CORCIANVM
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nella Chiesa di Sant’Agostino e realizzato come ex voto per la grazia concessa dalla Beata Vergine, che debellò il flagello dalla città. Bisognava procedere con cautela, le spie della famiglia Medici erano ovunque ed i Signori di Corciano, i Duchi della Corgna, non avrebbero avuto pietà nei confronti di chiunque si fosse reso complice di attività sospette, specialmente se
riferibili
ad
una
Congregazione
religiosa. Giunsero fin quasi alla sommità del colle, nei pressi di un ulivo le cui contorte radici avvolgevano un grande masso, alla base del quale, si apriva il dissimulato imbocco di un cunicolo che conduceva ad una camera ovale costruita in gran segreto dagli stessi confratelli. Furono necessari molti sforzi per sigillare, senza lasciare traccia della loro opera, l’accesso a quella che, nell’animo speranzoso dei presenti, sarebbe stata la definitiva
dimora
del
segreto.
Nessuno
poteva
immaginare il tradimento da parte dell’uomo che portava il Gonfalone, Antonio di Cristoforo Ciacci, procuratore