ARTE E PAROLA DI DIO

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L’arte e la Parola di Dio Maria, Icona della PAROLA 19 marzo 2013


La lotta iconoclasta

Già nella seconda metà del secolo IV i Padri Cappadoci avevano iniziato una lotta di difesa delle immagini cristiane, contro gli attacchi interni ed esterni alla Chiesa, basate sulla loro utilità in quanto strumenti educativi. Le immagini costituivano un mezzo di istruzione ed edificazione, in particolar modo per gli analfabeti. Ma fu nel sec. VIII che si sviluppò una vera e propria lotta contro le icone che portò alla rimozione delle stesse dalle chiese, così come era stato decretato da due imperatori bizantini, Leone III l’Isàurico (717–741) e Costantino V Coprònimo (741–775). Il movimento dell’iconoclastia provocò una crisi profonda nell’impero bizantino e durò per oltre un secolo. Le motivazioni che portarono a questo movimento furono varie:


• il forte desiderio di mantenere una religiosità pura che escludesse le immagini materiali; • Come poter rappresentare le due nature di Gesù Cristo: natura umana e natura divina senza separarle. • le influenze dei giudei e dell’Islam con i loro divieti delle immagini.

Ma il motivo principale era costituita dall’idea che fosse Dio stesso a non approvare le immagini, secondo quanto attestato nella Sacra Scrittura, nel libro dell’Esodo:

«Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra».


Ci furono vari Concili nei quali si radunarono molti vescovi per discutere la questione delle immagini sacre. Ma soltanto nell’843, quando divenne imperatrice Teodora, favorevole alle immagini, ne fu ripristinato il culto e fu anche introdotta la festa dell’Ortodossia che viene celebrata ancora oggi nella prima domenica di Quaresima, per festeggiare il ripristino del culto delle immagini sacre.


Il valore didattico ed educativo dell’arte In Occidente, specialmente con san Gregorio Magno (540-604), si assegna all’immagine una prevalente funzione didattica narrativa: descrivere la vita, le vicende, le storie del Vangelo e dei santi in modo da divenire comprensibili ai ceti più semplici, grazie alla maggiore fruibilità dell’immagine. È la cosiddetta Biblia pauperum, la Bibbia dei poveri. Nell’Epistola al vescovo Sereno di Marsiglia, avversario delle immagini, san Gregorio Magno scrive: «Altra cosa è adorare una pittura, altra cosa è imparare per mezzo della pittura storica ciò che si deve adorare. Poiché la pittura insegna agli illetterati ciò che la scrittura insegna ai letterati: infatti gli ignoranti vedono nella pittura ciò che devono operare, in essa leggono coloro che non conoscono la lettura […]. Perciò non si deve infrangere ciò che fu collocato nella chiesa, non a scopo di adorazione, ma semplicemente per istruire le menti degli ignoranti»



Particolare: Cristo Giudice

Cappella Sistina – Città del Vaticano Il Giudizio Universale


Partiamo dalla creazione dell’uomo…


‌ e della donna.


Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». Ma Adamo non ascoltò la voce di Dio e disobbedì alla sua parola. Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita. Dal libro della Genesi – capitoli 2-3


Dal Vangelo secondo Luca 1, 26-38 Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide Suo Padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.




L’Annunciazione del Beato Angelico L’affresco dell’Annunciazione del Beato Angelico risale al 1433-1434 e oggi è conservato presso il Museo Diocesano di Cortona (AR), in Toscana. Il BEATO ANGELICO Guido di Pietro è un artista italiano del Trecento, morì a Roma nel 1455. Faceva parte dell’ordine dei dominicani e prese il nome di Fra Giovanni da Fiesole. Per la sua umiltà e per la bellezza delle sue opere d’arte venne chiamato Fra Giovanni Angelico. Fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1982.



L’affresco è suddiviso in tre parti ben distinte


1^ parte

Nella parte sinistra dell’affresco osserviamo la scena della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. Questo è un modo per collegare due eventi distanti tra loro. Il loro sguardo e la loro direzione va verso Maria, la «nuova Eva».


2^ parte • In primo piano, al centro della scena, è posto l’arcangelo Gabriele con una veste di colore rosso tenue. • Le ali, spiegate e variopinte, lo indicano come messaggero che viene dal cielo. • Ha un nimbo dorato sul capo (simbolo della dignità sovrana). • Ha le mani una rivolta verso l’orecchio, e l’altra verso il seno di Maria, il «luogo» dove prenderà forma umana il Figlio di Dio.


3^ parte • Nella parte destra dell’affresco si trova Maria, seduta su un trono finemente tappezzato. • Il suo capo è coronato dal nimbo dorato ed è avvolto da un tenue velo, cosi come si addice ad una sposa. • Indossa una veste rossa, il colore regale e un manto azzurro, simbolo della contemplazione. • Ha le mani incrociate e ripiegate sul petto nel segno di accettazione al volere di Dio: «Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38) dice Maria all’arcangelo Gabriele. • Sulle ginocchia ha un libro aperto, il libro della Parola che in lei si fa carne. Così per Maria si compie la nuova ed eterna alleanza tra Dio e l’uomo.


Sulla parte superiore della struttura architettonica, al centro, in un tondo, vi è la figura del profeta Isaia: «Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7, 14)

Sul capo di Maria è evidente la colomba simbolo dello Spirito Santo inviato da Dio Padre: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo» (Lc 1, 35) dice l’arcangelo Gabriele a Maria.


Tra l’arcangelo Gabriele e Maria è evidente un dialogo, che il Beato Angelico esprime con delle frasi in latino del testo del vangelo di san Luca: 1. dall’arcangelo verso Maria: Lo Spirito Santo scende su di te. 2. da Maria verso l’arcangelo: Ecco l’Ancella del Signore, avvenga in me secondo la tua parola. 3. dall’arcangelo verso Maria: La potenza dell’Altissimo stenderà la sua ombra su di te.


MARIA, NUOVA EVA Allora il Signore disse al serpente: “Poiché tu hai fatto questo… Io porrò inimicizia tra te e la donna… questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3, 14-15). Eva, la prima donna, aveva creduto alle parole del serpente e aveva disubbidito a Dio: il male entrò nel mondo. Maria, la nuova Eva, al contrario, ascolta la parola di Dio, ubbidisce e compie la sua volontà: da lei nasce Gesù, vincitore sul male.


Maria nel Nuovo Testamento 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Annunciazione (Luca 1, 26-38) Maria va a trovare la cugina Elisabetta (Luca 1, 39-56) La nascita di Ges첫 (Luca 2, 2-21) Ges첫 viene presentato al Tempio (Luca 2, 22-38) La fuga in Egitto (Matteo 2, 13-15) Ges첫 tra i dottori del Tempio (Luca 2, 41-52) Le nozze di Cana (Giovanni 2, 1-15) Maria e i parenti di Ges첫 (Marco 3, 31-32) Maria ai piedi della croce (Giovanni 19, 25-27) La discesa dello Spirito Santo (Atti 2, 1-4)


Dal Vangelo emerge che Maria, pur essendo “piena di grazia”, non è una creatura divina, ma una vera donna che ha portato in sé il Figlio di Dio.

La figura di Maria, quindi, va sempre collegata alla figura di Gesù e la sua grandezza deriva tutta dall’essere “Madre del Messia, il Salvatore promesso”.



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