Laroccaagosto2016

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Anno XXIII Agosto 2016 €. 1,00 Copia omaggio

IN QUESTO NUMERO: Il futuro dell’agricoltura  ha le radici nel passato ll programma della  festa di San Ciro

42° Premio Marineo all’attrice Lina Sastri


Inserzione pubblicitaria

A Marineo è nata una struttura molto accogliente e stimolante per i più piccoli. Nell’interazione con gli altri bambini il piccolo inizia anche il riconoscimento con sé stesso.

Hakuna Matata: Asilo nido e Centro custodia minori L'

asilo nido Hakuna Matata è nato per sopperire alla carenza cronica di posti negli asili nido comunali di Marineo e dei paesi limitrofi. Un numero sempre maggiore di mamme lavoratrici, che non possono più avvalersi della disponibilità dei nonni, hanno deciso infatti di associarsi al fine di realizzare una struttura di asilo nido fruibile dai soci dell'associazione. Perchè scegliere Hakuna Matata? La nostra è una struttura molto accogliente e stimolante per i bambini di età compresa dai 0 ai 3 anni. Fino al terzo anno di vita il bambino apprende sostanzialmente attraverso lo sviluppo sensoriale. Sono esperienze molto semplici ma importantissime: toccare, udire i suoni, guardare, muoversi, scoprire, mettere in bocca, tutte attività che in un nido possono essere fatte con la massima libertà. Nel nido Hakuna Matata tutto ciò è possibile perché è attrezzato in questa logica, come può esserlo per colorare un lenzuolo, per dipingere con i piedi, per giocare con le barchette nell’acqua, per coltivare dei fiori, per preparare qualcosa in cucina. Sono delle attività a sfondo sensoriale che rappresentano la premessa di ogni forma di apprendimento, anche poter correre, ballare, saltare in un salone protetto e sicuro, dove anche il cadere non rappresenta un pericolo, dove non ci sono i mobili di casa. Sono opportunità uniche, tanto più nella bella stagione dove questo può essere fatto in uno spazio all’aperto dove ci sono giochi basati sul bisogno motorio infantile, importantissimo in questa età dove il muoversi è effettivamente una delle esperienze più importanti in assoluto Nell’interazione con gli altri bambini il piccolo inizia anche il riconoscimento con sé stesso, la fuoriuscita dalla necessaria fase di ipertrofia narcisistica e onnipotente e incomin-

cia a imparare le forme di autoregolazione sociale. Non per niente è proprio al nido fra i 18 e i 36 mesi che il bambino ha maggiore capacità di gestire autonomamente i contrasti con i suoi coetanei. Da questo punto di vista uno dei vantaggi più espliciti è proprio il rafforzamento delle competenze linguistiche, in quanto la necessità di comunicare con i propri coetanei consente ai bambini di uscire da quelle forme di comunicazione adulto-bambino eccessivamente protettive, che gli impediscono di attivare tutto ciò che hanno imparato e che è invece indispensabile utilizzare per comunicare efficacemente e giocare con altri bambini. I figli che hanno potuto frequentare nidi di buona qualità pedagogica ci saranno riconoscenti quando, da adulti, sapranno affrontare la vita al meglio delle loro risorse. Valentina Bianchi Simona Daidone


AttiVitàl’editoriAle dellA FoNdAZioNe

Il divano della felicità di Giovanni Perrone

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uglio si è concluso con l’incontro dei giovani a Cracovia per le Giornate Mondiali della Gioventù. I discorsi e le azioni di Papa Francesco sono stati, come sempre, ricchi di significato e di stimoli. Silenzio e parole forti e lungimiranti, non solo per i due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo, ma anche per chi ha responsabilità politiche, pastorali, educative, e per la gente comune. Il Pontefice ben comprende le notevoli difficoltà che le giovani generazioni incontrano oggi per una piena realizzazione, un lavoro dignitoso, una vita in ambienti positivi e con adulti significativi. Mille problemi disorientano e paralizzano i giovani e talora li spingono a rifugiarsi nell’inedia o nell’alienazione. Perciò sovente incoraggia ad osare per volare in alto. Di fronte alla ricerca di facili ed effimere felicità, da consumare, e che nel contempo consumano, i giovani sono invitati a farsi protagonisti del futuro, evitando di “confondere la felicità col divano”. Si crede, dice il Papa, “che per essere felici abbiamo bisogno di un buon divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri”. Un divano “come quelli che ci sono adesso, moderni, con massaggi per dormire inclusi, che ci garantiscano ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi e passare ore di fronte al computer”. Un divano “contro ogni tipo di dolore e timore”, che “ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci”. Ma questo “divano-felicità” è invece una paralisi silenziosa che “senza rendercene conto” ci fa ritrovare “addormentati, imbambolati e intontiti mentre altri – forse più vivi, ma non più buoni – decidono il futuro per noi”. “Sicuramente, per molti è più facile e vantaggioso avere dei giovani imbambolati e intontiti”, piuttosto “che avere giovani svegli, desiderosi di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore”, osserva il Pontefice. Ed

aggiunge: “Siamo nati per lasciare un’impronta”. “È molto triste – rileva Francesco – passare nella vita senza lasciare un’impronta. Ma quando scegliamo la comodità, confondendo felicità con consumare, allora il prezzo che paghiamo è molto ma molto caro: perdiamo la libertà”. Ed allora dobbiamo lealmente chiederci: “Il nostro essere per le vie del mondo è statico - in attesa del fico in bocca - oppure è un verace segno della nostra vitalità e intraprendenza?”; “Come, dove e perché andiamo?”; “Le tracce che lasciamo sono fugaci orme sulla sabbia o sono orme forti e indelebili?”; “Sono tracce della nostra arroganza e cupidigia che indicano un procedere malvagio o tracce del bene che facciamo?”; “E i nostri figli? Quali tracce lasciano?” … Le devastanti guerre e i quotidiani episodi di terrorismo e di assurda violenza - che lasciano forti impronte di morte, di miseria, di turbamento - sono stati frequentemente richiamati da Papa Francesco. Non sono “cose” che riguardano gli altri, diventando oggetto del nostro quotidiano spettegolare o delle nostre paure, ma ci interessano e coinvolgono. Sono icona di una società disorientata e malata. Perciò, ogni malvagità nostra o altrui deve farci riflettere e ravvedere. Sovente, purtroppo, l’uomo al fine di farsi ragione ricopre il male con alte elucubrazioni e giustificazioni, simili a preziosi perizomi ricoprenti zozze pudende. Quanta prepotenza, quanti furti, quanta violenza, quanti latrocini vengono

giustificati con nobili fini! Quante sofferenze provochiamo con il nostro agire! Strumentalizzando pure la religione e la giustizia. Il Papa lo ha detto ad alta voce: “Sono la voglia di potere, la bramosia del denaro, la logica della sopraffazione ad orientare perversi modi dell’agire umano!” Se andiamo alle radici di tante liti, problemi, malaffare, malessere - che motivano o condizionano il nostro vivere quotidiano - troviamo molto marciume che avvelena la nostra ed altrui esistenza, danneggiando i “miti di cuore”, le molte persone buone che il Vangelo esalta. E allora? Occorre il coraggio di guardarsi allo specchio, interrogarsi lealmente, darsi da fare per fornire il nostro contributo affinché le cose cambino, superando insane voglie, pregiudizi, resistenze, tiepidezze, miopie varie, fobie, incapacità di dialogo e di cooperazione. Per essere felici, ci ricorda Francesco, occorre “camminare insieme agli altri, in qualsiasi ambito, portando la Buona Notizia e facendo della propria vita un dono, dando il meglio di noi per rendere il mondo migliore”. Pressante l’invito ad “essere la speranza del futuro”. Per esserlo, dice Papa Francesco, “tre sono gli elementi essenziali: memoria, coraggio e speranza per il futuro. La memoria degli eventi del passato; il coraggio del presente nell’affrontare tutte le situazioni; la speranza di un futuro di misericordia, facendo tesoro dell'esperienza e della fede” e impegnandosi in esperienze di volontariato. Niente divano sul quale poltrire o stare a guardare chi passa, magari piangendosi addosso, ma tenere sveglie le meravigliose energie che ogni persona possiede, orientandole verso il bene. Vivere, sin da ragazzi, esperienze associative e di volontariato costituisce un buon apprendistato ed esercizio per una vita dinamica e felice, a favore di noi stessi e degli altri.

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Premio di poesia

AttiVità dellA FoNdAZioNe

42° PREMIO MARINEO

I poeti vincitori

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ono stati designati i vincitori della 42^ edizione del Premio Internazionale di Poesia "Città di Marineo", organizzato dalle Fonda zioni Culturali "G.Arnone". Domenica 4 settembre, alle ore 18, in Piazza Castello, il premio internazionale verrà consegnato all’attrice napoletana Lina Sastri. La Giuria ha così inteso riconoscere le grandi qualità artistiche di una donna che, con umiltà e semplicità, si è affermata come interprete verace che ha fatto del teatro la propria vita, raccogliendo ovunque notevoli consensi.

gera” ed. Passigli, Firenze; Paride Mercurio, per l’opera “La persistenza del tempo” ed. Book, Ferrara; Margherita Rimi, per l’opera “ Nomi di cosa-Nomi di persona” ed. Marsilio, VeneziaOPERE INEDITE IN LINGUA SICILIANA

1° premio: Renato Pennisi, per l’opera “Pruvulazzu”, ed. Interlinea, Novara. Risultano finalisti: Gaetano Capuano, per l’opera “Milanisari”, Rosaliaeditions, Milano: Laura La Sala, per l’opera “Nun mi chiamari fimmina” ed. Medinova, Favara; Francesco Leone, per l’opera “La divina umanità di l’arti” ed. Drepanum, Trapani; Giuseppe Pappalardo, per l’opera “Contraventu” ed. Arianna, Geraci Siculo. COmmISSIONE GIUDICATRICE

OPERE EDITE IN LINGUA ITALIANA 1° premio (con diritto alla pubblicazione della raccolta): Patrizia Sardisco, per la raccolta ”Crivu” Risulta inoltre finalista: Pietro Moceo, con la raccolta “A megghi lingua è chidda du cori”. OPERE EDITE IN LINGUA SICILIANA 1° premio e Nina Nasilli per l’opera “Al buio dei nodi anfratti”, ed. Book, Ferrara Risultano finalisti: Franca Bellucci, per l’opera “Mare d’amare donne” ed. Manni, San Cesario di Lecce; Rosa Gallitelli, per l’opera “Selva creatura leg-

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Compongono la giuria della XLII edizione del premio: Salvatore Di Marco (presidente), Flora Di Legami, Giovanni Perrone, Ida Rampolla del Tindaro, Tommaso Romano, Michela Sacco Messineo, Ciro Spataro (segretario). La manifestazione è oganizzata dalle Fondazioni Culturali “Gioacchino Arnone” con il patrocinio oneroso della Regione Siciliana.


Premio di poesia

AttiVità dellA FoNdAZioNe

PREMIO INtERNAzIONAlE

lina Sastri A

ttrice poliedrica e completa, musicista di talento, Lina Sastri incarna quasi come un’icona la fisicità di una Napoli universale e bellissima: le tradizioni, le passioni, gli stati d’animo, l’umanità palpitante che prorompe dal cuore dei vicoli, e proprio a Napoli scopre la passione per il teatro, ancora adolescente, calcando i palcoscenici di quartiere. Il suo debutto teatrale risale al 1974 con “Masaniello” per la regia di Armando Pugliese. Da quel momento la sua carriera è costellata di successi e di esperienze originali nei più diversi campi dell’arte scenica, teatro classico, teatro musicale, drammi moderni e poi la canzone da quella popolare ai cantautori. Il pubblico ha imparato presto ad apprezzarla: per la profondità dei suoi sguardi, l’inconfondibile voce roca, oltre che per la gestualità ed un temperamento estroso, tipicamente partenopeo. Giovanissima ha iniziato a lavorare con Eduardo De Filippo, senza ombra di dubbio il suo maestro, dando il meglio di se nell’interpretazione della giovane figlia in una delle più belle versioni di “Natale in casa Cupiello”. Le tappe essenziali del suo percorso artistico hanno visto la collaborazione dei più grandi nomi del panorama teatrale tra cui Roberto Di Simone, Filippo Crivelli, Giuseppe Patroni Griffi.

Anche nel cinema lavora accanto a registi di primo piano: Giuseppe Bertolucci, Nanni Moretti , Damiano Damiani, Carlo Lizzani, Nanny Loy, Paquale Squittieri, Ricky Tognazzi, Pupi Avati, Woody Allen, John Turturro, Giuseppe Tornatore che l’ha voluto in “ Baaria” nel doppio ruolo di “Tana e La mendicante”. Si è dedicata con successo alla fiction televisiva e tra le sue interpretazioni non possiamo non citare quelle in “Rita da Cascia”, “Don Bosco”, ed è rimasto indimenticabile nel 2005 il suo ruolo di Maria in “ San Pietro” con Omar Sharif. Il suo ingresso nel mondo musicale avviene in modo casuale interpretando il brano “ assaje” composto per lei da Pino Daniele ed incluso nella colonna sonora del film “ Mi manda Picone”. Ha scelto di cantare la musica della sua terra mescolando ritmi e melodie in un racconto che si fa emozione, creando in questi ultimi anni, spettacoli musicali che parlano del sud del mondo con un genere musicale che ha riscosso un successo straordinario non solo in Europa ma anche in Giappone. Ha cantato con Ray Charles, Caetano Veloso, e Roberto Murolo riproponendo in modo autentico la tradizione musicale napoletana. La Fondazione Gioacchino Arnone, nell’assegnare a Lina Sastri il premio internazionale Città di

Marineo, ha inteso riconoscere le grandi qualità artistiche di una donna che, con umiltà e semplicità, si è affermata come interprete verace che ha fatto del teatro la propria vita, raccogliendo ovunque notevoli consensi. La Rocca 5


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il futuro dell’agricoltura? Ha le radici nel passato! ecco perchè occorre scegliere un'alimentazione più salutare contribuendo alla crescita economica dei nostri territori.

la via del grano di Nino di Sclafani

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on passa giorno senza che i media non relazionino sull'ennesima scoperta di truffe e sofisticazioni in ambito alimentare, sui pericoli per la salute derivanti da alimenti troppo industrializzati o assoggettati a trattamenti nocivi, sul grande mercato del Made in Italy taroccato che oramai dilaga anche nel settore alimentare. A peggiorare la situazione c'è l'Europa che impone direttive assurde o l'importazione di produzione agricola da paesi dove non vigono le stesse tutele per la salute dei consumatori. Agricoltura ed allevamento sono in ginocchio e chi ancora, ostinatamente, continua a dedicarsi alla campagna lo fa più per passione che per profitto. Eppure è innegabile che proprio il settore primario potrebbe essere uno dei comparti in grado di dare il via ad una ripresa troppe volte annunciata e mai decollata. Così ho proposto alla redazione de "La Rocca" di iniziare un percorso che ci invita a riflettere sullo stato attuale dell'agricoltura nel nostro comprensorio incontrando gli eroici protagonisti che ancora tengono alto l'orgoglio della tradizione agricola marinese e che si sono rinnovati per essere competitivi con un paradossale e vincente ritorno al passato. Ci occuperemo in questo numero del

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grano, coltura preziosa che ha sfamato generazioni di marinesi che hanno strappato, nei secoli, ad una natura, sovente ostile, ogni prezioso chicco perché divenisse quel pane che assicurava la sopravvivenza delle famiglie. Ho invitato a confrontarsi sull'argomento il prof. Antonino Barcia, docente di materie scientifiche, laureato in Scienze e tecnologie agrarie, consulente ed, egli stesso, produttore di grani antichi. Con sospetta lentezza si stanno compiendo indagini sul legame che potrebbe sussistere tra il consumo di varietà di grani moderni e l'insorgere di intolleranze alimentari quali la celiachia, cosa sappiamo realmente? Di per sé le proteine del grano, ed in particolare il glutine, rappresentano per il nostro intestino un elemento allergizzante ed infiammante. Il fatto che i nuovi grani contengano quantitativi anche doppi di tali proteine rispetto ai grani antichi costituisce un sospetto assai tangibile di questo legame. Perché nella seconda metà del secolo scorso si è intervenuti in laboratorio col fine di creare nuove varietà di grano? Le ragioni sono molteplici, ma essenzialmente si riconducono alla necessità di aumentare la produttività e dunque il profitto. Faccio alcuni esempi: la necessità di facilitare la raccolta meccanizzata ha indotto ad accorciare geneticamente la lun-

ghezza del fusto dei grani antichi. Nacquero così nuove cultivar con fusto corto, come il Creso, che agevolano la mietitura; l'intervento umano ha, però, modificato anche alcune caratteristiche nutrizionali del seme. Altra questione aperta riguarda la necessità dell'industria alimentare di usare farine ad alto contenuto proteico per ottenere una maggiore facilità di manipolazione meccanica degli impasti, si giunge così ad un livello di raffinazione eccessivo privando la farina di importanti nutrienti, minerali e fibre. Quali invece i vantaggi dei grani antichi siciliani? Le antiche varietà di grani siciliani sono frutto di una lunga selezione naturale di adattamento al nostro clima e ai vari terreni isolani nonché di difesa dalle specie vegetali infestanti e


Fra i grani antichi, la Tumminia è una qualità a ciclo breve. Coltivata a Marineo fino agli anni ‘70, è ideale per fare sia il pane che la pasta. dai parassiti. L'abbinamento di tali colture con il metodo di coltivazione biologica consente la produzione di grani eccellenti come qualità nutrizionale e totalmente liberi dal carico di tossicità che viene dai trattamenti chimici necessari per ottenere la produzione con i grani moderni. Fra i grani antichi siciliani ricordiamo la Tumminìa o Timilìa: grano duro a ciclo breve ampiamente diffuso in Sicilia, venne coltivato anche nelle nostre campagne di Marineo fino agli anni’70-80 del secolo scorso. Generalmente veniva seminato dai nostri nonni nel mese di marzo nelle annate molto piovose che non consentivano a novembre-dicembre le regolari semine di altri grani a ciclo più lungo. È ideale sia per la pastificazione ma soprattutto per la panificazione. Altra varietà è il Russello. A Marineo era conosciuto con il nome di Ruscia, Gianti, o Gianti Russu, chiamato così

proprio per l'altezza della spiga che in certe annate superava anche il metro e mezzo, con la granella più grande circa due volte rispetto ad un grano moderno. La cariosside (chicco) presenta un più basso contenuto in glutine fino al 30-40 % in meno rispetto alle moderne varietà canadesi. Da ricordare anche le varietà Realforte coltivato nell’areale dei monti Sicani anch’esso per ottimi usi panificatori e il grano Biancuccia dalla cui granella si ottiene una semola che conferisce un forte aroma al pane. Un discorso a parte merita l’antico grano siciliano Perciasacchi, chiamato così per la forma appuntita del chicco che bucava appunto i sacchi di juta, detto anche “Farro lungo siciliano” (ma non si tratta di un farro), che veniva coltivato invece in maniera più ampia nell’areale dell’ennese e del catanese. Per la produzione di farine per dolci e torte varie, i nostri agricoltori nei secoli avevano anche selezionato un’importante popolazione di grano tenero siciliano ossia il Maiorca, dalla cui pregiata semola si ottenevano ottimi dolci e prodotti da forno. Oggi la farina di Maiorca è stata sostituta dalla moderna e discussa farina tipo

“00” (definita proprio un veleno da alcuni oncologi come il Prof. Berrino a causa dell'eccessiva raffinazione che ne aumenta l'indice glicemico). Una cultivar recente, ottenuta con incroci naturali, fu la varietà “Senatore Cappelli” celebre per la sua spiga a reste nere e svettante. Venne a lungo coltivata anche nelle nostre campagne, era conosciuta con il nome Bidi’o Birì. Il ricorso a queste varietà antiche ed all'uso del biologico ridurrà però le rese. Tutto ciò è profittevole per i contadini? Certamente. Il mancato uso di fertilizzanti chimici e diserbanti rende più economico il ciclo produttivo e, anche se la resa è dimezzata, la sensibilità dei consumatori nei confronti di materie prime biologiche e di qualità fa sì che il prezzo di vendita di queste varietà possa raggiungere il doppio rispetto a quello del grano prodotto convenzionalmente. Non secondaria è l'adattabilità dei grani antichi a tutti i tipi di terreno; varie estensioni oggi lasciate incolte potrebbero tornare a produrre ottimo grano biologico portando nuova vitalità alle contrade oramai abbandonate. La Rocca 7


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Questo maggiore costo si riverserebbe però sui consumatori finali. Avere la certezza che per la panificazione o la pastificazione vengano utilizzati grani antichi siciliani prodotti in biologico a chilometro zero, rappresenta per i consumatori una garanzia di qualità e salubrità, ciò giustificherebbe anche un ritocco in alto dei prezzi dei prodotti alimentari derivati, sempre meglio però di acquistare pane e pasta industriale a basso costo prodotta con grani di incerta provenienza che hanno viaggiato per settimane su navi cargo dove per evitare il deterioramento vengono usate antimuffe e veleni che inevitabilmente ritroveremo anche nel piatto. Quali le garanzie per i consumatori? Esistono controlli? Gli enti preposti al controllo della filiera del biologico sono numerosi e molto efficienti. Le ispezioni vengono eseguite frequentemente e sussistono anche sanzioni per i coltivatori disonesti. Pur non potendo escludere eccezioni diciamo che si è raggiunto un alto livello di garanzia e tutela. Il ritorno a queste antiche colture richiede, conseguentemente, l'esistenza di una filiera agro-alimentare che completi i processi di produzione. A che punto siamo? Purtroppo nel palermitano siamo ancora molto indietro. Diversa è la situazione nel comprensorio madonita, nell'ennese, nel trapanese, nel catanese e nel ragusano, dove alla produzione di grani antichi sono affiancati mulini a pietra, panifici e pastifici che completando il ciclo di filiera mettono a disposizione dei consumatori i prodotti finiti. Sovente le attività di trasformazione dei grani sono gestite dagli stessi agricoltori produttori, evitando, così, il lievitare dei prezzi finali e consentendo un giusto profitto per il proprio lavoro.

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Ringrazio il prof. Antonino Barcia per il prezioso contributo dato a questo approfondimento. Mi pare di poter affermare che l'esperienza narrata sia emblematica di come si possa creare ricchezza e posti di lavoro migliorando l'ambiente e la salute delle persone. Un'equazione non scontata, visti i risultati devastanti di una forzata industrializzazione di alcune aree della Sicilia (Gela, Augusta etc). Ora la parola passa ai consumatori che hanno già oggi la possibilità di scegliere un'alimentazione più salutare contribuendo alla crescita economica dei nostri territori. Un positivo salto di qualità potrebbe essere quello di vedere consorziati i nostri produttori più lungimiranti che realizzando il completamento della filiera consentirebbero di mantenere alto il nome di Marineo come marchio di qualità nella produzione alimentare e nella genuinità dei prodotti. Sarebbe opportuno altresì che risorse pubbliche venissero destinate all'incentivazione di tali attività per rendere tangibile, in termini di creazione di posti di lavoro, la finalità degli organismi regionali preposti a tale obiettivo. Infine un sogno: rivedere in funzione uno dei mulini ad acqua di Risalaimi.

di Nuccio Benanti

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elle comunità agricole cristiane il granello di frumento è stato associato alla rinascita della vita nonostante la morte: “Se il granello di frumento, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”, spiega il Vangelo. Ma per favorire l'accrescimento prodigioso della vita presente nei semi, nei solchi e nella pioggia, il lavoro agricolo ha bisogno sia della forza delle braccia umane sia della forza del rito. L'agricoltore, come spiega Mircea Eliade, opera in una sfera ricca di sacro: i suoi gesti, le sue azioni ripetitive, appunto i suoi rituali sono responsabili di conseguenze vitali e misteriose, che si compiono in seno alla terra ed entro un ciclo cosmico. Il susseguirsi delle stagioni, il freddo e il caldo, il periodo della semina e quello del raccolto, la morte e il germoglio del granello di frumento, unite alle celebrazioni festive, presuppongono una serie di


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Il chicco di grano: dalla terra all’altare Gli appuntamenti festivi hanno la funzione di sacralizzare tempo e spazio e rassicurare i passaggi stagionali. azioni, di origine e struttura diverse, destinati a promuovere la rifondazione del tempo, la crescita delle piante, ma anche a giustificare lo sfruttamento del suolo. Lo scopo dei principali rituali messi in atto dai gruppi umani è destinato, quindi, da un lato a scongiurare ogni possibile calamità naturale, dall’altro ad ottenere la generosità e la fertilità della terra. I principali appuntamenti festivi di Marineo hanno, quindi, la funzione di rassicurare la ciclicità del tempo ed i principali passaggi stagionali. Come osserva Antonino Buttitta, in passato ciascuna festa doveva essere celebrata in un tempo preciso, in un momento in cui in dipendenza dei mutamenti stagionali si passava da un’attività ad un’altra. L’aratura, la semina, la mietitura del frumento venivano così ad

iscriversi in una dimensione religiosa. Le feste hanno così mantenuto le loro scansioni con i cicli agrari che si collocano in un periodo che va, dal punto di vista del calendario astronomico, dal solstizio d’inverno al solstizio d’estate. Nel corso dell’anno la comunità marinese è tutta protesa verso la rappresentazione del mistero della rigenerazione vegetale. Osservando il calendario solare risulta evidente il rapporto diretto tra l’azione umana e il risveglio delle forze della natura necessarie all'agricoltura per garantirsi il ritorno della vegetazione dopo l'inverno, per favorire lo sviluppo delle piante e per assicurarsi un buon raccolto. Ecco perché occorre ringraziare Dio in un tempo ben preciso, nel nostro caso anche con l’intercessione di San Ciro o altri santi.

In tale contesto, la Cunnutta, processione di devoti che recano frumento al santo si configura come rito di propiziazione, assumendo una duplice funzione: da un lato offrire parte del raccolto dell’annata appena conclusa, dall’altro chiedere aiuto per la buona riuscita di quella che sta per iniziare. A fine estate la terra deve nuovamente prepararsi ai rigori dell’inverno, proteggendo dentro di sé quel seme che assicurerà la nuova vegetazione e la rinascita. Nel mese di novembre l’agricoltura incontrerà, infatti, anche la dimensione dei morti: l’inizio della stagione della semina coincide con le celebrazioni dei defunti. I semi e i morti condividono uno spazio e un destino comune: entrambi si trovano sottoterra ed aspettano di tornare alla luce, come “il chicco di grano”. I semi hanno la proprietà di conservare, contenere, riprodurre la vita. Mangiando semi si può simbolicamente partecipare a questo miracoloso processo. Sementi di ogni tipo e per ogni gusto abbondano sulle bancarelle, soprattutto nei giorni della festa di San Ciro d’agosto. Sia la Cunnutta, ma anche l’altare pasquale con i lavureddi, consacrano e benedicocno ciò che gli agricoltori offrono collettivamente: il campo di grano. Ma occorre benedire anche le case e le famiglie. Così, la festa del Corpus Domini, con la benedizione degli altarini distribuiti in tutti quartieri del paese, assolve anche alla funzione di sacralizzare il tempo (della mietitura) e lo spazio (i quartieri e le strade del centro abitato). E dopo un anno di lavoro, il contadino può portare, finalmente, il frutto del suo sudore dalla terra all’altare. La Rocca 9


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Caldo asfissiante Africa avanzante Gelu di muluni: perfetto per rinfrescarsi in questi giorni di afa. ingredienti: anguria, amido di grano e cannella.

di totò Greco

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uesta è l’estate siciliana. Il cielo si vela leggermente di bianco, per la cappa di calore. Le colline verdeggianti cominciano a tingersi di giallo. Il grano inizia a maturare. I contadini lavorano la paglia nei campi: sono i galleristi della campagna. Dispongono ordinatamente sul terreno le loro opere, lasciandole ad asciugare. Creano quasi dei quadri! I pastori conducono i loro pascoli in montagna, alla ricerca del verde. I grilli di notte si esibiscono in meravigliosi concerti. A tratti sembra di stare in Africa, mancano solo i leoni e qualche oasi qua e là. I popolani li abbiamo già. Ma nascondiamo tutto quanto a Salvini, che poi si arma di ruspe e distrugge ogni cosa! Ci basta l’amministrazione regionale, grazie. Non abbiamo bisogno d’altri che si

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occupino di farci mettere in ginocchio. I panni sporchi si lavano in famiglia, no? Siamo autosufficienti. Si, ma… continua a fare caldo. A proposito d’autonomia: guardando le nostre campagne abbiamo il ben di Dio. Cantalupo, melenzane, ciliegie, zucchine, pistacchio, pesche e chi più ne ha più ne metta. Possiamo sbizzarrirci infinitamente. Unire frutta e verdura, provare cotture diverse in un unico piatto o semplicemente cercare di valorizzare un singolo ingrediente. Come nel caso del gelu di muluni, perfetto per rinfrescarsi in queste giornate d’afa. È molto semplice da preparare. Quindi non ci resta che prendere l’anguria, qualche altro ingrediente e recarci in cucina! Ingredienti: Anguria Zucchero Amido di grano Cannella in polvere, pistacchi tritati, gocce di cioccolato e fiori di gelsomino (per decorare)

Procedimento: Privare l’anguria dei suoi semi. Quindi frullarla ed estrarne il succo. Terminato questo processo, setacciare l’amido di grano, per evitare la formazione di grumi. Versare il liquido in una pentola e porre sul fuoco a fiamma minima e mescolare in continuazione da qui fino alla fine della preparazione. Non deve raggiungere l’ebollizione. Non appena il succo comincia a riscaldarsi, aggiungere gradualmente lo zucchero, in modo da facilitarne la solubilizzazione. Regolarsi, assaggiando man mano, fino al raggiungimento della dolcezza desiderata. Ora versare a poco a poco l’amido setacciato per far assumere al liquido la consistenza di una crema. Arrivati a tal punto, non addizionare più amido e togliere la pentola dal fuoco, lasciando raffreddare spontaneamente il contenuto. Mescolare di tanto in tanto la crema ottenuta, per evitare la formazione di una patina asciutta, esteticamente brutta e non tanto buona da mangiare. Raggiunto il raffreddamento, versare il composto in dei bicchieri, delle coppette, dei pirottini o qualsiasi cosa vogliate e riporre in frigo per almeno 2 ore. Trascorso questo tempo, uscire fuori il gelo. Decorare con una spolverata di cannella, pistacchio tritato, qualche goccia di cioccolato ed un fiore di gelsomino, per profumare e dare colore. Buon appetito!


Giovani

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Per i più giovani: Europa e sostegno alle attività Settimana europea delle Regioni e Città: Bruxelles dal 10 al 13 ottobre 2016 L’edizione di quest’anno, a cui contribuiranno 187 regioni e città di 28 paesi raggruppate in 22 partenariati regionali, è titolata “Città e regioni per una crescita inclusiva e sostenibile” e prevede un programma di eventi che ruota attorno a tre priorità tematiche: Crescita economica sostenuta e sostenibile; Crescita economica inclusiva; Rendere più semplici i Fondi strutturali e d’investimento.

iG

Brexit: prospettive economiche dopo il referendum del Regno Unito Pubblicata una prima valutazione delle previsioni economiche per la zona euro e per l'UE dopo il referendum del Regno Unito. Un periodo di prolungata instabilità potrebbe influenzare la modesta ripresa dell'economia europea, limitando gli investimenti e i consumi. Nuovo pacchetto di sostegno per gli agricoltori europei del valore di 500 milioni di euro La Commissione europea ha presentato un nuovo pacchetto di misure da fondi dell’UE a sostegno degli agricoltori a fronte delle continue difficoltà dei mercati, in particolare del mercato dei prodotti lattiero-caseari. Questo ampio pacchetto di sostegno è un’ulteriore prova dell’impegno della Commissione per il settore agricolo in tutta l’UE. Marketing e comunicazione online per il non profit. Corso di formazione InformaGiovani e Ordine dei Giornalisti Una buona strategia di comunicazione è un elemento

essenziale per costruire e supportare le attività di una organizzazione non-profit, anche se spesso si pensa che il concetto di "marketing" e quello di "senza fini di lucro" non siano compatibili. Il prossimo 17 settembre di mattina a Palermo, presso la sede dell'Ordine in via Bernini. Per i non iscritti all'Ordine dei giornalisti, il corso ha un costo di 30 euro che comprende la copertura assicurativa obbligatoria e il materiale in formato elettronico. Programma Erasmus per giovani imprenditori Il programma Erasmus per giovani imprenditori aiuta gli aspiranti imprenditori europei ad acquisire le competenze necessarie per avviare e/o gestire con successo una piccola impresa in Europa. I nuovi imprenditori apprendono e scambiano conoscenze e idee di business con imprenditori già affermati, dai quali vengono ospitati e con i quali collaborano per un periodo da 1 a 6 mesi. Il soggiorno è cofinanziato dalla Commissione europea. Premio New York. Borse di studio per artisti italiani emergenti Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT), l’Istituto Italiano di Cultura di New York e l’Italian Academy for Advanced Studies in America presso la Columbia University di New York bandiscono la XIV edizione del “Premio New York”, un programma di residenza artistica riservato ad artisti italiani emergenti. Ai vincitori del “Premio New York” verrà offerta la possibilità di trascorrere un periodo di sei mesi a New York (gennaio-giugno 2017). Per maggiori approfondimenti consultare il sito: http://www.informa-giovani.net/ La Rocca 11


Attutlità

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«Cerca di amarmi un poco di meno» «Che vuoi che sia uno spintone mi dicevo, gli uomini si sa hanno queste punte di carattere...». di Maria Cinzia ragusa

«Allora l'uomo disse: "Questa volta essa è carne dalla mia carne e ossa dalle mie ossa, perché dall'uomo è stata tolta"». Chissà se lui aveva capito fino in fondo il senso di questa frase che Padre Luigi spiegò nell'omelia del giorno del nostro matrimonio. Forse no, anzi, mi sa proprio che si era distratto, forse le luci, forse la gente, forse l'emozione del momento, forse... boh! Eppure lo vedevo diverso dagli altri, premuroso, affettuoso, sempre attento. E pensare che all'inizio mi sembrava proprio l'uomo giusto per me. Mi aspettava sempre

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davanti casa, mi lasciava i biglietti sul parabrezzadella macchina, mi seguiva per fino dal parrucchiere. Certo non è arrivato mai a dirmi “ti amo”, ma si sà questi sono attegiamenti troppo sdolcinati per un uomo, è segno di debolezza e di mancanza di stile. Non ci credete? Beh, è cosi. Come è così, che quando mi rimproverava era solo per migliorarmi. Me lo dicevano sempre i miei, mi dicevano che in tutte le relazioni di coppia ci sono problemi, che dovevo essere paziente, che dovevo essere carina e amarlo così com’era perché me lo ero sposato e avevo un figlio da crescere,

e poi, che non mi mancava nulla, che avevo una casa, dei vestiti ele vacanze d’estate. Ecco perche mi impegnavo, ma era difficile reggere i suoi ritmi: la cena doveva essere pronta esattamente appena tornato dal lavoro, la casa perfettamente pulita, la tonalità di voce, con cui mi rivolgevo a lui, non troppo alta nè troppo bassa. Ma nonostante gli sforzi non c’era nulla da fare e ogni volta era un pugno o uno schiaffo. Mi puniva continuamente. Che vuoi che sia uno spintone mi dicevo, gli uomini si sa hanno queste punte di carattere, sono un fascio di nervi ma deboli di stomaco. Bè sì, il piatto è volato perché non avevo tolto la cipolla dal sugo, c’aveva ragione lui, non la digerisce e poi stava male… Comunque ha funzionato, perché dopo la botta che ho preso la cipolla non l’ho più messa da nessuna parte (…). Continuava a dirmi che ero brutta, stupida, incapace ed io mi ero convinta che aveva ragione, pensavo che lui non fosse poi così male anzi, che per fortuna mi teneva con sé nonostante il disastro di donna


Attualità

che ero. Usciva ed entrava dal letto molto di più... Era solo un po’ nervoso nuziale a suo piacimento, lo lasciavo di temperamento (...). fare, anche se non mi piaceva, a volte si fa prima a non dire niente, meglio Ogni atto di violenza sulle donne che non reagire. Lui era stato chiaro, non possa comportare danno o sofferenza voleva altri figli, ma che colpa ne fisica, psicologica o sessuale, non può avevo io, quando mi cercava non po- e non potrà mai essere considerato un tevo rifiutarmi di farlo, me lo ricor- atto d'amore. Esso è la manifestazine dava ogni volta che questo rientra di una disparità storica nei rapporti negli obblighi coniugali. Al quinto gioco/forza tra uomini e donne di mese ormai la pancia si vedeva già, ogni tempo, che col passare degli anni non la potevo più nascondere, e ha portato al dominio dell’uomo sulla gliel’ho dovuto dire, non ha detto donna e alla discriminazione contro nulla ma sembrava tranquillo. Per fe- la stessa, impedendole un vero prosteggiare siamo andati in gita tutti e gresso della suacondizione. Innumetre, lui ha preso una latta di benzina revoli sono le tipologie di violenze dal garage. «Perché prendi la ben- che la donna subisce in un rapporto zina, papà, che la macchina va a die- sentimentale basato sulla violenza sel?» .«Fatti i fatti tuoi» gli ha detto, con un marito/compagno despota, si ma senza menarlo. In fondo non era va dalla violenza spirituale fatta per poi cosi cattivo, senò mi bruciava ledere l'intimità affettiva della stessa viva da subito, e invece per fortuna a quella fisica e sessuale fatta di perprima mi ha dato una vangata in testa corse, lesioni e ferite, che il più delle volte sfocia, che mi ha stordita forte e atto quando mi ha dato fuoco ogni atto di violenza sulle come non ho sentito quasi donne, fisico o psicologico, conclusivo, niente. Lo vedete? Ave- non può mai essere consi- nell'omicidio. L'uomo viovano ragione i miei geni- derato un atto d'amore. lento controlla tori, ci pensava a me, anche alla fine… senò non mi tra- in molti modi la sua donna oggetto di mortiva prima con la vangata, senza possessione, ma mai di amore, dusarebbe stato peggio, avrei sofferto rante la loro vita insieme. Dal conLa ‘ROCCA, - Giornale periodico delle Fondazioni Culturali "G. Arnone" Piazza della Repubblica, 20 - 90035 Marineo - Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 4/93 decr. 6.3.1993 DIRETTORE RESPONSABILE: Giovanni Perrone REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: Nuccio Benanti SEGRETERIA DI REDAZIONE: marta Raineri, Giuseppe Taormina HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Nino Di Sclafani, Filippo Fragale, Totò Greco, maria Cinzia Ragusa, Salvatore Ribisi, Ciro Spataro, Giuseppe Puccio, Tommaso Salerno, Nino Scarpulla, Franco Vitali. STAMPA: Tipografia Aiello & Provenzano Per le vostre inserzioni su questo giornale: Fondazione Arnone Tel/fax: 0918726931 info@fondazionearnone.it FONDAZIONI CULTURALI "G. ARNONE" CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Arch. Guido Fiduccia (presidente), Suor Eleonora Alongi, Dott. marco Anello, Dott. Antonino Cutrona REVISORI DEI CONTI: Dott. Roberto Ciaccio

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trollo dello stipendio, con la limitazione dello stesso, per impedire libertà e autonomia di azione, alla negazione di qualsiasi decisione familiare ritenuta fuori luogo e incongruente. Queste azioni, soprattutto se persistenti, danneggiano l'identità e l'autostima di una donna che vede lesa irreparabilmente la sua possibilità di benessere ela capacità di creare relazione significative. Le donne che cadono in questo “amore-non-amore” sono spesso disorientate emotivamente, umiliate, isolate da amici e dai parenti, portate alla sfinimento e alla vergogna, tutto in un clima di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risorse efficaci per cambiare la situazione in cui vivono. La gravità della situazione crea maggiore difficoltà nel portare alla luce la violenza subita e perpretuata, causando forti stati d'ansia e di insicurezza che portano quasi sempre a sentimenti di vulnerabiltà e autocolpevolizzazione, disperazione e senso di impotenza. Nessuna donna merita violenza e non esiste nessun motivo che la giustifichi, l'autore che la perpetua è l'unico responsabile e giaccchè trattasi di un atto criminoso deve essere sanzionato. La violenza maschile può venir meno solo se la nostra società smette di tollerarla: tutti siamo implicati, sia a livello individuale che collettivo. D'altronde recita giusto il Talmut, libro Sacro degli Ebrei: “State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime. La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, non dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per essere amata”. La Rocca 13


Corsi

AttiVità dellA FoNdAZioNe

Preso dal narcismo, l’uomo non riesce a vedere il meraviglioso mondo che lo circonda.

Film-doc. “Sulle rive di Cefiso” La Fondazione Culturale “Gioacchino Arnone”, nell’ambito delle attività culturali promosse, ha organizzato la presentazione e proiezione del documentario dal titolo “Sulle rive di Cefiso”, inteso come strumento educativo e di crescita sociale, per la conoscenza del territorio. Il filmato è stato realizzato da Salvatore Tuzzolino (in arte Totus) , dopo anni e anni di intenso lavoro e di minuziose ricerche: un vero e proprio documentario naturalistico. Un prodotto audiovisivo di carattere informativo, scientifico, divulgativo finalizzato alla diffusione e conoscenza dei diversi aspetti paesaggistici del nostro territorio, la meravigliosa riserva del bosco di Ficuzza. S’impone la realtà di un ecosistema naturale che mette in risalto la biodiversità presente nel bosco. Tale biodiversità è legata alle fluttuazioni stagionali. Vengono presentati i meccanismi che regolano la dinamica degli ecosistemi e rendono possibile la diversità degli organismi viventi alla luce dei vari cambiamenti climatici, un perfetto equilibrio frutto delle strategie utilizzate dalle piante e dagli animali per affrontare le difficoltà associate all’ambiente boschivo. “Sulle rive di Cefiso” è il titolo del documentario dove viene messo in risalto il narcismo: l’uomo preso dalla vanità e dal suo ego non riesce a scoprire, o meglio a vedere, il meraviglioso mondo che lo circonda.

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Decoupage, in mostra i lavori dei corsisti

A conclusione del corso di decoupage tenuto dall’Università Popolare di Marineo, nei locali della Fondazione Arnone si è tenuta un’esposizione dei lavori artigianali eseguiti dagli iscritti. Esposti addobbi d’arredamento e bigiotteria. Dal macramè all’ uncinetto, dal decoupage alla lana cardata, hanno appreso quella manualità creativa che un tempo era una risorsa del mondo femminile. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Fondazione Arnone, arch. Guido Fiduccia, che si è complimentato con l’ insegnante Asciutto Maria Teresa e con i corsisti. Il corso sarà riproposto per il prossimo anno accademico con nuovi traguardi da raggiungere. Per partecipare non bisogna essere esperti, ma bisogna avere tanta voglia di fare.


Parrocchia Santi Ciro e Giorgio

Confraternita di San Ciro FESTEGGIAmENTI DEL SANTO PATRONO CIRO D’ALESSANDRIA mARINEO 19-20-21- 22 AGOSTO 2016 Giovedì 18 Agosto Ore 21.00 - Adorazione eucaristica in Via Pagano (quartiere “Cannolicchio”). Venerdì 19 Agosto Ore 18.00 - Cappella di San Ciro - Santa Messa di apertura della festa presieduta dal Parroco Don Leo Pasqua; Ore 19.00 - Ingresso dei “tammurinara”; Ore 19.00 - Ingresso Complesso Bandistico “G. Arnone Città di Marineo”; Ore 20.00 - Mostra personale di pittura di Rosario Rigoglioso - Salone Corso dei Mille; Ore 20.00 - Esposizione, presso la sede della “Comunità Missionaria del Vangelo” – Piazza Sainte Sigolène, di alcuni disegni di Gioacchino Gaglio; ore 21,00 - Rappresentazione della commedia dal titolo “Dieci Anni di Ebbrezza” a cura dell’Associazione di promozione sociale e culturale “Il Battello di Ebbro – Laboratorio d’Idee” - Piazza Garfield Lodi. Sabato 20 Agosto Ore 08.00 - Alborata; Ore 08.30 - Santa Messa - Chiesa Madre; Ore 09.00 - Ingresso dei “tammurinara”; Ore 09.00 - Ingresso del Complesso Bandistico “G. Arnone Città di Marineo”; Ore 18.00 - Vespri solenni e Santa Messa; Ore 20.00 - “IX Passeggiata in Mountain Bike” – a cura dell’Associazione “A.S.D. Extreme Racing Team” con partenza dalla zona “Sotto Castello” e con arrivo nel Corso dei Mille; Ore 21.30 - Saggio di “Fine anno” a cura della Scuola di danza “International Paladanze” di Villabate denominato “Ballando sotto la rocca” – Piazza Garfield Lody . Domenica 21 Agosto Ore 08.00 - Alborata; Ore 08.30 - Santa Messa - Chiesa Madre; Ore 09.00 - Ingresso dei “tammurinara”; Ore 09.00 - Ingresso del Complesso Bandistico “G. Arnone Città di Marineo”; Ore 10.00 - “LA CUNNUTTA” Tradizionale processione di devoti che recano - con muli e cavalli - doni votivi a San Ciro (partenza da Piazza Castello); Ore 11.30 - Santa Messa Solenne; Ore 16.30 - Esibizione per le vie e le piazze del paese di “tammurinara”; Ore 16.30 - Esibizione per le vie e le piazze del paese del Complesso Bandistico “G. Arnone Città di Marineo”; Ore 18.30 - Solenne Liturgia Eucaristica con panegirico con la presenza delle Autorità Civili e Militari Piazza Santa Sigolene (Villa San Ciro); Ore 21.00 - PROCESSIONE DELLE SACRE RELIQUIE DI SAN CIRO. Lunedì 22 Agosto Ore 08.00 - Alborata; Ore 11.00 - Solenne Concelebrazione Eucaristica dei Sacerdoti Marinesi; Ore 16.30 - Intrattenimento lungo le vie e piazze principali dei “tammurinara”; Ore 17.00 - “Giornata dei marinesi nel mondo”: incontro con i marinesi residenti all’estero a cura del Comune di Marineo; Ore 17.30 - “Artisti di strada e giocolieri” intrattenimento nelle piazze del paese; Ore 21.00 - Spettacolo Musicale - Piazza Garfield Lodi; Ore 24.00 - Giochi pirotecnici.


Attualità

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S.Maria Antiqua e gli affreschi di S.Ciro e S.Giovanni

A Roma è stata riaperta al pubblico dopo più di 30 anni Santa Maria Antiqua, la basilica del Foro Romano del VI secolo a. C., scoperta nel 1900 alle pendici del Colle Palatino. Protagonisti di questo restauro conservativo sono stati il responsabile della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, Francesco Prosperetti, la studiosa Maria Andaloro e gli altri curatori Giuseppe Morgante e Giulia Bondi che hanno portato a compimento con tanta passione un lavoro così delicato. La chiesa conserva nelle sue pareti un patrimonio di pitture unico al mondo cristiano, databile dal VI secolo al IX secolo d. C. Tra le storie che si possono vedere nelle pareti della Chiesa, notevoli quelle riguardanti San Ciro e San Giovanni di

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Edessa nonché i Santi Cosma e Damiano, chiamati anche i santi guaritori. I malati pellegrini, sdraiati su un lettuccio, li osservavano da vicino per le preghiere di impetrazione. Si praticava, infatti, davanti a queste immagini il rito dell’incubatio, come ad Alessandria d’Egitto. Di notte i malati dormienti ricevevano la visita del medico Ciro che indicava a ciascuno la via da seguire, oppure guariva lui stesso le parti sofferenti. La cappella dei Santi Medici è delimitata da alte pareti ed è illuminata da un unico finestrone posto sul lato nord. Il nome della cappella si riferisce al ciclo pittorico delle pareti, datato al tempo di Papa Giovanni VII (705-707 d. C.), e presenta grandi figure d santi anargiri che, du-

rante la loro esistenza, per curare le malattie non solo non accettarono denaro ma indicavano come via di guarigione prima la cura dell’anima e poi quella del corpo. Ecco l’importanza di una Chiesa, quella di Santa Maria Antiqua, che è uno dei più antichi luoghi di culto dedicati alla Madonna nel VI secolo in un gruppo di edifici costruiti a Roma all’epoca dell’imperatore Domiziano, nel Foro Romano. Ma come arrivarono a Roma le reliquie di Abba Ciro e di Giovanni di Emessa? Il Codice di Gualterio parla di due monaci, Grimaldo ed Arnolfo, che prelevarono ad Alessandria le reliquie dall’urna dove erano conservate e dopo una breve sosta di passaggio a Costantinopoli, le trasportarono a Roma nella prima metà del VI secolo. Sulla parete sinistra dell’atrio si scorge un affresco del IX secolo in cui si staglia la figura di Cristo fra i due martiri Ciro e Giovanni. Alla destra vi è S. Abba Ciro, vecchio, dalla lunga barba e folti capelli bianchi. Si legge in lettere latine la scirtta “S. ABBACYROS”. Alla sinistra di Cristo vi è San Giovanni di Emessa: ha il volto giovanile, sorridente, porta tunica scura con bordi di perle allo scollo. La chiesa è rimasta chiusa per 12 secoli fino al 1900, a causa prima di un terremoto avvenuto nell’847 d. C. e poi di una frana che si è staccata dal Colle Palatino. Alla riapertura della chiesa si accompagna la mostra “Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio”, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e fondamentale per la conoscenza della pittura bizantina. La mostra sarà visitabile solo fino all’11 settembre 2016. Ciro Spataro


Attualità

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dio è grande perché sta con gono alla guerra di religione sfidando la fragilità e la debolezza... l’Occidente, dominato da Satana, anzi il

Allah Akbar? In nome di Dio all’inizio del IV secolo Costantino conquistò lo Stato romano e divenne Imperatore di Roma con la benedizione della Chiesa (in hoc signo vinces); alla fine del XI secolo al grido di Deus vult, Dio lo vuole, la Chiesa, le nazioni emergenti d’Europa e le città piu ricche d’Italia alla ricerca di nuovi spazi di mercato in Medio Oriente, combatterono sette campagne militari contro l’Islam; al grido di Allah Akbar (Dio è grande) oggi fanatici terroristi sobillati o in mano di spietati politicanti uccidono nelle nostre città con sempre maggiore frequenza ed efferatezza. Ma Dio è grande e sta con i potenti e il potere? Lo è stato certamente il dio di Costantino, il dio invocato dagli interessi che hanno mosso le Crociate, e oggi il dio del Califfo e dei gaglioffi che spin-

Satana, in una spirale orgiastica di sangue e vendette. Sotto questo segno la religione è solo uno strumento del potere. Il fanatismo e il fondamentalismo religioso e il terrorismo sono solo al servizio del potere e nulla hanno in comune con l’esperienza di fede. E questo lo continua a ripetere Papa Francesco. La ricerca della salvezza e del premio da parte di fanatici attraverso atti di violenza sono la negazione di ogni etica e genuino sentimento religioso. Questo sentimento non può avere nulla in comune con il dio violento e vendicatore di fanatici disumanizzati. Le religioni hanno spesso trasformato Dio in un essere violento, geloso e mostruosamente tirannico. Le religioni con tutti i loro apparati dottrinari, spesso dividono, non uniscono. Se Dio è contro l’uomo, che Dio è? Ma il Dio creatore di tutto è solo Uno anche se gli uomini lo hanno chiamato in modo diverso secondo la loro lingua, cultura ed esperienza del sacro. La fede in questo Essere ci deve unire e non dividere. La recente condanna delle autorità religiose musulmane del terrorismo fa ben sperare nel superamento di questa fase di terrore. Da speranza quanto suc-

cesso in questi giorni con la preghiera comune di cristiani e musulmani. Oggi in una società cosi complessa, la fede in un Dio in cui tutti si riconoscano non può che partire dal rispetto della vita e della sua difesa, dalla garanzia del rispetto e della dignità di ogni persona, dall’eguaglianze di tutte le persone, dal garantire a tutti gli uomini l’accesso alle risorse per il soddisfacimento dei bisogni primari. A cominciare da ciò tutte le fedi possono partire per realizzare nella pacifica convivenza la convivialità delle differenze. Ma questo spesso si scontra con la lotta per il potere dove Dio viene tirato per la giacca da ogni parte. Ma dove sta Dio? Dio è grande perché sta con la fragilità e la debolezza, perché gli stanno a cuore i deboli, gli ultimi e non la conquista del potere con il sangue di innocenti. Dobbiamo riscoprire l’idea di un Dio dove umanità e divinità coesistono e Dio ha la debolezza di amare gli uomini con continui gesti di misericordia. Tra gli uomini la misericordia è possibile? Penso di si, a partire dalla comune fede in un Dio buono cui stanno a cuore le cose degli uomini qui ed ora.

Nino Scarpulla



Cronaca

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Strada statale 118 ed altre opere per Marineo Una nota del deputato marinese che spiega: “l’importo dell’intervento ammonterebbe a circa 130 milioni di euro. l’Assessorato ha già finanziato 1,5 milioni per la riprogettazione dell’opera”. “L’Assessorato Regionale delle Infrastrutture, in collaborazione con l’Anas, ha previsto la riprogettazione dell’intervento di ammodernamento della SS.118 Bolognetta Corleone. In passato si era già tentata la progettazione, ma il vecchio progetto non aveva superato la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ed era stato bocciato, a causa del forte impatto ambientale sul tratto Marineo – Ficuzza.” Lo scrive in una nota il deputato del Pd Franco Ribaudo membro della commissione parlamentare per le questioni regionali. “L’importo dell’intervento – continua – ammonterebbe a circa 130 milioni di euro. In questa fase l’Assessorato ha già finanziato 1,5 milioni di euro per la riprogettazione dell’opera con fondi propri. Il progetto esecutivo, sarà inserito nella prossima programmazione 2018 – 2020.” “La viabilità – afferma Ribaudo – è fondamentale per permettere lo sviluppo di un territorio sia a livello economico che sociale, per questo si è deciso di intervenire con un massiccio finanziamento anche sulla viabilità secondaria (ex-strade provinciali). Negli ultimi anni ho

presentato diverse interrogazioni parlamentari in merito, denunciando il totale stato di abbandono delle strade. L’assessore regionale alle infrastrutture Pistorio si è impegnato a reperire le risorse. E’ stata ribadita inoltre la volontà a completare l’ammodernamento di tutta la Palermo – Agrigento e la realizzazione dell’innesto della SS.121 con l’autostrada PA-CT”. “È previsto inoltre per il mese di settembre – aggiunge – un bando dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, guidato dall’On. Cracolici, che riguarderà la manutenzione straordinaria e la ristrutturazione delle strade interpoderali”. “Il rifinanziamento della progettazione della SS.118, – spiega – gli interventi alla viabilità secondaria e il bando per le strade interpoderali, rappresentano le dovute risposte che i cittadini si aspettano dalla politica. Dopo anni di mancate progettazioni, si concretizzano dei progetti complessi, mirati a rendere un territorio fruibile ponendo l’attenzione a più livelli istituzionali.”

“Ho chiesto, inoltre, al Governo Regionale di finanziare tre importantissime opere nel patto per il sud 2016/2018 ormai in fase di definizione, e sono convinto che sia stata capita l’importanza che i seguenti interventi hanno per la nostra comunità. Si tratta di tre importantissimi progetti, già inseriti nel piano triennale di opere pubbliche del Comune di Marineo dal 2009, proposti nel periodo in cui ho amministrato il Comune di Marineo con l’obiettivo di risanare il territorio, consolidare e mettere in sicurezza tre importanti aree del centro urbano.” “L’intervento più grande spiega -, riguarderà la via di fuga che collegherà i due punti della SS. 118, dall’altezza dell’asilo nido di via Agrigento alla via Makella, fungendo anche da circonvallazione, evitando che i mezzi pesanti transitino per le vie centrali di Marineo. Inoltre il maestoso intervento servirà anche da consolidamento dell’area dissestata di via Delle Ginestre. 435 mila euro, è l’importo che interesserà il risanamento dell’ex discarica Giampietra, permettendo anche un utilizzo dell’area come parcheggio, a servizio della limitrofa chiesetta della Madonna di Guadalupe. Infine sarà completato il consolidamento, già avviato nel 2012, di via Arnone a Tramontana fino all’ex caserma dei Carabinieri in via Crocifisso, per questo intervento sono previsti 2 milioni 257 mila euro.” La Rocca 19


Cinema

Arti e SPettAColo

Scienza e cinema il primo film di fantascienza fu “le Voyage dans la lun” del 1902. Storia di un’influenza reciproca.

Se pensiamo che il cinema e la scienza siano due mondi che soltanto di rado entrano in contatto, allora forse è meglio fare luce sull’influenza reciproca di questi. Sin dal primo film di fantascienza “Le Voyage dans la lun” del 1902, Georges Méliès creò uno scenario sì fantasioso ma con un leggero ancoraggio a certe teorie scientifiche; basti pensare che l’uomo arriva sulla luna per mezzo di una capsula a forma di proiettile lanciata da un cannone; forse non è esattamente uno space shuttle, ma considerato in rapporto al periodo l’idea non è poi così distante. Da allora il cinema è stato sempre fonte di nuove idee per le invenzioni che oggi abbiamo e che avremo nei prossimi anni. Dobbiamo infatti ringraziare il “reparto Q dell’MI6” per aver dotato l’Aston Martin dell’agente 007 di un pratico navigatore satellitare nel lontano

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1964 nel famoso film “Agente 007 - Missione Goldfinger”. Ma non dobbiamo assolutamente credere che certe situazioni bizzarre narrate nelle opere fantascientifiche siano il frutto della fantasia degli sceneggiatori. Ormai dietro la creazione di questo genere di pellicola non sono presenti soltanto scrittori dalla fervida immaginazione, ma vengono anche consultati equipe scientifiche con il compito di avvicinare alla verosimiglianza situazioni paradossali. Nell’opera “Interstellar” (2014) per la regia di Christopher Nolan, sono presenti sì elementi di fantasia, ma il tutto è saldamente ancorato a teorie e leggi fisiche esistenti. Chi ha visto il film ha sicuramente espresso disappunto di fronte la presenza del wormhole, ovvero un “buco” nel tessuto spaziotemporale che consente di spostarsi da un punto all’altro dell’universo

senza percorrere la distanza effettiva, come se la superficie dello spazio si piegasse. L’elemento che più di ogni altro sembra paranormale, è il diverso scorrere del tempo per i personaggi a seconda del luogo in cui si trovano. Il nostro protagonista che parte per questo viaggio interstellare lascia la famiglia sulla terra. A missione inoltrata avviene uno scambio di videomessaggi e quando per lui sono passati due anni, sulla terra ne sono trascorsi ben ventitré. La ragione di ciò deriva dal fatto che i nostri astronauti si trovano nelle vicinanze di un buco nero, dove la forza di gravità è talmente elevata da rallentare il trascorrere del tempo. Questo non è ovviamente un caso isolato e si possono trovare esempi anche in altre opere. Nel film del 2015 di Ridley Scott vediamo uno scienziato su Marte che per sopravvivere coltiva patate. Non avendo riserve di acqua considerevoli fa avvenire reazioni di combustione con l’idrogeno dentro una serra improvvisata con teli di nylon dove si crea quindi del vapore acqueo che va a infiltrarsi nel terreno alimentando le piante. Non staremo qui a dirvi come il nostro protagonista concimava il terreno. È pur vero che per ragioni di spettacolarizzazione della storia si tende ad esagerare, ma spesso a lasciarci increduli non è la penna di un artista, ma quella di uno scienziato, supportato da trattazioni rigorose che ci stupiscono in quanto estranee alla nostra conoscenza e al nostro modo di vedere le cose. Quindi in certi casi l’esclamazione corretta non sarà: “Bah! ‘Sti firrm!”, ma “Bah! ‘Sta scienza!!” Filippo Fragale Totò Ribisi


Attualità

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Fumo! Attenti

a quello di terza mano! Nuove norme per la salvaguardia dei minori. ogni cittadino deve sentirsi impegnato a tutelare la salute degli adolescenti. Una semplice sigaretta sprigiona oltre quattromila sostanze nocive che si depositano su abiti, tappezzeria, arredi, anche nell’abitacolo di una automobile. Infatti, non esistono solo fumo attivo e passivo; c’è anche quello “di terza mano” ossia quello che impregna abiti, arredi, pareti, ambienti ove si fuma. Viene inalato da tutti, soprattutto dai bambini, specialmente se si prendono in braccio o sono seduti in auto. E’ meglio impegnarsi per vincere il vizio del fumo. Se ne guadagna in salute. Per evitare che la salute dei giovanissimi venga compromessa è fondamentale non fumare mai in luoghi chiusi o frequentati dai bambini. Occorre ricordare anche che per i bambini è pessima cosa veder fumare gli adulti, specialmente i familiari o gli educatori. Il comportamento di questi ultimi incide fortemente sulla salute e sullo stile di vita dei bambini e dei ragazzi: i figli di fumatori hanno un rischio doppio di diventare tabagisti a loro volta. Oltre il 25% dei bambini italiani, già in età prescolare, soffre di bronchite asmatica o respiro sibilante; in età scolare oltre il 10% soffre di asma, principalmente “grazie” al fatto di vivere in ambienti impregnati di fumo. La professoressa Giuliana Ferrante del SIMRI evidenzia che “il periodo prenatale è una finestra temporale cruciale nella quale il fumo materno attivo e passivo può alterare i fisiologici processi di sviluppo fetale. Il polmone è tra tutti gli organi quello maggiormente danneggiato, dato che la sua maturazione si completa attraverso un meccanismo complesso che inizia con l’embriogenesi e prosegue fino ai primi anni dell’adolescenza. E’ ben

noto, infatti, che l’esposizione a fumo di tabacco durante la gravidanza e nei primi anni di vita aumenta il rischio di wheezing nei bambini. Un recente studio ha raccolto i dati di 27993 coppie di madri e bambini che hanno preso parte a 15 studi di coorte in Europa verificando che i bambini le cui madri erano state esposte a fumo passivo durante la gravidanza presentavano un maggior rischio di wheezing nei primi due anni di vita rispetto ai non esposti. Tale rischio aumentava se, in a g giunta, si era verificata l’esposizione a fumo passivo dopo la nascita. Il più alto rischio di wheezing si osservava nei bambini in cui era stata riportata la duplice esposizione a fumo passivo e attivo della madre durante la gravidanza e che continuavano ad essere esposti dopo la nascita. In particolare, il rischio era maggiore nei bambini con storia familiare di allergie”. Da quest’anno sono entrate in vigore le nuove norme europee sul fumo. Le principali novità riguardano lo stop alla vendita di pacchetti da 10 sigarette e l'introduzione di immagini e frasi shock sulla dannosità delle sigarette: parole, fotografie chiare, sconvolgenti per convincere gli adulti ad abbandonare il tabacco e i giovani a non accendere mai la prima di una lunga serie di sigarette difficile da interrompere. Così sulle confezioni ci sarà l'immagine di un uomo disperato, rannicchiato su un letto perché "le sigarette pro-

vocano impotenza" o corpi sfregiati da operazioni chirurgiche "perché il tabacco provoca il cancro ai polmoni". Da ora off limits anche additivi che rendano il tabacco più attrattivo o di aromi caratterizzanti. Ecco in pillole i divieti da oggi validi in tutta l'Europa: In auto se vi sono minorenni o donne incinte. Si può incorrere in salate sanzioni sino a cinquecento euro. Off limits anche strutture scolastiche, universitarie e ospedaliere. Sino a trecento euro di multa per chi getta mozziconi di sigaretta per terra. Gli specialisti in malattie respiratorie infantili, in pneumologia e in oncologia sottolineano la necessità di sensibilizzare ed educare genitori e tutti coloro che hanno responsabilità sociali ed educative, attuare iniziative di prevenzione, vigilare perché i divieti vengano rispettati in ogni luogo e da tutti e perché il vizio del fumo venga debellato. “Ogni cittadino deve sentirsi impegnato a tutelare la salute dei bambini e degli adolescenti, maturando una idonea cultura della prevenzione”, affermano gli esperti del SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili www.simri.it). Senza tale cultura si causa la crescita di giovani vittime di cattive abitudini (fumo, alcool, droghe, gioco, ecc.) che minando la salute fisica e psichica, producono gravi danni, anche economici, a tutta la società. Tutti i genitori dicono di volere un bene immenso ai propri figli, ma voler bene vuol dire anzitutto salvaguardare la loro salute fisica e psichica e promuovere il pieno sviluppo di ogni persona. Non solo a parole! Giovanni massaro

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libri

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Rapporti tra Chiesa e mafia? Una ferita aperta

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ell'ambito delle attività estive della parrocchia, in collaborazione con l'Auser di Marineo e MarineoSolidale ONLUS, lo scorso 27 luglio nel sagrato della Chiesa Madre è stato presentato l'ultimo lavoro di Rosario Giuè: "Vescovi e potere mafioso" (Cittadella Editrice - Assisi 2015). Il libro è stato presentato anche a Palermo, nella chiesa di S. Saverio, alla presenza del procuratore Roberto Scarpinato, del sindaco Leoluca Orlando e del vescovo Corrado Lorefice. Il volume presenta un organico ed approfondito studio dei documenti ufficiali della CEI, a partire dagli anni '50 fino ad oggi, con l'intento di mettere

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in evidenza i pronunciamenti o, più spesso, i silenzi, dei vescovi italiani sul fenomeno mafioso. Per quasi mezzo secolo le strade del mezzogiorno sono state bagnate dal sangue di centinaia di morti ammazzati. C'erano tra loro mafiosi, abbattuti da rivali in affari, c'erano anche servitori dello stato, uomini delle forze dell'ordine, sacerdoti e cittadini che il caso volle sulle scene del crimine. Una vera e propria guerra civile che avrebbe dovuto suscitare prese di posizione decise, richiedere gesti simbolici, paterna vicinanza dei responsabili del consesso dei vescovi italiani. Tutto ciò è mancato. Non sono mancati, però, gli inquietanti coinvolgimenti di uomini di

chiesa che hanno favorito o coperto la latitanza di boss di primo piano come Aglieri o Liggio. Non si possono tacere, di contro, l'eroismo di tanti sacerdoti come Pino Puglisi e Giuseppe Diana, così come i decisi interventi del Card. Salvatore Pappalardo, a cui è toccato il triste compito di officiare troppi funerali che vedevano vittime servitori fedeli di uno stato che troppe volte aveva lasciato soli i suoi uomini, al punto da far intravedere coinvolgimenti di strutture deviate che, secondo molti osservatori, hanno tramato nell'ombra in combutta con gli uomini d'onore. La domanda che si pone Giuè e che ci sentiamo di condividere è la seguente: possono la testimonianza e l'eroismo di alcuni pastori ed il sangue dei martiri da soli riscattare il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni cattoliche italiane? Riprendendo quanto già definito chiaramente in un altro recente saggio (Peccato di mafia - EDB 2015), l'autore si concentra sul fenomeno mafioso, superando le affrettate ed imbarazzanti conclusioni di pastori come il Card. Ruffini che intravedevano nei delitti commessi dai mafiosi una sorta di sommatoria di singoli peccati individuali. Giuè denuncia, invece, circostanze più organiche, strutturali, per cui l'appartenenza al sodalizio mafioso già in sé rappresenta una struttura di peccato, poiché avvalora un sistema di controllo e sopraffazione dei territori che, in forza del potere e del timore che si incute nella gente, rappresenta una grave privazione della legittima aspirazione alla libertà ed alla legalità. Forti di questa lettura, fatta propria anche dalla giurisprudenza con l'istituzione del reato di associazione mafiosa, divengono ancor più inaccettabili le commistioni, le vicinanze di ambienti


libri

mafiosi con congregazioni ed istituzioni religiose, come pure il ricorso da parte delle famiglie mafiose a terminologie ecclesiali, a riti di affiliazione, a ostentazione di potenza in occasione di processioni e liturgie, che rappresentano odiose e sacrileghe manifestazioni da estirpare con decisione nella prassi comportamentale di alcune comunità. Rimane ingiustificabile, però, l'atteggiamento distratto, superficiale con cui il fenomeno mafioso venne approcciato dai vescovi italiani. Semplice sottovalutazione? Esercizio di prudenza? Virtù assai cara, quando si è costretti ad agire su un terreno minato quale era il complesso e indicibile sistema di legami tra mafia e politica nel sud d'Italia. Prima della caduta del muro di Berlino, tra l'altro, la strenua lotta che veniva portata avanti dalla chiesa contro i comunisti definiva un pericoloso scenario di comuni interessi con la politica che si appoggiava alle famiglie mafiose per far incetta di voti. Venuto meno lo spauracchio ateo-collettivista, non si notò, però, una significativa inversione di tendenza al punto che all'indomani delle stragi di Capaci e via D'Amelio, la CEI stigmatizzò le "impudenti imprese della criminalità organizzata", senza menzionare le illustri vittime di quelle stragi né, tantomeno, la parola mafia. Non si può negare che i tempi siano cambiati, molte nuove sensibilità stanno emergendo nella chiesa. Le condanne prima di Giovanni Paolo II ad Agrigento e la recente scomunica dei mafiosi lanciata da Francesco a Sibari, lasciano sperare che si possa avviare una franca discussione sulla totale inconciliabilità tra il vangelo liberatore di Cristo e la tolleranza con quelle strutture di sopraffazione e violenza incarnate nei fenomeni mafiosi. Come ha avuto modo di precisare Rosario Giuè, a chiusura della serata di riflessione sul suo libro, "solo pochi anni orsono questa stessa manifestazione non si sarebbe potuta organizzare!" Nino Di Sclafani

iNForMAZioNe e ForMAZioNe

Ad Averroè è dedicato un breve ma intenso saggio di Pasquale Hamel. tentò di conciliare Fede e ragione.

Averroè, un filosofo all’Indice Parafrasando Goethe e il suo viaggio in Sicilia, si potrebbe dire che, per l’Islam, Averroè è la chiave di tutto. In poche parole, per capire il perché l’Islam ha perso il treno della storia, bisogna riandare a ripescare la vicenda umana e intellettuale di questo grande filosofo che, nella Spagna del XII secolo, recupera Platone e, soprattutto, Aristotele e realizza un lavoro impressionante di interpretazione, i commenti, offrendo all’occidente la possibilità di ritrovare le radici della sua civiltà. Averroè, a cui è dedicato un breve ma intenso saggio di Pasquale Hamel, ed. Tipheret, fu protagonista, infatti, del tentativo di conciliare Fede e Ragione, disincagliando il mondo islamico dalla gabbia culturale nella quale, anche per motivi legati alla interpretazione dei testi sacri, si era chiuso. Un tentativo che, in una prima fase, era stato favorito dallo stesso potere politico ma che cominciò a destar sospetto via via che il lavoro del filosofo progrediva, fino a scatenare, nel momento in cui

talune verità coraniche venivano messe in forse, la reazione dello stesso potere politico-religioso. Averroè, pur venendo da una famiglia di giuristi e uomini di cultura che nel tempo avevano ricoperto cariche importanti, non si era reso conto fino a dove potesse spingersi senza incorrere nell’accusa di eresia. Le dottrine del filosofo furono considerate eretiche e messe al bando. Averroè concluse i suoi giorni in esilio nella piccola città spagnola di Lucena; i suoi libri per ordine del califfo almohade, furono bruciati nella pubblica piazza ed il suo nome escluso dalla storia dell’Islam. Il nome di Averroè, cancellato nel mondo musulmano, trova invece fama e risonanza nel mondo cristiano. Dante, lo cita, indicandolo come “colui che il gran commento feo” e San Tomaso d’Aquino ne riprende talune interpretazioni; addirittura, nel nome di Averroè emerge una corrente filosofica, l’averroismo latino, che trova in Sigieri di Brabante il suo maggiore esponente. La Rocca 23


Medicina

SAlUte e BeNeSSere

tiroide, a cosa serve e malattie più frequenti la tiroide è una ghiandola molto importante che si trova al centro del collo. intervista al dott. Alessio lo Coco, a margine dell’incontro organizzato dall’Università Popolare.

di Giuseppe Puccio

Lo scorso 24 maggio, nei locali della Fondazione Arnone si è svolta la conferenza sulle “Patologie della tiroide “gozzo – noduli – tiroiditi” conoscerle per prevenirle” nell’ambito delle attività dell’Università Popolare. E’ intervenuto il dottore Alessio Lo Coco, Specialista endocrinologo - con studio a Monreale, in via Marconi 1. A margine dell’incontro, coordinato dal dott. Antonetto Provenzale, gli abbiamo fatto alcune domande. Sono tanti, infatti, gli aspetti da trattare quando si parla della tiroide, una ghiandola molto importante del nostro organismo, della quale, però, pochi conoscono le funzioni, se non quando, purtroppo per loro, sono costretti a doverci fare i conti per disturbi sopravvenuti. Quali sono le cose più importanti da sapere a proposito della tiroide? Quelle che servono a non allarmarsi ai primi sintomi di disfuzioni, o – cosa ancora più importante – quali

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sono le dovute precauzioni e le necessarie contromisure da prendere? Cominciamo col capire che cos’è la tiroide? La tiroide è una ghiandola che si trova nella regione anteriore del collo, proprio al centro, appena sotto la pelle, poco più in basso rispetto al celebre pomo d’Adamo. Sia per forma che per dimensioni ricorda una farfalla le cui ali vengono indicate con il termine di lobi tiroidei mentre il corpo della farfalla, localizzato centralmente alla base del collo, viene chiamato istmo. Tuttavia, vi sono alcune condizioni patologiche, presenti fin dalla nascita, in cui la tiroide non porta regolarmente a termine il suo processo di formazione e può non essere presente nel collo con gravi conseguenze per lo sviluppo del sistema nervoso dei neonati (ipotiroidismo congenito). Nell’ambito della popolazione adulta si stima che, in Italia, circa sei milioni di persone abbiano un disordine tiroideo e che solo una su due lo sappia. Quale funzione ha la tiroide? Apparentemente sembrerebbe che il suo ruolo non sia particolarmente importante e delle molteplici funzioni svolte la più nota è sicuramente rap-

presentata dalla mitologica capacità di fare ingrassare o dimagrire! Data l'elevata incidenza, principalmente nelle donne, del malfunzionamento della tiroide, è opportuno effettuare, prima di intraprendere una dieta, un’attenta valutazione della funzione tiroidea. Infatti, curare anticipatamente un eventuale disordine metabolico consente, da un lato, di rimuovere un ostacolo lungo la via del raggiungimento del peso ideale e dall'altro scongiura il dramma psicologico di “fare sacrifici senza ottenere risultati”. Quest'ultima affermazione, pronunciata con aria malinconica e rassegnata, rappresenta la sintesi e l'emblema della frustrazione legata al fallimento della dieta, un epitaffio con cui si conclude la sfida (persa) contro il peso. “La tiroide è il nostro motore metabolico”: se funziona bene regolerà correttamente tutti gli ingranaggi bruciando


Medicina

la benzina (zuccheri, proteine e grassi) che introduciamo quotidianamente con il cibo. Gli ingranaggi regolati dal motore tiroideo sono costituiti dai seguenti organi: Cute: mantiene l’elasticità dei tessuti e il normale trofismo cutaneo e pilifero; Sistema nervoso: modula la comunicazione tra i neuroni garantendone l’efficacia del dialogo; Cuore: regola la forza di contrazione, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa; Muscoli: regola il trofismo e la tonicità muscolare; Intestino: scandisce i tempi di transito e la motilità intestinale; Scheletro: regola l'accrescimento scheletrico e i processi di mineralizzazione dell’osso; Sistema emopoietico: interviene nella produzione delle cellule che scorrono nel sangue; Rene: mantiene normali i livelli di diuresi; Apparato riproduttivo: regola i cicli mestruali, la fertilità, il desiderio e la potenza

AttiVità SAlUte dellA e BeNeSSere FoNdAZioNe

sessuale. In sintesi è la solita domanda : “avrò un metabolismo lento o veloce?” Quali soni gli ormoni che produce questa ghiandola? Come tutte le ghiandole, la tiroide produce ormoni. La tiroide è responsabile della produzione di due tipi di ormoni: il T4 (tetraiodotironina o tiroxina) e il T3 (triodotironina), la cui azione è fondamentale per tutte le cellule dell'organismo. Produce un terzo ed importantissimo ormone, chiamato calcitonina, la cui funzione è l'abbassamento della concentrazione di calcio nel sangue (Ca2+); contrasta gli effetti dell'ormone paratiroideo paratormone. Per fare in modo che gli ormoni tiroidei vengano secreti in funzione del fabbisogno dell'organismo, l'ipofisi, una piccola ghiandola, produce il TSH (tireostimulina) che agisce direttamente sulla tiroide. La funzione del TSH è stimolare la tiroide quando il tasso di ormoni presenti nel sangue si abbassa. Quando invece il tasso di T3 e T4 è troppo alto, l'ormone TSH viene messo a riposo. Se la tiroide non è abbastanza attiva, si parla di ipotiroidismo. Esso può portare ad aumento di peso, stanchezza e scarsa tolleranza delle basse temperature. Se la tiroide è troppo attiva (ipertiroidismo) si producono più ormoni tiroidei di quanto necessiti il corpo, con conseguente perdita di peso, aumento del battito cardiaco e sensibilità al calore. Quali sono le più frequenti malattie della tiroide? Le malattie tiroidee si possono classificare in due grandi famiglie: le tiroiditi e il gozzo nodulare. Le tiroiditi sono malattie infiammatorie provocate dal sistema immunitario che normalmente interviene

combattendo contro i virus e i batteri. Nelle tiroiditi, il sistema immunitario aggredisce, paradossalmente, la tiroide mediante la produzione di autoanticorpi cioè anticorpi diretti contro i nostri stessi organi. Come conseguenza la tiroide può lavorare male: se lavora poco e produce scarse quantità di ormoni si presenta un quadro di IPOTIROIDISMO; se lavora molto e aumenta la quantità di ormoni si configura una condizione di IPERTIROIDISMO. Tra le affermazioni che destano sospetto sulla corretta funzione della tiroide vi sono: “Mi alzo dal letto già stanca!”, “Sono molto freddolosa! ”, “Ho sempre sonno!”, “Mi sento gonfia!”, “Pur facendo attentamente la dieta ingrasso lo stesso!” oppure “Mangio molto ma non ingrasso!”, “Non riesco a concentrarmi… dimentico tutto!”, “Lamento palpitazioni, tremori, insonnia e sudorazioni”, “Mi cadono i capelli”, “Non ho il ciclo regolare”. Il gozzo nodulare consiste in un aumento delle dimensioni della tiroide per la presenza di noduli che potremmo descriverli come un gruppo distinto di cellule organizzate a formare una piccola massa tondeggiante nel contesto della ghiandola tiroidea simile ad un comune neo sulla pelle. Di fronte al termine nodulo vi è una più che giustificata sensazione di angoscia ed apprensione legata all'eventualità di trovarsi di fronte ad una possibile patologia tumorale. Fortunatamente, i noduli della tiroide sono per lo più espressione di patologie benigne e solo una ridotta percentuale di essi può celare la presenza di un tumore tiroideo. Parlando di prevenzione, quali risorse possiamo mettere in atto? E’ importante assumere il sale iodato. La Rocca 25


Comunità

iNForMAZioNe AttiVità dellAeFoNdAZioNe ForMAZioNe

Le zone a maggiore carenza di iodio sono rappresentate dalle aree geograficamente più lontane dal mare. Il supplemento alimentare con il ricorso al sale iodato da cucina a scopo preventivo è utile al fine di ridurre il rischio di sviluppare il“gozzo nodulare” che consiste in un aumento delle dimensioni della tiroide a causa della presenza di multipli noduli nel suo contesto. Sebbene la profilassi col sale iodato riduca il rischio di comparsa dei noduli, l’approccio ecografico, rendendo più agevole lo studio della patologia tiroidea su larga scala mediante programmi di screening di popolazione, ha consentito di svelare, oltre alle già note ed evidenti patologie ascrivibili alla cosiddetta punta dell’iceberg, una quota sommersa di problemi tiroidei misconosciuti. In sintesi: poco sale, ma iodato! Qual è l’iter diagnostico che consente di valutare l’integrità dell’anatomia e della funzione della tiroide? 1. Esami ormonali di laboratorio: forniscono indicazioni sulla funzione ghiandolare cioè sulla capacità della tiroide di mantenere normale la produzione ormonale. 2. Ecografia del collo: è l’esame di scelta per osservare la tiroide, valutarne la sede e la forma, i rapporti con la trachea, l’arteria carotide, la vena giugulare, l’esofago e i linfonodi. E’ importante sottolineare che, pur in presenza di esami di laboratorio normali, possono essere presenti noduli tiroidei: effettuando solo il prelievo abbiamo la metà delle informazioni. In presenza di noduli tiroidei

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cosa bisogna fare? Constatata la presenza dei noduli nella tiroide sarà necessario escludere l’eventualità di trovarci di fronte ad una condizione tumorale. Per quanto sia più che giustificata l’ansia e la tensione emotiva di fronte a questa particolare situazione, fortunatamente, si è relativamente rassicurati dalla statistica: la maggior parte dei noduli tiroidei sono benigni (95-98%). Dall’altro verso, però, la restante percentuale di pazienti (2-5%) risulta affetto da un tumore della tiroide. Dunque, premesso che “i noduli della tiroide sono molto frequenti e per lo più benigni”, è necessario comunque assicurarsi di trovarci di fronte ad una situazione di benignità. L’esame di riferimento per valutare la natura dei noduli è rappresentato dall’esame citologico eseguito mediante agoaspirato tiroideo ecoguidato: esso consiste in una micro-biopsia effettuata attraverso la cute tramite un ago che consente di prelevare un campione di cellule dai noduli tiroidei e di analizzarne al microscopio le caratteristiche morfologiche (cioè della forma e delle dimensioni). Il termine “agoaspirato” è tutt’altro che rassicurante o invitante…se poi si pensa che la puntura deve essere effettuata nel collo…! Proprio per questo motivo, prima di sottoporsi all’agoaspirato è opportuno essere a conoscenza di alcune informazioni che riguardano le modalità tecniche con cui viene effettuata questa procedura.

MIMMO tUzzOlINO UN EDUCAtORE Negli ultimi giorni di giugno, alla veneranda età di 87 anni, l’insegnante Mimmo Tuzzolino ha lasciato la vita terrena. Se ne è andato in punta di piedi, così com’era suo stile, lasciando dietro di sé una profonda traccia di bene. Non è facile riassumere in poche righe la sua intensa vita. Il termine educatore ben evidenzia lo stile della sua vita e il generoso impegno che ha guidato il suoi passi. Un educatore che sia nella vita scolastica sia nella vita sociale ed ecclesiale volle e seppe testimoniare le virtù civiche ed evangeliche. Alcuni anni fa raccolse le sue memorie in un prezioso volumetto ricco di aneddoti, la cui lettura aiuta a comprendere gli anni tra la prima e la seconda metà del secolo scorso. Auspichiamo che l’opera sia ristampata per farne dono alle famiglie e che al professore sia dedicata una via. Molteplici ed autorevoli le testimonianze al termine del rito funebre al quale ha partecipato moltissima gente. Nell’occasione è stato proclamato il lutto cittadino. Pubblichiamo un ricordo di Franco Vitali.


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Roma divina a te sul Campidoglio

di Franco Vitali

Lu prufissuri Mimmu Tuzzolino era già prontu nta lu cortili di la scola elementari: nuatri arrivaiamu n silenziu e misi in fila indiana: aviamu misa na camicetta bianca e un paru di cavusiddi blù, scarpuzzi di ginnastica ognunu comu l'accapitaia. Nta lu cortili don Fulippu Mancinu avia fattu cu lu issu li linii unni nn'aviamu a assistimari e nuatri, marciannu marciannu, sutta l'occhi vigili di lu prufissuri Tuzzolinu, trasiamu e n'assistimaiamu a li nostri posti, sutta l'occhi mmidiati di tutti l'atri cumpagni ca assistianu senza fari nenti. Silenziu, po' tutti a taliari nta ll'occhi a lu prufissuri ca misu a lu centru di lu cortili facci a nuatri facia un fiuruni: grittu, slanciatu, chi mannava cu la so fiura mpurtanti un gran signali di energia. Arrivaia chiara e spaccata la so vuci: “primo esercizio, prima misura, pronti...via! Uno, due, tre/ uno due tre quattro: e cu l'occhi chi mannaianu comu lampi, dirigia tutti l'esercizi di ginnastica! Era lu saggiu ginnicu e si facia ogni annu scolasticu, a la finitura, versu li primi di giugnu e iddu era chi lu dirigia! Pò finuta la ginnastica vinia lu bellu picchì era lu mumentu di la

A la scola elementari a ddi tempi era lu maistru chi tutti n'addisiaiamu d'aviri: era bravu a nzignari, vulia beni a tutti, era sempri allegru e surridenti... cantata|. Mimmu Tuzzolinu isava li vrazza e cu li ita indici di li manu attirava la nostra attenzioni: po' sullivannusi a tempu ncapu li punti di li pedi nni daia lu “via” : Fratelli D'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio se cinta la testa...e sempri nni daia lu tempu pi cantari cchiù megghiu chi putiamu! Tanticchia di sosta e subitu doppu: Roma divina a te sul Campidoglio dove eterno verdeggia il sacro alloro, a te nostra fortezza e nostro orgoglio, ascende il coro... Nuatri eramu ncantati di lu so modu di fari: nni daia sicurizza e nni facia arrinesciri boni tutti cosi! E a saggiu finutu di po' arrivaia puru don Totò lu gelataru cu lu carruzzinu e lu prufissuri Tuzzolinu nni mittia n'fila e nni facia dari lu gelatu! Pi tanti e tanti anni, quannu si dicìa “saggiu ginnicu” era comu diri “Mimmu Tuzzolinu”! A la scola elementari a ddi tempi era lu maistru chi tutti n'addisiaiamu d'aviri: era bravu a nzignari, vulia beni a tutti, era sempri allegru e surridenti anchi si era seriu e sapia teniri la disciplina: tutti lu rispittaianu picchi dicianu: “facemu li bravi ca lu prufissuri si lu merita!”

Puru fora di la scola era canusciutu pi la so ntiligenza e pi l'attenzioni, lu rispettu e la pacenzia chi avìa cu tutti. M'arriordu nca quannu iè avia quinnicianni, lu prufissuri era lu prisidenti di l'Azioni Cattolica: un ghiornu avianu arrivatu di lu Cardinali setti magliettini di la squatra di palluni e pi ddi tempi era ma cosa troppu mpurtanti: eranu a strisci bianchi e azzurri! Nuatri di la squatra eramu troppu giuiusi! Li magghi l'avia a la casa lu prufissuru Tuzzolinu e l'avia a purtari a lu cumuni granni unni c'era na speci di campu sportivu, a li cincu di na iurnata d'austu ca lu suli scricchiaia tutti cosi. Nuatri eramu troppu anziusi e mpazienti e accussì, versu li dui e menza, emu a tuppuliari a la casa di lu prufissuri ca di sicuru staia durmennu pi addumannaricci si nni putia dari li magliettini tanticchia prima. Tuppuliavu iè la porta e doppu corchi minutu di la finestra affaccià lu prufissuri...corchi n'atru a dd'orariu nn'avissi sparatu ma iddu nni talià e sirenu e surridenti scinnì e nni detti li magliettini! Avia caputu a volu lu nostru statu d'animu: chissu lu facia granni, la so capacità di attintari e capiri a tutti e la so pacenzia iunciuta a lu rispettu pi tutti. Senza parrari po' di li riuniuni di l' Azioni Cattolica unni tinia bancu e unni tutti pinnianu di li so labbra; e li passiati a la strata di la cursa cunturnatu di amici, alunni, curiusi ca si firmaianu ad attintallu. A la Missa sociali, chidda di la duminica matina a l'ottu e un quartu ditta ancora in latinu e spissu cantata, la so (continua a pag. 28)

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Attestati trinity di inglese

Nei locali della Fondazione Arnone si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati Trinity della lingua Inglese ai corsisti che hanno seguito con profitto le attività.

Vacanze per i corsi musicali Sul profilo Facebook delle Fondazioni Culturali “Gioacchino Arnone” sono state pubblicate alcune foto di fine corso degli allievi dei corsi musicali. In particolare, la foto di sopra si riferisce al corso di violino, tenuto nel comune di Mezzojuso e coordinato dalla docente Rosalba Trippodo. (continua da pag. 27) vuci spiccaia forti e chiara e la so prisenza si sintìa, eccomu! Era un pirsunaggiu amatu e vulutu beni, rispittatu e ammiratu ed era capaci di trainari a cuegghè! E puru quannu si nni ì a nzignari m'Palermu fu la stessa cosa!| Nta l’urtimi tempi nni ncuntraiamu a la nisciuta di la Missa e chiacchiariaiamu di lu paisi, di li tempi passati e di la memoria paisana: di la Matrici a la Farmacia Schirò cci staiamu menz'ura, datu ca nni firmaiamu continuamenti: ma comu mi nni turnaia cuntentu a la casa doppu dda chiacchiariata e comu mi sintia mpurtanti ad aviri avutu la

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gioia di la sò cunsidirazioni! Caru professuri Tuzzolinu, caru Mimmu, caru cummannanti di lu saggiu ginnicu, caru maistru di scola e di vita, caru prisidenti, quantu riordi lassi nna tutti li marinisi! N'addunamu, ora ca nun ci si cchiù nca nta lu cori di ogni marinisi c'è na gnunidda didicata a tia; quantu fusti mpurtanti pi la nostra criscita, quantu fusti puntu di rifirimentu, quantu fusti capaci di fari sèntiri tutti li marinisi aguali! Un paisi avi bisognu di cristiani comu a tia e speru cu tuttu lu cori ca veni fora corcunu coma a tia: ti ringraziamu e ti tinemu sempri nta lu nostru cori.

Scuola

Annullo filatelico per il gemellaggio

In occasione del 32° gemellaggio MarineoSainte Sigolène e a conclusione del progetto “Filatelia a scuola”, realizzato dagli alunni delle classi quarte della scuola primaria San Ciro di Marineo durante il corrente anno scolastico, in collaborazione con Poste Italiane, con il supporto della dirigente prof.ssa Antonina Lampone e del Comune di Marineo, si è svolto un annullo filatelico speciale nazionale, il cui timbro è stato realizzato dai bambini. Tale timbro avrà una valenza storica perché sarà ritirato e conservato presso il Museo Storico delle Comunicazioni di Roma. Inoltre, come ha sottolineato il dott. Cacciatore, responsabile del progetto, questo è il primo timbro nella storia della filatelia italiana che celebri un gemellaggio. “In un mondo che ha perso il valore della comunicazione postale – ha evidenziato la preside dell’I.C. - questo progetto ha inteso anche ricordare o far conoscere ai ragazzi il mondo della filatelia, ai nostri tempi diventato un ‘prodotto di nicchia’. Inoltre, la manifestazione odierna ha non solo arricchito le conoscenze degli alunni, ma ne ha pure stimolato la voglia di scoprire e di raccontare in modo diverso e più dinamico la storia e il valore del nostro gemellaggio.” Anche la delegazione francese ha molto apprezzato l’evento dell’annullo filatelico. “Il progetto Filatelia a scuola – ha dichiarato la responsabile della delegazione francese dott.ssa Marie Claude Breure- Montagne – è stata veramente un’ esperienza unica per i bambini sigolenesi, una testimonianza interessante della fedeltà della nostra amicizia che oggi ha raggiunto il suo culmine. Complimenti alle insegnanti marinesi che hanno fatto vivere questo ricco progetto ai loro alunni e oggi anche ai nostri.” Tommaso Salerno


Calcio

AttiVità dellA SPort FoNdAZioNe

Oratorio: “Voglia di vincere” di tommaso Salerno Dopo una stagione altalenante, sicuramente da non ripetere, l’Oratorio San Ciro e Giorgio getta le basi per un altro anno in Prima Categoria. Un anno in cui, la compagine marinese, proverà a rappresentare un ruolo da protagonista, alla conquista di risultati che possano scrivere altre, importanti, pagine della storia calcistica locale. Ripartire, più forti e più decisi di prima. Questa la parola d’ordine in vista della nuova avventura. Riconquistare quella fame di successi, quel clima vincente, quello spirito di gruppo, che aveva fatto grande il Marineo degli anni passati.

Una cavalcata epica, partita dalla terza categoria e culminata, lo scorso anno, in una lotta per la Promozione conclusasi mestamente, con la squadra fuori persino dai posti play-off. Una delusione per tutti, tifosi inclusi, che tornano a sognare una rosa competitiva e degna di puntare al massimo. E allora, è possibile parlare di una vera e propria rivoluzione. Si, perché, la squadra che sta per nascere, può essere considerata un vero e proprio dream team, pronto a trascinare l’Oratorio in Promozione. Volto nuovo anche in panchina, dove arriva Giuseppe Pagano, ex Campofelice, che guiderà la squadra dopo la parentesi Pino La Torre. In bianco-rosso, poi, arriva una vera e propria colonia di ex Bolognetta: da Dario Raineri, più volte corteggiato dalla società marinese, a Marco La Sala, che ha già mili-

http://www.villeroyresort.it/

tato per l’Oratorio, passando per Federico La Barbera, Marco Buccheri e Alessio Aiello, senza dimenticare Gioacchino Micalizzi e Giovanni Spanò dal Campofelice e il ritorno del giovane locale Samuel Rocco. Giocatori che andranno ad unirsi allo zoccolo duro di una formazione che, con testa, cuore, gambe e umiltà, potrà togliersi tante soddisfazioni. “L’ obiettivo – dicono dalla società - è quello di vincere il campionato, l’esperienza dello scorso anno ci ha permesso di crescere; abbiamo costruito una squadra attrezzata per la Promozione. La speranza, inoltre, è che presto ci venga consegnato li campo sportivo, sperando, quindi, di poter terminare a casa nostra questo campionato, magari per festeggiare nel miglior modo possibile”. I tifosi possono cominciare a sognare…


Palestra

SPort

Campioni di krav maga due atleti di Marineo tra i campioni italiani di combattimento a corta distanza “Il krav maga - spiegano gli atleti (in israeliano significa “combattimento a corta distanza”) nasce negli anni ‘50 con Imrich Lichtenfel. E’ il metodo di difesa personale utilizzato dalle forze militari speciali israeliane, ma anche da tanti altri reparti speciali militari e polizie di tutto il mondo. Il krav maga insegna ad acquisire una maggiore fiducia in se stessi, sicurezza ed autostima, ma anche ad affrontare i reali pericoli della strada. Questa disciplina non istiga alla violenza, ma sviluppa una forma di intelligenza istintiva per una immediata valutazione della pericolosità da usare in caso di aggressione”.

Lo scorso 26 giugno, a Balestrate (Pa), si è svolto il campionato italiano “Street Self Defence”. Hanno partecipato squadre provenienti da diverse regioni italiane. Dopo una giornata di combattimenti, il campionato è stato vinto dalla squadra del “Krav Maga Marte” di Palermo, allenata dal maestro Marco Seroni, che si è classificata prima con gli allievi: Alessandra Marrali (Palermo), Antonino Giliberto (Paceco), Ignazio Graci (Licata), Paolo Spinella (Marineo), Arcangelo Ruffino (Marineo). Ancora una volta, e speriamo ne seguiranno altre, due giovani marinesi portano lustro al nostro paese.

“Men’s phisique” Il 18 giugno 2016 si è svolto il Gran prix “Città di Palermo”, rassegna dedicata al mondo del culturismo. Tra i partecipanti anche Samuele Spinella, Giuseppe D'amato, Salvatore Cardella e Giuseppe Barcia. Gli atleti sono saliti tutti sul podio. La categoria Men's Phisique premia i corpi armoniosi e propozionati, la bella presenza. “Questa categoria - spiega Salvo Inguì negli ultimi anni sta crescendo sempre di più, perché non bisogna essere "pompati", ma occorre coltivare l’armonia del corpo. Sono molto soddisfatto dei miei ragazzi. Si sono allenati tutto l’anno, hanno fatto diete molto ristrette e allena-

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mento duro, ma la determinazione e i sacrifici ripagano sempre. Quello che svolgo nella palestra

Sun Gym Fitness di Marineo non è un lavoro, ma una passione! Perché lo sport è vita!


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Il 1 settembre 1966 divenni tua moglie. Oggi che è il nostro 50° anniversario voglio dirti che il nostro amore va oltre ogni confine. Io sono qui in questa terra a muovere i miei passi, e tu lì in quell’immenso cielo, libero di volare e guardare ogni nostro piccolo movimento. Il mio cuore è legato a te per il resto del mio tempo. Mi manchi ogni giorno di più. Oggi la tua assenza mi pesa ancor di più e la vivo con nostalgia, perché ricordo quando dicevi che volevi festeggiare i nostri 50 anni d’amore. Ma il destino ha scelto per noi! Nonostante la differenza dei luoghi, mio amato marito, il mio cuore, la mia mente e la mia anima oggi più che mai si sposano a te. Auguri Giovanni, la tua e per sempre Enza. Marineo, 1 settembre 2016

Enza Palermo e Giovanni Nastasi



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