LE NOSTRE RECENSIONI

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“Vento Di Primavera” di Rose Bosch. Questo è un film storico drammatico; racconta un fatto realmente accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. I temi presenti nel film sono il nazismo, l’odio razziale, lo sterminio degli Ebrei, la violenza, la guerra e l’eroismo. Secondo me, questo è un film bellissimo e commovente, È un film che consiglierei ad amici e parenti. È ambientato in Francia nell’estate del 1942. Dopo essere stati costretti a indossare come simbolo della loro “diversità” una casacca con una stella gialla cucita sul petto, la mattina del 16 luglio, 13 mila ebrei francesi vengono prelevati, per ordine del governo di Vichy, dalle loro case sulla collina di Montmartre e trasferiti nel velodromo d’Hiver. Lì vivono in pessime condizioni igieniche, assetati e affamati, hanno solo il sostegno di un medico e di un’infermiera, che rischierà la sua vita alla folle causa nazista. Dopo aver separato gli uomini dalle donne e poi le madri dai figli, i nazisti li trasferiscono nei campi di concentramento. Per descrivere questo sentimento di disprezzo umano, la Bosch sceglie il punto di vista di Joseph, un ragazzo ebreo di 11 anni, testimone coraggioso e superstite di quella retata che lo privò di genitori e sorelle. Questo è uno dei più bei film della Shoah. Martina Amaddio 3B


“Vento Di Primavera” di Rose Bosch. La decisione di far uscire nelle sale il 27 Gennaio il film della regista Rose Bosh è stata presa per ricordare la data del 27 Gennaio 1945,quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nei pressi della città di Auschwitz e scoprirono il famoso campo di concentramento, liberando i pochi sopravvissuti e rivelando al mondo intero l’orrore perpetrato dai nazifascisti nei confronti non solo di ebrei, ma anche di zingari, omosessuali e disabili. In questa data è stata istituita la “Giornata della Memoria” per non dimenticare la Shoah. Nella cittadina francese di Vichy nell’estate del 1942,precisamente il 14 Luglio, si è insediato il Governo collaborazionista del generale Pétain, che ha avviato una politica di dura persecuzione e reso insostenibile la vita degli ebrei francesi, prima costringendoli a cucirsi sugli abiti la stella gialla a cinque punte di David, come simbolo della loro diversità, poi emarginandoli gradualmente dai luoghi pubblici. La quasi totalità delle famiglie ebree di Parigi trovano rifugio nelle case sulla collina di Montmartre, tra queste anche quella dell’insegnante Schmuel Weismann, con sua moglie e i loro tre figli. Non sanno che quella notte si sta decidendo il loro futuro, non sanno cheHitler e Pétain stanno negoziando al loro destino. Così la mattina del 16 Luglio,13.000 ebrei furono prelevati e ammassati nel Vélodromo d’Hiver. Qui saranno costretti, a vivere nella più assoluta promiscuità, in condizioni disumane, quasi senza cibo e acqua, nell’attesa di essere trasferiti nel campo di concentramento di Auschwitz, da dove la quasi totalità di loro non farà più ritorno.


Tra loro c’erano oltre 4000 bambini. Joseph, 11 anni, figlio di Schmuel Weismann è uno di loro, l’unico sopravvissuto e testimone di quella terribile tragedia. Tutto ciò è visto con i suoi occhi e con quelli di due suoi amici d’infanzia, i fratellini Simon e Nono Zygler. A tentare di rendere meno dolorosa quella situazione ci sono: l’infermiera Annette Monod che cerca di opporsi a quello scempio;il medico ebreo David Sheinbaum che si prende cura dei piccoli ospiti e alcuni pompieri che, contravvenendo agli ordini, li riforniscono di acqua con gli idranti e accettano di consegnare i loro messaggi a parenti e amici. Fino a quando, un mattino Joseph e gli altri bambini vengono separati dai loro genitori, che non vedranno mai più. Questo film mi è piaciuto particolarmente, perché racconta una storia vera e perché anche se nel film le scene sono finte, so che queste cose sono successe davvero. Il personaggio che mi è piaciuto di più è stata l’infermiera Annette Monod, perché cerca di aiutare tutti i bambini e anche i pompieri che riforniscono di acqua gli ebrei rinchiusi nel velodromo. Questo film è di genere storico e vuole ricordare a tutti noi una delle pagine più buie della storia dell’umanità. Ignaccolo Sofia 3B


“Vento Di Primavera” di Rose Bosch. Il film “ Vento di Primavera” è uscito il 27 gennaio ideato dalla regista Rose Bosh. E’ un film drammatico che narra un fatto realmente accaduto, per ricordare la SHOAH (27 Gennaio 1945). E’ ambientato in Francia nel periodo nazista (1942) fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945). Il film parla principalmente dell’ odio razziale dei nazisti contro gli Ebrei sterminati nei campi di concentramento. La regista è riuscita ad incontrare il protagonista del film, il bambino Joseph Weismann , che ha vissuto quei momenti drammatici, sconcertanti, di sofferenza raccontandole quegli anni terribili rappresentati nel film. La Bosh ha ricostruito perfettamente quei ricordi e anche il luogo. Il film è ambientato nella cittadina francese di Vichy dove si è insediato il Governo del generale Pétain che rende difficile la vita degli ebrei costringendoli prima a cucirsi la stella gialla di David e poi emarginandoli dai luoghi pubblici e dal lavoro, portandoli nei campi di concentramento e poi dividendo le donne, gli uomini e i bambini. Loro continuano a sperare che tutto questo finisca, invece non sanno che Hitler e Pétain stanno decidendo il loro destino. E così 13.000 ebrei vengono prelevati dalle loro case bruscamente e ammassati nel Vélodrom d’Hiver costretti a vivere in condizioni disumane senza cibo, infettandosi di malattie incurabili. Nel campo di concentramento ci sono anche delle persone, come i pompieri, che tentano di distribuire di nascosto un po’ d’ acqua ai prigionieri.


Alla fine si salvano solo 23 persone dei 13.000 tra cui il bambino Joseph e il compagno di giochi Nono Ziglet. Mi ha colpito molto Il protagonista principale perché con i suoi occhi vede tutto quello scempio e la crudeltà delle guardie tedesche domandandosi il perché di tutto questo; i nazisti che strappano bambini e donne ai loro familiari maltrattandoli perché considerati diversi e che, invece, secondo me, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri perché sono uguali. Tra i personaggi che hanno cercato di opporsi ai nazisti ricordo il medico ebreo Sheinbaum e l’ infermiera francese Annette Monod. I personaggi Hitler e Pétain hanno suscitato in me rabbia, avversione perché trattano gli ebrei come animali o peggio e penso che tutto ciò rimarrà impresso nell’ animo dei sopravvissuti, soprattutto del bambino Nono Ziglet rimasto traumatizzato. Spero che le persone che vedano questo film possano ricordare la SHOAH e capire quello che è stato fatto per non ricadere nello stesso errore. L’uomo è una persona fragile e dovrebbe sentire il rifiuto verso quella crudeltà manifestata soprattutto nei confronti di donne e bambini. Luigi Mancini 3B


“Vento Di Primavera” di Rose Bosch. Il 27 Gennaio ,in occasione della giornata della memoria, esce in cento copie il film “Vento di Primavera”, un’opera che narra con grande attenzione la storia dell’epurazione razziale ,ai danni degli ebrei. Nel film della francese Rose Bosch viene narrata una vicenda poco ricordata nei libri di storia ,infatti il 16 luglio ,per mano del governo collaborazionista di Vichy ,vennero deportati circa 13.000 ebrei in un Velodromo ,dove vennero tenuti segregati in pessime condizioni ,in attesa della deportazione nei campi di concentramento. Nella Francia del 1942 ,un carosello girava tra la musica e i sorrisi spensierati della gente ,ma l’ingresso è vietato agli ebrei .Dopo essere stati costretti a indossare come simbolo della loro diversità una casacca con una stella gialla cucita sopra, la mattina del 16 luglio 13.000 ebrei francesi vengono prelevati su ordine del governo di Vichy dalle loro case, trasportati sulla collina di Montmartre e deportati nel Velodhrome D’Hiver . Dopo aver separato gli uomini dalle donne e poi le madri dai figli, le guardie di Hitler li conducono nei campi di concentramento . Vento di Primavera ha il chiaro intento di mostrare e ricordare come la follia nazista abbia fatto suoi complici tutti .


Per descrivere quello che è successo in quell’epoca la Bosch sceglie Joseph come testimone coraggioso di quella retata ,che lo privò dei genitori e delle sorelle. Anche lui ,costretto a indossare la stella gialla a sei punte, viene trascinato via di casa con la sua famiglia e segregato nel Velodromo e infine strappato dalle braccia dei suoi genitori. Il film Vento di Primavera è molto toccante a livello umano, la crudeltà che viene manifestata è inconcepibile, non è un film di avventura o di fantascienza , ma è una storia vera ,accaduta nel 1942. Per me è veramente vergognoso sapere che esiste gente umana che si comporti in un modo orrendo solo per la sete di potere. Desiree 3B


“Il diario di Anna Frank” Il romanzo è stato scritto tra il 1942 e il 1944, nel pieno della seconda guerra mondiale. Ovviamente la protagonista di tutte le vicende è la stessa Anna. Gli ambienti in cui si svolge la vicenda sono sempre gli stessi, quelli riguardanti l’alloggio segreto. Il linguaggio usato è molto semplice e scorrevole, caratteristico di una ragazzina. La vicenda comincia il 12 giugno 1942, il giorno di compleanno di Anna in cui le viene regalato un diario. Anna è una ragazza di 13 anni, di origine ebrea. La sua è un’agiata famiglia e il padre esercitava la professione di banchiere. Costretti a trasferirsi ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni dopo l’occupazione tedesca dell’Olanda, Anna e i suoi familiari si sistemarono in un alloggio segreto che si trovava sopra una vecchia fabbrica di spezie. A loro si unirono la famiglia Van Daan e il dottor Dussel. La loro non fu una convivenza felice, poiché erano costretti a vivere nascosti e segregati in locali piccolissimi, scomodi e desiderosi di libertà. Anna, nei due anni di segregazione, decide di scrivere un diario, in cui racconta le sue gioie, i suoi dolori, le sue speranze. Racconta molto spesso fatti banali: le discussioni sul cibo, sull’uso del bagno, le piccole insofferenze tra persone costrette a vivere troppo vicine. Lei scrive ogni lettera per un’amica immaginaria, che non esiste, Kitty. Spesso parla di Peter, il ragazzo di cui pian piano si accorge di essersi innamorata. Non riesce più a trovare un minimo di equilibrio in quell’ambiente: il padre sembra allontanarsi da lei, la madre diventa solo un’amica da cui non riceve affetto materno, la sorella è disperata, il signore Van Daan è noioso, la signora Van Daan sempre pronta a criticare.


Costretta a dividere la stanza col dottor Dussel, non aveva più uno spazio suo, solo il diario, suo e di nessun altro. Studiava molto, le sue passioni si basavano sulla storia, sul francese e sulle materie letterarie, ma odiava la matematica. A seguito di una segnalazione spionistica, il 4 agosto 1944 un tedesco e quattro olandesi, fecero un’entrata impetuosa nell’alloggio: i rifugiati furono mandati a Westerbork e l’alloggio fu perquisito dalla GESTAPO. Il 2 settembre i Frank furono spediti ad Aushwitch, dove vennero separati. Anna morì a marzo. Il diario è stato fatto pubblicare dal padre, unico sopravvissuto. Amaddio Martina 3B


“Il diario di Anna Frank” La professoressa ha assegnato a ognuno di noi la lettura di un libro che parlava della Shoa, il libro che ho letto io è: “Il diario di Anne Frank”. L’autrice stessa di questo romanzo è questa ragazzina di soli tredici anni, Anne, un’ebrea, che ha vissuto in prima persona la tragedia avvenuta più di cinquanta anni fa. Per il suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno 1940, le è stato regalato questo diario, dove lei ha potuto scrivere tutto quello che accadeva intorno e tutte le emozioni e le paure che provava in quei momenti. Anne e sua sorella Margot abitavano con la madre e con il padre in Germania, ma quando vennero approvate le leggi razziali contro gli ebrei dovettero scappare e andarono a rifugiarsi in Olanda, dove il padre, Otto Frank, fu nominato direttore della ditta Opekta olandese, una ditta che produceva marmellate. La vita in Olanda era migliore, ma la famiglia di Anne era sempre preoccupata per tutti i familiari e gli amici rimasti in Germania, che rischiavano la vita. Quando poi anche in Olanda furono approvate le leggi antisemite di Adolf Hitler, la famiglia si rifugiò nell’alloggio segreto che il padre aveva preparato dietro l’edificio in cui lavorava. Ogni giorno sembrava non passare mai per la famiglia Frank e per le altre due famiglie che abitavano insieme a loro: i Van Daan e i Pfeffer. Passavano le giornate con paura, aspettavano alcuni amici non ebrei che sapevano del rifugio e portavano loro del cibo e dei libri, che i giovani aspettavano sempre con ansia.


Gli unici modi per sapere cosa succedeva al di fuori di quella casa erano i giornali e la radio, inoltre la situazione si faceva sempre più critica. Alla fine i tedeschi scoprono i rifugiati e li portano nei campi di concentramento. Dove la vita è durissima, milioni di ebrei vennero uccisi o fatti lavorare duramente. La madre di Anne morì e qualche giorno prima della liberazione degli ebrei, morirono anche le due sorelle Anne e Margot, che erano malate di tifo, una malattia che si stava diffondendo in quel periodo. L’unico che sopravvisse fu il padre Otto Frank, che subito dopo essere stato liberato, si informò sulla moglie e sulle proprie figlie. Venuto a sapere della loro morte andò nella casa dove si erano rifugiati lì quei brutti giorni e trovò alcune pagine del diario di sua figlia Anne che poi venne subito pubblicato per far conoscere quello che avevano dovuto sopportare gli ebrei. Secondo me questo libro è molto bello e fa capire molte cose, in particolare fin dove può arrivare la cattiveria dell’uomo. Valeria Maltese 3B


“La Notte” Il racconto di Elie Wiesel è ambientato negli anni del nazismo e nell’Europa centrale, partendo dall’Ungheria e arrivando un Germania. Un giorno gli ebrei vengono cacciati da Sighet in Transilvania, il paese dove vive la famiglia Wiesel. Un po’ alla volta gli abitanti di Sighet vengono caricati sui vagoni di alcuni treni e trasportati in un luogo misterioso. Arriva il giorno della partenza dei Wiesel cioè dei genitori e dei due figli, solo all’arrivo conoscono la meta: il campo di concentramento per ebrei a Birkenau. Il piccolo Elie rimane con il padre senza sapere che non avrebbe più visto la madre e la sorella Zipporà. Dopo una breve camminata si incomincia a vedere una nuvola di fumo proveniente da un camino, prima di arrivare il momento della prima selezione uno sconosciuto dice ai due di falsificare la loro età: Elie avrebbe dovuto avere 18 anni mentre il padre 40 anni. Più avanti vengono privati dei loro oggetti, indumenti e scarpe, potevano tenere solo le cinture. I deportati vengono disinfettati con il petrolio e poi lavati con dell’acqua calda infine vengono portati con dei mitra fino alle loro baracche. Qualche giorno dopo vengono trasferiti prima al campo di Auschwitz e poi in quello di Buna dove vengono marchiati con un numero al posto del nome. Il ragazzino inizia a disprezzare Dio


Un giorno Elie vedendo che gli si era gonfiato un piede si reca dal medico che lo obbliga a fare un’operazione per evitare l’amputazione. Il ragazzo rimane in ospedale fino a quando non arriva la notizia di un bombardamento. Scappa dall’ospedale temendo una selezione che non avrebbe superato viste le sue condizioni. Allora le S.S decidono di portare tutti gli ebrei nel campo di Buchenwald. Poco dopo li attendeva una doccia calda, ma molti, tra questi anche il padre di Elie, non hanno le forze per arrivare alle docce, Elie in quel momento capisce che non rivedrà più il padre. Il 5 aprile 1945 gli altoparlanti del campo annunciano ai deportati di recarsi nel piazzale, ma incominciò a nascere nella testa di qualcuno che era solo una scusa per fucilarli tutti. La riunione nel piazzale viene rimandata ogni giorno, per ben 6 giorni. Il sesto giorno un carro armato americano varca il cancello del campo: era “LA FINE DELLE TORTURE”. Elie dopo la liberazione viene colpito da un’intossicazione e deve lottare per diversi giorni con la morte, ma con le sue ultime forze si alza dal letto e si guarda allo specchio: lui vede solo un cadavere. Secondo me l’autore ha intitolato il libro “La Notte” perché molti episodi sono accaduti di notte o perché i campi di concentramento nazisti erano sconosciuti da tutto il mondo a quel tempo. Giannì Ivana 3B


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ROSOLINI


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