Il molise sprofonda

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 6 dOmeNicA 10 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

don Francesco Martino L’Oscar del giorno lo assegniamo a don Francesco Martino. Il cappellano dell’ospedale di Agnone destituito dall’Asrem, Si è sempre battuto per la difesa della struttura sanitaria alto molisana così, al pari, delle aree montane ed interne che stanno conoscendo un pericoloso spopolamento. Perchè, allora, l’Asrem ha assunto questa decisione? Dava, forse, fastidio a qualcuno?

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SANITA’

La D’Innocenzo sforna la commissione tutta in rosa

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Cristiano Di Pietro

Anni amari per i senza lavoro, cassaintegrati e giovani Ma si finanzia l’Agenzia del presidente Claudio Pian

Una commissione tutta in rosa per l’esame delle domande per la nascita dell’Osservatorio.

CAMPOBASSO

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Urbanistica, il capoluogo è allo sbando Campobasso continua ad assistere ad una crescita senza misura e, soprattutto, senza un progetto.

REGIONE

Il Tapiro lo diamo a Cristiano Di Pietro. Il consigliere regionale si è prodigato per rispondere subito ai grillini sulla questione del cosiddetto reddito di cittadinanza. Iscrivendo alla sua maggioranza i meriti dell’approvazione. Ma non è lo stesso che in campagna elettorale prometteva che, in caso di vittoria del centrosinistra, sarebbero stati tagliati gli stipendi dei consiglieri regionali? Ora, dopo non aver mantenuto l’impegno si dichiara soddisfatto di una legge

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Spina (Cgil) “Area di crisi, troppi ritardi” Per il vice segretario regionaledella Cgil, Franco Spina, troppi i ritardi per l’area di crisi industriale.

I Lupi ci riprovano con l’Amiternina pagina 7

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

10 gennaio 2016

Per la scelta del direttore dell’Osservatorio regionale sulla qualità dei servizi sanitari

Una commissione di genere

La delicatezza del ruolo e l’importanza ai fini pratici dell’Osservatorio mal si conciliano con la temporaneità dell’incarico biennale Piena solidarietà di genere da parte della direttrice generale per la Salute, nonché direttrice generale della Regione Molise, Marinella D’Innocenzo, nel formulare la composizione della commissione regionale che dovrà scegliere il direttore dell’Osservatorio regionale sulla qualità dei servizi sanitari per un periodo di 24 mesi, tra coloro che hanno risposto all’avviso pubblico del 23 novembre 2015. Dovesse permanere la tendenza, finirà che il direttore di cui sopra potrebbe rivelarsi anch’essa una donna. Intanto la commissione, come dicevamo. La compongono Lolita Gallo (presidente), Alessandra Brunetti e Simona Gentile (componemti) e Maria Rosaria Bianchi (segretaria), tutte appartenenti al personale in servizio presso l’Amministrazione regionale. Dirigere l’Osservatorio regionale sulla qualità dei servizi sanitari per assicurarne la rispondenza ai canoni di legge (e non solo), è certamente un compito delicato, che richiede competenza assoluta, professionalità, e molta determinazione. La scelta quindi deve essere rigo-

rosa e attenta, fatta da gente in grado di esercitare il metro di giudizio in modo certo e imparziale. Un notevole carico di responsabilità quindi sulle spalle della Gallo, della Brunetti e della Gentile. Che, essendo state scelte dalla direttrice generale per la Salute, Marinella D’Innocenzo, avranno le qualità necessarie per portare a termine il compito ricevuto. La delicatezza

CAMPOBASSO. “La CGIL Molise esprime forte preoccupazione sulla tempistica per il riconoscimento dell’area di crisi complessa”. A sostenerlo è il vice segretario regionale della Cgil, Franco Spina. “Dopo che il Ministero dello Sviluppo Economico in data 7 agosto 2015 ha accettato le condizioni per il riconoscimento di crisi industriale complessa ( Campochiaro-Venafro ) e a seguito dell’insediamento del tavolo Regionale tra la stessa Regione e le parti economiche-sociali avvenuto lo scorso 10 novembre 2015, non vi è traccia del percorso costitutivo di una proposta organica per concludere la procedura entro 9 mesi dall’emanazione del decreto di riconoscimento. Lo scopo dell’area di crisi risiede proprio nella capacità di risposta concreta e veloce ad una situazione di criticità straordinaria di un territorio, ma dopo 5 mesi di attesa e poche dichiarazioni di intenti enunciati al tavolo regionale, nulla altro e dato sapere. Occorre conoscere l’idea progettuale della Regione e approfondire le scelte strategiche da compiere nell’ambito del perimetro territoriale

del ruolo del direttore dell’Osservatorio regionale sulla qualità dei servizi sanitari, e l’importanza ai fini pratici del lavoro da svolgere, a nostro avviso (ma conta poco), mal si concilia con la temporalità dell’incarico biennale. Ciò vuol dire che alla scadenza, se la scelta è stata particolarmente valida, l’incarico potrà essere rinnovato (per legge una sola volta), altrimenti di nuovo

messo a bando. Così facendo si lascia alla casualità il valore professionale di chi di volta in volta viene prescelto. La qualcosa non sembra propriamente in linea con la logica e col buonsenso amministrativi. Di certo c’è la necessità per la D’Innocenzo che, come abbiamo detto, regge anche la direzione generale della Regione, di avere i supporti necessari per svolgere con

un’adeguata tranquillità i ruoli che le competono e le responsabilità che la riguardano. Di questa dirigente pubblica romana, così apertamente apprezzata dal presidente Frattura al punto di averle messo nelle mani la gestione della Sanità regionale e la direzione generale dell’Ente, non si raccolgano successi amministrativi e regionali particolarmente significativi e indicativi di straordinarie capacità perché venga tramandata ai posteri, tranne il lato caratteriale che le consente di affrontare le situazioni collegate alla riorganizzazione della rete sanitaria molisana con un piglio decisionale talmente marcato, dal vago sapore casermistico. Che, dicono gli astanti alle riunioni illustrative della riorganizzazione by/Frattura, aiuti moltissimo il presidente/commissario ad uscire dalle contestazioni e dalle difficoltà in cui di volta in volta viene (inevitabilmente) a trovarsi. Buon per Frattura e, a quanto pare, buon per le donne che della direzione generale e della Salute fanno corona. Dardo

“Area di crisi complessa, a che punto siamo?” Il vice segretario della Cgil Molise, Franco Spina, chiede lumi alla Regione che l’accordo medesimo ha stabilito. La CGIL spera che,il ritardo accumulato, la mancata convocazione del tavolo e l’assenza di una proposta, non sia dovuta a ripensamenti o riprogrammazioni in atto sia sull’individuazione del territorio coinvolto, sia sulle scelte strategiche da compiere. E’ fondamentale ripartire dal territorio, dalle criticità dei settori agroalimentare - tessile – meccanico- edile, dalla necessità di prevedere investimenti nuovi ma anche attivazione di percorsi a salvaguardia per i lavoratori espulsi dalle aziende in crisi . Ribadiamo la necessità di un piano organico di sviluppo regionale che contempli l’integrazione delle varie misure economiche a disposizione in grado di rilanciare il fragilissimo tessuto economico e produttivo dando una visione nuova e piena di prospettiva al Molise e ai tanti disoccupati e cassaintegrati.


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Mesi amari per i disoccupati, per coloro che hanno perso il lavoro e non ne trovano un altro, amari anche per i cassaintegrati. Sono anni, quest’ultimi, che aspettano la ripresa dell’economia, i programmi ragionali e i piani di sviluppo. E’ come se aspettassero il Messia. L’attesa si vanifica in una profonda prostrazione: non aver un interlocutore con cui misurare un’eventuale speranza. Il silenzio regna sovrano dalla parti del governo regionale. Parla una lingua tutta sua e a un ristretto cerchio di amici. L'ultima infornata di nomine ne è una testimonianza. Così, Sviluppo Italia Molise che gironzola intorno al milione di euro per l’animazione territoriale finalizzata allo sviluppo dell’imprenditorialità e dell’innovazione tecnologica, di cui sarebbe igienico e logico che l’opinione pubblica molisana fosse portata debitamente a conoscenza. Invece dobbiamo sottostare e credere a ciò che afferma la giunta regionale nell’atto deliberativo del 23 dicembre 2015, col quale ha rinnovato fino al 30 novembre 2016 la convenzione con Sviluppo Italia Molise, destinandole un altro milione di euro tondo tondo, in quanto a suo parere (della Regione) “le attività finora esercitate sono state utili all’intero territorio regionale in termini complessivi di rafforzamento e finalizzazione dei servizi specialistici di supporto alle imprese”. Ulteriore finalizzazione del finanziamento sono i percorsi di ricerca e d’innovazione coerenti con gli obiettivi e le strategie di Europa 2020, e l’implementazione dei piani di azione delineati nel documento strategico <Le strategie di R&I per la specializzazione intelligente – Regione Molise>, approvato con delibera di Giunta regionale 320 del 18 luglio 2014, in accordo con le indicazioni della Commissione Europea. Infine Sviluppo Italia è destinataria della prosecuzione delle attività di verifica della qualità complessiva e del

di Umberto Persichillo* Cari concittadini, chi Vi scrive è nella sua veste attuale di segretario regionale della Democrazia Cristiana,quella vera,”svegliatevi”, i fatti degli ultimi mesi passati, e quelli ultimi di fine anno, non possono passare inosservati e lasciarci indifferenti. “Gli avvoltoi”, che prima stridacchiavano ai quattro venti, pronti ad azzuffarsi e banchettare sulla carcassa della preda, oggi giorno, ne seguono le orme come “lupi” famelici. E tra “menzogne” vergognose e “consulenze” a pioggia, rimangiandosi tutto ciò che avevano detto e promesso nella passata tornata elettorale. Pensano che noi mo-

3 10 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

A Sviluppo Molise un milione di euro L’Agenzia non ha prodotto nulla. Intanto, è il Molise a sprofondare senza prospettive mantenimento dei contenuti qualificanti, di ricerca ed innovazione, nel corso della attuazione degli interventi finanziati dall’Asse, in vista della conclusione del Por Fesr Molise 2007/2013; del rafforzamento delle forme di collaborazione tra imprese e organismi di ricerca al fine di valutare la possibilità di cogliere nuove opportunità, anche di carattere internazionale, derivanti dal nuovo Programma nazionale della Ricerca, dai cluster tecnologici nazionali e da Horizon 2020 e dalle analisi di pre - fattibilità dei progetti innovativi di maggiore impatto per lo sviluppo produttivo e occupazionale. Rafforzamento, implementazione, prosecuzione: indicano attività in progress, non fissate a obiettivi definiti, sono procedimenti elastici; finora hanno preteso un milione di euro e un altro lo pretendono fino al 30 novembre

2016Messi assieme questi beneficiari a più titoli dalla Regione fanno tornare d’attualità, in forma più grave e più greve, il problema delle consulenze, delle collaborazioni, dei Cococo, degli incarichi di progettazione e degli acquisti in economia. Una ragnatela inestricabile ammantata da sofisticazioni interpretative di norme e regolamenti, e praticata in nome di una non meglio e mai chiarita discrezionalità. Insomma parliamo di quel mondo parallelo che viaggia in combutta con la politica e che il governo regionale in carica ha esaltato in misura sconsiderata. Infatti, piovono soldi alla Regione, mentre si rimandano alla calende greche i problemi della riqualificazione e del rilancio della filiera agroalimentare e tessile e dello zuccherificio. E a dire che tra le tante accuse mosse a Michele Iorio, quella di aver installato alla Regione

un esercito di beneficati (s’è parlato addirittura di un “sistema Iorio” e dello “iorismo” in senso dispregiativo) ha fatto da leva per rimuoverlo dalla poltrona presidenziale e cederla a chi sta facendo peggio, molto peggio di lui. La falsità di quelle accuse è proprio nell’enorme differenziale tra i clienti di Iorio e quelli di Frattura. Una situazione imbarazzante nella evidente rappresentazione delle cifre che mensilmente vengono pagate agli amici (che siano o meno consiglieri del presidente poco importa). Per ciascuna delle prebende ci sarà qualcuno che troverà la pezza a colore, che metterà la toppa. Dei Cococo diranno che hanno superato la prova comparativa finalizzata al conferimento di 5 incarichi di collaborazione coordinata e continuativa, di cui uno per la figura di collaboratore senior e 4 per la figura di colla-

Nomine e ancora nomine Che bruttura per il Molise

lisani possiamo essere soggiogati da gente priva di scrupoli, che fanno solo i fatti loro? Hanno distrutto una regione,

hanno distrutto quasi tutto, gli ospedali, lo zuccherificio, la GAM, la protezione civile regionale e tante altre medie e pic-

cole industrie. Insensibili ai dissesti della viabilità e allo spopolamento delle zone interne. Solo a far lotte per diatribe interne o a rintuzzare il predecessore. Non parliamo poi dell’ ufficio postsisma regionale, nel cui disastro hanno portato al collasso ed al fallimento tante piccole e medie imprese di costruzione edili, che hanno ancipitato tanti soldi per la ricostruzione conseguente al sisma ed ora devono elemosinare e scappellarsi per riavere innanzitutto i lori averi e i loro guadagni, con lungaggini burocratiche inaccettabili. Nel mentre non hanno rinunciato e neanche un centesimo di euro

boratore junior, “a supporto del servizio bilancio della direzione generale della giunta regionale”. Se le inventano le cose, le occasioni e le circostante per piazzare il colpo voluto. Hanno parlato del metodo Iorio, altri parleranno del metodo Frattura. Con la differenza che Iorio non ha avuto bisogno di consiglieri, sapendo sbagliare da solo. La ragnatela delle interpretazioni e delle soluzioni ad hoc ha finito per imbrigliare anche i consiglieri del gruppo 5 stelle. Diversamente avrebbero usato la clava contro il governo regionale e le sue prevaricazioni, mentre sono ridotti ad usare il fioretto. Con il quale non scalfiscono e nemmeno graffiano il pesante robusto carapace delle compiacenze e delle tolleranze di cui gode il governo regionale in ogni ordinamento regionale.

dei loro lauti emolumenti e privilegi, tartassando il popolo molisano di imposte, addizionali ed altri balzelli vari. Mai e poi mai la Democrazia Cristiana del Molise sarebbe arrivata a tali “nefandezze”. La Democrazia Cristiana aveva reso il Molise una regione felice e rappresentativa nel contesto nazionale. Oggi siamo divenuti un fanalino di coda, quasi un peso per la nazione pronti a farci sparire con identità unica nel contesto nazionale, memo male che abbiamo la storia e l’ archeologia dalla nostra parte che ci fanno emergere in ambito nazionale». * Segretario regionale Dc


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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4 10 gennaio 2016

Cosa aspetta il comune di Campobasso a sondare tutte le possibilità per crearsi dotazioni finanziarie da destinare al miglioramento delle condizioni generali della città?

Un Risorgimento campobassano, anche modestissimo, sarebbe qualcosa

Il rilassamento del sistema dei controlli ha generato una forma di anarchia che si manifesta nell’uso e nell’abuso degli spazi pubblici, nell’imbrattamento di tutte le facciate edilizie al centro come in periferia, nel considerare il bene pubblico una possibilità di appropriazione e/o di distruzione Al Comune di Campobasso in aperta sofferenza di risorse finanziarie da destinare al mantenimento e al miglioramento delle strade e dei marciapiedi, ricordiamo che c’è una legge regionale, la numero 10 del 21 gennaio 1975, che contiene norme per agevolare l’esecuzione di opere pubbliche di competenza degli Enti locali. In particolare, c’è un articolo che prevede l’erogazione di contributi per la costruzione, l’ammodernamento e la sistemazione di strade provinciali e comunali classificate o classificabili tali. Quale sia il grado d’intervento da parte della Regione, è un problema a parte. Ad esempio, di recente, il Comune di San Felice del Molise ha ottenuto un finanziamento di 10mila euro per lavori di “manutenzione straordinaria delle strade comunali nel centro abitato”. Lavori che l’amministrazione comunale aveva ritenuto necessari per rendere dignitoso il paese agli occhi del Presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic in visita di Stato alla comunità di San Felice le cui origini sono croate: una delle isole alloglotte che fanno del Molise un esempio pregevole di come l’integrazione tra popoli (Croati e Albanesi) si possa realizzare e consolidare senza per-

dere ciascuno le proprie radici. Campobasso non ha origini se non quelle italiane (a meno che non voglia riandare ai Sanniti) e non ha alle viste alcuna visita di Stato che possa determinare una richiesta straordinaria alla Regione per mettere in sesto le strade e i marciapiedi in dissesto. Non sono infatti bastati gli interventi fatti alla vigilia della visita del Papa del 5 luglio 2014 a rimediare alla vastità dei danni che strade e marciapiedi della città mostrano impietosamente. Per

cui temiamo che, pur rivolgendosi alla Regione in forza della legge 10 del 1975 per un contributo finanziario, difficilmente si vedrebbe accontentato. Ma non è detto. Bisognerebbe verificarlo. Cioè bisognerebbe che il comune di Campobasso si decida a sondare tutte le possibilità per crearsi dotazioni finanziarie da destinare al miglioramento delle condizioni generali della città, che vanno dalle strade ai marciapiedi, alla segnaletica verticale e orizzontale, alla cura del verde, alla ra-

zionalizzazione degli spazi pubblicitari (allo stato è la cosa peggiore, per dequalificazione urbana, che viene offerta alla vista), alle condizioni igieniche (gli escrementi sui marciapiedi sono uno schifo), alla cura dei pochi siti storici. Si avverte netto il bisogno, insomma, di una di pulizia sistematica e a fondo, come avviene in ogni casa che si rispetti. E siccome la città è la casa di tutti i campobassani, pare proprio che sia il caso che l’amministrazione comunale ne

prenda atto e faccia qualcosa di tangibile per migliorarla nell’estetica e nella funzionalità. Il rilassamento del sistema dei controlli ha generato una forma di anarchia che si manifesta nell’uso e nell’abuso degli spazi pubblici, nell’imbrattamento di tutte le facciate edilizie al centro come in periferia (siamo ad un graffitismo parossistico senza alcun segno artistico, che non esclude messaggi estremistici), nel considerare il bene pubblico una possibilità di appropriazione e/o di distruzione. La città vive una forma di autogoverno al ribasso, vale a dire tendente al disinteresse verso il bene comune in favore del bene e dell’interesse privato. Di questo passo si corre il rischio di rendere vano ogni tentativo di recupero che invece va fatto tempestivamente e con determinazione da parte dell’amministrazione, pretendendo dalle strutture comunali l’assunzione delle responsabilità che le sono proprie, alle quali non è più ammissibile concedere tolleranza. Un Risorgimento campobassano. Anche modestissimo sarebbe qualcosa. Dardo

Lo chiedono i Cristiano Sociali del Molise Dovessero dimenticare che ai 10mila migranti presenti sul territorio molisano si sono aggiunti (il numero è progressivo) altri 1600 tra profughi, rifugiati e richiedenti asilo, anche minori, sistemati nelle strutture apposite e nei centri di accoglienza temporanei (Cat), ai quali assicurare assistenza e, soprattutto, favorire l’integrazione, ha provveduto il coordinatore regionale del Movimenti dei Cristiano Sociali, Piera Liberanome, a ricordarlo ai presidenti delle Conferenza dei sindaci dei Piani sociali di zona e degli ambiti territoriali di zona . Per sovrappiù, lo ha ricordato anche alle strutture per rifugiati e richiedenti asilo (Sprar), ai Cat, alle Prefetture di Campobasso e Isernia, alle diocesi del Molise e alla Caritas. Un memorandum messo tempestivamente in relazione al Piano sociale regionale per il triennio 2016-2019. Con esso negli Ambiti territoriali di zona si avvia la nuova fase di programmazione triennale ai sensi della Legge Regionale 13 del 6

Anche i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo appartengono alle fasce deboli e svantaggiate del territorio Pertanto si dovrà procedere alla predisposizione dei Piani sociali di zona con un approccio sistemico di carattere generale, individuando l’insieme dei fabbisogni sociali e delineando i tempi e le modalità delle risposte da offrire maggio 2014, che ha recepito la Legge nazionale di settore la 328/2000. Stando al Piano, ribadisce la Liberanome, si dovrà procedere alla predisposizione dei Piani sociali di zona con un approccio sistemico di carattere generale, individuando l’insieme dei fabbisogni sociali e delineando i tempi e le modalità delle risposte da offrire alle fasce più deboli e svantaggiate del territorio. In ognuno dei sette Piani sociali di zona bisognerà pertanto inserire le “tutele per i migranti ed i percorsi di inclusione attiva e integrazione socio-lavorativa”. Va da sé, per la Liberanome, che nelle Assemblee dei Sindaci in programma nel primo bimestre del 2016, all’atto della predisposi-

zione progettuale dei servizi sociali territoriali, bisognerà aggiungere percorsi specifici per la tutela e l’integrazione dei migranti. Per poi concludere: “In tal modo le politiche di accoglienza interagiranno sinergicamente con le politiche più generali di sviluppo locale e di strutturazione della rete di servizi pubblici organizzata dagli Ambiti territoriali di zona, offrendo risposte operative all’interno di percorsi di prospettiva e di crescita”. Essendo cristiani impegni nel sociale non c’è chi non veda in questa richiesta d’attenzione il seme dell’accoglienza in una proiezione solidaristica. Migranti e molisani bisognosi inclusi nei Piani sociali di zona.


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5 10 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per colmare i danni causati dal maltempo dal 9 al 19 ottobre 2015

Chiesti la dichiarazione dello stato di emergenza e, soprattutto, 22milioni di euro al Governo

Bisogna dire grazie alla Protezione civile: fosse stata rapida negli interventi ed efficiente nel porli in atto, probabilmente i danni sarebbero potuti essere molto più contenuti e, quindi, si sarebbe potuto evitare lo stato d’emergenza che invece s’è determinato Intervenendo in ritardo, oltre che inefficacemente, nei giorni che vanno dal 9 al 19 ottobre 2015 in cui il Molise è stato flagellato da piogge torrenziali e forti raffiche di vento, tali da causare evacuazioni di abitazioni e sgombero di edifici pubblici, danni a singoli edifici, interruzioni alla viabilità, dissesti franosi ed esondazioni localizzate sul reticolo idrografico secondario, nonché una progressiva saturazione dei suoli, ed un aumento considerevole del livello degli invasi artificiali, la Protezione Civile, s’è rivelata utile per sostenere e nel dimostrare lo stato d’emergenza che n’è conseguito e, quindi, per ricorrere all’intervento del governo, invocando le disposizioni dell’articolo 2 della Legge 24 febbraio 1992 numero 225. A sostegno della richiesta, peraltro già inoltrata a Roma, sarà proprio la relazione dei danni redatta dal Centro funzionale della Protezione civile a fare da Cavallo di Troia. A volte le combinazioni del caso sono straordinarie e, come in questa circostanza in cui la Protezione civile del Molise è stata poco efficiente (ad essere benevoli), possono determinare inopinati vantaggi. Fosse stata rapida , in-

fatti, negli interventi ed efficiente nel porli in atto, probabilmente i danni sarebbero potuti essere molto più contenuti e, quindi, si sarebbe potuto evitare lo stato d’emergenza che invece s’è determinato, e del quale la documentazione inviata a Roma dà ampia e completa dimostrazione. Carente in tempestività e in efficienza, la Protezione civile, ma puntuale nella verifica delle criticità sul territorio. Non tutti i mali vengono per nuocere. In particolare, è scritto nell’atto amministrativo della giunta regionale del

23 dicembre 2015, “l’Agenzia regionale di Protezione civile ha sintetizzato le dichiarazioni ricevute dai Comuni, dimostrando che, per quanto riguarda l’assistenza e il soccorso alle Popolazioni, sono stati spesi complessivamente 55 mila euro, mentre per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, inclusi i lavori posti in essere nella fase di prima emergenza, nonché la realizzazione di interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio

residuo strettamente connesso all’evento atmosferico, sono state impiegate complessivamente risorse per 5.556.017,19 euro”. Inoltre, sempre dalla ricognizione effettuata è emerso che “sono stati registrati gravi danni a strutture sia pubbliche che private, agli insediamenti residenziali, alle attività economiche e produttive, alle infrastrutture a rete, alla viabilità regionale principale e secondaria per le aree colpite, le cui stime, al fine di ripristinare lo status quo ammontano a 17.192.112,10 euro”. Somme ri-

di Pasquale Di Lena

La storia di una goccia d’olio

Il tempo che passa ha la virtù di sedimentare i ricordi che, di tanto in tanto, affiorano per dirti che sono parti di te come le rughe che arrivano e, in anteprima, puoi vedere, sempre più numerose. sulle tue mani Ora mi è più chiaro il passaggio da un mondo segnato da millenni e l’improvvisata realtà, la modernità, che hai la possibilità di toccare e, spesso, sentire fredda, lontana, perchè sai che non è parte del tuo passato e, neanche, del tuo domani. Un passaggio improvviso, un balzo - nel suo significato di salto e di trasalimento insieme – che non ti porta ad afferrare il momento, l’oggi, ma, se non fosse per l’amore che vivi, a rifiutarlo. Penso all’oggi dell’olio da oliva; agli olivi che sono qui, non lontani, sul dolce colle segnato da un filare di cipressi; alla bellezza del paesaggio che si distente lontano per salire sulle cime dei monti; alla ricchezza del territorio che, tutt’intorno e da millenni, si colora di verde, dominante quello dell’olivo “Gentile di Larino”, che il vento trasforma in argento. Una ricchezza che, nelle mani di donne e di uomini forti, capaci, ha saputo produrre beni e, insieme, valori e che oggi, nelle mani, invece, di amministratori poco attenti, gli stessi olivi diventano fastidio e, come tale, sono da eliminare per far posto a discariche e cemento. Ancora cemento, quando non si sa come fare per eliminare quello che già c’è. E tutto questo nel momento in cui gli olivi sono da piantare e non

da distruggere. E’ la non cultura e la scarsa o nulla considerazione della propria identità che porta a fare scelte sbagliate che faranno pagare un prezzo salato alle future generazioni. Olivi da piantare e non da distruggere, nel momento in cui la tendenza in atto, sulla spinta di una domanda in costante ascesa dell’olio, prenderà sempre più forza. Una tendenza, un percorso già avviato, che porterà l’olio da oliva a diventare sempre più un protagonista sui mercati e tutto ciò grazie alla sua capacità di raccontare il tempo, il passato, la cultura accumulata, e. anche, di pensare a un nuovo domani. Fa bene ricordare che l’olio da oliva, prim’ancora di essere quel delizioso e fondamentale alimento dei popoli del Mediterraneo, è cultura che scivola lentamente e in silenzio, che unge, penetra e, per questo, è difficile da togliere, eliminare. Un percorso che, grazie all’uso più disparato dell’olio da oliva nel corso di millenni, porterà proprio i popoli dell’area del Mediterraneo, che hanno la fortuna di conoscerlo da sempre, alla riscoperta di questa sua straordinaria e grande capacità di esprimere cultura. E non solo, alla scoperta da parte di chi, sempre più e in ogni angolo del pianeta, lo ha conosciuto da poco e comincia a capire che è, al pari della Dieta Mediterranea, parte di uno stile di vita che ha come impronta principale la sobrietà. Un nuovo consumatore che sente già il suo fascino e, in poco tempo, verrà da esso completamente conquistato.

Non a caso - a proposito della sobrietà - la prima e principale misura dell’olio da oliva è la goccia, cioè la ponderatezza, il giusto, l’equilibrio, la misura. Praticamente tutto quello che si oppone alla smoderatezza, all’esagerazione, allo spreco. La scienza, ovunque si è misurata con l’olio da oliva, si è dichiarata favorevole al suo uso a tavola e in cucina per le sue straordinarie proprietà nel campo della prevenzione e della cura delle malattie. Un pass par tout fantastico, soprattutto per i nuovi consumatori, in grado di aprire le porte alla cultura dell’olio da oliva. La possibilità, in pratica, di farlo tornare luce, unguento, rimedio da ogni male, rito, quotidianetà, così com’è sempre stato, tant’è che anche lo spreco di una goccia poteva trasformarsi in disgrazia. Il ritorno nel mondo della cosmesi e la sua entrata in campo in quello della dolcezza, non solo nella pasticceria ma anche della gelateria, sono solo due esempi di quello che presto succederà nel Mediterraneo e, ciò che più conta, nel resto del mondo. Chi conosce l’olio da oliva sa, anche, della sua capacità di adattarsi a qualsiasi situazione e perfino di dominarla, come della sua abilità di penetrare, superando ogni ostacolo e perfino di eliminarlo se ce ne fosse bisogno. Il suo uso, fino a non molto tempo fa, nelle botteghe di ogni artigiano e nelle case diventerà un esempio per chi vuole davvero semplificare dei processi e renderli più compatibili per l’ambiente.

levanti che, se riconosciute, potranno tornare particolarmente utili all’economia (disastrata) del Molise. Raccattare, dove e quando è possibile, finanziamenti, è un imperativo per un governo regionale in ambasce. Magari, anche forzando la mano e nascondendo le magagne di casa. Per cui, ribadita l’esistenza dei caratteri di eccezionalità degli eventi calamitosi accaduti nella decade 9-19 ottobre 2015 e la conseguente pubblica calamità sul territorio regionale, l’esecutivo di Palazzo Vitale ha chiesto al presidente del Consiglio dei Ministri, per il tramite il Dipartimento della Protezione civile, ai sensi dell’articolo 2 (comma 1 lettera c) della Legge 24 febbraio 1992 numero 225, “la dichiarazione dello stato di emergenza sulle aree del territorio della Regione Molise interessate dagli eventi atmosferici”. Per inciso, tra le aree interessate, molte appartengono al Basso Molise, ma anche Campobasso vi figura per circa un milione di euro. Non male per il Comune, e per le urgenti necessità finanziare. Dardo

Che dire, poi, della bellezza dei capelli e della delicatezza e freschezza della pelle. Ho chiaro il ricordo di mia madre, come pure delle mamme del suo tempo, e dei suoi capelli lunghi e neri anche dopo i sessant’anni, pettinati una volta unti di olio da oliva e, poi, intrecciati per dare forma alla crocchia che ha distinto il suo volto per tutta la vita. E così la sua pelle nutrita dello stesso olio che non ha permesso alle rughe di toccare il suo viso. Appena lo scopriranno le donne di questo nostro tempo di sicuro lo andranno a cercare. Potrei continuare parlando di prevenzione con un cucchiaio di olio di oliva preso ogni mattina a digiuno; della sconfitta certa del mal di testa da malocchio, con poche gocce di olio da oliva in un piatto pieno di acqua, da parte di chi ha imparato una specie di cantilena che – solo per ricordarlo a chi ha interesse a praticare l’incantesimo - ha potere se appresa, da chi già la conosce, la notte di Natale. Una tendenza che porterà l’olio da oliva, con il suo pizzico di magia e di sacralità, a essere un grande protagonista e, grazie al suo olivo, anche tutti i territori che danno origine alla sua qualità. Ed è proprio la qualità quella che farà nascere e crescere l’attenzione del consumatore, la sua curiosità di andare all’origine e lì incontrare l’olivo, rimanendo subito colpito dalla sua squisita ospitalità. E non solo, anche dalla sua capacità di raccontare il tempo e rappresentare la bellezza del paesaggio, e, dalla sua abilità a sapersi piegare ai venti e ai temporali o resistere a una terra arsa.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180


Campobasso

7 10 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Arriva a Selva Piana l’Amiternina, ultima della classe, ma attenzione a non snobbarla

Per il momento si pensi a vincere mettendo da parte lo slogan dei play off di Gennaro Ventresca Finito il sogno della Lega Pro ecco quello dei play off. Non c’è mai fine al peggio, in casa rossoblù. L’esperienza, evidentemente, non insegna. E così, dopo aver annunciato di vincere il campionato con la facilità con cui molti uomini risolvono il problema del pranzo con “quattro salti il padella”, arriva la solita favola dei play off. I quali play off, diciamolo un’altra volta, non servono a nulla. O forse no, quest’anno potrebbero servire anche a qualcosa, trovare una scorciatoia per salire di una categoria, ma per sognare alla grande ci vorrebbe una grande squadra. E la nostra, diciamolo senza vergogna, non lo è affatto: va avanti a piccoli strappi, con limiti tecnici e di personalità che vengono immediatamente agli occhi. Una volta per tutte dovremmo finirla di passare il tempo allo spec-

chio a chiederci chi sia la più bella del reame. Imitare Grimilde, la matrigna di Biancaneve, serve solo ad ammantarsi di pietose bugie. Una cosa sono le favole dei fratelli Grimm e un’altra è la realtà spinosa del mondo dei calci d’angolo. Data la povertà che c’è in giro

non è difficile prevedere che i ragazzi con la blusa rossoblù, senza compiere alcun miracolo, poranno arrivare al quarto posto. Ripetendo l’inutile risultato dell’anno passato. Ma dopo? Come la mettiamo con il dopo? Siamo convinti che con i vari Bontà, Ferrani e Aquino potremo

spuntarla sui veri squadroni che si accingeranno a partecipare agli spareggi con ben altre ambizioni? Meglio quindi non illudere nessuno. Proprio per non indispettire ulteriormente la tifoseria. Più si corre più si rischia. Che significa: bisogna sempre provarci, ogni volta. Ma una cosa è far pas-

sare questo tipo di messaggio e un’altra è far capire che “noi ci saremo”. Da troppi anni siamo il signore perdente che non avendo in tasca neppure il necessario tira fuori i vecchi e cari ricordi: i pienoni del vecchio Romagnoli, le lunghe conversazioni davanti al Bar Centrale, la prima vera università del Molise, sia pure con l‘unica e sola Facoltà dei Calci d’angolo. A testa alta bisogna andare avanti, in modo da cancellare quanto più possibile gli scarabocchi dell’era Cappellacci. Per il momento la nostra formazione deve procedere in silenzio, senza darsi troppe arie. Con l’Amiternina, ultima della classe, serve il massimo impegno. Guai a pensare di poter vincere guardandosi allo specchio di Grimilde. Solo così un po’ alla volta si potrà pensare di riconquistare il pubblico che, deluso, si è allontanato dopo gli assurdi proclami della torrida estate.

“Un bilancio positivo”

La Confesercenti ha fatto il punto sulle attività poste in essere a Campobasso.

CAMPOBASSO. L’Epifania fa calare il sipario sulle festività natalizie e per la Confesercenti provinciale di

Campobasso è tempo di tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso. “Sono estremamente soddisfatto del nostro 2015 – afferma il presidente Pasquale Oriente – perché ci ha visto protagonisti di una lunga serie di eventi, rassegne ed iniziative che hanno avuto una grandissima partecipazione”. A partire dalla più recente in ordine cronologico, la festa della Befana, per la quale la Confesercenti di Campobasso ha donato le caramelle e i dolci che “la vecchietta con la scopa volante” ha distribuito a tutti i bambini, aggiungendo la novità dei dolci senza glutine. “Una bellissima festa – sottolinea il presidente – per la quale vorrei ringraziare l’assessore alle Politiche per il Sociale, Alessandra Salvatore. “Il bilancio del 2015 però è ancor più positivo – aggiunge Pasquale Oriente – se si guarda al successo ottenuto dalle aziende molisane che hanno partecipato al Bellavita London Expò, aderendo al progetto di internazionalizzazione d’impresa promosso dall’Asec Confesercenti”. Si tratta della rassegna di promozione de prodotti italiani all’estero andata in scena a luglio nella capitale inglese, grazie alla quale alcune imprese della nostra regione hanno avuto diversi riconoscimenti internazionali e av-

viato i primi scambi commerciali all’estero”. “Con la seconda edizione di Vivi la tua Città invece – continua il presidente Oriente – a Settembre abbiamo portato 37mila persone in centro di Campobasso, con grande beneficio per le casse dei piccoli esercizi commerciali. Mentre tantissima gente ha inoltre sfidato il freddo a Novembre per incontrare i migliori Maestri Cioccolatieri d’Italia con la prima edizione di Campobasso in Cioc ”. Tra le tante attività messe in campo dalla Confesercenti nel 2015 non bisogna dimenticare però le undici edizioni di Campobasso in Fiera che hanno messo in vetrina i migliori prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, richiamando migliaia di visitatori anche da fuori regione. “Sono state tutte un vero successo, così come le Maitunate Campuascian in collaborazione con i Commercianti di Via Cannavina, Travel Food, i mercatini di Natale e per chiudere la festa della Befana. Per questo conclude Pasquale Oriente – voglio ringraziare i visitatori, i commercianti molisani, l’Amministrazione Comunale di Campobasso, in particolare l’assessore al Commercio Salvatore Colagiovanni e, soprattutto, lo staff della Confesercenti”.

Foglio di via per cinque persone I provvedimenti della Questura di Campobasso per la sicurezza del territorio CAMPOBASSO. Nei primi giorni del 2016, la Questura di Campobasso ha emesso svariati provvedimenti di prevenzione finalizzati ad infrenare i fenomeni criminali che più preoccupano i cittadini. Nel complesso, cinque soggetti provenienti da fuori regione, attivi nella commissione di reati contro il patrimonio e contro la persona, sono stati raggiunti dalla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel territorio dei centri della provincia di Campobasso nei quali sono stati controllati e nei quali si è manifestata la loro pericolosità.

In ragione di tale misura, le persone in questione non potranno tornare nei territori dei Comuni di Termoli e di Roccavivara per un periodo di tre anni. I provvedimenti in argomento sono stati emessi anche a seguito di specifici controlli e proposte della Stazione Carabinieri di Montefalcone del Sannio. E’ stato inoltre emesso un provvedimento di “Ammonimento del Questore” nei confronti di un cittadino rumeno che si è reso responsabile di lesione personale ai danni di una donna.



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Isernia

10 gennaio 2016

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“Il punto nascita va conservato” Il presidente del Consiglio regionale, Cotugno, interviene sul caso “Veneziale” 500, e ben vengano proposte anche provocatorie al fine di riportare l’attenzione delle partorienti sul nostro Ospedale. Al riguardo, anche a seguito delle tante note ricevute dai medici che operano nei reparti di ginecologia e ostetricia, ho potuto verificare come i dati siano assolutamente favorevoli. Forte dunque sarà il mio impegno a favore del “punto nascite” di Isernia e sarò ben lieto di sostenere tutte quelle iniziative che i medici e le associazioni di categoria vorranno intraprendere per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’assoluta necessità di valorizzare le nostre strutture sanitarie preferendole a quelle situate fuori Regione“.

ISERNIA “In merito alla questione sollevata in questi giorni sulla possibilità per l’Ospedale Veneziale di Isernia di conservare il punto nascite e quindi i reparti di ginecologia ed ostetricia, vorrei puntualizzare il mio sostegno incondizionato ai medici e agli operatori sanitari cui va la mia stima e la mia gratitudine per avere – tra gli altri –anche assistito la mia famiglia con grande competenza e professionalità“. Lo sostiene il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno. “Il riferimento che in questi giorni si è fatto alle dichiarazioni del Ministro Lorenzin deve essere colto come un impegno affinché anche il Veneziale rispetti quota

Don Martino dimesso da cappellano L’Asrem se ne sbarazza senza una precisa motivazione. Insorgono i cittadini AGNONE. L’Università delle Generazioni di Agnone, a seguito delle notizie di stampa secondo cui don Francesco Martino sarebbe stato “destituito” senza un motivo plausibile dal suo incarico di cappellano dell’ospedale Caracciolo, si unisce al “Gruppo tassisti di Roma per il territorio e per l’ospedale interregionale di Agnone” e a quanti lottano per la dignità di queste montagne nell’esprimere solidarietà a tale ottimo sacerdote che, tra l’altro e più di tutti, ha preso a cuore i temi e i destini della sanità altomolisana e altovastese. Fa appello alla Regione Molise, al-

l’Asrem e al Vescovo di Trivento perché si giunga presto ad un accordo che salvaguardi la figura e il ruolo del cappellano ospedaliero nella persona di don Francesco Martino il quale, in tanti anni di attività pastorale e civile, ha dimostrato di essere vicino assai generosamente ai sofferenti e alla gente di questo territorio che rischia di essere depredato persino della dignità di esistere secondo i parametri della Costituzione della Repubblica Italiana e della civiltà faticosamente raggiunta, in millenni di storia, dal mondo occidentale. Domenico Lanciano

Inseguita e arrestata dalla Polizia Fermata una donna che, ai domiciliari, prende l’auto e fugge ISERNIA. Dall’inizio del nuovo anno la Polizia di Stato ha intensificato l’attività di prevenzione attuando su disposizione del Questore di Isernia Vincenzo Vuono un piano di controllo straordinario del territorio. Nel corso dell’attività sono stati effettuati 74 posti di controllo, identificate 506 persone, alcune delle quali con pregiudizi di polizia e fermati oltre 400 veicoli. Sono stati ritirati due documenti di circolazione ed elevate 60

contravvenzioni al Codice della Strada. I controlli sono stati estesi anche ai detenuti domiciliari e in tale contesto il personale della Squadra Volante ha accertato le molteplici violazioni agli obblighi di detenzione domiciliare di cui beneficiava una donna isernina, pregiudicata, dovendo espiare la pena di 5 anni e 8 mesi per i reati di furto, ricettazione, estorsione ed altro. Oltre ai diversi episodi di evasione, in un’occasione la donna è stata sor-

presa e denunciata anche per guida senza patente dopo che aveva tentato di eludere il posto di blocco e si era data alla fuga, costringendo gli agenti ad un inseguimento. A seguito delle denunce della Polizia, su disposizioni dell’Ufficio di Sorveglianza di Campobasso, nei giorni scorsi gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Isernia hanno arrestato la donna e l’hanno tradotta presso la Casa di reclusione di Chieti.



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Termoli

10 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Folli i gesti di vandalismo” Il sindaco di Termoli, Sbrocca, interviene sui danni causati da ignoti a fine anno TERMOLI. Non usa mezzi termini il sindaco Sbrocca per definire gli autori dei folli gesti che tra il 31 dicembre e l’1 gennaio hanno danneggiato diverse zone del centro cittadino. Tra marmi divelti, vetri e porte rotte, il primo cittadino chiama tutti all’ordine e annuncia una battaglia serrata a chi danneggia la città. “Il pensiero del sindaco è che sono atti deprecabili sicuramente e chi li ha commessi possono essere definiti degli assoluti imbecilli privi di civiltà e che ovviamente hanno tutta la condanna mia e di tutta l’amministrazione”, afferma senza mezzi termini il primo cittadino interrogato sugli episodi. Amministrazione comunale che sta portando avanti una serie di iniziative in tal senso. “Noi

stiamo mettendo in atto un insieme di misure fra cui anche un maggior coinvolgimento di tutte le forze dell’ordine, compresi i vigili urbani, ma anche dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia e stiamo attuando insieme ad altri Comuni e alla Prefettura – ha proseguito Sbrocca – il Patto per la Sicurezza con l’introduzione di diverse telecamere per la città in diverse zone di Termoli abbiamo adesso appena finito di mettere telecamere al porto poi saranno installate lungo Corso Nazionale e nella zona Ottocentesca e poi saranno messe in altre zone della città. Questo non eviterà questi atti deprecabili ma li conterrà in una ragione più fisiologica del problema”. Un vero e proprio problema quello del decoro urbano termo-

lese perché, giorno per giorno, la città ha a confrontarsi con episodi incresciosi che la ledono profondamente. Ad oggi, quindi, si attendono azioni concrete ma è importante andare alla radice e capire che, se il risveglio dalla movida termolese è bottiglie rotte e sporcizia è per motivi piuttosto chiari. Episodi che attengono “a un problema più grande che è quello dell’alcolismo anche giovanile. Si deve intraprendere – ha concluso il sindaco – un’azione formativa dei ragazzi facendo loro capire che i beni pubblici sono di tutti non solo di alcuni e rompere un bene pubblico significa privare la città di servizi e di beni ma impiegare delle risorse finanziarie che potrebbero essere utilizzate per altre cose”.

Carresi: rubati alcuni buoi Rabbia tra i Giovanissimi a San Martino in Pensilis SAN MARTINO IN PENSILIS. Il furto è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì quando ignoti si sono introdotti nella stalla dei Giovanissimi e si sono portati via quattro buoi. La nuova sede dove si accudiscono gli animali che poi gareggeranno nella corsa di fine aprile si trova a poca distanza dal paese. Il fatto si è subito diffuso tra la popolazione e sono immediatamente partiti gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Stando alle informazioni che trapelano in paese ci sarebbe qualcuno che ha segnalato la presenza di un furgone rosso nei paraggi e le forze dell’ordine starebbero verificando proprio questa informazione. L’episodio ha creato grande sconcerto

nella popolazione del paese bassomolisano, legatissima alla Carrese. Tante le

domande che si stanno affollando nella mente dei residenti. Chi può aver rubato

quattro buoi dalle loro stalle e a quale scopo? Domande alle quali dovrà dare necessariamente una risposta l’indagine avviata dai carabinieri della stazione di San Martino. Un episodio che arriva a poche settimane dal via libera della Procura di Larino alla ripresa delle Carresi grazie al nuovo disciplinare che è stato di fatto approvato dagli inquirenti e che contiene delle regole precise per la manifestazione. Per il carro dei Giovanissimi si tratta di fatto di una battuta di arresto nella preparazione della manifestazione considerando che reperire e accudire questi buoi costa tempo e fatica. La speranza è che si possano ritrovare e restituirli ai legittimi proprietari.

Rubano un motorino, arrestati Due giovani larinesi sono stati fermati dai carabinieri dopo avere portato via il mezzo CAMPOMARINO. I Carabinieri della Stazione di Campomarino hanno tratto in arresto due persone con l’accusa di furto aggravato poiché sorpresi alla guida di un motociclo rubato poco prima nel comune di

Larino. L’arresto è scaturito da un controllo effettuato dalla pattuglia della Stazione Carabinieri che, transitando la scorsa notte sulla Statale 16, durante i consueti servizi svolti in arco notturno,

ha notato il motociclo con due persone a bordo che procedevano a bordo dello scooter. I Carabinieri così hanno raggiunto il mezzo e gli hanno intimato l’alt, da una prima ispezione è risultata subito evi-

dente la forzatura del blocco di accensione del motociclo e dai successivi accertamenti espletati grazie anche alla collaborazione dei militari della Compagnia di Larino presso il proprietario, il mezzo è risultato rubato.

I due giovani larinesi, T.F. di anni 35 e C.D. di anni 36 sono stati dichiarati in arresto e successivamente condotti presso i rispettivi domicili a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa di rito direttissimo.

Foce dell’Angelo, tutto pulito I rifiuti che si erano accumulati sono stati spazzati via dagli operatori ecologici TERMOLI. I rifiuti si erano accumulati in mesi e mesi di inciviltà da parte degli stessi termolesi. E così, in quel pezzo di strada che dalla rotatoria del cimitero porta fino all’ex viadotto Foce dell’Angelo, si trovava di tutto: da vestiti gettati a terra fino alle buste di rifiuti e alle lavatrici. Fino a ieri mattina quando gli operai del settore Ambiente del Comune di Termoli sono entrati in azione su disposizione dell’assessorato di competenza retto da Filomena Florio.

Gli operai sono riusciti a sgomberare la zona da tutti i rifiuti che erano stati ammucchiati dall’inciviltà dei termolesi. La zona, dopo l’opera di pulizia, è tornata al suo antico splendore. Una problematica, quella dell’abbandono incontrollato dei rifiuti, che era stato segnalato da diversi cittadini bassomolisani che spesso e volentieri hanno notato, passando per la zona, i cumuli di immondizia segno di incuria e degrado.


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