Laroccamaggio2016

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Anno XXIII Maggio 2016 €. 1,00 Copia omaggio

Etica e virtu’

nella vita e nella società e Gioacchino Arnon Il primo radiologo siciliano

IN QUESTO NUMERO: Attività della Fondazione Amoris Laetitia Cefalee: il parere medico Attività culturali a Marineo Programma della Festività del Corpus Domini


Noto, l’infiorata ospita il mondo… e anche Marineo Si è svolta a Noto, in perfetta sincronia con i giorni dell’infiorata (12-15 Maggio 2016), la sesta edizione del Congresso internazionale delle Arti Effimere, il cui tema era “tradizioni, miti e leggende”, interpretato dalle delegazioni dei Paesi ospiti. Oltre Noto, rappresentavano la Sicilia: Castelbuono, Pachino e Marineo, quest’ultimo tramite una delegazione della Confraternita del SS. Sacramento, promotori locali dell’infiorata. Quattro giorni intensi, raccontano i nostri rappresentanti, fatti di momenti di studio, convegni, workshop, dove gli operatori del settore hanno messo a confronto le proprie esperienze, conoscenze e abilità: una manifestazione che ha

raccolto apprezzamenti e consensi in ogni parte del mondo – 30 diverse delegazioni, tra cui Genzano, Corea, Tokio, Mexico, Mosca, Polonia, Spagna, Malta, Tibet... Emozione, soddisfazione, entusiasmo e professionalità sono le parole chiave che hanno scandito tutta la manifestazione. “Il Congresso è incontro e confronto, ma soprattutto momento di fraternità, si lavora fianco a fianco, ed è questo modello che noi dob-

biamo imitare, in un mondo pieno di fratture e incomprensioni tra i popoli”. Da queste dichiarazioni si evince che questo “appuntamento” nella città barocca sta diventando ogni anno sempre più importante e sempre più atteso da coloro che condividono l’arte dei tappeti colorati come espressione della propria cultura. Confr. SS. Sacramento Marineo


attiVitàl’EditorialE dElla FoNdaZioNE

Etica e virtù nella vita e nella società. Un’utopia, una speranza, un impegno

CHE APPETITO HAI? di Giovanni Perrone Secondo Aristotele l'appetito rappresenta la naturale tendenza che spinge ogni uomo a realizzare ciò che egli ritiene “bene”. Il concetto di bene è strettamente connesso al modo di intendere la vita e alla maniera di porsi nei confronti degli altri e nella società. Il recente studio dell’Ocse, Trust in Government, analizzando comparativamente la situazione di 29 Paesi nel mondo nei riguardi della corruzione evidenzia la necessità che, sin dai primi anni di vita, si insegni e si faccia esercitare l’etica della buona cittadinanza. Purtroppo, la situazione italiana non risulta tra le migliori. Perciò il rapporto richiama la responsabilità di tutte le istituzioni chiamate ad aver cura della crescita dei buoni cittadini. Anche i cittadini, però, debbono sapersi prender cura delle istituzioni. Infatti, sovente, sono i cittadini non virtuosi che rendono le istituzioni vuote di valore e ricche di malaffare. Il vivere eticamente è il prendersi “cura di sé, cura degli altri, cura delle istituzioni” (P. Ricoeur). Si matura la capacità di prendersi cura sin dalla nascita, grazie all’impegno e all’esempio di educatori-accompagnatori e alla vita in ambienti che favoriscono l’esercizio delle virtù. L’etica della cura interagisce con l’etica della giustizia grazie ad un’idea di bene (il cosiddetto bene comune) che accomuna l’io e l’altro. E’ la disponibilità ad “essere pronti” per l’altro che caratterizza l’agire con cura. In questo numero de La Rocca ricordiamo il professore Gioacchino Arnone che nella sua vita, grazie al suo impegno sociale e professionale, ha testimoniato l’esercizio di varie virtù civiche. Non c’è vita etica senza l’esercizio delle virtù. Mi riferisco alle virtù umane e civiche che bene interagiscono con quelle promosse dalla religione, anzi ne favoriscono la maturazione. “La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Le virtù umane

sono attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell'intelligenza e della volontà che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede. Esse procurano facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona. L'uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene. Ogni virtù consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé. Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete”. Così afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica. Alcune virtù hanno la funzione di cardine; sono dette cardinali: la giustizia, la fortezza, la prudenza e la temperanza. Infatti «se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Le virtù insegnano, infatti, la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza» (Sap 8,7). Attorno ad esse gravitano le altre virtù. Le virtù non sono declamate ma vissute, maturate giorno per giorno, anche nelle piccole scelte ed azioni della nostra quotidianità. L’appetito del bene orienta e sostiene nel compiere scelte di qualità e nel far diventare il vivere virtuoso uno stile di vita. E’ un buon appetito che sin dall’infanzia spinge ogni persona a diventare protagonista e a spendersi per crescere e per far crescere in maniera eticamente corretta. Penso metaforicamente ad un ristorante che riempie la strada di buoni profumi, presenta piatti che stimolano occhi, pancia e cervello, offre anche la possibilità di imparare a cucinare

piatti prelibati e, nel contempo, coinvolge i clienti nel mettere a frutto ciò che sanno fare. L’esempio, l’apprezzamento e il fraterno accompagnamento trascinano verso il bene. Perciò ogni istituzione, a partire dalla famiglia, deve essere considerata e vissuta come spazio educativo, luogo ove ci si nutre di atti virtuosi. La stessa attenzione alla legalità, oggi sovente richiamata e manifestata, non ha valore se non è strettamente connessa alla virtù della giustizia e al concreto e quotidiano impegno perché la giustizia sia il modo naturale di essere e di agire di ogni persona e di ogni istituzione. Occorre, però, un maggiore e condiviso impegno per garantire a tutti una buona educazione; un patto educativo che accomuni famiglie, scuola, istituzioni civili ed ecclesiali, associazioni. A proposito, Papa Francesco insiste parecchio sulla necessità di educare al buono, al bello e al vero. Recentemente ha affermato che “ci sono tre linguaggi: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore, il linguaggio delle mani. L’educazione deve muoversi su queste tre strade. Insegnare a pensare, aiutare a sentire bene e accompagnare nel fare. Occorre cioè che i tre linguaggi siano in armonia; che il bambino, il ragazzo pensi quello che sente e che fa, senta quello che pensa e che fa, e faccia quello che pensa e sente. E così, un’educazione diventa inclusiva perché tutti hanno un posto; inclusiva anche umanamente”. Queste sono indicazioni per una via virtuosa. Siamo tutti chiamati a profumare di virtù, in modo che il buon profumo riempia case, scuole, istituzioni e aiuti ciascuno a maturare quella cittadinanza attiva necessaria a star bene e a risolvere i complessi problemi del nostro tempo. Un augurio: Che si eviti ogni sorta di tiepidezza, devianza o anoressia etica. Il nostro appetito sia sempre di qualità perché bello, buono e vero!

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Gioacchino Arnone Il primo radiologo siciliano

Un convegno per ricordare i 140 anni dalla nascita del professore marinese. Medico, docente, sindaco e consigliere provinciale. Un uomo generoso, che ha lasciato di sé una traccia indelebile, anche grazie alle attività portate avanti dalla sua Fondazione.

di Nuccio Benanti

La Fondazione Arnone ricorderà con un convegno i 140 anni dalla nascita di un marinese illustre: Gioacchino Arnone (1876-1958). Prevista, tra gli altri, la presenza del professore Adelfio Elio Cardinale, radiologo di fama internazionale e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo. Il medico marinese agli inizi del Novecento fu un protagonista indiscusso nel campo degli studi della medicina clinica e della radiologia,

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nonché della vita politica e sociale della provincia di Palermo. Uomo generoso, dal portamento nobile ed elegante, ha lasciato di sé una traccia indelebile, anche grazie alle attività della fondazione culturale da lui voluta e che, dal 1982, porta avanti numerose iniziative socioculturali in suo nome. Gli studi Gioacchino Arnone nacque a Marineo il 12 gennaio 1876: i suoi genitori, Salvatore Arnone e Giuseppa Maggio, abitavano nel Corso dei Mille, al civico 150. Dotato fin da piccolo di spirito critico e di una spiccata intelligenza, dopo aver frequentato con profitto le scuole elementare e media, venne avviato dalla famiglia agli studi superiori

nel capoluogo siciliano. Terminati con successo gli studi classici al Liceo Umberto I, si iscrisse in Medicina presso l’Università degli Studi di Palermo. Si laureò sei anni dopo, il 23 luglio 1901, ottenendo il massimo dei voti (110 su 110 e lode) discutendo una tesi di laurea dal titolo “Il valore reale della radioscopia in cardiologia”, successivamente data alle stampe. Il Museo della Radiologia di Palermo espone l’originale della tesi manoscritta tra i suoi cimeli più antichi ed annovera il laureando Gioacchino Arnone come “il primo radiologo siciliano”. Medico e radiologo Nel 1914 il giovane medico marinese conseguì l'abilitazione alla do-


Marinesi illustri

cenza in "Patologia sperimentale medica". Dal 1901 al 1919 diresse l'Istituto radiologico della Regia clinica medica di Palermo, e nel 1932 ottenne anche il titolo accademico abilitante in "Radiologia medica". Inoltre, durante la Grande guerra, da ufficiale medico, prestò servizio nell'Istituto radiologico per i ricoverati dell'Ospedale militare Principe Umberto, dell'ospedale Tasca Lanza e dell'ospedale della Croce Rossa a Palermo. Il quel periodo partecipò, anche in qualità di organizzatore, a numerosi convegni di medicina tenuti nelle principali città italiane. Lavorò, inoltre, come assistente di ruolo alla Clinica Medica di Palermo, diretta dal professore Gaetano Rummo. Nella clinica medica dell'ateneo, a partire dal 1901, era stato impiantato uno dei primi gabinetti radiologici universitari italiani. Gioacchino Arnone è oggi considerato uno dei pionieri della radiologia in Sicilia: a partire da quella sua prima tesi di laurea, avente come oggetto l’importanza della radiologia per la diagnosi delle malattie cardiovascolari, la sua bibliografia arrivò a contare oltre ottanta titoli tra saggi a stampa e pubblicazioni in riviste scientifiche, molte delle quali su temi riguardanti, appunto, le sue ricerche e le nuove scoperte nel campo radiologico. I suoi interventi venivano spesso ripresi dagli organi di stampa che lo definivano “un uomo di grande cultura”, per aver portato in tutti i congressi di medicina e di radiologia un contributo di originalità. Per il prestigio accumulato nel campo degli studi di radiologia, l'università di Palermo ospitò, nel 1923, Congresso nazionale della Società italiana di radiologia medica.

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Arnone aprì a Palermo, in via Libertà, una clinica privata per le cure mediche, dove venivano anche praticati interventi di radiochirurgia. Nello stesso periodo realizzò, tra Palermo e Monreale una seconda clinica: la Casa di cure “San Ciro”. L’attività politica La sua carriera politica iniziò, invece, nel 1910, quando fu eletto sindaco di Marineo. Sanità, istruzione e assistenza alle famiglie indigenti furono le sue priorità. A quel periodo si devono i lavori di costruzione dell'edificio scolastico “San Ciro”, le ricerche di sorgenti idriche per portare l’acqua potabile nelle case del paese e la successiva costruzione del primo acquedotto comunale. Pure in quegli anni il Comune realizzò la rete fognaria e riordinò numerose strade del centro abitato. Gli anziani lo ricordano anche come il sindaco che fece illuminare la croce della Rocca, rimasta poi spenta tra le pieghe di magri bilanci comunali. In seguito, Arnone fu anche consigliere della Provincia di Palermo e prese a cuore la questione dell’ampliamento del territorio comunale, ritenuta indispensabile per un corretto sviluppo economico ed urba-

nistico del piccolo centro abitato. Nel 1934 svolse, inoltre, la funzione di Commissario prefettizio per l’amministrazione del Comune di Marineo e a seguire fu nominato Podestà con regio decreto. Iniziative culturali e benefiche Di animo generoso, nelle sue cliniche palermitane aiutò numerosi compaesani. Tra le opere di beneficenza ricordiamo la costruzione della Chiesa del cimitero di Marineo, che custodisce al suo interno un busto del medico marinese. Morì il 23 giugno 1958, lasciando come usufruttuaria dei suoi beni la moglie Agata Rutelli (seconda moglie, dopo la morte di Rosalia Pecoraro) e destinando, dopo la morte di quest’ultima, tutti i suoi beni all’Università di Palermo, alle Collegine e alle iniziative culturali e benefiche della Fondazione a lui intestata. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Palermo. In suo onore, il 23 dicembre del 1995, su proposta delll’allora presidente delle Fondazioni, avv. Domenico Lo Vasco, è stato posto un busto bronzeo nella "Villa S.Ciro". Numerose sono state, infine, le attività organizzate in suo nome dalla Fondazione in oltre trenta anni di attività: dalla scuola di musica ai corsi professionali di liuteria, dalla fondazione del gruppo di teatro alla nascita della locale banda musicale, dai corsi di lingue alle attività dell’università popolare. Da diversi anni la Fondazione cura l’organizzazione del premio di poesia “Città di Marineo” ed è l’editore di questa rivista (La Rocca) fondata nel 1993. L’Università di Palermo bandisce, inoltre, un importante concorso per l’assegnazione di un premio di specializzazione “Gioacchino Arnone” riservato agli studi di radiologia. La Rocca 5


Formazione

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Scuola di musica, corsi a Marineo e Mezzojuso Nuova offerta formativa a partire dal canto moderno, chitarra elettrica, batteria e soprattutto ampio spazio sarà dato ai laboratori di musica d’insieme.

Si fermeranno a giugno, per la pausa estiva, le attività della Scuola di Musica delle Fondazioni Culturali "G. Arnone". Sulla base delle domande presentate in segreteria, sono stati avviati corsi di solfeggio, chitarra (maestro Antonio Di Rosalia) e pianoforte (maestro Salvatore Garofalo). La novità di quest’anno è stata l’apertura di una sezione staccata della Scuola di Musica a Mezzojuso, dove la dirigente dell’Istituto compensivo, dott.ssa Elisa Inglima ha concesso in comodato d’uso gratuito i locali scolastici. “L’esigenza di aprire una succursale a Mezzojuso - spiega il coordinatore dei corsi musicali, prof. Giuseppe Taormina - era stata manifestata da alcuni genitori. In particolare, la professoressa Antonella Parisi (docente presso la Scuola Media Luigi Piran-

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dello di Marineo), che ha sentito parlare molto bene dei corsi musicali della Fondazione. Avendo a cuore la formazione dei giovani del suo paese, ha svolto un lavoro di mediazione tra la Fondazione, le famiglie dei ragazzi iscritti e l’Istituto Comprensivo Villafrati-Mezzojuso. Tutti hanno mostrato la massima disponibilità e, dopo aver regolarizzato i dettagli amministrativi, si è avviata l’attività già da quest’anno. Così, nel mese di marzo, dopo aver svolto le pre-selezioni e aver accertato le competenze musicali dei ragazzi si è dato il via alla nuova succursale della scuola della Fondazione Arnone, in via sperimentale. Dopo la pausa estiva, se verranno confermate le iscrizioni, si procederà anche ad una inaugurazione e all’apertura ufficiale della nuova sede”.

Anche il presidente della Fondazione, arch. Guido Fiduccia, ha accolto con entusiasmo la proposta di creare una succursale della scuola musicale. “Potenziando le attività culturali dice l’arch. Guido Fiduccia - intendiamo dare nuovi stimoli a tutti i giovani del territorio. Se perverranno nuove richieste, per il prossimo anno l’offerta formativa darà spazio anche a nuove materie di studio, a partire dal canto moderno. Intendiamo organizzare anche dei laboratori di musica d’insieme, utilissimi alla formazione musicale dei giovani”. “La convenzione con la Fondazione Arnone - spiega la dirigente, dott.ssa Elisa Inglima - è l'esito di un processo di dialogo che a Mezzojuso ha coinvolto la scuola, le famiglie, gli enti locali e non ultime le associazioni del territorio. Una scuola al servizio della comunità, capace di fornire alle giovani generazioni ulteriori occasioni di sviluppo: questi sono i valori che hanno sostenuto la scelta di avviare un sodalizio con la Fondazione e che oggi trovano conferma nell'entusiasmo di bambini e ragazzi accostatisi per la prima volta allo studio del pianoforte o della chitarra. L'IC Villafrati-Mezzojuso, nello spirito della recente legge 107/2015, in tutti i comuni di pertinenza, continuerà come ha fatto in questi anni a promuovere tutte le iniziative che si pongono in continuità con la sua offerta formativa, nella prospettiva di una formazione sempre più integrata, inclusiva e permanente”. Dal mese di settembre verranno raccolte le nuove richieste d’iscrizione. I corsi sono aperti agli studenti dai sei anni di età, fino ad un massimo variabile sulla base dello strumento richiesto. N.B.


Formazione

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Fondazione: corso di micologia ed escursioni al bosco di Ficuzza i corsisti hanno ricevuto un attestato di partecipazione utile ad ottenere la licenza per la raccolta di funghi. Anche quest’anno le Fondazioni Arnone hanno organizzato con successo un corso di micologia finalizzato al conseguimento del patentino di raccolta dei funghi epigei – Legge Reg.le 1 febb. 2006 n. 3 art. 2 – Il corso è stato autorizzato dall’Assessorato Regionale del Territorio e dell’ Ambiente – Ispettorato Ripartimentale delle Foreste. Le lezioni sono state tenute dal micologo prof. Carmelo Raineri. Nel corso delle lezioni

sono state organizzate delle escursioni con delle dimostrazioni di raccolta funghi. Il corso è un bagaglio indispensabile per quanti si avventurano nel nostro territorio. L’iniziativa ha, infatti, anche la finalità di sensi-

bilizzare la cittadinanza al rispetto della natura ed alla tutela del territorio e della salute pubblica. Con i periodici corsi, la Fondazione intende formare personale qualificato per una corretta raccolta di funghi.

Corsi di lingue Attualmente possedere delle competenze linguistiche certificate a livello internazionale, specialmente dei livelli B1 e B2 è sempre più richiesto nel settore lavorativo. Il Ministero della Pubblica Istruzione rende noto il valore di tali titoli soprattutto quelli del Trinity della lingua Inglese e quelli del DELF della lingua Francese. Le certificazioni sono utili anche al fine dell’acquisizione di crediti formativi e di crediti universitari, servono al personale docente interessato al CLIL e al TFA, al personale impiegato nell’ambito scolastico al fine del punteggio in concorsi interni e sono richieste nei concorsi di ogni

genere oltre che nelle imprese commerciali di diversi settori (import-export, turismo, marketing, ecc.) Presso la sede delle Fondazioni culturali G. Arnone di Marineo vengono organizzati corsi di tutti i livelli di competenze che corrispondono a i livelli stabiliti dal Consiglio d’Europa nel Quadro Comune di riferimento per le lingue. Le lezioni, finalizzate in particolare alla preparazione per il conseguimento della certificazione, sono tenute da docenti madrelingua con competenze didattiche certificate, i quali dopo la preiscrizione presentano dei test gratuiti ai futuri corsisti al fine di valutare le compe-

tenze in ingresso e la tipologia del corso col rispettivo livello. Anche quest’anno nei mesi di maggio e giugno i corsisti della Fondazione sosterranno gli esami per conseguire le certificazioni delle loro competenze. Prossimamente presso la sede della Fondazione G. Arnone di Marineo altri corsi di lingua verranno attivati al raggiungimento del numero minimo degli iscritti. Margherita Ferrantelli La Rocca 7


Formazione

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Università Popolare: letteratura, hobby, salute e medicina ai temi dello scorso anno sono stati aggiunti nuovi corsi riguardanti il lavoro femminile. Mentre il corso di Medicina, coordinato dal dott. antonetto Provenzale, ha visto la partecipazione di numerosi medici specialisti.

Anche per l’anno accademico 2015/2016 i corsi offerti dall’Università popolare “G. Arnone” hanno avuto una buona accoglienza da parte della cittadinanza. Grazie alle nuove adesioni, l’offerta formativa è stata arricchita di nuovi contenuti. Ai temi di medicina, letteratura e tradizioni popolari, già proposti lo scorso anno, sono stati infatti aggiunti corsi riguardanti la conoscenza del lavoro femminile marinese e l’arte della decorazione. Ecco i corsi avviati quest’anno e i nomi dei docenti: “Ottocento e Novecento. Metamorfosi sociale e letteraria” (Maria Cira Muratore); “Dall’Impero universale di Dante

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all’Unità europea” (Benedtto Daidone); “Memorie e dialetto” (Franco Vitali); Taglio e cucito (Rao Fina); “Decoupage” (Teresa Asciutto); “Micologia” (Carmelo Raineri); “Impara a conoscere la schiena” (Paolo Catanzaro); “Medicina” (Antonetto Provenzale). Il corso di Medicina A partire dai mesi di novembre e dicembre il dott. Antonetto Provenzale ha curato le lezioni di anatomia e fisiopatologia: dell'apparato scheletrico, dell'apparato digerente, dell'apparato respiratorio, dell'apparato cardio-circolatorio e dell'apparato uro-genitale. Da gennaio sono stati trattati nuovi argomenti

riguardanti lo stile di vita e le strategie per vivere meglio, con particolare riferimento all’attività fisica, alimentazione, alcool, fumo e droghe. Sono stati, inoltre, ospiti la dott.ssa Claudia Ribaudo, biologo-nutrizionista, per parlare di “Alimentazione e benessere''; la Misericordia di Marineo ha illustrato le “Tecniche di rianimazione cardio respiratoria e di disostruzione vie aeree” con esercitazioni su manichino; la dott.ssa Cettina Tuzzolino, odontoiatra, ha parlato di “Carie, prevenzione e terapia”; la dott.ssa Diana Spataro, odontoiatra, ha curato la lezione di “Aanatomia e fisiopatologia del cavo orale”; la dott.ssa Alessia Tegoletto, psicologa” ha parlato dello “Stress della dieta”; il dott. Giuseppe Puccio, infermiere, ha trattato il tema della prevenzione primaria. Il dott. Antonetto Provenzale ha voluto fare, inoltre, una programmazione coinvolgendo dei medici specialisti ai quali sono stati affidati degli approfondimenti. Il primo è stato il dott. Claudio Di Ganci, fisiatra, che ha trattato il tema de “Il ruolo della medicina fisica e della riabilitazione”; il dott Giuseppe Alagna, specialista in posturologia e pato-meccanica del piede ha parlato di “Diagnosi prevenzione e cura della patologia del piede”; la dott.ssa Maria Fazio, responsabile U.O.S. Medicina delle urgenze Ospedale Bucchieri La Ferla, ha trattato il tema “La cardiopatia ischemica”; il prof. Massimo Petronio, docente di ginecologia, per il tema ''La menopausa nel terzo millennio”; il dott Michele Gulizzi, direttore dell' unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione Asp Palermo, di “Sterilita,


Formazione

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Premio di poesia, il bando della 42a edizione

epidemiologia diagnosi e terapia”; il dott. Danilo Canzio, responsabile Spoke terapia del dolore policlinico ''Paolo Giaccone'' - Universita' degli Studi di Palermo di ''Uso razionale dei farmaci per la terapia del dolore''; la dott.ssa Mery Ruggirello (nella foto a sinistra), neurofisiopatologa Ospedale Bucchieri La Ferla di “Parkinson e cefalee”'; il prof. Gianfranco Cupido (nella foto in alto con il dott. Provenzale), docente universitario di otorinolaringoiatria di “La voce, fisiologia patologia e terapia delle disfunzioni vocali”. A conclusione, previsti gli incontri con il dott. Alessio Lo Coco, specialista in endocrinologia, de’ “La tiroide gozzo noduli tiroiditi”; il dott. Giuseppe Siragusa, specialista in chirurgiagenerale, del tema “I tumori del colon, come prevenirli e nuove strategie chirurgiche”. Per alcuni incontri con specialisti è stata data la possibilità di partecipare anche a non iscritti al corso. Da segnalare i rapporti cordiali che si sono istaurati tra docenti e partecipanti al corso. N.B.

Pubblicato il bando della quarantaduesima edizione del Premio Marineo, curata come ogni anno dalle Fondazioni Culturali “Gioacchino Arnone”. Anche quest’anno il Premio si articola in quattro sezioni: Apoesia in lingua italiana edita; Bpoesia in lingua siciliana inedita; Cpoesia in lingua siciliana edita; Dsezione speciale internazionale. Partecipazione degli autori: – sezione A – gli autori potranno partecipare mediante l’invio di una raccolta di poesie in lingua italiana pubblicata tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 marzo 2016. Le opere concorrenti dovranno essere inviate in dieci copie, unitamente ad una scheda contenente i dati anagrafici e i recapiti postali e telefonici dei poeti. – sezione B – gli autori potranno partecipare inviando una silloge di 30 poesie inedite in lingua siciliana con traduzione italiana non in versi. Dovrà pervenire in dieci copie recanti ciascuna in calce generalità, indirizzo e recapito telefonico dell’autore. Allegare anche copia su cd rom. – sezione C – gli autori dovranno inviare una silloge edita in lingua siciliana, stampata fra il 1° gennaio 2015 ed il 31 marzo 2016, in dieci copie, unitamente ad una scheda contenente i dati anagrafici e i recapiti postali e telefonici dei poeti. Gli elaborati non saranno restituiti. Non verranno ammessi poeti che, dal 2011 in poi

siano risultati già vincitori del primo premio nella stessa sezione. Il giudizio della Commissione giudicatrice è insindacabile. Le Fondazioni Culturali, inoltre, nell’ambito della sezione speciale D, indicheranno la personalità a cui assegnare il Premio Internazionale. Potrà essere attribuita una targa premio ad un’opera straniera tradotta in lingua italiana e pubblicata tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 marzo 2016 . Tutti i concorrenti dovranno trasmettere le opere, improrogabilmente (farà fede la data del timbro postale), entro e non oltre il 31 maggio 2016 alla Segreteria del Premio: presso Fondazioni Culturali “G. Arnone”- Piazza della Repubblica 20 – 90035 Marineo – tel. 091/ 8726931 — e mail: info@fondazionearnone.it. Il vincitore del Premio della sezione A riceverà una borsa di studio di Euro 1000. Al vincitore del Premio sezione B la cui silloge sarà pubblicata e distribuita nelle librerie da una nota casa editrice, con regolare contratto editoriale, verrà inoltre offerta una targa premio. Il vincitore del Premio della sezione C riceverà una borsa di studio di Euro 1000. Il vincitore del Premio Internazionale riceverà una borsa di studio di Euro 2000. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione di tutte le norme del presente bando. La cerimonia di premiazione avrà luogo a Marineo, domenica 4 settembre 2016. La segreteria La Rocca 9


attualità

iNForMaZioNE E ForMaZioNE

Io profugo Quali traumi psicologici provoca l’immigrazione sui minori? il parere della pedagogista. di Maria Cinzia ragusa

“In fuga dalle proprie cose, in balia delle onde, sui barconi affollati (...)” Queste sono le storie di migliaia di bambini che con le loro famiglie, e anche senza, tentano di attraversare ogni anno il Mediterraneo, per chiedere asilo in Europa, lontani dalle bombe e dalla guerra. Ma troppo spesso, però, le loro storie finiscono in mare, senza nessuna speranza, né sogni, né posti migliori dove costruirsi una vita. Per i bambini in particolare, questa traversata vissuta come una tragedia, questo distacco forzato da parenti, amici e famiglie crea, il più delle volte, ansia e tensioni acute, che comprometteranno nei mesi avvenire l'equilibrio psico-fisico del minore, ancora troppo fragile e carente di difese, ricco di incertezze e

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di domande. Mettersi in viaggio per un minore straniero non accompagnato significa lasciare persone care, cose, luoghi nei quali si è vissuto, e dove ci si è sentiti al sicuro. Tutto ciò implica una frattura non indifferenti in un equilibrio che già è precario, e che trova il suo massimo disagio psicologico nella consapevolezza del distacco genitoriale. Così il bambino che arriva in terra straniera, quando entra in contatto con la società che lo ospita, sperimenta un fastidioso senso di inadeguatezza di fronte all'ignoto, avvertendo sentimenti di profonda solitudine e sconforto. Privato della propria identità culturale è invischiato in una realtà che spesso fatica a capire, e dalla quale spesso non viene compreso, il minore straniero viene considerato “génération involontaire”,

generazione involontaria destinata ad incassare colpi. Egli non risulta essere solo immigrato in un determinato territorio ed in un determinato periodo storico, ma viene considerato immigrato nella vita, poichè altri hanno scelto per lui, senza che lo stesso potesse decidere per se stesso, costretto a recidere le proprie origini per aderire ad una cultura maggioritaria che lo taglierà per sempre fuori dalla propria storia, rischiando di renderlo, di fatto, persone “senza radici”, il cui peso si mantiene da generazioni a generazioni successive. Nonostante la Convenzione Internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 fornisca lo schema concettuale ai fini di una completa lettura delle condizioni del minore, inteso anche come immigrato portatore di “cultura altra”, le discriminazioni non tardano a mancare e compromettono la costruzione della struttura più profonda del senso di stabilità e sicurezza del bambino. I traumi psicologici che l'immigrazione provoca nei minori non sono affatto meno gravi delle privazioni materiali. Percependo, infatti, l’insicurezza e il terrore degli adulti, e intuendo di non poter essere adeguatamente protetti dai propri genitori, i più piccoli sviluppano uno stato di stress emotivo che crea fobie di ogni genere. La psiche di un bambino può subire ferite incancellabili a seguito di esperienze traumatiche come un bombardamento, la fuga in preda al panico o la visione di azioni cruenti a danno dei propri familiari, inseguito ai quali si svilupperanno sentimenti di rabbia e di vendetta per le perdite subite nella cerchia dei propri affetti, specialmente per quei minori rimasti a lungo nei campi profughi, orfani o separati dai propri genitori. Un campo profu-


attualità

ghi può rappresentare la salvezza dalla minaccia mortale dalla guerra, ma non è un luogo in cui un bambino può vivere felicemente e a lungo. In questi luoghi, lo stress della guerra e del sovraffollamento si manifestano in molti modi: la forzata convivenza mette a dura prova i rapporti interpersonali, che tende a sviluppare fenomeni di violenza e di abuso, anche nei confronti dei più piccoli, e le carenze igienico-sanitarie sono quasi sempre presenti, e creano terreno fertile per lo sviluppo epidemico di morbillo, colera, meningite, tutte malattie, che rendonno vulnerabili i bambini anche nella loro salute. Per porre fine a questa immane tragedia, che coinvolge non soltanto i popoli che fuggono ma anche quelli che accolgono, bisognerebbe educare gli uomini, tutti, ad una pedagogia dell'accoglienza fatta di azioni concrete e visibili, mosse da un forte senso di responsabilità e solidarietà che dia origine ad un processo di intercultura co-costruita all'nterno del quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare. A tale sentimento di solidarietà occorre unire quello della creatività necessaria a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace, condizione indispensabile di ogni autentico progresso, che spesso viene soffocata dalla mancanza di coraggio o dall'inerzia di quell'erroneo pensiero “che le cose vadano come devono andare”. Se siamo davvero cristiani, come diciamo di professarci, e se davvero portiamo Cristo nel cuore, sappiamo certamente ciò che Lui ci ha insegnato: “Ho vuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato (…) perché in verità vi dico che ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”.

iNForMaZioNE E ForMaZioNE

L’ALBA DI UN GIORNO NUOVO ROMANZO DI LAURA LO MASCOLO L’alba di un giorno nuovo, pur presentando una trama indipendente e autoconclusiva, prosegue lo svolgimento delle vicende – che vedono quale protagonista la ricercatrice siciliana Costanza Altavilla – introdotte dall’autrice nel romanzo del 2013 La trasparenza del miraggio. Nella prosa di romanzo di Laura Lo Mascolo, e nel “ciclo” di Costanza Altavilla in particolar modo, la Sicilia assume il ruolo di vero e proprio perno ideale dell’intera narrazione. La centralità dell’Isola è centralità emotiva, tanto per Costanza, quanto per Klaus Von Schwanden, vero protagonista qui ne L’alba di un giorno nuovo. Se nel primo romanzo abbiamo visto il personaggio di Costanza svilupparsi in una tensione emozionale alimentata dal desiderio di ritornare alle native sponde siciliane (per, quando poi vi fa ritorno, raggiungere la piena maturità nell’amore per Pierre e nel riconciliamento con il padre e la famiglia), ne L’alba di un giorno nuovo osserviamo l’illustre filologo bavarese Von Schwanden che, nell’affrontare la scelta tra coadiuvare od ostacolare l’inchiesta di Costanza sul mistero delle spoglie e del tesoro di Federico II di Svevia, subisce un profondo travaglio interiore nelle remore di un antico vincolo che solo nell’assolata Sicilia riuscirà a sciogliere. Laura Lo Mascolo, L’alba di un giorno nuovo, ed. Qanat, Palermo, maggio 2016, pagg. 132, € 15 La ‘ROCCA, - Giornale periodico delle Fondazioni Culturali "G. Arnone" Piazza della Repubblica, 20 - 90035 Marineo - Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 4/93 decr. 6.3.1993 DIRETTORE RESPONSABILE: Giovanni Perrone REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: Nuccio Benanti SEGRETERIA DI REDAZIONE: Marta Raineri, Giuseppe Taormina HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Michele De Lucia, Nino Di Sclafani, Filippo Fragale, Totò Greco, Maria Cinzia Ragusa, Salvatore Ribisi, Giuseppe Puccio, Tommaso Salerno, Antonino Trantacosti, Franco Vitali. STAMPA: Tipografia Aiello & Provenzano Per le vostre inserzioni su questo giornale: Fondazione Arnone Tel/fax: 0918726931 info@fondazionearnone.it FONDAZIONI CULTURALI "G. ARNONE" CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Arch. Guido Fiduccia (presidente), Suor Eleonora Alongi, Dott. Marco Anello, Dott. Antonino Cutrona REVISORI DEI CONTI: Dott. Roberto Ciaccio

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Giovani

iNForMaZioNE E ForMaZioNE

Bandi e opportunità per i più giovani Zoom on interculturality. Training in Slovacchia a luglio

L’associazione InformaGiovani cerca 2 partecipanti per il Training course “Zoom on Interculturality” organizzato in collaborazione con il nostro partner slovacco Inex, dal 24 luglio al 1 agosto 2016, nell’ambito del programma Erasmus+. Il corso, che coinvolgerà 20 partecipanti da 10 Paesi diversi, si pone l’obiettivo di migliorare la qualità dell’educazione interculturale attraverso maggiori competenze nel campo dei media. Il corso utilizzerà metodologie non formali basate sull'approccio olistico. I partecipanti condivideranno le proprie esperienze, acquisiranno nuove conoscenze e competenze attraverso simulazioni, giochi di ruolo, discussioni, riflessioni e giochi di gruppo.

iG

Da donne a donne. Microcontributi della Maypole Fundation per progetti su nonviolenza e antimilitarismo

La Maypole Fundation è una piccola fondazione britannica creata nel 1996 da un gruppo di donne di diverso orientamento politico ma tutte impegnate nel movimento per la pace. La Fondazione sostiene con microcontributi (importo massimo 750 Sterline, circa 950 euro) dei progetti realizzati da donne su: antimilitarismo; nonviolenza; disarmo; contrasto al mercato delle armi. Il Fondo mira a sostenere in particolare attività che abbiano un impatto diretto ed immediato per la promozione della cultura della pace. La scadenza per la presentazione delle richieste di contributo è il prossimo 30 giugno.

Cultura. Online bando UNESCO per la promozione. Priorità ai giovani

E' online il bando dell'UNESCO per l'accesso al Fondo

per la promozione della Cultura. Si tratta di un Fondo costituito grazie a donazioni ricevute dall'Agenzia dell'ONU da parte di Stati, Organizzazioni e singoli e destinato a sostenere progetti culturali (soprattutto di giovani di età compresa fra 18 e 30 anni). I progetti sostenuti dal Fondo sono finalizzati a promuovere: la cultura come fonte di conoscenza, valori e identità; il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile; la creatività artistica in tutte le sue forme, nel rispetto della libertà di espressione; la cooperazione internazionale e regionale in materia culturale.

MovieMakers. Scambio giovanile ad agosto in Olanda L’Associazione InformaGiovani seleziona 6 partecipanti per lo scambio giovanile "Moviemakers" organizzato in partenariato con l'Agenzia nazionale dei giovani del Liechtenstein del Programma Erasmus+. Lo scambio si terrà nella città di Breda nel nord dell’Olanda dal 5 al 14 agosto. "Moviemakers" è uno scambio giovanile che nasce dall'idea di un gruppo di adolescenti del Liechtenstein appassionati di film e produzione di video. Lo scambio si terrà ad Amsterdam e vede la partecipazione di adolescenti di età fra i 14-16 anni provenienti da cinque paesi: Liechtenstein, Olanda, Slovenia, Spagna e Italia.

Riesci a farlo in 90 secondi? Depic T. Concorso per cortometraggi Non importa quale sia il genere, quale il soggetto e quale il budget per realizzarli. L'importante è che la durata sia non superiore ai 90 secondi! Sono i cortometraggi che possono partecipare al concorso internazionale DepicT 2016! In palio ci sono 2.500 euro e la possibilità di essere conosciuti da un vasto pubblico internazionale durante l'Encounters Short Film & Animation Festival. Per approfondimenti e altre notizie consulta il sito: http://www.informa-giovani.net/


attualità

iNForMaZioNE E ForMaZioNE

Amoris Laetitia e la solitudine di Francesco

Un'acuta analisi sull'amore e sulle sue diverse declinazioni nell'ambito familiare. di Nino di Sclafani

All'indomani della pubblicazione dell'Esortazione Apostolica post sinodale Amoris Laetitia, le prime pagine dei giornali hanno aperto tutti più meno con le stesse parole, con varie sfumature, ma con medesimi caratteri cubitali: "Il papa dà la comunione ai divorziati risposati". Come sovente accade, i media vanno in cerca della tesi di rottura, inseguono lo scoop e, anche quando non sussistono le condizioni, lo creano con sommarie e superficiali letture della realtà. Sintetizzare quasi trecento pagine di testo in un'unica lapidaria affermazione che non coglie l'enorme profusione di argomentazioni che il testo sviluppa, con continui riferimenti al magistero ecclesiale, ai testi sacri e ai documenti dei sinodi tenuti nel biennio 2014-15 proprio sul tema della fa-

miglia, rende approssimativi gli articoli e gli editoriali che seguirono quel titolo, scritti, probabilmente, da chi quel testo manco lo aveva letto integralmente. Peccato per loro. Si sono persi un documento potente nelle sue intuizioni e, nel contempo, scorrevole e chiaro come solo Bergoglio è in grado di fare. Una lettura che richiede tempo e silenzio. Più che un documento sulla famiglia potremo parlare di un'acuta analisi sull'amore e sulle sue diverse declinazioni nell'ambito familiare. Un'indagine che non si attarda più di quanto dovuto su dogmi e catechismi, ma parte dalle persone, dal loro vissuto, dalle grandi difficoltà di questo tempo liquido che scioglie i sentimenti ancor più rapidamente di quanto non impieghi a cucirli o ricucirli. Pur indicando e denunciando i limiti e le fragilità, personali e sociali,

che hanno condotto a questo deterioramento dei secolari legami affettivi tra gli uomini, la voce di Bergoglio non assume mai la tonalità dell'accusa o del rimprovero, ma rimane sempre aperta all'accoglienza ed all'ascolto, piuttosto che proporre digiuni di purificazione si offre come una tisana calda, ristoro di chi si trova nella disperazione e chiede misericordia, non sentenze. Questo approccio, però, non ridisegna nel merito e nei contenuti le verità della fede, rappresenta piuttosto un'innovazione del metodo, nel linguaggio e nella prassi. Così riesce a scontentare gli esponenti più progressisti della teologia d'avanguardia e gli osservatori laici che continuano a parlare di timidità nel pronunciare parole forti e definitive sui temi morali. Malumori che diventano ancor più mormoranti tra i duri e puri della tradizione che hanno oramai dichiarato guerra aperta al papa argentino, tacciato di portare troppe novità, di essere troppo accondiscendente con l'umanità peccatrice che abbandonate le sue radici si è lasciata sedurre dal mondo. Comprenderete pertanto perché ho scelto questa foto emblematica nella sua semplicità e terribile nel senso di solitudine che promana. Per fortuna, mentre gli addetti ai lavori e gli esperti di dottrina prendono le distanze ed usano nei confronti del papa la terribile arma dell'indifferenza, c'è il popolo di Dio che lo acclama, che mai come in questo frangente lo sente vicino alla propria vita, fratello di sofferenza, dispensatore di confidenze che tendono tutte ad una rinascita dello spirito e della speranza, che assicurano la vicinanza di un Dio sempre disposto a perdonare, purché l'uomo lo cerchi, lo incontri e si faccia carico di usare, altrettanta, misericordia per i suoi simili.


Cronaca

CoMUNità

Decoro e viabilità a Marineo incontro-dibattito "decoro e vivibilità: quale progetto per Marineo?" presso la sala conferenze del castello Beccadelli. alcune richieste della Pro loco di Marineo. Nel mese di aprile la Pro Loco di Marineo ha organizzato un incontrodibattito al Castello Beccadelli, su uno dei temi che sta al cuore di molti marinesi, ovvero il decoro del nostro paese e la vivibilità. L' incontro è stato introdotto dal presidente, Ciro Francesco Corrado con una breve relazione nella quale è stato illustrato il percorso che ha condotto all’appuntamento con la cittadinanza. Successivamente ha fatto seguito un secondo incontro tra gli amministratori comunali e i rappresentati delle associazioni locali. A titolo esemplificativo, per ragioni di spazio, si riportano di seguito alcune delle richieste avanzate dalla Pro Loco. Alcune delle richieste • prevenire e contrastare i fenomeni di vandalismo e di incuria del bene pubblico; • manutenzione puntuale e cura del verde pubblico; • eliminare la segnaletica illeggibile, desueta o abusiva (segnaletica stradale, tabelle pubblicitarie, planimetrie del paese....) specie nel centro urbano e nelle arterie principali; • controllo delle affissioni non autorizzate; • regolamentazione del commercio in forma ambulante (specie in prossimità delle piazze e dei monumenti più importanti); • adottare efficaci iniziative per contrastare il trafficò automobilistico ed il parcheggio selvaggio che rendono ogni giorno sempre più difficilmente percorribili ed attraversabili le

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strade, anche le più centrali; • rimozione dei veicoli abbandonati, specie nelle zone di ingresso del paese; • attenzione alle periferie; • rendere omogenei gli interventi di arredo urbano (fioriere, panchine, cestini gettacarte ...); • restaurare le lapidi storiche (a volte non più leggibili); • ripristinare l'impianto elettrico e mettere in atto la necessaria manutenzione dell'acciottolato in piazza Castello e piazza S. Anna; • fornire alle famiglie i contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, ove mancanti; • assicurare la percorribilità dei marciapiedi, spesso ingombri ed occupati da materiale vario, specie in prossimità degli esercizi commerciali; • eliminare i contenitori dei rifiuti dagli ingressi degli esercizi commerciali; • assicurare la necessaria manutenzione delle pensiline in prossimità delle fermate degli autobus; • regolamentare l'installazione dei

pannelli pubblicitari di grandi dimensioni (quello all'ingresso del paese, pericoloso perché impedisce una corretta visibilità, risulta oggi allocato all'interno di un'area destinata alla Protezione Civile); • incentivare i titolari degli esercizi commerciali ad utilizzare, per l'occupazione degli spazi esterni, arredi gradevoli ed omogenei; • curare la manutenzione delle numerose strade dissestate; • migliorare la cura delle zone di ingresso del centro abitato ed affrontare il problema delle radici dei pini sulla via Agrigento e Via Roma; • adottare un regolamento comunale per il decoro urbano e possibilmente dotarsi di un sistema informativo denominato decoro urbano così come hanno già fatto altre amministrazioni comunali; • programmare idonee iniziative in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche in materia di educazione civica e rispetto dell'ambiente; • valutare la possibilità di "adottare" specifici luoghi o siti da parte di Associazioni o altri soggetti disponibili. • realizzare le infrastrutture per l'accoglienza dei turisti (aree parcheggio, segnaletica turistica); • istituzione di una ristretta commissione consultiva che possa collaborare con l'amministrazione comunale nella gestione di tutte quelle iniziative dì ordine turistico, di accoglienza e di vivibilità nonché alla elaborazione di un piano di riqualificazione e di arredo del centro urbano.


Cronaca

CoMUNità

Quando un campo sportivo? “ritardi a causa della normativa che regolamenta le dimensioni dell’area di gioco. l’amministrazione conferma la fine dei lavori entro il 30 dicembre 2016”.

di tommaso Salerno

Tanto agognato, tanto sognato, il nuovo “Jean Salque”, abbandonato a se stesso da tempo, deturpato dai vandali e ridotto in pessime condizioni, tornerà presto “teatro” di quegli eventi sportivi che, da un paio di anni, vengono ospitati nelle strutture dei paesi limitrofi. Grazie al programma “Cantieri in Comune”, di cui Marineo è risultato beneficiario, verrà garantito, infatti, al comune ai piedi della Rocca, un finanziamento di 1.650.000 euro, secondo quanto stabilito dalla recente delibera del CIPE che, sfruttando i fondi messi a disposizione dal decreto “Sblocca Italia”, ha finanziato 137 progetti di altrettanti comuni del “Bel Paese”. I lavori di ristrutturazione dell’impianto sportivo marinese sono stati assegnati, nel 2015, alla “Peloritana appalti” di Barcellona Pozzo di Gotto che ha avuto la meglio su altre 83 ditte partecipanti, con un importo contrattuale, al netto del ribasso d’asta, di 910.576,41 €. Nel dicembre scorso, poi, il primo passo fondamentale che ha dato inizio al conto alla rovescia: la consegna dei lavori. Dopo una prima fase già compiuta, destinata all’abbattimento degli alberi, l’attività squisitamente operativa si è bloccata a causa della modifica della normativa che regola le dimensioni del campo sportivo,

motivo per cui si è resa necessaria la redazione di una perizia di variante del progetto. La problematica, a seguito delle nuove disposizioni, è legata al fatto che l’allargamento, che si sarebbe dovuto realizzare in corrispondenza della zona compresa fra scarpata (lato b o schetto) e campo di calcio a 5, avrebbe richiesto la necessità di costruire una palificata profonda oltre 30 metri e, parte di essa, sarebbe stata campata “in aria”, al di fuori del terreno. La perizia di variante, quindi, andrà a prevedere l’arretramento del campo sportivo in direzione “Parco Robinson”, dove sorgono attualmente gli spogliatoi che, ovviamente, verranno indietreggiati rispetto al previsto e, contestualmente, l’allargamento del terreno di gioco di circa 10-12 metri nel lato dei giardini comunali, al fine di far poggiare la palificata nel suolo. Entro la fine del mese di Maggio, è prevista l’approvazione in linea tecnica della perizia che, successivamente, verrà depositata

presso il Genio Civile di Palermo. A Giugno, quindi, l’inizio dei lavori attraverso cui sarà possibile, innanzitutto, dismettere gli attuali spogliatoi, smaltendo così la copertura in eternit, e costruirne degli altri di tutto punto; il campo di gioco sarà realizzato in erba sintetica, le reti che circumnavigano la struttura verranno sostituite e, ovviamente, verrà risistemato l’intero impianto d’illuminazione. Per quel che riguarda le tribune, invece, saranno creati degli appositi accessi per i diversamente abili. “Vogliamo rassicurare le società sportive locali ed i fruitori del “Jean Salque” – hanno dichiarato all’unisono l’assessore ai lavori pubblici, Antonino Greco, e quello allo sport, Piero Cutrona – il termine di fine lavori non subirà slittamento alcuno e resta quello del 30 dicembre 2016”.

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Cronaca

CoMUNità

Frammenti di bellezza: mostra di “santini”

Chissà quante volte li abbiamo tenuti nel portafoglio o li abbiamo trovati in qualche piccolo libro di devozione della nonna o li abbiamo visti appesi ai muri di vecchie case o sulle porte,stiamo parlando di <santini>,delle immaginette devote che sono in mostra a Marineo,al castello Beccadelli dall'8 maggio. Circa 200 santini su oltre 4000' della collezione Gagliardo, presidentessa e cofondatrice dell'associazione culturale <G.Bagnera> di Bagheria che vede in Angelo Restivo, responsabile del- l'associazione il patron che ha voluto realizzare la mostra in collaborazione con l'amministrazione comunale di Marineo e nello specifico con il sostegno dell'assesore ai beni culturali Ciro Spataro. E' un cammino affascinante che spazia dalla metà del settecento fino ai nostri giorni attraverso tecniche raffinate: dalla xilografia alla litografia,dalla cromolitografia alle acqueforti, dai canivets ai santini traforati,a quelli floreali,a quelli in pizzo,a quelli a teatrino ai pii ,er-

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bari. Il curatore della mostra E. Buttitta ha voluto che il percorso fosse accompagnato da didascalie per ogni immaginetta da cui cogliere i dati essenziali per la comprensione della tecnica riproduttiva, del significato iconografico e teologico degli stessi santini. Questa mostra è un'invito a fermarsi, a sostare qualche momento con curiosità, noi viaggiatori dell'epoca di Internet,cogliendo con questi piccoli frammneti di bellezza l'incontro con la <grande bellezza> cioè con Dio a cui essi nella loro umiltà rimandano. Le immaginette devote, i santini,si sviluppano prima nelle grandi abbazie del nord Europa e dopo l'invenzione della stampa,nell'ambito della grande Riforma cattolica successiva al Concilio di Trento divengono compagni della preghiera personale,di catechesi visiva per il popolo,prosieguo delle predicazioni popolari affidate ai nuovi ordini religiosi. Il ruolo sociale del <santino> diventa più vasto quando diventa memoria di un giorno di

al Castello circa 200 santini su oltre 4000' della collezione Gagliardo dell'associazione culturale “G.Bagnera” di Bagheria. festa cioè la prima comunione,il battesimo,la cresima,l'ordinazione sacerdotale,il matrimonio,la morte; in altri termini il complesso della vita sacramentale del cristiano. Il percorso tematico della mostra di Marineo si snoda su quattro registri che s'intersecano: 1) la vita di Gesù; 2) Maria ed il suo culto; 3) gli angeli e gli amici di Dio cioè i santi che hanno vissuto in pienezza il Vangelo; 4) i segni della comuione con Dio cioè i sacramenti e la devozione. Alla fine del percorso ognuno potrà, penso, pervenire ad una rivalutazione di quella pietà popolare che ha connotazioni teologiche e e non solo devozionismo infantile come spesso si sente superficialmente affermare. Enzo Buttitta


Cronaca

CoMUNità

Gli affreschi della Chiesa di S. Maria

tanti affreschi e pitture del passato scomparsi, ora si vanno scoprendo per caso: dal Parco Vecchio alla chiesa del Crocifisso.

Dopo un anno dal restauro e dalle novità scoperte sulla scultura lignea del Crocefisso, sempre nella Chiesa di S. Maria (ora del Crocefisso) è stata fatta un’altra interessante scoperta accolta con piacere perché era inaspettata e ha aperto una nuova finestra sulla storia del Monastero di S. Maria di Marineo. La scoperta è del mese di aprile del 2007 quando per caso due operai dell’impresa Paolo Costa, mentre staccavano dell’intonaco danneggiato dall’umidità sulla superficie di una delle vele della copertura a padiglione del presbiterio, si sono trovati di fronte ad un particolare dell’affresco manieristico che gli Olivetani avevano fatto realizzare alla fine del Cinquecento in conclusione dell’apparato decorativo della chiesa. Il particolare è di buona fattura, realizzato dalla mano di un affreschista o da una maestranza di talento, esperti conoscitori della tecnica esecutiva, del disegno e del segno grafico, qualità che sono

monastero fu assegnato alla parrocchia. La chiesa, prima di essere aperta al pubblico, fu restaurata seguendo la moda neoclassica del momento che era quella di rinnovare gli ambienti rendendoli monocromi coprendo quello che vi si trovava di antico. Da come si evince, il rimanente affresco di sotto l’intonaco si dovrebbe estendere su tutta la volta del presbiterio e anche su quella della navata. I sondaggi potranno far venire alla luce ciò che resta. Tanti affreschi e pitture del passato sono scomparsi in questo modo e ora si vanno scoprendo per caso. A Marineo finora si sono verificati diversi eventi del genere; uno è quello della cappella di Parco Vecchio dove, per caso, sotto uno spesso strato d’intonaco, nel 1989, abbiamo scoperto due mezzi busti di santi: S. Bernardo e S. Giovanni. I santi, nel XV secolo erano stati rappresentati per intero dentro le rispettive nicchie anch’esse dipinte. Antonino Trentacosti

espresse con eleganza, leggerezza e dinamicità e con colori freschi e spontanei dalla pennellata sicura e senza ripensamenti: gli accostamenti dal verde al rosso, dall’azzurro al giallo armonizzano perfettamente. Nella composizione si trovano elementi floreali, accartocciamenti, volute, cornici lineari, modanature, cerchi, ovuli ed elementi bizzarri largamente usati anche successivamente e che si amalgamano perfettamente con altri elementi compositivi. All’osservatore interessato l’insieme suscita curiosità e attenzione. Per un esame più approfondito dei particolari, data la limitata estensione e la distanza dal pavimento, è utile lo strumento d’ingrandimento. Il particolare dell’affresco è picconato con parti dei colori e degli elementi compositivi danneggiati. L’intonaco che lo copriva risalirebbe alla fine del Settecento quando, dopo la partenza degli Olivetani con il Real Dispaccio del 1305-1786, tutto il complesso del

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Cronaca

attiVità dElla CoMUNità FoNdaZioNE

Asp in Piazza, effettuate duemila visite a Marineo Fin dalle prime ore della mattina, medici ed operatori dell’azienda sanitaria di Palermo al lavoro a Marineo. L’ “Asp in Piazza” arriva a Marineo e gli utenti rispondono… “Presente!”. Un vero e proprio successo quello riscontrato nel piccolo comune ai piedi della Rocca dove, la manifestazione itinerante sulla prevenzione, organizzata dall'Asp di Palermo in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, la LILT, l’Airc, l’associazione “Serena a Palermo”, la federazione medici sportivi e l’associazione “Danilo Dolci”, ha registrato veri e propri numeri da record. Ben 2.127 le prestazioni effettuate nei camper e nei gazebo montati a Piazza Garfield e Lodi e nell’adiacente corso Vittorio Emanuele; così tante le richieste che, gli utenti che non hanno potuto effettuare la visita cardiologica e l'ecografia alla tiroide, saranno visitati la prossima settimana presso il Poliambulatorio di Misilmeri. Fin dalle prime ore della mattinata, medici ed operatori dell'Azienda Sanitaria di Palermo hanno proposto, nel “villaggio della salute”, un lungo elenco di prestazioni, tutte gratuite e con accesso diretto, tra cui: screening del cancro alla mammella, del tumore al colon-retto, del diabete e dei fattori di rischio cardiovascolari, del tumore alla tiroide e del melanoma; prevenzione della bronco pneumopatia cronica ostruttiva e dalle di-

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pendenze senza sostanza. Nei locali della guardia medica, invece, sono stati effettuati, oltre al pap-test, i prelievi per TSH e PSA. “La prevenzione è fondamentale; la sanità deve smetterla con la retorica, deve scendere dai palazzi e dar prova concreta di ciò che è in grado di fare il nostro servizio sanitario. In un momento di grave crisi economica i palermitani hanno deciso di sfruttare le opportunità che offre “Asp in Piazza” per un check-up completo - ha spiegato il direttore generale dell'Asp di Palermo, Antonino Candela - l'adesione e la partecipazione che stiamo registrando quest'anno è, sotto certi aspetti, sorprendente anche per noi. A Marineo sono arrivati utenti, non solo dai centri del comprensorio, ma anche da paesi più lontani. Tutti i sindaci della provincia vorrebbero i nostri camper nelle loro piazze e noi stiamo studiando il modo per essere ancora più presenti”. E proprio

il primo cittadino di Marineo, Pietro Barbaccia, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Questa iniziativa ha il merito di far sentire realmente le istituzioni sanitarie vicine al cittadino; il merito dell'Asp di Palermo e del suo direttore, Candela, è di avere creato un modello di prevenzione unico in Italia; un modello nuovo ed efficace". L’offerta sanitaria è stata arricchita, inoltre, da servizi garantiti anche agli amici a 4 zampe: il camper dei veterinari dell'Asp, infatti, ha assicurato la "microchippatura" gratuita dei cani e la profilassi della leishmaniosi. “Siamo enormemente soddisfatti – ha commentato l’assessore ai servizi sociali del comune marinese, Francesca Salerno – ringrazio l’Asp, per noi è stato un privilegio aver potuto ospitare questa importantissima manifestazione”. Perché si sa, meglio prevenire che curare. T. S.


Centenari

attiVità dElla CoMUNità FoNdaZioNE

I 100 anni di nonna Maria Spataro

E’ nata il 28 aprile 1916. Così un’altra figlia della Rocca ha tagliato il traguardo, o meglio la torta, del suo centesimo comple-

anno. Forgiata con cellule e DNA ormai pressoché estinti nonna Maria Spataro è nata durante la Grande guerra. Mentre l’Italia contrastava gli austro ungarici nonna Maria lottava contro pitittu e malavita. La forte tempra le regalò la sua prima vittoria, la sopravvivenza che a quei tempi non era cosa scontata. Passarono i decenni tra alti e bassi, 4 figli e tanti nipoti che adesso le hanno dato anche i pronipoti, giorni felici e luttuosi. Il tutto vissuto e affrontato sempre con grande forza d’animo, caparbietà e maniche rimboccate. Le mutate

Calogero Buttacavoli: artigiano del ferro

Calogero Buttacavoli è nato il 20 agosto 1915. Dopo aver frequentato la scuola elementare, sotto la guida dello zio imparò l’arte della lavorazione del ferro. Richiamato sotto le armi allo scoppio del secondo conflitto mondiale, venne inviato da prigioniero in Marocco, a Casablanca, da dove venne rimpatriato alla fine del maggio del 1946. Tornato ad esercitare la sua arte (mai interrotta durante la prigionia), diede ancora prova di rara abilità nella costruzione di vari manufatti. Ricordiamo come sue opere i cancelli in ferro battuto dell’edificio scolastico San Ciro negli anni 193435, manufatti di rara bellezza e funzionalità. Il suo stile di vita e la sua laboriosità gli assicurarono un posto nella storia della comunità marinese.

condizioni socio economiche la portarono per lavoro lontano da casa, a Roma e persino negli USA, la cui previdenza sociale ancora si pente di averla fatta entrare dato che a fronte di 6 anni di lavoro le versa pensione da più di 40.

Francesco Greco: 101 candeline

Francesco, quinto ed ultimo figlio di Maria Pecoraro e Carlo Greco, è nato a Marineo il 24 marzo 1915. Dopo aver trascorso una infanzia e un’adolescenza serene a Marineo, nel giugno del 1940, allo scoppio della seconda Guerra mondiale, venne richiamato alle armi con l’incarico di telegrafista. Nel 1943 in Serbia fu fatto prigioniero dagli ex alleati tedeschi vicino a Sarajevo e fu spedito in Germania nel campo di concentramento di Oberkochen.Tornò a casa nel settembre del 1945. Dal 1952, Francesco Greco ricoprì incarichi non secondari di consigliere comunale e assessore, compreso quello di vicesindaco. Don Ciccio conduce da diversi anni un'esistenza tranquilla, circondato com’è dalle cure e dall'affetto dei familiari e degli amici. Ora ha raggiunto l'invidiabile traguardo dei 101 anni. La Rocca 19


Giovani

arti E SPEttaColo

La cultura... è morta? a Marineo, tra promotori e fruitori, si conteggia si e no un 10% della popolazione che se la canta e se la suona. discorso diverso a livello nazionale.

di Filippo Fragale

La cultura è morta? Si! Perché si promuove solo ciò che porta guadagno. No! Perché nel sottobosco c’è sempre un grande fermento. Questo è il dilemma che tutti gli amanti del mondo dell’arte si pongono. Se pensiamo in grande, a livello nazionale, ci avviciniamo nettamente al “Si” poiché televisioni e cinema divulgano principalmente immondizia, perché è

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risaputo che un popolo ignorante è un popolo malleabile. Fortunatamente le borgate italiane lasciano ben sperare, ma non Marineo. Tra promotori e fruitori si conteggia si e no un 10% della popolazione che se la canta e se la suona. Tra questi, nell’ultimo periodo, il principale “mecenate” è Salvatore Pulizzotto, che tra musica e poesia, pittura e scultura, (ecc.) ogni mese sforna mostre e mostri di bravura, che danno colore ai nostri inverni e ventate d’aria fresca alle nostre estati. Spostandoci in ambito teatrale, che ad alcuni è molto caro, di recente

abbiamo assistito al grande successo de “La Passione”, regia di Nino Triolo in collaborazione con “Il Battello Ebbro”. Lo spettacolo ha ampiamente dimostrato che a Marineo abbiamo ottime maestranze in grado di mettere in moto carri armati ben oliati, ma quanti hanno capito tutto ciò? Quanti hanno capito a fondo il testo di questa Passione? In tanti si sono di certo emozionati, ma la Passione è una storia che conosciamo tutti e l’impegno cerebrale che il marinese medio usa per capirla è pari a quello usato per la classica commediola degli equivoci ben farcita di inciuci amorosi e battute sui peti. Dai al pubblico una commedia brillante in english style e ti dirà che sei complicato e macchinoso, e non stiamo parlando di Shakespeare. Ma allora qual è il problema? Giustamente la nostra è una società di maratoneti con bollette da pagare, e arrivati alla sera i neuroni attivi sono ben pochi, ergo non c’è migliore storia di quelle che conosciamo già, come “La Passione” o la commediola in siciliano, dove se ci distraiamo 10 minuti stiamo certi che non perderemo il filo perché, forse non lo sai, ma la conosciamo a memoria perché “è sempre la stessa storia”. Basta cambiare un paio di carte in tavola e la storia pur essendo semplice non la capisce nessuno. Perché? Perché ci siamo distratti, perché non è la solita storia! La cultura è morta? Forse, di certo il pubblico è Bue ma se alza le corna capta il segnale!


Cucina

arti E SPEttaColo

Viva l’Italia! (almeno per il cibo) Penne che scrivono italiano: pesto di basilico alla genovese, mozzarella campana e pomodorini siciliani.

di totò Greco

Circa 70 anni fa, molto probabilmente, un tuo parente avrà combattuto un'onorevole guerra, morendo per la patria oppure sarà sopravvissuto per godere di un grande successo ottenuto dai partigiani italiani, ovvero la liberazione dell'Italia dal regime totalitario fascista, restituendo la libertà al nostro popolo. Sebbene – a mio parere- il bilancio di questo governo non sia stato totalmente negativo, molti scempi sono stati commessi nei confronti dei cittadini, due fra tutti l'imposizione di una certa formamentis e la parziale paralisi della libertà individuale. Molte cose sono sicuramente cambiate da quel tempo, alcune in positivo, altre in negativo mentre per altre abbiamo un sostanziale pareggio. Ad esempio anche noi, recentemente, siamo governati da chi non abbiamo eletto e quasi tutti i politici italiani dell'ultimo ventennio, concorderai, giocano a chi fa il più bravo populista, ovvero vince colui che più promette e non mantiene, e devo dire che stiamo assistendo a delle sfide davvero emozionanti ed avvincenti, le quali ci tengono incollate agli schermi dei nostri dispositivi ed alle casse delle nostre radio! Assistiamo ad una sempre crescente fuga dei

giovani e non dall'Italia, per mancanza di lavoro e crisi, due cose che prima, bene o male, erano leggermente meno diffuse perché l'industria italiana ascendeva al successo, specialmente nel settore metalmeccanico, e nuove figure lavorative erano richieste in continuazione, mentre da qualche anno la parabola della nostra occupazione si trova in una fase discendente. C'è da dire, tuttavia, che il progresso tecnologico e della sanità hanno mosso dei passi da gigante e rispetto a 70 anni fa si riescono a fare delle cose prima impensabili, ed alcune eccellenze le abbiamo anche in Sicilia. Dobbiamo essere insoddisfatti? Si, perché dobbiamo ambire sempre al meglio, ma nonostante ciò forse una cosa fra tutte di questa Italia sfasciata ed incollata maldestramente la possiamo salvare, ed il nostro primato su questo è incontestabile: la cucina. Andiamoci a fare un piatto di pasta, dai, che da buon siciliano e buon italiano goloso haiu pitittu! Ho pensato a questa semplice ricetta per ricordare la nostra terra con quattro prodotti tipici principali che abbracciano tutta l'Italia: il pesto di basilico alla genovese (Nord, Liguria), la pasta e la mozzarella (Centro, Campania) ed i pomodorini di Pachino (Sud, Sicilia). Lascio a te decidere le quantità, credo sia bello personalizzare a proprio piacimento ogni ricetta, che deve servire come uno spunto.

ingredienti: Penne rigate Pesto di basilico alla genovese Mozzarella Pomodorini di Pachino Cipolla rossa di Tropea Aglio rosso di Nubia (in alternativa l'aglio che si ha in casa) Olio extravergine d'oliva Sale e pepe nero Procedimento Taglia i pomodorini in sei parti uguali e ponili in un contenitore, ti serviranno dopo. Terminato ciò, trita finemente la cipolla rossa di Tropea e l'aglio. Prendi una pentola, riempila d'acqua e poggiala sul fuoco. In una padella a fuoco moderato, versa dell'olio extravergine d'oliva, metti il trito precedentemente realizzato e lascia soffriggere per un minuto scarso. Aggiungi i pomodorini precedentemente tagliati, facendoli dorare per un minuto. Spegni il fuoco e versa in padella il pesto. Assaggia ed aggiusta, se ce n'è bisogno, di sale e pepe nero. Comincia a tritare la mozzarella, fra circa 10 minuti l'acqua bollirà. Raggiunto il bollore, butta la pasta e sala l'acqua a tuo piacimento, mescolando di tanto in tanto. Ricordati di togliere la pasta dal fuoco due minuti prima del completamento della cottura, aggiungendo dell'acqua fredda all'acqua della pentola per non farla scuocere. Versa la pasta scolata in padella ed ultima la cottura saltandola per un minuto con gli altri ingredienti. Non appena la pasta sarà pronta, impiattare e versare sopra a pioggia la mozzarella precedentemente tritata. Buon appetito e viva l'Italia (almeno per il cibo)!

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tradizioni

iNForMaZioNE E ForMaZioNE

Damu n’arrifriscata a la casa... Quannu li patruna di li casi èranu ngranati e vulìanu fari corchi cosa di spiciali nca l’atri nunn’avianu, allura si facìanu pittari li vorti riali cu viduti di città: Napuli, roma, Venezia, Firenzi.

di Franco Vitali

A li tempi di “lu iùdici Surra” li casi di lu paisi èranu daveru scarsuliddi: catoia senza mancu ammadunatu unni stàianu matri, patri e ottu figghi, corchi catoiu cu ncapu lu minzalinu o la cammaredda, raru corchi corpu di casi cu catoiu, cammara e terz’ordini. Li catoia spissu sirbianu puru comu stadda e manciatura; la cammaredda sirbia pi dòrmiri; lu terzordini era lu malasenu pi favi, furmentu e giarriteddi cu l’ògghiu, cu l’avìa. Nta li casuzzi c’èranu sempri tannuri e furnitedda pi fari lu pani, iseni, stipa, trabbusini, sularedda e nun mancaia mai lu puzziteddu cu la surgiva d’acqua. Po’ c’èranu li casi chiù nchinati: chiddi di cu stàia menzu discretu o propiamenti “bonu”. S’apprissumaia la staciuni e vinia lu disìu di dari n’arrifriscata a la casa: s’avia a dari n’abbianchiata nzumma, dintra e fora, ca la pulizia era bedda: “puvureddi sì, ma lordi picchì?”. Allura, cu avia corchi sordu chiamaia l’abbianchiaturi e si facia fari l’affacciata a quacina; li culura chi si iuncianu a la quacina stimpirata eranu: giallu, aranciu, rosa e celesti;

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lu celesti si facia iuncennu a la quacina l’azzolu. Lu culuri si daia cu li pinzedda e li brosci o cu la pompa d’arruciari. Lu dintra di po’ spissu era lassatu biancu; parti voti si cci facia dari antìcchia di celesti, di rosella o di giallinu. Quantu affacciati si vidìanu cu ddi culura! Era un corpu d’occhiu: tutti ddi casi di ddi culura, li menzi porti, li attalora, li fumalora e ncapu a lu tettu li canali di crita di lu stazzuni di Tripuli, eranu daveru sapuriti e daianu na mprissioni di pulitu, di dignitusu, di sirinità. Cu mmeci si lu putia pirmettiri, la casa si la facia fari chiu fissiusa! Gia l’affacciati spissu eranu allisciati cu lu ntònacu Livigni e spissu vinìanu puru dicurati; li finistruna èranu di ferru battutu fatti di li mègghiu firrara di lu paisi e li balati èranu di màrmaru biancu. E lu dintra? Accu-

minciamu di lu purtuneddu: era di piscipagnu – lassatu rusticu o virniciatu – e comu si grapia facia ntravìdiri la scala fatta cu la bancunata a “stuccu lucidu”: mpastu di quacina e prùvuli di màrmaru comu basi, po a rifiniri pinziddiati marroncinu ca sirbìanu pi fari pàriri la bancunata un marmaru pi daveru. Pi finiri l’opira s’allucintaia la bancunata cu na pezza di lana untata di cira di lapi e accussi lucia di la bella.Li mura di li catòia èranu abbianchiati a quacina ma giru a giru a lu tettu cci vinia misa la cornici di issu pi abbelliri. Nni li stanzi di lettu e li salotta – unni c’èranu - a li mura si cci mpiccicaia la carta ca era addisignata cu ciuriddi, gigliuzzi; pàmpini e atri furmi: pi mpiccicalla ci vulia misteri picchi la codda si priparaia cu ritagghi di peddi di crapetta squagghiata nta li quadaruna o raramenti cu farina mpastata cu l’acqua. Mmeci di la carta si putia passari lu rullu di umma ca - abbagnatu nta lu culuri - lassaia li disigna nta lu muru biancu. Li tèttira putìanu èssiri atturniati cu li curnici di issu, ma siddu c’èranu li vorti riali allura lu discursu canciaia. Ci vulia la mastria di li dicuratura: iddi priparàianu lu tettu cu culuri biancu a quacina , po lu squatràianu, lu singàianu e “battianu” li linii cu li lenzi untati di “giallu di Siena” e all’urtimu addisignàianu e pittàianu lu tettu cu di-


tradizioni

signa, viduti, sceni, ciuri, palummi o rami d’arbuli ciuruti. Quannu li patruna di li casi èranu ngranati e vulìanu fari corchi cosa di spiciali nca l’atri nunn’avianu, allura si facìanu pittari li vorti riali cu viduti di città : Napuli, Roma, Venezia, Firenzi. Li pitturi vinìanu fatti una a centru di càmmara e l’atri a li quattru gnuni di lu tettu. Travagghi beddi arrisurtàianu, ca vinìa lu cori a talialli e cu li vidia arristaia alluccutu: l’occhiu gudia, li dicuratura eranu sudisfatti e lu patruni era chinu ca chissu s’addisiaia! Unn’era di tutti fari di sti travagghi picchì cci vulia mastria , pricisioni e arti di la manu, òcchiu e sagrifici,

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datu ca lu dicuraturi di li tetti avia a travagghiari curcatu a facci all’ariu, a ddui, tri parma di lu tettu di pittari: e ci avia a stari botti di iurnati sani nta ddi posizioni, ca si stancàia pi daveru. Di po’, cci vulia puru canùsciri boni li disigna ghiusti di fari e sapilli cunsigghiari a cu li vulia fatti…ma la cosa chi pi daveru era mpurtanti pi ccu facia li decori, era la passioni e l’amuri chi sapia mettiri nta lu travagghiu chi facia: senza di chissu unn’era possibili fari cosi daveru beddi. A Marinè , di lu 1930 a lu 1960, li dicuratura cchiù bravi foru Ninu Sanicola, Ciru Calderone e Mimì Vi-

tali, mè patri. Ancora oi nni tanti casi marinisi li tèttira sunnu ancora cu li dicori chi cci fìciru iddi e sunnu di taliari cu tantu d’occhi, datu ca arristaru na rarità: pensu ca sunnu un patrimoniu di lu paisi e cu avi la furtuna d’attruvarisilli è bonu ca si li custodisci e nun li fa pèrdiri. Doppu lu 1960 – quannu s’arritiràru Mimì Vitali e Ciru Calderoni– nuddu cchiù fici lu dicuraturi di tetti: cu n’appi, n’appi! A tempi cchiù ricenti sulu Giuanni Trentacosti s’abbicinà a sti tipi di travagghi e fu capaci di falli e ristauralli e ancora oi lu fa. Iè vaiu cuntinuamenti n’cerca di casi unni cci sunnu fatti li travagghi di mè patri e puru di Calderone, Sanicola o di scuppanti palermitani, spissu daveru bravi. Cercu di sarballi e spirassi ca corchi picciottu arripigghiassi a fari sti sciorti di travagghi: nun è facili di sti tempi ! Eppuru picca tempu nnarrè m’attruvavu nta n’amicu – giuvini – amanti di sti cosi e vitti travagghi veru beddi fatti propia comu chiddi chi ficiru a tempi li dicuratura marinisi: arristavu a bucca aperta ca eranu daveru beddi travagghi e vinni a sapìri ca li facia un giuvini marinisi, Petru Taormina: e pròsita a Petru! Sugnu daveru cuntentu ca lu travagghiu di mè patri e di l’atri “artista” marinisi nun veni scurdatu e ca veni cuntinuatu di un giuvini locali e penzu ca tutti a lu paisi pònnu èssiri cuntenti pi na tradizioni antica ca continua e nun mori mai: nun càpita spissu a li nostri iorna! Esempi di “vorti riali” realizzati nelle case di Marineo. In alto, opere di Sanicola e Vitali. In basso, una veduta di Palermo di Pietro Taormina.

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Medicina

SalUtE E BENESSErE

Cefalee: il parere medico sul mal di testa il dolore è pulsante e spesso (ma non sempre) localizzato in un lato della testa ('emi-crania'). È importante che il soggetto cerchi con il suo medico di prevenire le cause.

di Giuseppe Puccio

“La cefalea è una malattia invalidante che colpisce una fascia molto vasta della popolazione, circa il 43 per cento. Oltre alla farmacoterapia dell'attacco acuto, facendo attenzione all’uso troppo frequente di triptani e analgesici, è importante la prevenzione”. Ecco cosa ci ha detto la dott.ssa Grazia Mery Anna Ruggirello, medico chirurgo specialista in Neurologia D.M. Dell’U.O. di Neurologia e Neurofisiopatologia dell’Ospedale Bucchieri “La Ferla” di Palermo. L’abbiamo intervistata a margine dell’incontro di formazione tenuto lo scorso 10 maggio presso la sede della Fondazione Arnone. Dottoressa, che cos’è la cefalea? La cefalea è una malattia neurologica molto frequente e invalidante, ne soffre infatti circa il 43% della popolazione, essa viene annoverata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al 19° posto nella graduatoria delle patologie disabilitanti.

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Ci sono diverse forme di cefalee? La classificazione internazionale delle cefalee ne ha distinto molte centinaia, circa quattrocento, e possiamo raggrupparle in primarie e secondarie. Tra le primarie, ne cito alcune fra le più frequenti: la cefalea muscolotensiva, dovuta a una cattiva postura e/o stress e/o cambi climatici, ecc… il decorso può manifestarsi con pochi episodi nella vita o diventare molto frequente con più di quindici episodi al mese (forme gravi). L’emicrania è più severa di intensità, spesso è familiare. Le cefalee secondarie possono essere causate da: un trauma cranico (caduta, incidente, ecc...), da patologie cerebrovascolari, dall’ipertensione arteriosa, da cefalea cervicale che deriva dai muscoli del collo, da cefalea da sbalzi glicemici, o attribuita a rinosinusite, ecc… Quale l’inquadramento diagnostico? L'elemento più importante per un corretto inquadramento diagnostico di tutte le cefalee è una precisa analisi dei sintomi riferiti (ad es. frequenza della cefalea, localizzazione esatta del dolore, durata, tipo, presenza di altri segni clinici associati come ad es. nausea oppure lacrimazione) e

delle circostanze in cui si manifestano. La cefalea più frequente ha detto precedentemnente che è l’emicrania. Perché? Parlando di cefalee, l’emicrania con tutte le sue varianti è la più frequente, ne sono affette più le donne che gli uomini, anche i bambini possono soffrirne, ma generalmente dopo la pubertà, con la massima incidenza tra i 35 e i 45 anni. Nella maggior parte dei casi è considerata ereditaria, in quanto viene trasmessa geneticamente e si manifesta quando entrano in gioco uno o più fattori scatenanti. Quali sono i fattori scatenanti? I fattori scatenanti che facilitano lo sviluppo di un attacco emicranico sono: ormoni estrogeni, nel periodo delle mestruazioni oppure se somministrati come anticoncezionali o come terapia sostitutiva dopo la me-


Medicina

nopausa, alcoolici, in particolare il vino rosso, il caffè, formaggi stagionati, cioccolato, rilassamento dopo stress sostenuto, rilassamento dopo sforzi fisici sostenuti, digiuno, intolleranza al glutine, il fumo( anche di poche sigarette), oppure il fumo passivo, ecc... Ci sono farmaci che facilitano le forme di emicrania ad esempio, i vasodilatatori e alcuni integratori (usati per la memoria). Quali sono i sintomi delle cefalee? In quasi tutti i casi di cefalea, i sintomi sono molto caratteristici e da soli permettono la diagnosi. Raccomando sempre di comunicare al medico curante il mal di testa: la gravità, la collocazione, la frequenza, la durata del dolore e altri eventuali sintomi. Possono talvolta essere preceduti da sintomi premonitori come ad esempio cambiamenti dell'umore (euforia, iperattività, irritabilità), aumento dell'appetito in particolare per i dolci . Alcuni pazienti soffrono di cosiddette 'aure' che si manifestano con disturbi visivi (oscuramento di un campo visivo, linee scintillanti) o disturbi della sensibilità con formicolii; raramente possono manifestarsi sintomi neurologici più importanti, come difficoltà del linguaggio, debolezza muscolare, vertigini, ecc… Il dolore pulsante e frequente localizzato in un lato della testa ('emi-crania'), può essere accompagnato da un senso di stanchezza, ipersensibilità alla luce e ai rumori, nausea e vomito. Qual è la cura per le cefalee? Molte persone affette da cefalea tensiva non ricorrono all’aiuto del medico e tentano di curarsi per conto proprio. Il problema, però, è che curare la cefalea facendo uso ripetuto degli analgesici da banco può avere un effetto paradosso; cioè un peggio-

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DOVE ABITANO LE VIRTù? C'é spazio per le virtù nel quotidiano familiare e scolastico? Ci può essere educazione senza educazione etica? Che cosa intendiamo per virtù ed etica? L'educazione etica è una direzione essenziale del processo educativo. Tutti ne siamo convinti. Però sulle "cose" essenziali spesso manca l'attenzione e l'impegno nei percorsi educativi. C’è un’anorresia virtuosa che sovente danneggia l’integrale crescita delle persone. Dietro ai frequenti richiami affinché piccoli e grandi si comportino bene, talora c’è un deleterio vuoto valoriale e perciò la difficoltà delle virtù a radicarsi e a maturare adeguatamente. Il testo - curato dalle professoresse Luigina Mortari e Valentina Mazzoni (Università di Verona) - documenta una ricerca educativa pluriennale sull'educazione alle virtù: si racconta l'esperienza euristica, si presentano i metodi e gli strumenti di ricerca, si discutono i dati raccolti. La ricerca è il prodotto congiunto di un dialogo continuo tra bambini e bambine, maestre e ricercatrici che insieme hanno dato forma a una participatory inquiry. Consigliamo vivamente la lettura del libro a tutti gli educatori, genitori compresi. Infatti il testo, di piacevole lettura, coniuga opportunamente riflessione educativa ed azione pratica. Siamo, infatti, convinti che l'educazione alle virtù sia un'urgenza per l’intera società. Mortari, Mazzoni, LE VIRTU' A SCUOLA, QUESTIONI E PRATICHE DI EDUCAZIONE ETICA, Edizioni Cortina, pagg. 142, Verona, 2014, € 19

ramento dei sintomi. I farmaci usati su prescrizione medica sono: Analgesici, farmaci in grado di alleviare il dolore; tra cui gli antinfiammatori non steroidei (FANS) farmaci combinati e i triptani , ansiolitici e antidepressivi ecc... E’ possibile una prevenzione? E’ fondamentale eliminare, se presenti, i fattori scatenanti sopra descritti. È inoltre importante che il soggetto cerchi con il suo medico di famiglia di prevenire le cause. Oggi si mettono in campo strategie non farmacologiche che sono in grado di

diminuire la gravità e la frequenza della cefalea tensiva cronica e quest’approccio può diventare parte integrante di qualsiasi terapia contro il mal di testa; esempio: tecniche di rilassamento, gestione dello stress, massaggi, miglioramento della postura, attività fisica di tipo aerobica (es. la camminata veloce che aiuta a scaricare la tensione ), ecc … Infine se queste misure non portano ad una sostanziale riduzione degli attacchi, o se la cefalea avviene per più di 4 volte al mese, è consigliabile rivolgersi allo specialista. La Rocca 25


l’angolo dello psicologo

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La resilienza, ossia la capacità di resistere Noi non siamo vittime passive degli eventi stressanti, ma reagiamo alle difficoltà (e ci stressiamo) in base a come le leggiamo e a come decidiamo di farvi fronte. la resilienza deriva proprio da questo atteggiamento evolutivo e propositivo.

di Michele de lucia

Quante volte avrete pensato: "..ma come fa, nonostante tutti i problemi che ha avuto, a resistere?.." oppure "..io non riuscirei a superare tutte quelle difficoltà.." o ancora "..nonostante tutto quello che è costretto a sopportare, sta bene..". Potrei continuare, aggiungere altre considerazioni più o meno stupite, incredule e colorite ma credo che basti per collegarmi ad un concetto che approfondirò in questo articolo: la resilienza. Quando alcuni accadimenti della nostra vitarovesciano la nostra barca, alcuni affondano, altri lottano con decisione e forza per risalirvi sopra. Gli antichi associavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate al verbo "resalio". Resalio. Molto probabilmente la caratteristica di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità e le difficoltà che l'esistenza inevitabilmente presenta. La resilienza deriva proprio da questo atteggiamento evolutivo e propositivo che si mette in atto verso la vita. Il termine resilienza proviene dalla fisica, più precisamente dalla metallurgia, ed indica la capacità di un metallo di riprendere la propria forma dopo aver ricevuto un colpo non abbastanza

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forte da provocarne la rottura, quindi di resistere alle forze che vi vengono applicate. Mutuato in ambito psicologico e quindi mentale, resilienza è possibilità della persona ferita nell'anima di ritornare alla vita. È la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli eventi negativi che si incontrano. Avere due genitori divorziati comporta necessariamente dei traumi e la possibilità di uno sviluppo negativo – affettivo, emotivo e relazionale – della propria vita? Essere stato un bambino abusato e maltrattato significa divenire un adulto maltrattante e abusante? Vivere una condizione di disabilità determina l'impossibilità di integrarsi nella società? Essere un bambino abbandonato, crescere in un orfanotrofio comporta eventi traumatici tali da im-

pedire una crescita positiva? Non necessariamente queste condizioni avverse rappresentano elementi decisivi nello sviluppo di una difficoltà o di un disturbo psicologico. Ad esempio, alcuni studi pubblicati nel 2002 dimostrano come solo una esigua percentuale di persone direttamente coinvolte negli attacchi alle Torri Gemelle dell'11 Settembre 2001 ha sviluppato disturbi psicologici gravi. Tutti gli altri, con tempi diversi, hanno avuto la capacità e la forza di ricostruirsi una vita normale, anche dal punto di vista emotivo e psicologico. Questa capacità di rimanere in piedi è riscontrabile sin dall'origine dell'umanità. Le persone resilienti sono sempre esistite prima ancora della nascita della parola stessa. Per fare qualche riferimento illustre, ricordo che Ludwig Van Beethoven fu


l’angolo dello psicologo

orfano molto giovane, Alessandro Manzoni soffriva di attacchi di panico, Albert Einstein era dislessico e come non ricordareAnna Frank con la sconvolgente testimonianza contenuta nel suo Diario. Attraverso alcuni studi, è stato possibile individuare alcuni elementi costanti che si presentano nei soggetti definiti come resilienti. Intanto la resilienza comporta un buon livello di introspezione (insight). Non vi è resilienza in una persona che non sia capace di leggere attentamente dentro di sè. Altra caratteristica è l'indipendenza. Noi abbiamo bisogno di coltivare e guadagnare una sorta di distanza emozionale dalle cose: anche gli avvenimenti, sia lieti che tristi, hanno bisogno di essere considerati e vissuti da noi a una certa distanza. Aspetto importante è anche l'interazione. Ha la possibilità di essere resiliente solitamente chi si trova al centro di un fascio di relazioni abbastanza ricco e vivace con il gruppo sociale di riferimento. Quindi non persone isolate ma capaci di instaurare relazioni autentiche con gli altri. Una ulteriore caratteristica degli individui resilienti è la creatività. È creativo chi affina quella particolare sensibilità che ci permette di cogliere la regolarità anche al di sotto del caos degli eventi e del disordine con cui talvolta la vita si manifesta. I resilienti sono inoltre caratterizzati dall'allegria. Non un'allegria stupida e sciocca che si accompagna sovente alla superficialità, ma un'allegria che affonda la sua origine in un atteggiamento di fondamentale positività. Epitteto, fiolosofo greco antico, diceva: "La gente non è disturbata dalle cose in sè, ma dall'opinione che ha di esse". Noi non siamo vittime passive degli eventi stressanti, ma reagiamo alle difficoltà (e ci stressiamo) in base a come le leggiamo e a come decidiamo di farvi fronte. É il bicchiere mezzo pieno. Può sembrare banalità. Ma è resilienza.

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L’UOMO FLOTTANTE Fresco di stampa la nuova raccolta di versi e pensieri del poeta francese Jean Flaminien (pseudonimo di Jean Luis Lalanne), che alcuni anni fa ha ricevuto il prestigioso premio internazionale “Città di Marineo” per l’opera straniera tradotta in lingua italiana. Espressione nuova di una poesia pensante, meditativa, in divenire, Jean Flaminien, d’origine guascone, è nato a Aire-surl’dour nelle lande francesi. Prestigioso uomo di cultura, ha vissuto a lungo sulle rive dell’Adour, quindi in Marocco e nei Paesi Bassi, come diplomatico. Attualmente vive in Spagna. Nella sua ricerca persegue un nuovo impegno spirituale della Poesia, nella trascendenza di una Terra (dove anche la Natura è dispensatrice di Grazie) in fluida immanenza. Così inizia questa sua nuova e pregevole opera: “ Lenta, e con ardore irreversibile, si compie a ogni istante la nostra metamorfosi, invisibile ai nostri occhi e tuttavia così tangibile, a se stessa bastante. Ma ciò che è troppo vicino sembra irraggiungibile. Su un fondamento impercettibile appoggiarsi, vibrare, scoprire la sua forza pratica inusitata, insperata e pregnante, i benefici della sua permanente presenza in atto, disponibile, rivolta verso noi; come noi al cosmo congiunta, in sovrana mobilità e naturale trascendenza. Non si tratta di mordere un giorno la polvere, ma di raggiungerla e ritrovarla intatta, unita, fuori dal tempo; sa di noi ciò che di lei noi ignoriamo, lungo la strada delle stelle, della vita”. Jean Flaminien, L’uomo flottante. L’homme flottant, traduzione di Marica Larocchi, ed. Book, marzo 2016, pagg. 312, € 35

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Scuola

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Il gemellaggio... colpisce ancora! la curiosità di conoscere nuovi amici e nuove abitudini supera la nostalgia di casa. alunni di Marineo in visita a Sante Sigolène.

Meno 200 giorni, meno 199 meno… 3, 2 ,1! Si parte! L’abbiamo tanto atteso e finalmente è arrivato il 30 marzo 2016! Le valigie sono pronte e l’entusiasmo è alle stelle e noi bambini di quinta elementare partiamo per raggiungere i nostri amici francesi. A Sainte Sigoléne è tutto pronto: dopo applausi, saluti e inni siamo accolti nelle famiglie francesi. La curiosità di conoscere nuovi amici e nuove abitudini supera la nostalgia di casa. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio e non siamo rimasti delusi. Sin dalla prima sera, superato il primo momento d’imbarazzo, abbiamo fatto parte della nostra” nuova famiglia “: ci siamo messi a giocare, a parlare (all’inizio a dir la verità a gesticolare), a mangiare, insomma a far tutto con loro. La mattina a scuola abbiamo svolto delle attività che ci hanno aiutato a rafforzare il nostro rapporto d’ami-

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cizia: abbiamo preparare le crèpes , creato segnalibri e portafoto e abbiamo giocato in palestra con giochi nuovi ecc… Non vedevamo l’ora di avere dei momenti liberi per fare dei giochi di gruppo o delle partite a pallone per goderci i bambini che ci ospitavano. E quando al pomeriggio venivano a prenderci i genitori ,eravamo felici perché ci aspettavano tante altre cose fantastiche come giocare nel giardino di casa dove ci si poteva anche rotolare nell’erba ,uscire e incontrarsi con gli altri, fare cene di gruppo etc. Inoltre abbiamo avuto modo di conoscere la meravigliosa Lione, abbiamo visitato Le Puy en Velay, il castello di Polignac e poi al rientro in Italia altre città come Torino, Genova e Pisa. Purtroppo però, tutto è passato molto velocemente e presto è arrivato il giorno dell’addio: un momento davvero triste e commo-

vente. E sì: il Gemellaggio ha colpito ancora! Mentre ci salutavamo qualcuno, piangeva e qualcuno addirittura si nascondeva per non ripartire: era davvero brutto lasciarsi! Per fortuna ci confortava il pensiero che il prossimo 19 maggio ci saremmo riabbracciati a Marineo. E’stata un ‘avventura bella per tutti. Ecco il parere delle nostre insegnanti:- Quest’anno le paure degli attentati e le paure di comodo ,quelle che ci paralizzano beatamente in casa, non sono riuscite a turbare il sogno di alcuni bambini. La loro tenacia li ha spinti ad “osare” e a cogliere quest’occasione. Un ringraziamento speciale va ai due Comitati che hanno lavorato con passione e dedizione, predisponendo tutto in maniera impeccabile.L’armonia che si è creata nel gruppo tra bambini e adulti ha consentito di vivere la bellezza del viaggio in maniera piena. Un gruppo unito è sempre un gruppo vincente! Anche alcuni genitori che erano partiti per paura di lasciare andare i figli da soli hanno cambiato totalmente idea e adesso si sono offerti per collaborare con il Comitato del Gemellaggio per i prossimi scambi. “Sono rimasta molto contenta di questo viaggio che mi ha permesso di diventare più autonoma e di gustare cibi nuovi e mi sarebbe piaciuto tanto stare qualche altro giorno insieme ai miei amici sigolenesi”, racconta l ‘alunna Viviana Realmonte. “Purtroppo non sono partita e ciò mi è dispiaciuto tanto. Sono felice che i miei compagni siano andati e dal loro racconto ho imparato tanto”, dice Chiara Giuè. “Questo viaggio per me è stato


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pieno di emozioni e divertimento. Arrivato a Sainte Sigoléne, non mi sentivo a mio agio, ma quasi subito mi sono ambientata Ho capito che l’ottimismo è indispensabile per vivere bene un viaggio”, afferma Beatrice Li Castri. “Ho imparato a parlare un po’ il francese, riuscendo a comunicare con i miei nuovi amici. Spero di approfondire la lingua francese”, dice invece Manuela Falcone. “Bisogna adattarsi a tutto, anche ad abitudini diverse dalle nostre”, sostiene Aurora Greco, mentre Arianna Cannucio afferma che anche se siamo un po’ diversi, abbiamo tanto in comune. Alla prossima avventura, dunque! Gli alunni delle classi quinte del plesso San Ciro

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un punto di debolezza, si nasconde invece la forza del nostro paese. Perché andare via da Marineo quando basta una semplice idea per trasformare un terreno incolto in un’azienda che frutti una cospicua somma di denaro? Perché andare via quando si può puntare su un’agricoltura di prodotti di qualità? Sono queste le domande che qualche anno fa alcuni giovani marinesi si sono posti dopo aver scoperto ciò che il nostro territorio può offrire. Basta solo sfruttare le idee che ne valorizzino le caratteristiche. Sicuramente basare la propria vita sull’attività agricola è un rischio.Se si tiene conto delle spese da affrontare per costruire i capannoni, per pagare le tasse della luce, del gas e dell’acqua, per i macchinari e le attrezzature del settore e molto altro

Via da Marineo? No, grazie! Per noi giovani (soprattutto del Sud), per il nostro futuro, sembra esserci una sola possibilità: partire. Fuori c’è il lavoro, fuori ci sono opportunità che qui sembrano impossibili. Ce lo sentiamo ripetere spesso e forse è vero. Probabilmente nelle grandi città, nell’Italia del Nord, in Europa e nel mondo c’è un posto per noi, ma forse è vero che anche qui, nel nostro territorio, è possibile lavorare e costruirsi un futuro. Marineo è un paese agricolo, non ci sono industrie o centri commerciali. Buona parte dell’economia ruota attorno alla terra e ai suoi prodotti in un territorio ricco di bellezze paesaggistiche e naturali. Proprio nell’agricoltura, che potrebbe essere considerata

ancora, può sembrare nettamente svantaggioso. Invece non bisogna considerare solo gli aspetti negativi, ma si deve avere la lungimiranzadi puntare su progetti innovativi edi valutare anche gli aspetti positivi che prima o dopo daranno i loro frutti. Questo lo hanno capito bene alcuni nostri compaesani che hanno iniziato a valorizzare dei terreni incolti per coltivare agrumi oper costruire casali per il mantenimento dei funghi,hanno recuperato razze autoctone del passato (le galline siciliane “Collo Oro”), hanno riscoperto materie prime della tradizione contadina come i grani antichi. Nell’ultimo secolo le industrie

hanno preferito sostituire i grani tradizionali che contenevano solo il 7% circa di glutine con grani moderni che hanno un altissimo tasso di glutine, circa il doppio rispetto ai grani antichi. Purtroppo però questo porta conseguenze negative, in particolare l’aumento della celiachia.Da qualche tempo è in atto la riscoperta dei grani antichi, come il Tumminia o il Perciasacchi, che possono offrire una qualità nettamente superiore alla media. Alcune aziende stanno inoltre puntando sui finanziamenti che l’Unione Europea riserva per le imprese guidate da giovani under 40: nel marzo di quest’anno, ad esempio, i rappresentanti dell’Unità Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Europea, venuti in Sicilia per monitorare i progetti realizzati con i fondi comunitari,hanno visitato un’azienda di Marineo e ne hanno apprezzato l’attività. È proprio su questo tipo di produzione e, in generale, sulla valorizzazione dei prodotti genuini del territorio che noi giovani di Marineo possiamo pensare di costruire il nostro futuro. Non si deve per forza andare via da Marineo o, in generale, dall’Italia per trovare lavoro. Basta impegnarsi nello studio per avere le competenze giuste, cercare il progetto vincente, avere il coraggio di buttarsi a capofitto nella propria idea e crederci fino in fondo, con l’obiettivo di valorizzare territorio e tradizione. Dalila Fontana Luisa Maria Rita Giambanco Eleonora Realmonte Giorgia Rigoglioso Alunni della Scuola secondaria di I grado “L. Pirandello” Docenti: G.Puma, E. Matraxhia La Rocca 29


Motori

SPort

Kart, Minì sale sul podio a soli dieci anni ha una bacheca già stracolma di trofei. in ordine di tempo, l’ultimo successo è il terzo posto conquistato al circuito internazionale di Muro leccese. Minì detiene la leadership nella classifica generale. Dieci anni ed una bacheca già stracolma di trofei e riconoscimenti. Gabriele Minì, piccolo campioncino marinese, ha già stupito tutti in sella al suo kart. Una passione smisurata per le quattro ruote, un vero e proprio amore tramandato dal padre Fabrizio che, in occasione del primo compleanno di Gabriele, regalò al figlio un go-kart. Con la tenacia ed il coraggio di un adulto, già a 4 anni Gabriele correva in vere e proprie gare dilettantistiche ottenendo risultati molto incoraggianti. Da questa stagione, oltre al campionato nazionale dove domina la classifica, Gabriele disputa il campionato internazione WSK

Super Master Series, cat. 60 Mini e, nell’ultima gara disputata, il “piccolo” grande campione locale, del team Energy-Tm-Vega, ha conquistato un podio; un terzo posto importante nella gara svoltasi al

circuito internazionale la Conca, Muro Leccese (LE). Nonostante non sia riuscito ad agguantare la vetta più alta del podio (tanto il rammarico viste le ottime qualifiche in cui si era aggiudicato due manche con due splendide vittorie), Minì mantiene comunque la leadership nella classifica generale con 190 punti, grazie anche al primo posto ottenuto nel circuito Napoli di Sarno (Sa), lo scorso 19-20 marzo. Il quarto ed ultimo round si svolgerà a Smergoncino 7, Frazione Cavanella Po, Adria (RO) il prossimo 19-22 maggio 2016. Gabriele, mantenendo piedi (e ruote) per terra, continua a sognare… T.S.

Calcio, harakiri Oratorio Doveva (e poteva, tranquillamente) essere un finale diverso. E’ un Oratorio San Ciro e Giorgio degno del miglior Dottor Jekkyl e Mr. Hyde quello che, dopo una prima metà di campionato quasi eccellente, fa harakiri e resta fuori persino dall’ultimo posto play-off. Un finale tremendo in cui, la formazione marinese, ha raccolto 3 miseri punti nelle ultime 7 giornate del campionato di Prima Categoria, girone B. Lo spartiacque arriva a fine febbraio quando, in vetta alla classifica, l’Oratorio si prepara per le sfide contro le contendenti al ti-

30 La Rocca

tolo: Caccamo e Bagheria. Il bottino è misero; il pareggio in casa contro i primi e la sconfitta netta a Bagheria gettano i ragazzi di mister La Torre in un vortice di cattive prestazioni e risultati funesti che costano, come detto, anche la qualificazione al play-off, persa all’ultima giornata con il 3-0 subito in casa dello Sparta Palermo. Tanta confusione, poco senso di responsabilità da parte di alcuni membri di rosa e staff ed un senso di impotenza generale che hanno distrutto quanto di buono creato nella prima fase della stagione. Gli

sguardi bassi dei calciatori ed il senso di nervosismo generale testimoniano il clima, non certo disteso, vissuto negli ultimi mesi in casa Marineo. Bisognerà ripartire mettendo in chiaro certi punti e, soprattutto, affidandosi ad un attaccamento alla maglia che, nel tempo, è andato quasi del tutto perso. Per tornare ai lustri di un tempo (non troppo lontano) e scrivere altre pagine importanti di storia calcistica locale, serve invertire subito la rotta. Marineo, in fondo, sa bene come si fa. T.S.




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