Elementi 32 - Agosto - Novembre 2014

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quella responsabile, capace di visione e volontà di crescita, è il partner ideale per lei. Abbiamo in essere contratti di acquisto di gas e petrolio con la Russia, fornitore territorialmente a noi vicino, per il cui trasporto sono state costruite, o sono in procinto di esserlo, le infrastrutture necessarie. Vicinanza che è sinonimo di costi ridotti rispetto a quelli che si pagherebbero a fornitori di zone oltreoceaniche, da dove il gas deve essere liquefatto, messo in nave e poi rigassificato, o a quelli di nazioni politicamente instabili. Ancora, la crescita della Russia rappresenta per l’Europa un’opportunità per fornirle tecnologie, intelligenze, investimenti di capitale.

SVEGLIA EUROPA, DIVENTA NAZIONE E SULL’ENERGIA TI GIOCHI IL FUTURO! L’Europa stenta a diventare Nazione, non ne ha ancora compresa l’importanza strategica. Riamane legata solo per via di una moneta, espressione di un mercato comune, ma soprattutto, di mercanti, ai quali poco interessano la mutualità tra Stati, la crescita sociale e culturale dei popoli, quella tecnologica e scientifica, e ancor più, il futuro delle genti che la compongono. Futuro che per un’entità storicamente rilevante come è il Vecchio Continente, non può ridimensionarsi a essere quello di spettatrice comprimaria e debole in un assetto geopolitico globale. In quest’ottica l’energia può giocare un ruolo fondamentale. Ma serve una politica energetica comune lungimirante e che tenga conto dei sommovimenti politico-economici in atto, capaci di stravolgere equilibri tra Stati che solo fino a poco tempo fa apparivano solidi e inviolabili. La questione Russia ne è la prova. La crisi Ucraina e l’annessione della Crimea hanno fatto dire a molti, che l’Europa deve prendere le distanze, anche commerciali da Putin. “Non comportatevi come se la vostra economia dipendesse dal gas russo”, ha detto il presidente degli Usa Obama agli europei. Ma in questo momento viene da domandarci se il “consiglio” di Obama sia veramente in linea con gli interessi dell’Ue. Perché? Se la Russia vuole modernizzarsi e diversificare la sua economia, l’Europa,

L’interscambio attuale tra l’Ue e la Russia è di 400 miliardi di € l’anno, cifra destinata a crescere se all’Europa si apriranno i mercati russi, al cui interno sussistono grandi e insoddisfatte necessità e i cui territori hanno risorse naturali appena o per nulla sfruttate. Un esempio. L’accordo possibile tra la Lukoi, la più importante azienda energetica privata russa e quella petrolifera francese Total, per lo sfruttamento del gas d’argilla in territorio russo, permetterà di importare più facilmente e a costi convenienti una fonte energetica di primaria importanza. Altre situazioni simili si potrebbero citare o potrebbero essere in stato nascente. Non sono cose da poco. Una Comunità come quella europea deve tenerne conto se vuole pensare, programmare e attuare una politica economica di respiro, consona ai suoi interessi. Non barattabili con motivi di puritanesimo politico dietro ai quali si celano appetiti di Paesi altri, poco favorevoli all’Ue. Ma se vogliamo che l’Europa diventi un’entità di valore e di rispetto, in grado di competere in mercati complessi e volubili, occorre avviare una cultura che porti alla costituzione di una Nazione confederata unita. Basata su valori umani ed etici, spirito di gruppo, capacità di immaginare il futuro. In grado di unire risorse economiche, intellettuali e naturali. Sfrondando gli egoismi nazionali e vincendo gli interessi economico-finanziari di fazioni che a tale progetto si oppongono. Se non sarà così, tra meno di dieci anni, nessun Stato europeo potrà sedere al tavolo del G8, dove approderanno Paesi emergenti come l’India, il Brasile, la Turchia, per citarne alcuni, con potenzialità economico-tecnologiche esponenziali. E a proposito di tecnologia, come afferma Emanuele Severino nell’intervista pubblicata in questo numero di Elementi (v. pag. 92), gli Stati non all’avanguardia in tale settore saranno costretti a un ruolo subordinato a quelli che invece ne saranno in grado. Anche in questo caso, solo una Ue fattasi Nazione potrà concorrere senza timore alcuno e con ampi margini di successo. Ma occorre fare presto, il domani è già alle porte.

Virgolette di Romolo Paradiso

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