HASHFANZINE n°1

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Clara Gargano.................p.4 Magdalena Wolan............p.6 Eta.................................p.12 Totemica........................p.14 Greta Xella.....................p.20 Marina Brunetti..............p.24 Nastassia Oswald..........p.32 info@hashmagazine.com Greta Xella

Elisa Cristiantelli............p.34

Eleonora Liparoti

Antonio Campo..............p.42

Nastassia Oswald

Sketches........................p.46

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Clara Gargano


Magda 6


Name:

Age: Country: Looking for:

Web site: e-mail:

Magdalena Wolan, Leni 24

Poland

collaborations

www.pretty-uglies.blogspot.com magdalena.wolan@gmail.com

alena

Wolan

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L’efficace titolo del tuo blog “Pretty Uglies”, legato alle tue opere, potrebbe quasi essere un manifesto. Vuoi raccontarci come la bellezza ti suggestiona? Devo ammettere che molto volte presto attenzione alla bellezza che spesso viene percepita dagli altri come bruttezza, in certi casi addirittura orrido. Sub consciamente la gente rigetta le immagini che non gradisce e tende a passare oltre, disgustata o indifferente. Questo mi ispira. Volevo mostrare come questa bruttezza sia in realtà molto graziosa e non debba essere esclusa dall’arte. È così, dunque, che è nata l’idea di Pretty Uglies. Anche quando usi tecniche diverse, incluso collage digitale e fotografia, il tuo gusto emerge bene. Come ti sei guadagnata questo stile così personale? Metodo, scuole particolari o semplice ricerca personale? Vengo ispirata da tantissime cose diverse, ma è difficile spiegare esattamente da cosa perché non ho un metodo specifico. A volte è un’immagine ad ispirarmi, altre volte un testo. Guardo molti film, video, blog e cerco di rimanere alla pari con gli sviluppi delle arti. Ti va di darci un tuo punto di vista sull’illustrazione in Polonia oggi? L’illustrazione in Polonia sta crescendo rapidamente e ci sono parecchi giovani artisti che eccellono in questo campo.

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Miglioriamo e ci ispiriamo a vicenda ed è una cosa che mi rende molto felice perché ogni anno vengono organizzati sempre più eventi, esibizioni e concorsi. A marzo ci sarà un’altra edizione dell’Illustrator Salon, ad esempio, al quale io stessa parteciperò; è una grande opportunità per tutti gli artisti di mettere in mostra le proprie opere e magari trovare anche qualche cliente interessato alla loro arte. Sei un’illustratrice molto prolifica. Sei soddisfatta della tua situazione professionale? Sono molto felice di collaborare con giovani artisti da tutto il mondo. Progetto copertine per i loro libri e per le loro raccolte di poesie. Lo trovo molto d’ispirazione. Sto inoltre cercando altre opportunità per poter mostrare il mio lavoro ad un pubblico sempre più esteso, ma per adesso la scuola è la cosa più importante per me. Studio grafica all’Art Department dell’Università Pedagogica di Cracovia, questo è il mio ultimo anno e spero fortemente di poter continuare a fare ciò che amo senza preoccupazioni riguardanti il denaro. Ci sono progetti che sogni per il futuro? Stai lavorando a qualcosa che ti stimola particolarmente? Ci sono parecchi progetti di cui vorrei entrare a far parte in futuro e ce ne sono altrettanti che non ho ancora potuto portare a termine perché ho poco tempo, uno di questi è un calendario, però attualmente sono bloccata al mese di aprile.


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Tra i progetti è incluso anche un Signature Shop di Pretty Uglies. Vorrei entrare a far parte di un progetto collegato ad un workshop d’arte ed illustrazione per bambini che spero possa avere inizio nel 2011. Per quanto riguarda l’illustrazione, la mia attenzione ora è più che altro focalizzata sul mio diploma universitario. Mi eccita molto. Sono stata ispirata dai film horror cult, i quali amo dall’infanzia e che mi aiuteranno a dare qualche consiglio in una speciale guida per la vita “badvice”. Non vedo l’ora di vedere l’effetto finale. Nelle tue illustrazioni, è come se tu tingessi di colori luminosi soggetti solitamente più cupi, a volte vecchi , ad esempio sulle foto d’epoca: misceli creativamente elementi provenienti da diversi immaginari.Hai degli artisti di riferimento? Fin da bambina ho sempre amato curiosare tra vecchie foto e cartoline. Anni dopo le ho riscoperte nei cassetti di mia nonna e ho pensato che alcune potessero subire un piccolo restyling. Sto anche collezionando vecchi pezzi di carta, che spesso dettano il risultato finale delle mie illustrazioni. Riguardo agli artisti che mi ispirano, la maggior parte sono i miei amici del blog, ma adoro anche i disegni di Gary Taxali, per citarne uno. Ha uno stile magnifico e potrei rimanere ad ammirare i suoi lavori per ore. I tuoi colori e le tue linee vibrano! Gioco della sinestesia: abbina le tue immagini a un gruppo musicale, o magari ad uno strumento. A meno che tu non creda che sia un esercizio sensato. Penso sia un gioco fantastico ma non molto semplice. Suppongo che farei riferimento a più di una melodia. Potrebbe anche trattarsi di una colonna sonora, specialmente se fosse di un film di John Turturro.

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Name:

Country: Web site: e-mail:

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Eleonora Liparoti aka Eta

Italia

http://etadormesuipescivolanti.blogspot.com

maleta@alice.it


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totem

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name:

Totemica, Alice Seghetti)

looking for:

Lavori su commissione e storie da illustrare.

www.flickr.com/photos/totemica

country: web site: e-mail:

Verona - Italia

totemica.blogspot.com

www.facebook.com/mrstotemica mrs.totemica@gmail.com

mica

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Direi che per sciogliere il ghiaccio una breve presentazione.. chi è Totemica? Iniziamo subito con le domande difficili! Siccome mi risulta difficile parlare di me in terza persona cercherò di descrivermi nella maniera più semplice possibile... Ho 24 anni anche se spesso me ne attribuiscono di meno, ho un’insana passione per il nero, per l’arte in generale, per il cinema, da cui attingo un sacco di ispirazioni, e per i cani. Mi affascinano le piccole cose: soprattutto quelle su cui non abbiamo il controllo e che a volte ci fanno paura o cerchiamo di nascondere. Trovo inquietante che la prima cosa che non si riesca a controllare e accettare siano aspetti del nostro corpo; mi “affascinano” l’inquietudine e la paura, il perturbante. E’ da qui che deriva gran parte del mio lavoro. Quando è iniziata la tua attività di illustratrice? In realtà non so se sia mai veramente iniziata. Ho sempre disegnato, soprattutto per me stessa e ad un certo punto la gente ha iniziato a chiedermi di disegnare qualche cosa o di poter avere qualcosa di mio. Non sono mai riuscita a definirmi “illustratrice”, più che altro cerco di dare forma a cose che mi piacciono con il medium che ritengo più adatto in quel momento.

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Hai fatto studi di settore per migliorare le tue abilità nel disegno e se sì quali? Ho frequentato il liceo artistico nella mia città, qui a Verona, poi pittura all’ Accademia di Belle Arti. Durante i tre anni dell’accademia non mi sono quasi mai dedicata al disegno se non quando era necessario per i corsi che stavo seguendo, ad esempio anatomia. Mi sono avvicinata al cinema e ho pasticciato per un po’ con l’animazione, è stato il periodo in cui ho sperimentato più cose e mi sono convinta che non esisteva una distinzione vera e propria tra disegno, pittura, scultura e video...o almeno non per me. Nelle tue illustrazioni si riconoscono caratteristiche che hanno qualcosa in comune, alcune sembrano ricordare le leggende giapponesi, ma a cosa pensi quando devi creare una nuova opera? Adoro le creature e i personaggi della mitologia giapponese e mi sono sempre piaciuti i fumetti, gli anime, le stampe (ukiyo-e) quindi è inevitabile che a volte finisca per disegnarli o per ricordarli. Non mi capita spesso di pensare a “qualcosa che voglio riprodurre”, a volte l’immagine o l’idea sono già lì, a volte arrivano mentre sto disegnando e magari mi rendo conto che sono un mix di stimoli che accumulo tra un disegno e l’altro, in periodi in cui magari sto facendo tutt’altro. I tuoi artisti di riferimento quali sono? Mi piace quando mi fanno questa domanda, sia perché potrei elencarne un milione, sia perché molti non c’entrano niente con il disegno, ma se proprio dovessi restringere la lista a una specie di “top ten” direi: David Lynch, David Cronenberg, Shinya Tsukamoto, Takashi Miike, i fratelli Quay, Takato Yamamoto, Edward Gorey, Arnulf Rainer, Thomas Ott e Francisco Goya. Nelle ultime settimane ho scoperto Shintaro Kago che è abbastanza particolare, ma ci sono molti aspetti del suo lavoro che mi hanno sorpresa e che trovo geniali. A cosa stai lavorando in questo momento? Al momento non ho progetti a lungo termine, lavoro su un trittico che mi hanno commissionato e presto inizierò a lavorare alla locandina di Vigasiosexploitation 2, un film diretto da un amico regista. In questo preciso istante, invece, penso a come continuare un disegno per me, mentre rispondo alle vostre domande... Di questo mondo complesso e vario dell’illustrazione quali sono gli aspetti che più ti entusiasmano e quali invece non ti vanno proprio giù? Non considerandomi un’ illustratrice e non lavorando in modo continuo nel campo dell’illustrazione è difficile per me rispondere a questa domanda... di sicuro, una delle cose che non mi piace quando mi trovo alle prese con un lavoro su commissione, è dover giungere a dei compromessi. Non mi piace nemmeno dover pensare ad un’immagine partendo da dei limiti e non intendo direttive su come svolgere il lavoro, ma avere delle limitazioni.

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Passi dall’illustrazione e dal fumetto ad altri mezzi e supporti, come la scultura e il video. In che modo vivi questa trasversalità? Senti esistere una via principale che rischi quasi di tradire, adottandone altre, oppure cerchi un dialogo? Mettere in conflitto i diversi campi cela l’ingenuità di dimenticare che l’idea è ciò che va privilegiata? Oppure la facilità con cui oggi “tutti-fannotutto” è il sintomo di una generazione di creativi che prende la tecnica sotto gamba? Per quel che mi riguarda sono tutti mezzi diversi per dare vita ad un’immagine, personalmente decido sul momento quale mi sembra meglio adottare, se poi mi ritrovo ad animare un pupazzo che ho scolpito e dipinto, la cosa si fa ancora più divertente. Quindi si: l’ IDEA è ciò che va privilegiata, senza ombra di dubbio. Oggi come oggi siamo bombardati di immagini e stimoli, inoltre abbiamo tutti la possibilità di reperire facilmente il materiale ed i mezzi necessari con cui esprimerci, quindi mi sembra quasi naturale che ognuno cerchi di fare suo ogni medium che gli piace. Anche se in realtà è vero che per quanto si possa essere aiutati da nuovi strumenti più o meno facili da usare, il talento e le capacità non si comprano, ma soprattutto quando e se ci sono si riconoscono! Sbirciando sul tuo blog, trapela quanto la musica ti suggestioni. Che rapporto nutri verso di lei? Solo ascoltatrice o forse c’è altro? Assolutamente si, solo ascoltatrice!!! Però vivo con un bravo musicista, quindi la buona musica non manca mai. Nel tuo immaginario sono benvenute svariate cosucce che convenzionalmente la società nasconde. Le mostri per sfogare ciò che nella vita reprimi o le mostri per ostentare ciò che dichiaratamente pensi e fai? Mi diverte che spesso ci dimentichiamo di essere noi stessi degli animali; il fatto che cose che fanno parte della vita di tutti i giorni siano diventate dei veri e propri tabù e che mostrarle susciti così tanto interesse è altrettanto divertente. Sicuramente non giro per strada sbavando o saltellando vestita di una calzamaglia integrale, questo no. La domanda precedente avresti preferito non subirla? Più che altro mi ha ricordato di avere fatto cose che forse è meglio non raccontare! Migliori a vista d’occhio, ma sembra che tu sappia che se ti consacrassi maggiormente alla creatività, potresti del tutto sbalordirci. Quindi la domanda è: sei soddisfatta di come fai incontrare o scontrare vita e arte? Rimorso o rimpianto?

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Mi piacerebbe che un giorno vita e arte potessero coincidere completamente, mi piacerebbe poter vivere grazie a ciò che faccio, farlo diventare un lavoro. L’unica cosa certa è che non smetterò mai di disegnare, fa parte di me. Non ho rimorsi né rimpianti, ma ho ancora tanti scheletri nell’armadio e tanti mostri da illustrare...


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Greta Xella

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Marina 24

bru


Name:

Country:

Looking for: Website: e-mail:

Marina Brunetti detta Marinetti Crema

callaborazioni, lavori, consigli, opinioni,

ma soprattutto collaborazioni.

http://vitapneumatica.blogspot.com/ maliska@libero.it

unetti

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Marina, giochino della domanda impossibile: in che momento e modo avviene l’ideazione dei tuoi disegni? Inizi a scarabocchiare e le linee creano delle figure, oppure di solito parti già con l’idea di ciò che vuoi rappresentare? E nel caso l’idea nasca prima, in che situazioni nasce? In realtà non c’è mai un modo univoco in cui i miei disegni nascono, ma posso dire con certezza che quando comincio non ho quasi mai idea di cosa possa succedere esattamente. E’ tutto un divenire, un cancellare, a volte giro anche il foglio al contrario e trasformo il rovescio in diritto, insomma, è difficile spiegarlo forse perché io sono la prima a non capire esattamente come avviene.

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Il disegno, in fondo, è spesso la prima forma d’arte con cui tutti entriamo in contatto, perché tutti da bambini abbiamo impugnato la matita, poi qualcuno continua. Tu come mai ti esprimi attraverso il disegno? É il primo mezzo scoperto e quindi quello su cui ti sei soffermata oppure è veramente il linguaggio che prediligi?

Il disegno e soprattutto la matita per me non rappresenta solo una delle prime tecniche scoperte, ma ritengo sia l’unico mezzo ad appartenermi veramente. Da piccola, ricordo, il regalo più bello che ricevetti fu una lavagna con dei gessetti colorati, restavo delle ore a fare e disfare e forse questa è la caratteristica della matita e del disegno che più mi affascina. Sarà per insicurezza o per sovraccarico di idee, ma ho sempre bisogno del mio tempo per far prendere la giusta forma alle tante cose che ho dentro e l’idea di poter cancellare, ripassare, calcare e cambiare mi rassicura sempre, soprattutto quando non parto con un’idea precisa. Ritengo che il disegno sia il miglior modo di crescere insieme alla storia che vuoi raccontare, contemplando anche gli errori come parte del tragitto. Perché crei? Crei per necessità, per noia o dovere? Crei per comunicare e/o per lasciare una traccia? Crei senza farti troppe domande e questa domanda è già troppo pesante?


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Creo per tutti questi motivi e per nessuno di questi. Creo per la fatica che faccio ad esprimere a parole, o in altri modi, le cose che mi muovono e mi si muovono dentro. Non so se è una cosa che hai cercato e che ti interessa trasmettere, però credo che i tuoi disegni ti rappresentino: sono frizzanti, divertenti e briosi, eppure hanno quel qualcosa che fa pensare che non tutto vada bene; forse questa non è una domanda, ma può comunque avere una risposta. Non l’ho cercata consciamente, ma credo di averlo notato anche io, in fondo quasi sempre i miei personaggi sono senza bocca o con una bocca troppo grande... beh questa sono io! In poche parole potrei dirmi introversa, schiava, ma “vorace”. Da bambina cosa volevi fare da grande? Bella domanda! Credo di essere passata dal muratore alla ballerina, dall’attrice al veterinario, ma di una cosa però ero certa fino ai 9 anni: avrei sposato Corto Maltese. Direi notevole no? Ti capita di iniziare progetti e non riuscire o non volerli finire? Credi che se senti di dover lasciare incompiuto qualcosa sia giusto farlo o ti accanisci nel terminarlo?

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Mi capita, mi capita spesso. In realtà a volte mi arrabbio con me stessa perchè non sono quasi mai soddisfatta delle cose che produco. In ogni caso penso che una cosa non vada finita per forza e trovo, anzi, innaturale accanirsi su qualcosa che non si vuole/riesce a finire. Il tuo stile richiama un po’ alcune cose particolarmente belle e giovani della street art, senti di voler fare le cose più in grande? Io amo la street art e a Bologna, dove ho vissuto per anni, ho avuto la possibilità di vedere tutti i giorni nel muro di fronte a casa un grandioso esempio italiano, parlo di BLU; da lì non si torna indietro, ma la mia dimensione non l’ho ancora trovata. Leggerezza o pesantezza? Pesantezza. Perché hai un piercing asimmetrico sul labbro? Perché non mi sento per niente simmetrica, uno al centro mi destabilizzerebbe. Come scriveresti l’onomatopeica di un bacio? Se anche gli occhi ne avessero una, con quella...


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Nastassia Oswald



cristan 34


Name:

Country:

Web site: e-mail:

Elisa Cristantielli

Varese

http://elisacristantielli.blogspot.com/

elisa_cristantielli@libero.it

elisa

ntielli 35


Sul tuo blog il nickname che hai scelto è “La bambina ninja”, raccontaci da dove è nata questa idea... “Bambina ninja” è un soprannome che mi ha dato una persona speciale. Secondo lei, in me c’è ancora l’ingenuità di una bambina che viene però contrastata dalla volontà e la determinazione di un ninja; io credo che la parte bambina mi permetta di sognare anche nei momenti più difficili, mentre quella ninja mi aiuta a raggiungere i sogni. L’immaginario disneyano è penetrato nei tuoi occhi nel più puro e magico dei modi. Insegui il tuo sogno con tenacia, ma hai imparato che vuoi anche trovare uno stile che sia solo tuo. Raccontaci come vivi questo contrasto dentro di te. Direi che è iniziato tutto ascoltando le storie raccontate da mia madre. Lei da quando ero molto piccola mi comprava libretti e videocassette, tutto rigorosamente Disney. Non era una scelta che faceva consapevolmente, ma anche lei ha sempre amato quei personaggi e le loro storie. Topolino, Biancaneve, Pinocchio... Ho sempre sognato con loro. Da piccola immaginavo che i cuscini fossero scogli e imitavo la Sirenetta nella scena in cui canta del suo amore per il principe. Era tutto incredibilmente vero,probabilmente se chiudevo gli occhi sentivo gli spruzzi delle onde del mare! Sono cresciuta in un mondo tra realtà e sogno, sogni che diventavano realtà, realtà che si rivelavano sogni; so che non sto dicendo nulla di nuovo, perché Walt Disney da sempre fa sognare intere generazioni, ma per me è qualcosa di estremamente particolare; per cui un giorno mi sono detta: “Voglio fare parte anch’io di questo universo magico, questo mondo bellissimo che apre le porte solo a chi vola con le ali della fantasia” Ho quindi iniziato ad osservare, non più a vedere e mi sono accorta che i personaggi Disney sono pieni di sfaccettature, cambiano minimamente o radicalmente da una mano all’altra di chi regala loro la vita. Dico così perché, secondo me, per rappresentare quei personaggi, gli animatori Disney devono farli vivere e non semplicemente disegnarli; bisogna quindi immaginare che esistano realmente. Io a questa magia ci credo, ma mi manca la tecnica che però viene con il tempo, la costanza, la pazienza di osservare e l’esperienza. Riguardo allo stile..la considero come una lotta a suon di “marcia di Topolino”! Ho voglia di sperimentare tutto e tanto. Il mio sogno è fare fumetti, animazioni, illustrazioni, qualsiasi cosa che possa raccontare storie, ma anche molto di me, perché ogni buon mette, in ciò che fa, molto di suo e forse è proprio quel qualcosa che mette di suo che rende il personaggio vivo e unico. Guardi il mondo per capire come disegnarlo oppure nel mondo vedi già formarsi il disegno? Mia zia, a cui sono molto legata e che secondo me è una fata, dice che è da quando ho aperto gli occhi che io non vedo, ma “scavo” e che si è sempre soffermata a guardarmi mentre lo faccio.

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Ora, io non so se queste sono le parole di una zia fiera di sua nipote, ma posso dire che da quando ho iniziato a disegnare vivo in una realtà tutta mia e riesco a “fermare” e riportare su carta ciò che mi passa per la testa in quel momento. Spesso mi sembra che il mondo vada in standby e dentro di me appaiono un putiferio di immagini, scene e storie, molte volte correlate a ciò che mi è successo o che comunque mi ha coinvolta, così, per fare ordine mi procuro un pezzo di carta, qualcosa che scrive, e la disegno, ovunque io sia. Nelle tue illustrazioni si nota sempre una nota di malinconia mista a romanticismo..per le scene disegnate, nei sorrisi e nelle luci... É una svista o c’è del vero? C’è del vero. Disegnare è la mia vera voce, o meglio, la voce dei miei pensieri. Ultimamente sto passando un periodo molto difficile in cui non credo molto nelle persone che mi circondano e mi sento particolarmente sola. Credo nell’amore, quello sì. Quello delle favole, però. Quello degli altri. Sappiamo che anni fa, hai posto un muro tra realtà e fantasia: vorremmo essere aggiornati sulle finestre, Elisa Con la realtà ho sempre avuto un rapporto un po’ strano: l’ho sempre considerata ideale per spunti da poter inserirei nei miei disegni, ma ultimamente la considero noiosa, spesso sipario di bruttissimi fatti e credo che impedisca di sognare con la sua frenesia e freddezza. La realtà di cui parlo è quella in cui l’uomo è il protagonista. Le finestre del mondo, secondo me, sono i bambini, quelli che veramente lo sono però, perché ultimamente a dieci anni sono già diciottenni. Parlo invece di quelli che dicono quello che pensano, volano con la fantasia e giocano, ma spesso non vengono ascoltati o vengono considerati appiccicosi e viziati. Non voglio stare a fare un monologo su di loro ora, perché potrei,ma cito come esempio un disegno che avevo fatto tempo fa, dopo l’ennesima notizia orribile al telegiornale, che vedeva protagonisti proprio loro: io ed un bambino, in volo tra le stelle, mentre ci teniamo la mano e dietro di noi, come farfalle, altri che volano via dal mondo piccolo e grigio mentre loro sono tutti colorati. Sicuramente può sembrare banale, ma io lo vedo come un atto di egoismo, era un modo per dirmi: “se potessi li porterei via da questo mondo schifoso. Dove andare poi lo decidono loro.” Subito dopo, però, ho pensato che toglierei al mondo le uniche “finestre colorate” che gli sono rimaste.

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Sempre di più, illustratori e fumettisti si muovono nell’animazione, e viceversa, anche se per molti permane il timore delle competenze tecniche che servono per i cartoni. Tu come vivi quest’esperienza? Sei sempre stata un’accanita dei media o hai dovuto sforzarti molto per ragionare nel video? Diciamo entrambe le cose, non ho mai rifiutato di imparare cose nuove ed estendere le mie esperienze. Riguardo all’animazione: l’adoro, mi ha letteralmente conquistata e mi piacerebbe tantissimo lavorare in quel campo un domani. Pensare un disegno in movimento è qualcosa di estremamente appagante, secondo me. Per quanto riguarda le inquadrature, le ho sempre ragionate come fossero dei fumetti. Ti va di regalarci un vecchio ricordo riguardante l’arte? Un ricordo a me caro risale a quando avevo sei anni e mia mamma mi portò a Roma alla mostra per l’anniversario di Topolino, ma venivano esposte anche tavole di Biancaneve, per esempio. Ricordo che ero con mia madre, in mezzo alla folla, ad un certo punto sentii toccarmi i ciuffetti (avevo i capelli raccolti a ciuffetti con un paio di nastri come fossero un manubrio di

una moto) mi sono girata e ho visto che si trattava delle mani di Paperino! Era proprio quello di Disneyland e appena mi guardò mi salutò. Ricordo ogni attimo di quel momento, mi sembra di rivivere tutto, Il cuore si era fermato ed ero spaventata, ma anche emozionata, era Paperino! Ho sempre considerato questo incontro tanto casuale quanto magico. Lo so, sono matta: e parecchio anche. Mi piace essere matta. Da pochi mesi ti sei tagliata i capelli. Hai pianto? Cercherò di spiegare il motivo per cui l’ho fatto. Sto preparando da mesi il mio progetto di tesi che riguarda i diritti delle bambine afghane. Ho letto molti libri per documentarmi e sono rimasta colpita da uno in cui la protagonista, Parvana, per travestirsi da ragazzo e poter uscire di casa, si taglia i capelli anche se contro la sua volontà. Io non ho mai dovuto travestirmi da maschio, ma è stato un modo per capire meglio il suo stato d’animo, per immedesimarmi insomma e forse è servito. Comunque è stata una decisione della parte ninja e la parte bambina è ancora dispiaciuta.

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Antonio Campo http://www.makampo.it


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Clara Gargano

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hoeplic@hotmail.it


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Greta Xella

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tergala.blogspot.com


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Nastassia Oswald

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graffettapepper.blogspot.com


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Francesco Pariset

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francesco.pariset.90@gmail.com


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