Il Favoloso Mondo delle Case di Riposo

Page 1

CUB Sanità

Cuneo: via Saluzzo 28 Torino: Corso Marconi 34 cub.cuneo@cubpiemonte.org sanita@cubpiemonte.org

IL SELVAGGIO MONDO DELLE CASE DI RIPOSO

Le operatrici e operatori del settore sociale e sanitario (infermieri, OSS, educatori, psicologi…) stanno vivendo, a causa delle esternalizzazioni e privatizzazioni, una situazione sempre meno sostenibile riguardo a stabilità occupazionale, reddito, fatica, nocività, de-professionalizzazione. Si sta creando una nuova ondata di lavoratrici e lavoratori che sono a loro volta a rischio di povertà e salute; che rischiano di diventare a loro volta persone bisognose di assistenza per colpa di come si stanno sfruttando le persone che lavorano nei servizi.


Tutto ciò si ripercuote gravemente sulla qualità dei servizi in termini di salute e assistenza. Si impoveriscono così diritti fondamentali, tutelati dalla Costituzione negli articoli 32 (diritto alla salute) e 38 (diritto al mantenimento e all’assistenza sociale per chi sia inabile e sprovvisto di mezzi). Per questo, la CUB Sanità chiede che ci sia il rispetto dei diritti, delle leggi e dei contratti e che nuove misure di tutela del lavoro nella sanità e nel sociale vengano adottate dalle autorità Chiediamo il sostegno di tutte le istituzioni e dell’opinione pubblica nella difesa di corrette condizioni di lavoro in questo settore. I gestori delle Case di Riposo creano su internet siti sempre più splendenti e producono brochure lucidissime per pubblicizzare la qualità delle loro strutture. Si istituiscono premi e si fanno i reciproci complimenti su quanto sono belli e bravi. Ma noi, lavoratrici e lavoratori che nelle case di riposo ci viviamo tutti i giorni, sappiamo qual è la verità di questo gigantesco BUSINESS, in cui non c’è nessuna azienda “pulita”. Che si tratti di cooperative o di aziende private, le cose che raccontiamo qui succedono DAPPERTUTTO. Ciascuna azienda con le sue Case di Riposo fa concorrenza a tutte le altre, non solo con la pubblicità, ma cercando di tenere basse le rette. In questo modo attirano le famiglie a scegliere la “residenza” più economica e contemporaneamente vengono incontro alle ASL che vogliono spendere il meno possibile. PERO’ 1) LA SITUAZIONE DEGLI OSPITI… MA QUALE QUALITA’!! Va bene che gli anziani vengano svegliati e fatti alzare alle 6 di mattino (magari anche alle 5), vengano lavati, vestiti, alzati e poi lasciati lì in carrozzina o su una seggiola ad aspettare la colazione che sarà alle 8.30 o alle 9 ? Sono pacchi postali? Perché succede questo? Perché non c’è abbastanza personale e bisogna sfruttare ogni secondo perché gli anziani siano tirati a lucido quando inizia la giornata e i parenti li vedono. E’ giusto che (ormai quasi in tutte le case di riposo) un singolo operatore notturno debba assistere 30, 40, anche 60 anziani? E se due o tre stanno male contemporaneamente?


Spesso un unico operatore deve seguire tutti questi ospiti a letto SU PIANI DIVERSI! Come fai ad accorgerti se stanno male? E’ normale che ci sia un solo infermiere presente su 60, 80, o anche più di 100 ospiti? Se ci sono due urgenze, di chi ci si occupa? Va bene che gli operatori abbiano i secondi contati per l’alzata, l’igiene, la somministrazione… ma non per una parola e un sorriso?

Perché succede questo? Perché non mettono abbastanza personale! La legge regionale prescrive che ogni anziano abbia diritto ad un “tot” di minuti di assistenza, in base alle condizioni di salute, ma questi minuti sono pochissimi, così le ASL risparmiano, e le aziende li tagliano ancora, così ci guadagnano. La legge regionale prescrive che i minuti delle “intensità assistenziali” vengano affissi in luogo visibile ai parenti e agli operatori, ma le Case di Riposo li tengono segreti, così nessuno può controllare.

2) FATICA, CARICHI DI LAVORO, SALUTE DEGLI OPERATORI I carichi di lavoro non incidono solo sulla qualità dell’assistenza agli ospiti, ma sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Quasi tutte le operatrici delle case di riposo, finiscono per avere problemi fisici importanti, in particolare alla schiena e alle braccia. Perché? Per fare in fretta siamo obbligate a movimentare gli anziani, anche molto robusti e pesanti, da sole invece che in due. Quello che scrive la legge, che una donna non dovrebbe caricare più di 15 kg (e un uomo 20), nelle case di riposo è un sogno! Di mattina bisogna fare in fretta e perciò spesso non si possono usare i sollevatori e bisogna lavorare da soli mentre la collega si occupa di un altro anziano. Così ci si spacca la schiena.


Noi siamo umane, nei confronti degli ospiti, le aziende NO! Di notte, quando siamo da sole, noi provvediamo a cambiare gli ospiti che si sporcano e rifare i letti, quando serve, anche se ci spacchiamo la schiena. Ma le aziende non vogliono mettere il secondo operatore e alcune aziende ci dicono che piuttosto dobbiamo lasciarli così!! Nonostante questo, noi operatrici/tori siamo soggetti al potenziale rischio di aggressione verbale e/o fisica, molestie e offese da parte degli ospiti. E mettiamoci pure i parenti, che spesso si vanno a lamentare con la Direzione e allora partono le contestazioni disciplinari, in base al principio che “il cliente ha sempre ragione”… Molti anziani sono malati. L’epatite è una malattia diffusa. Ma le misure di prevenzione sono minime. Al punto che quasi tutte le Case di Riposo, per risparmiare, obbligano il personale a lavarsi A CASA PROPRIA la divisa. In questo modo ci portiamo a casa anche i germi e mettiamo a rischio le nostre famiglie. Le pause, previste dalla legge per attenuare la fatica e tutelare il recupero delle energie psicofisiche delle lavoratrici, spesso sono soltanto sulla carta. Come si può andare in pausa se sei l’unica operatrice con 30 o 40 anziani ? Oppure se si lavora come dei matti per finire il lavoro in un tempo che non basta? Per lavorare in una Casa di Riposo c’è bisogno di un elevato grado di attenzione e concentrazione richiesto dalle attività svolte (dalla somministrazione dei pasti ad anziani disfagici, ecc.). Durante un turno ci sono numerose interferenze nello svolgimento delle attività. Es: telefonate che provengono sia dall’interno che dall’esterno della struttura; richieste inappropriate da parte di ospiti e parenti; comunicazioni non programmate con colleghi o superiori; compilazione di pratiche e moduli… Per tutte queste ragioni, nelle Case di Riposo è alto il rischio da stresslavoro correlato, tra cui l’elevato carico emotivo derivante dal contatto continuo con situazioni di estrema sofferenza, i decessi, la gestione delle emergenze/urgenze. Ma nessuno si preoccupa dello stress di un OSS o un’infermiera… 3) TURNI E ORARI In quasi tutte le case di riposo gli orari legali e contrattuali non sono rispettati. Intanto è impossibile avere una vita privata normale, perché i turni di lavoro mensili ci vengono comunicati all’ultimo momento: il 27, 28, anche il 30 del mese. E questi orari vengono cambiati continuamente, basta un collega in mutua o in permesso e vieni obbligato a cambiare l’orario, anche il giorno prima o la mattina stessa. Questo perché le aziende non vogliono pagare i pochi euro della Reperibilità prevista dal contratto.


Però ugualmente obbligano a andare a lavorare fuori turno, addirittura minacciano quelle operatrici che non abbiano il cellulare sempre acceso. Dire di “no” è quasi un crimine che solo poche persone coraggiose si sentono di dire. In questo modo si saltano i riposi e può succedere (spesso!) di lavorare illegalmente anche 10 o 12 giorni di fila. Come si può lavorare bene in questo modo? Quanto aumenta il pericolo di errore? Lo stress? Il rischio di incidenti? Tutto il personale viene obbligato a lavorare gratis a inizio e fine turno: chi per il cambio della divisa e chi addirittura per effettuare il passaggio di consegne. Un gruppo di noi ha deciso di contestare davanti al giudice che non ci vengono pagati né passaggi di consegna né cambio di divise. Abbiamo vinto in tribunale e la cooperativa dovrà pagare un bel po’ di soldi a tutte quelle che hanno fatto causa. Nuove cause si stanno preparando, ed anche se il nuovo contratto prevederà il riconoscimento del cambio divisa, sarà sempre possibile recuperare il pregresso! Le infermiere hanno tanto lavoro che spesso non riescono a svolgere nel proprio orario normale. Perciò capita che si debbano presentare al lavoro una o due ore prima dell’inizio del turno e magari fermarsi una o due ore dopo per poter fare tutto, senza essere pagate!. Perché lo fanno? Quelle che sono “a partita IVA” sanno che rischiano il posto in ogni momento. Lo stesso quelle che sono assunte con il “jobs act” a tutele crescenti (e ci sono tante giovani infermiere). Tutte subiscono il ricatto di perdere il posto oppure il clima di aggressività creato dalle Direttrici e dalle Caposala. Visto che non ci sono orari uguali per tutti e a rotazione, i turni e gli orari vengono usati anche per fare favoritismi o per punire: chi “lecca” ottiene permessi e facilitazioni, chi è antipatico invece deve scoppiare. 4) AUSILI, ATTREZZATURE, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE Le aziende risparmiano su tutto, comprese le attrezzature e gli ausili indispensabili: un numero insufficiente di sollevatori, carrelli rotti, lavapadelle che non funzionano; telini di scorrimento che mancano;


disinfettanti, detergenti e sapone finiti e non arrivano. Ma soprattutto le aziende non danno importanza ai Dispositivi di Protezione Individuale: i guanti anallergici, le scarpe antiinfortunistiche… se non ti fai andare bene quelle standard e più economiche, scelte dall’azienda, entri in un vortice: contestazioni, visite mediche che non danno risultati, prescrizioni generiche e l’azienda che in alcuni casi vuole che paghiamo noi questi strumenti indispensabili previsti dalla legge. 5) CONTRATTI, MANSIONI, RETRIBUZIONI Come si fa a far lavorare la gente in queste condizioni? Come si fa ad accettarle? L’uso di contratti a tempo determinato è molto diffuso, così come quello dei voucher, delle partite IVA e così via. Si licenziano (magari con pretesti) operatori di una certa età o con problemi di salute per sostituirli con operatori più giovani e maggiormente ricattabili, assunti con contratti a tempo determinato. Si obbliga il personale a svolgere mansioni che spesso non sono di nostra competenza. Ad esempio infermieri che devono svolgere mansioni di OSS, OSS e infermieri che devono lavare i pavimenti, fare le pulizie, pulire le carrozzine e le attrezzature… Oppure il contrario: OSS e Ausiliari che devono somministrare terapie, Ausiliari che collaborano alle alzate senza essere formati per fare questo. La legge stabilisce che la professionalità SocioSanitaria dell’Oss non debba essere sprecata. Alle, agli Oss compete l’igiene ambientale-assistenziale dell’ospite (persona-letto-comodino), NON LE PULIZIE! Ma riducono gli Ausiliari e sfruttano di più le Oss!

Per la somministrazione di farmaci non basta l'esperienza professionale “La somministrazione di farmaci particolari (antiepilettici, cardiotonici, psicofarmaci ecc ) richiede la valutazione del momento della loro somministrazione e perciò una qualifica, con la conseguenza che la somministrazione di tali farmaci è del tutto estranea ai compiti di personale con qualifiche diverse da quelle infermieristiche”. Con questa sentenza il Consiglio di Stato definisce in modo chiaro che gli oss non possono sostituirsi agli infermieri nella somministrazione dei farmaci ai pazienti.

E le paghe non sono solo basse: addirittura le aziende trovano tutti i modi per ridurle. Alcune aziende non pagano integralmente agli infermieri la cosiddetta “indennità professionale”. Alcune aziende non rispettano le 38 ore, impiegano i tempi pieni come se fossero part-time e pagano di meno il personale. Alcune aziende usano il


part-time come se fosse un tempo pieno e non pagano il lavoro supplementare. Alcune aziende non pagano gli straordinari (magari usando una “banca ore” di comodo, fatta da loro senza nessuna legittimazione sindacale). Alcune applicano la cosiddetta “notte passiva” non pagata. Alcune aziende impongono le ferie, i recuperi e i permessi come vogliono loro e non su nostra richiesta. Una persona, magari una madre single che lavora part-time in una Casa di Riposo, con orari variabili e casuali, che quindi che non permettono di fare due lavori, guadagna 600-800 euro al mese. Se fa il tempo pieno guadagna un po’ di più, ma non tanto. Questo significa che molte lavoratrici delle case di riposo vivono una condizione personale difficilissima e di estrema fragilità. 6) LA SOLITUDINE DELLE LAVORATRICI E I RICATTI DITTATORIALI DELLE AZIENDE Ecco perché si accetta di lavorare in queste condizioni. Perché i soldi non bastano, ma c’è la paura di perderli. Perché ogni persona si sente sola e pensa che l’azienda può crearle grossi problemi. Quindi pensa solo a sé stessa. Il lavoro su turni è già faticoso, con la turnazione notturna, nei weekend e durante le festività; il personale ridotto, con orario prolungati e protratti, e molto ricorso al lavoro straordinario aumenta la fatica di un lavoro sempre più brutto. A rendere insopportabili e stressanti molte situazioni, creando divisioni e rivalità tra gli operatori, contribuiscono in modo determinante i favoritismi nella gestione della rotazione, nella concessione di ferie, permessi, cambi turno, nell’assegnazione delle mansioni… Poi ci sono aziende che incentivano meccanismi di controllo e delazione reciproca tra i dipendenti stessi, un sistema usato per attaccare le lavoratrici ei i lavoratori.

7) LE COMMITTENZE, LE COMMISSIONI DI VIGILANZA, IL RISPETTO DEI DIRITTI Gli Enti Pubblici devono uscire dal loro CONFLITTO DI INTERESSE e da ogni COMPLICITÀ CON LE AZIENDE.


La sensazione delle lavoratrici e dei lavoratori è che le Commissioni di Vigilanza non vigilino seriamente. E’ mai possibile che non si accorgano di cosa succede veramente nelle Case di Riposo? Vanno ridefinite le modalità di vigilanza, le sanzioni da applicare e soprattutto: su cosa devono vigilare? Devono vigilare su tutto, compreso sul rispetto dei Contratti di lavoro, sull’effettività dei riposi e tutto il resto. Ma non basta che facciano una “visitina”: bisogna dare alle possibilità alle lavoratrici e ai lavoratori di presentare agli organi di vigilanza le informazioni AUTENTICHE, su come le cose stanno davvero e non come le vogliono far apparire nelle vetrine scintillanti e buoniste dei rapaci signori del business. Bisogna che gli organi di vigilanza PROTEGGANO le lavoratrici e i lavoratori che si organizzano sindacalmente e segnalano i problemi. 8) DOVE ERANO I SINDACATI? Questa situazione dura da molti anni! Le Aziende non vogliono mai i sindacati tra i piedi, ma i sindacati tradizionali (CGIL-CISL-UIL, sindacati autonomi) ci sono da sempre, hanno la loro forza da sempre, hanno propri esponenti anche nelle amministrazioni comunali e nelle ASL che scrivono le regole e le devono fare rispettare. Ma non sono mai intervenuti in modo serio. Hanno accettato che le aziende, soprattutto le cooperative, facessero tutto quello che volevano. Adesso che sta crescendo il SINDACATO DI BASE, fanno di tutto per tenerlo fuori e screditarlo, renderci la vita più difficile. PER QUESTO CHIEDIAMO: Che si superi il sistema dei “minutaggi” e si definisca un MINIMO DI PERSONALE PER OGNI NUCLEO da 20 posti e che nella definizione delle “intensità assistenziali” di ciascun ospite siano coinvolti i rappresentanti sindacali del personale. Che si rispettino tutte le regole: leggi, contratti, accordi Che venga riconosciuto il lavoro usurante di OSS e infermieri nelle Case di Riposo e che il nostro sforzo sia pagato adeguatamente. Che il Comune e le ASL debbano VIGILARE sul rispetto delle regole, della sicurezza, dei contratti di lavoro, dei turni e degli orari, della sicurezza sul lavoro, oltre che sul trattamento degli ospiti. Che nelle Commissioni di Vigilanza siano rappresentati anche i sindacati, TUTTI I SINDACATI, anche quelli di base che CGIL-CISL-UIL non vorrebbero. In questo modo le lavoratrici e i lavoratori potranno far arrivare le loro segnalazioni in modo tale che vengano prese in considerazione le cose VERE e non quelle superficiali e addomesticate. LAVORATRICI E LAVORATORI DELLE CASE DI RIPOSO DELLA CUB SANITA’ di TORINO e CUNEO


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.