Imprese edili senza soldi

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 19 mArtedì 26 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

I genitori della scuola D’Amato L'Oscar del giorno lo assegniamo ai genitori della Scuola di via D'Amato a Campobasso. Hanno mantenuto fede alla forma di protesta in merito alla situazione del plesso scolastico in attesa di conoscere, direttamente dal sindaco Battista, quale sia lo stato reale della struttura a seguito dell'ultimo evento sismico. Una protesta che, ci auguriamo, dia la stura a controlli veri sulle scuole cittadine.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Carmelo Parpiglia Il Tapiro del giorno lo diamo a Carmelo Parpiglia. Si è imbellettato per la conferenza stampa di presentazione della terza giornata dello Sport. Una bella manifestazione, non c'è che dire. Ma chi pensa ai reali problemi delle società sportive molisane? Delle palestre fuori norma, dei campi sportivi malandati, dei soldi che mancano? Le passerelle vanno bene, ma dopo che si è fatto un qualcosa.

L’Acem chiama in causa la Regione. “Pronti i decreti ingiuntivi” Servizio a pagina 3

“Frattura, che fine hanno fatto i 26 milioni di euro?

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 26 gennaio 2016

Oggi pomeriggio a Palazzo Moffa (ore 16), il consiglio regionale delle mozioni

I 5 Stelle Manzo e Federico all’attacco Non paiono aquile, ma proveranno ad aprire la discussione e a mettere di fronte alle proprie responsabilità i singoli consiglieri e l’intera assemblea sulla posizione del personale direttivo

Oggi a Palazzo Moffa, consiglio regionale pomeridiano (ore 16), con tutti i rischi del “post prandium” per i consiglieri di buona forchetta e in confidenza con Bacco, interamente dedicato alle mozioni e agli ordini del giorno che si sono accumulati nel tempo, alcuni vecchi anche un anno, altri recenti. In tutto 16 gli argomenti iscritti e concordati dal presidente Cotugno con i capigruppo. Mozioni, dicevamo, tra cui qualcuna forse capace di muovere anche “emozione”, che non guasterebbe in un consesso in cui l’emotività è un orpello di spettacolo, e non la manifestazione esteriore di un sentimento. Consiglio pro-5 Stelle. I consiglieri Manzo e Federico paiono decisamente in vantaggio per numero di mozioni sugli altri, anche sull’iscrizione all’ordine del giorno. Se non verrà chiesta un’inversione, la seduta dovrebbe infatti iniziare con la mozione dei grillini, con la quale intendono rimuovere la posizione di privilegio e i vantaggi economici di cui godono i dipendenti del comparto direttivo (D1 e D3) della Regione Molise. C’hanno provato anche

l’intervento Il diritto alla salute, così come sancito nell’art. 32 della nostra carta costituzionale, è un bene comune. In quanto tale deve essere preservato e non può essere assoggettato ad una logica di profitto. Pertanto riteniamo che nella nostra Regione l’organizzazione del Sistema Sanitario debba essere pubblica e che il privato convenzionato debba svolgere solo una funzione complementare e solo per alcuni servizi che il pubblico non riesce ad erogare. Complessivamente, l’incidenza del privato convenzionato, così come avviene nella media del resto del nostro Paese, non può e non deve incidere per più del 20% in ogni singolo settore — posti letto per acuti, posti letto di lungodegenza, medicina territoriale — anzi, per noi, deve essere assoggettato ad un budget predefinito di spesa del 15% del FSR, tenendo conto della pletora di strutture pubbliche con le quali è possibile organizzare l’offerta dei servizi all’utente. Il Molise ha il secondo indice di invecchiamento della popolazione in Italia ed è giusto portare i servizi in prossimità dei pazienti. L’organizzazione del SSR deve passare, pertanto, dall’attuale impostazione ospedalocentrica ad una impostazione territoriale.

altri consiglieri e altri gruppi prima dei “grillini” a rimuovere uno stato di fatto unico - diciamo unico - tra le realtà regionali in Italia, creato e realizzato al tempo del centrodestra al potere, e radicalmente accettato e difeso dai successivi governi di centrosinistra; una mossa clientelare ampia, ecumenica, di cui si sono avvantaggiati centinaia di dipendenti, con e senza laurea, con e senza

responsabilità specifiche che possano giustificare il sostanziale incremento della retribuzione, anche ai fini pensionistici. Un regalo, un abbuono, un riconoscimento “ad personam” degli amministratori e dei sindacati di categoria in combutta. Messo in piedi, realizzato e mantenuto, in quanto mai affrontato nelle sedi opportune, mai posto in discussione per ciò che la norma pre-

tendeva fosse corrisposto dai destinatari e ciò che effettivamente dai destinatari viene reso all’amministrazione. L’apice del ridicolo viene raggiunto nelle decine di casi e situazioni in cui un Ufficio è retto da un capufficio (senza laurea) privo di una struttura sottostante che lo giustifichi: capufficio di se stesso. Un paradosso tecnico, amministrativo, e giuridico che certo non scandalizza in un Ente in cui il paradosso, l’anomalia, la interpretazione favoristica delle regole, delle norme, delle disposizioni, e finanche della leggi, è pane quotidiano. Manzo e Federico, che non paiono aquile, proveranno quantomeno ad aprire la discussione; certamente daranno elementi di giudizio tali da mettere di fronte alle proprie responsabilità i singoli consiglieri e l’intera assemblea. Lo scandalo, “a motivo dell’autorità di coloro che lo causano o della debolezza di coloro che lo subiscono”, comunque scandalo, cui i consiglieri regionali sono abituabili essendo essi motivo di scandalo per l’entità delle prebende e per l’introduzione surrettizia dei vita-

lizi. Sempre i “grilini” al proscenio con la mozione che intende promuovere un nuovo piano per la prevenzione e il controllo del randagismo, e con la mozione sulle attività estrattive (cave e trivellazioni), perché vengano opp o r t u n a m e n t e disciplinate. Spazio dialettico, ma senza sbocco, per Iorio, FUsco Perrella, Micone e Cavaliere che vorrebbero fossero le disposizioni del Decreto che fissa il numero minimo dei posti letto delle strutture ospedaliere. Anche il consigliere Monaco batte il tasto della sanità , ma a tempo scaduto, per chiedere la revisione del regolamento che riguarda gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera. Il “suo” presidente Frattura è molto più avanti. Ci siamo fermati ai primi punti all’ordine del giorno, giudicano improbabile che il consiglio regionale riesca ad andare oltre. Dardo

Il diritto alla salute va tutelato dal pubblico Non si capisce perchè il sistema del privato si veda riconosciuti privilegi Nell’attuale ingorgo strutturale solo tre Ospedali devono essere individuati come strutture per acuti: Campobasso, Isernia e Termoli. In queste strutture, l’attivazione delle Unità Operative deve rispondere strettamente al parametro del bacino di utenza. Ogni Unità Operativa dovrà avere la dotazione ottimale di mezzi e personale per il proprio funzionamento. L’attività di queste U.O. si estenderà sul territorio regionale con postazioni ambulatoriali che faranno sempre riferimento, specialmente per le attività chirurgiche, alle suddette U.O. Quando, per le caratteristiche del bacino di utenza, deve essere attivata una sola U.O., questa va ubicata nell’Ospedale Regionale di

riferimento, che non può che essere il Cardarelli di Campobasso, per questo definito come centro HUB per tutte le specialità. Gli Ospedali di Larino e Venafro vanno riconvertiti in Strutture con posti letto a bassa e media intensità di cura, Ambulatori attivi h 6-12, Ospedali di Comunità. Questi ultimi costituiscono una struttura fondamentale di riferimento, ad alta incidenza di assistenza infermieristico-riabilitativa, gestita con la collaborazione dei medici di base e di continuità assistenziale. È un supporto fondamentale del territorio per pazienti non gestibili a domicilio, ma che non hanno patologie acute che richiedono ricovero ospedaliero. L’Ospedale di Agnone, se effettivamente ci sarà un accordo di confine con l’Abruzzo e sullo stesso inciderà il 15% della popolazione abruzzese con relativo e proporzionale contributo economico, potrà rimanere come Ospedale di zona disagiata. In assenza di questo accordo e relativo contributo finanziario dovrebbe avere la stessa riconversione degli Ospedali di Larino e Venafro La riconversione di questi ospedali permetterà di mantenere l’indotto economico in quelle aree cam-

biando solo la tipologia degli utenti. Un altro punto essenziale della medicina territoriale è l’assistenza domiciliare. Anche in questo caso il coinvolgimento dei medici di base e di continuità assistenziale, nonché l’associazione delle organizzazioni dei Dottori in Infermieristica, è fondamentale per meglio armonizzare i servizi da portare al domicilio dei p a z i e n t i . È indispensabile, in ogni caso, abolire la precarizzazione dei rapporti di lavoro in tutte le forme attualmente previste. I danni del precariato si ripercuotono sul funzionamento delle strutture, con una perdita continua di personale formato e, quindi, di conoscenze. La precarizzazione destabilizza le comunità minando i rapporti sociali e toglie la sicurezza del futuro. È necessario rimodulare l’organizzazione del 118. In quasi tutte le Regioni italiane il personale del 118 è gestito dai Pronto Soccorso. Questa organizzazione permette di armonizzare meglio l’emergenza ospedaliera e territoriale. Permette, inoltre, una continua osmosi di informazione-formazione, nonché di adattamento organizzativo tra ospedale e territorio. Per ottimizzare le risposte all’utenza va anche imple-

mentata la telemedicina, come supporto all’attività dell’emergenza territoriale; individuati implementati e valorizzati i percorsi per patologia(IMA, ictus, trauma, ecc): deve esserci un continuum nella presa in carico del paziente dal territorio fino ad arrivare nella struttura più idonea al trattamento della patologia da cui è affetto, senza passare per altre strutture intermedie. Vanno rimodulate, in base anche ai dati in possesso, le attuali postazioni del 118 per un migliore utilizzo delle risorse. La medicina convenzionata va proporzionata alle esigenze del territorio e vi si deve far ricorso solo dove il pubblico non può essere utilizzato . Indicazioni estremamente utili vengono dall’analisi dei dati del dott. Carmine Ruta. Da quei dati si può partire per le convenzioni da fare. Un discorso a parte, ma che dovrà diventare fondamentale in una prospettiva a breve termine, è quello della medicina preventiva. Riuscire ad investire per modificare gli stili di vita ed i rischi ambientali significa ridurre, nel tempo, l’incidenza di molte patologie. Tuttavia questa è una scelta non strettamente sanitaria bensì di politiche sociali, lavorative, industriali, alimentari. Forum della sanità


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Si dice, e a ragion veduta, che un uomo valga quanto la sua parola e la capacità di onorare i debiti. Come inquadrare, allora, la vicenda che vede protagonisti, da un lato, l’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM) e, dall’altro, la Regione Molise? Come farlo, anche sotto il profilo di una corretta cronaca giornalistica, senza farsi condizionare da scomposti giudizi etici e morali? Durante lo scorso fine settimana si è tenuta l’assemblea straordinaria dell’Associazione dei costruttori, che nei mesi scorsi ha tentato in tutte le maniere, consone ad ad un sano rapporto istituzionale, di far ragionare la Regione e farle finalmente allentare i cordoni della borsa, il tutto senza la cortesia di un qualsiasi riscontro. Durante l’assemblea, partecipata dalla quasi totalità degli iscritti e che ha registrato anche momenti di forte tensione, è stato ufficialmente deciso che il tempo della pazienza e delle cortesie istituzionali e terminato. L’assemblea ha disposto l’immediato invio di formale diffida a tutti gli enti ed i soggetti debitori, Regione in testa, a saldare quanto dovuto ed, in caso di ulteriori ritardi, l’avvio dei ricorsi per decreti ingiuntivi. Evidentemente con questi enti, e con gli uomini che li governano, chiedere semplicemente, per mesi, che onorino i loro debiti non è sufficiente; bisogna impegnarsi in un’estenuante (sempre perché siamo in Italia) guerra burocratica ed amministrativa. Bisogna arrivare alle estreme conseguenze. I mancati pagamenti in questione riguardano lavori per la ricostruzione post sisma, per opere realizzate per tamponare i danni da dissesto

Con sentenza 00234/2016 anche il Consiglio di Stato ha respinto, definendolo infondato, il ricorso presentato in appello dall’Azienda di trasporti molisana (Atm) contro la Regione Molise per l’annullamento dell’aggiudicazione provvisoria del servizio di trasporto pubblico locale extraurbano. Lo comunicano il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, e l’assessore Pierpaolo Nagni. Il ricorso di Atm puntava alla riforma della sentenza del Tar Molise che il 16 marzo scorso aveva già respinto la medesima istanza. “Con due distinte sentenze, di primo e secondo grado, la Giustizia amministrativa riconosce la correttezza dell’operato della nostra Amministrazione”, dichiarano il presidente Frattura e l’assessore Nagni. “Avevamo provveduto ad annullare l’aggiudicazione provvisoria del servizio di trasporto pubblico extraurbano

3 26 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ACEM diffida agli enti debitori, Regione Molise in testa, che, intanto, ha già incassato 26 milioni dal governo

Come chiamare chi non onora i propri debiti? ed i fondi andati ormai in perenzione (si parla di fondi perenti quando le somme stanziate nel bilancio di enti pubblici non vengono spese entro un certo periodo di tempo. Con la finanziaria per il 2008 è stato ridotto il termine della perenzione da 7 a 3 anni. La procedura per rendere di nuovo attiva una certa somma caduta in perenzione comporta generalmente non meno di 4-6 mesi, n.d.r.). I motivi di un tale, provocatorio, irresponsabile, ingiustificato atteggiamento nei confronti dell’ACEM, delle imprese che rappresenta e dei lavoratori che di quelle imprese sono l’anima, non

è dato conoscere. A parte qualche sparata autocelebrativa a mezzo stampa del consigliere delegato alla ricostruzione, Salvatore Ciocca, la Regione non ha mai inteso giustificare i mancati pagamenti, proprio come farebbe un arrogante bullo di periferia, abituato a vivere imponendo prepotenza. Se tutto questo non bastasse dall’Associazione dei costruttori fanno sapere che la Regione Molise, negli ultimi giorni dello scorso anno, ha incassato dal governo di Roma una tranche da 26 milioni di euro di fondi da destinare alla ricostruzione; si teme quindi che le

somme siano: “... già destinate per altre finalità o per coprire i debiti accumulati in altri settori, evenienza che l’Associazione ritiene inaccettabile ed inconcepibile nella maniera più assoluta.” Insomma oltre il danno, l’intollerabile beffa. Il rischio di farsi trascinare in giudizi inopportuni, se non addirittura penalmente rilevanti, di fronte ad una situazione del genere è davvero forte. Niente può essere più devastante nella vita di uomo che lavorare senza avere indietro il giusto corrispettivo; niente può essere più avvilente che sapere di vantare un credito ed essere impotenti nel ri-

scuoterlo perché il debitore è semplicemente più grosso e cattivo. Sono quelle situazioni che, molto spesso, fanno in modo che le persone si caccino nei guai. Una piccola speranza è legata all’esistenza di un sistema di garanzie e tutele che dovrebbe (condizionale d’obbligo) mettere al riparo i giusti dalle angherie, ma finché non vedremo, in questo caso, non crederemo. Ed anche in quel caso sarà passato tanto di quel tempo da rendere quasi vano il riconoscimento del diritto negato, tanto sarà stato il fiele ingoiato a forza.aa

Gara trasporti, l’annullamento era giusto Anche il Consiglio di Stato dà ragione alla Regione Molise contro l’Atm Intanto, però, i molisani pagano ogni anno circa 5 milioni in più per viaggiare

ad Atm – spiegano –, a seguito di accertamenti che avevano evidenziato la mancanza dei requisiti necessari per la partecipazione, a

cominciare dalla situazione di irregolarità contributiva”. “Atm non aveva tutti i requisiti di ordine generale e di capacità eco-

nomico-finanziaria previsti dal bando di gara. La contestazione, definitasi con l’annullamento dell’aggiudicazione, era fondata”,

concludono il presidente e all’assessore. In questo frangente, però, la Regione ha continuato a pagare il costo chilometrico alle aziende concessionari di circa due euro a fronte dell’euro e 65 previsto nel bando di gara. Come dire, l’equivalente di circa 5 milioni di euro l’anno in più che vanno a gravare sul bilancio regionale. Considerando, ancora, che questa storia va avanti da circa 4 anni, ci sarebbe stato un costo maggiore di 20 milioni di euro. Ora, poi, bisognerà riprogrammare il bando di gara con tutto quello che ne verrà fuori a partire, proprio, dal numero degli autisti e dagli inevitabili ricorsi che ne seguiranno.


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4 26 gennaio 2016

Il problema dell’inquinamento procurato dai rifiuti tossici (industriali, speciali e sanitari) s’è inabissato

Il silenzio uccide Sull’abbrivo della presentazione del saggio redatto da Paolo De Chiara, autore del volume “Il Veleno del Molise - Trent’anni di omertà sui rifiuti tossici”, il problema sarebbe diventato una priorità, un impegno inderogabile, una necessità di portata socio/economica, ma così non è stato I problemi, di qualsiasi natura, piccoli e grandi, soprattutto grandi, tra cui oltre la crisi industriale, la Cassa integrazione per migliaia di lavoratori, la tentata riorganizzazione della rete sanitaria, l’occupazione, la programmazione e la ripresa degli investimenti, certamente il problema dell’inquinamento procurato dai rifiuti tossici (industriali e sanitari, in particolare), emergono per poi scomparire. Difatti, passano gli anni, e dei problemi che emergono e s’inabissano non c’è n’è uno risolto. Un saliscendi caotico in cronaca, nelle istituzioni, nelle sedi in cui il controllo del territorio dovrebbe essere un comandamento e il più della volte, invece, si rivela un’opzione per ciò che concerne la destinazione dei rifiuti tossici e di tutto ciò che genera inquinamento. Sul finire del 2013 sembrava che, sull’abbrivo della presentazione del saggio redatto da Paolo De Chiara, autore del volume “Il Veleno del Molise - Trent’anni di omertà sui rifiuti tossici”, presso la sala del parlamentino del Consiglio regionale, il problema sarebbe diventato una priorità, un

impegno inderogabile, una necessità di portata socio/economica, essendo l’intera problematica dell’inquinamento una questione apertamente scoperta, come del resto l’ha scritta e raccontata De Chiara addebitando al Molise (quindi alla classe dirigente e agli organismi territoriali) trent’anni di omertà sui rifiuti tossici. Stando alla realtà, cioè alla considerazione che da quella presentazione, da quell’assunzione di responsabilità dinanzi alla gra-

vità della rappresentazione da parte dell’Autore, non è stata mossa foglia, la Regione e gli altri organismi territoriali non hanno dato alcun peso e soprattutto alcun seguito alle dichiarazioni rassicuranti fornite, quei trent’anni sono diventati trentatre e, rimanendo la Regione e gli altri organismi territoriali (Agenzia regionale per la protezione ambientale - Arpa - compresa) inerti, sono destinati a diventare trentaquattro, trentacinque … .

Un’onta per tutti. Quasi fossimo un surrogato della Terra dei Fuochi (Casal di Principe, Caivano, Marigliano eccetera) e non la ventesima Regione italiana, altrimenti conosciuta come il luogo della pace sociale, dell’ambiente incontaminato, dell’aria tersa, dell’acqua limpida. Baggianate. Non solo De Chiara, con il suo saggio, non ha generato alcuna “ribellione”, quant’anche le rivelazioni di un boss dei casalesi (pentito), che ha indicato alcune aree del venafrano e altre zone del Molise essere la destinazione dei rifiuti tossici gestiti dalla Camorra, non hanno prodotto alcuna reazione, alcun intervento programmato e, soprattutto realizzato in chiave di bonifica dei terreni. Saremmo parziali, però, se non ammettessimo che nuove sensibilità ambientaliste, seppure espressione di uomini e di apparati politici, sono seguite alla denuncia di De Chiara. Sono gli Ecologisti Democratici del Molise e l’Associazione Sociale e Culturale Padre “Giuseppe Tedeschi” Onlus a tenere alta la soglia dell’attenzione, a catalizzare le argomentazioni sull’ambiente

molisano mortificato dai veleni tossici e dalle dissennate politiche regionali sullo sviluppo del territorio. Ma sono voci clamanti nel deserto. Purtroppo inascoltate. Che non riescono ad incidere, forse per essere troppo prossime “idealmente” e “organizzativamente” al governo di centro sinistra che alla presentazione del saggio di De Chiara si mostrò allarmato e preoccupato di ciò che era venuto fuori, e s’è detto ugualmente allarmato e preoccupato da ciò che ha rivelato il boss pentito dei casalesi. Non vorremmo però che nella eventuale, auspicata, ricostruzione dei fatti e dei misfatti, gli addebiti vadano in una sola direzione (politica), occultando, per dire, gli anni in cui la sinistra è stata al governo del Molise senza assumere alcuna iniziativa di contrasto alle situazioni che venivano segnalate, e agli allarmi che venivano dati allora, come ora, dalla stampa libera. I rifiuti tossici (sanitari, industriali e speciali) meritano trattamenti specifici, particolare attenzione, e soprattutto chiarezza. Cosa, quest’ultima, totalmente venuta meno.

Sulle trivellazioni petrolifere di fronte alla costa termolese La conferenza stampa di Michele Durante, che nel Molise rappresenta il Movimento “Possibile”, indetta per illustrate la posizione sulle trivellazioni in mare e in terra autorizzate dal Governo in base al Decreto “Sblocca Italia”, e sull’unico referendum popolare ammesso dalla Corte Costituzionale , c’è stata, e non ha deluso le aspettative. Difficilmente, invece, oggi se ne occuperà il Consiglio regionale chiamato in causa dalla mozione dei 5 Stelle, visto che è stata iscritta in fondo all’ordine del giorno. Un’altra occasione perduta per stanare la presidenza della Regione sul problema che, a differenza delle presidenze di Veneto e Puglia apertamente a favore del referendum e contrarie organicamente alle trivellazioni, finora lo ha visto muto e nessuno è in grado di sollecitarlo ad aprire la bocca. Forse neanche Durante, nonostante lo abbia invitato a schierarsi con gli altri presidenti regionali nel sollevare il conflitto d’attribuzione tra Stato e Regioni. “Per noi di Possibile - ha detto Durante - è l’unica maniera per cercare di frenare le politiche

Michele Durante di “Possibile” a Frattura : “Sollevi con gli altri presidenti il conflitto di attribuzione tra Stato e Regioni” Trivellazioni, i territori vanno salvaguardati

del governo che vanno contro le politiche ambientali e che mirano alla tutela e allo sviluppo degli interessi delle multinazionali, specialmente in campo energetico nel nostro Paese e che, di fatto, non hanno una vera progettualità. Se il problema è attirare investimenti - ha concluso - facciamolo sull’energia rinnovabile e sulle opere infrastrutturali necessarie

perché al momento, sulle ricerche petrolifere in Adriatico, non se ne ravvede l’utilità in termini economico-finanziari anche per il crollo generale del prezzo degli idrocarburi che non giustifica nuovi investimenti nel settore”. Con Durante, alla conferenza stampa hanno preso parte, del Movimento, Caterina Pinto e Antonio Di Monaco.

Per ribadire il no alla ricerca di idrocarburi in mare, alla manifestazione organizzata dal MoVimento 5 Stelle a Vieste c’era anche il Molise, rappresentato dalla portavoce in Consiglio regionale, Patrizia Manzo, presente insieme ai parlamentari, ai portavoce dei Comuni di Campobasso e Termoli, e ai tantissimi attivisti arrivati da ogni parte della regione. “Numerosi studi – spiega Patrizia Manzo – hanno dimostrato come la sostenibilità ambientale sia direttamente proporzionata a quella economica e sociale, anche sul versante occupazionale. È noto che investimenti in riqualificazione energetica pari a un miliardo di euro garantiscono oltre 13 mila posti di lavoro, che salgono a 18 mila nello studio dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) datato 2009, contro i 700 posti occupazionali collegati a investimenti in fonti energetiche fossili o grandi opere inutili e azzardate. I dati, ormai noti a tutti, dovrebbero solo confortare chi continua a credere che non sia possibile coniugare salute, ambiente e occupazione. Occorre quindi un piano energetico nazionale che vada nella giusta direzione del superamento del combustibile fossile verso una nuova rivoluzione energetica. Peccato invece che il governo Renzi, attraverso lo Sblocca Italia, stia andando verso le multinazionali petrolifere a discapito del nostro futuro. Allora c’è una unica strada da percorrere: riprenderci i nostri territori”.


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5 26 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

I problemi urbanistici affrontatati sul piano concreto da parte di una parte della minoranza a Palazzo san Giorgio

Pilone, Coralbo, Cancellario e Tramontano: “Fatti non parole” La proposta del gruppo Coalizione civica dice molto sul piano tecnico, meno su quello concettuale del modo di valutare il recupero delle aree “Lucarino”, e quello più ampio e generale del territorio cittadino Se sia una buona proposta quella formulata dal gruppo consiliare di “Coalizione civica” per il recupero edilizio delle aree cosiddette “Lucarino” dal nome dell’architetto che le ha individuate e perimetrale, lo dirà il consiglio comunale chiamato a prenderne atto, ad analizzarla e, quindi, a discuterla. La proposta di Pilone, Coralbo, Cancellario e Tramontano è dare finalmente un organizzazione (urbanistica e urbana) alle periferie dove nel corso degli anni (da circa 40 anni) si sono verificati insediamenti edilizi alla rinfusa, abusivi, speculativi, comunque contrari ad ogni logica costruttiva degna di essere considerata tale, fino a raggiungere, per la cecità politica e amministrativa di coloro che hanno governato la città (e la governano), la soglia della provocazione, arrivando a realizzare vere e proprie lottizzazioni in zona agricola. Una realtà spontanea, quanto si vuole, ancorché priva dei servizi minimi che determinano la qualità del vivere in comunità. Il nodo, a distanza di decenni, è venuto al pettine del gruppo consiliare di minoranza che più degli altri ha avvertito la necessità di uscire allo scoperto sulla questione con una proposta di deliberazione per dare alle zone interessate, precedentemente perimetrale per es-

sere riconosciute destinatarie d’intervento, una sistemazione definitiva. Il gruppo di Coalizione civica lo dice chiaramente nelle premesse dell’atto deliberativo, là dove considera necessario, appunto, un piano di recupero teso a migliorare la vivibilità in quegli insediamenti, ed equiparare quelle zone alle zone residenziali, fornite di tutti i servizi, ribadendo che lo stato di fatto che si è costituito penalizza fortemente chi ha mantenuto la destinazione agricola dei propri terreni. Ciò ha determinato ingiustizie sociali imputabili esclusivamente al Comune che, per rimediare, stando alla valutazione fatta da Pilone, Coralbo, Cancellario e Tramontanto, sa-

di Pasquale Guarracino* In Molise manca un progetto”- o è palese che se di un progetto si poteva parlare, questo è fallito, o si è perso per strada. E’ evidente che senza un Assessore alle Attività Produttive non può esserci un progetto serio per rilanciare l’economia, così come è evidente che senza un Assessore al Lavoro che faccia questo di mestiere – senza occuparsi di diffondere dati stratosferici sulla crescita dell’occupazione in Molise, così come ha fatto l’ex Assessore al Lavoro Petraroia, piuttosto che risolvere vertenze – non c’è possibilità alcuna di mettere in atto azioni programmatiche volte a creare posti di lavoro “A tutto ciò si aggiunge un consigliere regionale delegato al Turismo, indegnamente inesistente: tanto si voleva puntare sulla vocazione turistica della nostra regione, così nulla è stato fatto, a livello regionale, per promuovere e stimolare l’attività turistica e, quando e se qualcosa si è mosso, è stato esclusivamente per l’operato di cittadini volenterosi.”.

rebbe chiamato ad un investimento di circa 80 milioni per le opere pubbliche destinate al miglioramento di quelle aree. Un punto cardine del discorso, o punto debole? Lo dirà il dibattito consiliare. Definita e stringente è la necessità di dare stimolo ed impulso al comparto edilizio, sia di natura pubblica che privata, di escludere ogni forma di urbanistica contrattata che possa attivare rendite di posizione o, peggio ancora, situazioni vantaggiose di determinate categorie a scapito di altre, e di non dimenticare che il Molise è una regione altamente sismica e pertanto fortemente interessata a una politica di svecchiamento del patrimonio edi-

lizio esistente, ovvero al recupero statico e funzionale delle tipologie abitative esistenti. Recupero edilizio innanzitutto. Sulla scorta di queste argomentazioni e considerazioni, Coalizione civica ha scelto e deciso di proporre al consiglio comunale di deliberare che in attuazione a quanto stabilito dall’architetto Lucarino, si rende necessario, ai sensi del decreto ministeriale Legge 1444/68, equiparare le aree perimetrate alla zona territoriale B; che il lotto minimo di edificazione sia pari a 5000 metri quadri; che le prescrizioni delle zone territoriali B ai sensi della 1444/68 e delle equivalenti zone territoriali vigono secondo la zonizzazione del Piano regolatore generale in vigore; che i volumi dei nuovi edifici siano calcolati per utili e quindi computabili ai fini del carico urbanistico, appena superata la linea del terreno che demarca il fuori terra dal seminterrato e dall’interrato; che l’altezza ammissibile massima dei fabbricati sia di metri 8,50 calcolata al punto di gronda; che l’altezza massima dei fabbricati va verificata su tutti i prospetti, senza possibilità di deroghe; che la pendenza massima delle falde di copertura non deve superare il 35 per cento. Inoltre, ai fini di svecchiare il patrimonio edilizio

esistente, ammettere nelle aree perimetrate gli articoli 2 e 3 della legge regionale 7/2015 (Piano casa); istituire un capitolo ad hoc di bilancio sul quale far confluire gli oneri concessori relativi alle autorizzazioni a costruire rilasciate nelle aree perimetrate; vincolare l’utilizzo di detto capitolo alla realizzazione di opere tese a completare l’urbanizzazione delle aree perimetrate. La proposta dice molto sul piano tecnico, meno su quello concettuale del modo di valutare il caso di specie, e quello più ampio e generale del territorio cittadino. Siamo di fronte ad un’assunzione di responsabilità politica e amministrativa indubbiamente interessante che, per quanto ne sappiamo, vede anche gli uffici tecnici e urbanistici comunali cimentarsi a loro volta, su input della maggioranza, ad affrontare la stessa tematica. Magari con un occhio favorevole al ricorso dell’edilizia contrattata a compensazione del costo di realizzazione dei servizi pubblici essenziali: maggiori volumi edilizi, in cambio delle aree per la realizzazione dei servizi. Da Pilone, Coralbo, Cancellario e Tramontano: “Fatti non parole”. Dardo

Il Molise, merita l’anello al naso? “E che dire del settore cultura nella nostra regione?” Un settore da incentivare e non da demolire, come si sta facendo, ad esempio, per la Biblioteca Albino di Campobasso: negli anni scorsi, il consigliere regionale Ioffredi, delegato alla cultura, ed il Presidente della Regione tanto hanno difeso pubblicamente la struttura, da condurla quasi alla chiusura. Prima sono stati allontanate le persone che, tramite le cooperative, da anni prestavano servizi di qualità presso la Biblioteca Albino, poi anche i dipendenti provinciali sono stati messi in mobilità. Qual è la soluzione per il rilancio del settore cultura e dell’occupazione, se una Biblioteca importante come l’Albino, sta per chiudere i battenti? o si pensa che i libri non facciano più cultura?” Ed ancora:” Che dire del disastro della ex Esattorie? oggi solo 6 su 70 lavoratori ( e tra i 6 prescelti, per alcuni si dovrebbe capire in base a quali criteri sono stati selezionati) hanno trovato occupazione nella

nuova società che gestisce i tributi: degli altri 64 nessuna traccia.” Guarracino, inoltre, rinfresca la memoria al Presidente Frattura:” Come può il Presidente non ricordare gli impegni assunti al Teatro del Loto lo scorso 13 novembre quando garantì di mettere in piedi la nuova legge regionale sul commercio in 90 giorni? ne sono passati 70 ed ancora nulla si è mosso.” Infine, il dramma della Sanità:” il Molise sta subendo, per il settore sanità un dramma, causato dalle scelte del Commissario ad acta, scelte che influenzano innanzitutto un settore essenziale ed intoccabile per i cittadini molisani – perchè è la loro salute in gioco -, ma che hanno pesanti risvolti di perdita occupazionale sia per il personale sanitario, sia per tutti gli addetti ai servizi che orbitano intorno alla sanità ( portierato, mense, pulizie, manutenzione) che hanno già subito negli ultimi anni pesanti tagli a stipendi di per sè esigui e che

continueranno a subirne. “Come potrebbe risolversi questa situazione?” con le idee che la maggioranza diceva di avere quando era all’opposizione e con l’aiuto e le spinte propositive anche delle Organizzazioni sindacali, vicine al territorio ed ai cittadini molisani: oggi, si prende e si perde tempo, persino sull’area di crisi, strumento che doveva essere risolutivo per quasi tutti i problemi occupazionali della nostra regione. E’ fuori discussione, almeno a mio parere, che così non si può continuare: i lavoratori molisani non mangiano di numeri stratosferici che la politica fa pubblicare sui giornali, i lavoratori molisani mangiano, e vogliono mangiare, di lavoro ed il governo regionale ha il dovere di creare occupazione, senza se e senza ma. In caso contrario, ripeto una domanda a cui non ho ancora avuto risposta: “Voi che ci state a fare?”. *Uiltucs Molise


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Campobasso

26 gennaioi 2016

Le case cantoniere dell’Anas elette a “simbolo positivo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone”

La notizia dovrebbe muovere l’interesse della Regione e fare in modo che nel progetto pilota, tra le 30 case cantoniere più significative, vi sia almeno una del Molise da valorizzare L’idea è interessante, anche intrigante, ma essendo un’idea italiana è ridondante di orpelli dialettici, di ipotesi di sviluppo, e di applicazioni. Insomma, chi la vuole cruda e chi la vuole cotta. L’idea è di fare delle case cantoniere dell’Anas, dall’inconfondibile colore rosso pompeiano, visibili lungo le statali alcune in disuso o parzialmente utilizzate, “un simbolo positivo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone”. Cosi è stato commentato l’accordo che i ministeri dell’Industria e dei Beni culturali hanno sottoscritto con Anas e Demanio “per la riqualificazione e il riuso di beni pubblici, a partire appunto dalla case cantoniere, a supporto di nuovi piani di valorizzazione turistico-culturali del territorio italiano”. L’idea dovrebbe inizialmente concretizzarsi nell’allestimento di un progetto/pilota, una sorta di sperimentazione, per poi

passare ad una seconda fase più consistente ed organica. Inizialmente verrebbero individuate 30 case cantoniere tra quelle meglio mantenute e particolarmente significative sotto l’aspetto della posizione sul territorio. Indubbiamente sono preferite quelle inserite (e inseribili) in percorsi o circuiti culturali/turistici, ancorché contraddistinte anche da una viabilità che può favorire una mobilità lenta, godibile, sicura, tipica di alcune statali in Italia. Un patrimonio edilizio da rivitalizzare, da sottrarre al disfacimento, come nel caso, a noi vicino, della casa cantoniera tra Gildone e Jelsi, tra le più interessanti fin quando è stata utilizzata. Di case cantoniere in buono stato che potrebbero diventare, com’è nelle intenzioni del governo nazionale, ostelli, ciclofficine, punti di ristoro «per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire l’Italia al giusto ritmo», come ha sottolineato il ministro

dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, che alla case cantoniere ha riconosciuto anche la qualità di «un brand formidabile». Il Molise potrebbe rientrare nel progetto pilota essendo un territorio attraversato dalla Via Francigena, il percorso dei pellegrini, nel medioevo, per raggiungere Roma da Canterbury e da Gerusalemme, nel tratto compreso, risalendo lo stivale, da Brindisi fino alla capitale. In questo tracciato c’è molto territorio molisano e molta storia da rivalutare sull’abbrivo della Via Francigena. Qualcosa già s’è mosso, per poi rientrare, purtroppo, nell’anonimato. Qualcosa potrebbe di nuovo muoversi prendendo spunto da questo accordo e dal modo progressivo di realizzarlo. Dal punto di vista dell’Anas, l’Azienda statale proprietaria delle case cantoniere, si tratta di un’opportunità di rilancio di un patrimonio consi-

stente in 1.244 case cantoniere (di cui 607 sono utilizzate a vario titolo – uso istituzionale o di supporto alle attività di esercizio) di cui il 35% indisponibile per valorizzazione perché sedi istituzionali, il 55% parzialmente disponibili sulla base delle analisi dei flussi di clienti, il 10% ad alto potenziale turistico. Per il presidente Gianni Vittorio Armani «Le case cantoniere sono il simbolo tangibile dell’impegno e della presenza costante di Anas sul territorio. Una presenza che la nuova Anas vuole rilanciare ampliando i servizi dedicati all’utenza stradale, che sono e restano la loro finalità, con l’offerta di nuovi funzionalità in grado anche di sviluppare delle sinergie con il territorio in cui si trovano». Ogni dichiarazione, come si può constatare, corrisponde ad un concetto condivisibile ma bisogna renderle armoniche e univoche. E, come

accennavamo, la notizia dovrebbe muovere l’interesse della Regione e fare in modo che nel progetto pilota, tra le 30 case cantoniere più significative, vi sia almeno una del Molise da valorizzare. Parallelamente all’iniziativa che stiamo raccontando, pare che vada prendendo corpo anche l’idea, trasferita in una proposta di legge, della istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio: quasi 800 chilometri di ferrovie storiche che non solo fanno viaggiare tra le grandi bellezze dell’Italia, ma diventano esse stesse il <viaggio>, per il loro intrinseco fascino. Musica per le orecchie di quanti da anni si vanno battendo per il rilancio della Carpinone/Sulmona, una tratta appenninica mozzafiato: da incanto. Ma il Molise si deve svegliare. Dardo

La carta degli oli, debutto stellato a Civita di Bojano

Successo e apprezzamento per il primo evento dedicato a una delle eccellenze della produzione agroalimentare molisana. Il programma con tutte le prossime cene CAMPOBASSO. Gentile o possente, morbido e avvolgente, con quel retrogusto amaro inconfondibile:l’olio molisano alla base di ogni segreto della cucina locale. Una varietà importante per una qualità così alta da invocare l’eccellenza e di più.Debutta con successo la Carta degli Oli, la prima pensata e realizzata in Molise. Partecipazione e apprezzamento, a Civita di Bojano, perla prima giornata di degustazione, voluta, sostenuta e sentita dai principali e più apprezzati produttori molisanidi olio e dallo chef Renato Testa della Risorta Lo-

canda del Castello. Un esordio “stellato”, per tutti i commensali catturati dalla bellezza dei piatti serviti a tavola. Connubi perfetti tutti da scoprire, cercare e gustare. In una carrellata di odori, colori e sapori di straordinaria bontà, preparati, cucinati e accostati con una sapienza raffinata, a tratti artistica, dallo chef molisano, l’olio, versato rigorosamente crudo, ha esaltato ogni pietanza, valorizzando al tempo stesso la sua forza e la sue caratteristiche uniche. La Carta degli Oli molisani, che vanta la presenza di

Giorno della Memoria con Metamorphosis Giornate per rflettere e meditare sui campi di concentramento per gli ebrei CAMPOBASSO. La giornata del 27 gennaio è il giorno in cui un’avanguardia dell’esercito sovietico arrivò a Auschwitz e, tra lo sgomento e l’orrore, soccorse gli stremati sopravvissuti nel campo di concentramento.

L’esercizio della memoria è fondamentale per fare sempre i conti con la storia, la nostra e quella del mondo. Pertanto il 27 gennaio non è una pura celebrazione formale, ma l’occasione per fare emergere riflessioni e analisi che accompagnino il nostro lavoro e le nostre proposte per una società più giusta che investa in scuola, istruzione e formazione ed abbia

nelle sue buone pratiche l’esercizio della memoria e dell’inclusività. La FLC CGIL Molise e Proteo Fare Sapere, nel giorno della memoria, hanno organizzato un appuntamento di riflessione e di documentazione. A Campobasso, il 28 gennaio 2016, presso ll cinema Alphaville, alle ore 10,00, sarà proiettato il cortometraggio realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico di Termoli dal titolo “Metamorphosis“.

produzioni già insignite di prestigiosi riconoscimenti, servirà ad abbinare olio e piatti con sapienza, nel giusto modo, per stupire ancora di più il proprio palato, ad individuare quello più adatto per un certo tipo di cucina. L’olio locale merita consapevolezza e conoscenza. Una, la scommessa dei protagonisti che hanno dato vita a questa iniziativa: sperimentare nuovi accostamenti, avventurarsi in altri abbinamenti culinari, per dare forza all’abbraccio e alla carezza dell’olio molisano ai sapori molisani. La sfida è partita.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

26 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Ritorno al successo dei rossoblù che sono alla ricerca di pubblico e quarto posto

Gabrielloni prima fa gol e poi si scusa con la Jesina

Favo ha dato ordine e nerbo alla squadra sfilacciata e moscia di Cappellacci di Gennaro Ventresca Tutto cambiato. Via alle espressioni “forti”, via persino all’esultanza dopo un gol. Sempre più difficile ritrovarsi nel mondo dei calci d’angolo che manda in scena recite modeste e invece di preoccuparsi del livello tecnico che scende sino agli abissi si sofferma sui sofismi. Come è accaduto con Gabrielloni che ha fatto un gol (di rabbia) alla Jesina, squadra della città di Jesi, ovvero il luogo dove egli è nato e vive. Capita così di assistere, in uno stadio melanconicamente vuoto, sebbene ci fosse un sole pulito e il freddo non pungesse come in altre occasioni, all’unico gol segnato dalla nostra squadra che l’ha riportata, meritatamente ala vittoria, dopo la beffa di San Benedetto, un gol festeggiato dai pochi tifosi e da tutta la squadra, eccezione fatta dal marcatore, il quale ha alzato le braccia quasi in segno di scuse. Neanche avesse fatto un rutto a tavola o gli fosse scappata una scoreggia, accanto al camino, nella notte di Natale, mentre era lì a raccontare avventure ai parenti.

Il pesce deve essere senza spine. Come la vita, come il calcio di una volta. Quel calcio sì che piaceva alla gente. Il bollore della contesa si avvertiva già all’ingresso negli spogliatoi, da li’ in poi era tutta una battaglia rusticana. Il mister che ti esortava a menare forte, anche sugli stinchi, senza tralasciare qualche buffetto in mischia. Nello stretto e nell’umido del sottopassaggio già partivano i primi segnali di battaglia. E i più pavidi sparivano di

scena, intimoriti da certi satanassi di difensori che tagliavano gambe ed erba ad ogni entrata. Anche al Santiago Bernabeu, prima che fossero ammesse le telecamere sino alle postazioni dentro gli stessi spogliatoi, c’erano certi figuri che spingevano e minacciavano gli avvesari, neanche in modo troppo velato. E poi: dove lo vogliamo mettere Nereo Rocco, ai tempi del glorioso e irriducibile Padova? Il “paron”, così veniva chiamato il “maestro”

triestino, nel preparare a modo suo la partita era solito ricordare ai suoi rudi giocatori: “Ragazzi, colpite duro, tutto ciò che vedete muovere sul campo”. Ora è cambiato tutto. E forse è meglio così, anche se la gente avrebbe bisogno di qualche valore in più, gli piacerebbe potersi nuovamente innamorare dei suoi ragazzi, pronti a buttersi in maniera furiosa su ogni pallone. E si vorrebbe unire alla loro gioia dopo un gol,

Nessuno, solo dieci anni fa, avrebbe potuto immaginare di vedere un giorno Gabrielloni schermirsi per aver fatto gol alla sua ex squadra. Direte che questo poco conta, l’importante è che il gol sia stato segnato, per tornare al successo, peraltro più che meritato. A voler essere più espliciti i nostri giovani avrebbero meritato di chiudere la sfida anche con tre gol di vantaggio. Ma l’imprecisione e un pizzico di supponenza hanno lasciato il risultato aperto sino allo scadere. Bravo Favo. Si deve dire bene di questo mister che sembra un professorino quando discetta in sala stampa. Un professorino che conosce le buone maniere, ma sa anche alzare la voce con l’arbitro, come certifica la sua recente squalifica di due turni. Ma soprattutto, un professorino che prima di tutto sa essere maestro. Lo dimostrano l’ordine tattico, la razionalità del gioco e l’attenzione con cui effettua le scelte. Di questo passo dovrebbe condurre i rossoblù al quarto posto e assicurarsi la conferma anche per il prossimo campionato.

Messaggio ai Giornalisti e Operatori delle comunicazioni Sociali in occasione della festa di San Francesco di Sales, Loro Patrono di + Bruno Forte Arcivescovo Metropolita di Chieti – Vasto Presidente della Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana Cari Amici Giornalisti e Operatori dei media, in occasione della memoria liturgica del Vostro Patrono San Francesco di Sales, desidero esprimere, anche a nome dei Vescovi della Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana, l’attenzione rispettosa e la vicinanza nella preghiera a tutti Voi per l’importante e delicato compito cui siete chiamati. In primo luogo, ci sembra doveroso sottolineare la di-

gnità e la responsabilità etica connesse al servizio dell’informazione: siate sempre servitori della verità, sapendo bene che essa non ha bisogno di essere difesa, ma si difende da se stessa. Seguite perciò sempre la voce della coscienza, cercando di piacere a Dio in ogni situazione, anche quando ne conseguisse la necessità di pagare di persona. Nel promuovere la partecipazione consapevole di tutti alla vita civile, culturale e politica, fate in modo da incoraggiare in tutti la volontà di contribuire al bene comune, da una parte stimolando i responsabili della cosa pubblica e della vita politica alla fedeltà ai loro doveri, dall’altra richiamando costantemente l’attenzione sui bi-

sogni dei poveri e dei più deboli, senza esitare a dare voce a chi non ha voce e favorendo la vigilanza di tutti su ciò che riguarda tutti. Nell’assicurarVi la simpatia con cui seguiamo il Vostro lavoro, Vi invitiamo a guardare alla Chiesa come a una comunità amica, anche quando essa richiama il mondo dell’informazione a rifuggire dalla superficialità e dal cedimento alle mode che passano e Vi stimola a fuggire la seduzione del carrierismo, delle lusinghe del potere e dei compromessi morali. Con questo spirito di corresponsabilità Vi assicuriamo la nostra preghiera e inviamo a Voi e ai Vostri cari la nostra benedizione di pastori.

Rivive La Maschera dei Dodici Mesi A Campobasso, domenica 7 febbraio, grazie alla Polifonica Monforte CAMPOBASSO. Il Gruppo Folcloristico ” POLIFONICA MONFORTE” Città di Campobasso, in collaborazione con il Comune di Campobasso, rievoca l’Antico Carnevale campobassano ( la Mesaiòla) con la Maschera dei Dodici Mesi, Mascherata che non si realizzava da moltissimi anni con l’intento di tenere sempre Alta ed in primo piano la Tradizione campobassana. I personaggi, vestiti con i costumi realizzati con la bravura e l’esperienza di sempre, dalla Mantigliana, nella persona di Addolorata Di Cristofaro con il perfezionamento tecnico di An-

namaria Mastropietro,sfileranno nella mattinata di Domenica 7 Febbraio su Corso Vittorio Emanuele e presenteranno il Canto dei Mesi, il rogo di Re Carnevale, l’arrivo della Cuareseama accompagnato dalla filastrocca e il famoso ZIU ZI ZIU ZI. La Polifonica Monforte ripeterà l’esibizione ,alle ore 12.00 c.a in Piazza Prefettura ed alle 16.00 in Piazza SAN Francesco, come uso antico vuole. Sperando di fare cosa gradita a tutta la cittadinanza, la Polifonica Monforte vi aspetta numerosi per divertirci insieme con canti e balli.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

26 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Provincia ricolloca il personale Entro fine mese altra riunione per chiudere la partita relativa alle funzioni dell’ente ISERNIA. Si è svolta nel fine settimana presso la sede della Regione Molise la prevista riunione dell’Osservatorio regionale sulla finanza locale per l’esame degli adempimenti previsti dalla legge regionale sul riordino delle funzioni delle province ( L.R. n.18/2015 ) e in ossequio al dettato della legge di stabilità 2016. Come è noto l’art.1 comma 765 della legge di stabilità 2016 impone alle regioni la ricollocazione del personale destinato alle funzioni delegate entro il 31/01/2016, pena il commissariamento. Alla luce delle novità emerse con la finanziaria le parti ( Province, Regione e OO.SS. ) hanno affrontato la delicata materia della ricollocazione del personale so-

prannumerario. Criticità sono state evidenziate per il personale delle Biblioteche provinciali ( per la Albino si ricerca una soluzione tramite il MIBAAC ) e per quello destinato al trasporto e assistenza disabili. Alla certezza della copertura finanziaria per tutto il 2016, con il finanziamento nazionale delle eccedenze ,si cercano ulteriori iniziative atte alla destinazione definitiva. Risolte le questioni relative alla polizia provinciale che per effetto delle convenzioni regionali resta in posizione soprannumeraria nelle province ma con copertura finanziaria regionale per la quota parte delle funzioni delegate che svolge per conto della Regione. I Presidenti Coia e De Matteis ,

intanto, si erano già attivati presso gli ambiti territoriali sociali di zona al fine di attingere risorse relative al servizio trasporto disabili, in occasione dei regidenti piani sociali territoriali per il 2016. Una ulteriore richiesta è

stata avanzata alla Regione in merito al fondo nazionale sugli invalidi ( 60 milioni per il 2016 ) ed alla ASREM per poter continuare ad assicurare il servizio Taxi della solidarietà a dimensione provinciale.

Per le biblioteche provinciali i due presidenti hanno indirizzato una lettera al Magnifico Rettore G.M. Palmieri, recentemente eletto delegato CRUI per le biblioteche degli atenei nazionali, affinchè si attivi alla ricerca di sinergie e finanziamenti per poter mettere in rete anche le biblioteche provinciali così come accaduto in altre realtà regionali. Prima della fine del mese l’Osservatorio si riunirà per chiudere definitivamente la questione della ripartizione delle risorse umane e finanziarie dalla regione alle province molisane e dare certezze al personale attualmente collocato sul portale nazionale e soggetto ad eventuali procedure di mobilità verso altri Enti.

“Asilo nido, intervenga Saladino”

Di Schiavi ha chiesto al commissario la riapertura della struttura comunale ISERNIA. Il Coordinatore del sindacato CSA, Feliciantonio Di Schiavi, interviene in merito alla chiusura dell’asilo nido comunale del capoluogo pentro ed alla ricollocazione del personale ad esso dedicato, sollecitando il Commissario Vittorio Saladino ad intervenire per il suo ripristino. Questo il testo integrale della nota inviata da Di Schiavi. “L’Asilo Nido Comunale del Comune di Isernia è ormai di fatto chiuso perché nessun bimbo vi è attualmente iscritto. Ad avviso di questo Sindacato ciò è avvenuto perché lo ha voluto il Comune di Isernia. Infatti questo Sindacato già da qualche anno fa, quando l’Amministrazione Brasiello decise di consegnare – pare gratuitamente – parte dello stabile comunale con tutti i servizi ed i dipendenti pagati

dal Comune stesso, nelle mani di un privato, si oppose perché tale scelta la giudicò fallimentare per il Comune e favorevole per il privato, ma non venne ascoltato. Ed ecco che puntuale è arrivata

la fine di un importantissimo e delicatissimo servizio pubblico. Infatti attualmente quella sede, che all’epoca venne divisa in due, ha la parte gestita dal soggetto privato che è piena di bimbi fre-

quentanti e la parte gestita dal Comune, vuota. Tanto premesso si chiede al Commissario Straordinario di intervenire in modo radicale sul predetto servizio e ripristinare l’Asilo Nido Comunale anche perché l’attuale cessione dello stabile e dei servizi in favore di un soggetto privato, se veramente è gratuita, potrebbe determinare anche una sorta di concorrenza sleale nei confronti degli altri Asili Nido Privati e dello stesso Comune di Isernia. Con la naturale gestione del servizio da parte del Comune il personale comunale, che ivi si è formato per decenni a spese del Comune, potrà continuare il suo lavoro; diversamente dovrebbe essere ricollocato altrove, con tutte le conseguenze negative per il personale e per il Comune”.

Tentano un furto presso il Bar della Stazione di Isernia La Squadra volante arresta tre pluripregiudicati IISERNIA. Intervento lampo da parte degli uomini della Polizia di Stato della Questura di Isernia. Verso le ore 2.00 di domenica, la Sala Operativa della Questura riceveva, sulla linea di emergenza 113, una telefonata da parte di un cittadino che segnalava la presenza di tre uomini incappucciati intenti ad armeggiare presso la porta del bar della Stazione Ferroviaria. Prontamente l’operatore della Centrale Operativa inviava un equipaggio della Squadra Volante che, precipitatosi sul luogo della segnalazione, e sulla base delle ulteriori indicazioni fornite nella segnalazione, intercettava l’autovettura utilizzata dai malviventi in una via limitrofa alla Stazione Ferroviaria. I tre malfattori, in un primo momento, alla vista della vettura della Polizia che aveva sbarrato loro la via di fuga, tentavano comunque di scappare ma, grazie alla abilità degli uomini della Polizia di Stato, venivano bloccati.

Dai primi accertamenti appariva subito evidente che gli stessi, pochi istanti prima dell’arrivo della Volante, avevano tentato di perpetrare il furto all’interno del Bar della Stazione Ferroviaria. Infatti, dopo aver forzato la porta di ingresso del Bar, entravano nel locale ma, dopo pochi istanti, interveniva l’allarme sonoro costringendoli ad abbandonare l’azione criminosa. L’immediata perquisizione personale, estesa anche al veicolo, permetteva di recuperare i guanti ed i passamontagna indossati dai malviventi e, lungo la via di fuga, veniva altresì rinvenuto un sacco contenente gli arnesi da scasso utilizzati. I tre uomini, L.G. di anni 50, A.C. di anni 41 e O.F. di anni 29, tutti di origine campana e con numerosi precedenti di Polizia a carico per reati contro il patrimonio e contro la persona, venivano tratti immediatamente in arresto e, dopo le formalità di rito, associati presso la casa Circonda-

riale di Isernia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Da ulteriori accertamenti, risulta che un dei tre arrestati risiede in un comune limitrofo ad Isernia; sulla posizione di quest’ultimo, pertanto sono in corso indagini al fine di stabilire la sua partecipazione in altri furti commessi ai danni di attività commerciali

di Isernia, non escludendo che lo stesso possa aver svolto proprio il ruolo di “basista”. E’ doveroso sottolineare che la presenza costante sul territorio della Polizia di Stato e la collaborazione della cittadinanza hanno permesso, anche in questo caso, di assicurare alla giustizia i tre malviventi.


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Termoli

26 gennaio 2016

Sfondata la porta della scuola Ignoti sono penetrati all’interno dell’Istituto del terzo circolo mettendo sottosopra i locali TERMOLI. Irruzione lo scorso week end nel plesso scolastico di via Stati Uniti del terzo circolo didattico di Termoli. Secondo quanto noto, ignoti hanno forzato i portoni di ingresso, sfondato due porte blin-

date (relativamente alla segreteria e a una stanza/deposito) più quella dell’ufficio della dirigente scolastica e messo a soqquadro le sale. I malviventi sono entrati e hanno provato a fare razzia di quello che

c’era ma in realtà oltre mettere sottosopra gli uffici non hanno potuto prelevare granché perché non c’erano beni all’interno delle stanze. Ad ogni modo, sono riusciti a rubare alcuni notebook, nell’ordine

delle cinque o sei unità, di vecchia generazione e attualmente in disuso che qualora rivenduti non frutterebbero molto. Restano la paura e i danni più l’ovvio esborso di denaro che il comune dovrà affrontare per ri-

mettere in sicurezza l’edificio. Sull’episodio indagano i militari dell’Arma dei Carabinieri della compagnia di Termoli che si sono recati, stamane, sul posto a caccia di indizi per risalire ai malviventi che hanno effettuato il colpo.

“No al tunnel a Termoli” Gli aderenti a Noi con Salvini hanno manifestato le perplessità sull’opera progettuale TERMOLI. Tunnel a Termoli? “Noi con Salvini” dice No a quello che loro considerano uno scempio. E lo ha detto a gran voce nella mattinata di sabato 23 gennaio lungo il corso di Termoli. Sono scesi in piazza gli esponenti di “Noi con Salvini” di Termoli, per dar modo a tutti i cittadini termolesi e non, di scegliere cosa è meglio per la loro città. ” Il comune di Termoli vuole creare un referendum tra i cittadini per approvare questo progetto – spiega Nicola Tedesco, coordinatore cittadino di Termoli “Noi con Salvini” e referente organizzativo regionale del movimentoe noi siamo scesi in piazza proprio per dar modo alla gente di esprimere il proprio parere”. La realizzazione del tunnel comporta una spesa di circa cinque milioni d’euro, solo di spese iniziali, che secondo gli esponenti del gruppo potrebbero esser spesi per altri progetti e soprattutto per sistemare il manto stradale in alcune zone della città. “Abbiamo delle strade che non sono percorribili, per quanto sono rovinate- prosegue Tedesco- si potrebbero costruire parchi giochi per bambini, destinare i fondi alle illuminazioni, abbellirci la città. Quei soldi possono esser spesi diversamente. La gente, oggi, sta esprimendo il proprio parere e fino ad ora la maggior parte è contraria”. La realizzazione di quest’opera, o scempio, “il 90% dei cittadini non lo vuole- sostiene Nicola Tedesco – quindi il sindaco dovrebbe pensarci bene. Ci vuole buon sensocontinua- se i cittadini sono contrari, il sindaco deve dargli ascolto”. Devono esser risistemate le strade perché “ci sono periferie che sono prive di illuminazione. Nel 2016 è scandaloso! Bisogna proiettare Termoli nel futuro, ma non con le ‘grandi opere’, ma rendere la vita vivibile alla gente, perché altrimenti non si va da nessuna parte”. Sulla politica del loro leader sono tutti d’accordo, si ha

bisogno di giovani al governo che vogliamo il bene del paese e soprattutto dei giovani. Sono stanchi della vecchia classe politica, di chi fino ad ora li ha delusi e ha fatto promesse che non ha mantenuto, che hanno “devastato il nostro territorio, che ci stanno facendo rischiare di scomparire come regione- afferma Tedesco- e per questo noi condividiamo le scelte di Salvini, e stiamo crescendo ogni giorno. Crediamo, perchè siamo positivicontinua- che quest’anno i tesserati saranno il doppio. Sono gli anziani quelli che si avvicinano di più, ma abbiamo bisogno dei ragazzi, perchè sono loro il futuro del nostro paese. I giovani devono avvicinarsi alla politica e darsi una svegliata”.

“Salvini ha 41 anni, è un giovane leader, e noi lo sosterremo sempre. Ha teso le mani al sud perché ha un pensiero nazionalistico, e al Molise e noi stiamo con lui. Anche per quanto riguarda la situazione dei rifugiati- afferma- dovremmo prima aiutarli a casa loro, perché noi dobbiamo pensare che ci sono tanti italiani che non arrivano a fine mese e che dormono in macchina”. La scelta che più condividono è la tassazione al 15%, dove tutti pagano le tasse, e così le industrie italiane resisterebbero alla crisi, e non chiuderebbero. “La difesa del Made in Italy su tutti i fronti – conclude- dalle realtà locali a quelle nazionali. Bisogna creare lavoro, non possiamo far scappare i giovani all’estero”.

Alberghiero, numeri in crescita Tra sbocchi professionali e alternanza scuola-lavoro, l’istituto termolese tra i primi in Italia TERMOLI. Come era prevedibile, grande affluenza di visitatori ieri all’Open Day all’IPSEOA di Termoli. L’Istituto Professionale di stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera con Istituto Professionale di stato per servizi Alberghieri e della Ristorazione e Istituto Professionale di Stato per le Attività Agricole “Federico di Svevia” ha fatto il pienone già alle ore 15, orario dell’inizio dell’Open Day con genitori e possibili futuri studenti che sono stati a gruppi accompagnati nella visita guidata a tutto l’istituto tra aule tecnologiche, laboratori di cucina, reception e locali adibiti al ristoro. Accolti nell’Aula Magna dalla dirigente Maria Chimisso, che ha illustrato assieme ad una alunna tutto quanto può accadere di didatticamente parlando al Federico di Svevia, ha concluso affer-

mando: “Se qualcuno crede che qui all’Alberghiero, oltre alle attività affascinanti che comportano una scuola come la nostra non si studino anche materie come l’italiano, la matematica, storia, geografia e tutte le altre materie,

allora ha sbagliato indirizzo”. E così, nel frattempo, la studentessa illustra le tante opportunità professionali legate alla scelta di seguire questo indirizzo con il diplomato che è in grado d’intervenire nella valorizzazione,

produzione, trasformazione, conservazione e presentazione dei prodotti enogastronomici, ma anche opera nel sistema produttivo promuovendo le tradizioni locali, nazionali e internazionali, individuando le nuove tendenze. Tra gli sbocchi professionali in senso stretto spiccano: Cuoco – Chef, Food & Beverage Manager, Ristoratore, Consulente Enogastronomico, Docente, Gastronomo, Università, Pasticceria con il diplomato che è in grado d’intervenire nella valorizzazione, produzione, trasformazione e conservazione prodotti dolciari gli sbocchi Pasticciere; Chef Pasticciere, Docente, Università. Nel settore “Sala e Vendita” avrà degli sbocchi come Cameriere Professionale, Maitre di Sala, Food & Beverage manager, Barman, Coordinatore di Banqueting, Ristoratore, Docente,

Università. Per l’Accoglienza Turistica il diplomato avrà possibilità professionali come Receptionist, Direttore d’Albergo, Hostess/stewart di Crociera, Banconista di Agenzia di Viaggio, Guida Turistica, Docente, Università. L’istituto organizza anche percorsi ASL (Alternanza Scuola Lavoro) partendo dalle classi terze che hanno a disposizione 120 ore di attività in Azienda e 40 di attività alternative totale 160 ore; così come per le quarte classi, mentre le quinte hanno 60 ore per attività in azienda e 20 ore in attività alternative per un totale di 80 ore. Per attività alternative s’intendono visite aziendali, viaggi d’istruzione, partecipazioni ad eventi interni ed esterni, fiere di settore, convegni ed attività di orientamento.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

26 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Nucleo industriale, persistono le polveri sottili A rilevarlo la centralina dell’Arpa Molise posta nei pressi dell’area di Termoli TERMOLI. Per ben 43 volte, fra agosto e dicembre 2015, la centralina dell’Arpa Molise Termoli 4, situata non distante al Nucleo industriale bassomolisano, ha registrato valori di polveri sottili superiori alla norma. Valori in qualche caso oltre il doppio di quelli consentiti, che fanno scattare un allarme sul livello di inquinamento del territorio. A mettere in risalto la vicenda è il consigliere comunale termolese del Movimento Cinque Stelle, Nicolino Di Michele, che ha inviato una segnalazione di interventoagli enti preposti, a cominciare dall’Arpa Molise, che dal canto suo però, non ha saputo fornire spiegazioni dettagliate sul perché si siano verificati casi del genere, garantendo dopo un sollecito di indagare sulle cause dello sforamento, che non sono

ancora individuate. È una situazione tutta da chiarire infatti quella segnalata dal Movimento Cinque Stelle che parla di «allarmanti superamenti dei limiti di PM10, le cosiddette polveri sottili, registrati in una delle quattro cabine di monitoraggio della qualità dell’aria, che si trovano all’interno del nucleo industriale

Valle del Biferno, nel periodo che va da agosto a dicembre 2015». Le polveri sottili sono spesso legate allo smog, quindi dovute all’inquinamento delle automobili, oltre che a quello delle fabbriche. La cabina in questione è la cosiddetta Termoli 4: si trova al confine fra Campomarino e Portocannone, su un costone

che sovrasta proprio il Nucleo industriale della Valle del Biferno. Secondo la legge, il valore massimo di polveri sottili nell’aria per non essere nocivo non deve superare i 50 microgrammi per metro cubo. Le norme prevedono inoltre che nell’arco di un anno questo limite possa essere superato 35 volte. Ma stando alle tabelle stilate dall’Arpa Molise e portate all’attenzione dai pentastellati, fra agosto e dicembre dell’anno scorso quel limite è stato superato in ben 43 casi. «Tali valori in alcuni casi sono risultati addirittura superiori al doppio dei limiti di legge» rimarcano i grillini. Basta scorrere le tabelle per

avere conferma: il 28 agosto si è registrato un 61,7; il 28 ottobre 104,3; il 10 dicembre 75,7 e così via. Mancano diverse decine di giornate e in molte altre c’è la dicitura non disponibile ad aumentare i dubbi. «Se andassimo a consultare i dati dell’intero anno troveremmo sicuramente unoscenario pericoloso – rincara l’esponente grillino -. Al Nucleo Industriale Valle del Biferno sta accadendo qualcosa. Chi controlla quelle cabine di monitoraggio? Quali sono le cause di questi inquietanti valori anomali e soprattutto, ci sono rischi e pericoli per la collettività?» domanda il consigliere di opposizione nella segnalazione inviata a Regione Molise, Provincia di Campobasso, Arpa Molise, Asrem, Prefettura di Campobasso e Comuni di Termoli, Portocannone e Campomarino.

Info point dei Cinque Stelle Un punto informativo del Movimento dei grillini per dar voce alla gente TERMOLI. Un ‘punto informativo’ nuovo per dar voce ai cittadini. E’ questo lo scopo della nascita del punto informativo del Movimento 5 Stelle di Termoli, che nella serata di sabato 23 gennaio ha inaugurato la ‘sede’ sita in via Cina 10. “Non è una sede, la sede è per i partitispiega Nick de Michele, consigliere comunale di Termoli. E’ un punto informativo nato per dar voce alle esigenze della gente. Abbiamo capito che i cittadini avevano bisogno di un posto dove incontrarsi e incontrarci. E’ un punto di ritrovo dove si metteranno in luce le problematiche del cittadino e della nostra realtà, e dove tutti insieme lavoreremo per la collettività”. Il punto informativo è stato inaugurato alla presenza del senatore Gianluca Castaldi, Nick di Michele, Gianluca Vacca deputato, Daniele del Grosso, deputato, Pietro Smargiassi consigliere regione Abruzzo e Patrizia Manzo, consigliere regione Molise. Molti gli attivisti che hanno preso parte alla serata. Il punto informativo è un luogo di lavoro dove gli espo-

nenti del movimento prenderanno spunto e raccoglieranno idee dai cittadini, per potersi occupare del loro bene comune. Ricco il programma sia a livello locale che nazionale. Il punto importante è lavorare per i giovani, per il loro futuro. Non è una sede di partito, perché “siamo aperti a tutti, e noi la vecchia politica non la mastichiamo più- continua Di Michele- questo è un punto di ritrovo aperto anche per le altre realtà – prosegue- noi proponiamo il nostro programma, perché anche stando all’opposizione cerchiamo di portare avanti con determinazione. Portiamo avanti anche delle denunce rispetto alle malefatte che abitualmente avvengono da parte dell’amministrazione”. Anche sulla costruzione del tunnel il consigliere di Michele ha speso qualche parola, dichiarandosi contrario alla realizzazione. ” Noi come Movimento, ci stiamo battendo per la battaglia referendaria e questo fa capire che siamo assolutamente contro. E siamo contenti che altre forze politiche, abbiano capito e si stiano battendo

affinché questa struttura non venga concepita. Il tunnel- continua- è uno spreco di denaro, con tutti quei soldi si possono sistemare le strade, i marciapiedi e soprattutto fare una politica buona senza fare dei buchi che non servono a nulla”. “Il punto informativo è stato aperto oggi -dichiara Di Michele- e non come fanno altri in campagna elettorale, questo deve esser sottolineato”. Il senatore Castaldi prendendo la parola ha voluto ringraziare l’ospitalità del Movimento. “Il Movimento per me ha già vinto, perché ha riportato le persone a parlare di politica, cose che non succedevano più. Ci siamo resi conto che ci dobbiamo riunire sotto un simbolo per poi competere con le istituzioni. Dobbiamo perseguire il valore del bene comune, e così si è ricreata la democrazia che in questo momento non c’era più. Questo punto d’incontro è un grandissimo traguardo, perché avrete modo di confrontarvi con i cittadini- continua- questo gruppo io ce l’ho nel cuore perché in tutto quello che fanno ci mettono l’anima”.

Il Nautico segna la rotta Giornata ricca di risultati per l’Istituto tecnico “Tiberio” di Termoli che ha presentato l’offerta formnativa TERMOLI. Giornata ricca di Open Day, quella di sabato, e noi siamo stati anche all’Istituto Tecnico Nautico e per Geometri “Ugo Tiberio”; questo indirizzo per la città di Termoli, in passato per la vocazione di città Marinara, ha sempre avuto una altissima frequentazione di studenti molti dei quali, proprio grazie agli studi e il diploma conseguito, hanno intrapreso una carriera professionale lusinghiera sia nella Marina Militare che in quella Commerciale. Infatti, chi frequenta questo corso di studio, al conseguimento del diploma può accedere a vari settori lavorativi privati e pubblici, oltre che alla professione di Ufficiale della Marina Mercantile, ma può anche proseguire gli studi universitari (tutte le facoltà) o, dopo prove selettive, accedere ai corsi per Ufficiali delle varie Accademie (Navale, Aereonautica, Esercito e Guardia di Finanza) o concorrere per le scuole di ruolo Marescialli delle varie Armi. Come sbocchi si possono ottenere competenze nella conduzione della Nave, unitamente alla gestione dell’impresa di trasporti nelle sue varie componenti; le norme e l’orga-

nizzazione dei servizi per la salvaguardia dell’ambiente in generale e marino in particolare. Nell’ambito lavorativo, come Ufficiale di Coperta di navi mercantili, addetto in strutture e servizi portuali, Gestione di sistemi informativi e telematici delle strutture di trasporto, assistente e controllo del traffico marittimo e ter-

restre, protezione della fascia costiera dall’Inquinamento, Servizio Meteorologico civile e tante altre situazioni, ma si potranno ottenere anche competenze nell’ambito della conduzione degli impianti di bordo nella struttura della nave, la propulsione e la gestione dei servizi. Anche qui, come in tutte le altre scuole, si studiano le materie didattiche classiche: italiano, storia, matematica, inglese, diritto ed economia, geografia, scienze e tecnologie applicate, ma nel triennio di specializzazione si studiano anche Scienza della Navigazione (navigazione, astronomia, meteorologia, struttura e teoria della nave) meccanica, macchine ed impianti tecnici, elettrotecnica, elettronica ed automazione e logistica). Noi all’Ugo Tiberio abbiamo instaurato anche una sorta di collaborazione per un progetto fatto da una classe quinta dell’istituto che riguarda il ripristino dell’orologio del nostro Castello Svevo; uno studio e la realizzazione di questo progetto davvero ben congeniato che potrebbe riproporre ai termolesi una sorta di tradizione che era quella di ascoltare i rintocchi delle ore ogni quarto di esse.



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Opinioni

26 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Gianni Manusacchio (pendolare Campobasso-Roma per oltre vent’ anni) Ispirato al finale di BLADE RUNNER di Ridley Scott (monologo dell’androide) (sussurra lentamente perché sono gli ultimi istanti di vita) Io ne ho viste cose che voi passeggeri, macchinisti e capitreno di Freccia Rossa non potreste neanche immaginarvi. Treni diesel da combattimento di vecchia generazione modello ALn 663 in fiamme al largo dei bastioni di Carpinone. E ho visto macchinisti sulle stesse locomotive balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuisernie e capitreno usare carta gommata per suturare il condotto idraulico dei freni andato in fiamme e ripartire come se niente fosse…che momenti!!! (ancora più lentamente) E tutti quei…momenti, andranno perduti nel tempo…come… lacrime, nella pioggia. È tempo…di…morire….è tempo di…..partire (cambiando ritmo musicale e recitativo) con il nuovo treno modello ALn 501 meglio conosciuto come Minuetto! Sembrava un’astronave ultramoderna quando apparve per la prima volta all’alba del nuovo millennio nella stazione spaziale di Campobasso…bianco, come quello che va a Lourdes, affusolato per meglio tagliare lo spazio-tempo con la velocità massima di 130 Km orari…anche i macchinisti erano increduli dopo tanto peregrinare con la carretta dello spazio osservare la plancia di comando piena di lucine e software di ultima generazione,(singhiozza per emozione) compreso il pilota automatico! Silenzioso, design cosmico firmato Giugiaro ma con gli stessi difetti nella trasmissioni delle vecchie locomotive che genera, specie nelle fasi di accelerazione, un fastidioso effetto di (amplifica il testo virgolettato con un tremolio della testa) “marcia a scossoni” ormai diventata tipica anche per il comune passeggero. Questo tipo di marcia crea una prematura usura delle ruote che in alcuni casi ha procurato deragliamenti, ma questo è un dettaglio! Meglio un deragliamento una tantum che un ritardo costante e lancinante che da anni vivono pendolari

un gran cuore che ci mette la faccia ogni santo giorno su questo percorso accidentale, per usare un eufemismo! La mente però lascia spazio alla gioia quando si ha la fortuna di vivere un’avventura del tipo…CampobassoRoma delle 5:52 con arrivo nella capitale alle 8:53…mentre appare la scritta Stazione Termini l’euforia della puntualità dell’arrivo lascia tutti spiazzati e sfocia in un applauso fragoroso come di chi è scampato ad un naufragio e tocca finalmente terra! Ma la ciliegina sulla torta arriva quando dall’altoparlante si diffonde l’annuncio dell’arrivo come da programma e spalancata la porta della cabina di comando l’ufficiale in prima…il macchinista eroe…col braccio a penzoloni dallo schienale della poltrona si volta lentamente verso i passeggeri, e con un sorriso sornione e beffardo alla Bogart e con i tratti somatici e l’espressione tipica del capitano Kirk sulla sua Enterprise dopo un’atterraggio di emergenza, esclama…(con marcato accento campobassano) Vi so purtate sane e salve a destinaziooone!!! SIETE ARRIVATI SANI E SALVI A DESTINAZIONE!!! Non potete capire l’emozione…c’era gente in lacrime, sconosciuti che si abbracciavano, etero baciarsi con persone dello stesso sesso…(ritorna serio) e così un giorno potrò dire ai miei nipotini C’ERO ANCH’IO!!!augurando loro che questa danza…il Minuetto, tra l’assessore regionale ai Trasporti del Molise e il dirigente regionale di Trenitalia per Abruzzo e Molise cessi al più presto restituendo una piccola fetta di dignità al popolo Sannita.

Il coraggio dei macchinisti sulle linee molisane molisani e non su quella rotta…per molti la tratta della vergogna! E’ consuetudine che il passeggero che si avventura sulla rotta Campobasso-Roma conosca benissimo gli orari di partenza, il binario…che nella stazione interspaziale della città eterna è situato al 20 Bis (sembra la postilla di una legge mal fatta o meglio il binario immaginario della stazione londinese di King’s Cross 9 ¾ da cui parte Harry Potter). Aver sostituito le vecchie locomotive diesel dal lezzo di cavolo bollito a cui è rischiosissimo accostare il capo sui poggiatesta appiccicaticci di pelle consumata senza infettarsi con il più confortevole Minuetto con la trasmissione idro-meccanica con frenatura idrodinamica dotato di 122 posti a sedere di seconda classe e 24 di prima classe, 23 strapuntini (come a teatro) un posto per disabili, segnaletica interna in braille per i non vedenti, e udite udite

(pausa di suspance e subito dopo enfatizza) più di 200 posti in piedi…(Schiocco delle dita) Ecco dove stava la fregatura…perché questo è un treno a bassa frequentazione pensato per fornire ai passeggeri il massimo comfort, ma dal numero di posti limitato…anche se è dotato di prese elettriche con tavolinetti per i passeggeri di seconda classe! Ringraziamo Trenitalia per questo…e non per i diversi viaggi della speranza partiti puntuali e a volte mai arrivati a destinazione!!!Alcuni passeggeri, forse troppo romantici e idealisti, durante questi tragitti deliranti, dicono di aver visto passare per lo spasmodico desiderio di un aiuto immediato l’astronave pirata di Capitan Harlock! Ecco…croce e delizia dei viaggi interstellari…basati su rotte con algoritmi precisi che si muovono su rotaie obsolete di fine ottocento forniti di un personale qualificato ma soprattutto dotato di

L’interno dell’Annunziata di Venafro Franco Valente L'intervento settecentesco, essendo stato sostanziale, ha determinato modifiche strutturali a tutto l'edificio per cui non si può parlare di semplice operazione di ripristino, ma di una complessa ricucitura di elementi preesistenti, finalizzata all'ottenimento di risultati predeterminati sia in senso architettonico che teologico. I rapporti spaziali risultarono, alla fine dell'operazione, di elevata raffinatezza oltre che eccezionalmente pregnanti. Una matrice che è anche ideologica perché la chiesa venne così ad assumere una veste formale capace di permettere immediatamente il riconoscimento, nell’organizzazione e nella strutturazione dello spazio interno, della struttura sociale dell'epoca. Tre elementi si riconoscono con immediatezza in un preciso rapporto di dipendenza: Dio, Clero, Popolo. Tre elementi architettonici e spaziali,

infatti, sono l’espressione formale di tale rapporto: la cupola, il presbiterio, la grande aula del popolo. Quest'ultima si sviluppa su un impianto rettangolare con gli spigoli arrotondati e con tre cappelle per lato che permettono di individuare i pilastri delle pareti laterali. L'ampia lamia, realizzata con un’incannucciata di 10.200 canne, raccordata agli spigoli curvi dell'impianto in modo da formare un grande catino, delimita la parte superiore accogliendo gli stucchi e il grande affresco centrale con la Madonna nella gloria dei Santi. L'effetto complessivo è di straordinaria efficacia: la volta dell'aula del popolo sembra tenersi gonfiata da un soffio lumi-noso che penetra dal tamburo della cupola attraversando la parete sfondata del presbiterio. La formale assenza delle arcate centrali nella parte del grande affresco accentua la sensazione di assoluta lie-

vità della copertura che in tal modo non sembra poggiare sui pilastri quanto piuttosto essere trat¬tenuta e tirata verso il basso per contrastare la spinta che la luce provoca verso l'alto. Un risultato che trova riferimento in una tematica particolarmente presente nel barocco d'Oltralpe che non fu estraneo all'architettura del Regno di Napoli notevolmente influenzata dalla presenza di architetti che a tale filone si ricollegavano e che vide nelle opere di Domenico Antonio Vaccaro una delle espressioni di maggior rilievo. Lo spazio, con l'applicazione di tali principi architettonici, di conseguenza risulta autonomo e, al limite, completamente individuato, ma non solo per raggiungere una soluzione formalmente coerente. L'obiettivo teologico evidentemente è più complesso e la funzione di raccolta del popolo nell'aula viene ricondotta alla necessità di pervenire

alla luce mediante l'intervento di quella classe sociale, il clero, che attraverso l’azione liturgica è deputata ad assolvere una funzione di intermediazione con il Divino. Lo sfondamento verso il presbiterio, che è il luogo ove il sacerdote esprime la propria funzione con la celebrazione liturgica, è realizzato con l'abile interruzione del ricco fascione delle cornici dell'aula. L'occhio è così trascinato nel vortice della continuità delle linee, che vengono ricollegate anche dove esse si interrompono, all'altezza del presbiterio. D'altra parte

sul presbiterio si concentra la massa di luce diffusa proveniente dalla cupola in un contrasto chiaroscurale accentuato dal fatto che la luminosità naturale delle finestre che si affacciano sull'aula del popolo veniva notevolmente ridotta mediante quelle velature che in parte oggi sono state eliminate. Ancora più efficace tale effetto all'ultima ora prima del tramonto quando il sole, calando a occidente, penetra quasi orizzontalmente attraverso il finestrone della facciata (vero e proprio riflettore) per illuminare la zona del presbiterio.


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