GLUNews n.2

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ANNO II • N.1 • MARZO 09 • Periodico di aggiornamento per diabetici e non € 2,50 • copia omaggio

FOCUS La prevenzione del diabete.

Alimentazione Alcool e diabete.

Sport Che bello pedalar: in bici col diabete.

Psicologia Che imbarazzo! Situazioni da gestire con intelligenza.


Sommario EDITORIALE

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FOCUS

pag. 4

La prevenzione del diabete.

ALIMENTAZIONE

pag. 10

Alcool e diabete.

SPORT

pag. 14

Che bello pedalar: in bici col diabete.

PSICOLOGIA

pag.18

Che imbarazzo! Situazioni da gestire con intelligenza.

STRUMENTI DI MISURAZIONE

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Autocontrollo della glicemia: l’importanza dell’accuratezza del dato.

DIABETENIGMISTICA

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DOLCI CURIOSITÀ

pag. 30 GLU-News • ANNO II • N.1 • MARZO 09 Periodico di aggiornamento per diabetici e non Direttore Responsabile Dott. Renato Saggiorato Medico Igienista Coordinamento Scientifico Prof. Andrea Giaccari Professore di Endocrinologia, Docente di diabetologia Policlinico Gemelli Roma giaccari@glunews.it

con la collaborazione di: Dott.ssa Annamaria Prioletta Scuola di Specializzazione in Endocrinologia al Policlinico Gemelli Redazione & Progetto Grafico CARISM S.r.l. - Torino Stampa AGES ARTI GRAFICHE -Torino Registrato al Tribunale di Torino, N. 44 - 28 Maggio 2008.

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Editoriale C’è una sorpresa per voi! Non possiamo aprire questo numero senza fare, anche se in ritardo di alcuni mesi, i consueti auguri di buon anno ai nostri lettori ed ai loro familiari. L’augurio è che da questa esperienza editoriale, rivolta soprattutto a chi soffre di diabete ed ai loro familiari, se ne ricavi un reale beneficio in termini di serenità nell’affrontare la malattia e di efficacia nel curarla. Con questo primo numero del nuovo anno, Glu-News entra nel vivo dell’argomento diabete ossia la prevenzione della malattia e delle sue complicanze. Credo sia molto importante diffondere il concetto che il diabete di tipo 2, ossia quella forma di diabete più diffusa che si sta trasformando in una terribile pandemia, si può prevedere e prevenire, come pure si possono prevedere e prevenire le complicanze ad esso legate, una volta che la malattia abbia preso il sopravvento: in particolare il danno agli arti inferiori che troppo spesso porta ad amputazioni, il danno alla vista, che troppo spesso porta alla cecità, il danno all’apparato circolatorio che porta all’insufficienza cardiaca. Ma allora se il diabete può essere prevenuto dove sta il problema che ci impedisce di realizzare un programma di prevenzione su larga scala? Noi lasciamo al professor Giaccari il compito di stabilire il significato di prevenzione e cosa in concreto venga richiesto ad un efficace programma di prevenzione. Il nostro compito principale è quello di creare un supporto informativo efficace ed efficiente, che raggiunga il maggior numero possibile di persone interessate all’argomento, un supporto in grado di fornire un messaggio convincente ed esauriente in grado di entrare in sinergia con quello di altri, animati dal nostro stesso spirito e dal nostro stesso interesse. Uno strumento per raggiungere questi obiettivi è quello di diffondere Glu-News in maniera sempre più mirata e capillare in modo che il suo messaggio raggiunga in maniera diretta chi ne ha realmente bisogno, soprattutto chi si identifica con l’immagine di una persona a rischio di contrarre la malattia e se già diabetico a rischio di contrarre le sue complicanze. Ma anche e soprattutto che il suo messaggio vada a chi è disposto a scommettere di essere in grado di condividere le esperienze di vita che Glu-News propone. Perché vivere con coerenza un programma di prevenzione non è semplice, richiede impegno ed un lavoro di accettazione attiva della propria condizione che deve essere intesa “come il perseguimento di una situazione dinamica di nuovo equilibrio vitale” si concretizza nei seguenti tre aspetti: • il sapere • il saper fare • il saper essere Si tratta di tre momenti fondamentali, sui quali invitiamo, ciascuno di voi, a riflettere. Per poter diffondere capillarmente ed in maniera mirata Glu-News abbiamo pensato di dotarla di un coupon, che trovate allegato da questo numero. Tale coupon consentirà di ricevere Glu-News a casa vostra, in abbonamento gratuito in maniera riservata e nel rispetto della legge della privacy di ognuno. Si tratta di un gesto semplice, quello di compilare e di sottoscrivere la cartolina, ma un gesto che racchiude una precisa volontà di combattere il diabete in maniera radicale.

Scriveteci a redazione@glunews.it Renato Saggiorato

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FOCUS

A. Giaccari

La prevenzione del diabete. Nel Focus del precedente numero, come molti di voi spero ricorderanno, si lanciava, attraverso la Giornata Mondiale del Diabete 2008, un messaggio forte: “ Prevenire il diabete è possibile!”. Cerchiamo ora di capire in maniera il più semplice possibile, ma anche efficace, come è possibile prevenire il diabete. È vero che molti, se non tutti voi che ci state leggendo, il diabete lo hanno già e quindi si potranno chiedere a cosa serva parlare di prevenzione di qualcosa che c’è già. È ormai noto a tutti che avere in famiglia qualcuno che soffre di diabete è uno dei più importanti fattori di rischio e, insieme con l’età, è anche l’unico non modificabile; un buon motivo, dunque, per leggere quanto segue è appunto quello di imparare a diventare voi stessi strumento di prevenzione per i vostri cari che il diabete ancora non lo hanno ma sono comunque soggetti ad alto rischio di svilupparlo. Fermo restando il concetto che, al momento, prevenire il diabete mellito di tipo 4


1 (quello giovanile) non è possibile, le persone “a rischio” di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 possono ridurre drasticamente questo rischio e in maniera molto semplice. Stile di vita inadeguato e peso corporeo elevato rappresentano rischi precisi ed è pertanto su di essi che si devono concentrare gli sforzi di prevenzione che si possono mettere in atto giorno per giorno. Molte delle cose che leggerete vi potranno sembrare scontate e ripetitive, anche perché ormai questa malattia e le strategie per prevenirla sono diventate argomento di vasto interesse, trattandosi di un problema importantissimo di salute, con una prevalenza che sta aumentando in maniera esponenziale, ma anche perché, in fondo, sono in grado di prevenire numerose altre malattie, incluso il cancro. L’incidenza del diabete non sta aumentando solo nel mondo occidentale, ma anche e soprattutto tra quelle popolazioni che, subendo l’influsso dei paesi più ricchi, ne stanno assorbendo anche le cattive abitudini alimentari e di stile di vita. Questo rende l’idea di come la genetica sia importante, ma altrettanto peso lo ha il modo in cui noi conduciamo la nostra vita. D’altra parte, se ripensate alla vita che avete fatto voi in età giovanile, magari durante o intorno al periodo bellico, ritenete sia comparabile a quella che, per fortuna, siete riusciti a far vivere ai vostri cari? Di certo non vi portavano a scuola in auto, a casa non c’era l’ascensore, i pomeriggi in bici erano certo più comuni di quelli trascorsi ora alla play-station o alla TV. Insomma, forse perché costretti, in gioventù avete probabilmente condotto comunque

uno stile di vita con più movimento ed una dieta meno abbondante. Ora non è più così, ed è per questo (sedentarietà ed obesità) che aumentano a dismisura i casi di diabete. I fattori di rischio più importanti per lo sviluppo del diabete mellito di tipo 2 sono l’obesità e la sedentarietà (la seconda in buona parte causa della prima). I soggetti obesi presentano un rischio di circa 10 volte superiore di sviluppare il diabete rispetto alle persone normopeso e in questi stessi soggetti anche una modesta perdita di

I soggetti obesi presentano un rischio di circa 10 volte superiore di sviluppare il diabete rispetto alle persone normopeso

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FOCUS Come fare a capire se il vostro peso corporeo è adeguato? Con un semplice calcolo matematico, conoscendo il proprio peso e la propria altezza si può calcolare l’indice di massa corporea (in inglese Body Mass Index: BMI):

Peso (Kg) BMI = Altezza ² (m) Con una calcolatrice basta prendere il peso (ad esempio 74 kg) dividerlo per l’altezza in metri (ad esempio 1,73 metri = 42,8) e dividerlo ancora per l’altezza in metri (42,8 diviso 1,73 metri = 24,7). Chi vi scrive è proprio al limite. Il risultato, infatti, si interpreta come segue: - BMI inferiore a 18,5 - BMI tra 18,5 e 25

- BMI tra 25 e 30 - BMI supera i 30

siamo in sottopeso siamo nella fascia ottimale nella quale ci si dovrebbe mantenere per poter ridurre il rischio di sviluppare diabete. siamo in sovrappeso si configura l'obesità vera e propria

E come fare invece a capire se questo grasso è distribuito in maniera predominante a livello addominale? Basta eseguire una semplice misurazione della propria circonferenza vita. I valori della circonferenza vita dovrebbero essere inferiore a 80 cm per le donne e inferiore a 94 per gli uomini.

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peso, è in grado di ridurre notevolmente il rischio di sviluppare tale patologia. Attenzione inoltre al tipo di obesità, infatti il grasso più “pericoloso” è quello che si deposita a livello addominale (sulla pancia), perché è quello responsabile dell’insulino-resistenza (meccanismo principale alla base del diabete di tipo 2) ed è quello che si è visto essere associato in maniera diretta con le malattie cardiovascolari. Due sono le regole d’oro per poter affrontare il problema obesità e quindi combattere il diabete: la dieta e l’esercizio fisico.

Tali strategie si sono dimostrate essere addirittura più efficaci dei farmaci, che comunque rimangono un terzo strumento importante di prevenzione. La dieta che bisogna seguire è semplicemente una dieta sana, che si fonda principalmente su semplici regole di buon senso. Inoltre quello che è importante non è solo la quantità di calorie che si introducono con la dieta, ma anche la composizione della dieta stessa. Basterebbe seguire poche facili regole alimentari, come evitare gli zuccheri semplici preferendo alimenti che contengono carboi-

Aumentate la quota in fibre: frutta e verdure!

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FOCUS drati complessi (per esempio pane, pasta ecc), senza tuttavia eccedere anche in questi; evitare cibi troppo elaborati preparati con condimenti grassi e preferire invece piatti semplici; aumentare la quota in fibre (frutta e verdura).

bolici giusti ed in particolare la perdita di peso e la modifica della composizione corporea. L’attività fisica aerobica costante è un ottimo metodo per combattere l’insulino-resistenza perché rende l’organismo maggiormente sensibile all’azione dell’insulina.

La seconda modalità di combattere il diabete (anche indirettamente con il calo di peso corporeo) è l’attività fisica. Lo stile di vita contemporaneo, centrato sul comfort e sulla vita sedentaria, finisce per ridurre al minimo le possibilità di movimento.

L’obiettivo da raggiungere non è tanto l’allenamento quanto l’educazione ad una vita più attiva. La prevenzione del diabete passa quindi inevitabilmente attraverso l’informazione e l’educazione di tutta la popolazione, non solo di quella a rischio, tuttavia i soggetti a rischio di sviluppare il diabete hanno un motivo in più per informarsi e per trattarsi bene. A questo punto cerchiamo di capire chi è a rischio di sviluppare il diabete. Chi di voi è stato in uno dei presidi diabetologici allestiti durante le Giornate mondiali del Diabete, ha potuto notare che ai soggetti che si sottoponevano allo screening venivano formulate alcune domande e le risposte venivano poi appuntate su una scheda che poi forniva un risultato numerico (la stessa che trovate qui di fianco).

L’attività fisica può rappresentare il cardine della prevenzione del diabete soprattutto se svolta in maniera costante e con le giuste modalità. Non è necessario diventare dei maratoneti, basterebbe dedicare pochi minuti tutti i giorni ad un tipo di attività fisica aerobica (detto semplicemente: che non faccia venire il fiatone) che può essere anche la sola camminata a passo sostenuto o la ciclette, per raggiungere gli obiettivi meta8


IL

TEST. Valuta il tuo rischio diabete.

Età ❒ ❒ ❒ ❒

0 2 3 4

Meno di 45 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni Più di 64 anni

Quanto spesso mangi frutta o verdura? ❒0 ❒1

Tutti i giorni Non tutti i giorni

Un medico o altro operatore sanitario ti ha mai detto che avevi la glicemia alta (in un esame medico, durante una malattia o una gravidanza)? ❒0 ❒5

No Sì

Indice di massa corporea (BMI*) ❒0 ❒1 ❒3

Meno di 25 (kg/m2) 25 - 30 (kg/m2) Più di 30 (kg/m2)

Fai esercizio fisico per almeno 30 minuti quasi tutti i giorni? ❒0 ❒2

PUNTEGGIO

Sì No

Hai mai usato farmaci per la pressione alta? ❒2 ❒0

Sì No

A qualcuno della tua famiglia è stato diagnosticato il diabete? ❒0 ❒3 ❒5

No Sì: nonni, zii, cugini Genitori, fratelli o sorelle, o propri figli

Circonferenza vita (in centimetri, misura all’altezza dell’ombelico)

Ê

❒0 ❒3 ❒4

Uomini Meno di 94 94 -102 Più di 102

Donne Meno di 80 80 - 88 Più di 88

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 >20

RISCHIO A 10 ANNI

0 0,1 0,5 1,1 2,0 3,3 5,0 7,1 9,7 12,7 16,3 20,4 25,1 30,4 36,4 43,1 50,5 58,7 67,7 77,5 88,2 >90


RISPOSTE

Frutta e verdura

Mangia frutta o verdura ad ogni pasto, o comunque almeno una porzione al giorno. Oltre a contenere vitamine e sali minerali essenziali, frutta e verdura contengono fibre adatte a migliorare la digestione e a evitare rapidi cambiamenti della glicemia.

Glicemia

Se hai già avuto una glicemia alta o il diabete in gravidanza il tuo rischio di sviluppare il diabete è molto alto. Parlane con il tuo medico e controlla nuovamente la glicemia. Anche se ancora normale (<110) ripeti il controllo ogni due anni. Se non l’hai mai controllata, chiedi al tuo medico se non sia il caso di farlo, anche sulla base dei risultati di questo test.

BMI

L’indice di massa corporea (in inglese: Body Mass Index) è una facile stima per capire se per la tua altezza, hai un peso adeguato. Si calcola dividendo due volte il proprio peso in chili per l’altezza in metri. Basta una piccola calcolatrice. Segui l’esempio: se il peso è di 83,4 chili e l’altezza è di 1,70 metri (170 centimetri), bisogna dividere 83,4:1,70=49,06; il risultato deve essere diviso ancora per l’altezza: 49,06:1,70=28,86. 28,86 è il BMI. Se il BMI è compreso fra 20 e 25 va tutto bene; se è fra 25 e 30 sei in sovrappeso, mentre per i risultati da 30 in su si parla di obesità! È importante che tu dimagrisca e mantenga un peso più basso. Non pensare soltanto a una dieta, ma anche ad altri piccoli cambiamenti del tuo stile di vita. Parlane con il tuo medico o con uno specialista.

Esercizio fisico

Una regolare attività fisica è indispensabile contro il diabete e per la tua salute generale. Non è necessario andare in palestra o fare sforzi particolari: l’importante è fare attività fisica adeguata al tuo fisico e alla tua età, per almeno trenta minuti al giorno. Non pensare che una vita attiva significhi sempre attività fisica. Parlane con il tuo medico o con uno specialista.

Pressione alta

Se hai risposto sì controlla regolarmente la tua pressione. Deve mantenersi il più possibile con i valori inferiori a 85 di minima e 130 di massima. Parlane con il tuo medico o con uno specialista; se invece hai risposto no, ma hai più di 45 anni o hai parenti con la pressione alta, controlla comunque la tua pressione almeno una volta ogni due anni.

Casi di diabete in famiglia

Se non ci sono diabetici nella tua famiglia il tuo rischio è ridotto, ma in ogni caso effettua controlli periodici. Spesso il diabete è ignorato o considerato poco importante. Quello che viene spesso detto come “solo un po’ di diabete alimentare” è comunque diabete. Se invece hai diabetici in famiglia il rischio è aumentato, ed è possibile che tu condivida il rischio di diabete, perché in parte questa malattia è ereditaria. Ricorda però che può essere prevenuta o allontanata. Anche se il tuo parente ha una forma “lieve” di diabete, considera l’attività fisica e la dieta che lui ha fatto nella sua vita e confrontala con la tua.

Circonferenza vita

Il grasso che si raccoglie nell’addome è più pericoloso, dal punto di vista della salute, di quello presente sulle gambe o sulle braccia. Dimagrire certamente potrebbe aiutarti; un aiuto ancora migliore è fare regolare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno.

Risposte generali

Se hai raggiunto un punteggio totale compreso fra 0 e 10 hai meno del 20% di possibilità di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni. Bene, ma puoi comunque annullare questo rischio migliorando lo stile e la qualità della tua vita, semplicemente facendo attività fisica dedicata e mantenendo il tuo peso ideale. Dopo i 40 anni controlla la glicemia almeno ogni tre anni. Se hai raggiunto un punteggio compreso fra 11 e 15 hai una probabilità su tre di diventare diabetico nei prossimi 10 anni. Se hai più di 40 anni consulta il tuo medico e controlla ogni due anni la glicemia. Se sei più giovane, sei ancora in tempo per allontanare il rischio di sviluppare il diabete. Migliora lo stile e la qualità della tua vita, semplicemente facendo attività fisica dedicata e raggiungendo e mantenendo il tuo peso ideale. Se hai raggiunto un punteggio fra 16 e 20 hai un’elevata probabilità di diventare diabetico nei prossimi 10 anni (più del 50%). Se hai più di 40 anni consulta il tuo medico. Potrà consigliarti di misurare la glicemia a digiuno e due ore dopo un carico orale di glucosio. Se tutto va bene, ripetila ogni due anni. Se sei più giovane, sei ancora in tempo per allontanare il rischio di sviluppare il diabete. Migliora lo stile e la qualità della tua vita, semplicemente facendo attività fisica e raggiungendo e mantenendo il tuo peso ideale. Se hai raggiunto un punteggio superiore a 20 le probabilità di sviluppare il diabete entro 10 anni sono molto alte (più del 90%). Consulta il tuo medico. Potrà consigliarti di misurare la glicemia a digiuno e due ore dopo un carico orale di glucosio. Non aspettare, fallo subito e, se tutto va bene, ripeti l’analisi ogni due anni. Se hai raggiunto questo punteggio vuol dire che il tuo stile di vita (esercizio fisico, alimentazione) forse non è corretto, e il miglioramento dello stile di vita è la principale terapia del diabete. Non è vita di restrizioni, è solo cercare di condurre una vita sana, con un valido motivo in più.

Età

L’età è, ovviamente, un fattore di rischio non modificabile. È tuttavia importante sapere che se si ha un’età inferiore ai 45 anni il rischio di avere il diabete è molto basso, mentre questo rischio aumenta notevolmente dopo i 45 anni: in Italia, dopo i 45 anni, almeno una persona su 10 ha il diabete. Infine, se hai ancora meno di 45 anni, sei ancora in tempo per modificare gli altri fattori di rischio e prevenire il diabete!


Questo risultato numerico ci fornisce la percentuale di rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni. Tutti coloro che hanno più di 45 anni, o che soffrono di pressione alta o che hanno i trigliceridi nel sangue aumentati, le donne che hanno avuto il diabete in gravidanza o hanno partorito figli che pesavano più di 4 chili, chi ha in famiglia persone col diabete, chi è in sovrappeso o obeso, chi fa poca attività fisica ed è poco attento alla propria alimentazione è ad alto rischio di sviluppare il diabete e pertanto deve controllarsi. Probabilmente fra i vostri cari c’è qualcuno che ha una o più di queste caratteristiche, ed è a rischio di diabete.

Sottoponete quindi i vostri familiari a questo piccolo test e scoprite qual è il loro rischio. Poi, prevenite insieme il loro diabete. Anche perché la loro terapia di prevenzione è esattamente il cambiamento di stile di vita che dovreste cercare di fare voi, per voi stessi, ed ora per tutti.

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ALIMENTAZIONE

Alcool e diabete. A. Prioletta

Iniziamo con un messaggio chiaro: non esiste una reale controindicazione all’assunzione di alcolici neanche nei soggetti affetti da diabete, che paradossalmente, al contrario, potrebbero presentare anche qualche piccola indicazione in più per consumare quantità moderate di bevande alcoliche. È noto infatti, che il consumo di alcool a dosi moderate riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e, recentemente, alcuni studi scientifici hanno dimostrato un analogo effetto di prevenzione nei confronti del diabete mellito. Recenti osservazioni, inoltre hanno permesso di dimostrare che i soggetti che soffrono di diabete mellito e che consumano quantità moderate di alcool, presen12


tano una frequenza di malattie cardiovascolari ridotta rispetto ai pazienti con diabete astemi. Il soggetto con diabete che decida di consumare dell’alcool non dovrebbe comunque farlo in maniera arbitraria dal momento che se è vero che alcune bevande alcoliche (ed in particolare il vino rosso), contengono delle sostanze in grado di svolgere effetti benefici, è altrettanto vero che l’alcool è una sostanza ad elevato contenuto calorico (ogni grammo di alcool apporta circa 7 Kcal) e che pertanto la sua assunzione in maniera croni-

Non esiste una reale controindicazione all’assunzione di alcolici neanche nei soggetti affetti da diabete

ca può alterare un regime dietetico altrimenti ben controllato. Pensate che 1 bicchiere di vino rosso (150 ml) a 13° corrisponde a circa 140 Kcal e che a questo contenuto calorico deve essere aggiunto quello apportato dagli zuccheri contenuti in maniera variabile nei diversi tipi di vini. È quindi possibile consumare bevande alcoliche anche per chi segue una dieta, la cosa importante è che tale consumo sia calcolato nel conteggio nelle calorie giornaliere. L’assunzione di alcool provoca delle conseguenze che sono variabili da soggetto a soggetto (indipendentemente dal fatto che si è diabetici o meno) e che dipendono da diverse variabili che sono: la quantità ingerita, la capacità di metabolizzarlo (cioè di smaltirlo) e le circostanze in cui viene consumato (a digiuno o durante i pasti). Le raccomandazioni generali sul consumo di alcool in caso di diabete sono le stesse che per la popolazione generale; se non vi sono altri problemi che controindichino in maniera assoluta l’assunzione di alcolici (per esempio malattie del fegato), nel paziente con diabete in buon controllo metabolico, così come in un soggetto normale, è consentita l'assunzione di una moderata quantità di bevande alcoliche 13


ALIMENTAZIONE (meglio se a bassa gradazione come vino e birra), durante i pasti. L'assunzione di alcool può indurre una importante riduzione dei valori della glicemia a digiuno poiché riduce la gluconeogenesi (cioè la produzione di glucosio da parte del fegato), ma lo stesso effetto non si verifica nel post prandiale, al contrario dopo il pasto, in chi assume alcool la glicemia tende ad essere mediamente più alta. Pertanto, in particolare per i soggetti con diabete, è sconsigliato bere alcool a digiuno, per la sua capacità di scatenare o aggravare crisi ipoglicemiche, già possibili in corso di trattamento con insulina o ipoglicemizzanti orali. L’assunzione di dosi eccessive di alcool può indurre una diminuzione della vigilanza e delle percezioni del corpo per cui si può non avvertire una possibile ipoglicemia e chi è accanto ad un soggetto che ha una ipoglicemia e che ha bevuto dell’alcool, potrebbe scambiare i sintomi di una ipoglicemia per gli effetti di un eccesso di 14

alcool e quindi sottovalutarne il pericolo. Il vostro diabetologo deve essere a conoscenza del fatto che consumate dell’alcool in modo tale da poter conoscere il vostro reale introito calorico ed eventualmente modificare la vostra terapia, infatti, soprattutto il paziente in terapia insulinica potrebbe avere bisogno di una dose maggiore di insulina se assume dell’alcool durante il pasto.

Possiamo pertanto concludere dicendo il paziente con diabete mellito che presenti un buon compenso metabolico con la dieta e/o la terapia in corso, può assumere una moderata quantità di bevande alcoliche (meglio se a basso contenuto calorico e di zuccheri), purché esse vengano inserite nel conteggio calorico giornaliero.


Involtini di Bresaola

Pennette ai Carciofi

(Contorno)

Primo piatto

Ingredienti per 4 porzioni: • 100 g di bresaola • 200 g di ricotta di mucca • 1 cucchiaio di olio di oliva • Pepe PREPARAZIONE: Lavorare la ricotta con olio e pepe. Spalmare un po' di ricotta su ogni fettina di bresaola, arrotolarle e disporle su un piatto. È possibile arricchire il piatto con del sedano tritato.

Valori nutrizionali (approssimativi) a porzione: Calorie: 180 Kcal Proteine: 15 gr (32%) Grassi: 14 gr (62%) Carboidrati: 3 gr (6%)

Ingredienti per 4 porzioni: • 240 g di pasta corta • 300 g di carciofi già puliti • 1 cucchiai di parmigiano grattugiato • 1/2 limone • 2 cucchiai di olio extravergine • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • Aglio, prezzemolo, sale PREPARAZIONE: mettete uno spicchio di aglio insieme ad un ciuffo di prezzemolo tritato finemente e poneteli in una casseruola, aggiungete i carciofi tagliati a listarelle, il succo di mezzo limone, mezzo bicchiere di vino bianco e cuocete a fiamma moderata fino a che i carciofi risulteranno teneri. Cuocete la pasta, scolatela senza sgocciolarla eccessivamente e conditela dapprima con l’olio e il parmigiano e alla fine versate sulla pasta i carciofi Valori nutrizionali (approssimativi) a porzione: Calorie: 250 Kcal Proteine: 10 gr (14%) Grassi: 7.4 gr (22%) Carboidrati: 50 gr (64%) 15


SPORT

Che bello pedalar: in bici col diabete.

R. Rossetti M. Guarini

La bicicletta è uno dei mezzi di locomozione più comuni: dalla fine del 1800, periodo in cui la bicicletta iniziò a comporsi dei tratti oggi conosciuti (il primo modello risale al 1490, probabilmente ad opera di un discepolo di Leonardo), si è diffuso rapidamente in tutto il mondo per la sua praticità, semplicità ed economicità, tanto che rimane tutt’oggi, soprattutto in Asia e India, uno strumento di lavoro e il principale mezzo di locomozione. Quanto può essere utile uno strumento come la biciletta per chi soffre di diabete? Cercheremo in queste pagine di capirlo meglio: senza dubbio la prima attività fisica consigliata rimane la camminata, ma anche l’utilizzo delle due ruote può dare grandi soddisfazioni in termini di miglioramento della condizione fisica generale. In Italia il ciclismo è uno sport molto amato; è praticato da un gran numero di persone soprattutto a livello 16


amatoriale: un hobby piacevole da praticare da soli o in compagnia. Soprattutto per chi è un po’ sovrappeso può diventare un’occasione per divertirsi ed insieme aiutare il proprio fisico a smaltire quei fastidiosi chiletti di troppo che tanto preoccupano famiglia e dottori. Una dote della bicicletta è che permette di coprire distanze significative con uno sforzo non particolarmente intenso, modulabile in base alle caratteristiche personali e all’allenamento. Bastano poche pedalate per percorrere un chilometro, rispetto a qualche centinaio di passi! È l’ideale per chi ha la possibilità di sfruttare le sempre più comode piste ciclabili e i percorsi che si districano sia nelle grandi città che nei piccoli centri.

LA “PASSEGGIATA” IN BICICLETTA Pedalare è sicuramente un’attività per tutti ed un ottimo esercizio fisico, a patto che si adottino le

Donne, pedalare rappresenta un ottimo modo per tonificare i muscoli di gambe e glutei e per combattere la cellulite.

dovute precauzioni legate alle personali esigenze terapeutiche e al buon senso. Infatti per chi soffre di diabete è utile conoscere alcuni piccoli “trucchi” necessari per evitare brutte sorprese, prima di intraprendere un’uscita in bicicletta, soprattutto se non si è soliti utilizzarla di sovente. Se è da un po’ di tempo che non prendete la bicicletta vi suggeriamo di controllare freni, gomme, luci e catarifrangenti e non dimenticatevi un po’ di grasso sulla catena! Per la prima uscita è meglio scegliere un percorso non particolarmente lungo (max 5 km) e il più possibile pianeggiante e mantenere un’andatura moderata (tra i 15 ed i 20 km/h) per 20/30 minuti di pedalate. Il periodo della giornata migliore per riscoprire i piaceri della bicicletta è al mattino, più precisamente circa un’oretta dopo una sana e “preventiva” colazione (in vista della pedalata). Ovviamente suggeriamo di parlarne prima con il proprio medico per ottenere da lui quelle indicazioni precise e conformi al proprio personale stato di salute: magari saprà suggerirvi una colazione speciale ed un pranzo appagante da gustare dopo la “scampagnata”. È proprio il fatto di facilitare l’appetito un aspetto da tenere in considerazione se si ha a che fare col diabete: lo sforzo fisico tipico delle due ruote stimola notevolmente la sensazione di fame e bisogna perciò porre particolare attenzione a non lasciarsi prendere dalla gola appena scesi dal sellino. Come accennato precedentemente la corsa o la semplice passeggiata risultano essere “più complete” rispetto alla bicicletta in termini di esercizio fisico, in quanto coinvolgono armoniosamente e ritmicamente gran parte dell’apparato muscoloscheletrico: è proprio per questo motivo che, soprattutto per chi è sovrappeso e chi soffre di diabete di tipo 2, la bicicletta risulta essere addirittura migliore rispetto ad altre attività sportive, anche rispetto alla corsa o alla passeggiata, poiché evita 17


SPORT che tutto il peso corporeo gravi sugli arti inferiori (soprattutto ginocchia e caviglie). Anche da un punto di vista cardio circolatorio la bicicletta risulta essere meno traumatizzante proprio perché gli spostamenti (scatti, cambi di direzione, piegamenti…) risultano essere direttamente proporzionali al peso corporeo. Durante una pedalata i muscoli maggiormente coivolti nello sforzo sono quelli delle gambe (in particolare i quadricipiti), ma non sono i soli: anche gli addominali e i muscoli della schiena e delle braccia risultano impegnati, soprattutto se si viaggia su superfici sconnesse oppure nei tratti di salita o di discesa. Queste ultime sollecitazioni sono molto maggiori se ci si dedica a scampagnate su strade sterrate utilizzando una mountain bike.

L’IMPORTANTE È ESSERE COSTANTI Per ottenere dei risultati in termini di miglioramento della propria condizione fisica, il requisito essenziale rimane la costanza. L’ideale sarebbe potersi permettere due o tre uscite settimanali da almeno 30 minuti in modo da abituare l’organismo alla nuova attività fisica e limitarne reazioni improvvise. L’andatura deve essere, in particolar modo all’inizio, blanda e rilassata, mantenendo la velocità tra i 15 e i 20 Km/h. Scegliete un percorso il più possibile pianeggiante e su un terreno non troppo sconnesso, ciò aiuta a godersi meglio la passeggiata in bici e a ridurre al minimo i traumi e gli strattoni provocati dalle buche e dalle sconnessioni del terreno sugli arti superiori e alla schiena. Alle prime uscite è utile dedicare la massima 18

attenzione: dopo aver misurato la glicemia con il proprio glucometro in modo da partire con dei valori consoni all’attività fisica, consigliamo di effettuare i primi 10 minuti di pedalate ad un ritmo molto lento e fermarsi per fare un po’ di stretching leggero, stirando lentamente i muscoli delle gambe e della schiena. Dopo lo stretching potete risalire in bici e concedervi 20/30 minuti mantenendo un’andatura lenta ma costante. Al termine del giro dedicate ancora 10/15 minuti ad un po’ di stretching defaticante in modo da allungare e stirare i muscoli dei polpacci, i bicipiti e la parte superiore della schiena, che tendono a contrarsi a causa della posizione assunta quando si pedala. Ricordatevi infine di misurarvi nuovamente la glicemia ed appuntare sul diario le eventuali reazioni e sensazioni. Non farsi sopraffare dall’appetito è importante per controllare l’equilibrio dei valori e soprattutto per evitarne sbalzi repentini.

Occhio al clima! Uscire d’estate durante le ore più calde è ovviamente sconsigliato, ma bisogna fare attenzione anche all’umidità.


LO ZAINETTO DEL CICLISTA CON IL DIABETE Prima di uscire per delle piacevoli scampagnate oppure per dei veri e propri percorsi è conveniente e doveroso attrezzarsi per evitare spacevoli sorprese legate sia al diabete che alle peculiarità del ciclismo e alla relazione fra le due cose. L’abbigliamento è la prima cosa: utilizzare indumenti traspiranti ma consoni alla temperatura esterna e all’umidità; per quest’ultima suggeriamo una giacca aderente ed impermeabile. Controllare la posizione del sellino per mantenere la posizione ideale e permettere una pedalata confortevole; indossate pantaloni o pantaloncini imbottiti nella zona del cavallo (serve a limitare irritazioni all’inguine). È importante per il diabete che non manchi mai il kit di automonitoraggio e gli “attrezzi del mestiere” (insulina, glucagone ecc.), una borraccia con dell’acqua o un integratore salino e degli snack dolci per scongiurare crisi ipoglicemiche. Suggeriamo di organizzare uno zainetto in cui riporre tutto il necessario per godersi al meglio una sana e salutare passeggiata in bicicletta.

Borraccia con acqua o integratore salino: è importante bere molto e mantenere costante il livello di idratazione per evitare crampi e non affaticare cuore e circolazione.

Kit di Automonitoraggio e medicinali è utile portarlo con sé per misurare i valori prima e dopo la passeggiata e, qualora ce ne fosse bisogno o foste incuriositi da alcune reazioni del vostro fisico, anche durante una pausa.

Snack zuccherini per scongiurare pericolose crisi ipoglicemiche

Keeway per non farsi sorprendere dal tempo

Pompetta e attrezzi per rapide riparazioni è un efficace gesto scaramantico per ridurre al minimo la probabilità di forature o scherzetti della catena.

Cappello o Caschetto per proteggersi dall’aria e dal sole, ma anche per proteggere il capo da traumi da caduta.

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PSICOLOGIA

Che imbarazzo! Situazioni da gestire con intelligenza.

D. Rindone

Quante volte capita di trovarsi coinvolti in situazioni in cui è difficile sentirsi a proprio agio, figuriamoci poi se anche il diabete mette di fronte a delle scelte: rivelare apertamente il proprio diabete di fronte a persone che vediamo per la prima volta oppure nasconderlo? Sarà capitato a tutti di ritrovarsi in compagnia di colleghi, conoscenti, clienti o parenti con cui non si ha una gran confidenza e, al tempo stesso, di non aver alcuna intenzione di rivelare platealmente le proprie “debolezze”, al pari delle opinioni personali che esporrebbero troppo la persona di fronte a nuovi interlocutori. Ci sono diverse occasioni in cui il diabete può prendere le sembianze di un fastidioso segreto o di un imbarazzante handicap che limita le possibilità di scelta e di movimento in relazione a circostanze non previste e poco familiari soprattutto in occasione di nuovi incontri. 20


SENTIRSI UN PESO PER GLI ALTRI I momenti della giornata in cui una persona che ha che fare col diabete, siano essi legati all’automonitoraggio, alle iniezioni di insulina o alla scelta dei piatti da consumare per rimanere entro i parametri stabiliti con l’equipe medica, sono numerosi. Possono capitare occasioni in cui la semplice misurazione risulta parecchio complicata sia da fattori tecnico/pratici (mancanza di spazio di movimento, fretta, confusione…), sia psicologici. Sono proprio questi ultimi quelli che vogliamo indagare e prendere in esame in questo articolo per mettere in luce i “momenti difficili” della relazione col proprio diabete con l’ambiente esterno. Tra le mura di casa, soprattutto quando si è raggiunta quella consapevolezza della malattia e si è ristabilita quella routine che permette di riappropriarsi della propria vita e di riorganizzare i propri spazi dopo il primo periodo di riassestamento, non è difficile superare quella sensazione di essere un peso per gli altri, comune a tutte le persone che hanno a che fare col diabete. La gestione del diabete però non è semplice in tutte le situazioni nuove o in cui siano presenti persone sconosciute o con le quali non si ha confidenza. Per esempio, può succedere di ritrovarsi insieme ad altri colleghi, clienti o semplici conoscenti per una cena di lavoro, oppure un aperitivo. In questi casi può essere imbarazzante rivelare apertamente il proprio diabete rifiutando l’offerta di un coktail o di un dolce appetitoso. È meglio agire d’astuzia utilizzando come scusante una sempice dieta alla quale non potete assolutamente concedere nessuna eccezione, oppure anticipare tutte le offerte servendosi da soli una bevanda o un cibo consoni al piano alimentare concordato col medico. I rischi e i timori legati al rivelare

È a sé stessi che il diabete non dovrebbe mai essere nascosto

apertamente il proprio diabete sono legati al senso di responsabilità di ognuno e la sensazione di risultare un peso per gli altri è molto comune, soprattutto nei soggetti particolarmente introversi. Se decidete di comunicare a tutti il diabete sappiate che le reazioni tipiche saranno: la drammatizzazione della patologia (evidenziato da frasi del tipo: “Certo che non deve essere facile, bisogna essere anche molto coraggiosi per farsi le iniezioni da solo!”); la compassione (“Poverino/a, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, se ti do fastidio con quello che mangio, cambio il piatto…”); la sottovalutazione del problema (“Anche mio cognato ha il diabete, ma per una volta non ti farà male 21


PSICOLOGIA se mangi questo piatto!”); la paura del contagio (in questo caso il comportamento prima ancora delle parole vi indicherà il livello di conoscenza del problema da parte dell’estraneo in questione). Quindi sapere come, quando e soprattutto a chi rivelare il diabete risulta in ultima analisi l’unico metro valido per misurare se effettivamente valga la pena fare l’ennesima chiaccherata sul proprio stato psicofisico oppure se sia meglio soprassedere e utilizzare qualche piccolo escamotage per celare un piccolo difetto di sé stessi.

L’IMBARAZZO

DELLA SCELTA

Ovvero, dirlo o non dirlo? Il segreto è un aspetto molto approfondito dagli psicologi che lavorano con persone affette da diabete: il desiderio di mantenere il segreto e la paura della reazione degli altri sono le due facce della stessa medaglia. Rivelare di convivere con il diabete, spiegare le operazioni di gestione, i rischi che si corrono, la dieta e le complicanze può apparire vittimistico ed evocare negli altri protezione, rifiuto o derisione e dar adito a pettegolezzi che scaturiscono dall’ignoranza purtroppo ancora molto diffusa sul diabete. Se da una parte può essere conveniente non rivelare a tutti la propria condizione, dall’altra un eccesso di riservatezza può celare un tentativo di negazione della patologia ed i rischi in questo caso non sono da sottovalutare. Intendiamoci, è comprensibile e umano temere di essere isolati 22

o additati come “diversi”, ma le complicanze psicologiche che possono derivare dalla negazione del diabete soprattutto in situazioni dove il rischio è di compromettere la terapia (ad esempio cene di lavoro, aperitivi o simili), possono facilmente diventare un pericolo per la propria salute. Per riuscire a mantenere il segreto senza gravare sulla terapia è necessario innanzitutto essere consapevoli della propria situazione diabetica e dei propri oneri relativi alla sua corretta gestione. Occorre che non si trascurino i momenti dedicati all’automonitoraggio, all’assunzione di farmaci e/o di insulina e soprattutto alla dieta. È necessario considerare la propria personalità e le personali debolezze (golosità, tendenza alla trasgressione…) prima ancora che l’affidabilità e la bontà delle persone con cui si interagisce. Un pizzico di furbizia e qual-


che piccolo accorgimento permettono di mantenere sufficientemente riservato il proprio status (al ristorante, per esempio, ordinando piatti leggeri consigliati dal proprio medico e approfittando della toelette per effettuare l’automonitoraggio). Mantenere il segreto è però molto stancante: il rischio più comune è quello di perdere l’entusiasmo di partecipare a nuovi incontri, siano essi lavorativi o di piacere. La peggiore conseguenza è l’autoisolamento. Il nostro suggerimento è quello di trovare una persona fidata a cui confidare la personale situazione diabetica e con cui parlarne a lungo e dettagliatamente, in modo da avere al proprio fianco un “compare che regga il gioco”. Un amico fidato è il modo più utile e piacevole per affrontare situazioni nuove e per non temere le “ipo” in modo da poter partecipare ad una serena e normale vita sociale.

LO

SPECIALISTA RISPONDE a cura del Prof. A. Giaccari giaccari@glunews.it

Mi capita spesso per lavoro di partecipare ad aperitivi sia prima di pranzo che prima di cena. Quali bevande mi consigliate di ordinare per non destare troppi sospetti? Le consiglio di consumare frullati o spremute di frutta (non succhi) senza aggiunta di zucchero, che hanno un contenuto calorico modesto e che la faranno apparire anche un “salutista”. Ho 56 anni e sono un po’ sovrappeso. Posso, in alcune occasioni, concedermi un amaro o un liquore? Si, l’importante è che non lo faccia a digiuno e che calcoli l’apporto calorico della bevanda alcolica (che solitamente è molto alto) nel conteggio calorico giornaliero. Per ulteriori informazioni la rimando all’articolo “alcol e diabete”. Sono insulino dipendente. Partecipo spesso a pranzi e cene di lavoro, e per tutelare la mia immagine non rivelo abitualmente il mio diabete. Di quanto posso anticipare o posticipare l’iniezione? Dipende dal tipo di insulina che utilizza. Se si tratta di un analogo rapido, come sa, può somministrarla anche immediatamente prima del pasto e qualora ciò non fosse possibile può praticarla immediatamente dopo tenendo presente, tuttavia, che un po’ di iperglicemia a seguito del pasto sarà comunque presente.

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STRUMENTI

DI

MISURAZIONE

Autocontrollo della glicemia: l’importanza dell’accuratezza del dato.

Dr. Giovanni Sartore Ricercatore Cattedra di Malattie del Metabolismo Università di Padova

Tenere sotto controllo i livelli di glicemia nell’arco dell’intera giornata rappresenta indubbiamente uno degli obbiettivi principali nel trattamento del diabete al fine di poter evitare eventuali complicanze. In questo senso è necessario che il paziente disponga di una forte consapevolezza riguardo la sua malattia e le conseguenze di una mancata cura. Deve cioè arrivare ad assumersi la responsabilità del suo stato di salute. Capire perché sta male, come sta andando il controllo, conoscere le situazioni a rischio. Tutto ciò offre al paziente la possibilità di poter agire consapevolmente e appropriatamente sulla propria malattia, dandogli la capacità di essere libero e autonomo. Fino all’inizio degli anni ’80 24


non disponevamo di un valido mezzo per monitorare, con sufficiente rapidità e precisione, le oscillazioni della glicemia. Il grande cambiamento, che ha rivoluzionato la gestione del diabete, è consistito nello sviluppo di tecniche pratiche e affidabili per la misura della glicemia da una piccolissima quantità di sangue, ottenuta mediante una lieve puntura del polpastrello. Grazie a questo avvento, molti bambini e adulti con diabete possono prevenire gli scompensi acuti e migliorare i risultati della terapia nel lungo periodo. Con i dispositivi portatili (glucometri), che leggono automaticamente, in modo rapido e semplice, i valori della glicemia, è possibile così praticare l’automonitoraggio, cioè la misurazione effettuata dovunque ci si trovi, a casa propria, come a scuola, sul lavoro, nella vita di tutti i giorni, in

diversi momenti della giornata, in maniera del tutto autonoma. Per autocontrollo invece ci si riferisce all’interpretazione dei risultati e ai conseguenti interventi terapeutici volti a migliorarli. Interventi che le persone con diabete dovranno essere educate a effettuare, in collaborazione con l’equipe diabetologica (medico, infermiere, dietista). Comunemente il termine autocontrollo riassume entrambe le definizioni. L’autocontrollo della glicemia deve essere considerato quindi un vero e proprio mezzo (alla stessa stregua di insulina, ipoglicemizzanti, dieta alimentare ed attività fisica) attraverso il quale aumentare le aspettative di vita del paziente. La semplicità d’uso e l’affidabilità degli strumenti per l’autocontrollo domiciliare della glicemia contribuiscono a rendere oggi il diabete gestibile in tutte le situazioni e dalla

Lo sapete che un soggetto su 6 non codifica correttamente il suo glucometro? A differenza dei glucometri a codifica automatica, l'errata calibrazione del glucometri a codifica manuale è la causa più frequente dei valori glicemici scorretti. Questi ultimi possono determinare un errore mediano del 43% sul valore corretto.(1)

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1. Baum JM, et al. Improving the quality of self-monitoring blood glucose measurement; a study in reducing calibration errors. Diabetes Technol Ther 2006;8:347-57 2. Kristensen GB, et al. Standardized evaluation of instruments for self-monitoring of blood glucose by patients and a technologist. Clin Chem 2004;50:1068-71

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STRUMENTI

DI grande maggioranza dei pazienti. In generale un glucometro è in grado di misurare la glicemia grazie ad un enzima presente sulla striscia utilizzata, che attiva una reazione chimica con il glucosio presente nel sangue. Il risultato di questa reazione viene letto dallo strumento e trasformato nel valore glicemico reale. Esiste la possibilità che la concentrazione di glucosio venga sovrastimata o sottostimata in conseguenza in primo luogo del tipo di enzima utilizzato per la misurazione. L’enzima infatti può non essere specifico soltanto per il glucosio e può interagire anche con substrati diversi. In secondo luogo va considerato il problema delle interferenze, quali sostanze presenti nel sangue in condizioni fisiopatologiche (per es. aumento della bilirubina o dell’acido urico), comunemente contenute in alimenti di largo impiego (per es. maltosio e galattosio), o in concomitanza di trattamenti del paziente con alcuni farmaci, anche di automedicazione (per es. il paracetamolo o l’acido ascorbico, in particolare l’abuso di vitamina C). Altre interferenze che i glucometri possono subire sono rappresentate dalla presenza di anemia o dalla variazione della concentrazione dell’ossigeno (come può accadere durante il soggiorno in altitudine). Sugli aspetti appena descritti oggi la ricerca e l’evoluzione nel campo degli strumenti di automisurazione della glicemia stanno orientando la loro attenzione. In questo con26

MISURAZIONE

Facilità d’uso e affidabilità sono gli elementi prioritari per raggiungere il massimo dell’attendibilità e dell’accuratezza nella misurazione della glicemia. testo va considerato che talune interferenze possono essere sconosciute anche al personale sanitario che ha in cura il paziente, ed è opportuno che vengano correttamente segnalate dalle ditte produttrici. La conoscenza delle possibili fonti di errore nella misurazione della glicemia di un glucometro, nonchè dello specifico sistema utilizzato, sono indicazioni importanti per fornire le corrette informazioni, sia ai pazienti che ai medici, al fine di scegliere il dispositivo più adatto alla particolare situazione. Per la scelta dello strumento, oggi disponiamo di tecnologie all’avanguardia sempre più a prova di errore, che permettono cioè di assicurare la massima accuratezza del dato glicemico, grazie anche al superamento di un’altra possibile grave fonte di errata lettura: la calibrazione preliminare del glucometro, che oggi non è più richiesta. Facilità d’uso e dispositivi a prova di interferenze, sono quindi gli elementi prioritari per raggiungere il massimo dell’attendibili-


tà e dell’accuratezza nella misurazione della glicemia. La scelta dello strumento non deve pertanto essere casuale, ma stabilita sulla base della maneggevolezza e dell’affidabilità, in modo da limitare al massimo gli errori derivanti dall’uso improprio (come la manualità del paziente) o da situazioni interferenti (come l’assunzione di farmaci), che possono esporre il paziente a errate valutazioni, con possibili conseguenze sulla salute. Un adeguato programma di autocontrollo, consigliato dal medico e concordato con il paziente, è essenziale e strategico per adattare la cura ad ogni singolo paziente. Le persone

con diabete saranno così maggiormente motivate a vivere in modo salutare, per migliorare la qualità della vita. Potranno altresì comprendere come la terapia farmacologica, l’attività fisica e l’alimentazione influenzino i valori della glicemia e quali siano le porzioni e gli alimenti più adeguati, correggendo così lo stile di vita. L’autocontrollo glicemico - come ben sottolineato dagli “Standard italiani per la cura del diabete mellito” - è un vero e proprio strumento terapeutico, indispensabile nella autogestione della malattia diabetica. A tal proposito è indubbiamente auspicabile una sua maggiore diffusione e valorizzazione.

Un adeguato programma di autocontrollo, consigliato dal medico e concordato con il paziente, è essenziale e strategico per adattare la cura ad ogni singolo paziente.

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DIABETENIGMISTICA 1

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Le definizioni in corsivo sono relative al diabete e alla sua prevenzione. ORIZZONTALI 1. La calura del solleone - 5. Principe della Turandot - 10. Le ultime lettere di Schiller - 13. Iniziali dell'indimenticato Mastroianni - 15. Il diabetico lo sorveglia costantemente - 21. Il fiume francese con i famosi castelli - 22. Due terzi... di due - 23. Va tenuto sotto controllo con una alimentazione povera di grassi - 24. Garibaldi fu quello "dei due mondi" - 25. È un fattore di rischio e consiste nel brusco aumento del grasso nel sangue - 27. Repubblica Italiana - 28. Iniziali di Cruise - 30. L’agenzia di spionaggio degli USA (sigla) - 31. Hanno sostituito gli LP - 32. La celebre Hari - 35. Vi nacque Paganini (sigla) - 36. Persone singolari e bizzarre - 38. Fascicolo di manoscritti medievali - 41. Bagna Monaco di Baviera - 42. Scorta in centro - 43. Il nome dell'attrice Danieli - 45. Importante centro laniero piemontese (sigla) - 47. Corpi celesti - 48. L'articolo prima di Vegas - 50. Nei diabetici possono essere causa di perdite di sangue dai piccoli vasi - 56. Può essere sistolica o diastolica ed è buona norma controllarla - 59. La cosiddetta "pancetta" che va combattuta con vita attiva e alimentazione corretta - 61. Uno sport invernale - 62. Italia On Line - 63. Delfino d'acqua dolce - 64. Celine, cantante. VERTICALI 1. Studiano le... ipersensibilità dell'organismo umano - 2. Abbellisce strade e balconi - 3. Piccolo centro trentino della Val Lagarina - 4. La Weber popolare volto televisivo - 5. Raccolte di leggi - 6. Avvezzi, assuefatti - 7. Articolo per donne - 8. Ruminanti nordici - 9. Insuccesso, fiasco - 10. Le impugnature delle spade - 11. Un modello FIAT degli anni Ottanta - 12. Creano prodotti decorativi impastando argille - 13. Lo è il linguaggio aggressivo e... poco conciliante - 14. Scrisse il Libretto rosso - 16. Alzati, edificati - 17. Sono spesso messe sott'olio e inscatolate - 18. Grande città dell'Arabia Saudita - 19. Ne è presidente Angelo Bagnasco (sigla) - 20. Modena (sigla) - 26. Una dance provocante - 29. La tecnica per... esaltare la bellezza - 33. Rancorosi, ostili - 34. Altro nome dei gicheri - 37. Casa di moda... alla francese - 39. Un legno scuro e durissimo - 40. Se è aperto... sta al buio - 44. I decreti delle antiche autorità - 46. Appunto sul taccuino - 47. Il fiume di Berna - 49. Squadra di calcio ferrarese - 51. Commissione Sportiva Automobilistica Italiana - 52. Il Bnar personaggio di Guerre stellari 53. Allegri e giocosi - 54. Bagna Salerno - 55. La "perla nera" del calcio - 57. Tra Q e T - 58. Il dipartimento francese di Bourg-en-Bresse - 60. Mezzo giro... alla fine. 28


Diabetici celebri 1

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Inserite nello schema le sette parole definite seguendo la numerazione e il percorso a spirale, utilizzando le sillabe riportate sotto in ordine alfabetico. Al temine nelle colonne evidenziate si leggeranno nome e cognome del grande fotografo statunitense (Wichita, Kansas 1918 - Tucson, Arizona 1978), che si specializzò nel fotogiornalismo collaborando con prestigiose testate (Newsweek, Life). Inviato di guerra durante il secondo conflitto mondiale, fece in seguito scalpore un suo reportage (Minamata, pubblicato nel 1975) sui devastanti effetti dell’avvelenamento da mercurio provocato dalla bomba atomica in un villaggio giapponese di pescatori. Famoso è anche il suo volume di fotografie “A Man of Mercy” (Un uomo caritatevole), dedicato al medico e filantropo Albert Schweitzer AL BU CHE CO DE GO IN LA LE LI ME MI NA NEL NER O PA PRE RO SEN SI STI TE TE TI TI TI TRAT WIS 1. Jerry, famoso comico statunitense – 2. Lo sono le persone che soffrono di disturbi conseguenti alle… condizioni del tempo – 3. Passare piacevolmente il tempo con amici – 4. Lo sono i… designati dal fato! – 5. Il soldato che sta in garitta – 6. Tende ad assumere cibo in modo irrefrenabile – 7. Fa esplodere lo stadio.

L’intruso Qual è l’intruso fra i cinque termini elencati a lato?

Soluzione “L’intruso”: amilasi, ovvero l’enzima prodotto dal pancreas-esocrino che serve a digerire i polisaccaridi, tra i quali l’amido e il glicogeno. Gli altri quattro termini (carboidrati, glucidi, saccaridi, zuccheri) sono tra loro sinonimi, in quanto indicano lo stesso composto chimico

L R E N E T

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E S L E N T

W I L L I A

I P A A T R

S R B O N T

M E U G E N

E D L O S I

T E I C I E

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A L L E R G O L O G I

F A I V E O I R R O E I T E T R I A S P R R A S O L

C O S M E S I

M A I S O N

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E C L L O A D D I C I

A L A F D E L L U C O S L I P I A P E C G B I R O A N I O N E D D O M A A

E R A G L I L E S T I D E M C D O I A N G I O P A R T E I N A L O E

C C E M E R O I A M A I S A S T A T I R I O E S D I

M I L I T A R E S C O

A I N A R I M A O


DOLCI CURIOSITÀ “Hai il diabete? Niente Università!” Arriva dalla Cina questa sconcertante notizia di un po’ di tempo fa, dove uno studente di medicina è stato allontanato dall’Università di Zhang Xi perché malato di diabete. Il giovane, reo di non aver comunicato il suo stato di salute per evitare di esser trattato diversamente dagli altri studenti, dopo mesi di studio, viene “scoperto” dal suo tutore ed espulso. Nella notifica dell'università, che il giovane studente si rifiutò di firmare, veniva riportato il regolamento varato nel 2003 dal Ministero dell'Istruzione, che afferma che le persone portatrici di gravi malattie, incluso il diabete, non possano essere accettati nelle Università del paese. Alla richiesta di spiegazioni il ragazzo si è sentito rispondere da rettore: “Ammesso si possa firmare una clausola di esenzione nei suoi confronti, essa non sarà riconosciuta dal tribunale. Nessuno sa se un paziente con tale malattia cronica sia in grado di terminare gli studi. Non possiamo assumerci questa responsabilità.” Lo sfortunato studente decise allora di denunciare la sua vicenda prima su internet poi ai giornali ed alle TV. La notizia, salita agli onori della cronaca, costrinse il governo cinese a modificare i criteri di accettazione e reclutamento presso le Università: oggi “gli studenti non aventi malattie infettive, spirituali, del cuore o del sangue ed aventi la capacità di prendersi cura di se stessi, sono ben accetti dalle università del paese”. (FONTE: CHINADAILY.COM)

Dall’aglio estratte nuove speranze per il trattamento di diabete 1 e 2! I primi esperimenti effettuati dal dottor Sakurai e le sua equipe della Suzuka University of Medical Science in Giappone su topi affetti da diabete di tipo 1 hanno dato risultati incoraggianti. Questi ricercatori hanno realizzato una medicina, somministrabile per via orale, utilizzando alcuni componenti estratti dall’aglio: il vandio e l’allixina. Queste due sostanze erano già state sperimentate con successo nella formulazione iniettabile sempre dallo stesso gruppo di ricercatori sia sul diabete tipo 1 sia sul diabete tipo 2. Le nuove speranze sono tutte volte alla finalizzazione del trattamento orale ancora da testare sugli esseri umani. J. MED CHEM. 2006 JUN 1; 49(11): 3251-6 ADACHI Y, YOSHIDA J, KODERA Y, SAKURAI H.

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Il migliore amico dell’uomo… ...con il diabete! “Nella mia vita non ho mai avuto un controllo migliore della glicemia come da quando ho adottato questo cane". Con simili toni entusiastici tornavano a ringraziare i primi diabetici che usufruivano dei cani addestrati da Mark Ruefenacht, uno scienziato forense con diabete di tipo 1 che ha realizzato un centro di addestramento del tutto speciale in California. Qui, il dottor Ruefenacht addestra cani in grado di riconoscere l’insorgere di crisi ipoglicemiche nei loro padroni. Sembra che i cani siano in grado di riconoscere quando la glicemia sale o scende in modo repentino. Come i cani riescano a “fiutare” le crisi ipoglicemiche non è ancora chiaro, probabilmente riescono a percepire gli odori creati dalle modificazioni chimiche in seguito agli sbalzi glicemici, ma quali siano le sostanze chimiche che provocano l’odore al momento rimane un mistero. Questa esperienza sta comunque portando un grande aiuto soprattutto ai bambini ed ai ragazzi, che si trovano più a loro agio con un simile amico, ma anche per le persone anziane può rivelarsi un vero salvavita. DIABETES FORECAST. 2008 MAR; 61(3): 40-7 SPAKE A

Sharon Stone La famosa attrice, produttrice e sex symbol statunitense, arrivata al successo dopo Basic Instinct, rientra anche lei nel lunghissimo elenco di personaggi famosi che non fanno segreto del loro stato diabetico. Dotata di un carattere tutt’altro che riservato e remissivo, convivendo con un diabete di tipo 1, ha saputo ottenere grandi soddisfazioni sia in ambito cinematografico che in ambito sociale e umanitario, promuovendo e sostenedo la ricerca sull’Aids, schierandosi apertamente a favore dei diritti dei gay e della causa tibetana (in quanto buddista). Fin da giovanissima la Stone era una ragazza che si distinse per la sua intelligenza: dopo dieci mesi di vita sapeva già parlare e camminare; a cinque anni frequentava la seconda elementare; a quattordici anni il suo quoziente intellettivo raggiungeva lo sbalorditivo livello di 154. Lei stessa si definì un "brutto e triste anatroccolo": per molto tempo la Stone si ritenne brutta e non aveva rispetto per il suo corpo. Uno zio le diede allora 100$ e la convinse a partecipare ad un concorso di bellezza, al quale ella si iscrisse solo perché aveva bisogno di soldi per pagare le tasse scolastiche. Non vinse, ma prese parte ad altri concorsi di bellezza vincendoli tutti, tanto che decise di trasferirsi a New York per diventare una modella: il brutto anatroccolo si era trasformato nella più bella e famosa attice di Hollywood. 31



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