Un artista per la seta - Donazione Alvaro Molteni

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UN ARTISTA PER LA SETA donazione Alvaro Molteni


UN ARTISTA PER LA SETA donazione Alvaro Molteni 31 maggio - 31 ottobre 2016 a cura di Maria Luisa Govoni e Barbara Molteni si ringrazia RATTI s.p.a. per il prestito di alcuni materiali d'archivio. Augusto Panini per le fotografie. in collaborazione con

sponsor tecnico

Š 2016 Editoriale Lariana scarl - ISBN 9788898182138 - â‚Ź 3,00


Si sa che organizzare un evento è sempre frutto di un’ampia collaborazione tra persone che mettono insieme competenze e caratteristiche diverse. E riesce bene se la collaborazione è fatta oltre che con la testa anche con il cuore: in questo caso l’alchimia è riuscita perfettamente. La generosa donazione dei disegni di Alvaro Molteni arricchisce il Museo della Seta di Como, il cui compito è valorizzare il patrimonio museale condividendolo con il territorio, ottimizzandolo come materia di studio e portandolo all’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Ci sono ottimi motivi per i quali essere orgogliosi di presentare questa mostra: è la prima che il museo organizza dopo parecchi anni e fa emergere un tema, quello del disegno, ricco di storia per il settore tessile, rappresentativo del legame proficuo fra arte e creatività applicata, fondamentale ancora oggi per il successo dell’industria serica comasca. Un segmento della filiera fatto di passione che riesce a essere attrattivo per i giovani. Siamo grati a Barbara e Monica Molteni che ci hanno consegnato una parte della memoria del loro papà e insieme a Maria Luisa Govoni - che con entusiasmo ha raccolto subito la nostra sollecitazione - hanno ideato e curato l'esposizione. Un grazie particolare va a Fulvio Alvisi, all’Associazione Italiana Disegnatori Tessili e a Comocrea, che hanno fattivamente partecipato fin dall’inizio e reso possibile la realizzazione. Grazie infine, per ultimo ma non meno importante, al team del museo che ha coordinato con dedizione il complesso lavoro e ai miei consiglieri che hanno condiviso l’idea facendola crescere.

Bianca Passera Presidente


Un imprenditore “illuminato” che investì nella seta stampata tutta la sua energia, ebbe l’idea di affiancarsi, nella salita verso il successo, un artista: il più giovane del gruppo degli Astrattisti comaschi. L’imprenditore era Antonio Ratti e l’artista Alvaro Molteni, o semplicemente Alvaro, come si firmava nei suoi dipinti. Fu così che all'inizio degli anni ’60, Ratti lo chiamò a lavorare in esclusiva per lui: da quel momento in poi, grazie a quel sodalizio professionale, l’arte e la creatività di Alvaro si riversarono generosamente sui tessuti di seta per tante case di moda, italiane ed estere. E fu così che incontrai Alvaro ed ebbi la grande opportunità di crescere collaborando con lui per più di trent’anni. Attento, rapido, di poche parole ma con quella luce che gli si accendeva negli occhi quando si era stabilita tra noi la connessione dei pensieri…e già scappava

via per non perdere le idee che aveva urgenza di mettere su carta. Quando gli trasmettevamo una richiesta, sovente era un contatto quasi senza parole: un segno, un colore, un appunto, il frammento di un’immagine. Ma spesso era vera e propria telepatia: quella sintonia perfetta che si scatena tra menti creative che lavorano insieme. In questa mostra dedicata al talento dell’artista e disegnatore comasco, si è seguito un percorso emozionale che attraversa temi e colori, più che un percorso cronologico. Perché Alvaro ha saputo interpretare con sensibilità personale, in ogni momento della sua carriera, le tendenze più diverse dello stile. In omaggio alle donne, muse e destinatarie dei tessuti da lui disegnati, sono esposte anche alcune delle “Donne di Alvaro”, essenziali e sensuali opere in rosso e nero di figure femminili. Maria Luisa Govoni


Alvaro Molteni – noto come Alvaro - nasce a Como nel 1920. Si forma alla Scuola d’Arti e Mestieri “Gabriele Castellini” di Como. Già durante gli ultimi anni scolastici, lavora come apprendista nello studio del pittore Piero Persicalli, che a sua volta produceva disegni per tessuti. In quel periodo erano attivi anche gli studi di disegni tessili di alcuni degli artisti del Gruppo Como che, nel solco della ricerca delle avanguardie del ‘900, anche sul Lario avevano trovato nella collaborazione con l’industria della moda una felice possibilità di espressione (e, in alcuni casi, anche di sostentamento). È in questo clima che, ottenuta la qualifica di disegnatore professionale, Alvaro passa allo studio Sala e Galli, e conosce poi Aldo Galli. Lavora subito dopo nello studio di disegni di Carla Badiali e inizia a frequentare con sempre maggiore assiduità Manlio Rho, sviluppando la propria formazione artistica sotto la guida dei grandi Astrattisti comaschi, sempre parallelamente alla professione di disegnatore tessile.

Attivo dunque nella ricerca artistica fin dalla fine degli anni ‘30, sposa la carriera di disegnatore tessile aprendo uno studio intorno al 1945 con l’amico Sandro Gabaglio. Si cimenta poi nell’attività imprenditoriale con una propria stamperia, La Milanesa (all’inizio degli anni ’50), e quindi con un altro studio composto da otto disegnatori, dal 1955 al 1962, anno in cui inizia la collaborazione in esclusiva con Antonio Ratti. Sul versante artistico, l’attività di Alvaro rimane segreta, ma molto feconda, fino al 1983, quando inaugura una mostra personale alle Serreratti di Como, cui fanno seguito numerose altre esposizioni e partecipazioni a pubblicazioni curate da critici del calibro di Luciano Caramel, Carlo Belloli e Luigi Cavadini. A testimonianza della sua contiguità con lo storico Gruppo Como, oggi opere di Alvaro sono esposte nella sala dedicata agli “Astrattisti della seconda generazione” della Pinacoteca Civica di Como e presso il Museo Parisi-Valle di Maccagno (VA).


Dopo la sua scomparsa, nel 2015, le figlie hanno deciso di donare al Museo Didattico della Seta di Como una parte dei disegni per tessuti che Alvaro ha conservato lungo tutta la sua carriera, archiviando meticolosamente disegni per foulard, per confezioni, per arredamento, per cravatte prodotti da lui e dai suoi studi e rimasti invenduti. Oltre a questa ricca documentazione professionale, Alvaro ha lasciato la testimonianza del suo creativo modus operan-

di che si traduce in una miniera di schizzi, appunti, ritagli di ogni genere di suggestione, referenze tessili, lettere e carteggi con i clienti e gli stilisti che gli commissionavano disegni. Tante, affascinanti tracce del modo di lavorare di una mente creativa che ha saputo trasfondere nella professione quella instancabile ricerca di bellezza, equilibrio e armonia espressa nelle sue opere d’arte.


ALVARO MOLTENI THE ART OF SILK Alvaro Molteni – known simply as Alvaro – was born in Como in 1920. He trained at the Gabriele Castellini School of Arts and Trades in Como, and while still a student began working as an apprentice in the studio of painter Piero Persicalli, who specialized in textile designs. In that period there were other design studios in the area run by artists of the Gruppo Como who, cultivating the avant-garde ideas of the early 20th century, found a felicitous opportunity for expression (and in some cases, livelihood) by collaborating with the local fashion industry. It was in this climate that Alvaro, by now a certified professional designer, joined the Sala and Galli studio, where he met Aldo Galli. Soon thereafter he moved to Carla Badiali’s studio and began to frequent Manlio Rho with increasing assiduousness, developing his artistic identity under the guidance of the great abstractionists of Como while continuing to work as a textile designer. After a number of entrepreneurial adventures running his own studios from 1943 to 1960, he was offered an exclusive contract by the great Como industrialist Antonio Ratti in 1962, a creative and professional relationship that lasted 30 years, during which Alvaro created designs for scarves, clothing, furniture and neckties for the most renowned fashion houses around the world. After his death in 2015, Alvaro’s daughters decided to donate to the Como Silk Museum a part of the textile designs that had not gone into production, which he had meticulously archived throughout his career. In addition to this rich documentation, Alvaro also left testimony of his creative modus operandi, which translates into a mother lode of sketches, notes, fabric samples of every genre, letters and documents relative to his dealings with the buyers and stylists who commissioned his designs.


Il concetto di astrazione, che sta alla base del percorso artistico di Alvaro, si è espresso con grande varietà di interpretazioni anche in tutta la sua produzione di disegnatore tessile. È proprio l’astrazione il “marchio di fabbrica” delle sue creazioni. Marchio che del resto imprimeva, in forma di un francobollo ex-libris riproducente il suo quadro-manifesto del 1943, sul retro di ogni suo disegno. A seconda dei temi che le diverse committenze richiedevano, Alvaro creava con il proprio stile. Che fossero fiori, motivi geometrici, conversationals, composizioni ispirate all’arte o a grandi stilisti, lui ci metteva qualcosa di personale e riconoscibile: lo “stile Alvaro” (termine coniato da Antonio Ratti), apprezzato anche dalle grandi firme internazionali. Il rapporto con le maisons francesi è ad esempio documentato da un vario carteggio con lo stilista di Balenciaga, negli anni ’70.

L’occasione della mostra di una selezione di materiali provenienti dalla donazione Alvaro Molteni al Museo della Seta di Como offre quindi un sintetico ma emozionante excursus attraverso la sua feconda vena creativa. Dai foulard che sembrano veri e propri quadri astratti, ci si imbatte in suggestioni futuriste per poi ritrovarsi immersi nell’aneddotica della vita quotidiana declinata nei disegni conversationals; o tra fiori, letti a volte in chiave geometrica, a volte del tutto stilizzati. Gli sport e i paesaggi offrono spunti da trattare con l’immancabile astrazione geometrica. L’ispirazione di Alvaro non ha confini: anche una semplice cancellata in ferro battuto diventa il pretesto per il motivo di una sciarpa. Un lampione e la sua ombra scandiscono il ritmo in bianco e nero di un foulard. Volti e figure femminili si traducono in linee e macchie di colore.


Disegno astratto per foulard, 1955.


Disegni per arredamento anni '90.


Foulard, anni '60.



Foulard, anni '70.


Alvaro ha prodotto anche per la cravatteria. Già nei disegni risalenti agli anni ’40 dal tratto naïf (a destra), si nota la ricerca di corrispondenza e di equilibri geometrici.

Una ricerca che si tramuta anche in esercizio artistico, nella creazione di una cartella e di una serigrafia ispirate alla cravatta (sopra), donate dall’artista al Mu­seo della Seta di Como nel 1997.


Disegni per cravatte, 1948-52.


La geometria si ripropone in chiavi diverse: trasforma un disegno ispirato allo sport in un insieme di righe e pois; diventa un’esplosione di segni e colori in un fuoco d’artificio, oppure matrice di segno violento. Anche le tendenze dettate da firme famose vengono rivedute e corrette da Alvaro, pur rispettando le richieste del mercato tessile. Come accade per lo “Stile Pucci”, fatto di pulsanti forme organiche, motivi geometrici, effetti ad illusione ottica da tutti imitati fino ad oggi.


Foulard, anni '70.


Lo Stile Pucci, interpretato da Alvaro negli anni '90.



Disegni per sciarpe della serie "Ferro battuto", 1945-47, ripresi per Ratti nel 1991.


Sciarpe 1947-50.


Con il termine conversationals si intendono alcuni disegni dove il linguaggio è il disegno stesso, che trasforma in linee e colori le parole. La composizione risponde ai canoni delle conversation pieces: scenette di vita quotidiana di carattere intimo e familiare che si rifanno a un genere di pittura in voga in Inghilterra tra il XVII e il XVIII secolo. Dagli anni ’40, questo genere di soggetti diventa molto popolare anche nella stampa dei tessuti e si ispira sempre più all’attualità della vita sociale e agli avvenimenti storici.


Sogni e suggestioni di vita degli anni '50.


Foulard, 1957 circa.

Pannello, anni '80.


Disegni per confezioni: 1992, a sinistra; 1958, a destra.


Confezione,1990.


Ex-libris che riproduce il quadro-manifesto del 1943 di Alvaro Molteni, apposto su tutti i suoi disegni per tessuti.

Questa mostra è stata realizzata grazie alla tassa di soggiorno.

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L’occasione della mostra di una selezione di materiali provenienti dalla donazione di Alvaro Molteni (1920-2015) al Museo della Seta di Como offre un sintetico ma emozionante excursus attraverso la feconda vena creativa dell’artista che, formatosi nel clima dell’astrattismo comasco degli anni ’40, per tutta la vita fu anche disegnatore tessile. The exhibition of a selection of materials from the donation of Alvaro Molteni (1920-2015) to the Como Silk Museum offers a concise and exciting journey into the prolific creativity of an artist whose identity was forged in the heyday of the Como abstractionists of the 1940s, and who also worked as a textile designer for his entire life. con il patrocinio di:


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