dato saliente: 1.533 occupati in più. Questa affermazione è demagogica. In più, scusi, rispetto a cosa? La sostanza è altra. Nell’ultimo anno coloro che hanno perso il posto di lavoro nel Molise non sono 10.748, ma 9.215. La matematica, assessore Petraroia, non è un’opinione.

“Lavoro? Ma se il Molise perde i giovani” Il sindaco di Roccamandolfi si dice preoccupato per il costante calo demografico sindacati deve avere un ruolo guida di programmazione economica e sociale, che di fatto non è stata in grado di svolgere, poiché è diventata autoreferenziale, pensando a se stessa e alle prossime elezioni più che alle prossime generazioni, determinando così un vulnus programmatico di cui stiamo pagando oggi più che mai le conseguenze. L’Istat ci dice - continua ancora lombardi - che il Molise nel 2050 sarà abitato da soli 250.000 cittadini e che ogni anno come regione perdiamo circa 1.800 residenti, allora mi chiedo ha senso parlare di autonomia regionale se a breve di fatto saremo una regione di anziani e con poca forza lavoro? Ha senso parlare di turismo, ambiente, cultura, energie rinnovabili

se poi siamo fanalino di coda come capacità di attrarre turisti nel visitare i nostri siti culturali carenti soprattutto di servizi perché nel bilancio regionale non si trovano mai coperture sostanziali per questi settori? I dati drammatici dell’Istat sono stati commentati da importanti figure istituzionali con una rassegnazione disarmante, come se nulla si possa fare a riguardo per cambiare il trend negativo. Se è vero come vero - continua ancora lombardi - che questa è l’attuale proiezione per il futuro è anche vero che con una buona politica di programmazione economica e di sviluppo sostenibile del territorio, i dati possono essere invertiti o quanto meno attenuati. Il lavoro deve essere senza alcun

dubbio la prima priorità assoluta per il 2016, poiché più lavoro significa più stabilità e di conseguenza più nascite e quindi si arginerebbe anche il drammatico esodo dei nostri giovani verso altre regioni o addirittura Paesi Europei. Inoltre se riuscissimo ad essere competitivi come Regione, ma qui voliamo semplicemente nel mondo delle fiabe, potremmo addirittura attrarre persone da Roma e Napoli vista la nostra vicinanza geografica e la scarsa qualità della vita di cui si beneficia nelle grandi metropoli. E’ chiaro che creare le giuste condizioni non è facile, ma è altrettanto vero che di idee, programmi e progetti se ne sentono davvero pochi, magari si potrebbe trarre spunto da qualche realtà simile dal punto di vista sociale, cul-

turale e morfologico che è riuscita a fare meglio di noi, magari si potrebbe chiedere ausilio a qualche buon economista, magari si potrebbero valorizzare intelligenze locali o di imprenditori di origine molisana, che hanno raggiunto risultati lusinghieri nel mondo, ma di certo non ci si può rassegnare. Dopo tanti anni questa è la prima generazione che sta peggio dei propri padri e quindi c’è bisogno di uno scatto di orgoglio da parte di tutti, nessun escluso. Se poi qualcuno non si sente all’altezza degli importanti ruoli istituzionali che riveste - conclude Giacomo Lombardi - è giusto e dignitoso che faccia un passo indietro perchè c’è un’intera generazione a cui dare risposte e speranza per un futuro migliore.


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TAaglio lto

4 6 gennaio 2016

Il segretario della Cisl, Antonio D’Alessandro, denuncia la pesante realtà Il Segretario Interregionale della CISL Poste Antonio D’Alessandro, con una nota inviata ai vertici di Poste Italiane della SUD 1 da dove dipende il Molise, dichiara una forte carenza di risorse applicate presso gli Uffici Postali, nelle Filiali di Campobasso e di Isernia. La problematica – afferma Antonio D’Alessandro - è fonte di gravi disagi sia per la clientela sia per i lavoratori, ed è destinata ad acuirsi. A ciò si aggiunge l’introduzione di nuove figure, come quella di “Addetto all’accoglienza” negli Uffici Top, che di fatto, vanno a sguarnire ulteriormente le sportellerie. Le lunghe assenze dovute a malattie, infortuni, maternità ed effetti di legge (L.104) oltre alla erogazione dei congedi, spesso imposti senza regole, al solo fine del raggiungimento di obbiettivi, in definitiva portano gli Uffici al collasso. Le “stanze della gestione” si nascondono, e fanno capolino solo per dare la solita risposta – non c’è personale - alle legittime recriminazioni della scrivente e degli stessi Direttori degli Uffici Postali. In tali condizioni sono saltate tutte le re-

“Poste, in Molise situazione critica”

Gli uffici sul territorio sono sotto organico e non rispondono alle esigenze dei cittadini

gole, con improvvisi e repentini distacchi (molti attuati nella stessa giornata) che, spesso, implicano lo spostamento dei lavoratori da un comune all’altro con innumerevoli disagi. In tale caotico contesto – precisa Antonio

D’Alessandro - dove non si è più sicuri della sede di lavoro, a risentirne è anche il clima dove si innestano facilmente le paure, le minacce, le ritorsioni. A tutti i livelli. Per non parlare, inoltre, degli uffici dove il Direttore ri-

manga l’unica risorsa in ufficio e debba sostituire anche lo sportellista. Taluni Uffici sono sotto organico ormai da mesi e, ciò malgrado, pur dovendone improvvisare l’organizzazione, tutti i giorni e tra mille difficoltà, i la-

voratori sono anche costretti a sopportare le pressioni aziendali su una serie di obiettivi commerciali, ferie, gestione code. Francamente risulta anche provocatorio l’atteggiamento aziendale che, volutamente, ignora le primarie necessità degli Uffici e sarebbe più opportuno, prima ancora di pretendere risultati, creare le giuste condizioni operative e organizzative, visto che alla fine il conto lo pagano sempre i lavoratori. Di contro – conclude Antonio D’Alessandro - qualche centinaio di risorse part-time attendono invano la trasformazione del proprio rapporto di lavoro (in full-time) e la qual cosa produce un senso di maggiore svilimento e incredulità in categoria alla quale vengono richiesti grandi sacrifici malgrado la soluzione potrebbe essere dietro l’angolo.

Per la riqualificazione degli impianti sportivi esistenti Se la giunta regionale lo afferma in un atto amministrativo, e in modo perentorio, forse è il caso di dare credito all’assunto secondo cui essa “promuove da sempre la pratica delle attività sportive per il miglioramento delle condizioni psico-fisiche e della salute dei cittadini, sostenendo anche la riqualificazione delle strutture esistenti”. Siamo ulteriormente indotti a crederlo, prendendo atto che per raggiungere l’obiettivo ha stanziato 500mila destinati appunto alla riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà pubblica e alla realizzazione di nuovi impianti di base. Con un rapido, sommario, conteggio, con mezzo milione di euro è ipotizzabile che

ACQUAVIVA COLLECROCE. I sindaci di Acquaviva Collecroce, Castelmauro, Mafalda, Montefalcone nel Sannio, Palata, San Felice del Molise e Tavenna si sono autoconvocati il giorno 29 dicembre ad Acquaviva Collecroce per tornare a discutere sul gravissimo problema dello stato di gravissimo abbandono in cui versano l’insieme delle infrastrutture stradali di collegamento dell’area. La mancata o insufficiente manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, oltre a non garantire una sufficienza sicurezza, è diventata causa di un disagio crescente che investe le famiglie,

Stanziati 500mila euro dalla Regione Tutt’altra cosa il crono programma redatto dal Coni per nuovi impianti

vengano riqualificati gli impianti esistenti, meno che vengano rea-

lizzati di nuovi. A questo fine crediamo debba far fede il crono

programma redatto dal presidente del Coni regionale, Guido Cavaliere, e fatto recapitare al governo di Via Genova in tempo utile perché fosse preso in considerazione e preso a base della programmazione degli impianti sportivi nei vari comuni del Molise, soprattutto dove gli impianti sportivi non ci sono o sono ormai “impraticabili”. Il crono programma del Coni presuppone milioni di euro, non migliaia. La differenza è sostanziale se dalla riqualificazione degli impianti esistenti si vorrebbe passare alla realizzazione di nuovi impianti. La giunta, come vediamo, viaggia

su livelli finanziari modesti, che in una qual misura possono fronteggiare la richiesta di adeguamento strutturale e funzionale degli impianti sportivi esistenti, ma non realizzare di nuovi. Comunque, il segnale è confortante. A metà dicembre 2015, l’esecutivo regionale, infatti, ha deliberato di approvare l’avviso pubblico per la presentazione dei progetti rivolti alla qualificazione ed al miglioramento degli impianti sportivi e, cosa importante ai fini pratici, lo stanziamento di 500mila euro. Dardo

I sindaci: “Le strade vanno aggiustate” costrette a viaggiare per accedere a servizi indispensabili, e le attività economiche. I ‘tracciati rimasti’, ormai, costituiscono un serio ostacolo ai collegamenti tra i comuni e tra l’area ed i centri di servizio più importanti della regione e della costa. Situazione, questa, che finisce per aggravare il rischio di isolamento e rafforza la tendenza all’abbandono. Questo è il dato di realtà. Inaccettabile ed irrazionale per molti versi. Nonostante le numerose prese di posizione in forma sin-

gola ed associata da parte dei Sindaci rivolte alla Provincia, Regione e soprattutto allo Stato centrale affinché provveda predi-

sponendo finanziamenti adeguati, così come sta accadendo per le altre parti del paese. Per questo i sindaci riuniti salutano come fatto estremamente positivo la recente presa di posizione dei parroci dei comuni dell’area che coinvolge il territorio

vasto del Basso Molise. Convinti che questa battaglia può essere vinta solo attraverso la mobilitazione di un vasto fronte di forze. Pertanto, allo scopo di decidere quali iniziative assumere per ‘spingere’ affinché si dia soluzione definitiva al problema, il Comitato dei Sindaci assieme alla Provincia di Campobasso ed i parroci, invitano le forze politiche, sociali e culturali interessate, nell’incontro che si terrà a Mafalda per il giorno 7 gennaio, alle ore 18.00 presso la sala consiliare.


TAaglio lto

5 6 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

2016: anno cardine e decisivo Rispetto al 2015, che ha chiuso i battenti con una scia di scarsa operatività, sulla falsariga del 2013 e del 2014, e con il fardello pesantissimo del tasso di disoccupazione giovanile (oltre il 40 per cento), l’anno appena dischiuso presenta almeno due cantieri aperti: il Progetto Garanzia Giovani e il Piano di sviluppo rurale, e due cantieri da aprire: l’accordo di programma per lo sviluppo dell’area industriale corrispondente ai nuclei industriali di Boiano e di Pozzilli/Venafro e la programmazione dei fondi europei del settennio 2014/2020: centinaia di milioni da investire in modo chiaro, condiviso, trasparente e soprattutto corretto, destinati alla crescita sociale e allo sviluppo economico e, quindi, all’occupazione. Da aggiungere, inoltre, tra le cose urgenti da fare, la ricostruzione post/terremoto, la riorganizzazione dei servizi,degli uffici regionali e la definizione della pianta organica e, naturalmente, la vessata questione che più delle altre angustia i molisani:

la salvaguardia della salute. Un 2016 che va dunque letto e interpretato in chiave dinamica, da affrontare con molta decisione, con prospettive aperte a valori e a soluzioni che sanno di speranza. Ma anche un 2016 particolarmente impegnativo per la sua stessa dotazione di risorse finanziarie, di programmi da elaborare, e di progetti da realizzare avendo cura di evitare di cedere al massimalismo

Un tavolo fantasma, quello che si presume sia stato allestito per trattare del cosiddetto Patto per il Sud tra la Regione Molise e le parti socio/economiche. Lo paventa l’università del Molise che interrogata su una sua eventuale partecipazione al simposio, ha tenuto a mettere in risalto che “ove siffatto tavolo sia stato effettivamente costituito, l’Ateneo molisano non è stato invitato a parteciparvi né vi ha comunque partecipato”. La sottolineatura è drammaticamente rivelatrice di come sia effimero, transitorio ed occasionale l’incontro istituzionale tra la Regione Molise e l’università del Molise intesa istituzione scientifica di riferimento del territorio. L’episodio è sin-

CAMPOBASSO. “Nella calza della Befana, Renzi non trova dolci che lo premiano per un anno intero di impegno a far ripartire il Paese ma soltanto carbone, tanto carbone. Glielo hanno fatto trovare i lavoratori pubblici della UIL che ne hanno portato sacchi in Piazza Montecitorio, alla presenza di Carmelo Barbagallo, Segretario generale della UIL, di dirigenti delle categorie del pubblico impiego di questo Sindacato, di una folta delegazione di lavoratori che aspettano da anni il rinnovo del loro contratto di lavoro”. Così, Tecla Boccardo, segretaria regionale della Uil Molise. “Ho portato il carbone a Renzi ed al Governo, ma come potevo non pensare anche al nostro Molise? – commenta ironica il Segretario generale della locale UIL – In regione la pubblica amministra-

etico di chi ancora s’attarda a considerare la partecipazione del capitale pubblico nella imprenditoria privata una bestemmia e non un’opportunità. La Gam di Boiano, l’Ittierre di Pettoranello, lo Zuccherificio di Guglionesi erano e sono nodi da sciogliere in un quadro economico complessivo; se ne rendano conto i massimalisti. Sono problemi complessi, e per questo da prendere in esame

con il sussidio di specifiche competenze tecniche e amministrative non certo dai “parìa” di Palazzo Moffa. La situazione d’assieme del Molise all’inizio dell’anno, è molto delicata, potremmo dire fragile. Un inghippo burocratico, una defaillance organizzativa, una incertezza amministrativa, una complicazione politica e tutto potrebbe dissolversi nell’ennesima deludente constatazione che la classe dirigente che governa i destini del Molise, difetta di competenza, di determinazione, di energia intellettuale, di cultura amministrativa, di lungimiranza, impastoiata alle convenienze particolari, al tornaconto personale, agli stratagemmi politici che le garantiscano di tenersi in vita. La storia recente conferma una maggioranza regionale

intersecata da molte anomalie. A cominciare dalle figure spurie di uomini di destra passati a sinistra; da un Pd diviso tra “renziani” e “rutiani” e da una segreteria regionale autarchica, presuntuosa e pretenziosa, che riassume vanità e inconcludenza; dal progressivo annacquamento della sinistra in favore dei favoritismi e dalla riduzione dei consiglieri ad apparato ornamentale. Ciò è nella incontrovertibile realtà dei fatti sui quali, per combinazioni estranee alla volontà politica e alla capacità di programmazione del governo regionale, sono calati come manna dal cielo i supporti del governo nazionale (il riconoscimento di area di crisi industriale complessa) e i fondi europei per la programmazione 2014/2020. Il 2016 ha le tasche piene di risorse finanziarie e la testa rivolta in avanti. Che lo si sappia accompagnare produttivamente. Dardo

Il Tavolo fantasma tomatico della coscienza autarchica che ha di sé la Regione Molise amministrata dai parvenu della politica che corrispondono alla maggioranza di centrosinistra insediata a Palazzo Vitale e a Palazzo Moffa. La difficoltà di relazione tra l’università e la Regione è scritta e trascritta negli annali, ed è la manifestazione di una incomunicabilità oggettivamente comprensibile tra chi è espressione politica culturalmente di bassa lega, e chi è espressione alta di scienza e cultura. Il divario nel Molise è talmente grande da rendersi incolmabile. Questa incomunicabilità istituzionale ha generato ulteriori difficoltà all’attecchimento

dell’Ateneo nella realtà socio/economica del Molise. Di fatto, l’università è tutt’ora un corpo estraneo, che tenta di trovare punti di contatto utili per instaurare un filo

diretto, un dialogo, finanche un appiglio per rendersi utile e partecipe al progetto di rinnovamento e di crescita di cui sarebbe certamente un partner autorevole e accreditato. Difficilmente gli verrà data la possibilità. Gli amministratori regionali avvertano il proprio stato d’inferiorità culturale e per questo preferiscono vedersela tra di loro.

Boccardo: “La Pubblica amministrazione in Molise è stata abbandonata” zione è, purtroppo, il solo grande datore di lavoro. Le difficoltà economiche in cui ci dibattiamo, la limitatezza dei redditi delle nostre famiglie sono la risultante anche del blocco della contrattazione. E non mi pare proprio che, a livello di amministrazioni pubbliche locali, ci sia lo sprint nell’affrontare i problemi: siamo in ritardo nella riprogrammazione della sanità e del socio assistenziale, non c’è una lucida strategia nell’affrontare la soppressione delle province e nella ricollocazione del personale, giusto negli ultimi giorni dell’anno è esploso il problema della protezione civile e ieri c’è stato il

confronto con la regione sui centri per l’impiego. E, nel frattempo, le prefetture a rischio di soppressione, la chiusura ventilata delle strutture della giustizia, la riarticolazione delle scuole, lo spostamento possibile degli uffici statali. Considerata la difficoltà economica, occupazionale e sociale del Molise – chiude Boccardo – proprio l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione, anche attraverso un nuovo modello di contrattazione, è la chiave per dare impulso al rilancio dell’economia ed è volano per una politica di sviluppo e di attrattività del nostro territorio.”


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Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

6 gennaioi 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Differenziata, un altro anno nella monnezza CAmPobAsso continua inesorabilmente a stagnare nei bassifondi della classifica nazionale dei risultati della raccolta differenziata dei rifiuti, un primato davvero vergognoso che avrebbe dovuto spingere questa amministrazione ad affrontare il problema con la massima priorità, sin dai primi giorni dall’insediamento, nell’ormai lontano luglio 2014. Trascorso oltre un anno e mezzo non possiamo invece che constatare che la giunta Battista ha completamente ignorato la gestione dei rifiuti, passata in subordine rispetto a cose ben meno importanti. L’avvio della raccolta differenziata resta ostaggio di un assurdo braccio di ferro politico per l’occupazione di un “posto al sole” nell’ambito del succulento settore dei rifiuti; non è certo un caso se la SEA, che costa ai cittadini campobassani quasi 7 milioni di euro l’anno per la sola gestione dei rifiuti e si appresta a gestirne almeno altri 4 messi a disposizione per l’avvio della raccolta differenziata, risulta paralizzata in attesa del rinnovo del Consiglio di Amministrazione che dovrebbe essere nominato tra

qualche ora, o al massimo qualche giorno, a seguito di complicatissimi intrighi ed estenuanti macchinazioni tra tante, troppe, segreterie di partito. E poco importa se a spuntarla sarà il favorito Stefano Sabatini piuttosto che qualche altro competitor lanciato in campo all’ultimo minuto; quello che è certo che la scelta non guarderà né alle capacità, né all’esperienza, né tantomeno alle competenze, bensì esclusivamente alle logiche spartitorie certamente manovrate da Palazzo Moffa. E così, mentre qui si annaspa nel-

l’incapacità e nella poltroneria, tantissime altre città e paesi, da nord a sud dell’Italia, sotto la guida di amministrazioni virtuose e lungimiranti, stanno invece raggiungendo risultati sempre più performanti rispetto al pigro lassismo campobassano, dove l’unica preoccupazione resta quella di ripartire incarichi, occupare poltrone ed accaparrarsi prebende. I precari equilibri della sgangherata maggioranza hanno quindi prevalso, per tutto il 2015, come per il 2014, rispetto alla necessità di predisporre, o quantomeno av-

viare, un piano operativo per dare una svolta ad un sistema costoso per la collettività e soprattutto insostenibile per l’ambiente. Occorre infatti ricordare che l’attuale sistema, che vede ancora intere zone della città non raggiunte da alcun tipo di servizio di raccolta differenziata, è limitato alle sole frazioni secche carta/vetro/plastica che consentono a malapena di raggiungere il miserabile risultato del 14 % (ben lontano dal 65% previsto dalla legge) attraverso l’inefficiente ed obsoleto sistema dei cassonetti stradali, mentre risulta impossibile in tutta la città differenziare la frazione organica dei rifiuti (che costituisce oltre il 30 % del totale) che finisce assurdamente mescolata all’indifferenziato. Tutto questo mentre la discarica di Montagano, per gran parte alimentata dall’incredibile quantità di rifiuti misti provenienti dal capoluogo, è oramai colma ed a breve necessiterà di ulteriori ampliamenti, se non della sostituzione con altro sito dell’hinterland campobassano da relegare a tale triste destino, che ne dica il nuovo piano regionale

dei rifiuti. Alla luce dei disastrosi risultati finora raggiunti da questa amministrazione (per gran parte responsabile anche delle cattive gestioni degli ultimi decenni….), la recente nomina dell’assessore Ramundo, finora “consigliere incaricato” alla raccolta differenziata e quindi non certo avulso da responsabilità, lascia quindi a dir poco perplessi, suonando come un vero e proprio “regolamento di poltrone”, anche a seguito del rinnovo della presidenza del Consiglio Comunale, piuttosto che una reale volontà di puntare all’obiettivo dell’avvio di una raccolta differenziata moderna ed efficiente; del resto, se così fosse stato, il sindaco avrebbe potuto e dovuto individuare l’ assessore delegato all’ambiente ed ai rifiuti sin dalla prima costituzione della giunta, senza trattenere per se l’importante delega per oltre un anno e mezzo, in maniera del tutto infruttuosa e fallimentare, solo per lanciare slogan, proclami e falsi annunci, puntualmente sbugiardati dai fatti. Gruppo Movimento Cinque Stelle Campobasso

Festività amare per gli abitanti di Via MonteGrappa di Massimo Dalla Torre Nonostante gli appelli del primo cittadino che in questi giorni ha più volte detto specialmente sui social-network che Campobasso è una città vivibile e che ora necessita renderla più sicura, i quartieri che costituiscono l’ossatura della città sono stati fatti segno da parte di alcuni “buontemponi” per non usare altro aggettivo, i quali, la notte tra il 27 e 28 dicembre hanno letteralmente capovolto le fioriere in cemento che abbelliscono le vetrine di alcuni esercizi commerciali di Via Montegrappa. La quale, è spesso al centro di fatti di cronaca, nonostante sia abitato da chi non ha nulla a che vedere con chi si diverte a deturpare gli arredi urbani acquistati non con i soldi dell’Amministrazione ma dal singolo per rendere più fruibile l’ambiente. Questo, in estrema sintesi la cronaca dell’accaduto che ha lasciato esterrefatti gli inquilini dei palazzi che si affacciano sulla strada che, al mattino, sono stati costretti a scostare materialmente le pesanti fioriere dagli sportelli delle autovetture, fortuna-

tamente non danneggiate, da chi forse in preda ai fumi dell’alcool o di altre sostanze che da tempo “lordano” il tessuto cittadino, e non vogliamo credere in un azione di ripicca nei confronti di qualcuno, ha pensato bene di mettere in atto, favoriti dalle tenebre, un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze ben più dannose. Azioni che portano ancora una volta alla ribalta misfatti che non depongono assolutamente a favore della ex città giardino, trasformata da tempo in vero e proprio territorio di bravate che non hanno alcun nesso e senso logico. In molti si sono domandati sul perché di tale gesto, che fa di Via Montegrappa, terra di conquista, come lo sono anche altre strade che, grazie a queste “azioni” che di “positivo” non hanno nulla, spessissimo vede l’intervento delle forze dell’ordine senza però riuscire, se non in pochissimi casi, a risalire agli autori dei gesti vandalici. I quali, fanno si che il capoluogo di regione non è più un’oasi felice, anzi è tutto il contrario. Certamente

non sta a noi dover dare la caccia con ronde armate a chi fa della dabbenaggine un credo, anche se al punto di non ritorno cui siamo arrivati, necessiterebbe procedere senza se senza ma al cosiddetto “self-made” ossia al “fai da te”. Una necessità che pone l’accento su moltissime discrepanze che caratterizzano la vita di Campobasso divenuta terra di nessuno dove il nessuno è legato a doppio filo al non avere il “senso civico” che molti invocano senza però aver alcun riscontro positivo. “Senso civico anzi civismo” che purtroppo non appartiene al capoluogo della ventesima regione dello stivale che grazie ad azioni simili non permette più di leggere in positivo la città. Ecco perché lanciamo nuovamente l’ennesimo appello a chi è deputato al controllo e alla tutela del capoluogo di regione: meno proclami per accattivarsi simpatie, specialmente politiche, più sorveglianza, perché Campobasso non è un clochard da “prendere a calci” bensì una realtà cui si deve massimo rispetto.

Nasce “MoliHub”

Il polo giovanile impegnato nella ricerca e nella valorizzazione del territorio molisano PIETRACUPA. Un polo tecnico giovanile specializzato nella ricerca e nello sviluppo delle risorse fondamentali del territorio molisano, allo scopo di rilanciare l’economia del Molise. Si chiama MoliHub e si pone l’obiettivo prioritario di sostenere la nascita di start-up di giovani e di attrarre sul territorio regionale imprese innovative orientate alla ricerca e alla progettazione in diversi settori

chiave: turismo, agroalimantare, ambiente, sicurezza, urbanistica, informatica, marketing e comunicazione. L’obiettivo primario del progetto è quello di generare plus-valore per l’intero territorio molisano. In tale direzione elemento chiave sarà la collaborazione in un modello di coworking tra le varie imprese e associazioni presenti all’interno dell’Hub. MoliHub avrà la sua sede di riferimento presso il Comune di

Pietracupa in provincia di Campobasso, dove sabato 9 Gennaio alle ore 11:30 si terrà un primo incontro aperto a tutti. MoliHub potrà contare in futuro anche su altri uffici periferici presenti in altri Centri del Molise. Le aree tematiche di riferimento del polo scientifico saranno: ambiente, sicurezza, informatica, turismo, marketing e comunicazione, agricoltura, urbanistica. MoliHub nasce da un’idea di

Roberto Colella che ne sarà anche il direttore scientifico. Del comitato fanno parte inoltre diversi giovani talenti laureati e ricercatori. Hanno già risposto all’appello gli architetti Salvatore Mantegna e Giacinta Manzo; Patrizia Toscano, ricercatrice in Architettura e Urbanistica, molto attiva tra Milano e Lugano ma originaria di Montenero di Bisaccia; Lorenzo Sallustio, ricercatore dell’Università degli Studi del Molise; Laura

D’Ambrosio e Davide Vitiello per il settore della comunicazione; Claudio Di Salvo per il web marketing; Vincenzo Lena, ricercatore ed esperto di sicurezza informatica. In vista del primo incontro in programma il 9 Gennaio a Pietracupa, i promotori del Polo lanciano un appello indirizzato ad altri giovani molisani laureati interessati ad impegnarsi attivamente nei diversi settori, in particolare in quello turistico.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

6 gennaio 2016

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Dopo la lunga sosta natalizia oggi torna il campionato di Serie D

Sciolti si balla sul campo di Recanati La squadra di Favo ha bisogno di disputare un girone di ritorno coi fiocchi per riconquistare i tifosi di Gennaro Ventresca Sto diventando Vincenzo Mollica. Non certo fisicamente. Come corporatura, per mia fortuna, sono tanto diverso. Intellettualmente, invece, mi sento vicino al simpatico (e bravo) giornalista di Rai 1. Con passare dei giorni (o forse degli anni) sto diventando quello che Mollica dice di sé quando gli fanno notare che non ha mai stroncato niente e nessuno, tranne una volta in cui parlò male della peste. Anche se non disse poi così male. Il cronista taglia XXXL dice: preferisco parlar bene di qualcuno, o non parlarne. Assume su

di sé un ruolo pedagogico, da maestro Manzi (quello della scuola serale per i nostri anziani, analfabeti). Immagino che tutto questo gli derivi dalla sua cultura ampia e da un’indole profonda. Io sono fondamentalmente un polemico, nella mia piccineria mi sono ritrovato sempre a fare l’attaccabrighe. Io sono costituzionalmente uno a cui piace scavare, senza limitarmi a pasteggiare con l’ovvio. Ma poi si invecchia e ti assale il buonismo. Così vedo il bello del centro storico anche là dove ci sono cumuli di mondezza, gli infissi sono in alluminio, i portoni di ferro e alcuni fondaci protetti da porte sgangherate mantenute da

legacci di ferro con lucchetti grossi così. Come dice il sarto di Giuliano Ferrara sento il desiderio di allargare di più. Ma poi mi restringo e mi accontento di quello che ho. Anche della mia modesta quadra del cuore che è riuscita a farmi vibrare anche quando ha ribaltato il risultato a Vastogirardi, in Eccellenza, passò dallo 0-2 al 3-2. Sembro proprio Mollica, anche se non sono Mollica (meglio per lui). Forse per questo, anche se mi sono ammansito, riesco a vedere com’è sporca la vita negli angoli. Perchè ho sempre avuto una passione per gli spigoli. In una scatola di porcellana vi ho

trovato alcune ricette strambe, come quella di mettere l’aceto balsamico sul tartufo, l’albero magique nella Ferrari e Renzi nel PCI. E vi ho trovato una magistrale poesia di Neruda pronta per essere recitata in una puntata di Ti lascio una canzone. L’amore non è bello senza la mia squadra del cuore che ricomincia domani il suo cammino sul campo della Recanatese, la squadra di una cittadina straordinaria, come sono straordinarie le cittadine marchigiane. Recanati, la città di cui sto parlando, porta il fiocco aristocratico dell’Infinito di Leopardi che fa sembrare ancora più nano il basso livello tecnico delle nostre sfide.

Così va il mondo. Senza darsi delle arie ci tocca questo primo impegno calcistico del nuovo anno. Si fa fatica a carburare dopo i pranzi, le libagioni e la scorpacciata di dolci. E, soprattutto, dopo tanto calcio internazionale in tv, risulta difficile occuparsi del napoletano Favo, del segretario Teti, del mio amico Perrucci (come era bellino col farfallino, nel veglione di fine anno), di Todino e persino di Gabrielloni che mi dicono non essere il fratello maggiore del più celebre Gabriellini. Amici lettori, vi prego di essere pazienti: datemi il tempo di carburare. Domani spero di poter tornare a dire: sciolti si balla.

Ti ricordo ancora

Il Figaro del borgo vecchio di sergio genovese

Salvatore Garofalo, anni settantuno, professione barbiere con quasi sessant’anni di onorata carriera. Già ha cominciato più o meno a dodici anni a fare il ragazzo di bottega, poi come tanti si è giocata la carta dell’estero aprendo una attività in Inghilterra, poi l’odore dell’aria del Castello Monforte che soffiava verso il basso, ha avuto il sopravvento così Salvatore, armi e bagagli, è ritornato tra noi. Nel 1975, si è assestato in Via Torino da dove continua a far muovere le sue forbici sulle teste non più ricco crinite di quei giovani che assieme a lui stanno invecchiando. Nelle chiacchiere in libertà che si fanno durante la sua “performance” l’argomento più gettonato è il Mercato Coperto e la sua storia per Campobasso. Spesso rimembriamo:” Trent’anni fa a quest’ora quante migliaia di persone si contavano?” L’abbandono impensabile di quel luogo da parte di una città intera è una ferita ancora viva che ha tanti colpevoli. Ma Salvatore è stato ed è il bar-

biere di tanti personaggi che hanno fatto vivere Campobasso tra leggenda e realtà. In primo luogo Angelo Struzzolino il re, che passava tutte le mattine per interi decenni innanzitutto per specchiarsi poi all’occorrenza per farsi dare una ritocattina prima delle sue scorribande da vitellone di provincia. Altro cliente doc era ed è Corrado Calenda, con la chioma stile Equipe 84, l’uomo più ripreso dalle TV locali all’interno del Tribunale di Campobasso dove non si è mai capito se

fosse un semplice impiegato o un Procuratore della Repubblica. Altri clienti fissi erano i componenti della la banda in assetto costante davanti al glorioso Bar Centrale dei fratelli Mastropaolo. La sua bottega, per anni, è stata un concentrato di vita che ha accolto e aggregato quasi una comunità intera. Come tutte le storie comuni, il suo percorso ha conosciuto momenti di luce abbagliante ( negli anni ottanta sistemava i capelli in media ad una trentina di clienti al giorno) e parabole discendenti come quelle attuali dove forse i clienti raggiungono quel numero in una settimana. Ma il sabato pomeriggio di quei tempi indimenticabili, su via Torino era una festa. I profumi dei suoi dopobarba

spruzzati con la classica pompetta raggiungevano tutte le case. L’odore dello shampoo rimaneva in bocca a tutti i passanti. Le voci degli astanti in attesa dello sforbicio, riempivano le orecchie di quelli fuori e di quelli dentro le mura. Il lunedì, storico giorno di riposo, nel quartiere sembrava mancasse qualcosa. E’ questa la grandezza che Salvatore ha rappresentato. Ha dato vita vera e vissuta ad una zona di Campobasso che si distingueva per la sua capacità di sapersi associare ma di vivere dentro regole inappuntabili. Merce rarissima oggi, in una Società definita liquida perché lascia scorrere senza trattenere qualsiasi sentimento comunitario. Con un’anca che fa le bizze Salvatore Garofalo è ancora lì in Via Torino in attesa che Angelo e Corrado timbrino la visita giornaliera e, dopo essersi specchiati, gli ricordino di quell’estate del settanta trascorsa sui tetti di Vicoletto S. Nicola mentre i loro amici li sapevano in vacanza sulla riviera romagnola.. .

Via Crispi-via Insorti d’Ungheria, incrocio troppo pericoloso Scrivo per porre all’attenzione un problema piuttosto grave, ossia l’estrema pericolosità dell’incrocio tra via Crispi e via Insorti d’Ungheria di Campobasso, frequentemente teatro di incidenti. La dinamica è quasi sempre la stessa: mancata precedenza da parte del veicolo proveniente da via Insorti d’Ungheria nei confronti del veicolo che transita su via Crispi, a volte con coinvolgimento di altre macchine in sosta. Purtroppo non posso allegare una foto, scattata circa 10 giorni fa, che mostra come un’auto che procedeva lungo via Crispi è stata SBALZATA, e sottolineo SBALZATA, sul marciapiedi da un’altra proveniente da via Insorti d’Ungheria, urtando contro il muro di un edificio. La Provvidenza ha fatto sì che non vi fossero pedoni in quel momento, ma che cosa sarebbe successo in caso contrario?

E non si tratta di un caso isolato. Purtroppo in questo angolo di strada i pedoni corrono dei rischi davvero seri, perché le macchine spesso finiscono sul marciapiedi, e non solo sul lato via Crispi, ma anche su via Insorti d’Ungheria, proprio in corrispondenza di un portone di ingresso a un condominio. Ci sono anche casi di auto uscite fuori strada autonomamente, come è accaduto circa due mesi fa a un automobilista nello svoltare da via Crispi a via Insorti d’Ungheria: praticamente, da solo, è finito sul marciapiedi lato destro di via Insorti d’Ungheria, urtando vicino a un palo che ne ha arrestato la corsa. E se invece del palo ci fosse stata una persona? Per non parlare poi di qualche automobilista, particolarmente frettoloso, che in via Insorti d’Ungheria, durante una manovra di parcheggio del veicolo che lo precedeva, invece di attendere qual-

che manciata di secondi, ha preferito utilizzare come corsia di sorpasso il marciapiedi sul lato destro, senza porsi minimamente il problema che potessero uscire delle persone dai locali, portoni e garage. Io abito nel condominio che si trova proprio all’angolo tra le due strade e ho il terrore di uscire di casa, oltretutto con due bambini (di 6 anni e 2 anni e mezzo). Ma il rischio non è solo per i residenti. Si tratta di un punto centrale, attraversato quotidianamente da migliaia di persone. Voglio rendere pubblica questa situazione di gravissimo pericolo, affinché, chi di dovere, trovi al più presto una soluzione (es. installazione di barriere di protezione), evitando che in un momento di distrazione della Provvidenza, possa succedere qualcosa di veramente spiacevole. Lettera firmata


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

6 gennaio 2016

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Il Santissimo Rosario è in caduta libera

L’ospedale di Venafro si avvia tristemente alla chiusura dopo i brillanti risultati di anni passati VENAFRO. Che fine ingloriosa, avvilente e mortificante per il SS. Rosario Venafro ! Sino a qualche anno addietro era l’unico ospedale civile molisano coi conti in attivo e addirittura, ospitando tantissimi ricoverati extraregionali, soprattutto campani e laziali, apportava linfa economica vitale e preziosissima per l’intera sanità pubblica regionale. Era cioè l’ospedale che, grazie alla propria offerta di servizi e quindi alle entrate finanziarie extraregionali che procurava alla sanità pubblica della nostra regione, teneva in piedi tant’altre strutture sanitarie pubbliche del Molise! Oggi tutto questo è solo un lontanissimo ricordo. Altra storia è purtroppo quella attuale del SS. Rosario, nosocomio in evidente implosione e che fa “andare in bestia” sia i pochi dipendenti rimasti al suo interno e sia, principalmente, i soggetti ancora più esigui di numero : i ricoverati. Sono questi ultimi in effetti i più contrariati, non sentendosi affatto accuditi e curati. Una implosione quotidiana, continua ed inarrestabile perciò

quella del SS. Rosario, ridotto ormai a 10 posti di lungo degenza in medicina e 20 di riabilitazione (tutto il resto, cancellato e sparito !), ma ciononostante -sentite, sentite- che si appresterebbe ad essere dotato (Chi avrà pensato a tanto ? Il Direttore Sanitario del SS. Rosario, dr. Sassi, che mai nessuno vede a Venafro, altro Dirigente dell’Asrem da Campobasso o altri ancora?) di … ditta

esterna per l’accoglienza (Ma per accogliere chi ? I ricoverati che continuano progressivamente a mancare, data la carenza di offerta e servizi ?), addirittura di hostess e buon ultima di guardia all’ingresso ! E mentre si prospettano ditta esterna per l’accoglienza, hostess e guardia privata, e mentre ancora alla hall d’ingresso (così si ama definire il bellissimo e monu-

mentale accesso del SS. Rosario, struttura potenzialmente da cinque stelle ma oggi utilizzato abbondantemente al di sotto del 20/30% e ridotto in condizioni pietose) turnano inutilmente -essendoci pochissimo da fare !sei/otto lavoratori ospedalieri al giorno (!), mentre tutto questo po’ po’ di roba bolle in pentola -si diceva- nei due reparti rimasti aperti (medicina per lungodegenti

e riabilitazione) i problemi per personale e ricoverati lievitano giorno dopo giorno mancando i portantini e tant’altro. Un quadro, questo del nosocomio venafrano, di una drammaticità unica, ma niente si fa per risollevarlo. Una conferma del vuoto, delle assenze che il SS Rosario denunzia e della ormai ridottissima affluenza di ricoverati, essendo stati cancellati i servizi/base di un ospedale civile ? Basta andare alla struttura di pomeriggio o di sera, ossia dopo la mattinata di laboratori e ambulatori che richiamano un po’ di persone, per imbattersi in un nosocomio desolatamente vuoto e di fatto abbandonato ! Per non dire, a proposito dei laboratori ect., che per refertare un esame radiologico del SS Rosario occorre rivolgersi al Veneziale di Isernia, mentre altra “perla” di questi ultimi giorni resta la mammografia di una paziente addirittura smarrita ! Che peccato un simile SS Rosario ! Venafro non merita affatto tanto ! Tonino Atella

Una persona arrestata, una denunciata all’Autorità Giudiziaria Decine di controlli durante alcune operazioni condotte dai Carabinieri ISERNIA. In distinte operazioni eseguite dai Carabinieri in varie zone della provincia di Isernia, una persona è stata arrestata per maltrattamenti in famiglia e detenzione illegale di armi, una denunciata per minaccia e lesioni personali e decine sono stati i controlli per contrastare fenomeni di criminalità “predatoria” quali furti ed altri reati contro il patrimonio e la persona. A Sesto Campano, i militari della locale Stazione hanno arrestato un 30enne del posto, che nel recente passato si era reso protagonista di alcuni episodi particolarmente violenti nei confronti dei suoi familiari. In una circostanza aveva minacciato di incendiare il negozio di alimentari, di proprietà della sua ex suocera, 55enne di San Pietro Infine, in provincia di Caserta, che veniva anche minacciata di morte. In un’altra occasione aveva minacciato la moglie e i figli minori, bran-

dendo un “machete”, che veniva sottoposto a sequestro. Per questi motivi, il 30enne, nei cui confronti figurano anche

altri precedenti di reato, quali detenzione illegale di stupefacenti, appropriazione indebita e simulazione di reato, avendo denunciato falsamente il furto della propria autovettura, è stato rintracciato nei pressi della propria abitazione dove i Carabinieri lo hanno prelevato e trasferito in Caserma, dando così esecu-

zione all’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa nei suoi confronti dalla competente Autorità Giudiziaria. A Rionero Sannitico, i militari della locale Stazione, hanno invece denunciato un 28enne di origine Nigeriana, ospite in una struttura ricettiva di prima accoglienza, che per futili motivi aveva prima minacciato e poi colpito con un utensile da cucina, un dipendente della società gestrice della struttura, causandogli lievi contusioni al volto. Infine attuati anche numerosi posti di blocco lungo le strade di accesso al capoluogo “Pentro” e a quelle di collegamento dei paesi dell’alto Casertano, quali Capriati al Volturno, Gallo Matese, Letino, Presenzano, Ciorlano e San Pietro Infine, controllati 120 veicoli in transito, identificate 150 persone ed eseguite nei casi sospetti perquisizioni per la ricerca di armi, droga e refurtiva.

Provincia, il museo etnografico E’ stata sottoscritta a Isernia l’iniziativa che da vita ad una struttura del tutto innovativa ISERNIA. E’ stata sottoscritta la convenzione tra la Provincia di Isernia rappresentata dal Sig. Domenico Maselli, in qualità di Responsabile del Settore Servizi amministrativi della Provincia di Isernia e il dott. Antonio Scasserra proprietario di beni costituenti una collezione di costumi e gioielli antichi della tradizione

popolare molisana: 84 pezzi tra costumi interi e pezzi sciolti (mappe, grembiuli, camicie, gonne e corpetti), 740 pezzi di gioielli in oro e 59 in argento. La Provincia di Isernia, nell’ambito del progetto turistico denominato “Iserniainsieme”, ha deliberato d’istituire il Museo Etnografico dei Costumi Tradizio-

nali Molisani, da ubicarsi presso il Palazzo della Provincia, nei locali già destinati al Museo M.A.C.I. approvando il progetto redatto dalla Responsabile del Servizio Turismo e Cultura la dott.ssa Emilia Vitullo presente all’incontro insieme al vice presidente dr. Cristofaro Carrino. Con determina dirigenziale n. 1270

del 29/12/2015, si è provveduto ad approvare l’acquisizione in locazione della collezione di costumi e gioielli di proprietà del Dr. Antonio Scasserra e all’affidamento dell’incarico di Direttore Artistico per i lavori di allestimento e per la conduzione del Museo Etnografico dei Costumi Tradizionali del Molise allo

stesso Scasserra, in considerazione del possesso dei requisiti necessari al conferimento dell’incarico, comprovati dal curriculum prodotto, e dell’unicità e specificità dei requisiti dallo stesso posseduti, dati, oltre che dai titoli professionali, dal possesso della collezione che costituirà il corpus espositivo del Museo.


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Termoli

6 gennaio 2016

“Il Vietri, ospedale smantellato” Il Comitato civico frentano denuncia l’anomala situazione del nosocomio LARINO. “La situazione del Vietri è quella di un ospedale che viene continuamente smantellato e dove non viene rispettato quello che abbiamo ottenuto con le sentenze. Da giugno ad agosto era stata prevista la chiusura temporanea della chirurgia che si sta protraendo” per un provvedimento che, dall’essere provvisorio, “è diventato definitivo nonostante abbiamo delle sentenze che dicono il contrario. Vogliamo capire come avvengono gli spostamenti di primari, medici ed infermieri, sulla base di che cosa. Da parte nostra non ci fermiamo più andremo fino in fondo nel rispetto della legalità”. Nuovo anno, stesse polemiche intorno alla sorte dell’ospedale Vietri di Larino con i membri del Comitato civico Frentano che battono i pugni sul tavolo chiedendo il rispetto delle sentenze emesse dal Tar Molise. Secondo quanto deciso dai Giudici del Tribunale amministrativo, infatti, ad oggi dovrebbero essere garantiti i livelli essenziali di assistenza (Lea) ma ciò, secondo i membri del comitato, non avverrebbe. “Chiediamo il rispetto della legge – ha affermato Carolina Mancini nel corso della conferenza stampa che si è tenuta davanti al nosocomio frentano – abbiamo inteso opporci ai prov-

vedimenti adottati dalla Regione prima dal presidente Iorio e adesso da Frattura e abbiamo avuto ragione in entrambi i casi e quindi chiediamo il rispetto delle nostre ragioni”. Sotto la lente della Mancini sono andate a finire le vittorie sia al Tar Molise che al Consiglio di Stato; di qui la richiesta “che venga rispettato quello che la giustizia ha stabilito per l’ospedale di Larino: ossia che non deve essere chiuso”. Una battaglia, quella del Comitato Civico Frentano, che investe anche l’amministrazione Frattura

rea, a detta degli esponenti del comitato, di star continuando “una battaglia che va avanti da anni senza assicurare i servizi ai cittadini e utilizzando i soldi dei molisani per difendere le ragioni che la giustizia ha detto che non ha”. Di qui la richiesta del rispetto delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato “così come è stato fatto anche per altre sentenze amministrative”. Una battaglia che scalda sin da subito questo inizio 2016 anche attraverso le dichiarazioni dell’assessore comunale alla sanità del comune di Larino, Michele

Palmieri, che ha ricordato quanto “l’amministrazione, dal momento del suo insediamento, è sempre stata vicina al Comitato tanto da fare ricorsi contro le disposizioni di chiusura di alcuni reparti del Vietri – ha affermato Palmieri – le sentenze ci hanno dato ragione solo che non vengono rispettate”. Un mancato rispetto che, inevitabilmente, non può che portare “amarezza” nell’assessore la cui amministrazione sta facendo da sempre “una lotta per la sanità pubblica, cercando di difendere il diritto che il cittadino ha di curarsi. Questa è la nostra priorità –

ha continuato Palmieri – siamo disponibili a qualsiasi incontro con i vertici regionali per parlare del futuro della sanità non solo cittadina ma anche regionale”. Palmieri ha voluto rispedire al mittente anche le accuse di campanilismo che spesso e volentieri sono state affermate nei confronti della battaglia dell’amministrazione comunale di Larino ribadendo che “si tratta solo di far rispettare la legge e garantire i livelli essenziali di assistenza che il cittadino ha, così come recitato dalla Costituzione”. Per l’assessore è necessario riflettere e comprendere come si è arrivati alla situazione attuale che è visibilmente precipitata negli ultimi 15 anni. “La politica regionale cerca di fare un discorso ragionieristico perché è stato accumulato un grande debito sanitario di circa 500 milioni di euro. Invito a fare la riflessione sul perché questo debito si sia accumulato solo negli ultimi 15 anni: bisogna ricercare la causa proprio qui”. Si sono definiti “dimenticati da tutti e figli di un dio minore” ma nello stesso tempo, i membri del Comitato civico hanno annunciato nuove battaglie su tutti i tavoli di competenza a tutela del presidio ospedaliero frentano.

Portavoce in Comune, che succede? Anche l’Assostampa interviene sui propositi dell’Amministrazione comunale LARINO. Non solo i rilievi dell’ex comandante della Polizia municipale di Larino Claudio De Luca sul bando per la nomina del portavoce a Palazzo Ducale. Anzi, forse proprio cogliendo lo spunto polemico di De Luca, a scendere in campo criticamente è l’Assostampa, che ha inviato una lettera al sindaco Vincenzo Notarangelo, diffusa anche a tutti gli iscritti al sindacato. “Apprendiamo che l’amministrazione intende nominare un portavoce-addetto stampa del Sindaco, in base alla Legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica. Come parte sindacale della categoria rappresentata, mi corre

l’obbligo di precisare e chiarire alcuni aspetti delle figure professionali richiamate. L’addetto stampa è un giornalista iscritto all’albo, che ricopre il delicato ruolo di ‘interfaccia’ tra cittadini e pubblica amministrazione. Esso è terzo, in ossequio ai principi deontologici, onde assicurare un’informazione puntuale e non manipolata. Il portavoce è una figura mutuata dai paesi anglosassoni. posizione dell’amministrazione, sostituisce, Parla in prima persona divulgando la se richiesto, il presidente o il sindaco nelle conferenze stampa e si serve dell’ufficio

stampa per la diffusione di notizie e comunicati. Tale ruolo può essere ricoperto da una persona qualsiasi, che gode della fiducia di chi presiede l’ente. Un incarico politico, che non richiede titoli di studio particolari o iscrizioni ad alcun albo professionale. Il portavoce non può essere, nel contempo, anche addetto stampa. Le due figure sono ben separate e non possono coincidere. Pertanto, è opportuno, oltre che necessario, rettificare la delibera di giunta n. 212 del 22/12/2015 o produrre un atto che ne corregga la parte che forza la legge.

Piccola pesca, polemiche sulla copertura Alcuni operatori del settore hanno criticato le scelte adottate per la copertura della struttura TERMOLI. Ci è stato segnalato da alcuni operatori della piccola pesca che la copertura fatta di recente nella zona dove loro hanno riservato il posto barca andava certamente fatta ma non nel modo in cui è stata realizzata. “Così come l’hanno costruita – ci dice uno di loro – “non serve a nulla” e addirittura è definita “inutile” perché troppo alta e una delle sue funzioni principali alla quale doveva adempiere non la soddisfa affatto. “Essa, infatti, così com’è né che ci ripara dalla pioggia quando siamo sotto a sistemare le cose, né ci ripara da nessun tipo di vento. Bastava già che fosse stata

fatta più bassa di quella che oggi è e, forse, sarebbe stata migliore”. Qualcun’altro la mette sullo spiritoso ed afferma: “forse l’hanno fatta così perché pensavano che in tempi di feste ci avremo potuto fare dei “Quadri” Natalizi del Presepe Vivente”. Insomma, ci è chiaro che questa copertura non ha riscosso grandi favori dagli operatori della piccola pesca, come sembra non abbia raccolto pareri favorevoli il lastricato spiegamento con cordolo di cemento dei lampioni. Ciò non tanto per i lampioni stessi, ma proprio dell’ubicazione e del cordolo stesso messo in quella posizione.


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Termoli

6 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli, una città da ripensare di Luigi Marino Notizie degli ultimi giorni: città sporca e danneggiata (situazione che puntualmente si ripropone a intervalli regolari), lamentele per la sistemazione natalizia (davvero miserella e improvvisata), perplessità per la tettoia al porto (non proprio efficace perché a Termoli notoriamente piove di stravento). Aggiungiamo le dune distrutte e nuove colate di cemento (e abbiamo ancora il coraggio di parlare di offerta turistica?). Ma non sarà il caso di fermarsi un momento e riflettere su cosa sta succedendo? Oltre un secolo fa Arrigo Boito si rivolgeva agli architetti e ingegneri: “fermarsi a tempo, qui sta la saviezza, contentarsi del meno possibile”. Con interventi misurati si fanno meno danni e, se anche si dovesse sbagliare, ci sarebbe almeno la consolazione che l’errore è contenuto. Una riflessione sugli errori compiuti negli ultimi 30-40 anni, quando la città si è sviluppata in maniera informe e con scarsa qualità architettonica, potrebbe costituire la base per evitare di ripetere gli stessi errori. L’Amministrazione Comunale si sta impegnando per migliorare la vivibilità della città. Alcuni risultati sono evidenti, però, soltanto in limitati settori: le attività culturali, per esempio, sono di buon livello, gra-

zie all’impegno personale di pochi operatori, mentre sembra ancora in alto mare l’avvio di una vera “politica culturale” capace di far diventare “risorsa” le iniziative altrimenti inutili e, soprattutto, capaci di provocare ricadute in settori diversi e la formazione di una “tradizione” che possa costituire la base per proficue azioni future. Indipendentemente dal tipo di Amministrazione che ci sarà nei prossimi anni. Invece di cercare buone soluzioni sfruttando al meglio l’esistente, avviando una seria ricerca sulle condizioni attuali (che dovrebbero essere individuate e valorizzate) si continua a rilanciare progetti avveniristici improvvisati, disorientati, sopradimensionati e che sembrano talvolta condizionati da prevalenti ambizioni personali. Questa patologia è stata definita “male da archi-

star” quando queste progettano seguendo soltanto una loro idea fissa. Mi riferisco, per esempio, a quell’edificio di cui si vede una parte (cos’è un teatro?) e che risulta essere l’assemblaggio di parti che, dal punto di vista della composizione architettonica, tra loro non ci “azzeccano” niente e che niente hanno a che fare con l’ambiente circostante. Bruno Munari ha saggiamente fatto osservare che quando il progettista è povero di idee spesso usa tanti materiali preziosi. Un’astronave stonerebbe allo stesso modo ma avrebbe il vantaggio che, dopo un po’, tornerebbe nello spazio mentre questo, invece, è destinato a restare e invecchiare sul posto. Il solito problema della manutenzione: non si fa perché non è parte del patrimonio culturale locale.

Per altro verso, mentre in molte città si tende ormai da anni a valorizzare i vuoti urbani a Termoli pare si vada in direzione opposta costruendo l’impossibile e riempiendo ogni buco. Il problema che divide attualmente la posizione dell’Amministrazione da associazioni e cittadini interessati e preoccupati per il futuro della città è la diversa opinione sulla possibilità di risolvere i problemi del traffico urbano con un tunnel (del quale anche la stampa nazionale comincia a occuparsi non certo in maniera lusinghiera); di favorire di fatto la trasformazione di quanto è rimasto del cinema Adriatico invece di farlo diventare un “cantiere urbano” di cui l’Amministrazione potrebbe davvero vantarsi; di sostenere le barriere sulla ferrovia che trasformeranno Termoli in una

frontiera israeliana (ti saluto turismo). Che vadano cercate delle soluzioni, non c’è dubbio. Ma allora perché non avviare una riflessione collettiva promuovendo scambi di opinione? Senza posizioni precostituite e preconcette. In tal modo si potrebbero anche evitare gli inconvenienti in cui si è già trovata la città, obbligata a terminare per forza i lavori del corso nazionale. Gli aggiustamenti successivi non sembrano aver migliorato la situazione ma, anzi, stanno trasformando un luogo urbano (storicizzato, pluristratificato e socialmente articolato) in una scenografia metafisica (il corso non vi ricorda un quadro di De Chirico?) con arredi da villaggio turistico, notoriamente catalogato tra i cosiddetti “non luoghi”. Si potrebbero (e si dovrebbero) cercare anche le competenze più adeguate (quanti sono i giovani laureati molisani pur capaci ma non presi in considerazione?) e il personale capace di risolvere i molteplici problemi che la gestione urbana prevede senza lasciarsi trasportare dalle mode. L’alibi dei fondi non è sostenibile visto che per altri scopi i soldi si trovano e che, comunque, già adesso l’Amministrazione si giova anche di personale non retribuito.

Dragaggio porto, c’è il progetto Definito il bando per l’affidamento dei lavori dell’opera TERMOLI. Al massimo entro la metà dell’estate il progetto del dragaggio del porto di Termoli dovrebbe vedere la sua realizzazione. Ne è certo l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pierpaolo Nagni al vertice della struttura regionale che nei giorni scorsi ha redatto il bando per l’affidamento dei lavori di un’opera che, a Termoli, è attesa da decenni. Il bando e la successiva realizzazione dovrebbe mettere la parola fine all’odissea per tutti i lavoratori che ogni giorno operano nel bacino bassomolisano. Non appena sarà scelta l’impresa questa dovrebbe realizzare l’opera in tempi strettissimi considerando che la stessa, a detta della struttura regionale, dovrebbe essere abbastanza semplice. Il dragaggio, nella sostanza, dovrebbe consentire l’eliminazione di quell’accumulo di sabbia che rende parti-

colarmente difficile l’ingresso e l’uscita dal porto di Termoli per le barche di grossa stazza. Un problema che gli

operatori marittimi hanno evidenziato più volte nel corso degli anni e che, adesso, verrà definitivamente risolto.

Parco Lapenna, primo stop al Tar Prosegue l’intricata battaglia legale sulla gestione dell’area verde TERMOLI. Primo stop al Tar Molise rispetto a uno dei ricorsi promossi dall’Ati Vivere il parco, che fino a pochi mesi fa gestiva la struttura intitolata a Girolamo La Penna. Primo stop in quella che si preannuncia comunque una intricata battaglia legale. Il ricorso era stato incardinato contro il silenzio illegittimamente serbato dall’Amministrazione comunale di Termoli in relazione all’istanza presentata dalla in data 23.04.2013 (giunta Di Brino) volta ad ottenere il permesso di

costruire per l’esecuzione dei progetti relativi a: in zona piscina 1° lotto realizzazione di area ludica con trampolini elastici e giochi vari; sistemazione e manutenzione del percorso ginnico esistente; interventi di miglioramento dell’area teatro verde “ampliamento palco; interventi di miglioramento dell’area teatro verde (copertura palco) non solo. Contro il silenzio illegittimamente serbato dall’Amministrazione all’istanza presentata in data 27.12.2013 volta ad ottenere

il permesso per l’esecuzione dei progetti relativi a: adeguamento e aggiornamento giochi esistenti per bambini; realizzazione di orto botanico; realizzazione di una pista ciclabile; realizzazione di una pizzeria; realizzazione di una fattoria degli animali. Inoltre in relazione all’istanza presentata in data 30.12.2013 volta ad ottenere il permesso di costruire per la realizzazione dei progetti relativi a: zona piscina – 2° lotto realizzazione chiosco bar; copertura campo di calcetto n. 1 esistente; realizzazione di una pista di patti-

naggio/da ballo con relativo chiosco/bar; zona piscina -3° lotto rifacimento. edificio esistente. (spogliatoio, casa custode); realizzazione di un’area ricreativa, chiosco bar e area ping-pong; realizzazione di una postazione noleggio mountain bike;realizzazione di una pista Mountain Bike e infine all’istanza presentata in data 03.02.2014, finalizzata ad ottenere il permesso per l’esecuzione dei progetti relativi a: realizzazione di un campo di calcio a otto; nonché per la condanna al risarcimento del

danno ingiusto subìto in conseguenza dell’inosservanza colposa del termine di conclusione dei procedimenti amministrativi e della mancata emanazione dei provvedimenti richiesti. Tuttavia, il Tar Molise ha dichiarato irricevibile la domanda volta all’accertamento dell’illegittimità del silenzio serbato dall’Amministrazione e ha disposto il mutamento del rito da camerale ad ordinario per la trattazione della domanda di risarcimento danni, con udienza pubblica all’11 ottobre 2016.



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Opinioni

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Claudio De Luca Gli idrocarburi non portano con loro solo aspetti negativi. Le cifre dicono che, in Basilicata, le Compagnie somministrano 1,3 miliardi alla Regione e 225 milioni ai Comuni (Viggiano ne ha incassato 142). Altri 290 sono stati dirottati ad un Fondo nazionale che distribuisce buoni-benzina a chi sia titolare di una patente di guida in quella regione. Tutto questo danaro ha fatto sì che in questo territorio: 1) la disoccupazione è prossima allo zero; 2) le varie addizionali per le tasse comunali non sono previste; 3) il “bonus” predisposto per la nascita di un bebé arriva sino a 5mila euro; 4) gli anziani frequentano le terme gratuitamente; 5) i corsi universitari fruiscono di una copertura delle tasse fino all’80%; 6) gli alunni delle scuole primarie e gli studenti di quelle secondarie operano in scuole che più accoglienti non potrebbero essere. Chi volesse ristrutturare l’abitazione godrebbe di un rimborso pari ai 4/5, il gas consumato per il riscaldamento rimane coperto da 600 a 1.000 euro ed il cittadino che presentasse un progetto all’Ufficio sviluppo della Regione se lo vedrebbe subito finanziare se di interesse collettivo. Per quanto riguarda il Molise, qualcuno potrebbe dire che il petrolio esista solo a Rotello mentre questa risorsa riguarda in particolare il mare, non risparmiando manco le aree marine protette. Tra le ultime istanze vi è stata quella della “Petroceltic Italia” per permessi di ricerca tra la costa teramana e le isole Tremiti. Questo arcipelago è interessato pure da altre ricerche concernenti un’area marina, vasta 730 kmq, più o meno posta a ridosso del Comune di Tremiti. Di recente, una nave affittata dalla “Shell” è stata incaricata di eseguire studi e prospezioni per individuare quello che viene considerato “un autentico tesoro”. Nei no-

nistrare interessanti “royalties” i cui importi, però, non hanno il pregio di essere cospicui come quelli della Basilicata a causa dei quantitativi dell’estratto. Ma, per poco appetibili che siano, ad un ente di dimensioni minime fanno sempre comodo. Anni or sono, una parte degli utili derivanti dalle estrazioni di Torrente Tona in Rotello fu reclamata da questa comunità. La Regione incassava il 55% delle “royalties” mentre il Comune di Rotello introitava soltanto il 15% e lo Stato il restante 30%. Dai conteggi effettuati, la Regione Molise aveva incassato, dal 1977 ad oggi, poco meno di 10 milioni di euro, utilizzati per il finanziamento del proprio bilancio; ma, trattandosi di somme percepite per estrazioni avvenute su di un territorio comunale, gli importi dovevano essere parzialmente restituiti all’ente locale. Il capitolo di questo danaro è tutto da scoprire nella considerazione che si potrebbe trattare di importi che potrebbero fare comodo a tanti piccoli Comuni molisani. In conclusione, per quanto concerne il petrolio, occorrerebbe prendere atto di una verità: basta alla regola del sentito dire, amplificata dai “mass-media” e cavalcata dalla politica a caccia di voti facili. La buona fede degli ambientalisti non deve bastare; occorre anche assodare quanto di buono possano apportare le prospezioni.

Idrocarburi, una ricerca pericolosa stri mari risultano operative tre piattaforme localizzate dinanzi alla costa abruzzese-molisana (Vasto-Termoli). Per estrarre il greggio della “20.a” è partita una “lottizzazione” senza scrupoli; perciò andrebbe valutato se il gioco valga la candela, almeno dal punto di vista occupazionale. Le stime di “Assomineraria” quantificano la rilevanza economica e lavorativa del settore estrattivo in un risparmio di 100 miliardi di euro nelle importazioni di greggio dall’Estero nei prossimi 25 anni e nella creazione di 34mila posti di lavoro. Insomma, per

quanto concerne le ricerche dell’oro nero, l’Italia ed il Molise sono ritenuti una sorta di Paradiso, cosicché va sempre più avanti il progetto della palermitana “Irmino Srl” che ha sottoposto a prospezioni ben 745 kmq, di cui 641 interessanti il Molise su di una direttrice che si estende da Ripalimosani a Matrice per giungere fino a Morcone, Sassinoro, Santa Croce del Sannio e Castelpagano (BN). In Regione si parla poco degli introiti concernenti gli idrocarburi. Però, almeno per quanto concerne il gas-metano, si sa che i Comuni molisani si vedono sommi-

Tributi locali sulla casa, alti e bassi Dai dati diffusi dal servizio Politiche territoriale della Uil, emerge che nella maggior parte dei comuni italiani si pagheranno mediamente 119 euro di Tassa sui Servizi Indivisibili, la nuova imposta comunale istituita dalla legge di stabilità 2014, con un aumento del 9,1% rispetto al 2014. Nelle città capoluogo, invece, l’aumento è pari al 4,6%, mentre Olbia risulta l’unica città capoluogo a Tasi zero.

tuazione simile ad Isernia, che nel primo caso fa registrare un costo medio annuo pari a 204euro, nel secondo pari a 92euro. Rimanendo al rapporto aliquote-detrazioni, troviamo Campobasso con un’aliquota sulla prima casa del 2,4 per mille a fronte di nessuna detrazione, mentre Isernia riporta un’aliquota del 3 per mille e in detrazione la rendita catastale fino a 600euro con detrazione di 70euro.

Per effetto dell’aumento delle aliquote e della diminuzione delle detrazioni, in 958 comuni italiani (tra cui 12 città capoluogo) il costo della tasi è salito: 19,7 milioni i proprietari di immobili sono stati già chiamati a pagare il saldo. Per quanto riguarda invece l’Imu sulle seconde case, il costo medio è di 887euro; a dicembre il conto Imu risulta pari a 10,1 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda la Tasi si ferma a 2,7 mi-

Sono 19,7 milioni gli italiani proprietari di prima casa chiamati al versamento dell’ultima rata della tasi, ai quali si aggiungono 25 milioni di proprietari di altri immobili chiamati a versare l’Imu e la Tasi. Il conto tra Imu e Tasi con il saldo di dicembre sarà di 12,8 miliardi di euro, di cui 10,1 miliardi per l’Imu e 2,7 miliardi di euro per la Tasi (1,9 miliardi per la prima casa). Fabio Marucci

liardi, di cui 1,9 miliardi di euro per la prima abitazione. Cifre decisamente più alte: al netto degli 844 Comuni “ritardatari”, la tendenza è stata quella di confermare le aliquote dello scorso anno, ma ben 958 realtà locali hanno rivisto al rialzo le aliquote oppure

hanno diminuito le detrazioni. Solo 143 i comuni che hanno invece diminuito le aliquote o alzato le detrazioni. Per quanto riguarda la Tasi, le cose al Molise non vanno affatto male: la tassa, infatti, diminuisce

a Bari, Campobasso, Isernia, Oristano e Trapani. Analizzando nel dettaglio i costi, troviamo Campobasso con una media costo annuo Tasi sulla prima casa pari a 212euro, mentre la media saldo Tasi sulla prima casa al 16 dicembre ammonta a 101euro. Si-


Da dicembre in edicola e librerie


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