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G I O VA N N I D U R B I A N O d a r

a r c h i t e t t u r a

2 019



G I O V A N N I D U R B I A N O D A R V I A 1

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A R C H I T T U R A D E L L E

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d a r - a r c h i t e t t u r a . c o m giovanni.durbiano@dar-architettura.com

giovanni.du r biano@pol ito.it



Giovanni Durbiano Torino, 1966, è professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana presso il Politecnico di Torino. Nel 2014 ha aperto DAR architettura con Alessandro Armando e Manfredo di Robilant. Le principali esperienze di lavoro sono legate ai temi del progetto urbano e della riqualificazione storico e ambientale, quali il restauro e l’ampliamento della cinquecentesca Certosa di San Francesco ad Avigliana, l’Environment Park di Torino, il Parco Archeologico di Torino, la nuova sede della Compagnia di San Paolo a Torino, nonché numerosi edifici e spazi pubblici quali la Casa delle associazioni a Rosta e la Piazza principale di Nichelino, il polo culturale a Cassano Magnago (Va). Tra gli interventi recenti vi sono i recuperi di Palazzo di piazza Arbarello a Torino a nuova sede del Collegio Carlo Alberto, di Palazzo Salmatoris a Cherasco, la quadreria del ciclo di San Paolo, la riqualificazione delle Sezioni Mole e Crocetta del Collegio Einaudi, il Restauro delle Orangerie dei Musei Reali di Torino. Un ulteriore ambito di lavoro è dato dai piani urbanistici (Pino Torinese) e strategici (Chivasso). Tra i committenti di suoi progetti, vi sono il Ministero dell’Ambiente, il CNR, le fondazioni bancarie CRT e Compagnia San Paolo, la Regione Piemonte, le Province di Torino, Alessandria e Cuneo, numerosi comuni italiani e la Conferenza Episcopale Italiana. Opere e progetti sono state pubblicati in riviste quali “Casabella”, “Abitare”,

“Costruire”,

“Edilizia

Popolare”,

“Ottagono”,

“A&RT”,

“Controspazio”, “Giornale dell’architettura”, “Aion”, e in numerose guide dell’Architettura di Torino, nonché presentate alla Biennale di Venezia, alla triennale di Milano, al Festival dell’architettura di Parma e alla Biennale di Shenzen.

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opere scelte


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committente con opere

Associazione “Abbazia 1515 onlus”, don Luigi Ciotti, Gruppo Abele

Luca Reinerio e Roberto Reinerio, Salvatore Calì 5.500.000 euro

Restauro della Certosa di San Francesco Avigliana . Torino 1996 . 2006 9


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In una delle posizioni più spettacolari dell’intero arco pedemontano

organizza attorno ad una piccola corte antica, eseguita in più fasi, secondo

torinese, lungo la strada panoramica che, all’imbocco della Val di

caratteri non specificamente aulici. Un’unica e lunga manica raccorda poi

Susa, si arrampica fino alla Sacra di San Michele, sorge il complesso

l’intera articolazione dei fabbricati, presentandosi come fronte continuo e

monastico della Certosa di San Francesco. La struttura conventuale -

unitario della Certosa verso i laghi di Avigliana e la pianura torinese.

già in parte esistente nel secolo XV - si presenta come un insieme di

l progetto di restauro ha inteso rendere questi spazi, per secoli destinati

ambienti, articolati attorno al corpo della chiesa, con caratteristiche tra

alla vità spirituali, ambienti adatti ad accogliere un centro di formazione

loro anche molto differenti.

permanente per operatori nel campo sociale: diverrà infatti sede

La chiesa è racchiusa dentro un’unica navata, costruita attraverso

dell’Università Internazionale della Strada e del Centro Europeo per la

il sovrapporsi di epoche e di stili: volte medievali e l’abside con

Legalità, entrambe attività promosse dal Gruppo Abele di Torino.

cordonature gotiche sono avvicinate da cupola e da decorazioni

A fianco della chiesa di impianto cinquecentesco lungo il perimetro del

baroccheggianti. Sul lato sinistro, per chi entra nella chiesa, si trovano

chiostro, a piano terreno trovano collocazione le attività e gli ambienti

due cappelle antiche che comunicano tra di loro: le pareti di entrambe

di carattere collettivo: una biblioteca, una sala grande per i momenti di

sono affrescate con figurazioni del tardo Quattrocento di particolare

incontro, una sala studio, nonchè i servizi igienici, gli uffici e la reception.

pregio. Sul fianco destro, invece, si sviluppa sui quattro lati del piano

Lo stesso percorso claustrale, seguendo il lungo sviluppo della manica

terreno il chiostro porticato, che ai due piani superiori è ancora presente

orientale verso valle, viene messo in collegamento, attraverso l’inserimento

nella forma di corridoio distributivo alle singole celle e di loggiato per

di una nuova scala aperta lungo il percorso, il piano della piccola corte

quanto riguarda il versante a ridosso della chiesa.

rustica, che è posto più in alto.

L’unità ambientale del chiostro è tuttavia resa meno evidente

Ai piani superiori è stata sostanzialmente conservata l’originaria disposizione

dall’aggiunta di alcuni porzioni di fabbrica di evidente fattura posteriore.

a celle, servite sempre dal corridoio che si sviluppa lungo l’anello del chiostro.

A monte del campanile d’impianto tardo medievale, il complesso si

Ciascuna nuova camera - per un totale di oltre 70 posti letto - è stata dotata

pagina precedente plastico di progetto sinistra e sotto planimetria e prospetto di progetto

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dei confort oggi necessari e, in particolare, di un bagno completo. Sono state inolte riconfigurate le forme della copertura laddove gli interventi spurii succedutesi negli ultimi decenni aveva alterato la geometria originale fino a renderla irriconoscibile: in particolare, è stato completato il sistema di copertura a falde continue verso il chiostro, prima bruscamente interrotti dalla presenza di una copertura piana. Una seconda fase dei lavori ha previsto invece la parziale demolizione dei corpi recenti e disomogenei intorno alla Certosa e la realizzazione di una sala polivalente per duecento posti, un refettorio e uno spazio per piccole botteghe artigiane. Un sistema di percorsi porticati unisce la Certosa ai nuovi ambienti, riproponendo, attraverso l’immagine elementare di una serie di pilastri in legno e di un tetto di lose una continuità ideale tra tutti i differenti luoghi del complesso. La sala convegni per duecento posti è collocata nell’estremità a nord del giardino recintato della Certosa. Affacciata su un salto di quota di più di venti metri, la sala si colloca ai margini della Certosa ma al centro del teatro ambientale della valle. Questo suo doppio ruolo spaziale è stato affrontato lavorando su di una forma che permettesse di essere allo stesso tempo “domestica” in relazione alla Certosa, ma anche “pubblica” in relazione al quadro ambientale e paesaggistico con cui andava a rapportarsi. La forma della copertura è stato l’elemento su cui si è lavorato per rispondere a questo doppio tema. Una grande, unica copertura, semplice nella sua regole geometrica - un padiglione a pianta quadrata - ma anche complessa e profonda nel suo significato - di grande casa, di capanna. Una copertura radicata al luogo, nelle forme, come nei materiali di costruzione: in lose di pietra - come già è stato realizzato il tetto del romitorio della Certosa - quasi a fare il verso ad una gigantesca scheggia di roccia. La copertura è sorretta da pilastri in legno e le falde sono ritagliate dal disegno del muro di recinzione del giardino sul quale insiste. Sotto il grande tetto vi è la vera e propria sala collettiva, con una propria forma ellittica e costruita in muratura portante, a segnare l’autonomia della funzione dalla risposta progettuale data, tutta risolta nel rapporto con la dimensione paesaggistica.

pagina precedente planimetria e modello fisico del progetto sopra foto della sala dei duecento il nuovo complesso del refettorio

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sopra modello del progetto pagina seguente foto panoramica: a sinistra l’abazia, a destra il nuovo refettorio sotto e pagina seguente sezioni di progetto

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committente con

Environment Park Spa, Comune di Torino Luca Reinerio e Benedetto Camerana consulenza Emilio Ambasz opere

25.000.000.000 lire

ENVIRONMENT PARK Torino 1997 . 2000

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pagina precedente prospettiva di progetto sopra planimetria dell’intervento pagina seguente viste aeree del cantiere


Dalla “Guida di Torino. Architettura”, a cura di V. Comoli e C. Olmo, Allemandi, Torino 2000, p. 229: “La più importante operazione di riqualificazione urbana che abbia interessato la città, l’Environment Park sorge su un’area precedentemente occupata da stabilimenti siderurgici. L’intervento copre una superficie di circa 100.000 mq e prevede la realizzazione di un parco tecnologico dedicato al tema dell’ambiente, con circa 30.000 mq di uffici e laboratori. Data questa vocazione “ecologica”, il progetto si caratterizza per una configurazione “a paesaggio” e a bassa densità insediativa. L’impianto si configura così come un’area di verde attrezzato all’interno della città, restituendo l’uso delle sponde della Dora non solo agli utenti del parco tecnologico ma anche agli abitanti del quartiere. Anche molte delle soluzioni progettuali adottate risultano ispierate a principi di progettazione ambientale: come la copertura del tetto degli edifici trattata a giardino o l’ampio ricorso a tecniche sperimentali di risparmio energetico (ad esempio, un impianto termico alimentato da residui di potatura). Altro elemento che qualifica il progetto del Parco è il duplice obiettivo dei contenimento dei costi e della semplicità di realizzazione: significativa,da questo punto di vista, l’idea di utilizzare una rete di nylon verde a mascherare pareti in calcestruzzo degli uffici e dei laboratori”. Citata più volte sui più importanti quotidiani nazionali quali “La Stampa” e “Repubblica”, l’opera è stata inotre pubblicata su riviste nazionali e internazionali, tra cui “Abitare”, “Atti e rassegna tecnica”, “Costruire”, “Quaderno di Aion”. L’opera è stata esposta alla X Biennale di Architettura di Venezia, mostra “Architettura, città e società”, Arsenale, curatore Richard Burdet.

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pagna precedente pianta dell’intervento a lato foto dell’intervento

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Parco archeologico delle Porte Palatine Torino 2003 . 2006

committente con opere

CittĂ di Torino

Luca Renerio e Aimaro Isola, Eugenio Cupolillo, Paola Giordano (Comune di Torino) 5.500.000 euro

fotografie

Bruno Cattani 23


Nella storia della città di Torino la Piazza San Giovanni, insieme all’area delle Porte Palatine, hanno da sempre costituito un nodo irrisolto, alla cui soluzione si sono confrontati - senza esiti - molteplici studi progettuali. Il carattere anomalo e incompiuto di quest’area ha origini lontane: nella città romana questo era dato dalla vicinanza delle mura, dalla irregolarità del terreno, come anche dalla presenza dell’edificio teatrale che introduce la forma semicircolare della cavea nell’ordinata ortogonalità delle insulae. Cuore religioso della città medioevale, la piazza ospitò le tre basiliche paleocristiane di San Salvatore, San Giovanni e Santa Maria, sul cui sedime è stato edificato il nuovo Duomo e successivamente i palazzi vescovili e gli spazi annessi al contiguo Palazzo Reale. Con i Savoia, l’area viene a formare parte integrante della cosiddetta zona di Comando, centro di governo e di rappresentanza della corte: e come diviene tale teatro di demolizioni e costruzioni, che si sono sovrapposte, senza rientrare nella generalizzata regola uniforme degli isolati. Con questo carattere frammentario si confrontano, nei secoli, i progetti di sistemazione monumentale di Carlo Castellamonte, di Benedetto Alfieri, di Luigi Canina, di Alessandro Antonelli: tentando, ancora senza esiti, di dare una conclusione unitaria al grande spazio irrisolto. Così la forma del luogo - e quindi il nodo progettuale - rimane questione aperta a nuovi inserti e a nuove interpretazioni complessive. Condizione suggerita dalla interazione della piazza con una molteplicità di fabbricati e di terreni liberi, ciascuno con storie e funzioni diverse: quella quasi invisibile del teatro romano, i resti museificati delle Porte Palatine, il Duomo tardo quattrocentesco, il campanile romanico con la cella juvarriana, il Palazzo Reale e la sua “manica nuova”, il Seminario vescovile, il Palazzo Chiablese, l’edificio degli Uffici Tecnici del Comune, nonché margini smembrati della città quadrata e porzioni recenti di un’edilizia senza qualità. La stratificazione e la complessità dei segni che attraversano Piazza San Giovanni ha costituto, nel dopoguerra, occasione di riflessione su un possibile assetto in grado di ricomporre una relazione tra le parti.

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pagina precedente il sistema di illuminazione, su disegno originale destra il progetto sullo sfondo delle Porte Palatine pagina seguente planimetria di progetto


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Una relazione utile a evitare che singoli elementi, pur nella propria rilevanza individuale si dispongano come frammenti isolati, slegati dall’ orizzonte complessivo di una intelligibilità, che sia anche contesto di vita cittadina. Il progetto di trasformazione dell’area delle Porte Paltine in Parco archeologico, commissionato dall’Amministrazione Comunale in seguito a concorso, si inserisce nella prospettiva ambiziosa di reintrodurre i resti archeologici all’interno del paesaggio urbano, sottraendo le rovine all’attuale marginalità e collegandoli ad un unico sistema museale che unisce le Porte alla cosiddetta “Zona di Comando”: quello straordinario complesso di palazzi e gallerie che da Palazzo Reale arriva fino alla Cavallerizza. Il progetto ha come obiettivo principale obiettivo quello di restituire all’area un carattere unitario: come giardino archeologico, ma anche come parte di città, recuperando il valore strategico che storicamente questo luogo ha sempre avuto. L’immagine realizzata prende spunto dalla constatazione del dislivello attualmente esistente di circa quattro metri tra piazza San Giovanni e corso Regina Margherita. Un dislivello che ha proprio il punto medio esattamente alla quota “romana”. Abbassando, da un lato, fino appunto a quella quota il quadrilatero compreso tra via Porta Palatina, le mura romane, via XX Settembre e via della Basilica; e, dall’altro, all’inverso, rialzando l’area tra le mura romane e il corso Regina Margherita, configurando così un unico piano orizzontale verde. Un giardino che verso la città, mostra le tracce riemerse del sedime romano; mentre, fuori le mura, sul disegno dell’antico bastione demolito nell’800, contiene, al di sotto del prato, il deposito dei carretti dei mercatali, fino a qualche mese fa mascherati, nello stesso luogo, dietro una scenografia provvisoria. Una quinta naturale e artificiale infine contiene i limiti fisici del Parco archeologico: filari di alberi - carpini piramidali, lauri, allori, ecc. - alternati ad un sistema di colonne circondano l’area - tra l’altro rendendo possibile la sua recinzione - ponendo così in secondo piano la presenza infelice, sulla scena, di costruzioni recenti di mediocre fattura.

pagina precedente l’infilata di colonne che delimita l’intervento destra vista complessiva dell’intervento il piano orizzontale verso corso Regina Margherita dettaglio del bastione

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pagina precedente assonometria di progetto vista del bastione destra relazioni tra esistente e progetto

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Cittadella di Alessandria Alessandria 2006

committente con opere

Provincia di Alessandria

Luca Renerio e Isolarchitetti srl, Paolo Pejrone, Franco Brugo, Paola Zavattaro, Studio De Ferrari Architetti, Mauro Berta, Icis srl, Siac 4.300.000 euro

fotografie

Daniele Regis

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pagine precedenti una delle maniche costruite planimetria di progetto sotto fronti degli edifici principali e vista dei bastioni

Il progetto per gli straordinari ambienti del fossato del complesso della Cittadella di Alessandria ha come principale obiettivo quello di conciliare gli interventi di conservazione di un monumento di architettura militare unico nel patrimonio europeo, con le opportunità offerte dalla sua fruizione pubblica. L’atto di aprire gli spazi del fossato all’uso collettivo è infatti il primo passo verso una progressiva integrazione del grande manufatto della Cittadella con il suo contesto territoriale. Il tema progettuale richiede un generale ripensamento della funzione, dell’immagine e dell’identità di un luogo che ha mantenuto il proprio aspetto sostanzialmente inalterato fin dalla sua genesi nel secolo XVIII. L’intervento previsto, sviluppato in successivi lotti funzionali, riguarda: le opere di drenaggio del suolo; la creazione di percorsi ciclopedonali interni ed esterni agli ambienti del fossato; la sistemazione delle aree di accesso; la realizzazione di aree per il parcheggio; il restauro dei Corpi di guardia e la sistemazione delle piazze d’armi; il consolidamento strutturale delle mura di bastioni, controguardie, mezzelune, rivellini e tenaglioni, interni al fossato.

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Casa delle Associazioni Rosta . Torino 2007 . 2009

committente opere con

Comune di Rosta 1.000.000 euro

Luca Reinerio e ICIS srl, Enrico Massaro

fotografie

Carlo Deregibus

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pagina precedente vista del porticato circolare sotto la piazza verso il MusinĂŠ

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destra il fronte sud, verso il bosco

Un terreno pianeggiante sul crinale della collina morenica, ai margini dell’abitato di Rosta, con una bella vista

sulla bassa Valle Susa. Qui

l’Amministrazione Comunale ha previsto di insediare la Casa delle Associazioni: un insieme di spazi differenti destinati ad ospitare le attività dei circoli locali, nonché un ambulatorio, una caffetteria, un teatro e una sala per la banda musicale. Il progetto muove da queste due considerazioni: il luogo e il programma dell’Amministrazione. Il luogo è fortemente segnato dalla presenza del monte Musinè che si impone alla vista, assurgendo a protagonista di tutto il territorio circostante. Il programma dell’Amministrazione è chiaramente definito dalle esigenze: un complesso suddiviso in due lotti. Il primo prevede un ambulatorio di circa 100 mq, gli spazi per le prime quattro associazioni per un totale di circa 150 mq e una caffetteria di altri 150 mq; il secondo lotto prevede un teatro per circa 250 posti, gli spazi per ulteriori quattro associazioni, pari a 150 mq e l’aula prove della banda musicale locale di 120 mq. A partire da questi presupposti sono stati individuate alcuni temi guida del progetto. In primo luogo la vista del Musiné, e dunque la valorizzazione dell’asse prospettico verso nord; in secondo luogo la percezione dalla strada di accesso dal centro urbano, che sfocia nel lotto da nord; ed in terzo luogo il limite del bosco verso sud, nella direzione in cui l’insediamento in progetto rivolge la schiena.

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planimetria dell’intervento evidenziata la parte realizzata del progetto

L’incrocio di questi vincoli posti dalle condizioni fisiche del sito ha portato a proporre una configurazione morfologica che fosse in grado nello stesso tempo di rivolgersi verso il paesaggio montuoso, di accogliere i cittadini provenienti dal centro del paese e di chiudersi verso il bosco. La figura progettuale individuata è quella di una grande esedra circolare: un emiciclo porticato rivolto verso il Musinè e il centro urbano di Rosta, che raccoglie al di sotto di una grande copertura a falde tutte le articolate funzioni richieste all’interno di differenti unità edilizie. Affacciati sul portico, che a sua volta definisce la piazza circolare, i singoli volumi dei corpi di fabbrica, uno per unità funzionale, sono costruiti su setti murari radiali rispetto alla costruzione circolare dell’esedra. Se dunque la giacitura dei muri radiali risulta rigidamente individuata, i fronti interni ed esterni delle singole unità edilizie sono invece resi mobili, in funzione delle dimensioni delle singole unità edilizie. Il principio geometrico che regola la costruzione della Casa delle Associazioni è dunque piuttosto semplice: valorizzare, da un lato, l’unità compositiva dell’ambiente dell’esedra, attorno alla circolarità della piazza colonnata, ed esaltare, dall’altro, la varietà delle configurazioni spaziali di ognuna delle otto unità edilizie, che pur affacciandosi tutte quante sul portico, nei loro scarti geometrici rivelano la propria autonomia spaziale. Le parti completate nel primo lotto includono le prime quattro sedi di associazioni, l’ambulatorio, la caffetteria, la piazza ed il colonnato che la 38

definisce, oltre alla sistemazione di una parte delle aree esterne.


in alto la tessitura muraria dei setti sopra l’emiciclo porticato connessione tra i corpi e spacchi di accesso

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in alto la piazza innevata arrivando dal centro urbano sopra sezione del Circolo ricreativo


in alto viste della piazza a destra interni del Circolo ricreativo

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committente con

Comune di Nichelino

Luca Reinerio e Isolarchitetti Srl, Franco Fusari, Sergio Manzone, Innocente Porrone opere fotografie

2.500.000 euro Bruno Cattani

Piazza Di Vittorio Nichelino . Torino 2008 . 2010

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La piazza Di Vittorio e gli spazi urbani ad essa connessa costituiscono a tutti gli effetti il centro storico e simbolico del Comune di Nichelino: un invaso aperto su via Torino, una spazio estremamente complesso sul quale insistono, oltre all’affaccio del Municipio a est, anche condomini residenziali privati a nord e sud, mentre a ovest si possono leggere frammenti dell’antica Borgata Palazzo, nonché la chiesa parrocchiale della SS. Trinità e la chiesa parrocchiale. Il progetto, nel rispondere all’esigenza di ridefinizione dei caratteri urbani di un luogo centrale e di ricomposizione di valori simbolici e funzionali adeguati alla dimensione ed alla storia recente della città, definisce un paesaggio concepito in modo unitario, mantenendo le alberature presenti nell’originario impianto a falce della piazza ma L’immagine complessiva è quella di un ampio invaso delimitato da un anfiteatro “naturale”, verso viale De Gasperi, e da un allineamento lineare di pergolati metallici, verso via Stupinigi: luogo dell’incontro tra artificio e natura, dove i due mondi si incontrano, integrandosi. I diversi elementi costitutivi del progetto concorrono a questo carattere unitario e complesso.

pagina precedente il sistema di illuminazione a foglia, su disegno destra l’incontro tra artificio e natura sotto l’infilata di pali in acciaio pagina seguente vista dell’intervento dal Municipio

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la piazza di notte

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planimetria della piazza

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la piazza di notte pagina seguente le sedute, di disegno originale

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Il disegno della pavimentazione traccia un’unica piattaforma lastricata, sollevata rispetto al piano stradale, all’interno della quale coesistono una parte centrale e pedonale, a forma di foglia centrata sull’asse del palazzo comunale, in lastre di pietra quarzite, ed una periferica e veicolare, in cubetti di pietra di Luserna. Il sistema del pergolato di rete metallica disegna un camminamento da est a ovest coperto da una maglia metallica sospesa tra colonne di acciaio inox , che divengono anche sostegno all’illuminazione pubblica. Sovrapposto alla forma della foglia in modo del tutto indipendente, il disegno del pergolato è scomposto in segmenti paralleli che si accostano raddoppiandosi puntualmente, dando luogo a cinque “piazzette di sosta”. Il giardino e la piazza formano un unico sistema: un disegno che delimita la foglia lastricata, come se questa fosse scavata all’interno dei giardini stessi. Gli spazi verdi sono contornati da un lungo piano di seduta in pietra naturale a sostegno del terreno, con muri di contenimento rivestiti in pietra da spacco. Sui bordi perimetrali è prevista la collocazione di colonne in acciaio inox, le medesime che reggono il pergolato, a sostegno del corpo illuminante, schermato attraverso una struttura metallica a forma di foglia. Tre viottoli sinuosi attraversano il giardino, collegando la piazza con la parte retrostante i giardini stessi, al di sotto di una collinetta è stato ricavato un doppio servizio igienico. Nel suo insieme, il rapporto tra il giardino e la piazza definisce uno spazio suggestivo e confortevole per eventuali rappresentazioni e di spettacoli o manifestazioni. Oltre alle sedute in pietra sul perimetro dell’area a giardino, nelle diverse piazzette di sosta vi sono diverse panchine in acciaio e doghe di legno, di disegno originale. Con la stessa tecnologia sono realizzate anche le cinque fioriere accostate al percorso.

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Nuovo Piano Regolatore Pino Torinese . Torino 2008 . in corso

committente con

Comune di Pino Torinese

Luca Reinerio Fabio Minucci, Pier Donna Bianco, Mauro Montrucchio

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La redazione del nuovo piano per il Comune di Pino (Variante Strutturale

anni Sessanta e Settanta che ha determinato l’attuale forma fisica

e Variante generale) è occasione per un progetto di coniugare le attese di

dell’insediamento del Comune, è infatti riconducibile al prevalente

sviluppo urbano e sociale con la difesa dei valori ambientali, nel recupero e

modello della residenza unifamiliare più o meno individuale, la cui

reinvenzione di una identità locale.

applicazione indifferenziata rischia di ridurre il territorio ad uno spazio

Sviluppo, ambiente e identità sono gli ambiti intorno a cui costruire

tendenzialmente isotropo e senza specifiche qualità e differenze,

una dimensione dell’abitare, del lavorare e dello spostarsi in grado di

determinandone un impoverimento dei caratteri originari.

riorganizzare le dinamiche di trasformazione emergenti, ma anche di

In questo contesto il piano ha l’obiettivo di ricomporre una possibile

recuperare e valorizzare quelle tracce di una storia e di una tradizione

relazione tra natura e costruito, incrociando lo sguardo dell’urbanista

locale che il passato recente ha in parte cancellato.

con quello dell’architetto progettista. Sguardi storicamente separati da

Queste finalità si scontrano con i caratteri a volte eccessivamente artificiali

discipline e da professionalità autoreferenziali che si sono appropriate

del paesaggio urbano e rurale di Pino, che determinano una mancata

rispettivamente del diagramma e del disegno, del numero e della forma,

integrazione tra le parti di città: la crescita quantitativa avvenuta tra gli

ricomposti per affrontare il problema unitario di forme dell’abitare.

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pagine precedenti città pubblica e identità carta del paesaggio e capacità d’uso dei suoli schede di censimento dei rustici destra estratto dalle linee guida per la progettazione sotto regole insediative pericolosità geomorfologica vincoli naturalistici e paesaggistici

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Fornace Sant’Anna e Museo del Laterizio Cassano Magnago . Varese 2008 . 2011

committente con

Comune di Cassano Magnago

Luca Reinerio e Maurizio Momo, Innocente Porrone, Pietro Sammartini opere

5.300.000 euro 55


planimetria di progetto

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assonometria di progetto foto storica della tettoia e della Fornace prospetto di progetto dell’area polifunzionale

Il progetto risponde alla richiesta di recuperare l’antica fornace e gli edifici di servizio limitrofi per creare un complesso espositivo e ricreativo a scala sovralocale, dedicato al tema dell’argilla. Inserito in un contesto urbano sfrangiato e senza definizione, il nuovo fulcro urbano del complesso del Museo del laterizio, introduce nella geometria frastagliata del lotto su cui insiste la figura pura di un grande viale alberato circolare. Il cerchio definisce le modalità insediative con cui gli edifici si dispongono sul terreno. Dentro il cerchio vi sono le preesistenze (la fornace trasformato in museo) e le nuove costruzioni (destinate a Casa delle associazioni, mostre temporanee, gioco bocce, aule didattiche e magazzini), che dalle preesistenze assumono il sedime estendendolo fino al perimetro interno del viale alberato. Fuori dal cerchio l’orientamento dettato dalla geometria ortogonale dei corpi esistenti definisce la posizione delle alberate e dei parcheggi verso nord e sud e della grande vasca d’acqua verso est. Due percorsi coperti e accostati a esili canali d’acqua attraversano il lotto sud, servendo i due fulcri urbani dell’area: l’ingresso e lo spazio di fronte alla ciminiera. I tre edifici di nuova costruzione che si dispongono intorno alla fornace presentano una copertura con falde inclinate identiche per inclinazione e materiali (in coppi) ma differenti per forma. La geometria introdotta nel lotto definisce aree con caratteri e funzioni differenti. Lo spazio della “piazza della fornace”, vero fulcro dell’intera composizione (su cui si affacciano tutte le attività previste); lo spazio del piazzale/piazza (sede di manifestazioni pubbliche), contenuto dal disegno circolare del percorso e attraversato dai due porticati coperti; lo spazio dei parcheggi alberati delle automobili; e infine lo spazio del loisir: una peschiera d’acqua raccordata dal percorso circolare e utilizzato come caffetteria con dehors.

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Residenza Sanitaria Assistenziale “San Grato� Baldissero . Torino 2009 . 2011

committente con

Kama srl

Luca Reinerio e IPE srl, Fapaengineering srl, Carlo Deregibus opere

6.700.000 euro

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pagina precedente render del progetto destra l’edificio esistente sotto planimetrie di progetto pagina seguente dettaglio costruttivo e render del progetto

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La Residenza Assistenziale Sanitaria “San Grato” sorge sul versante meridionale della collina di Baldissero Torinese, in una privilegiata posizione panoramica. Ormai abbandonato da oltre quindici anni, versa tuttavia in condizioni di grave degrado: inutilizzabile e semi-distrutto, il rudere di ciò che fu adorna poco nobilmente la collina, come uno sproporzionato relitto che incombe sul paesaggio. L’intervento di progettazione, teso alla ristrutturazione ed ampliamento dell’edificio, diventa così occasione di una riqualificazione di più ampia scala: da un lato infatti l’imponente mole costruita si impone sulla strada Superga in modo repentino e violento, un improvvisa rottura rispetto al resto dell’abitato; e dall’altro lato sulla valle i suoi sette piani sono così evidenti ed inquietanti che il progetto non può limitarsi a minute operazioni di mitigazione. Diventa necessario ripensare l’edificio in modo radicale, partendo dalla sua necessità nel territorio. Non essendo economicamente sostenibile una completa demolizione, l’intervento proposto mantiene gli elementi strutturali esistenti, riplasmando completamente gli spazi di distribuzione interna ed i corpi edilizi. Immaginando l’edificio come un blocco unitario, ad esso vengono aggregati dei corpi più leggeri, armonizzati ed uniti da una copertura unitaria. Così, nella facciata verso valle e in quella verso monte crescono due volumi: a sud un complesso digradante che raccorda il tetto agli spazi verdi dei piani più bassi, così da moderare l’impatto della facciata prima cieca; a nord un volume di servizio, che articola il volume edilizio togliendone l’attuale drammaticità. L’aggregazione di corpi leggeri avvolge anche il resto dell’edificio attraverso i nuovi balconi, sorretti da una struttura leggera indipendente. I corpi aggiunti si diversificano nei materiali, segnando la loro differente destinazione d’uso senza però assumere una preminenza tale da diventare unici protagonisti, ed assumendo quindi il ruolo di mediazione tra edificio e paesaggio. La riorganizzazione degli spazi interni colloca ai due piani inferiori tutti i locali comuni, dal ristorante alla palestra: l’accesso avverrà così attraverso una spazio a giardino, prima perduto, camminando sotto una pergola fotovoltaica. I piani sono invece stati razionalizzati così da accogliere ognuno una completa unità di venti ospiti, e mantengono i rispettivi spazi comuni nel nuovo corpo a sud: così che quella soluzione che permette di integrare l’edificio nel paesaggio diventa anche opportunità di goderne lo splendore per gli abitanti della struttura. 61


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RESTAURO DEL PALAZZO DI PIAZZA BERNINI Torino 2008 . 2015

committente

Compagnia di San Paolo

con

Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Gianfranco Lo Cigno,

Guido Vacchina (MCM impianti), Carlo Deregibus, Enrico Massaro

opere

9.720.000 euro

fotografie

Guido Siviero, Beppe Giardino

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L’intervento di recupero dell’ottocentesco Palazzo di piazza Bernini a Torino, rientra in una più ampia strategia di utilizzazione e valorizzazione dell’edificio: l’edificio infatti presenta una posizione strategica nel tessuto cittadino e significative valenze rappresentative, tali da farlo considerare sede appropriata per alcuni degli enti strumentali della Compagnia di San Paolo quali l’Ufficio Pio, la Fondazione per la Scuola, il settore Politiche sociali, l’Archivio storico della Compagnia, nonché alcuni uffici dei progetti speciali della Compagnia. Il palazzo, progettato nel 1889 dall’Ing. Giuseppe Davicini, fu inaugurato nel 1893 per ospitare l’Educatorio Duchessa Isabella. Il corpo storico, affacciato per quattro piani fuori terra, è caratterizzato da un impianto quasi simmetrico costruito da due maniche triple con corridoio centrale, incernierate su di un aula ellittica che coincide con l’ingresso. Nel 1942 l’immobile fu gravemente danneggiato durante un bombardamento aereo, e l’ala lungo via Duchessa Iolanda venne interamente distrutta, per essere poi riedificata nel dopoguerra: la parte ricostruita, di quattro piani fuori terra, presenta una manica doppia a cui si addossano diversi corpi ortogonali, che conferiscono al fabbricato la forma di un impianto ad “E”. Il corpo edilizio ottocentesco, sicuramente la parte di maggior pregio architettonico, presenta una struttura in muratura portante e orizzontamenti costituiti da volte in muratura, eccetto che per la parte ricostruita in calcestruzzo. Costante a tutti i piani, la grande sala ellittica centrale è lo spazio più nobile: ornata da otto colonne doriche che gli conferiscono un carattere aulico di gusto neoclassico, è tuttora abbastanza ben conservato. Al contrario i decori degli ambienti della manica ovest (e in particolare quelli del soffitto a cassettoni del suggestivo locale destinato alla chiesa), sono stati rimossi o ricoperti da incauti interventi edilizi del dopoguerra.

pagina precedente la visa del palazzo da piazza Bernini a destra e sotto foto storiche: vista dalla piazza, l’esedra centrale, pagina seguente sezioni longitudinale e trasversale esterno del palazzo

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In considerazione della complessità e il carattere aulico dell’edificio, l’intervento di progetto ha avuto quindi come principale obiettivo la ricostruzione della spazialità e dei caratteri degli ambienti originari, e la contestuale riorganizzazione degli spazi così da renderli adeguati alle nuove esigenze funzionali: ovvero raggiungimento di un equilibrio tra le attese derivanti dalle specifiche esigenze funzionali dei singoli enti della Compagnia e la salvaguardia di un’unitarietà

complessiva dei diversi

ambienti: in modo che, in futuro, possa essere ipotizzabile immaginare eventualmente anche altri assetti e collocazioni diverse. In quest’ottica, il progetto prevede una serie di interventi di recupero quali il ripristino del disegno originario degli sfondati delle pareti del corridoio; l’allargamento e l’innalzamento ad alcuni piani dei fornici delle porte, per consentire la sostituzione delle attuali scadenti porte con serramenti in legno uguali agli originari; la sostituzione dei serramenti esistenti interni ed esterni, di fattura recente e ordinari, con serramenti nuovi di eguale disegno a quelli storici; la reintroduzione delle finiture originarie dei pavimenti in legno nelle stanze, e in formelle di calcestruzzo nel corridoio in luogo dei pavimenti comuni esistenti; il recupero delle decorazioni plastiche e pittoriche del solaio a cassettoni del locale dell’ex cappella; la realizzazione di decorazioni con colori coerenti con quelli originari; il recupero delle facciate esterne. Oltre ai suddetti interventi di recupero dell’immagine originaria il progetto prevede l’utilizzo del sottotetto con l’introduzione di una serie di abbaini di disegno coerente con l’edificio storico e con la necessaria estensione delle attuali rampe di scale fino al piano del sottotetto. Il progetto di distribuzione delle funzioni è stato predisposto sulla base di una lettura attenta della tipologia dell’edificio esistente, e quindi non modifica in modo sostanziale la logica complessiva dell’edificio pur consentendone un uso più articolato degli spazi. Le poche modifiche introdotte riguardano: l’utilizzo “condominiale” dell’immobile che prevede l’introduzione di una porta interna ad ogni livello della manica ovest in modo da privatizzare l’utilizzo di ogni piano; l’introduzione di un ascensore nella manica ovest in luogo di uno preesistente; l’introduzione di servizi igienici ad ogni piano; il ricorso ad arredi fissi realizzati in elementi leggeri in policarbonato translucido per le distribuzioni interne agli ambienti. Sempre nella medesima logica di attenzione ai valori dell’edificio storico viene proposto l’utilizzo, per le partizioni interne di alcuni locali, di pareti leggere e semi trasparenti in policarbonato stirato sorrette da esili pilastrini metallici circolari, in modo da garantire la percezione della spazialità dell’ambiente storico. 68


pagine precedenti corridoi del piano interrato, piano terreno e piano secondo piante di progetto del piano interrato, piano terreno e piano secondo sotto ingresso dal corridoio agli uffici spazio relax del piano secondo

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sotto sezione costruttiva del sottotetto sala di accoglienza degli ospiti dell’Ufficio Pio uffici dell’Ufficio Pio al piano terreno e box al piano interrato nelle pagine successive uffici della Fondazione 1563 nel locale ex cappella e la biblioteca al piano primo

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in queste pagine salone di ingresso, quadreria e veranda al primo piano nelle pagine successive veranda al piano terreno, uffici e corridoio della fondazione 1563

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RESTAURO DEL PALAZZO SALMATORIS committente

Comune di Cherasco

con

Isolarchitetti, Luca Reinerio, Nicola Restauri,

MCM impianti, Ipe Progetti, Enrico Massaro

opere

2.700.000 euro

fotografie

Beppe Giardino

Cherasco (CN) 2011-2015 79


I primi documenti iconografici che attestano la presenza di Palazzo Salmatoris a Cherasco sono reperibili a partire dal 1682 nel Theatrum Sabaudiae, mentre le carte catastali napoleoniche (1807-1816) identificano i lotti di proprietà della famiglia Salmatoris le cui vicende, iniziate già all’inizio del diciassettesimo secolo, conducono a quella che è la sua forma attuale. Il palazzo venne edificato tra il 1616 e il 1620 sulla via principale di Cherasco (oggi via Vittorio Emanuele II) accanto alla chiesa di S. Antonio Abate (già chiesa di S.Francesco, demolita nel XX secolo ma di cui si conservano alcuni affreschi nel muro perimetrale di un’ala del palazzo). Si tratta di un edificio tipico della stagione romana del tardo Cinquecento, ovvero un edificio di rappresentanza di cui riprende le note caratteristiche: il grande blocco con facciata uniforme interrotto da un ingresso centrato che porta ad un cortile porticato, ed il piano nobile riservato alla famiglia dominato dal salone d’onore. Le stanze di Palazzo Salmatoris vedono la firma di due importanti trattati di Pace: il 7 aprile 1631 viene sottoscritta nel gabinetto del palazzo, da allora rinominato in “Sala della pace”, il trattato che poneva fine alla guerra per la successione nel ducato di Mantova; nella stessa sala, per una singolare fatalità, si firmava, il 27 aprile 1796, l’Armistizio di Cherasco, siglato da un Napoleone non ancora imperatore e dallo sconfitto Re di Savoia, Vittorio Amedeo III; inoltre, per un breve periodo, nel 1706, viene conservata nel Palazzo la reliquia della Sindone. Per l’alto valore storico e simbolico una parte del Palazzo è stata acquistata dal Comune di Cherasco negli anni’80 e ristrutturata ad uso museale, già sede di mostre di arte moderna e contemporanea di rilievo nazionale. Il progetto di restauro interviene sulla parte del Palazzo solo recentemente acquistata dal Comune con l’intento di ampliare la funzione museale esistente. L’intervento si pone in prima istanza una serie di problemi di tipo strutturale, distributivo e funzionale, che si interfacciano con la valorizzazione dell’identità di Palazzo Salmatoris come bene architettonico caratterizzato da una complessa stratificazione di fasi e di parti. Si tratta di un progetto la cui forte impostazione interdisciplinare garantisce il raggiungimento di obiettivi quali appunto la qualità tecnica, tecnologica, 80

funzionale ed estetica. La finalità del restauro di Palazzo Salma-


toris è fondata sul rispetto della sua storia, in quanto documento materiale, sulla consapevolezza del suo ruolo di tassello importante nel tessuto urbano di Cherasco e sull’assunzione delle esigenze funzionali legate alla destinazione museale. A tale scopo le linee guida di supporto sono state lo studio approfondito delle fonti storiche ma anche, e soprattutto, la considerazione delle problematiche di restauro rese incombenti dal grave degrado di alcune parti dell’edificio. L’intervento prevede la ricostruzione del tetto della manica sud del cortile, crollato all’inizio del novecento; le stanze della stessa manica sono soggette a restauro filologico o a messa in scena delle stratificazioni a seconda delle condizioni in cui versano. In particolare, il restauro filologico interessa le stanze la dove le condizioni di degrado consentono la possibilità d’individuare una fase storica prevalente e di recuperarla integralmente; ove le mancanze sono tali da richiedere integrazioni di notevole entità si è preferito prevedere di lasciare tali mancanze esistenti a vista, previo consolidamento. In questo modo si rende chiaramente leggibile la sequenza delle fasi che le hanno interessate: seicentesca, settecentesca, ottocentesca financo quelle relative all’utilizzo produttivo (la parte del Palazzo oggetto di restauro è stata utilizzata come mulino e deposito di granaglie nel XIX secolo). Altre scelte sono state la costruzione di una nuova scala, dal piano terra al sottotetto, e di un ascensore dal piano delle cantine al secondo piano; un nuovo impianto di riscaldamento e raffrescamento a pompe di calore alimentate da energia geotermica.

a sinistra: affresco cinquecentesco sul muro perimetrale della manica sud, facente parte, presumibilmente dell’apparato decorativo della chiesa di S. Francesco, originariamente adiacente al palazzo; in alto: stanza al piano terreno con decori settecenteschi e nuovo pavimento in formelle di cotto nella pagina precedente: nuovi allestimenti e in primo piano la saletta del silenzio, affrescata da Sebastiano Taricco per celebrare il passaggio della reliquia della Sindone, al seguito della corte sabauda, nel 1706; in basso, lo scalone monumentale che conduce al primo piano della manica aulica.

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La valorizzazione del Palazzo Salmatoris è attuata attraverso il completa-

via; viene inotre prevista la riqualificazione degli spazi antistanti l’ar-

mento del restauro dei suoi esterni.

co di Porta Narzole sul viale Salmatoris, che collega la città con l’omoi-

In questa seconda fase viene dunque incluso il restauro delle facciate inter-

mo Castello.

ne ed esterne, del cortile aulico, e delle aree esterne prospicenti il Palazzo su Via Vittorio Emanuele II, compreso il complesso monumentale dell’Arco di Porta Narzole. La via Vittorio Emanuele costituisce il principale asse nord-sud della città storica e ha nei due archi della Pace e di porta Narzole le chiusure prospettiche. Quest’ultimo è stato concepito come speculare all’arco della Pace e costruito nei primi anni trenta del XVIII secolo con materiali di risulta provenienti dalla demolizione della precedente porta verso sud. Gli interventi di progetto comprendono la ripavimentazione del tratto di marciapiedi antistante il Palazzo e di quelli coperti da portici sulla stessa

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in basso Facciata esterna di Palazzo Salmatoris su via Vittorio Emanuele II a destra Sezione urbana di progetto che comprende il Palazzo Salmatoris e il prospetto Nord dell’Arco di Porta Narzole sullo sfondo a destra, in basso Facciata Sud dell’Arco di Porta Nazole visto dal viale Salmatoris con la città di Cherasco e l’Arco della Pace sullo sfondo


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in alto: le macine del mulino, ricollocate nelle loro posizione originale; a sinistra: la stanza al primo piano, dove venivano calate le sementi; sopra: vista dal piano terra verso la nuova copertura, con la passerella sul solaio ligneo seicentesco


sopra: il nuovo allesimento della manica aulica; a sinistra: stanza decorata al primo piano della manica interna; sotto: la rampa archeologica ritrovata nel corso degli scavi; in bassi a sinistra: la nuova scala

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a sinistra: l’androne del palazzo; sopra: l’arco di Porta Narzole visto da nord; in basso: vista della manica interna dal cortile; a destra: l’illuminazione notturna del sottologgiato

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ARCHIVI STORICI COMPAGNIA DI SAN PAOLO Piazza Bernini - Torino 2011 - 2015

committente

Compagnia di San Paolo

con

Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria),

Carlo Deregibus, Enrico Massaro

opere

1.400.000 euro

fotografie

Carlo Deregibus,

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Con quasi cinquecento anni di storia la

dello scorso secolo sono conservati in forme e a

Compagnia di San Paolo possiede una ricchissima

condizioni differenti nei maestosi ambienti voltati

documentazione della propria storia e della

degli interrati del palazzo ottocentesco di piazza

storia della società che si è sviluppata insieme

Bernini a Torino.

ad essa. Incunabili e documenti amministrativi 90


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NUOVA SEDE UFFICIO PIO Piazza Bernini - Torino 2012 - 2014

committente con opere

Compagnia di San Paolo

Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria) 2.100.000 euro

fotografie

Carlo Deregibus

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All’interno degli angusti spazi che si articolano lungo il piano ammezzato di un palazzo ottocentesco è stato collocato la nuova sede dell’ente benefico Ufficio Pio. Un corridoio serve a pettine una serie di piccolo ambienti a pianta trapezoidale definiti da sottili pareti in policarbonato.

nelle pagine precedenti e in questa pagina corridoi del piano ammezzato e uffici arredati

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RESTAURO DEL PALAZZO DI PIAZZA ARBARELLO Torino 2012-2017

committente con opere

Compagnia di San Paolo

Isolarchitetti, ICIS, Proeco, Giuseppe Amaro 7.350.000 euro

fotografie

Beppe Giardino, Ivan Lombardo 97


La prima configurazione di un edificio in luogo di quello spazio urbano che fino ad allora era il corso alberato della Cittadella, è registrata dal Catasto Rabbini del 1866, dove viene rappresentato un corpo compatto e simmetrico, arretrato rispetto al proseguimento di via Bligny, di una non meglio definita “Scuola” affacciata sulla futura piazza, e con un retro adibito a giardino. L’assetto definitivo dell’edificio, che ospiterà il Regio Istituto Superiore di Scienze Economiche e Sociali, viene però raggiunto solo nel 1930, quando viene data avvio alla costruzione del progetto a firma dell’ing. Enrico Bonicelli (già autore di opere progevoli e studiate da storici delle tecniche delle costruzioni come la Promotrice delle Belle Arti o lo stabilimento Savigliano a Torino). Il progetto di restauro del Palazzo per l’adeguamento alle nuove esigenze di istituto di formazione di terzo livello è l’esito di un articolato iter progettuale che hanno avuto inzio con il concorso ad inviti, indetto dalla Compagnia di San Paolo nell’aprile 2012. La forte vocazione internazionale del centro di formazione comporta che l’edificio sia utilizzato da studenti e docenti per periodi brevi ma intensi, in cui l’intera giornata viene trascorsa nella sede. Inoltre, trattandosi di una istituzione dedicata alla formazione di terzo livello (master e dottorati) e alla ricerca, è fondamentale lo scambio di idee tra i presenti, circa 750 persone in periodi di massima utilizzazione. Il progetto è caratterizzato da alcuni temi principali. - La demolizione dei volumi incongrui realizzati successivamente al progetto originale: la sopraelevazione della manica verso pagine precedenti L’edificio con il fronte principale verso Piazza Arbarello sopra Progetto dell’ing. Enrico Bonicelli (1930): prospetto su Piazza Arbarello e sezione longitudinale dell’edificio nella pagina a destra : il corpo scale su via Assarotti il nuovo auditorium interrato lo scalone di ingresso

piazza Arbarello, i corpi nel cortile con i servizi, il primo piano del transetto su via Assarotti. - La conservazione dell’aula magna. Verrà realizzata una nuova vetrata con adeguate caratteristiche di isolamento e dotata di opportuni sistemi di schermatura. Il rapporto di questa vetrata con la struttura ricalcherà lo schema del progetto di Bonicelli. Dal punto di vista funzionale l’aula magna diventerà il cuore pulsante dell’edificio: una piccola piazza coperta posta a coronamento della serie di ambienti monumentali che da piazza Arbarello si susseguono lungo l’asse longitudinale dell’edificio.

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- La realizzazione di una nuova sala conferenze posta esattamente sotto l’aula magna, in corrispondenza cioè della porzione di edificio che non è cantinata. Tale sala conferenze avrà orientamento trasversale rispetto all’asse più lungo dell’edificio e sarà dotata di una sorta di piccolo loggione leggermente sopraelevato rispetto alla sala stessa. La nuova sala interrata ha una capienza di 150 posti. - La creazione di una nuova copertura a coronamento della manica su piazza Arbarello di cui viene demolita la sopraelevazione degli anni cinquanta con tetto piano. Il profilo della nuova copertura segue l’andamento del progetto del Bonicelli. Il necessario restauro delle altre parti di copertura esistente sarà eseguito mantendo forme e dimensioni attuali. Le nuove coperture sono previste in coppi, in ossequio al rispetto dalla prevalenza dei caratteri dell’ambiente urbano rispetto a quelli del singolo edificio. L’edificio, allo stato attuale, è dotato di una impiantistica tradizionale e obsoleta che, nell’ambito del progetto proposto verrà integralmente sostituita. L’intervento di rifunzionalizzazione del fabbricato prevede, sotto l’aspetto degli impianti e della sostenibilità ambientale, un preciso indirizzo progettuale orientato a: 1. Adeguare l’edificio alla recente normativa sullo sfruttamento delle energie rinnovabili 2. Inserire una impiantistica funzionale e flessibile alle diverse esigenze degli ambienti ma allo stesso tempo poco impattante con l’edificio per garantire l’integrità dei manufatti edilizi di pregio storico. 3. Inserire l’intervento – dalla progettazione sino alla sua realizzazione finale – come caso studio all’interno di un protocollo di sostenibilità sperimentale studiato specificatamente per gli edifici storici dal Green Building Council (organizzazione nata negli Stati Uniti all’inizio degli anni novanta a cui aderiscono oggi 140 nazioni, cfr. www.gbcitalia.org).

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a sinistra: restauro dell’aula storica al piano secondo e gli interventi di consolidamento al piano primo sopra: l’ex-aula magna durante il cantiere sotto: lo scalone d’ingresso

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sopra: dettaglio del progetto esecutivo a destra: la nuova common room

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UFFICI CENTRO SERVIZI Piazza Bernini - Torino 2012 - 2014

committente con opere

Compagnia di San Paolo

Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria), 2.900.000 euro

fotografie

Carlo Deregibus,

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I grandi ambienti privi di finestre del sottotetto di un edificio tardo ottocentesco sono stati recuperati per introdurre gli uffici operativi di un Centro servizi. Nelle falde della copertura sono stati aperte delle finestre che riprendono i codici architettonici degli abbaini settecenteschi torinesi. Tutte le nuove partizioni interne degli uffici sono realizzate in pannelli in policarbonato, che si differenziano dalle strutture portanti esistenti che sono rimaste in opera muraria a vista.

in questa pagina e nella successiva corridoi e uffici della manica est

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in questa pagina e nella precedente uffici della manica ovest

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QUADRERIA DEL CICLO DI SAN PAOLO Piazza Bernini - Torino 2011 - 2015

committente con opere

Compagnia di San Paolo

Luca Reinerio, Guido Vacchina (MCM ingegneria), Alberto Valentino 500.000 euro

fotografie

Beppe Giar dino 109


Nei saloni centrali del piano nobile dell’ottocentesco Palazzo che ospita la

logico, e in parte in piccole stanze attigue. La collezione viene aperta al

Fondazione 1563 della Compagnia di San Paolo, è collocata il ciclo pittorico

pubblio in occasione di specifici eventi della fondazione.

sulla vita di San Paolo. Dodici grandi quadri seicenteschi di scuola piemon110 sono collocati in parte nel salone ellittico, oggetto di un restauro filotese


nella pagina precedente e al centro: il salone ellittico 111 a destra e sinistra: le sale attigue del piano nobile


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RIFUNZIONALIZZAZIONE COLLEGIO EINAUDI SEZIONE MOLE Torino 2017.In Corso

committente con opere

Collegio Universitario Renato Einaudi

ICIS, MCM Ingegneria, Stefano Toscano, Francesco Fenoglio 5.750.000 euro 113


L’edificio che ospita la Sezione Mole del Collegio Renato Einaudi sorge nella parte del centro storico di Torino che si è formata con l’ampliamento curato da Amedeo di Castellamonte (1673), la cosiddetta “Città Nuova di Po”, appena dentro le mura, subito a ridosso dell’esedra della futura piazza Vittorio Veneto. In una pianta risalente al 1790, conservata all’Archivio Storico Comunale), il fabbricato viene indicato con la destinazione d’uso “Reggio Magazeno di Panni”, ovvero si trattava dei magazzini reali dei panni. I magazzini dei grani e dei panni furono sostituiti dalle caserme, tra le quali – sull’attuale via Principe Amedeo - la Caserma Ceppi, infatti all’angolo della Sezione Mole tra via Principe Amedeo e via delle Rosine è stato collocato un monumento in ricordo dei bersaglieri. Nel secondo dopoguerra prende avvio, sul sedime delle caserme, la realizzazione prima della Sezione Po ed in seguito della Sezione Mole del Collegio Renato Einaudi; di quest’ultima firma il progetto (maggio / luglio 1965) l’architetto Giulio Momo, unitamente all’ingegnere Augusto Momo, e il 10 febbraio 1966 il Comune di Torino ne ha autorizzato la costruzione. Il progetto, dal punto di vista distributivo/funzionale, prevede in sintesi di: - riorganizzare la hall e gli spazi ricreativi del piano rialzato e del piano seminterrato; - recuperare il piano sottotetto (realizzando camere singole e doppie, sale studio e l’alloggio dei custodi); - rendere la sezione accessibile agli utenti con disabilità fisiche o sensoriali, attraverso la realizzazione di una rampa esterna per superare il dislivello del piano marciapiede ed il piano rialzato e adeguando l’ascensore esistente - dotare le camere studenti di servizi igienici indipendenti; tra queste, due camere di ogni piano, (dal primo al quarto) saranno dedicate agli utenti con disabilità fisiche o sensoriali; - realizzare una sala studio ad ogni piano e prevedere delle sale studio collettive nel piano sottotetto; - localizzare le cucine di piano in maniera baricentrica rispetto alla distribuzione di piano, in corrispondenza degli attuali locali sopra: esiti del questionario distribuito agli studenti

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doccia;


- trasformare in camere per studenti gli spazi attualmente occupati dagli spazi comuni al piano rialzato, dall’alloggio del custode al piano terzo e dalle cucine di piano. I miglioramenti riguarderanno: - la realizzazione di un maggior numero di camere per gli studenti, ognuna dotata di servizio igienico personale; - l’abitabilità del sottotetto, grazie alla realizzazione di abbaini e lucernari; - la realizzazione di un maggior numero di spazi collettivi, quali ad esempio sale studio ad ogni piano e sale collettive al piano sottotetto. La ristrutturazione riguarda inoltre le strutture e gli impianti dell’edificio esistente e si propone di: - intervenire sulla struttura portante in c.a. dell’edificio al fine di migliorare la risposta statica e sismica delle strutture. - adeguare l’edificio alla vigente normativa antincendio; - aggiornare/trasformare/introdurre gli impianti meccanici ed elettrici. Il progetto di ristrutturazione edilizia e riqualificazione della sezione Mole del Collegio Einaudi si è inoltre avvalso delle informazioni tratte da un questionario che è stato sottoposto agli studenti residenti in tale sede, svolto durante la predisposizione del progetto preliminare.

a destra : sezione tecnologica di progetto

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RIFUNZIONALIZZAZIONE COLLEGIO EINAUDI SEZIONE CROCETTA Torino 2017.In Corso

committente con opere

Collegio Universitario Renato Einaudi

ICIS, MCM Ingegneria, Stefano Toscano, Francesco Fenoglio 1.250.000 euro 117


L’edificio oggetto di intervento è sito a Torino in Corso Lione 24, nell’isolato tra via Prinotti e via Braccini e sorge nel quartiere Borgo San Paolo di Torino. Questo quartiere, sviluppatosi alla fine dell’Ottocento come quartiere prevalentemente operaio. All’interno del Borgo San Paolo erano presenti numerosi stabilimenti automobilistici, quali Lancia, la SIP e la Fiat SPA (Società Piemontese Automobili), perciò fu una zona particolarmente colpita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nel secondo dopoguerra prende avvio l’edificazione del lotto oggetto di studio, con la realizzazione della sezione Crocetta del Collegio Einaudi e dei locali destinati a mensa universitaria al piano rialzato e al piano seminterrato della manica che si prolunga su via Don Prinotti, strada di nuova realizzazione (ad uso privato) all’interno dell’isolato. Nel 1976 sono stati realizzati lavori di ristrutturazione interna e sistemazione dei locali oggetto di intervento, che hanno mantenuto la destinazione d’uso a mensa universitaria. Attualmente tutti i locali sono inutilizzati, ma precedentemente al piano rialzato si trovavano il locale mensa e le cucine. Al piano seminterrato erano collocati depositi, dispense e magazzini, due uffici e gli spogliatoi per il personale. Gli interventi previsti per la distribuzione prevedono di abbattere le barriere architettoniche attraverso la realizzazione di un montascale esterno su Corso Lione e una rampa nel cortile interno a sostituzione di quella esistente (non a norma) in modo da rendere accessibili anche per le persone con disabilità fisiche o sensoriali i locali oggetto di intervento. L’edificio oggetto di intervento è composto da 2 piani, tutt’ora messi in comunicazione dall’interno attraverso una scala metallica. Il progetto prevede di demolire la scala metallica esistente e di realizzare una nuova scala di distribuzione verticale in c.a.

pagina a destra : pianta delle stanze con identificazione degli arredi e sezione tecnologica di progetto

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Il progetto prevede in sintesi di: - trasformare il locale mensa (piano rialzato) in camere per gli studenti (singole e doppie), dotate di servizi igienici indipendenti; tre camere al piano rialzato saranno dedicate agli utenti con disabilitĂ fisiche o sensoriali; - riorganizzare il piano seminterrato, con la realizzazione di camere singole e doppie e di locali ad uso collettivo, quali sala corsi/ giochi, etc; - realizzare sale studio collettive al piano rialzato; - ricollocare la cucina del piano rialzato; - sostituire i serramenti esterni dei locali oggetto di intervento; - rendere la sezione accessibile agli utenti con disabilitĂ fisiche o sensoriali, attraverso la realizzazione di un montascale per superare il dislivello del piano marciapiede ed il piano rialzato. - realizzare una nuova scala interna di collegamento dei due piani; - adeguare la struttura alla vigente normativa antincendio; - aggiornare/trasformare/introdurre impianti meccanici ed elettrici.

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INFRASTRUTTURA DI RICERCA HSSH Torino 2018

committente opere

UniversitĂ degli Studi di Torino

820.000 euro 121


L’intervento è finalizzato alla realizzazione di un’infrastruttura di ricerca delle scienze umane, sociali ed umanistiche per la trasformazione digitale delle imprese e dei mercati. L’area interessata, di circa 800 mq, è situata nel piano ammezzato della manica del cosiddetto “Palazzo Nuovo”, una delle prime strutture torinesi ad essere realizzata interamente in acciaio. L’attuale distribuzione degli ambienti, all’interno dell’edificio come del piano, è prodotta dal rigore e dal monotono ritmo della struttura portante che varia solo in occasione del raddoppio dei pilastri. Prodotti così serialmente, i locali risultano rigidamente definiti ed inadatti ad ospitare funzioni diverse da quelle previste. Inoltre, la grande larghezza della manica dell’edificio (circa 18 m) comporta una scarsa luminosità negli ambienti più in profondità. L’area di intervento, affacciata su via Roero di Cortanze, prevede due accessi: uno attraverso il corridoio centrale dell’atrio; l’altro attraverso il cortile interno. Il progetto mira alla realizzazione di un ambiente polivalente capace di allestire, testare e registrare numerose interazioni necessarie alla valutazione di prodotti e servizi. Il progetto è quindi improntato ad una logica di flessibilità, capace di generare grandi spazi comuni insieme a locali più formalmente definiti. Al fine di massimizzare lo spazio utile per gli ambienti flessibili, si è scelto di accorpare le sale maggiormente strutturate. Agli stessi spazi flessibili è stata garantita grande luminosità attraverso le ampie vetrate esistenti, posizionando i locali di servizio nelle zone più buie. Lo sviluppo degli ambienti è costruito su un fascio di linee curve, capaci tanto di aumentare le superfici su cui proiettare, quanto di generare diversità all’interno degli spazi flessibili. In questo modo si è generato un campionario di superfici ed ambienti che si prestano a venire incontro alle più varie richieste di allestimento. Le linee curve sono state utilizzate anche per generare un controsoffitto capace sia di diversificare le altezze degli ambienti, sia di costituirsi come un’infrastruttura per telecamere, proiettori e schermi. In particolare delle strip led accompagnano il movimento sopra: render del centro di ricerca pagina a lato: assonometria con individuazione dei setting

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delle velette di raccordo dei controsoffitti e dei corpi illuminanti sospesi di forma circolare garantiscono sia l’illuminazione ordinaria


che di quella di emergenza

Fluidità e diversità sono stati i concetti principali per generare numerosi

In questo modo il controsoffitto accompagna i flussi di persone

contesti lavorativi. La definizione dei differenti setting è, infatti, passata

e suggerisce, in maniera non invasiva, suddivisioni tra gli spazi

tanto attraverso gli ambienti strutturati quanto quelli flessibili: tre setting

disponibili. La postazione della reception è il fulcro attorno a cui

richiedono specifiche attrezzature e superfici, altri tre devono prevedere

si snodano tutte le curve dei controsoffitti. Lo sguardo dell’utente

numerose configurazioni; per questi ultimi, la fluidità delle linee ha disegnato

è, così, accompagnato ad un chiaro punto di riferimento, quali che

ambienti capaci di compenetrarsi e riconfigurarsi secondo le esigenze.

siano gli allestimenti presenti. Nello spazio comune è stato inserito un divisorio mobile, sempre secondo l’idea che una linea curva sia maggiormente capace di suddividere gli spazi in maniera flessibile rispetto alla rigidità della linea retta. Il raggio di curvatura e la mobilità permettono al tramezzo di aprire e chiudere ambienti, oltre che di creare percorsi a seconda delle esigenze. Permette, anche, l’inserimento di un ampio schermo touch screen sul lato concavo, mentre la superficie del lato convesso ben si presta a proiettarci sopra.

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RESTAURO E RIFUNZIONALIZZAZIONE ORANGERIE MUSEI REALI Torino 2018.In Corso

committente con opere

Musei Reali di Torino

Isolarchitetti, Milan Ingegneria, MCM Ingegneria 8.150.000 euro 125


L’area oggetto dell’intervento deve il suo nome alla storica presenza ottocentesca della serra per gli agrumi, destinati ad abbellire i Giardini Reali. Oggi l’area è situata all’interno dei Musei Reali di Torino, al confine nord dei Giardini Inferiori di Palazzo Reale, lungo Corso Regina Margherita. Questi sono separati dai Giardini Reali Superiori, collocati a livello del Palazzo Reale, dai bastioni cinquecenteschi della cinta muraria della città. All’interno di questi giardini, l’edificio che un tempo era utilizzato come Serra Reale o Orangerie, oggi ospita il Museo Archeologico. Complessivamente i Giardini Reali costituiscono un’area verde urbana unica per valore monumentale e ambientale della città. Il primo impianto risale all’epoca di Emanuele Filiberto di Savoia (15281580) a cui sono state apportate successive modifiche di cui le principali risalgono alla fine del Seicento e al 1886. Nel 1997, a seguito dell’incendio che colpì la Cappella della Sindone, i Giardini Reali Superiori sono stati chiusi al pubblico e dal 2008 sono iniziati gli interventi di recupero che hanno portato alla riapertura parziale nel 2016. Nel biennio 2018-2019, è previsto il completamento degli interventi di riqualificazione, al termine dei quali i Giardini Reali potranno essere restituiti al pubblico nel loro antico splendore. I Giardini Reali inferiori, invece non sono di fatto mai stati accessibili al pubblico, in quanto l’area costituiva dalla sua realizzazione cinquecentesca, il fossato del sistema difensivo della città. Soltanto in seguito alla dismissione ottocentesca del sistema murario difensivo e alla realizzazione delle prime serre, l’area fu utilizzata come spazio di servizio dei giardini reali superiori, a questi collegati dalla rampa tuttora presente nell’orecchione del Bastion Verde. Negli anni 70 del novecento, l’area dei Giardini Inferiori è stata interessata da consistenti lavori di scavi relativi all’attuale assetto del Museo Archeologico. Nello specifico sono stati realizzati scavi per la realizzazione della nuova manica espositiva semi-ipogea (il cosiddetto Padiglione Territorio) a firma degli architetti Gabetti e Isola, e la reasopra: le mura cittadine nel quadro settecentesco del Bellotto i padiglioni delle Orangerie agli inizi del Novecento

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lizzazione di un nuovo padiglione espositivo, a firma dell’architetto Fiorio e dei connessi volumi ipogei che ospitano i magazzini e i laboratori di restauro.


Quest’ultimo intervento, comprensivo dell’assetto dei padiglioni novecenteschi in muratura, è lo specifico ambito di intervento del presente progetto di riqualificazione. Gli obiettivi e le finalità del progetto si inseriscono in un più ampio disegno di riorganizzazione delle funzioni e degli attuali e futuri assetti distributivi del Polo Museale Reale e in particolare del Museo Archeologico. Questo progetto ha preso l’avvio con la riqualificazione della manica di Ponente di palazzo Reale e lo spostamento dell’ingresso da via XX settembre a quello centrale di Palazzo reale. Piazzetta Reale e di cui il presente intervento costituirà un tassello da parte del Polo Museale di rivedere l’assetto distributivo e funzionale di quest’area e del Museo archeologico all’interno di una più ampia riorganizzazione del sistema Museale Reale, costituiscono la premessa del presente intervento. Quest’ultimo intervento, costituisce lo specifico ambito di intervento del presente progetto che determina un cambiamento d’uso specifico e di assetto strategico dell’intera area. Il progetto prevede in sintesi: - il restuaro degli immobili storici e degli elementi originari - l’eliminazione degli elementi incongrui quali i corpi di collegamento e tra i padiglioni, i solai sfalsati sui padiglioni laterali; -la sostituzione del padiglione sul giardino con un nuovo spazio espositivo - la realizzazione di un nuovo auditorium e di sale didattiche multimediali

a destra : i padiglioni storici delle orngerie durante l’intervento di restauro degli anni settanta

127


128


altre opere

129


Il Palazzo dei Lavori Pubblici, con il suo carattere programmaticamente modesto, è forse una delle architetture torinesi più

consulenza architettonica

discusse: il rapporto con lo spazio urbano

committente Città di Torino,

in cui è inserito - il prospiciente Duomo,

Assessorato al Patrimonio con

Luca e Reinerio e Aimaro Isola

Riqualificazione del Palazzo dei Lavori Pubblici Torino 2003

l’invaso della piazza San Giovanni, le Torri Palatine - accende periodiche polemiche sull’appropriatezza

dell’oggetto

architettonico. Il progetto si appoggia ad una strategia di intervento articolata sul restauro del manufatto e la contestale ridefinizione del rapporto conl luogo. Lo stesso sistema colonnato, che definisce i confini del Parco archeologico, ritorna su piazza San Giovanni, arrivando ad avvolgere il Palazzo e definendo spazialmente il filo dell’isolato oggi mancante. La presenza dell’edificio esistente viene così percepita all’interno di un nuovo quadro, che ne completa la forma attualmente aperta e ne relaziona le forme

130 130

al contesto rinnovato.


Risalente presumibilmente al secolo XVIII, Casa Garibaldi si presentava in uno stato di grave degrado, tale da minarne sia l’uso abitativo che il carattere urbano. Il

progetto

ricompone

l’autonomia

funzionale dell’edificio, costruendo una nuova scala che consenta la distribuzione a tutti i piani e attraverso il completo rifacimento delle coperture; ed insieme tuttavia ha ripristinato il carattere insieme civile (vedi i decori intorno alle passate delle finestre) e rurale (vedi le logge verso il cortile) dell’edificio.

committente privato con

Luca Reinerio

opere 345.000 euro

Casa Garibaldi Bossolasco . Cuneo 2007 . 2008

131


Una grande ellisse, percorso nel verde; edifici disposti sul suo perimetro interno, nei tratti meno curvi, uno vicino all’altro e con la medesima direzione; un tetto a capanna in cui le falde cadenzino una continuità, esteso all’esterno fino a coprire il percorso porticato, e spezzata all’interno lungo i bordi del costruito; grandi filari alberati, che lungo l’asse maggiore dell’ellisse configurino zone d’ombra e amenità boschive. Sono queste, in sintesi, le mosse necessarie per comporre l’immagine urbana che risulta dalla nostra idea progettuale per il nuovo polo scolastico di Lido Adriano. Ciò che prefigura il progetto non è semplicemente un insieme di edifici tra di loro funzionalmente collegati; quanto invece il profilo di un unico paesaggio architettonico, articolato eppure coerente nelle sue forme costruite. E l’elemento che definisce il ruolo urbano del progetto è il ripetersi diversificato di tetti a capanna che ad altezza differente s’inseguono lungo i bordi dell’ellisse. Dentro

quest’unico

grande

paesaggio

costruito le singole unità scolastiche sono state poi rese chiaramente riconoscibili e strutturate secondo le specifiche esigenze di 132

ciascun livello formativo.


concorso di progettazione in due fasi con

Luca Reinerio e ICIS

Ellisse Nuovo polo scolastico Lido di Ravenna 2005

133


Campus universitario in piazza Aldo Moro Torino 2006 Project Financing committente Università di Torino con

Luca Reinerio e ICIS srl opere 35.000.000 euro

La soluzione architettonica individuata per il Project Financing lanciato dall’Università di Torino per un campus universitario sull’area del piazzale Aldo Moro muove dal

considerare

l’equilibrio

tra

l’uso

pubblico presente e il carattere chiuso e compatto che ha segnato questo lotto nella sua storia. Il grande isolato riprende il sedime della ottecentesca caserma Carlo Emanuele II, e si apre verso l’esterno grazie a tre scenografiche porte urbane realizzando vere proprie piazze urbane. Corpi di fabbrica di quattro piani e maniche ad un solo piano consentono di definire una struttura al contempo semplice e articolata, che ospita intorno alle sue tre corti residenze per studenti e docenti, attività commerciali, un ristorante, 134

un asilo e un centro fitness, nonché tre piani interrati di parcheggio.


La

Centrale

termica,

unica

memoria

rimasta

dell’insediamento produttivo preesistente, è un segnale importante all’interno del nuovo scenario urbano di Novoli.

committente Immobiliare Novoli con

Luca Reinerio e

I quattro piani quadrati, di 20 m. di lato, descrivono

Aimaro Isola, Franco Bruna

uno spazio interno fortemente caratterizzato da due

opere 5.300.000 euro

grandi caldaie in laterizio. L’ex Centrale è trasformata in un laboratorio in continua evoluzione, l’Urban Center fiorentino, per facilitare la comprensione dei progetti per la città e delle relazioni che esistono tra luoghi, memoria, impatto economico e nuovi stili di vita. L’idea guida della proposta sta nell’organizzazione di un percorso espositivo verticale che, partendo dal piano terra, conduca il visitatore fino alla copertura attraverso differenti possibilità di visita. A nord, una scala elicoidale in acciaio si affianca all’edificio esistente come un oggetto indipendente, in dialogo con l’emergenza della ciminiera.

Restauro della Centrale Termica e Urban Center Novoli . Firenze 2002 . 2007 135


Cassadò Murazzano . Cuneo 2006 . 2008

committente privato con

Luca Reinerio

opere 350.000 euro L’intervento riguarda un antico maniero del ‘600, posto su uno splendido declivio dominante l’intera pianura cuneese. Qui, un tratto di portico di collegamento viene trasformato in un grande salone, attraverso il rifacimento della copertura, la realizzazione di un nuovo muro interno in conci di pietra a spacco, un nuovo pavimento in tavole di legno massiccio e la costruzione, a chiusura del portico, di una grande e complesso serramento vetrato sul lato sud. Da questo rinnovato spazio centrale viene riorganizzata l’intera distribuzione dei due corpi di fabbrica principali, attraverso soluzioni puntuali

che

ridefiniscono

le

condizioni

abitative: l’intero rifacimento di un locale bagno, la realizzazione di un secondo bagno minore, l’introduzione di uno spogliatoio, modifiche agli spazi interni così da definire una nuova camera da letto, e soprattutto l’introduzione di un piccolo ascensore di collegamento tra i diversi livelli del maniero, fino alla piscina. Il progetto ha curato anche il disegno degli arredi e di una boiserie, nonché di un nuovo porticato verso valle da costituito lastre di vetro e celle fotovoltaiche. 136

stato di fatto del maniero piante e sezioni di progetto pagina seguente stato di fatto chiusura del portico a salone principale prospetti di progetto


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Regesto delle opere

RESTAURO E AMPLIAMENTO DELLA CERTOSA DI SAN FRANCESCO Avigliana (To) 1996-2006 Committente: Associazione “Abbazia 1515 onlus”, don Luigi Ciotti, Gruppo Abele Impresa: Rosso di Torino, dal 2004 con appalto pubblico Co.Ge. di Parma Importo opere: 5.500.000 € Con L. Reinerio Categoria Id: 4.150.000 € Opera in corso di realizzazione con il contributo della Regione Piemonte, del Ministero dei Beni Culturali e della Comunità Europea Progettazione architettonica e Direzione dei Lavori Consulenza architettonica sul restauro di Roberto Gabetti. pubblicazioni: A. GUERRA e M. MORRESI, Gabetti e Isola, “Opere di architettura”, Electa, Milano 1996 “Repubblica”, giovedì 30 settembre 1999, nell’articolo di M. PAGLIERI dal titolo “E i giovani? Sono cresciuti. La scuola torinese degli allievi eccellenti”” “Luna nuova”, del 12 aprile 2002, n. 28, pag. 6, con una pagina intera dedicata, dal titolo “La Certosa sta riprendendo vita” di E. MONTI; L. MAMINO, “Restauro e ampliamento della Certosa di San Francesco ad Avigliana”, in “Aion” n.11, 2006, pag.118-125; G. DURBIANO, L. REINERIO, “Quattro luoghi”, in “Nuova Architettura Italiana”, Quaderno di Aion, Firenze 2006.

AMPLIAMENTO EDIFICIO SCOLASTICO E NUOVO CENTRO POLIVALENTE Mathi (To) 1996 Concorso di idee in due fasi Progetto II classificato 138L. Reinerio e B. Camerana con

GIARDINO DELLA SCUOLA ELEMENTARE DUCHESSA JOLANDA DI RIVALTA Torino 1996 Committente: Comune di Rivalta (To) Impresa: Cooperativa “Filo d’erba”, Gruppo Abele Importo delle opere: 50 milioni di lire Con L. Reinerio Progetto svolto con la collaborazione dei bambini della scuola. pubblicazioni: del progetto ha scritto “La Stampa“, mercoledì 20 novembre 1996, a pag. 39, con un articolo dal titolo A 7 anni diventano botanici ed architetti. presentato in occasione della settimanadibattito organizzata da “Amnesty International” dal documento “Bambini sotto tiro”, nella sezione dedicata al “Diritto del bambino all’ambiente”, Giovedì 23 febbraio, 1996, Villa Comunale Tesoriera, Torino.

GIARDINO PUBBLICO Torino 1996 Committente: GEFIM Importo dell’opera: 600 milioni di lire Con L. Reinerio e B. Camerana Pubblicato in “Atti e Rassegna Tecnica” n.52, 1998

PANCHINA “SINUOSA” 1996 Realizzazione: Cooperativa Piero & Gianni Impresa: Gruppo Abele, Torino con L. Reinerio e B.Camerana Pubblicato in “Ottagono“, numero dedicato ai giovani designers italiani, n.122 del 1997

ABITAZIONI TEMPORANEE Biasca,Canton Ticino,Svizzera 1997 Concorso Internazionale di Progettazione Europan

Con L. Reinerio

Pubblicato in “Atti e Rassegna Tecnica”, n. 2, 1997

STUDIO DELLA SISTEMAZIONE FLUVIALE DELLA DORA Torino 1997 Studio di fattibilità Committenti: Comune di Torino Environment Park Spa, Torino Importo incarico: 30 milioni con L. Reinerio e G. Cosmacini e B. Camerana SCIENCE CENTRE Torino 1998-1999 Committente: Provincia di Torino Importo della ricerca: 200 milioni Gruppo di ricerca del Politecnico (coordinatori C. Olmo, C. Giammarco) Pubblicato in “Controspazio”, I -2001 A. Massarente, C. Ronchetta, “Ecomusei e paesaggi”, Edizioni Lybra Immagine, Milano 2004

ENVIRONMENT PARK Torino 1997-2000 Committente: Environment Park Spa, Comune di Torino Impresa: Impregilo di Milano Importo opere: 25 miliardi di lire Con L. Reinerio e B. Camerana, consulenza di E. Ambasz

Oltre che citata più volte sui più importanti quotidiani nazionali -come “La Stampa” e “Repubblica”- l’opera è stata inotre citata e pubblicata sulle riviste nazionali e internazionali, anche non solo di architettura. Tra queste le più significative sono: M.G. ZUNINO, “2000, i cantieri”, in “Abitare”, n. 379, p. 70. A. PICCHIERRI, “La politica industriale cittadina. Bilancio e prospettive”, in “Atti e Rassegna Tecnica”, A.52 n. 1, febbraio 1998, p. 62. G. GATTINO, “Il ‘cuore’ tecnologico di Torino”, in “Liberal”, 14 maggio 1998, p. 114. R. GAMBA, “Parco Ambientale nell’ex-fabbrica. Environment park nelle vecchie ferriere della Fiat a Torino”, in “Italia Oggi”, 7 ottobre 1998, p.46. G.F. REPELLINI, “Ex-acciaierie dal cuore ecologico”, in “Il Sole 24 ore”, 19 luglio 1998 D. SCAGLIOLA, “Torino città della scienza”, in “Qui Touring”, novembre 1998 V. RAVIZZA, “Environment Park, un futuro biodegradabile”, in “Tuttoscienze”, inserto de “La Stampa”, 7 aprile 1999 O. RABBI, “Il cuore verde della metropoli”, in “Costruire”, maggio 1999 S. D’ALMO, “La città dell’auto ha un cuore verde”, in “Espansione”, maggio 1999 G. TARTATARO, “Un parco per l’ambiente”, in “Box International Trade”, giugno/luglio 1999 E. BITOSSI, “Environment Park”, in “OFX Office International, luglio/agosto 1999 G. SBLENDORIO, “Green architetecture: a Torino la prima realizzazione”, in “Cantieri, Strade, Costruzioni”, settembre 1999 B. CAMERANA, G. DURBIANO, L. REINERIO, “Torino, Enviromnent Park: tra città e paesaggio”, in “Quaderni di Living Land – Territorio dell’abitare”, n. 2, Architettura sostenibile. Strategie e realizzazioni delle Pubbliche Amministrazioni in Italia, Centro Habitat Salute Architettura Editore, Rivoli (To), maggio 2002. G. DURBIANO, L. REINERIO, “Quattro luoghi”, in “Nuova Architettura Italiana”, Quaderno di Aion, Firenze 2006.


Opera esposta alla X Biennale di Architettura di Venezia, mostra Architettura, città e società, Arsenale, curatore Richard Burdet.

CITTADELLA DI ALESSANDRIA 1998-1999 Committenti: Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria, Fondazione Cassa di Risparmio e Finpiemonte Politecnico di Torino. Importo della ricerca: 100 milioni di lire Studio di fattibilità con L. Reinerio e V. Comoli (coord.), R. Gambino, R. Gabetti, A.Isola, Ferraris.

La ricerca è stata interamente pubblicata nel volume a cura di G. DURBIANO, L. REINERIO, “Riabitare la Fortezza. Idee per la cittadella di Alessandria“, Allemandi, Torino 2002.

SCENARI PROGETTUALI PER L’AREA ROMANA DEL CENTRO STORICO DI TORINO 1999-2000 Committente: Compagnia di San Paolo Importo dell’incarico: 100 milioni di lire Studio di fattibilità con L. Reinerio e R. Gabetti, A. Isola, L. Falco, R. Rigamonti pubblicazini: M. PAGLIERI, Sei musei in uno: un unico sistema dalla zona romana alla Mole, in “Repubblica”, venerdì 5 aprile, 2002, pag. VIII, Torino cronaca. A. MARTINI, Passeggiata archeologica, ne “Il Giornale dell’Arte”, n. 210, maggio 2002, p. 47.

“FORME INSEDIATIVE E INFRASTRUTTURE. PROCEDURE CRITERI E METODI PER IL PROGETTO” Torino 1999-2003 Ricerca interuniversitaria di interesse nazionale Committente: Ministero dell’Università e della Ricerca Tecnico Scientifica, Ministero dei Lavori Pubblici, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Provincia di Cuneo, Provincia di Biella, Città di Torino. Importo della ricerca: 850.000 € Coordinatore nazionale e locale Aimaro Isola pubblicazioni: A. ISOLA (a cura di), Manuale insediative e infrastrutture, Venezia, 2003. A. ISOLA (a cura di), Atlante insediative e infrastrutture,

- forme Marsilio - forme Marsilio

Venezia, 2003. A. ISOLA (a cura di), In-Fra Piemonte Sette luoghi in trasformazione , Otto ed.,Torino 2002.

2001 Committente: Compagnia di San Paolo Importo dell’incarico: 40 milioni di lire con Aimaro Isola

“LA CITTÀ DEL SOLE” PROGETTO DI RICERCA D’INTEGRAZIONE FOTOVOLTAICA NELL’EDILIZIA 2000-2001 Committenti : Ministero dell’Ambiente CNR Gruppo di Ricerca del Politecnico di Torino, Importo della ricerca: 50.000 € Con L. Reinerio Coordinare: Aimaro Isola

PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLA ROCCELLETTA Borgia (CT) 2001 “Progetti Pilota”, Concorso nazionale ad inviti, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana Importo opere progettate: 2.300.000 di lire Categoria opere progettate: Id Con L. Reinerio Progetto preliminare con don Aldo Marengo (liturgista) e Andrea Massaioli (artista).

pubbblicazioni P. PORTOGHESI, R. SCARANO, L’architettura del sole, Gangemi editore, Roma

RESTAURO E RECUPERO FUNZIONALE DI PALAZZO MAZZONIS A SEDE DEL MUSEO D’ARTE ORIENTALE Torino 2001 Committente: Compagnia di San Paolo Importo opere: 3.000.000 € Categoria opere progettate: Id Con L. Reinerio Consulenza al Progetto Preliminare con A. Isola pubblicazioni: M. PAGLIERI, “Palazzo Mazzonis: una casa per il Museo dell’arte orientale”, in “La Repubblica”, mercoledì 6 marzo 2002, p.II Torino cronaca. M. LUPO, “I progetti della Compagnia di San Paolo. Il Comune: consigli da esaminare”, ne “La Stampa”, venerdì 5 aprile 2002, pagina 39. A.MARTINI, Palazzo Mazzonis: entro l’anno il Museo d’Arte Orientale, ne “Il Giornale dell’Arte”, n. 210, mag. 2002, p. 47.

SCUOLA MATERNA Dresano (Mi) 2001 Concorso di idee Con L. Reinerio STUDIO DELLE POTENZIALITÀ MUSEALI SULL’EDIFICIO DELLA CURIA MAXIMA Torino

Pubblicato in allegato a “Casabella”, n. 661, novembre 2001

INDAGINE CONOSCITIVA E PROGETTUALE SULL’IPOTESI DI TRASFORMAZIONE DELLE OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI DI TORINO 2003 Contratto di Ricerca tra il Dipartimento di Progettazione Architettonica del Politecnico di Torino e la Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Importo della ricerca: 48.000 € Gruppo di Ricerca del Politecnico Coordinatori A. Isola, G. Durbiano e C. Giammarco VALUTAZIONE SULLE OPPORTUNITÀ INSEDIATIVE DEGLI UFFICI COMUNALI E DELLA POSSIBILE VALORIZZAZIONE DI EDIFICI DI PROPRIETÀ COMUNALE Comune di Piossasco 2003 Importo della ricerca: 18.000 € CENTRO D’ INTERSCAMBIO “MOVICENTRO“ A COSSATO 2003-2004 Committente: Comune di Cossato (Bi) Importo opere: 774.685 € Categoria opere: VIa, Ic, Ib Con Luca Reinerio Progetto preliminare, definitivo e esecutivo con F. Corbellaro, N. Corbellaro, P. Volpe e SI.ME.TE. S.n.c.

SCIENCE CENTRE IN PARCO MIRAFLORES Torino 2004-2005 Contratto di ricerca tra Dipartimento di Progettazione Architettonica del Politecnico di Torino e Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino. Importo della ricerca: 40.000 € Cordinatori della ricerca: L. Bazzanella, G. Durbiano, C. Giammarco pubblicazioni: Il Centro per la conoscenza e la divulgazione scientifica in Parco Miraflores, in “tam-tam” settembre 2004. A. Massarente, C. Ronchetta, “Ecomusei e paesaggi”, Edizioni Lybra Immagine, Milano, 2004.

VALORIZZAZIONE DELLE PORTE PALATINE E REALIZZAZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO Torino 2003-2006 Committente: Città di Torino, Assessorato alla Cultura, Assessorato ai Trasporti, Assessorato all’Urbanistica Importo opere: 5.500.000 € Categoria opere: Id per 4.350.000 € Con L. Reinerio Consulenza architettonica con A. Isola pubblicazioni: A. ISOLA, Il presente nel luogo della memoria, in “La Stampa”, sabato 15 febbraio 2003, pag.35 E. MINUCCI, “Un parco archeologico attraversato solo dal tram”, in “La Stampa”, sabato 15 febbraio 2003, pag. 41 D. LONGHIN, “Colonne, vetro e tetto in lose per nascondere il Palazzaccio”, in “La Repubblica”, sabato 15 febbraio 2003 I. DOTTA, Un giardino archeologico in centro, in “Il Giornale del Piemonte”, sabato 15 febbraio 2003, pag.11 M. LUPO, Intesa Comune-Soprintendenza: “il Palazzaccio perde un piano”, in “La Stampa”, domenica 16 marzo 2003, pag. 35 L.MERCANDO (a cura di), “Archeologia a Torino”, Allemandi, Torino, 2003. “Il Giornale dell’Architettura” n° 20, luglioagosto 2004 M. PETRANGELI, “Architettura come paesaggio Gabetti e Isola / Isolarchietti”, Allemandi, marzo 2005 G. DURBIANO, L. REINERIO, “Quattro luoghi”, in “Nuova Architettura Italiana”, Quaderno di Aion, Firenze 2006. L. Dal Pozzolo, M. Benente, “Barocco contemporaneo”, Allemandi, Torino, 2006. “Il progetto del parco archeologico delle Torri Palatine: valori e condizioni 139 del


luogo”, in “Studi Piemontesi”, vol. XXXV- 22006, p. 287-300; “Parco Archeologico”, in Urban Center Metropolitano,Torino, “Atlante dell’architettura 1984/2008”, Umberto Allemandi & C., Torino, 2008, schede n. 7; “Parco Archeologico”, in Pierluigi Bassignana, Alessandro De Magistris, “La nuova Torino. Com’era, com’è”, Umberto Allemandi & C, La Stampa, Torino, 2008. Esposto presso: Atrium, la struttura espositiva sulle trasformazioni di Torino, 2005; la mostra “Gabetti&Isola. Isolarchitetti. Architettura come paesaggio, Complesso monumentale San Michele”, Roma, marzomaggio 2005; il II Festival dell’Architettura, Parma 2005; la 10° Biennale Internazionale dell’Architettura di Venezia, 2006; la mostra “Paesaggi piemontesi, Casa dell’Arte”, Biella, maggio luglio 2008.

RIQUALIFICAZIONE DEL PALAZZO DEI LAVORI PUBBLICI Torino 2003-04 Committente: Città di Torino, Assessorato al Patrimonio Con L. Reinerio Consulenza architettonica con A.Isola pubblicazioni: E. MINUCCI, Un nuovo portico per camuffare il Palazzaccio, in “La Stampa”, sabato 15 febbraio 2003, pag. 35. M. BONINO, Il Palazzo dei Lavori Pubblici, progetti, committenti, decisioni, Allemandi, Torino, 2006.

URBAN CENTER E RISTRUTTURAZIONE DELL’EX CENTRALE TERMICA Novoli (FI) 2002-2007 Progettazione preliminare, definitiva. Committente: Immobiliare Novoli Spa Importo opere: 5.300.000 € Categoria opere: Id per 1.800.000 € Dimensioni ca 1430 mq di s.l.p. con L. Reinerio e A. Isola, F. Bruna Pubblicato in allegato a “Casabella” n. 703. Esposto alla Triennale di Milano 2003.

RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO DEL MUSEO DELL’AUTOMOBILE “BISCARETTI DI RUFFIA” Torino 2005 Progettazione preliminare Importo delle opere: 11.742.000 € Categoria opere: Id per 7.350.00 € Con L. Reinerio e Studio De Ferrari, ICIS Srl., Prodim 140

RECUPERO FUNZIONALE E RESTAURO SCIENTIFICO DI VILLA GIACOBAZZI E PARCO VISTARINO Sassuolo (MO) 2004-2005 Concorso internazionale di progettazione in due fasi, progetto 4° classificato. Progetto preliminare Importo delle opere: 4.200.000 € Categoria delle opere: Id, 3.240.000 € Con L. Reinerio e A. Isola, M. Momo, ICIS Srl PROGETTO PRELIMINARE DEL NUOVO POLO SCOLASTICO Lido Adriano (RA) 2005 Concorso nazionale di progettazione in due fasi Importo delle opere: 12.450.000 € Categoria opere: Ic per 8.750.00 € con L. Reinerio e ICIS Srl pubblicato in G. DURBIANO, L. REINERIO, Quattro luoghi, in “Nuova Architettura Italiana”.

CASA DEGLI ARCHIVI NEL QUARTIERE MILITARE DI SAN DANIELE Torino 2005 Studio di fattibilità Committente: Fondazione Vera Nocentini, Istituto Piemontese Antonio Gramsci onlus, Istituto di Studi storici Gaetano Salvemini Importo delle opere: 4.098.000 € Con L. Reinerio pubblicato in G. Durbiano, L. Reinerio, “Casa degli archivi”, in Urban Center Metropolitano di Torino, “Atlante dell’architettura 1984/2008”, Umberto Allemandi & C., Torino 2008

ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA “TORINO AL LAVORO” NEL QUARTIERE MILITARE DI SAN DANIELE Torino 2006 Progetto Esecutivo opere edilizie Committente: Fondazione Teatro Regio Importo mostra: 1.000.000 € Con L. Reinerio pubblicato in Città di Torino, “Torino al lavoro. Dalla ricostruzione allo sviluppo; Torino at work. From post-war reconstruction to economic miracle”, catalogo della mostra, Torino 2006.

INDAGINE SULLE PROSPETTIVE DEI MERCATI IMMOBILIARI Bucarest 2005 Committente: Cefin Real Estate Con L. Reinerio CITTADELLA DI ALESSANDRIA: RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE ESTERNE E CONSOLIDAMENTO DELLE FORTIFICAZIONI Alessandria 2006 Progetto preliminare, definitivo Committente: Provincia di Alessandria Importo delle opere: 4.300.000 € Categorie opere: VIa, Id con Luca Reinerio e Isolarchitetti srl, Paolo Pejrone, Franco Brugo, Paola Zavattaro, Studio De Ferrari Architetti, Mauro Berta, Icis srl, Siac Consulenza di Vera Comoli e Roberto Gambino RIQUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DELLE PIAZZE CENTRALI E DEL PALAZZO COMUNALE Nichelino (TO) 2006/2008 Committente: Comune di Nichelino Progettazione preliminare: 5.482.000 € Progettazione definitiva ed esecutiva: 2.498.000 € di cui 1.750.00 € in Id con Luca Reinerio e Isolarchitetti Srl, Franco Fusari, Sergio Manzone, Innocente Porrone NUOVO EDIFICIO PER UFFICI IN VIA MORETTA Torino 2006 Progetto preliminare Committente: Città di Torino Progetto preliminare con L. Reinerio e Isolarchitetti, Icis srl pubblicato in G.DURBIANO, L.REINERIO, “Edificio per uffici in via Moretta”, in Urban Center Metropolitano, Torino, “Atlante dell’architettura 1984/2008”, Umberto Allemandi & C, Torino, 2008

COMPLESSO PER RESIDENZE UNIVERSITARIE E SERVIZI IN PIAZZA ALDO MORO Torino 2006 Progetto Preliminare, Project Financing Committente: Università di Torino Importo delle opere: 35.000.000 € di cui 24.500.000 in Id con L. Reinerio e ICIS Srl

PIAZZA E PARCHEGGI INTERRATI NEL CENTRO STORICO Chieri (TO) 2006 Studio Preliminare Committente: Comune di Chieri Importo delle opere: 5.863.000 € con Luca Reinerio e Roberto Ferrero, Icis PORTA URBANA CON RESIDENZE E PARCHEGGIO INTERRATO Chieri (TO) 2006 Studio Preliminare Committente: Comune di Chieri Importo delle opere: 11.165.000 € con Luca Reinerio e Roberto Ferrero, Icis CENTRO CIVICO Rosta (TO) 2006 Committente: Comune di Rosta Progettazione Preliminare: 2.100.000 € Progettazione definitiva ed esecutiva: 895.000 € di cui 550.000 in Id Con Luca Reinerio e ICIS Srl, Enrico Massaro ARCHITETTURE FOTOVOLTAICHE 2007 Progettazione preliminare Committente: Eliosole Spa, via Sansovino 243/40, Torino Importo delle opere: 1.050.000 € Con L. Reinerio CASSADÒ Murazzano (CN) 2007 Progettazione architettonica, Direzione lavori Committente: dott. Gianluigi Gabetti Importo delle opere progettate: 350.000 € Categoria: Id Con Luca Reinerio RISTRUTTURAZIONE DI CASA GARIBALDI Bossolasco (CN) 2007/2008 Progettazione e Direzione lavori Committente: Avv.Mario Garibaldi Importo delle opere: 345.000 € Categoria: Id Con Luca Reinerio


RECUPERO EX PADIGLIONE 18 E AREE ESTERNE NEL COMPLESSO DELL’EX OSPEDALE ANT’ANDREA Vercelli 2007 Concorso internazionale Committente: Comune di Vercelli Importo delle opere: 2.811.000 € con Luca Reinerioe e Innocente Porrone, Carlo Deregibus RISTRUTTURAZIONE DELLA FORNACE SANT’ANNA E MUSEO DEL LATERIZIO Cassano Magnago (VA) 2008 Progetto preliminare Committente: Comune di Cassano Importo delle opere: 5.300.000 € Categoria: Id con Luca Reinerio e M.Momo, I. Porrone, P. Sammartini NUOVO PIANO REGOLATORE DI PINO TORINESE 2008 - In corso Committente: Comune di Pino Torinese Importo dell’incarico: 83.000 € con Luca Reinerio e Fabio Minucci, Pier Augusto Donnabianco, Mauro Montrucchio NUOVE AULE E BIBLIOTECHE PER L’UNIVERSITA’ NEL COMPLESSO DELL’EX OSPEDALE SANT’ANDREA Vercelli Concorso internazionale 2008 Committente: Università Piemontese Orientale Importo delle opere: 16.532.266 € con L. Reinerio e Isolarchitetti, Icis s.r.l., M.Momo, S.Garnero, G.Garzino RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA DELLA REPUBBLICA Guastalla (RE) 2008 Concorso a inviti Committente: Comune di Guastalla (Reggio Emilia) Importo dell’opera: 2.500.000 € con Luca Reinerio e Saverio Isola INSEDIAMENTO RESIDENZIALE Baldissero Torinese (TO) 2009 Progetto preliminare Committente: Kama Srl Importo opere stimato: 4.500.000 € Con Luca Reinerio e Carlo Deregibus

RESIDENZA ASSISTENZIALE SANITARIA SAN GRATO Baldissero Torinese (TO) 2009 Progetto comunale Committenti: Kama Srl Importo delle opere: 4.500.000 € con Luca Reinerio e IPE, FapaEngineering, Carlo Deregibus. RESTAURO DELL’EX EDUCATORIO DUCHESSA ISABELLA IN PIAZZA BERNINI Torino 2008-2015 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 16.000.000 € con Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Gianfranco Lo Cigno, Guido Vacchina (MCM impianti), Carlo Deregibus, Enrico Massaro. RESTAURO E RISTRUTTURAZIONE DI UN PALAZZO IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA Torino 2009 Concorso ad inviti Committente: Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo di Torino Importo: 2.400.000/2.800.000 € con Luca Reinerio e Isolarchitetti, Enrico Massaro, Carlo Deregibus. RESTAURO PALAZZO SALMATORIS E ARCO DI PORTA NARZOLE Cherasco 2011- 2015 Progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Comune di Cherasco Importo dei lavori: 2.700.000 € con Isolarchitetti MCM impianti, IPE progetti, Alessandro Nicola. ARCHIVI STORICI DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO Piazza Bernini - Torino 2011-2015 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 1.400.000 € con Luca Reinerio, Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria), Carlo Deregibus, Enrico Massaro.

NUOVA SEDE UFFICIO PIO Piazza Bernini - Torino 2012-2014 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 2.100.000 € con Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria).

RIFUNZIONALIZZAZIONE COLLEGIO EINAUDI SEZIONE CROCETTA Torino 2017-in corso Progettazione preliminare e definitiva. Committente: Collegio Universitario Renato Einaudi Importo di circa: 1.250.000 € con ICIS, MCM Ingegneria, Stefano Toscano, Francesco Fenoglio.

RESTAURO PALAZZO PIAZZA ARBARELLO Torino 2012-2017 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 7.350.000 € con Isolarchitetti, Icis, Proeco, Giuseppe Amaro.

INFRASTRUTTURA DI RICERCA DELLE SCIENZE UMANE, SOCIALI E UMANISTICHE PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE DELLE IMPRESE E DEI MERCATI Torino 2018 Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva. Committente: Università degli Studi di Torino Importo di circa: 820.000 € con Francesco Fenoglio.

UFFICI CENTRO SERVIZI Piazza Bernini - Torino 2012-2014 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 2.900.000 € con Luca Reinerio e Giuseppe Pistone, Guido Vacchina (MCM ingegneria). QUADRERIA DEL CICLO DI SAN PAOLO Piazza Bernini - Torino 2011-2015 Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori. Committente: Compagnia di San Paolo di Torino Importo di circa: 500.000 € con Luca Reinerio, Guido Vacchina (MCM ingegneria), Alberto Valentino.

RESTAURO PADIGLIONI ORANGERIE MUSEI REALI Torino 2017-in corso Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva. Committente: Musei Reali di Torino Importo di circa: 8.150.000 € con Isolarchitetti, Milan Ingegneria, MCM Ingegneria.

RIFUNZIONALIZZAZIONE COLLEGIO EINAUDI SEZIONE MOLE Torino 2017-in corso Progettazione preliminare e definitiva. Committente: Collegio Universitario Renato Einaudi Importo di circa: 5.750.000 € con ICIS, MCM Ingegneria, Stefano Toscano, Francesco Fenoglio.

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Principali pubblicazioni

G. Durbiano, IN.FRA Piemonte - Sette luoghi in trasformazione, Otto editore, Torino 2001, con

G. Durbiano, L. Reinerio, A. Isola, “Il nuovo

G. Durbiano, Paesaggio e progetto urbano,

L.Reinerio, P. Mellano, A. Isola, G. Ambrosini, L. Bazzanella, A. De Rossi, C. Giammarco, S. Giriodi, R. Maspoli, A. Massarente, R. Rigamonti, M. Robiglio.

in L. Mercando, Soprintendenza per i beni

Celid, Torino 1998, con G. Ambrosini. G. Durbiano, Linee nel Paesaggio. Esplorazioni

nei

territori

della

trasformazione,

Utet

Università, Torino 1999, con A. De Rossi, F. Governa, M. Robiglio, L. Reinerio.

G. Durbiano, A. De Rossi, M. Robiglio, “Cantieri della conoscenza”, in “Controspazio”, n.1, 2001, numero monografico La città e la scienza.

Parco archeologico della Porta Palatina”, archeologici del Piemonte, Archeologia a Torino, Umberto Allemandi & C., Torino 2003. G. Durbiano e M. Robiglio, Architettura e

paesaggio nell’Italia contemporanea, Donzelli, Roma 2003. G. Durbiano, Disegnare paesaggi costruiti,

politica e cultura nell’Italia del dopoguerra,

G. Durbiano, L. Reinerio, (a cura di), Riabitare la fortezza. Indagini sul riuso della Cittadella di Alessandria, Umberto Allemandi & C., Torino

Franco Angeli editore, Milano 2003, con

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2002.

Robiglio.

G. Durbiano, I Nuovi Maestri. Architetti tra

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L. Reinerio, G. Ambrosini, A. De Rossi e M.


G. Durbiano, “Environment park: estremi”, in

G. Durbiano, “Torinocittà”, in F. Purini (a cura di),

G. Durbiano, M. Demarie, “Distretto: un mito

Esther Giani (a cura di), Manovre di immagi-

La città nuova. Italia-y-26 invito a Vema, Cata-

progettuale per il centro di Torino”, in A. Ba-

nazione pratica, Officina edizioni Roma 2003.

logo del Padiglione italiano X Mostra Interna-

gnasco, C. Olmo, Torino 011. Biografia di una

zionale di Architettura della Biennale di Venezia

città, Electa, Milano 2008.

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del 2006, Editrice Compositori, Bologna 2006.

no (a cura di), Cominciare dal territorio, Alinea editore, Firenze 2004.

G. Durbiano, Etiche dell’intenzione. Ideologia G. Durbiano e M. Di Robilant, “La tecnica e

e linguaggi nell’architettura italiana, Marinot-

il disincanto. Carlo Mollino docente (1949-

ti, Milano, 2014

G. Durbiano, A. De Rossi, “L’immagine di

1973)”, in S. Pace, Carlo Mollino architetto

Torino 1945 - 2006. Una storia fisica”, in

1905 - 1973, Electa, Milano 2006.

G. Durbiano, A. Armando, Teoria del proget-

G. Ambrosini, M. Berta, Paesaggi a molte velo-

G. Durbiano, Torino 1980-2006. La trasforma-

to architettonico. Dai disegni agli effetti, Car-

cità, Meltemi, Roma, 2004.

zione e le sue immagini, Umberto Allemandi &

rocci, Roma, 2017

C., Torino 2006, con A. De Rossi.

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copertina Palazzo Salmatoris, Cherasco, CN foto di Beppe Giardino 2019




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