Lecco. Il cantun di ball... e 100 cose da ricordare

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Gianfranco Scotti

Lecco el cantun di ball e... 100 cose da ricordare Foto di Gianni Peverelli

DOMINIONI EDITORE



Indice

Curiosità 1 Provincia di Lecco 2 Lecco elevata al rango di Città 3 Andamento della Popolazione 4 Umètt de Pòrta Noeuva 5 El Cantun di Ball 6 Cuntrada Larga 7 Casa di Tolleranza 8 Cannonate dei Francesi 9 Incidente Tramviario 10 Naufragio delle Filandiere 11 Palazz di Paguur 12 El Bogio 13 Accademia dei Trasformati 14 Quinquennali 15 Sommergibile C3 16 Parole Crociate 17 Giuseppe Zelioli e la Musica Religiosa 18 Lecco e i Falck 19 Garibaldi a Lecco 20 Scapigliatura a Maggianico 21 I Promessi Sposi in Musica


Opere pubbliche

22 Cimitero Monumentale 23 Mercato 24 Torrenti: Gerenzone - Caldone - Bione 25 Fiumicella 26 Ospedali 27 Istituto Vittorio Emanuele III 28 Caserma Sirtori 29 Ponte Azzone Visconti o Pûnt Grând 30 El Pûnt Penìn o Pûnt Pìcul 31 Ponte Kennedy 32 Ponte Alessandro Manzoni o Terzo Ponte 33 Fontane

Palazzi - ville 34 Torre Viscontea 35 Villa Manzoni 36 Casa Prepositurale 37 Palazzo Belgiojoso 38 Villa Badoni 39 Villa del Lazzaretto 40 Palazzo Secchi 41 Villa dello Zucco 42 Villa Brini 43 Villa Gomes 44 Villa Ponchielli 45 Villa Fiocchi 46 Seminario


Chiese

47 Basilica di San Nicolò 48 Chiesa di Santa Marta 49 Chiesa di Pescarenico 50 Santuario di Nostra Signora della Vittoria 51 Chiesa degli Istituti Airoldi e Muzzi 52 Chiesa del Caleotto 53 Parrocchiale di Castello

Monumenti 54 Monumento ad Alessandro Manzoni 55 Monumento a Giuseppe Garibaldi 56 Monumento ad Antonio Stoppani 57 Monumento a Mario Cermenati 58 Monumento ad Antonio Ghislanzoni 59 Monumento ai Caduti 60 Monumento a San Nicolò

L’eredità Manzoniana

61 Luoghi Manzoniani 62 Cortei Manzoniani 63 Congressi Manzoniani


Industrie 64 Società Antonio Badoni 65 Fabbrica di Harmonium Tubi 66 Acciaierie e Ferriere del Caleotto 67 S.A.E. - Società Anonima Elettrificazione 68 Fiocchi Munizioni 69 F.I.L.E. - Fabbrica Italiana Lampadine Elettriche 70 Vellutificio Redaelli 71 Antiche Filande

Teatri e cinematografi 72 Teatro della Società 73 Cinema Lariano

Sport 74 Alpinismo a Lecco 75 Canottieri Lecco 76 Calcio Lecco

Alberghi 77 Albergo Croce di Malta 78 Hôtel Belle Vue Au Lac

Trasporti 79 Barche e Comballi


80 Tramvia 81 Ferrovia 82 Funivia dei Piani d’Erna

Montagne

83 Resegone 84 Grigna Settentrionale o Grignone 85 Grigna Meridionale o Grignetta 86 Monte Barro 87 Monte San Martino

Varie 88 Biblioteca Civica Uberto Pozzoli 89 Musei 90 E.L.Ma. - Ente Lecchese Manifestazioni 91 E.L.I.P. - Ente Lecchese Istruzione Professionale

Artisti

92 Carlo Pizzi 93 Gian Battista Todeschini 94 Edoardo Fumagalli 95 Orlando Sora 96 Ennio Morlotti 97 Franco Alquati 98 Ampelio Bonora 99 Giuseppe Mozzanica 100 Giuseppe Polvara


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Descrizione delle schede

ARGOMENTO

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COSA

CHI

DOVE QUANDO PERCHÉ

Opera visitabile Opera visitabile con difficoltà Opera non visitabile o non più esistente

FOTO


Curiosità

Provincia di Lecco

1995 Della Provincia di Lecco si cominciò a parlare già nel 1926 chiedendo il distacco da Como, senza mai ottenerlo. Anche Varese voleva la promozione a capoluogo di provincia e nel 1927 fu infatti costituita la nuova provincia varesina. Lecco dovette aspettare fino al 1995 quando finalmente la città manzoniana venne elevata al rango di capoluogo di provincia, includendo anche alcuni comuni della contigua provincia di Bergamo, situati nella Val San Martino. Il territorio di Lecco aveva già conosciuto, anche se per breve tempo, una sua autonomia amministrativa. Bisogna risalire al 1797 quando fu creato il Dipartimento della Montagna, con capoluogo Lecco, i cui amministratori furono scelti fra i rappresentanti delle più cospicue famiglie del borgo. Ma ebbe breve durata perché venne soppresso l’anno seguente, il 1° settembre del 1798. Fra il 1924 e il 1928 i comuni limitrofi alla città di Lecco vennero assorbiti dal capoluogo, formando la grande Lecco che oggi conta circa 47.000 abitanti. Sono 90 i Comuni che compongono la Provincia di Lecco, per una popolazione complessiva di 335.449 abitanti (al 31 dicembre 2008) e una superficie di 816,17 km2.

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Curiosità

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Lecco elevata al rango di Città 1848-1859 La notizia dell’insurrezione popolare scoppiata a Milano nel marzo 1848 contro gli Austriaci arrivò a Lecco il 18 e subito una gran folla di cittadini scese in piazza per sostenere la lotta dei Milanesi contro l’oppressore. Una colonna di volontari partì da Lecco alla volta di Milano per dar man forte agli insorti. Si formò un Comitato di Sicurezza cittadino formato da esponenti delle famiglie più importanti della città; frattanto un manipolo di giovani guidato dall’avvocato Corti assaliva il Commissariato distrettuale e imponeva la resa alla Compagnia austriaca di stanza in città. Per pochi mesi ci si illuse di avere cacciato per sempre dalla Lombardia gli Austriaci, i quali però nell’agosto sconfiggono gli insorti. Lecco viene rioccupata da un reggimento croato. Il Governo Provvisorio della Lombardia “considerando che il Borgo di Lecco (...) si è segnalato dal principio della nostra gloriosa rivoluzione pel fervore con cui abbracciò la causa nazionale (…)” il 22 giugno 1848 lo elevava al grado di Città. Il decreto fu prontamente annullato dopo il ritorno degli Austriaci. Un nuovo decreto eleverà Lecco alla dignità di Città nel 1859.


Curiosità

Andamento della Popolazione

Intorno alla metà del Seicento, la popolazione di Lecco con Pescarenico, sommata a quella dei piccoli centri della Vallata, oltre a Maggianico e Chiuso, che nella prima metà del Novecento sarebbero tutti stati assorbiti dal capoluogo in un’unica entità amministrativa, raggiungeva 3000 abitanti circa. Una grossa comunità, se si pensa che nello stesso periodo Como aveva poco più di 6000 abitanti. I residenti entro la cinta fortificata, ossia quelli compresi nel vero e proprio borgo di Lecco, assommavano a poche centinaia. All’inizio dell’Ottocento, gli abitanti di Lecco e della Vallata erano quasi 7000, e pochi decenni dopo, nel 1839, assommavano a 11.043. All’aprirsi del Novecento, la comunità di Lecco era costituita da 25.191 abitanti. Nel censimento del 1921 erano 31.044 e 36.973 in quello del 1936. Nel censimento del 1951, la popolazione era di 42.540 abitanti. Negli ultimi decenni del secolo scorso si era arrivati a una popolazione che superava i 50.000 abitanti, ma attualmente è diminuita di oltre 3000 unità, assestandosi a 47.500 abitanti circa.

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Curiosità

Umètt de Pòrta Noeuva

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Via Bovara XVIII secolo Gli ometti di Porta Nuova, sono otto curiose statue in pietra molera che ornano il muraglione del giardino di villa Locatelli in via Bovara, già residenza del governatore spagnolo e oggi sede della Civica Biblioteca U. Pozzoli. In base alla foggia degli abiti possiamo farli risalire alla seconda metà del Settecento. Si tratta di musici, ciascuno con uno strumento: tamburello, piatti, flauto, mandolino, canne dei firlinfoeu e triangolo. Sembra di vedere anche una figura femminile con un’oca fra le mani. Ogni statua aveva un nome: Berèta, Niscioeula, Cùdega, ma, come riferisce Virginia Lanzetti, il popolo li chiamava anche diversamente: Zìful, Ghitarin, Margherita ecc. Statue assai simili troviamo in Veneto sul muro di cinta di villa Valmarana presso Vicenza. Forse questi manufatti sono da avvicinare alla tradizione, vivace nella vicina bergamasca, della commedia dell’arte: come propone Angelo Borghi, rappresentano “l’ironia verso una società che andava declinando”. La specificazione “de Pòrta Noeuva” si deve al fatto che il giardino si trova nelle vicinanze di una delle porte della città, anticamente chiamata “Porta di Vianova”.


Curiosità

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El Cantun di Ball Piazza Garibaldi - via Cavour Come ci ricorda Uberto Pozzoli in un articolo del 1926, il Cantun di Ball una volta non c’era. In quest’angolo oggi centralissimo della città si estendeva infatti un vasto prato, tanto che i lecchesi d’un tempo chiamavano l’odierna piazza Garibaldi “el praa”. El Cantun di Ball si trova fra la piazza e l’inizio della contrada larga, oggi via Cavour. “L’angolo delle chiacchiere” era così chiamato (oggi quasi più nessuno lo chiama così) perché, come scrive ancora il Pozzoli, “proprio sul ‘Cantun di Ball’ sono stati discussi i più importanti problemi cittadini e da lì son partiti, per almeno sessant’anni, i più lecchesi commenti ai fatti del giorno”. L’usanza non è tramontata perché ancora oggi è possibile vedere sul “Cantun di Ball” capannelli di persone impegnate in animate discussioni sui più diversi argomenti, dallo sport, al gossip, alla vita amministrativa della città. L’origine del nome qualcuno sostiene vada ricercata nella presenza di due grosse sfere di pietra poste a coronamento di una casa d’angolo fra via Roma e via Cavour. Ma la casa è stata edificata nei primi decenni del Novecento, quando i lecchesi da gran tempo avevano coniato questa pittoresca definizione.

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Curiosità

Cuntrada Larga

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Via Cavour XVIII secolo La principale via della città che collega la piazza del Teatro a quella del Municipio, dopo l’Unità d’Italia, esattamente nel 1872, prese il nome da Camillo Benso di Cavour, ma per i lecchesi di un tempo è sempre stata la “Cuntrada larga”, a dispetto del calibro abbastanza modesto. Il fatto è che le altre strade del vecchio borgo comprese all’interno delle mura erano, e sono, ben più strette e tortuose, come in tutti i vecchi borghi del lago. Quando nel 1784, per volere dell’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo furono demolite le mura del triangolo fortificato, a eccezione di un breve tratto che costeggia il vallo, venne formandosi su un più antico e modesto tracciato una nuova arteria esterna al vecchio perimetro delle mura, chiamata nel tratto inferiore “Contrada larga” e in quello superiore “Strada militare”. Era l’inizio del collegamento della città con la Valtellina. Il tracciato della nuova strada comportò anche l’espansione edilizia della città al di fuori delle mura medievali e nella direzione del ponte sull’Adda, un’area fino ad allora caratterizzata da prati e vigne.


Curiosità

Casa di Tolleranza Via dell’Isola 15 Chiusa il 20 settembre 1958 La via dell’Isola è una appartata stradina che costeggia il fiume Adda, subito dopo la sua uscita dal ponte Azzone Visconti (v. scheda 29), proprio “là dove il lago cessa e l’Adda ricomincia”, come scrive il Manzoni nel primo capitolo del romanzo. La via prende il nome dalla piccola e romantica isola viscontea, che sorge in prossimità del ponte, oggi purtroppo abbandonata e in attesa di un appropriato utilizzo. Quasi di fronte all’isola sorge una elegante palazzina eclettica, nello stile cosiddetto “umbertino”, in voga negli ultimi decenni dell’Ottocento, caratterizzata da una svelta torre belvedere. Il cancello che si apre nel muro di cinta è invece un notevole esempio d’artigianato Liberty. Fino al settembre 1958, anno dell’entrata in vigore della legge Merlin, qui ebbe sede la casa di tolleranza di Lecco, che i lecchesi e gli abitanti dei borghi limitrofi chiamavano “el quatòrdes”, facendo riferimento al numero civico che allora contrassegnava l’edificio. Dopo anni di abbandono, la casa ospitò il dormitorio della città e ora, accuratamente restaurata, è divenuta un centro d’accoglienza per persone in difficoltà.

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Curiosità

Cannonate dei Francesi

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Pescarenico

25 aprile 1799 Nel 1799 a Lecco fu combattuta la prima delle due cosiddette battaglie napoleoniche. Nel corso della ritirata delle truppe francesi dal Veneto al Piemonte, le truppe austro-russe guidate dal generale Pietro Bragation (l’eroe di Borodino di cui scrive Tolstoi in Guerra e pace) giunsero a Pescarenico presso Lecco costringendo i Francesi a fuggire in parte verso Como e in parte verso Limonta e Bellagio su barche sequestrate ai pescatori del luogo, dopo aver fatto saltare due arcate del ponte. Una testimonianza tangibile di questa cruenta battaglia possiamo rinvenirla sulla facciata della grande casa Corti in via Previati a Pescarenico, un imponente edificio impreziosito da notevoli decorazioni in cotto lombardo. È possibile infatti osservare le tracce dei proiettili francesi che la colpirono. Una targa bronzea riporta la data della battaglia: 25 aprile 1799. Altri segni di proiettili francesi si potevano fino a qualche decennio fa vedere sulla facciata di una casa Ghislanzoni, affacciata sull’Adda a Pescarenico. Nel giugno 1800 i Francesi rioccuperanno la città scacciandone una guarnigione di 300 austriaci.


Curiosità

Incidente Tramviario Corso Monte San Gabriele 11 dicembre 1943 Fino al 1953 a Lecco funzionava una linea tramviaria che attraversava tutto il territorio comunale, da Malavedo a Maggianico, e che sarà poi sostituita da un servizio di autobus. La mattina dell’11 dicembre 1943 il tram partito da Malavedo stava scendendo verso Lecco quando a Cavalesine, piccolo nucleo frazione di San Giovanni alla Castagna, in corso Monte San Gabriele, proprio davanti alla settecentesca villa Sangregorio, i freni ebbero un’avaria. Si disse che la causa dell’incidente fosse l’eccessivo numero di viaggiatori sulla carrozza (circa 100 passeggeri), peso che avrebbe determinato la rottura dei freni. Come conseguenza il tram acquistò una velocità sempre maggiore trovandosi su una forte discesa; subì un deragliamento e la carrozza, superato il basso muro lungo la strada, precipitò nel prato sottostante. Il bilancio della tragedia fu molto pesante: 14 persone persero la vita e 31 rimasero seriamente ferite. Una targa sul luogo dell’incidente ricorda quella terribile mattina del 1943.

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Curiosità

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Naufragio delle Filandiere Località Torrette - Vercurago 31 gennaio 1909 Il 31 gennaio 1909 nelle acque del lago si consumò una tragedia che costò la vita a sedici donne e due uomini. Era domenica e le filandiere dell’opificio Longoni di Pescate salirono su una barca in località Torrette. L’imbarcazione era recente e molto capace, condotta da due giovani pescatesi. La meta della gita era il santuario di Somasca. Dopo la visita, la comitiva scese in paese per il pranzo raggiungendo poi Chiuso dove era stata ormeggiata la barca. Da questo momento non si seppe più nulla dei gitanti. Solo verso le quattro del mattino seguente l’imbarcazione fu ritrovata nelle vicinanze di Vercurago. Tutti gli occupanti erano morti affogati ma solo due di loro furono ritrovati nella barca. Occorsero diversi giorni prima di recuperare tutte le vittime, la più giovane delle quali aveva solo 10 anni. L’ultimo cadavere fu ritrovato l’8 febbraio. Il giorno prima si erano svolti a Lecco, nella basilica di San Nicolò, i funerali delle 17 vittime ritrovate; le onoranze per la diciottesima ebbero luogo il giorno 9. La tragedia ebbe risonanza nazionale, con articoli e ricostruzioni della tragedia sui più importanti quotidiani.


Curiosità

Palazz di Paguur Piazza XX Settembre Fino al 1964 in questo bizzarro edificio, fra il lungolago e le piazze Cermenati e XX Settembre, si trovavano gli uffici del catasto, delle imposte e della dogana. I lecchesi vi si recavano per pagare le tasse e per questo lo chiamarono “il palazzo delle paure”. Si tratta di un vasto palazzo costruito subito dopo l’abbattimento, nel 1916, dell’antico edificio della dogana nelle cui fondamenta si ritrovarono oggetti d’epoca romana, monete e ceramiche medievali. Le forme vogliono richiamare caratteristiche architettoniche medievali e rinascimentali, un pastiche eclettico non sgradevole benché decisamente arbitrario e approssimativo. Alcuni anni dopo, intorno al 1926, fu costruita anche una torre con finestre e trifore, forse per richiamare la precedente e più bassa torre dell’edificio della dogana. Sul lato della torre che dà su piazza XX Settembre fu murato uno stemma in marmo con il biscione visconteo, risalente forse al Trecento, che si trovava un tempo sopra una porta d’ingresso della vecchia dogana. Dopo essere stato sede scolastica, oggi il palazzo è in ristrutturazione, ma la sua destinazione è incerta.

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Il volume intero, cartaceo, è acquistabile presso il sito dell'editore: www.dominionilibri.it


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