GiuliaViva anno III n.15 del 27 luglio 2013

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Anno III numero 15 del 27 luglio 2013

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g a i p co

a t i u t ra

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

Orgoglio giallorosso Franco Tancredi, Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco si raccontano in un’intervista esclusiva a GiuliaViva



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Istantanee giuliesi Ditelo chiaramente

Per carta, plastica e Di rinvio in rinvio, lattine, nessuna notizia siamo arrivati in piecerta, ma visto l’andazna estate. Dovevano zo se ne riparlerà chissà essere disponibili in quando. E se, più corprimavera, ma semrettamente, ci dicessebra proprio che le ro che all’approvvigiobuste per la raccolta namento dei sacchetti differenziata saranecologici dobbiamo no in distribuzione soltanto alla fine di luglio, e limitata- provvedere da soli, come succede nei mente a quelle riservate all’organico. fatti da mesi e mesi?

Cinque centesimi per l’acqua gratis Era il 1° di aprile del 2010 (data involontariamente significativa) quando l’assessore Forcellese annunciò in pompa magna l’installazione di postazioni automatiche per la distribuzione gratuita dell’acqua. Con quasi tre anni e mezzo di ritardo, la scor-

sa settimana è stata inaugurata la prima “casetta” che eroga acqua al costo di 5 centesimi al litro. Mendace sui costi, in ritardo nei tempi, l’Amministrazione ha dimostrato di vantare un’invidiabile precisione almeno in una cosa: il taglio del nastro.

E qualcuno, alla fine, autorizzò Ci sono volute Regione e Capitaneria di porto, per far sì che almeno una delle iniziative promosse dall’associazione “Unica beach” andasse in porto. Proprio le banchine portuali ospiteranno infatti, domenica 28 luglio, a partire dalle ore 19 “ConFido in UNICA BEACH : giochi di squadra tra cani”, evento autorizzato proprio dall’as-

sessorato regionale ai trasporti e dall’ufficio circondariale marittimo di Giulianova. Per la soddisfazione degli organizzatori (ed anche del sindaco Mastromauro, “paladino” pentito della spiaggia per cani) le questioni di ordine pubblico che impedirono i precedenti appuntamenti dovrebbero essere almeno questa volta scongiurate.

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Il campetto di Colleranesco

A Colleranesco, tra la piazza “Trifoni” e la scuola elementare, si trova un campetto polifunzionale comunale, luogo di ricreazione e di sport all’aperto di generazioni di giovani. Da alcuni anni il fondo in cemento è stato sostituito da una manto sintetico che ha di certo migliorato la fruibilità e ridotto i rischi da caduta. Tuttavia vi sono alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati: da un lato porre mano all’incuria sia dell’area di gioco (la recinzione è in numerosi punti divelta) che soprattutto di quella attigua (disseminata di rifiuti ed erbacce); vi è anche una trascuratezza nella gestione dei fari luminosi (alcune volte sono rimasti accesi tutta la notte) ed infine, una ingiusta “legge del più forte” spesso domina sull’uso della struttura. Si potrebbe pensare di coinvolgere il vicino centro anziani per gestire l’illuminazione ed eventuali prenotazioni che permettessero a tutti di utilizzare in maniera corretta uno spazio comune.


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Fatti ...

L’attualità della questione morale di Paolo Innocenti

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uando, nell’estate del 1981, Enrico Berlinguer rilasciò ad Eugenio Scalfari la storica intervista sulla “questione morale” (pubblicata da “Repubblica” il 28 luglio di quell’anno), difficilmente avrebbe immaginato che, a distanza di trentadue anni, quasi ogni parola pronunciata allora potesse conservare intatto il proprio peso. Profetico nel preconizzare la stagione di Tangentopoli, difficilmente però l’allora segretario del Pci avrebbe osato immaginare che i tre decenni successivi non solo non sarebbero bastati a risolvere quella “questione morale”, ma avrebbero addirittura condotto ad una stagione della politica nazionale ancor più fumosa e decadente. Paradossalmente la stagione di Tangentopoli anziché portare ad una nuova moralizzazione della politica, ha prodotto l’effetto opposto: corruzione, clientelismo, connivenze, ambiguità albergano quotidianamente

in tutti i livelli delle istituzioni, insinuando ogni giorno di più nel sistema pubblico la convinzione che privilegi, corrutele, favoritismi e discriminazioni rappresentino la “normalità” nella gestione della cosa pubblica. Chi ricopre cariche di qualunque livello dimostra sempre più spesso di considerarsi intoccabile, comportandosi di conseguenza senza alcun rispetto del ruolo rivestito e della fiducia accordatagli. La “discesa in politica” è sempre più considerata il mezzo per un carrierismo personale che inevitabilmente non può coincidere con l’interesse della comunità, mentre di pari passo diminuiscono competenza, senso di responsabilità, spirito di servizio. Altrettanto paradossalmente assistiamo sempre più spesso (e, purtroppo, anche con la complicità di mezzi d’informazione conniventi), al tentativo di capovolgere la realtà delle cose: chi invoca il rispetto delle regole, la tutela del bene pubblico, la salvaguardia dei beni di tutti viene spesso additato come nemico di fantomatici interessi generali, che nascondono in realtà vantaggi e benefici particolari. Di questo stato di cose non dobbiamo, e non possiamo, addossare l’intera responsabilità alla sola classe politica che, oltre alle proprie colpe, ha comunque approfittato quantomeno di una sorta di “as-

suefazione” di ampia parte della società civile. Diceva Berlinguer in un altro passaggio della sua intervista: “Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più.” All’epoca Berlinguer lanciò un sasso, pesantissimo, nello stagno della politica italiana: fare in modo che quel sasso non finisca a fondo inutilmente, senza scalfire privilegi, clientele, complicità della malapolitica è, oggi più di ieri, soprattutto un dovere individuale. Nel 1981 Berlinguer affermò che la questione morale era il “centro del problema italiano”: trentadue anni dopo, purtroppo, è ancora così. “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire.” (E. Berlinguer, dall'intervista a E. Scalfari, - http://www.metaforum. it/berlinguer/questionemorale. htm).


... in primo piano

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Comitati di quartiere. La riflessione di un delegato. di Raffaele Di Marcello

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inalmente, dopo mesi di incontri, conditi da qualche polemica, i Comitati di Quartiere sono stati formati. Un appuntamento elettorale che ha visto la partecipazione di una piccola parte della popolazione giuliese, un po’ per diffidenza, un po’ per disinteresse, un po’ per assuefazione al fallimento di iniziative simili, ma che ha raccolto anche l’entusiasmo e le speranze di gente che, ormai, aveva rinunciato a credere nella possibilità di un qualche cambiamento. Ad elezioni concluse, e a Comitati insediati, credo sia utile fare qualche considerazione, da cittadino, sul clima che ha accompagnato queste elezioni e sulle modalità di formazione dei Comitati. Premesso che ogni forma di partecipazione popolare, per quanto imperfetta possa essere, è sempre benvenuta, va anche detto che la volontà popolare è, comunque, sempre mediata da una qualche struttura. Infatti i pensieri, i bisogni e i desideri dei singoli, devono, necessariamente, confluire in una decisione che soddisfi la maggioranza, non garantendo, comunque, che tale decisione sia realmente quella più giusta per l’intera collettività. Quindi un conto è parlare di partecipazione popolare, intesa come possibilità,

per ogni singolo, di esprimere direttamente la propria opinione (e, negli ultimi anni, il web ed i social network hanno ampliato di molto questa possibilità), un conto è pensare che il popolo possa decidere, senza alcun vincolo, sul bene comune, in quanto, comunque, tale decisione deve passare, necessariamente, attraverso un qualche organismo che garantisca, nelle forme democratiche che tutti conosciamo, l’affermazione della volontà della maggioranza. Per questo l’enfasi sul fatto che i Comitati di Quartiere siano, finalmente, la vera forma di democrazia diretta, quasi alternativa a quella “istituzionale”, del Consiglio Comunale, fa sorridere, se si pensa che, seppure con modalità diverse, anche il Consiglio Comunale è un organo democraticamente eletto, da una maggioranza di cittadini, che non necessariamente ha espresso il suo voto nella speranza di ottenere un beneficio diretto o indiretto o a seguito di promesse elettorali o manovre di partiti e gruppi di potere, come non necessariamente chi è chiamato a rappresentare i cittadini come Sindaco, Assessore o Consigliere Comunale è un inetto, un malfattore, un profittatore. In Italia, da anni, l’antipolitica, o meglio, l’antipartitismo, è una moda in voga, soprattutto, tra coloro che, magari, nelle strutture di partito ci hanno vissuto per anni, a volte anche comodamente, ed ora, per i motivi più diversi, le rinnega, aiutato anche da un malcostume diffuso nella nostra classe politica. Ma delegittimare gli organismi istituzionali non è certo la soluzione. E infatti i comitati di quartiere, seppu-

re, per funzionare al meglio, devono essere lontani dalle logiche di partito, non possono che esercitare un’azione politica, intesa come azione di popolo, supportando le decisioni delle istituzioni, senza sostituirsi a quest’ultime o, peggio ancora, fungere da comodo capro espiatorio per questioni scomode o impopolari. Quindi, se ad oggi le istituzioni, forse anche opportunamente, si sono tenute distanti dalle dinamiche di formazione dei Comitati di Quartiere (almeno ufficialmente) ora è necessario che le voci che si sono alzate contro o a difesa di questi organismi popolari, spesso a sproposito, ora tacciano, lasciando che Sindaco, Giunta, Consiglieri di maggioranza e opposizione, dialoghino con i cittadini attraverso una struttura di facilitazione quale è, e non può essere altro, il Comitato di Quartiere. Concludo questo mio intervento sottolineando che, nelle riunioni dei vari quartieri, la maggior parte dei problemi pratici che venivano rappresentati sono problemi che, da anni, aspettano soluzione. E molti concittadini, alcuni anche con anni di esperienza sulle spalle, ci hanno confidato che avrebbero votato nella speranza che, finalmente, con i Comitati tali problemi sarebbero stati risolti. Mi auguro che ciò accada e, personalmente, farò di tutto perché sia così. Ma, mi chiedo, per fare dei marciapiedi lungo una strada, sistemare un’area verde, mettere in sicurezza una scuola, erano necessari i Comitati di Quartiere? Oppure l’amministrazione, nella gestione ordinaria della cosa pubblica, dovrebbe conoscere i problemi dei suoi cittadini e del suo territorio? A voi la risposta.


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Parliamone

Giulianova Mon Amour N

ella politica giuliese, ma non solo, le parole hanno perso ormai il loro significato. Vengono sempre più usate senza che nella realtà dei fatti gli corrisponda niente di quello che esse vogliono dire. È, inoltre, in atto un costante imbonimento - il cui costo è a carico dei soldi pubblici - volto a favorire l’Amministrazione in carica. Ne sono una conferma fatti recenti della vita pubblica giuliese: la decisione del sindaco di completare il suo mandato e le elezioni dei Comitati dei Quartieri. Due fatti che sarebbero scontati in una città democratica. Eppure sono stati utilizzati, artatamente, per orchestrare un’ingiustificata grancassa mediatica col fine di mettere in evidenza presunti straordinari meriti del sindaco (e di un suo assessore). Soffermiamoci sulle mancate dimissioni. Sono mesi che sui media campeggiano articoli che danno il sindaco Mastromauro ora candidato al Parlamento ora alla Regione. Tutti sanno che se un tema simile rimane per tanto tempo di attualità sulla stampa è perché non solo non ci sono decise smentite ma al contrario viene

alimentato ad arte. Insomma se il sindaco non ha mai pensato di lasciare anzitempo il Comune (per rispettare i cittadini e per non far arrivare il commissario come va ora dicendo) aveva tutti gli strumenti per bloccare sul nascere la messe di articoli che da mesi inondano i giornali. Perché non accade con Brucchi (sindaco di Teramo) o Pavone (sindaco di Roseto)? Perché evidentemente il problema non si pone e la stampa non ne parla infatti! Insomma, la verità è un’altra, il sindaco ha da tempo una gran voglia di autopromuoversi sul terreno della carriera politica (ovviamente prescindendo completamente dal dovere di completare il mandato popolare). Per carità sarebbe anche legittimo ma allora ci si eviti questa pantomima dimissioni sì - dimissioni no ogni qualvolta si profila all’orizzonte un’elezione sovra-

comunale. Dalle cronache e da altre fonti ben informate abbiamo altresì appreso che il PD di Giulianova è stato prima spinto a richiedere al sindaco la candidatura alla Regione con un grande panegirico, e poi clamorosamente è stato schiaffeggiato pubblicamente dallo stesso con la rinuncia. Come si può trattare in maniera così offensiva un partito solo per poter esibire la bella figura di chi non si dimette per rispetto dei cittadini? È veramente poco commendevole, soprattutto perché le mancate dimissioni pare dipendano da ben altro, e cioè: il numero dei consiglieri regionali eleggibili è stato diminuito; nella lista PD del collegio teramano ci saranno numerosi altri agguerriti candidati; il partito non garantisce l’elezione a nessuno di loro. Quindi, di fronte al rischio della mancata elezione, il nostro eroe è tornato agli antichi lidi. Cercando di trasformare, una ritirata strategica in un atto d’amore per la propria città al servizio dei cittadini. Non solo. Il sindaco ha detto anche di voler raccogliere l’invito a guidare il PD a livello locale e regionale perché lui sa cos’è il rinnovamento e come attuare il cambiamento. Queste parole sono impegnative e vanno riempite di con-


di Franco Arboretti

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I retroscena di una candidatura mancata tenuti che non le tradiscano. A giudicare da quello che il sindaco ha combinato alla guida del governo della città ci sarebbe da augurare al PD che non gli capiti questa sciagura, ma non vogliamo intrometterci in casa altrui. Oggi la città, dopo quattro dei cinque anni a disposizione della Giunta Mastromauro che prometteva meraviglie con i suoi “talenti”, registra un declino ancora più marcato. • A tal proposito più che le parole parlano i fatti. Ne ricordiamo qualcuno: • l’economia, già in sofferenza per la crisi generale, è stata abbandonata a se stessa per poi darle il colpo di grazia con l’aumento di IMU, TARSU e TOSAP; • la costosa e dannosa Variante al PRG dopo ben 6 anni di gestazione è stata tagliata abbondantemente dagli enti sovracomunali perché sbagliata (unico frutto finora: i cittadini illusi hanno dovuto pagare l’ICI-IMU sui terreni che ora sono tornati inedificabili!); • il Piano Demaniale Marittimo è ben lungi dall’essere operativo per il guazzabuglio delle scelte effettuate (per ora niente nuove concessioni, le spiagge libere sono sempre meno e spesso sporche, e la vista mare è sempre più

preclusa); • le opere pubbliche, ad eccezione del nuovo depuratore (finanziato però dal Ruzzo e dalle bollette pagate dai cittadini), sono da dimenticare (vedi piazza Buozzi e piazza del Mare); • l’ospedale è sempre più penalizzato; • il peculiare paesaggio e i beni culturali giuliesi sono stati ulteriormente maltrattati (vedi lo scempio di biblioteca e pinacoteca di palazzo Bindi); • non un evento dell’estate giuliese è in grado di affacciarsi alla ribalta nazionale; è stato perso il cine-teatro Ariston in assenza di un’alternativa adeguata; • la pulizia della città lascia molto a desiderare come pure una concreta attuazione della giusta strategia Rifiuti Zero; • la tanto sbandierata mobilità sostenibile non ha prodotto né isole

pedonali né piste ciclabili degne di questo nome; • nelle entrate del bilancio comunale mancano all’appello svariati milioni di euro di giuste spettanze ma questo poi comporta però una più alta tassazione locale, poco equa, nei confronti della gran parte dei cittadini; • nella spesa comunale lo sperpero documentabile di denaro pubblico è ormai dell’ordine di milioni di euro; • la pratica del clientelismo e dei favori per pochi ha fatto carta straccia dei diritti per tutti; • per la prima volta, in campo urbanistico, si sono avuti avvisi di garanzia e sequestro di cantiere a causa di abusi edilizi autorizzati dal Comune. Questa testata, tra l’altro, ha già spiegato dettagliatamente quante risorse pubbliche sono finite ai media locali e come molti aspetti scottanti per l’amministrazione (come quelli appena elencati) non vengano, generalmente, raccontati dal quarto potere. Non ci torneremo quindi. A noi preme, solo, metter in guardia i cittadini dalla propaganda che tenta di carpire, disperatamente, con colpi di teatro abilmente orchestrati, un immeritato consenso cercando di far dimenticare gli innumerevoli atti di malgoverno.


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Speciale

Orgoglio Giallorosso

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a storia del calcio giuliese spesso viene accostata ai nomi di vari calciatori e tecnici che con la loro capacità, il talento e l’abnegazione per il lavoro quotidiano, sono riusciti a calcare i palcoscenici più importanti del panorama calcistico nazionale ed internazionale. Tra questi, sicuramente, c’è Franco Tancredi, portiere nato calcisticamente nel Giulianova e poi portiere di Milan e Roma e della Nazionale. Chi ha contribuito alla crescita, sportiva ed anche nel temperamento, fondamentale per ottenere i risultati, sono Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco. Ripercorrendo la storia dalle origini, come è stata la crescita nel settore giovanile del Giulianova calcio? (FT) Innanzitutto sono onorato per questo invito. Vivo fuori Giulianova da 35 anni ma posso tornare al passato, che per me è stato fondamentale, sia con Giancarlo che con Nicola. Giocavo ala destra e Nicola ha avuto l’intuito di trasformarmi in portiere. Poi tutta la trafila nel settore giovanile, la 1a squadra, il Milan. La base per partire me l’hanno data questi signori assieme al presidente Orsini e ad un competente di calcio come Pierino Stacchiotti. Sono stato fortunato perché mi son trovato in un mix di persone capaci che volevano bene al Giulianova calcio e alla città, dotate di grande passione. Finché ci sono stati loro i risultati son venuti, con tanti altri calciatori arrivati in serie A. Un’esperienza formativa sia per l’educazione che per la professione. Nicola e Giancarlo, un ricordo che possiamo condividere, su Tancredi giovane? (NT) Alle parole espresse da Franco, vorrei aggiungere che manca una persona, Emilio Della Penna. La trasformazione da ala destra

a portiere avvenne un giorno in cui Franco faceva gare di salto in alto. A 12 anni saltava 1,55 e siccome la squadra doveva partecipare al 1° torneo NAG (che poi vincemmo), decidemmo di provarlo in porta. Dimostrò di avere qualità eccezionali: scatto, presa naturale, istinto. Ci convinse subito. Nel 70/71, quando vincemmo il campionato, Franco giocava negli Allievi (dove giocò 3 anni) ma anche nelle categorie superiori, facendo la sfortuna di qualche compagno pur bravo (Piccioni), perché dimostrava di essere più pronto. La prima volta che andammo a Coverciano, responsabile Juniores era Vicini. Che ne apprezzò subito le qualità. (GDF) Nicola è davvero la memoria storica calcistica di Giulianova, peraltro insignito con un riconoscimento importante (il Seminatore d’oro). Di Franco voglio ricordare tre momenti. Il primo è quello che diceva Nicola: il salto in alto di Franco era davvero notevole. Lui era l’acchiappa-rigori: nelle finali giovanili, se ci giocavamo tutto ai rigori, eravamo tranquilli perché ci pensava lui. Il secondo momento con l’allenatore Dante Fortini, con cui collaboravo come preparatore atletico. In

ritiro a Fara SM aveva introdotto esercizi duri ma molto efficaci, e Franco voleva quasi tornarsene a casa. Li utilizzai in seguito nelle giovanili e furono davvero utili nella preparazione: ricordo una trasferta ad Olbia, ad allenare in spiaggia Franco col pallone medicinale. Il terzo momento, quando andammo alla visita medica per il Milan. C’era il dott. Monti. (FT) Volevo aggiungere che mi sento orgoglioso di essere giuliese. Poi, magari, il mio carattere schivo, un po’ orso, può trasmettere altre sensazioni. Mi fa piacere ricordare, oltre Nicola, un allenatore come Dante Fortini che ho sempre citato in tutte le interviste. Lui mi ha formato, anche con allenamenti pazzeschi: alle 7 del mattino si andava al campo ad allenarsi col pallone medicinale. Mi ha fatto superare la soglia della fatica, mi ha insegnato tantissime cose e spronato, sempre. (GDF) Una serie di esercizi che, con Nicola, portammo anche a San Benedetto. Coccia, Deogratias, Musarra, Bonaiuti, tutti ragazzi che ne hanno beneficiato. Inoltre voglio aggiungere, in quanto a tradizione giuliese, che lui era il figlio di Lenin Tancredi (il nome dice tutto) e abitava dietro lo stadio, dietro la


Giulianova Calcio

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Intervista esclusiva con Franco Tancredi Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco di Daniele Adriani curva ovest. Era un predestinato. E poi, pur essendo destro, calciava di sinistro naturalmente. (FT) Abbiamo ripercorso una parte importante della mia carriera perché senza questi personaggi non avrei fatto la carriera che ho fatto. Per me è stato fondamentale l’approccio avuto al settore giovanile. Passare dalla realtà di Giulianova a quella di Milano e Roma, come è stata vissuta? (FT) Ho chiuso l’anno con le finali Juniores, che vincemmo a mani basse (in finale 4-0 all’Udinese). A fine partita però ero triste e chiesi a Nicola “perché devo andar via” ed andavo al Milan, non ad una squadretta. Lui mi fece un ragionamento facendomi capire che dovevo fare un salto di qualità. Negli spogliatoi ero felice del titolo, anche di andare al Milan, ma mi dispiaceva lasciare tanti compagni. A Milano è partita la mia carriera: 2 anni da riserva (c’era Albertosi, era durissima portargli via il posto), un anno in B a Rimini, e poi è iniziata la mia storia trentennale con la Roma. Metà della mia vita, con grandissime soddisfazioni e delusioni. I colori giallorossi mi sono entrati veramente dentro. Anche a Roma sono capitato con due grandissimi personaggi, Dino Viola, un padre, e un allenatore (Liedholm) che ha avuto il coraggio di mettere in panchina il 12° della Nazionale, Paolo Conti, per far giocare me. Sono capitato al momento giusto, con 12-13 fuoriclasse, in una società serissima. Forse abbiamo vinto meno di quello che dovevamo vincere. Soprattutto la coppa dei campioni, una delle delusioni più grandi. Ho poi fatto l’ultimo anno a Torino, divertente.

Poi sei passato da giocatore ad allenatore, come Nicola e Giancarlo. Quali differenze e quali stimoli hai trovato? (FT) Un ruolo diverso, certamente, sia a livello giovanile che di prima squadra. A livello giovanile mi sono divertito tantissimo perché i ragazzi assorbono gli insegnamenti, come spugne, ed abbiamo lavorato bene, facendo crescere ottimi portieri come Amelia e Curci. Soprattutto per me è stato molto formativo lavorare nel settore giovanile. Penso che i più bravi allenatori devono stare nel settore giovanile perché è lì che si forma l’atleta. E’ ciò che avviene all’estero, diversamente dal nostro calcio. Ed andrebbero pagati e valorizzati per come meritano. Soprattutto in questo momento di crisi globale, bisogna lavorare moltissimo con istruttori bravi che sappiano far crescere i ragazzi. L’ultimo Europeo U21 ha confermato che materiale per poter lavorare, in Italia, c’è. Oggi a Giulianova c’è un problema nel settore giovanile. Secondo i dirigenti societari c’è un proliferare di scuole calcio e giovanili che si sovrappongono e rendono difficile crescita e qualità. (FT) Non conosco bene la situazione attuale però è un peccato. In questa zona, nel nostro territorio, c’è un dna positivo, che meriterebbe di essere valorizzato mettendo le persone giuste al posto giusto. Giulianova è da sempre una fucina di talenti, perché gli istruttori sono stati sempre capaci di trovarli, quindi una realtà unica e forte renderebbe prolifico il lavoro e garantirebbe il “rifornimento” per la prima squadra. Ricordiamoci, solo a titolo di esempio, di Renato Curi, Pasquale Iachini.

sul sito www.giuliaviva.it il video completo dell’intervista

(NT) In una cittadina come Giulianova, 22000 abitanti, se vediamo i ragazzi che si sono imposti, possiamo dire che ne sono usciti tanti. Gli anni 70 sono stati molto prolifici. C’era la predisposizione della società a fare un certo tipo di lavoro e poi c’era la necessità, perché i dirigenti non erano grandi mecenati. La gestione veniva pareggiata con la valorizzazione dei giovani di valore. (GDF) La svolta che portò a quei risultati fu l’intuizione di organizzare la preparazione estiva così come si fa con la prima squadra. (NT) Nel 72, infatti, a Fara SM portammo 40 giovani giocatori in ritiro, trattandoli come i più grandi. (FT) Capisco che il calcio di prima era diverso, però direi che tentare non costa niente. E’ importante mettere le persone al posto giusto. Se si vuol fare settore giovanile per arricchirsi, non si va da nessuna parte. Perché non riprovare a ripartire coinvolgendo le persone giuste, che a mio parere ci sono? (GDF) C’è un problema di fondo. Mentre prima

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Interferenze visive

Premi letterari a Giulianova. Progetto Poesia di Edda Piccioni

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lcune alunne che hanno frequentato il corso Progetto-Poesia, condotto dalla professoressa Edda Piccioni nella ex scuola statale “Bindi-Pagliaccetti” di Giulianova, si sono distinte al concorso letterario Valeria edizione straordinaria di Cittaducale (RI): Maria Vittoria Di Stefano, 2° premio con la poesia Versi Liberi; Maria Paola Bellucci, 5° premio con Il guerriero d’Abruzzo e Giorgia Di Bonaventura con La libertà, riuscita a rientrare tra i premiati. La premiazione è avvenuta il 27 aprile scorso presso il convento delle suore benedettine di Cittaducale. Alla IX edizione del concorso letterario regionale di Tortoreto, Maria Paola Bellucci è risultata vincitrice

con la lirica I Trabocchi e Maria Vittoria Di Stefano ha conquistato il 3° posto con Gente di mare in Abruzzo. A Civitella del Tronto, al concorso letterario nazionale Le Lunarie altri due alunni del Progetto-Poesia sono stati segnalati: Andrea Ciabattoni con le poesie Il lago, Il mio mondo speciale, Notte e, in precedenza, Angelo Moscianese con Acqua, Aria, Dolce Silenzio. Proprio questi due ultimi ragazzi insieme all’alunna Maria Vittoria Di Stefano si sono impegnati a far brillare anche la scuola secondaria di 1° grado dell’Annunziata di Giulianova. Complimenti a tutti gli alunni che mantengono alto nel tempo, il vessillo della “Poesia”. Versi Liberi Scrivere su un foglio ciò che voglio mi fa sentire libera di pensare , di esprimermi… Sono come un gabbiano: intingo nel mare le ali e affido all’aria, alle stelle i miei desideri. Maria Vittoria Di Stefano La libertà Desidero solo un po’ di libertà devo uscire dallo spazio limitato che pian piano

si stringe intorno a me. M’imprigiona: devo aprire le ali e volare via lontano dalla tristezza e dalla paura per gustare la più sana libertà. Giorgia Di Bonaventura 11a Edizione Premio Letterario Nazionale Valeria. Valeria Di Nardo, nata a Rieti il 17 settembre 1980, ha trascorso la sua breve esistenza inserendosi nel gruppo di catechesi parrocchiale e prestando volontariato all’UNITALSI. Ragazza allegra e piena di vita, sempre attiva in ambito sociale e umano, amava, inoltre, scrivere poesie in cui esprimeva il suo ricco mondo interiore caratterizzato dall’amore che nutriva verso il prossimo come la delusione di fronte alla crudeltà e indifferenza altrui. Dopo la scomparsa di Valeria, i familiari hanno riunito le sue poesie in un libro intitolato SKIZZO, un angelo tornato al cielo e, in sua memoria, per favorire e valorizzare il volontariato, il mondo dell’handicap e il mondo giovanile, è stato istituito il Premio Letterario a lei intitolato.


Dove Cosa Quando Prime visioni

di Stefania Sacchini

La notte del giudizio Anno 2022, l’America è una nazione completamente rinnovata con nuove leggi e regolamentazioni. Una tra tutte la “purificazione”, ossia un intervallo di 12 ore all’anno, un periodo di tempo in cui tutto è permesso, i detenuti possono andare in giro tranquillamente e commettere i crimini più atroci, anche i civili possono fare ciò che vogliono, con la sola eccezione di non colpire i rappresentanti dell’ordine. Durante uno di questi intervalli, la famiglia di James Sandin dovrà proteggersi da un feroce attacco. La notte del giudizio è diretto da James De Monaco ed interpretato da Lena Headey, Ethan Hawke, Rhys Wakefield, Max Burkholder, Edwin Hodge, Tony Oller, Adelaide Kane, Tisha French, Tom Yi, Nathan Clarkson. In programmazione dal 1° agosto.

Concerti mostre ed eventi Giuliesi in scena La compagnia teatrale dialettale “Giuliesi in scena”, ripropone con nuovi dialoghi, sketch comici ed un rinnovato cast la commedia gli “Squol’anti”, scritta e diretta da Marco Luciani. L’appuntamento è per sabato 3 agosto in piazza Buozzi, nel centro storico di Giulianova, alle 21, costo del biglietto 5 euro. Il ricavato al netto delle spese verrà devoluto in beneficienza.

La Notte e il vinile Dal 3 al 5 Agosto 2013 la Pro Loco di Montone e il Pin Up Music presentano un festival dedicato alla musica e al vinile. Due piazze riservate ai concerti, una al mercatino in vinile. Un seminario aperto a tutti gli appassionati del genere, alcune perfomance di dj con gli indimenticabili piatti technics. Nelle vie del borgo, un percorso dedicato agli artisti di strada, alla birra artigianale Pin Up e agli stand gastronomici.

Notte Alta a Giulianova La sera di sabato 27 i negozi e i musei restano aperti fino al mattino ma la città propone anche stand gastronomici e tanta musica. Con dj set di Plonk dj, salsa e balli di gruppo con Tropicana e musica live con Maelisando, uno spettacolo circense con il Circo della Luna, la musica indie con “Il Niente”, la marching band Pink Puffers e alle 23.30 il concerto della band salentina Crifiu.

Teatro del SI a Giulianova l’Associazione Culturale Teatro del Sì, organizza la prima edizione della rassegna di libri e cultura Fare Letteratura.Tre appuntamenti 17 - 30 luglio e 7 agosto nella terrazza dello storico palazzo Kursaal, che apriranno le porte a tutti gli appassionati di letteratura.

Sagra del pecorino a Farindola La Pro Loco di Farindola organizza nei giorni 2 3 - 4 - 5 e 6 agosto 2013 la terza edizione della “ Sagra del pecorino di Farindola - i frutti del gregge” con la riscoperta di altri prodotti tipici della gastronomia locale.La manifestazione avrà inizio alle ore 20.00 e si svolgerà lungo le vie e nelle piazzette del Centro Storico;

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Una lunga trattativa Titolo: Una lunga trattativa Autore: Giovanni Fasanella Casa editrice: Chiarelettere

Pagine: 222 Prezzo: € 13,00 Chiarelettere pubblica un nuovo interessantissimo libro su una questione spinosa di cui non si parla mai abbastanza: il rapporto Stato italiano e mafia. A parlare di questo terribile intreccio è Giovani Fasanella (giornalista e scrittore che da anni si interessa di questo argomento) in Una lunga trattativa che ci esorta a non lasciare che una questione così importante rimanga chiusa nelle aule di giustizia perché in gioco c’è il nostro Stato e la nostra Repubblica. La mafia, purtroppo, è sempre stata una risorsa per lo Stato italiano: dai picciotti siciliani che nel 1860 aiutavano Garibaldi nella sua spedizione, agli omicidi impuniti di inizio secolo; dall’alleanza con il fascismo al patto con gli angloamericani per indirizzare la pace; dagli omicidi del dopoguerra perché la sinistra non trovasse appoggi al Sud, fino alle uccisioni di Falcone e Borsellino. La magistratura è costretta ad ammetterlo e ad andare avanti nelle sue indagini ma per farlo deve trovare l’appoggio della politica.

Pubblica utilità Farmacie di turno 29/4 agosto Farmacia Ielo 5/11 agosto Farmacia Del Leone 12/18 agosto Farmacia Comunale Guardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362 Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201 Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366 118 085.8020442 / 085.8020373 Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733 Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816 Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)


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Primo e Secondo

Noi di sala

P

rendo spunto per questo articolo da un’associazione nata dalla mente vulcanica di Alessandro Pipero e Giuseppe Palmieri, direttori di sala rispettivamente di “Pipero al Rex” di Roma e de “ L’osteria Francescana” di Modena, che si propongono di formare figure altamente specializzate per il servizio in sala. Viviamo in un momento storico durante il quale tutti i mass-media pongono l’attenzione sulla gastronomia, voglio dire che non esiste più un programma televisivo dove non si cucini una ricetta qualsiasi, da quelle della nonna a quelle più elaborate. Non mancano addirittura canali monotematici sull’argomento cucina, si pensi ad esempio al “Gambero rosso channel” o a reality show dove alcuni famosi chef diventano vere e proprie star televisive. Tutto ciò non può che far bene alla filiera gastronomica: si aumentano le conoscenze e la cultura sui prodotti della terra e del mare e si affinano quelle dietro ai fornelli. Aumenta l’attenzione sul mondo “cucina” e come conseguenza i corsi a riguardo registrano forti crescite di iscrizioni, il rovescio della medaglia è la quasi completa disattenzione sul lavoro che si fa in sala.

Insomma tra 5/10 anni avremo tanti chef disoccupati e molti ristoranti senza personale di sala. Anch’io, nel mio piccolo, ho molte più richieste di lavoro per figure di cucina che per ruoli di sala. Eppure l’accoglienza e il servizio sono importantissimi per un locale - a qualsiasi livello - dall’onesta trattoria di provincia al ristorante stellato. E’ ovvio che per un locale dove si somministra del cibo tutto ruota intorno alla cucina, ma il servizio ha un ruolo delicatissimo e fondamentale. Quanto buono creato dallo chef può essere rovinato da un servizio troppo raffazzonato; oppure all’estremo contrario un piatto buono ma semplicepuò essere danneggiato da un servizio troppo pomposo. Nel momento in cui l’uomo di sala prende il piatto ha in mano la riuscita di quella ricetta. Non solo, quante volte vi siete trovati in alcuni locali dove si mangia benissimo ma siete stati accolti in maniera sgarbata o comunque non in linea con il locale? Gentilezza, compostezza ed educazione sono le cose basilari per un buon uomo o donna di sala accompagnate da un sorriso sincero. Quindi una bella esperienza di una cena, di un pranzo e anche di un locale tout-court passano attraverso le mani delle persone che lavorano in sala come in quelle delle figure di cucina. Parafrasando il proverbio secondo cui dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, dietro un grande chef c’è sempre - o si spera

di Paolo Di Gregorio che ci sia - un grande uomo di sala. Mi sento di consigliare questo lavoro! Certo: è faticoso, si lavora quando gli altri si divertono, gli orari sono lunghi e condizionano la vita privata. Ma le soddisfazioni sono molteplici, si conoscono tante persone interessanti, si impara tantissimo ... e poi volete mettere la soddisfazione di vedere i propri clienti alzarsi dal tavolo e ringraziare di come sono stati accolti, accuditi e cibati? La ricetta che vi proponiamo è la rana pescatrice in abbinamento al topinambur e mandorle tostate. Un buon uomo di sala consiglierebbe in abbinamento un Fiano d’Avellino con qualche anno di invecchiamento.

Rana pescatrice, topinambur e mandorle tostate Ingredienti per una persona 1 rana pescatrice di 500 grammi 2 topinambur 2 patate viola 50 grammi di mandorle tostate 1 spicchio d’aglio Fumetto di pesce e vino bianco Sale e pepe Procedimento Togliere la pelle e le interiora della rana pescatrice, lavarla in acqua corrente fredda. Cuocerla a fuoco lento in una padella con olio extra vergine ed uno spicchio d’aglio. Durante la cottura aggiungere un cucchiaio di fumetto di pesce e far sfumare un bicchiere di vino bianco. Pulire il topinambur e le patate viola e lessarle in due pentole diverse in abbondante acqua salata, nel frattempo tostare le mandorle e sminuzzarle. Frullare il topinambur con il frullatore ad immersione, ottenuta la giusta densità disporre la crema sul piatto di portata ed adagiare sopra i filetti di rana pescatrice. Ultimare la guarnitura del piatto con le mandorle tostate e dei cubetti di patate viola.


Qualche domanda a

GiuliaViva anno III n.15

La “passione” di una vita: Dante Di Pompeo

sul nostro sito www.giuliaviva.it il filmato dell’intervista

D

ante è personaggio conosciutissimo a Giulianova e non solo; gli chiediamo di raccontarci un poco di sé. Sono nato, cresciuto e vivo a Giulianova. Da sempre sono stato attratto da tutto ciò che in qualche modo aveva a che fare con le scienze. Nel dopoguerra, quando ero poco più che bambino, mi bastava avere anche un solo pezzo di lente d’ingrandimento o un frammento di calamita per sentirmi emozionato, eccitato per le possibili scoperte. Se vedevo una stella cadente mi prendeva una grande emozione, avrei voluto prenderla tra le mani e sognavo, sognavo ad occhi aperti; pian piano la passione, le emozioni davanti a fenomeni e reperti sono cresciute con me e dentro di me. Davvero le sue emozioni, la sua passione si sentono dalla sua voce che esprime forte emozione. In seguito, come si è sviluppata, quale la scienza che l’ha affascinata per prima? La passione cresceva con me ma qui, a Giulianova, non trovavo nessuno che potesse guidarmi; fortunatamente conobbi Gianni D’Angelo che, con alcuni professori di Ascoli e Rimini, mi invitò a fare delle spedizioni nella zona del Furlo: territorio altamente fossilifero relativo soprattutto al giurassico e al triassico. Ho dato così inizio alla mia raccolta di ammoniti ed altri reperti di quei periodi, alcuni davve-

ro interessanti; e ho potuto approfondire l’interesse per la paleontologia ed “attrezzarmi” sempre meglio. Durante una mareggiata invernale la mia attenzione fu attratta da una piccola roccia stranamente punteggiata; quando in un momento di bonaccia riuscii a raccoglierla e ad osservarla allo stereomicroscopio, riuscii a riconoscere nei punti gli agglomerati di foraminiferi. Aiutandomi con testi di eminenti esperti e facendo riferimento al Laboratorio Marino che la dottoressa Giansante mi aveva messo a disposizione, ho dedicato sei anni di lavoro appassionato alla micro-paleontologia. Ma poi le sue passioni si sono ancora accresciute... Infatti, nato in un posto di mare, è stato naturale appassionarsi alla malacologia; possiedo una collezione che definisco “scientifica“ in cui ho raccolto praticamente tutti i bivalvi presenti nel nostro mare a cominciare dal più piccolo. In seguito mi sono avvicinato anche all’antropologia: ho reperito dei “crani pietrificati”che, secondo quanto sono riuscito a sapere, sono reperti piuttosto rari. Sono passato poi all’approfondimento della conoscenza dei materiali cosmici da impatto, meteoriti e altro, che mi affascinano profondamente, in un modo che non so descrivere. Come passa dalle scienze di cui è appassionato all’ufologia? Anche i cosiddetti “mondi paralleli” mi affascinano e cerco di seguire come meglio posso le ricerche che vengono fatte in tal senso. Qualche tempo fa ho assistito personalmente ad un fenomeno ufologico. Certo davanti ad episodi che ritengo veritieri, altri sono solo costruzioni più fantastiche! Prima di terminare questa chiacchierata, ri-

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di Irene Lattanzi

volga un invito, soprattutto ai giovani, per attrarli alla conoscenza di queste sue passioni Devo riconoscere che mi fa piacere divulgare quello che riesco a conoscere e vorrei che anche i giovani avessero la passione per le scienze. La mia è una malattia che ti corrode, ti prende nel profondo ma non è contagiosa: ho provato con i giovani, nelle scuole, a proporre la visione delle mie raccolte e il racconto delle mie conoscenze ma in pochi hanno risposto e dopo una prima volta, non hanno continuato a mostrare interesse. Forse perché queste passioni richiedono tempo, sacrificio, pazienza, impegno e sicuramente non c’è guadagno. Infatti avevo anche

pensato di scrivere delle mie scoperte ma la pubblicazione richiede un impegno economico difficile da sostenere. Comunque io invito sempre tutti a dedicare anche solo un piccolo tempo durante il giorno alle conoscenze che possono aiutarci a scoprire il nostro passato. Dico sempre che “ognuno è quello che sa”, quello che sa di questo mondo che è la nostra casa. Ma se non c’è la volontà personale, la voglia di scoprire, sapere, conoscere, nessuno può costringerci a farlo. Allora le auguriamo che, dopo le sue parole, più di qualche giovane si incuriosisca e magari la fermi per la strada e le chieda delle sue passioni emozionandosi e appassionandosi a sua volta.


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Ditelo@GiuliaViva.it

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Inviateci le vostre lettere, segnalazioni o foto a: ditelo@giuliaviva.it

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Dal numero scorso Gentile redazione, volevo intervenire su alcuni articoli presenti sul numero 14, dove mi sembra che esagerate su alcune osservazioni che lasciano molti punti interrogativi. Su Istantanee giuliesi: fotografare un bidone della raccolta della plastica pieno dicendo che qualcosa và storto sulla annunciata pulizia del porto.....quando basta passeggiare sul lato ovest per vedere la differenza rispetto a prima sull’ordine e pulizia. Sulle email, quella “cittadini di serieB”:mi sembra dell’anno2012, anzi ringraziamo gli amministratori e operai del comune del buon lavoro sulle bellissime spiagge Libere zona sud e nord.Infine l’articolo di Irene Lattanzi sulla “piazza”Dalla Chiesa definirla una macchia di verde predisposta ad essere biglietto da visita del nostro paese!!!!!!! forse meno della metà dei giuliesi sà dove si trova, un parcheggio con una ventina di piante. Buon lavoro. Daniele D.

La foto del porto forse non è chiara (anche se non ci sembra), ma quello che il lettore definisce “bidone della raccolta della plastica pieno” è piuttosto una serie di cassonetti stracolmi, sintomatici di una situazione che nei giorni successivi allo scatto è addirittura peggiorata: se non è qualcosa di storto questo... Su Piazza Dalla Chiesa siamo assolutamente d’accordo: decenni di malgoverno hanno trasformato uno dei luoghi più suggestivi di Giulianova in un “parcheggio con una ventina di piante”: i biglietti da visita bisogna volerli e saperli valorizzare. Una (amara) considerazione finale: tanta è l’abitudine a vedere questa nostra città trascurata e maltrattata che per la semplice pulizia, dopo anni di incuria, di due tratti di spiaggia libera ci si sente in dovere di ringraziare gli amministratori: quasi non fosse un atto dovuto e soprattutto pagato con i nostri soldi! La Redazione

A chi la rimozione?

Più di una volta ho notato la presenza nel parco Franchi di mucchi di immondizia che sembravano pronti per essere portati via, senza però che nessuno vi provvedesse. A chi spetta la rimozione della spazzatura dai parchi di Giulianova? Lettera firmata

Pubblico o Privato?

Gent.ma Redazione, sarei curiosa di sapere se la passerella ed il parco adiacenti il chiosco davanti a Pois sia ancora di utilizzo pubblico visto che, abitando nelle vicinanze, ho assistito più volte a litigi del proprietario che non vuole che gli utenti della mensa della Piccola Opera Charitas, che si recano giornalmente a ritirare i pasti, passino di lì. Inoltre, se è lecito che i titolari possano letteralmente inchiodare ad un albero del parco (visti con i miei occhi) un canestro con cui i loro figli, nipoti ed amici si divertono fino a tarda notte urlando e schiamazzando a più non posso sotto le abitazioni dei cittadini malcapitati. Già che ci siamo, siccome la curiosità è femmina, vorrei sapere se è lecito che i signori possano apporre i loro tavolini nel parco e/o sulla passerella e banchettare allegramente come fossero in un giardino privato (una volta hanno anche gonfiato una piscina per il loro diletto) e parcheggiare indisturbati sempre lì le loro biciclette. Vedo gli operai comunali che ripuliscono il parco, quindi deduco che ci possa essere qualcosa che non quadra ma, altrimenti... potrei avere assegnato anch’io un pezzetto di quel parco per andarci a prendere il sole? Grazie per l’attenzione e buon lavoro Email firmata


Orgoglio giallorosso segue da pag.9 di Daniele Adriani giocavamo sempre, oggi i ragazzi vanno a scuola calcio 2-3 volte la settimana e basta. Una società calcio che vuole distinguersi deve partire dalla capacità degli istruttori, con organizzazione adeguata e disponibilità di strutture. (FT) Potrebbe sembrare utopistico, ma non bisogna per forza essere in ostaggio del risultato. E’ possibile far capire alla gente che è importante creare qualcosa che poi possa portare nel tempo al risultato finale. Credo moltissimo nei giovani, non è facile, ma si può fare. (NT) Ciò che manca è la pazienza, e anche le idee per poter strutturare un settore giovanile funzionante. Vogliono i risultati subito ma la bacchetta magica non esiste. A quei tempi il miglioramento fu continuo, e lento. La squadra che vinse il campionato nel 70-71 che salì in C per la prima volta aveva, su 18-19 elementi, 16 del settore giovanile di cui 12 giuliesi (Vernisi, Angelo Tancredi, De Falco, Maurini, Palestini …). Non era un caso. Sergio Conte e Pasquale Tancredi che andarono all’Inter. Negli anni 60 facemmo 10 anni di serie D, di duro lavoro, che furono la base che portò successivamente ai risultati. (FT) Capisco che in questo momento conta solo il risultato ma, ad esempio, il calcio tedesco è ripartito da principi come quelli che stiamo discutendo. Il Borussia Dortmund era fallito ed ora vediamo dov’è arrivato. (NT) E’ certamente cambiato il sistema, purtroppo. Si percorrono le strade più brevi, senza programmi tecnici. Giulianova in 4 anni ha distrutto ciò che s’era costruito in 60. Dopo Orsini, anche altri presidenti erano appassionati. Storicamente da Giulianova sono sempre usciti grandi giocatori, da Pasquale Mammì, Dante Paolini, Giannino Di Teodoro. Tutti giuliesi degli anni 40, e poi Braca, Piccioni, Ianni, Gerardini, Tancredi, Curi fino all’era Quartiglia, con i fratelli Del Grosso, Cozzolino, Antenucci. Il disastro è arrivato nelle ultime 4-5 annate. Chi si mette oggi a capo di una società sportiva è un eroe. Quelli che ci sono attualmente sono magari criticabili, ma meriterebbero una medaglia. Per chiudere, ringraziamo Franco, Nicola e Giancarlo per averci ricordato anni belli. (FT) Sono contento di aver parlato molto di Giulianova, mettendo da parte la mia carriera. Ho ricordi impressi nella memoria che mi hanno accompagnato in tutta la vita. Ma adesso sono particolarmente impegnato a fare il nonno.



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