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Giacomo Oliva, artista ed eclettico manipolatore di suoni e segni, unico firmatario delle opere che compongono il ciclo di “Flush Art”, che traccia anche la storia del locale

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Island) è un po’ il “braccio” operativo e la fucina organizzativa dove si discutono e si vagliano le proposte da realizzare, dove si mescolano i linguaggi, le forme artistiche e le tensioni avveniristiche della programmazione del circolo. Una delle ultime e più apprezzate “performance” è stata quella messa in cantiere lo scorso anno e ribattezzata “Flush Art”, che tradotto in italiano suonerebbe come “L’arte dello sciacquone”. Un intervento di recupero e riqualificazione del luogo per definizione più bistrattato e negletto di ogni locale pubblico: quello che ospita i servizi igienici, i bagni insomma. Un intervento che è diventato una sorta di “mostra permanente”, e che ha consentito di ri-abitarne gli spazi, di riconnetterne i lembi con il resto del locale, con l’hacklab (il laboratorio digitale) e con il bar, con i tavolini dove si gioca a carte e con la sala prove. Come trasformare,

cioè, un non-luogo in uno spazio artistico e fruibile dal pubblico in maniera meno rozza e banale. Una missione quasi impossibile condotta con grande carica autoironica e anticelebrativa, che merita qualche parola in più e una riflessione ponderata. Ne parliamo con Giacomo Oliva, una delle menti più fervide del P.O.I., artista ed eclettico manipolatore di suoni e segni, conosciuta ed apprezzata presenza della scena perugina da diversi anni, oltre che unico firmatario delle opere che compongono il ciclo di “Flush Art”, che traccia anche la storia del locale. Quando è nato questo posto? Intorno ai primi anni ’90. Noi ci stiamo da tre anni e mezzo. Per un po’ è stato il classico circolo di quartiere con gestioni che lo hanno fatto funzionare a periodi alterni. All’inizio c’erano dei giocatori di freccette, poi gli appassionati di carte, un grup-

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uno spazio che si propone come centro di produzione allargato, come punto di riferimento e di ospitalità per un numero impressionante di realtà e gruppi o anche singoli

Quando l’arte è u n flusso (d’acqua) A Perugia c’è un luogo dove si mescolano linguaggi, forme artistiche e tensioni avveniristiche. Nuova Island è un circolo Arci tutto particolare, un’isola di ri-creazione, un’oasi di contemporaneità meticcia e metamorfica. Cosa è? Ce lo spiega Giacomo Oliva Guido Maraspin

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“Nuova Island” è un circolo Arci tutto particolare. Si trova a Perugia, in via Magno Magnini, angolo via Gallenga, sotto la Biblioteca delle Nuvole, e da qualche anno è il crogiolo delle giovani generazioni più libere, indipendenti e creative del capoluogo umbro. Un’oasi di contemporaneità meticcia e metamorfica. Uno spazio che si propone come

centro di produzione allargato e come isola di ri-creazione socializzata, punto di riferimento e di ospitalità per un numero impressionante di realtà e gruppi o anche singoli, che di volta in volta, a seconda di interessi e inclinazioni, propongono stage di tango argentino o corsi di fotografia, cene etniche e selezioni cinematografiche a tema, laboratori informatici e seminari di approfondimento con relatori senza etichette, spettacoli teatrali e concerti di gruppi emergenti, e cento altre iniziative (perfino messe cristiane evangeliche) piccole e grandi, in connessione con eventi internazionali o esigenze su scala locale. Il P.O.I. (Project on GENNAIO 2006 ·

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po di Ultras del Perugia, poi ci fu una gestione che affondò economicamente il posto per cui venne fatto un bando che tre anni e mezzo fa noi vincemmo anche per la qualità e i contenuti della nostra proposta. In questo posto coesistono due realtà che non sembrano avere molto in comune: una il pomeriggio, con le persone anziane del quartiere, ed una serale dove il pubblico è più giovane… Diciamo che è uno spazio con delle caratteristiche più da laboratorio che di luogo di intrattenimento: di pomeriggio ci sono i giocatori di carte, e poi ci sono le attività del laboratorio di fotografia e il laboratorio informatico che coinvolgono altri tipi di persone, più che altro studenti universitari o anche perugini interessati, ma effettivamente le relazioni si limitano alla mescita del bar e poco più.

Il “cunello”, che è una adorazione del coniglio, figura molto amata e rappresentata

Qui una volta c’era anche una radio che trasmetteva in Internet… Sì, per due anni c’è stata Radio ZDR, Zona Derattizzata, che era il primo gruppo che ruotava intorno al primo hacklab perugino. Adesso non facciamo più le trasmissioni, ma abbiamo attivato una collaborazione con Radio Galileo di Terni per cui tutti i lunedì mandiamo una striscia radiofonica che parla di “diritti digitali”. Ogni settimana, per dieci minuti, attiviamo un ponte streaming e da qui andiamo in onda su Radio Galileo.

Flush Art, che tradotto in italiano suonerebbe come “L’arte dello sciacquone”, è un intervento di recupero e riqualificazione del luogo per definizione più bistrattato e negletto di ogni locale pubblico: quello che ospita i servizi igienici

L’hacklab organizza anche corsi di alfabetizzazione informatica. Un laboratorio che coinvolge diverse persone a diversi livelli… C’è un gruppo di 3-4 programmatori che tengono le fila dell’organizzazione tecnica. Poche settimane fa, | 78 |

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ad esempio, c’è stato un corso ad uso interno che si chiamava “Istruzioni per l’uso dell’hacklab”, che doveva servire alla gente che usa il circolo, fotografi e altra gente, per muoversi nella stanza dei computer senza fare danni. A scadenza periodica facciamo delle iniziative formative verso l’esterno, oppure partecipiamo anche ad eventi fuori Perugia, ai vari hackmeeting che ci sono stati, presentando lavori o cose così. Uno dei momenti di maggiore apertura divulgativa è la tre giorni del “Free Media Days”, arrivata nel 2005 alla seconda edizione, un workshop con incontri a tema sulla comunicazione, la rete e le nuove tecnologie.

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Avete anche una forte interazione con esperienze artistiche di varia estrazione, anche all’esterno del circolo. Gli eventi organizzati alla Casa dell’Associazionismo di via della Viola, le kermesse multimediali e interattive… Quello era un percorso iniziato prima di prendere in gestione il circolo, quando avevamo deciso di rinunciare alla convivenza in posti occupati

spettacoli teatrali e concerti di gruppi emergenti, e cento altre iniziative (perfino messe cristiane evangeliche) piccole e grandi, in connessione con eventi internazionali o esigenze su scala locale con gruppi un po’ troppo “vetero”, situazioni locali un po’ asfissianti, per cui ci mettemmo nell’ordine di idee di utilizzare in maniera anomala la situazione della città. In pratica non è che inventammo niente, però decidemmo all’inizio di organizzare una serie di singole serate che poi si trasformarono in microfestival e si chiamarono prima “Saldi” poi “Immoralia”. Una creazione di Yzu Sellu in gran parte, serate in cui nel corso delGENNAIO 2006 ·

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una sorta di “mostra permanente”, che ha consentito di ri-abitarne gli spazi, di riconnetterne i lembi con il resto del locale, con l’hacklab (il laboratorio digitale) e con il bar, con i tavolini dove si gioca a carte e con la sala prove

lo stesso evento potevi sentire reading di poesia,concerti di musica,vedere mostre di fotografia o assistere a proiezioni. In queste manifestazioni aperte al pubblico abbiamo cercato di non offrire soltanto il mero concertino ma anche momenti molto diversi tra loro durante l’intera serata. Tra elaborazioni fotografiche e arti visuali avete riempito un sito dove si può navigare in mezzo a centinaia di bellissime immagini che derivano da diversi studi e diverse intenzionalità… Sì, all’indirizzo http://gallery.oziosi.org si può visitare la sezione “galleria di immagini” che è un open publishing, per cui registrandosi uno può iniziare a gestire album fotografici in maniera autonoma. Il contributo più articolato è quello di Franco, che ha pubblicato sia sue personali elaborazioni di immagini sia foto di documentazione di cose che lui ha seguito, tipo il workshop che abbiamo realizzato per “Fuori dalle Scatole!” con le associazioni a Ponte San Giovanni con un corso di spray e stencil per bambini di 10-12 anni, ma anche altri eventi e manifestazioni. La sezione “Divano dell’Ozio” è invece una sezione più di intrattenimento e poi il sito contiene altri album personali. Questa galleria rappresenta un po’ lo spirito del “Nuova Island”… Diciamo che abbiamo sempre concepito questo posto come un contenitore. Soprattutto nell’ultimo anno siamo riusciti a farlo diventare un contenitore di cose anche molto diverse da quelle che noi fondatori abbiamo

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portato, tipo il corso di Tango, gestito da una ragazza che ha fatto la proposta all’inizio dell’inverno. Oppure la Messa celebrata da una comunità nigeriana tutte le domeniche mattina.In pratica c’è un Reverendo che si chiama Bright, il Pastore Bright, un nigeriano 35enne che ha fondato una Chiesa Evangelica nigeriana:era da un anno e mezzo che girava posti a Perugia che gli venivano dati e regolarmente tolti, dove faceva messe cantate, mangiate. Sono eventi che durano dalle 9.30 della domenica mattina fino alle 2 e mezzo del pomeriggio, in cui succedono varie situazioni: preghiera, canto collettivo, una sorta di dibattito, per cui insomma la domenica mattina c’è anche la Messa evangelica. Una situazione davvero fuori genere, molto roots, molto di quartiere. Per noi, sempre tacciati di intolleranza, chiusura, estremismo, questa è stata una dimostrazione anche all’esterno di massima

Direi che si tratta di una installazione… Non esattamente. Si potrebbe definire una mostra permanente d’arte, chiaramente in senso ironico. È stata pubblicizzata in questa maniera perché avevamo un grosso problema di stile nel nostro circolo: i bagni si riempivano di scritte demenziali, tipo inneggiamenti alla squadra di calcio, alla birra, al sesso, alla droga, ed altre cose così che però non ci piacevano. Una volta, per cancellare le scritte coprendole con la vernice, ho notato che prendeva forma una chiazza il cui disegno si poteva sfruttare nell’immediato, e ciò che mi suggeriva la forma li facevo diventare degli animali. L’arte è entrata in questo gabinetto per la prima volta grazie alle fotografie di Fabrizio Bellini con la sua micro-personale di fotografia “Riflessi”. Sono tutte foto di riflessi che lui ha fatto durante un viaggio in Germania con la sua

apertura a nuovi tipi di contatti e culture.

compagna e fotografa Meri Valenti. È stata la prima volta che qualcuno ha voluto esporre le sue opere al bagno del Circolo.

La mostra che presentiamo in queste pagine si chiama “Flush Art”: è la traduzione di “flusso d’arte”? No,“Flush” in inglese è lo sciacquone del gabinetto e indica sì, diciamo, anche un flusso d’acqua…

Ci puoi descrivere quello che si vede esposto? Nel primo bagno figure di pesci. Al centro la rappresentazione primitiva

del Cosmo. Universi pre-tolemaici in cui la Terra veniva rappresentata come un cerchio circondato da delle acque. C’era un serpente che si mangiava la coda che racchiudeva tra le sue spire tutta la Terra: il mito del Serpente. In questo disegno c’è lo sciacquone che fa la funzione dell’acqua e della terra e il serpente che racchiude tutto l’Universo, molto cosmogonico. Come tecnica ho usato la pittura a tempera e matita lapis, in progress. Nel secondo bagno figure misteriose: questo è un “cunello”, che è una adorazione del coniglio, figura molto amata e rappresentata. Poi ce ne sono altri datati 2003: hanno retto un anno senza che nessuno

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trasformare un non-luogo in uno spazio artistico e fruibile dal pubblico in maniera meno rozza e banale. Una missione quasi impossibile condotta con grande carica autoironica e anticelebrativa

ci si accanisse con le scritte e oggi, dopo aver capito che la seduzione funzionava, possiamo affermare che l’arte è rispettata e i muri bianchi no. Nel terzo bagno verdino abbiamo ancora un “cunello” con 3 occhi e 3 denti incisivi con creature d’acqua mutanti, situazione molto marina, tipo pesci degli abissi. ■

NUOVA ISLAND Via Magno Magnini, angolo via Gallenga Perugia http://gallery.oziosi.org GENNAIO 2006 ·

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