Indicazioni urbanistiche per il Centro di Schio

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Indicazioni urbanistiche per il Centro di Schio (Bozza 27.03.2013) Relazione del Vicesindaco Giorgio Pizzolato

Sommario Indicazioni urbanistiche per il Centro di Schio (Bozza 27.03.2013) .................................................................................... 1 Introduzione ................................................................................................................................................................... 2 Il centro storico di Schio: tutela, conservazione, ammodernamento ........................................................................... 2 Città che respira ............................................................................................................................................................. 2 Corridoi ecologici e tempo libero ............................................................................................................................... 2 Area De Lellis, parco della Valletta............................................................................................................................. 3 Città delle opportunità e del lavoro ............................................................................................................................... 3 Politiche di tutela, conservazione, ammodernamento del centro storico................................................................. 3 L’asse della memoria.................................................................................................................................................. 3 Area ex Lanerossi ....................................................................................................................................................... 4 Il quadrante religioso ................................................................................................................................................. 4 Città che si muove .......................................................................................................................................................... 4 Il PUT Piano Urbano del traffico................................................................................................................................. 4 La mobilità sostenibile ............................................................................................................................................... 6 Le isole ambientali (o Zone 30), la Zona a Traffico Limitato. ..................................................................................... 6 Il biciplan .................................................................................................................................................................... 7 Città che cambia e si rinnova.......................................................................................................................................... 7 Nuova città per nuovi abitanti ................................................................................................................................... 7 Politiche di riqualificazione e trasformazione urbana ............................................................................................... 8 Politiche di riqualificazione e trasformazione del centro storico............................................................................... 9 L’asse Stazione dei treni – Duomo – Piazza Almerigo – Stazione degli autobus e quadrante sociale e religioso. ... 10 La nuova stazione dei treni. ..................................................................................................................................... 11 Processi partecipativi ............................................................................................................................................... 11

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Introduzione Molte osservazioni sul documento “Schio. Verso un modello di centro città” richiamano temi, o chiedono risposte, di carattere urbanistico che vanno oltre gli obiettivi del documento citato. L’urbanistica è materia di competenza del Consiglio Comunale e avviene attraverso l’approvazione dei documenti di programmazione urbanistica: il PATI (Piano di Assetto Territoriale Intercomunale di Schio e Valdagno), il PI (Piano degli Interventi), l’aggiornamento periodico del PUT (Piano Urbano del Traffico). Ci è sembrato comunque utile, mettere insieme una serie di indicazioni sia per fornire alcune prime risposte, pur parziali, sia per favorire il dibattito consigliare in vista dell’ormai prossima adozione del PATI. E’ opportuno anche dire che molte delle note seguenti sono già emerse nel confronto in corso in Commissione Terza e che non hanno pretesa di completezza.

Il centro storico di Schio: tutela, conservazione, ammodernamento I centri storici delle città non sono stati edificati per evocare il passato, tuttavia essi hanno la capacità di far percepire lo stile di vita delle comunità degli antenati e rafforzare l'identità territoriale. In particolare il centro storico di Schio rappresenta l’identità degli scledensi e di molti altri abitanti dell’Altovicentino. Con questo significato, possiamo affermare che il centro storico è un archivio/museo e come tale deve essere oggetto di cura e attenzione , ma, per quanto detto, esso supera il suo ruolo di testimone del passato e diventa monumento di modernità rappresentativo della dinamicità e dei sogni dello scledense di oggi. La dimensione principale del nostro centro storico sembra quella etnocentrica; ma tutti sappiamo che Schio e l’Altovicentino hanno recentemente accolto ondate di immigrazione e che altre potrebbero arrivare al superamento di questo difficile momento congiunturale. Il centro storico (antichità, monumento, conservazione) dovrebbe saper ospitare le altre culture ed interpretarle in base ai criteri della propria. Preservare il centro storico non implica esclusivamente salvaguardarne il tessuto fisico, ma anche il tessuto sociale, tessuto che si evolve in continuazione. Il centro storico non esiste perché un'urbanista ha tracciato un perimetro su una carta tecnica. Il Centro storico esiste perché in esso si rinnovano rappresentazioni delle relazioni sociali: relazioni di senso e di valore tra gli abitanti. Il Centro storico dovrebbe nutrirsi delle relazioni che in esso si manifestano, per interpretare la realtà e trasformarsi nello scenario adatto per realizzare le aspettative e i desideri di chi lo vive, in particolare dovrebbe rinnovarsi per essere la stanza delle nuove generazioni. Un valido aiuto per la progettazione di nuovi scenari per il Centro storico è l’analisi attenta delle dinamiche sociali collettive in atto (Internet, Web 2.0, tecnologica, società multietnica, multiculturale e multireligiosa, globalizzazione). Riassumendo, le caratteristiche che deve avere il centro storico di Schio sono: rappresentare la città, essere accogliente, rappresentare il carattere dei suoi cittadini, rappresentare la modernità della città, essere il cuore culturale, amministrativo, economico della città, essere lo scenario adatto per realizzare le aspettative e i desideri di chi lo vive.

Città che respira Corridoi ecologici e tempo libero Il paesaggio è costituito da un mosaico di ecosistemi che possono essere connessi o frammentati. L’ecologia del paesaggio studia, tra l’altro, la forma, le dimensioni, la distanza ottimali tra i vari frammenti. Per ovviare al problema della frammentazione degli habitat e al rischio di estinzione di una specie, è quindi importante preservare la connettività tra i vari frammenti (permeabilità della matrice paesistica), cioè la possibilità per le specie di disperdersi e muoversi da un frammento ad un altro. A questo scopo il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento)e il PTPC (Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento) prevedono un sistema di nodi e corridoi che interessa in modo importante anche il nostro comune. Oltre al recepimento di queste indicazioni, vogliamo favorire la fruizione delle aree agricole di cintura e degli ambiti a scopo ricreativo, didattico-culturale e sociale, garantendone la continuità al fine della saldatura della città con le aree 2


verdi periurbane di pianura (Parco Agricolo), collina e montagna. Per quanto riguarda il centro città è nostra intenzione favorire una rete di percorsi di interconnessione tra le aree periurbane ed il centri urbano e tra le aree periurbane stesse. In particolare, relativamente al centro storico, si fa riferimento agli ambiti del Leogra (da Pievebelvicino a Liviera) e della Roggia (da Ponte Canale al laghetto in progetto oltre il Centro Natatorio), alla dorsale che, partendo da Piazza Rossi, unisce il Castello, la Valletta, S. Maria in Valle, il Giardino Jacquard, il convento dei Cappuccini, il Parco Robinson di Poleo. Area De Lellis, parco della Valletta L’area De Lellis, compresa nella città consolidata, consiste in 103.000 mq ad esclusivo uso pubblico adiacenti all’area parco della Valletta, al centro dei assistenza anziani La Casa, la chiesa di S. Francesco e i chiostri di proprietà comunale, e all’area di 8.700 mq a nord di proprietà dell’Amministrazione Comunale. I quartieri limitrofi trovano nella casa con giardino privato la tipologia caratterizzante dando forma ad un tessuto nella quale la proprietà privata lascia poco spazio alle zone pubbliche. Alcune strutture condominiali di iniziativa pubblica sono presenti a nord dell’ospedale. Via Leonardo Da Vinci separa nettamente le aree verde di pertinenza del De Lellis con il parco della Valletta. La dismissione dell’ex Ospedale De Lellis ci invita a ripensare un’area di 103.000 mq in una zona centrale della città. Nel PATI ci sarà l’occasione per ridefinire un pezzo di nuova urbanità tenendo contro di quattro operazioni principali: 1. 2. 3.

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la costruzione di moderni spazi per i servizi sanitari di comunità; la ricostruzione dei bordi urbani definendo il fronte su Via della Potara come nuovo asse urbano, attestandovi nuovi edifici; l’individuazione di una vasta zona a parco come spina centrale dell’intervento in grado di connettere il parco della Valletta e San Francesco con la polarità della stazione (o fermata autobus) e nodo bikesharing , sulla quale si attesta la nuova area da destinare a servizi locali; la ridefinizione dell’attuale Via Leonardo Da vinci in modo da garantire una migliore fruibilità secondo l’asse nord-sud immaginando una nuova strada – parco alberata, magari a velocità ridotta.

Città delle opportunità e del lavoro Politiche di tutela, conservazione, ammodernamento del centro storico Gli indirizzi e i criteri per la tutela, la conservazione e l’ammodernamento del centro storico di Schio, in vista delle normative di PATI e PI sono: • •

Favorire il riuso dei patrimoni dell’industria in centro per nuove funzioni di una città moderna, Agevolare le politiche di recupero urbano consolidando le possibilità di ampliamento e di intervento negli edifici già rimaneggiati già introdotte nel Piano Casa del comune di Schio,

Facilitare la demolizione e ricostruzione con riqualificazione del contesto degli edifici di scarsa qualità,

Permettere i cambi di destinazione d’uso a commerciale e direzionale anche nei piani superiori, consentire, laddove è necessario, la monetizzazione dei parcheggi nelle zone già servite,

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Promuovere gli interventi di riqualificazione energetica, Favorire l’insediamento di una medio/grande struttura commerciale, Qualificare gli spazi pubblici con le manovre sulla mobilità, sul commercio e sull’arredo anche per migliorare l’accessibilità al centro, valorizzando le centralità e affinando la qualità dei suoi margini.

Qualificare gli ingressi al centro e, in particolare, i percorsi ciclopedonali che partono dai parcheggi a ridosso.

L’asse della memoria Tutti i principali edifici del patrimonio archeologico industriale nel centro di Schio si sviluppano lungo l’asse della Roggia Maestra: il Lanificio Cazzola, il Lanificio Lora, la Fabbrica Alta, il Lanificio Conte. L’attenzione alla riqualificazione di tutta la Roggia Maestra e in particolare del tratto centrale è presente in tutti i piani urbanistici approvati, nel documento preliminare del PATI, nel Masterplane della città pubblica appena elaborato, nel PATI di prossima adozione. Alla luce degli studi relativi al Masterplane della città pubblica, il tratto centrale coincide sostanzialmente con un sistema trasversale di piazze, tra loro comunicanti, ma dalle diverse caratteristiche. Questi 3


spazi pubblici: largo Asilo Rossi, piazza Alvise Conti, galleria Conte, Piazza Falcone Borsellino, potranno trovare continuità (grazie al PATI e al successivo PI) con una piazza Statuto reinterpretata (potranno essere poste le condizioni per una sua completa o parziale pedonalizzazione), con una nuova piazzetta di passaggio lungo roggia a fianco dell’Astra, una valorizzazione del cortile sul retro della scuola Marconi, fino a Largo De Pretto con i suoi lavatoi ancora con affaccio sulla Roggia.

Area ex Lanerossi Prima della dismissione degli impianti, all’interno dell’Area Lanerossi, si sono susseguite diverse trasformazioni, poi tutto è rimasto come allora. Ciò che invece è continuato a cambiare è stato tutto il resto della Città compresi i dintorni dell’ormai ExLanerossi che versa tutt’ora in uno stato di abbandono, in perenne attesa di destinazioni future. L’area Lanerossi è una opportunità per valorizzare il nostro patrimonio di archeologia industriale, un luogo della memoria da riqualificare, un’area di espansione per le attività e i servizi (pubblici e privati) del centro di Schio e dell’Altovicentino, una risorsa per infrastrutture di supporto all’area centrale, una zona di connessione tra le parti della città, una fascia di transizione verso le zone residenziali dove collocare nuove unità abitative senza allargare l’ambito urbanizzato. Gli obiettivi previsti dal vigente Piano Regolatore Generale, confermati dal piano di recupero specifico e che è nostra intenzione riconfermare sono: • • • • • • •

la destinazione pubblica della Fabbrica Alta, dell’ex assortissaggio (contenente l’archivio L.R.), della centrale termoelettrica e della piccola centralina idroelettrica; una nuova grande piazza all’angolo via Pasubio e via XX Settembre; un parco dall’altro lato della Fabbrica Alta e un percorso pedonale e ciclabile lungo la Roggia; la riqualificazione della Roggia Maestra; l’ampia dotazione di parcheggi ad uso pubblico, a servizio dei nuovi insediamenti e per colmare l’insufficiente dotazione delle zone limitrofe; l’utilizzo del volume esistente per la residenza (almeno il 65%), le attività direzionali e commerciali; la realizzazione di una quota importante di edilizia convenzionata.

Va precisato che la nuova disciplina commerciale consente fin d’ora una medio-grande struttura commerciale nell’area.

Il quadrante religioso Il quadrante posto a sud-est del centro è caratterizzato dalla presenza di importanti poli religiosi. Chiese, oratori, centri giovanili, scuole private paritarie, centri di assistenza sociale facenti capo alla Parrocchia del Duomo, all’Istituto don Bosco, all’Istituto delle Canossiane. Grazie al rifacimento dei “retrobottega” adiacenti il teatro Astra di alcuni edifici degradati, la valorizzazione di cortili e giardini di casa Bakhita, palazzo Boschetti e delle Canossiane e ad un ponte sulla Roggia sul retro della scuola Marconi si può configurare un nuovo “percorso”, caratterizzato da spazi più simili ad un chiostro, ad un giardino segreto, che ad una piazza. Con il PATI, il PI e il Piano delle Opere si potranno assicurare tra loro i collegamenti necessari per renderlo fruibile in modo continuo e migliorarne l’appetibilità turistico religiosa.

Città che si muove Il PUT Piano Urbano del traffico La mobilità oggi è libertà individuale accessibile e diritto garantito, necessità vitale legata a esigenze di spostamento nel territorio’ caratteristica dello stile di vita del cittadino sempre più legato al fattori “tempo” e “comodità-pigrizia”. L’eccessiva caratterizzazione “auto centrica” genera eccessivi costi trattandosi di un veicolo privato (incidentalità, sicurezza, degrado urbanistico, inquinamento atmosferico ed acustico, costi energetici, cambi climatici), provoca uno

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scontro tra il diritto alla mobilità e il diritto ad usare il mezzo privato e uno scontro tra concetti di diritto alla salute, mobilità libera e necessaria e mobilità sostenibile. Al primo posto sta quindi l’attenzione per la ferrovia e il trasporto pubblico. Purtroppo tutte le nostre analisi dimostrano che l’uso dei bus nelle nostre zone stenta a decollare, che raramente è visto come valida alternativa all’uso dell’auto, inoltre la pianificazione provinciale e regionale risulta da anni ingessata e incapace di proporre cambiamenti di tendenza, non solo per motivi di carattere economico. L’impianto dell’intero Piano Urbano del Traffico si fonda su un sistema organico di alcuni obiettivi coerenti con gli altri studi e strumenti di pianificazione del traffico: • • • • • • • •

Applicazione e rispetto della classificazione funzionale delle strade; Completamento del piano di sviluppo della nuova viabilità primaria per liberare il centro e le zone residenziali dal traffico di attraversamento e fluidificare i flussi veicolari principali; Riqualificazione degli assi primari urbani: viale dell’Industria, via SS.Trinità e via Rovereto; Risoluzione dei punti di conflitto alle intersezioni mediante loro riconfigurazione a rotatoria o messa in sicurezza; Riqualificazione del centro storico: zona a traffico limitato, sosta, controllo viario, accessibilità per mobilità lenta; Sviluppo della multimodalità a favore del trasporto pubblico e delle forme di mobilità sostenibile, anche in considerazione dello sviluppo del territorio; Moderazione del traffico e realizzazione di Isole Ambientali per la salvaguardia della vivibilità delle zone residenziali a fronte dell’aumento del “grande traffico”; Sviluppo della ciclopedonalità attraverso l’estensione e l’adeguamento della rete (BiciPlan, eliminazione barriere architettoniche).

Focalizzando l’attenzione sul centro città, possiamo estrarre un elenco specifico: • • • • •

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spostare fuori dal centro il traffico di attraversamento tra un quartiere e l’altro, rinforzare i parcheggi in prossimità al centro all’ingresso delle direttrici principali (Piazzale Divisione Acqui , Area ex Lanerossi, Stazione Treni e via Milano), migliorare la qualità ambientale e la fruibilità dei collegamenti pedonali tra questi parcheggi e la ZTL, fare un politica di gestione (anche tariffaria) dei parcheggi e della sosta breve che inviti a non penetrare con l’auto nel cuore della città e usufruire invece dei parcheggi in prossimità, favorire la scorrevolezza dell’anello a doppio senso di marcia che circonda il centro città realizzando tra l’altro le rotatorie previste in via XXIX Aprile, Via Leonardo da Vinci, Via Maraschin e la semplificazione di P.le Divisione Acqui. Mantenere come scelta di piano la realizzazione del traforo sotto la Valletta, anche se non è prevedibile una prossima realizzazione. Verificare, nei piani urbanistici, la possibilità di realizzare nuovi parcheggi nella zona centrale anche al fine di una futura pedonalizzazione di Piazza Statuto. Favorire “l'intermodalità” nella scelta dei mezzi di trasporto e la facilità dello “scambio” nei nodi della stazione dei treni e degli autobus

Per quanto riguarda alcune richieste di modifica della viabilità interna al centro e in particolare della richiesta di realizzare una rotatoria davanti alla stazione, ci sembra opportuno dire che: •

Il sistema dei sensi unici nelle vie Btg. Valleogra, via don Bosco, via Manin, via Marconi è vigente da molti anni, esso funziona ma è un po’ contorto, può essere quindi oggetto di riflessione e ripensamento. L’Amministrazione non ha comunque intenzione di affrontare il tema in questo ultimo anno di mandato. Dalle analisi puntuali dei nostri consulenti e dagli scenari forniti dai modelli matematici, la rotatoria davanti alla stazione renderebbe più corti i percorsi, nelle ore non di punta, ma nel ore pomeriggio e nelle prime ore della sera determinerebbe una congestione del traffico in direzione da sud verso Sacro Cuore – 5


Torrebelvicino. Il traffico molto intenso in quella direzione dovrebbe dare la precedenza a tutto il traffico proveniente dal Monumento che avrebbe buon gioco nel girare a sinistra. La mobilità sostenibile Il sistema della mobilità ha come obiettivo primario quello di consentire l’esercizio del diritto alla mobilità e, nello stesso tempo, deve contenere le esternalità che pesano sulla società e l’ambiente (incidentalità, sicurezza, degrado urbanistico, inquinamento atmosferico ed acustico, costi energetici, cambi climatici). I valori di riferimento sono: 1) Il diritto alla mobilità: Tutti devono potersi muovere, anche bambini ed anziani secondo necessità e in modo autonomo. 2) Il diritto alla salute: Bisogna ridurre inquinamento, incidenti, stress, solitudine perché questi fattori limitano la salute. 3) La sostenibilità del sistema: E’ nostro dovere consegnare alle future generazioni un mondo e un territorio che abbia almeno le stesse risorse naturali, le stesse qualità ambientali e caratteristiche di biodiversità uguali a quelle che abbiamo ricevuto noi. Le isole ambientali (o Zone 30), la Zona a Traffico Limitato. La scelta del modello “velocità 30” nasce dalla evidenza provata in anni di sperimentazione in moltissimi paesi europei dei benefici indotti: +SICUREZZA - La velocità ridotta riduce drasticamente gli incidenti e la loro gravità +FLUIDITA’ - In una strada urbana con numerosi incroci, uscite, posteggi, passaggi pedonali, veicoli lenti e veloci, il flusso dei veicoli diventa sempre più irregolare con l’aumento della velocità. +BENESSERE - La velocità ridotta comporta uno stile di guida moderato, riduce le emissioni di gas di scarico e l’inquinamento rumoroso e diminuisce il traffico di transito. +VIVIBILE LA CITTÀ - I percorsi casa-scuola sono meno pericolosi, i pedoni e i cicli più sicuri, gli spazi pubblici diventano più vivibili e tranquilli; passeggiare a margine delle strade diventa di nuovo un piacere. L’amministrazione comunale di Schio, convinta che la velocità moderata è una scelta del cittadino per una migliore qualità della vita, accoglie pienamente la risoluzione (27.09.2011) del Parlamento Europeo nella quale "raccomanda fortemente alle autorità responsabili di introdurre limiti di velocità di 30 km/h in tutte le aree residenziali e sulle strade a corsia unica in aree urbane che non hanno corsie ciclabili separate.” Concretamente, si proseguirà progressivamente con l’applicazione della segnaletica e le soluzioni di arredo specifiche delle Zone 30 in tutte quelle zone urbane (Isole Ambientali) che sono racchiuse all’interno delle maglie della rete viabilistica principale. Sono dette "isole" in quanto interne alla maglia della viabilità principale ed "ambientali" perché finalizzate al recupero della vivibilità degli spazi urbani. In particolare si intende procedere con l’attuazione delle Zone 30 nella zona interna all’anello di circolazione attorno al centro città. L’istituzione di una Zona 30 comporta, tra l’altro, a seguito della riduzione del numero di fasi di accelerazione e frenata, una riduzione del consumo di carburante e, di conseguenza, una riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti, quali ossidi di carbonio, ossidi di azoto, polveri sottili, Pm 10. Si è riscontrato anche una diminuzione dell’inquinamento acustico dovuto alla ridotta velocità del traffico. L’eventuale presenza di barriere fonoassorbenti naturali come siepi e alberi, contribuisce ulteriormente a ridurre il rumore, con indubbi vantaggi paesaggistici. C’è anche un aspetto psicologico da considerare. Queste aree rendono più sicuro e piacevole muoversi senza usare l’automobile, dunque i cittadini sono maggiormente invogliati, per i loro spostamenti brevi, a muoversi a piedi o in bicicletta. La strada riacquista la funzione sociale, ritorna ad essere il centro della comunità, il luogo di incontro e di socializzazione. 6


Per quanto riguarda l’estensione della Zona a Traffico Limitato, essa rimane un obiettivo previsto e programmato nel Piano Urbano del Traffico e comprende non solo Piazza Rossi, via Btg. Val Leogra, via Capitano Sella, ma anche i rioni collegati a via Fusinato, via Faccin, via Brolo del Conte . La ritardata realizzazione della SP 46, tuttavia, non consente l’attuazione della ZTL, se non per alcuni giorni della settimana e per alcuni orari, come già di fatto avviene nei giorni di mercato. Il biciplan Il PUT promuove la ciclopedonalità come mezzo per rivalutare la funzione della strada all’interno del tessuto urbano a favore delle fasce deboli, migliorare la qualità ambientale (atmosferica in particolare, ma non solo), ridurre i costi sociali in termini di incidentalità e perdita di salute che pesano sulla collettività. Lo strumento a cui il PUT demanda in tema di ciclabilità è il BiciPlan. Esso : • • • •

individua gli itinerari esistenti da riqualificare ed i percorsi di progetto; definisce la priorità degli interventi e le previsioni di spesa; propone e dispone concretamente sulla rete un sistema di segnaletica dedicata a forte carattere informativo e di marketing, che dia al sistema ciclabile pari dignità del sistema veicolare; studia la realizzazione un’immagine e di una comunicazione coordinata.

Per quanto riguarda il centro città appare opportuno ribadire e riconfermare i seguenti obiettivi e le rispettive azioni. •

Completare e, dove necessario, migliorare le pista da e per il centro. In particolare realizzare anche in via provvisoria il tratto lungo Roggia Maestra dall’Asilo Rossi alla ex Lora (anche se in soluzione provvisoria) prolungandolo, se possibile, fino al complesso Cazzola, dove già è stato realizzato un nuovo tratto. Potenziare il servizio di bike sharing con nuove stazioni presso il Campus i parcheggi di prossimità al centro, i quartieri limitrofi.

Città che cambia e si rinnova Nuova città per nuovi abitanti Le nuove generazioni e, più in generale, le collettività in cambiamento hanno bisogno di nuovi spazi di relazioni e servizi sociali innovativi che non sempre è facile identificare, ma che un’Amministrazione Pubblica avveduta ha il dovere di scoprire, dettagliare e realizzare. Nello stesso tempo, a Schio, ci si è chiesto come far rivivere gli ambiti e i grandi edifici di archeologia industriale riconsegnandoli agli scledensi e riportandoli a essere centro della vita e dell’innovazione del sistema città come lo furono per più di un secolo. L’amministrazione scledense ha potuto dare una risposta al quesito e concretizzare il recupero e il riuso di vetusti patrimoni di impresa (intervenendo direttamente o favorendo l’intervento di terzi) come luoghi fruibili per moderni spazi di relazione, eventi e servizi. Credo far cosa utile nel mettere insieme un elenco: •

L’ex lanificio Conte fondato nel 1757 è diventato un centro di innovazione e trasferimento tecnologico per l’impresa (http://demotech.cpv.org) nei settori dei materiali innovativi, brevetti e design. Lì si svolge annualmente il Festival delle città impresa (www.festivaldellecittaimpresa.it) otre ad altre manifestazioni come Innovarti realizzata da ConfArtigianato e PanniAlti Vintage Expo.

L’edificio a Shed, ex tessitura del lanificio Conte, costruito nel 1906 in cemento armato (prime applicazioni in Italia) è ora uno spazio espositivo di 1300mq legato alla contemporaneità, all’innovazione e alle tecnologie. Non ospiterà solo mostre, ma anche festival, piccole fiere ed eventi cultuali.

L’ex asilo di infanzia fondato nel 1872 e ampliato nel 1881 per i figli degli operai della Lanerossi rivivrà come palazzo della musica, sede di attività e associazioni musicali scledensi;

Il Teatro Civico, atipico teatro all’italiana, costruito all’inizio del ‘900 da una fondazione di imprenditori 7


illuminati (www.teatrocivicoschio.it) è ora in “riabilitazione” dopo un processo di progettazione partecipata con registi, architetti, tecnici, spettatori. Sarà restituito alla città dopo un restauro funzionale alle necessità tecniche e percettive, in armonia con le esigenze dei protagonisti del teatro e con le aspettative del pubblico, ma senza cancellare i segni del tempo che gli conferiscono una atmosfera unica e surreale, adatta all’allestimento di spettacoli moderni. •

Il giardino Jacquard, voluto da Alessandro Rossi e progettato dall’architetto Caregaro Negrin, realizzato negli anni 1859-1878 è un giardino di stile tardo romanico. Acquistato dal Comune di Schio nel gennaio 2010, dopo alcuni lavori di messa in sicurezza, oltre ad essere aperto regolarmente per visite guidate e didattiche, è il luogo protagonista della Mostra Mercato Giardino Jacquard e ospita occasionalmente altri eventi culturali cittadini.

La scuola di pomologia (istituto agrario) del Rossi è adesso Casa della montagna, (http://www.caischio.it/sfpg_index.php?gal=31) sede della sezione scledense del Club Alpino Italiano, attrezzata con una palestra di arrampicata, una sala riunioni e una fornita biblioteca di settore.

Il Palazzo Fogazzaro, edificio di tipologia palladiana dei primi ‘800, è ora sede della Collezione Civica del Comune di Schio, che comprende dipinti, disegni, incisioni e sculture dal XIII secolo ai giorni nostri. Dal 2011 è stata istituita anche una sezione dedicata ai libri d'artista. La Collezione è anche fonte di stimolo e di confronto per le nuove generazioni di artisti che ormai da diversi anni hanno a disposizione a Palazzo Fogazzaro uno spazio e un'attenzione particolari.

Le “barchesse” dello stesso palazzo, occupate precedentemente da un opificio per la cardatura dei panni sempre di proprietà della Famiglia Fogazzaro, sono ora sede dell’Informagiovani (www.igschio.it), della Piazza Telematica (www.piazzatech.it), e dell’aula studio.

(per completezza di elenco aggiungiamo anche gli edifici fuori dal centro storico) •

La casa del custode al parco di villa Rossi è diventata il centro di educazione ambientale provinciale (www.laboratorioambientale.vi.it) che si occupa di promuovere, coordinare e realizzare interventi educativi inerenti alla sostenibilità ambientale.

La Fabbrica Saccardo, altro complesso industriale di fine ‘800, è diventata, grazia anche al contributo dell’Amministrazione Comunale, un ambiente poliedrico e polifunzionale in cui artisti e liberi professionisti possono dedicarsi alla propria attività, oltre che sede dello SCH10 DESIGN FESTIVAL (www.schiodesignfestival.it).

La Filanda Bressan, antico opificio censito dal catasto napoleonico, è stato trasformato negli anni ’80 in Centro di Accoglienza e residenze per gli anziani.

Il Lanificio Cazzola, fondato nel 1860, ristrutturato in parte, presenta spazi abitativi e direzionali, insieme ad un museo del tessile che fa da testa al percorso cittadino lungo la roggia maestra.

L’obiettivo è quello di proseguire con il recupero dei patrimoni di archeologia industriale, in particolare il teatro e gli altri edifici a margine del giardino Jacquard, favorendo gli accordi pubblico privato e arricchendo la città di nuovi servizi e funzioni. Politiche di riqualificazione e trasformazione urbana La Riqualificazione Urbana è attenta alle forme urbane rinnovate, 8


ospitali, consapevoli, efficienti, vivibili e sicure. Questo approccio consente all’ Amministrazione di coinvolgere ai cittadini e parlare di città e di urbanistica. Gli obiettivi generali della riqualificazione, i temi da affrontare e le strategie con cui si intende operare sono: • Crescere senza ingrandirsi:lavorare sulla città che c’è già. • Valorizzare la città pubblica, patrimonio e anima della condizione urbana. • Aumentare la mixitè insediativa: una condizione di sostenibilità ambientale, sociale, culturale. • Migliorare il potenziale di comunità: dotazioni, accessibilità e articolazione dei servizi pubblici e privati nelle relazioni di vicinato. • Garantire la sostenibilità della città esistente e della sua trasformazione. I temi compresi nelle politiche di riqualificazione e trasformazione urbana riguardano la riserva di capacità insediativa e funzionale della città esistente: trasformazione, densificazione, intensità d’uso degli spazi urbani. Per quanto riguarda le trasformazioni urbane si dovrà acquisire la capacità di misurare il contributo alla città pubblica. Le istruzioni d’uso per la densificazione faranno tesoro di quanto già sperimentato con il Piano Casa. L’intensità d’uso dei servizi e degli spazi pubblici tiene conto che l’identità urbana nasce negli spazi di relazione, dove c’è qualità architettonica, ambientale e sociale. I luoghi e i temi della città pubblica sono le piazze e i boulevard, i giardini, le porte di ingresso al centro e i margini aperti. Per quanto riguarda le strategie, ricordiamo il ruolo importante giocato da: • • • •

il Piano Generale di Sviluppo Comunale, il Piano d’azione per l’Energia Sostenibile (Patto dei Sindaci), Il Masterplan della città pubblica, il Biciplan.

Politiche di riqualificazione e trasformazione del centro storico L’attenzione alla qualità dello spazio pubblico sottolinea il significato della città intesa come luogo di vita e di relazioni sociali, nello stesso tempo incentiva l’investimento privato per il recupero del patrimonio edilizio storico. II centro storico può e deve essere terreno di innovazione delle modalità di pianificazione e gestione delle trasformazioni, perché solo a partire da una prospettiva capace di coglierne appieno, criticità, potenzialità e opportunità, si può sostenere il processo di recupero. L’intervento sul centro storico richiede un’ottica multidisciplinare integrata, che dalla visione complessiva dei problemi faccia discendere strategie per la conservazione e la rivitalizzazione urbana, che salvaguardi e valorizzi gli aspetti spaziali, culturali e socio-economici degli insediamenti senza deludere le aspettative della popolazione che ivi abita ed opera e che sappia mantenerlo vivo come motore di iniziative, di attività, di professionalità e generatore di risorse economiche. Con questa visione strategica del ruolo della città storica all’interno della città contemporanea, calibrando i sistemi funzionali adatti alle dimensioni di Schio, al ruolo di Schio nel contesto alto vicentino e veneto, servono azioni continue nel tempo e ispirate a principi di sostenibilità culturale (diffusione dei valori culturali, l’implementazione dei caratteri identitari e del senso di appartenenza della comunità), ambientale (uso razionale delle risorse e il comfort individuale e collettivo della comunità), economica (sviluppo di forze produttive e imprenditoriali locali che permettano l’attuazione dei piani e dei progetti) e sociale (garantire i diritti degli abitanti, mediando tra gli interessi economici e sociali e risolvendo i conflitti). La partecipazione dei cittadini ai processi di recupero dei centri storici rappresenta una garanzia di sostenibilità sociale delle scelte.

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A questo riguardo occorre ampliare il coinvolgimento di investimenti privati e di risorse miste pubblico/private. Il soggetto pubblico deve incentivare, sostenere e regolamentare l’azione dei privati, inducendo la proprietà immobiliare ad investire maggiori risorse nelle iniziative di recupero, non soltanto alla scala edilizia, ma anche e soprattutto a quella urbana. Una riflessione attuale sulla necessità di mediare la conservazione con l'ammodernamento del centro stotrico interessa le modalità di progettazione urbanistica del recupero e il suo raccordo con la progettazione architettonica. E’ necessario valutare il livello di interazione efficace tra le norme urbanistiche e le scelte di scala architettonica ed edilizia, al fine di garantire la coerenza complessiva del valore storico della città ma con modalità snelle e in grado di interpretare la naturale evoluzione della città. L’innovazione riguarda anche i modi di abitare e le tipologie di servizi da offrire a una società in mutamento anche con riferimento alla dimensione e all'aggregazione degli alloggi in relazione alla qualità e alla consistenza offerta dal patrimonio edilizio storico e alla domanda posta dai possibili utenti, come famiglie tradizionali, singles, anziani, giovani, immigrati; al ruolo degli spazi pubblici e agli spazi di relazione, all’implementazione del sistema delle aree vegetate, come strumento per migliorare la qualità e il micro-clima dell’ambiente urbano. La vitalità del centro storico è garantita dalla permanenza di funzioni tra loro integrate, imperniate sulla residenza e sulla presenza di attività di tipo amministrativo, culturale ed economico. Il centro storico deve essere utilizzato in modo continuativo e multiforme per funzioni e fasce orarie come garanzia di vitalità permanente. La sua riqualificazione, quindi, deve necessariamente essere perseguita a partire da un equilibrio fra le funzioni che devono fornire risposte adeguate al maggior numero di soggetti ma che al tempo stesso sia basato sulla conservazione di valori del passato, sulla corretta utilizzazione del patrimonio culturale collettivo e sulla salvaguardia dei suoi significati identitari. Senza attendere il PI, è nostra intenzione proporre entro breve termine al Consiglio Comunale alcune azioni di riferimento nell'ambito della revisione delle modalità di attuazione degli interventi edilizi. Esse potranno prevedere la possibilità di migliorare l'accessibilità degli immobili, con la possibilità di inserire elementi innovativi atti al superamento delle barriere architettoniche, la possibilità di poter destinare le unità immobiliari alla funzione direzionale o commerciale anche oltre il piano terra, ed altre valutazioni inerenti la possibilità di prevedere una maggiore “flessibiltà” connessa agli interventi edilizi, sulla base anche di quanto sta accadendo con l’applicazione del piano casa. L’asse Stazione dei treni – Duomo – Piazza Almerigo – Stazione degli autobus e quadrante sociale e

religioso. Gli obiettivi relativi a quest’ambito fanno riferimento a quattro strategie principali tra loro collaboranti: 1. 2. 3.

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riqualificare gli ingressi al centro, sfruttando le accessibilità già esistenti ma rendendole più riconoscibili, meglio fruibili e più gradevoli i percorsi pedonali di ingresso al centro; omogeneizzare, grazie ad una operazione principalmente riguardante la pavimentazione e l’illuminazione , l’asse che dalla stazione porta al duomo, sì da marcarne l’identità di arteria principale del centro; leggere come un sistema trasversale di piazze tra di loro comunicanti, ma dalle diverse caratteristiche , questi spazi pubblici: piazza Alvise Conte, nodo Asilo Rossi, Lanificio Conte, piazza Falcone Borsellino, piazza Statuto (da reinterpretare) e possibilmente una porzione della zona dei Salesiani (da reinventare come piazza), largo De Pretto; strutturare un nuovo “asse religioso” grazie al rifacimento dei “retrobottega” adiacenti al teatro Astra di alcuni edifici presenti e degradati, la valorizzazione dei giardini di casa Bakhita, Palazzo Boschetti e delle Canossiane, il passaggio della Roggia e il cortile della scuola Marconi. Questo nuovo percorso sarà caratterizzato dal concatenarsi di spazi più simili ad un chiostro, ad un giardino segreto, che ad una piazza. Assicurare tra di loro dei collegamenti che lo rendano fruibile in modo continuo e che ne migliorino l’appetibilità per il turismo religioso.

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La nuova stazione dei treni. Il polo della Stazione ha assunto in questi ultimi anni un ruolo strategico fondamentale di interscambio (treni, bus, auto, bici) alle porte del centro. Questo ruolo va mantenuto e potenziato, affinando ulteriormente la qualità degli ambiti e della connessione pedonale-ciclabile con il centro storico. La perequazione n°6 che doveva essere la progettazione urbanistica della zona, non è stata formalmente attuata, tuttavia sono stati realizzati con altri tipi di progettazione e interventi i due grandi parcheggi, la fermata degli autobus, il bike sharing e la viabilità. La perequazione n°6, con il perimetro previsto dal PRG vigente, non ha più motivo di essere, tuttavia rimangono confermati gli obiettivi previsti dalla relativa scheda di perequazione. In particolare si fa riferimento alla possibilità di edificare un nuovo complesso edilizio in cui è possibile trasferire le attuali funzioni della stazione. Si conferma l’obbligo di valorizzare l’area in fregio a Viale Trento Trieste e via Baccarini, mantenendo la sua caratterizzazione a “verde” pubblico con un ruolo importante di connessione pedonale e ciclabile tra il Parco Donatori di Sangue e la stazione dei treni. Processi partecipativi L’attivazione di processi partecipativi ha come obiettivo il favorire un approccio di governance corresponsabile e ricerca di possibili linee di azioni condivise. Ciò significa usare la partecipazione per costruire una comunità attenta e accorta, capace di dialogare, condividere e agire. Significa, anche, saper promuovere il protagonismo (anche economico e finanziario) degli interessi diffusi in modo trasparente e condiviso per qualificare la città pubblica e realizzare nuovi servizi per i cittadini; a partire dal commercio di vicinato, dalla cooperazione sociale e del volontariato, da promuovere come vettore per la “sussidiarietà e l’investimento sociale”, per ripensare i luoghi della città nella loro dimensione comunitaria e per rinnovare la gestione dello spazio pubblico. La costruzione sociale dei luoghi, la progettazione condivisa, genera l’ampliamento della dimensione creativa, la capacità di cooperazione, il legame identitario. Il territorio assume così, naturalmente una configurazione evoluta, presidiata e sostenibile.

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