Gikitchen's Nutties

Page 1


A Iaia


Vellutata di cuore Ingredienti: 5 5 5 5 5 5 Preparazione

Buon Compleanno!



6 8 11 12 14 16 18 21 25 26 27 30 32 34 36 39 40 41 44 45 46 49 54 56 59 60 61 63 65 68 71 73 74 77 78 81 82 84 86 88 89 90 91 91


Non è un vero e proprio stile birraio, come ad esempio le pils o le stout, ma in questo caso dovremmo parlare più che altro di una tradizione. Infatti nel Nord Europa per il periodo invernale era tipico preparare una birra speciale, spesso ad uso e consumo della famiglia o del villaggio, speciale perché più forte, speziata con i profumi e sapori del Natale, da bersi magari davanti al camino mentre fuori c’è freddo e nevica. Una “winter warmer beer”, come dicono gli inglesi, che scalda nel freddo inverno. Ah lo sapete che esiste anche la birra brulé? Sì sì, una birra da bersi calda, a 70°C

vorrei avere la seconda nazionalità) la tradizione è fortissima, e ogni birrificio crea una propria birra natalizia speciale. La Brasserie Dupont, famosissima per la stupenda Saison Dupont, regalava la sua “Avec Les Bon Voeux de la Brasserie Dupont” ai propri clienti e piacque così tanto che la mise in linea tutto l’anno. Questa natalizia si presenta di color biondo carico, schiuma bianca e pannosa, aromi fruttati e di luppoli aromatici. In bocca è un perfetto equilibrio di dolcezza e di amaro, è piena, fruttata e molto appagante.

annate. Ecco cosa ne scrivevo della versione 2009: “Colore arancio carico tendente all’ambrato, opalescente, schiuma bianca. profumatissima, le note più evidenti sono il dolce, il caramello e uno speziato che ricorda il mosto d’uva. L’assaggio: è esplosiva, il malto caramellato riempie tutta la bocca ma subito viene bilanciato da un taglio amaro ed erbaceo che la rende molto beverina nonostante il tenore alcolico pari a 12% vol. Il corpo è veramente lungo, avvolgente: una birra da meditazione.”

Una birra da 9,5% vol decisamente “dangerous drinkable” che va a nozze abbinata a una bistecca fiorentina.

Assolutamente a un dolce, e ci vedo benissimo un bel panettone artigianale. Provatelo, rimarrete stupiti!

Altro stupendo esempio, stando sempre in Belgio, la Stille Nacht di De Dolle Brouwerij. Ogni anno gli appassionati ne nascondono almeno una bottiglia nella propria cantina per bersela qualche anno dopo, magari in una

Insomma, una costellazione di birre natalizie in Belgio. Impossibile citarle tutte, però una proposta ce l’ho: partecipare

degustazione verticale di più

proprio come un vin brulé, vabbè semmai ne parliamo un’altra volta Tornando ai simpatici nordici, dicevamo che si preparavano la birra di Natale. Anche qualche birrificio decise di produrre una birra speciale da regalare ai propri clienti come regalo natalizio, e piano piano questa usanza si è talmente diffusa che oggi è un vero must. In Belgio (paese che amo e di cui

A cosa la abbiniamo?


al Kerstbier Festival, a Essen, nelle Fiandre.

bottiglie, una da collezionare e una da degustare.

Ci saranno più di 150 differenti Christmas beer e numerosi abbinamenti gastonomici ad hoc. Consiglio di prendere il biglietto di sola andata, poche persone ne escono vive.

Dalla California andiamo a Denver in Colorado, precisamente alla Great Divide Brewing. Il birrificio è

Passiamo negli USA. Gli ammerigani, negli anni ‘70 contribuirono fortemente alla cosiddetta “Renaissance” della birra artigianale (in Italia è arrivata alla fine degli anni ‘90) e anche loro hanno continuato la tradizione delle birre artigianali. Se guardate sul sito dell’Anchor Brewing di San Francisco scoprirete questa loro Christmas Ale.

Non è stupenda solo a vedersi? Dal 1975 ogni anno la birra viene preparata con una ricetta sempre diversa e inedita – shhh, pure segreta! – e sempre differente è anche l’etichetta e l’albero in essa raffigurato. Per questo motivo anche in questo caso i birrofighetti (o beer nerd, vedete voi quale termine preferite) si ammazzano per averne due

famoso per le sue stupende creazioni come la Titan IPA, la Hercules Double IPA e la Yeti, tutti mostri di luppolo e perfetti esempi degli stili USA. Per l’inverno preparano la Hibernation Ale in stile Old Ale, di origine inglese al quale appartengono ale scure e maltose, e spesso invecchiate (e da qui anche la definizione di Stock Ale). I ragazzacci ne fanno addirittura due versioni, la prima “normale” di ben 8,7% vol dove dominano tostature e caramello, una birra perfetta sulle carni stracotte. La seconda versione è una “Barrel Aged” di addirittura 12,4% vol dove troviamo vaniglia, cioccolato e frutta secca. L’abbinamento? La poltrona.












Avete mai pensato al ricamo come esercizio di meditazione? Prendiamo del filo ed inseriamolo nella cruna dell’ago. Proviamo la prima volta, mmm, no niente. Riproviamoci la seconda…ecco, si è entrato!...NO, FUORI DI NUOVO!! Calma. Prendiamo un bel respiro. Mettiamo a fuoco l’ago. Manteniamo le dita che reggono il filo il più ferme possibile. Piano, piano, inseriamo il filo nella microscopica fessura dell’ago, piano! Ecco. Fatto. Primo obiettivo raggiunto. Ora dobbiamo riprodurre un ipotetico disegno su una stoffa (facciamo tela aida visto che siamo principianti); non basterà uscire ed entrare dai buchetti della stoffa con il nostro ago e filo, ma ci toccherà cogliere proprio il forellino preciso; fare in modo che non ci scappi via tutto il filo dalla tela; reinserire l’ago, tendere il filo…sì, ma non troppo né troppo poco…il giusto….e così via, una volta, dieci, cento… Ma non possiamo metterci un secolo, non dobbiamo metterci un secolo, dobbiamo trovare il giusto ritmo, il NOSTRO giusto ritmo. Ma Come? Come?? COME??? Non c’è un come, o meglio, non ce n’è uno universale. Ognuno ha il SUO di come, e non sarò certo io a spiegarvi quale sia il vostro. Per sadismo?? No, mi dispiace. solo che non lo so, non lo posso sapere, solo voi potrete scoprirlo, al momento giusto.

E dopo n+1 tentativi, eccoci lì, concentratissimi, ma nello stesso tempo con la mente vuota, ricamiamo manco fossimo bachi da seta, né veloci né lenti, al nostro tempo, fermi ma rilassati, affaticati ma riposati, finalmente educati al silenzio e alla pazienza, come non ci capitava…da mai! Lontano è il traffico del mattino e della sera, lontano il casino del lavoro, ci siamo noi, la nostra tela, i nostri bellissimi colori e un ago, strumento di tale benessere. Provare per credere!

Occorrente: *Un disegno *Un foglio a quadretti e una matita *Una cornice o del cartoncino *Tela aida della dimensione che serve e forbici *Ago *Cotone da ricamo

Ricalchiamo il disegno che abbiamo scelto su un foglio a quadretti.


I tre punti che ho usato per il mio regalo sono :

La tela aida è come se fosse “a quadretti”, quindi la nostra copia ci farà da “guida” per capire dove andare con l’ago.

Punto erba: per me il migliore per delineare le forme, i contorni, le linee. Esci con l’ago dalla tela, conta tre forellini e rientra, torna indietro di uno e riesci con l’ago, conta tre in avanti e rientra, e così via, in orizzontale, in verticale e in diagonale.diagonale. Punto a croce: lo trovo simpatico per riempire di colore le forme e poi più semplice di lui non ce n’è. Non so nemmeno spiegarlo per quanto è semplice. Punto nodi: per ricamare un pom pom, la corolla di un fiore, un nodo. Fai uscire l’ago dalla tela e avvolgi il filo due, tre, quattro ( più lo avvolgi e più il nodo verrà grande) volte attorno alla punta dell’ago. Tendi il filo e tiralo in modo che si stringa intorno all’ago. Inserisci l’ago accanto al punto d’uscita e tira delicatamente. (Se mia mamma mi sentisse/leggesse ora sverrebbe, lo so!) Queste sono regole generali, importanti da imparare,

ma l’ago, secondo la mia piccola e simpatica opinione, va usato come fosse una matita o un pastello, e se a noi ci serve una v, ci “disegniamo” una v, nel modo che ci sembra migliore. La grandezza della tela aida e del disegno dipendono dall’uso che ne vogliamo fare. Io avevo questa cornice da riempire, per un regalo, quindi mi occorreva un’immagine di 13x18 cm. Un’idea carina è anche produrre un cartoncino d’auguri natalizi. Prendete due cartoncini A4 e li piegate al centro, nel primo ritagliate, in corrispondenza della copertina, su uno dei due fogli, un rettangolo; con la colla attaccate tra loro i due cartoncini, lasciando una tasca in prima pagina da ”riempire” con la tela ricamata da voi stessi…avete mai visto degli auguri più personalizzati di così??? Ho usato il punto nodi per il nasotto di snoopy, la codina e il pom pom del cappellino, mentre il punto a croce per riempirlo di rosso.


Il tempo per fare un quadretto del genere è di circa 4 ore. Decidete voi se impiegarle di fila o mezz’ora al giorno. Voi sapete quanta pazienza, tempo e voglia

potete avere e gestire. Ma il risultato lascerĂ a bocca aperta voi e coloro a cui regalerete davvero qualcosa di voi. Buon Natale.


Indipendentemente dalla latitudine alla quale è ubicata la vostra abitazione, il periodo natalizio è quasi sempre accompagnato da una serie di obblighi socio-morali da adempiere con più o meno piacere a seconda dei rapporti che intercorrono tra voi e quel ristretto gruppo di persone che condivide parte del vostro corredo genetico, volgarmente detto “parentame”.

A Natale bisogna fare i regali.

.


sceglie cosa cucinare senza consultare gli altri. Il risultato è che alla Befana stiamo ancora mangiando il pollo alla cacciatora che hanno portato in 10 famiglie, mentre il ricercatissimo arrosto wellington di Nonna Pina viene spazzolato nel giro di qualche picosecondo (da zio Pluto, tra l’altro). L’unico momento veramente degno di nota è quando vengono serviti i dolci. Perché dovete sapere che in tutte le famiglie c’è sempre un dolce che viene tramandato da generazioni, e la sua preparazione è così importante che spesso prende il sopravvento su tutto. L’anno scorso, per esempio, nel mio pacchetto da parte della famiglia Bianchi c’era una fetta di Sacher. Lì per lì ci sono rimasto pure male, ma poi l’ho assaggiata e per un attimo ho dimenticato come mi chiamavo e che ci facevo lì. È spuntato zio Pluto a ricordarmelo.

A Natale si deve obbligatoriamente battere il record di numero di parenti incontrati rispetto all’anno precedente. A Natale si mangia. Tanto. Altrimenti sembra che non te ne frega niente della famiglia. E ciò è male, sempre. E allora finisce che per incastrare tutto alla perfezione ti ritrovi a creare un cronoprogramma dettagliato e a pianificare ogni singola mossa:

Che c’è? Mica stavi a dieta, no? E che fai la dieta a Natale? No no, a Natale si mangia, perché ognuno porta qualcosa. Zia Assunta fa sempre la pasta al forno, che però cozza col sapore delle fettuccine panna, piselli, polpette, patate e pinoli di Nonna Filomena, quindi tra un primo e l’altro ci infiliamo le famose pennette al salmone di Nonno Palmiro. Nonno Palmiro i salmoni li pesca ancora alla vecchia maniera: imitando gli orsi. Non a caso cambia dentiera ogni 2 mesi. Sul fronte dei secondi vige l’anarchia più pura: ognuno

In qualsiasi zona d’Italia siate nati e cresciuti, insomma, ci sono situazioni e tradizioni che ci accomunano più o meno tutti. Quello che vi propongo ora è un pezzo che è diventato un autentico cult a Roma. L’autore è sconosciuto, ma vi assicuro che qualsiasi romano che si è ritrovato a leggerlo ha detto una sola cosa: “Quanto è vero!”. Ebbene sì, stanno pe’ arrivà le feste de Natale. So’ tutti contenti, so’ tutti felici… so’ tutti più bòni. Invece a me me rode er culo e divento ancora più stronzo, si è possibile.


A Natale te se riempie casa de parenti, zii, zie, cugini, cugine, nipoti, nonni, pro-zii, pro-zie, de tutto, tutta gente che vedi solo pe’ du’ motivi: le feste o i funerali. Tocca mettese i cartellini sul petto pe’ ricordasse i nomi. Insomma se comincia er 24, dalla mattina appena me arzo, mi’ madre parte co’ la tiritera. Scenno, manco me siedo pe’ fa’ colazione che parte la lagna: “Ricordati che er 24 è Vigilia, quindi er 24, PESCE!”. Me la guardo ancora nel sonno e je dico “A ma’, sto a fa’ colazione, posso magna’ li biscotti o nel latte ce devo inzuppa’ la spigola?”. Insomma, a casa ce sta ‘n’armata de affamati, gente che pare che nun magna da ‘na vita, aspetteno er Natale cor veleno, da metà novembre stanno a insalatine pe’ non rovinasse l’appetito. Insomma, oramai a casa mia non fanno più ‘a spesa ar dettaglio. L’anno scorso hanno preso 123 mq de Mediterraneo e 83 mq de Mar Baltico. Te dico solo che mi’ nonna stava pe’ infarina’ e frigge er Capitan Findus, ‘sto cojone stava a passa’ nello spazio de mare che s’eravamo comprati, lui co’ quel cazzo de peschereccio azzurro. C’è gente che pe’ magna’ conosce i peggio trucchi. De solito a cena dopo un par de portate se slacceno la cinta. Mi’ zio l’anno scorso pe’ frega’ i parenti s’è presentato in tuta: così nun comprime e pò magna’ de più! Insomma, la cena scorre, se finisce de magna’ ed è l’ora dei regali. In tutte la famiglie ce sta quella che vòle fa’ l’istruita, pure

che ha fatto pe’ puzza la seconda elementare, e allora senti mi’ zia che dà er regalo al marito della sorella e je dice: “Tieni, un bel CARDIGAN”, che mi’ zio c’aveva paura fosse un cane da riporto del Caucaso, ha aperto col terrore. Poi co’ un sospiro je fa: “Ah! Un majone coi bottoni… m’ero preso ‘na paura!”. Fiuuu! Pericolo scampato! Sempre lei è quella che fa i regali impegnati ai nipoti, viene e te fa: “Tieni, un bel libro, che la cultura è importante!”. “A zi’, sarà pure importante, ma si me regali ‘I 3 MOSCHETTIERI’ che c’ho 45 anni, che cazzo de cultura vòi che me faccio?!?”. Ma la cosa più bella, che va contro tutto quello che viene detto in televisione, so’ i regali della nonna. So’ anni che sentimo di’ che co’ l’Euro tutto è aumentato: quelle che erano 5 mila lire, mo’ nella nostra mente, so’ 5 euro. Se, er cazzo che te se frega! Mi’ nonna me regalava 50 mila lire prima, mo’ uno se aspetta 50 euro e invece no! Te se presenta co’ un pezzo da 20, un pezzo da 5 e 50, 20 e 10 centesimi. Che verrebbe da daje ‘na sediata. Mi’ nonna è la vera risposta italiana al problema Euro! Poi la gente se ne va a casa, ma er peggio deve ancora da venì. Er peggio è il 25! La notte io non ce dormo… so’ teso… nervoso. I preparativi per il 25 partono dall’Immacolata. Se riuniscono le donne e se mettono a decide: “che famo, che non famo”. Agende co’ le ricette, puntate registrate della prova del cuoco. Poi alla fine se finisce sempre a magna’ le stesse cose.

Te alzi la mattina, entri in cucina, e le vedi lì, manco stessero a sperimenta’ ‘a fusione a freddo. Appena provi a entra’ te fanno “Che vòi?”. “Niente, che vojo, un bicchiere d’acqua”. “NO, mo’ aspetti!’. Manco i Vietcong ereno così. Poi pare sempre che è successo qualcosa, so’ tutte co’ la faccia disperata. Te spaventi, ce stai male e domandi: “Che è successo?”. “Lascia stà…”, “… come lascia stà? Vojo sape’! Ahò, se so’ cose della famija, c’ho il diritto de sapello!’. Te guardano co’ la faccia distrutta e te dicono: “…la besciamella ha fatto i grumi…” …MA ANNATEVENE A FANCULO VOI E LI GRUMI! Da 30 anni, er 25 c’ha er menù fisso… e nun solo quello. La cosa peggio che pò succede è il doppio tavolo: uno pei grandi e uno pei piccoli. Me dava ar cazzo da ragazzino… ma adesso me fa proprio smadonna’. L’anno scorso se semo ritrovati al tavolo che er più piccolo c’aveva 25 anni. Gente che è annata in guera, gente co’ due divorzi, però sempre relegata al TAVOLO DEI PICCOLI. L’unica cosa è che da 2 anni a ‘sta parte ce danno pure li coltelli. Poi nel mentre che se magna, noti che er fratello de zio, che er 24 c’aveva la tuta, oggi s’è presentato co’ la tunica che ha fregato a un lavavetri al semaforo. Sotto è rigorosamente nudo, che le mutande segano! E c’ha la faccia contenta. Hai capito sì che stratega, er Bonaparte del colesterolo! Er pranzo finisce, se contano i superstiti, se sparecchia,


se lavano i piatti e poi… poi… se gira ‘a tovaja che da bianca diventa verde e se comincia a giocà a carte! E a che se gioca? A sette e mezzo? NO! Se gioca a BESTIA! Er gioco dell’infamità, tutti contro tutti. Er tipico momento arriva co’ un piatto de ‘na quarantina de Euri. Comanda coppe. Te c’hai er 3 secco… bussi… sei de mano te senti un leone… bussa solo tu’ nonna. Te dici: “nonna me vòle bene, m’ha cresciuto, sto tranquillo…”, cambi 2 carte. Non t’entrano altre briscole ma t’entra un carico. Un po’ de paura ce l’hai, ma ostenti sicurezza. La vecchia non deve intravedere il minimo turbamento in te, so’ come i cani, sentono si c’hai paura. Allora parti: lanci er carico a denara. Tu’ nonna te lo magna col 2 de coppe. Cominci a suda’ freddo e te dici: “no, non ce lo pò ave’, no, nun me pò dì così sfiga…”. E invece che fa? Cala er COPPONE! Poi co’ lo sguardo finto dispiaciuto te dice: “Bello de nonna tua, è er gioco…”. Butti er 3 smadonnante e lei non contenta butta er 5 a spade, che te c’avevi er 4. Insomma tu’ nonna t’ha mannato in bestia…. ‘cci sua! A me m’ha fermato mi’ padre appena in tempo, je la stavo pe’ da’ ‘na lamata. Già me fai i regali pidocchiosi poi te li ripiji pure. Poi dici li metti all’ospizio! Comunque, giocando giocando se fa ora de cena e parte la domanda retorica: “Qualcuno cena?”. E c’è gente che ancora c’ha er coraggio de di’ de sì. Poi che vordì ‘sta divisione cena-

pranzo-cena? Io so’ sicuro che l’anno scorso mi’ zio s’è messo a sede er 24 e s’è rialzato er 2. Ma alla fine arriva l’ora de salutasse… e la solita manfrina: “Se vedemo troppo poco. Tocca organizzà più spesso…” Vedi tu’ nonno che se fa du’ conti e dice: “Ahò, contando che er Natale vie’ ‘na volta l’anno, la prossima occasione deve da èsse…”. Ed è allora che parte un sonoro “ANNATEVENE UN PO’ AFFANCULO TUTTI QUANTI!”. Che bello er Natale in famiglia.


Un centrotavola invernale? Una

con un paio di forbici. Se doveste

decorazione

riscontrare

natalizia?

Una

difficoltà

bambino un po’ reticente!

potete

mozzarella-pupazzo-di-neve!

tranquillamente

la

Che ne dite? Se provate a farlo

Niente di trascendentale. Ho

sciarpa da altri ingredienti. Ad

fatemi sapere e mandatemi una

scovato questa composizione in

esempio ce ne sono molte

foto dei vostri mozzarelli di neve!

giro per la rete e la sua genialità

versioni in rete fatte con del

mi ha conquistata!

prosciutto

ricavare

(crudo,

cotto…o

perché no con del salmone Se ci sono riuscita io, credetemi,

affumicato!) Così come potete

è davvero semplice! E potrete

usare olive per il cappello, grani

coinvolgere anche i bambini nella

di pepe per gli occhi… insomma

sua preparazione, si divertiranno

aprite il frigorifero e create!

come matti! Io ho usato una mozzarella che

Io

già aveva la forma un po’

Mozzarello

“pupazzosa” ma se non riusciste

ricoperto di neve (sale fino) ed un

a trovarla potete tranquillamente

alberello

usare due mozzarelle unite da

sfondo che fa molto Natale, ma

uno

più

anche in questo caso l’unica

grande per il corpo ed una più

regola che vale è la vostra

piccola per la testa. Per far stare

fantasia e quella dei vostri piccoli

in piedi il nostro pupazzo sarà

aiutanti!

stuzzicadenti:

una

ho

adagiato su di

il un

nostro piattino

rosmarino

sullo

essenziale tagliare un po’ la base della mozzarella più grande.

Un’idea carina per abbellire le nostre

tavole

nel

periodo

Gli occhi sono due chiodi di

invernale e natalizio, e uno

garofano che ben si prestano

stratagemma che forse qualche

anche

possono

mamma potrebbe usare per far

infilzare. Il resto della decorazione

mangiare la mozzarella ad un

perché

si

è a base di carote. Due rondelle di misure diverse adagiate sulla testa come cappello (potete fissarle con un pezzetto di stecchino per tenerle ben salde) e un bastoncino (sempre tagliato dalla carota) come naso. Per fare la sciarpa mi sono aiutata con un pelapatate cercando di tagliare la carota più fina possibile (per darle la flessibilità della sciarpa) nel

senso

della

lunghezza,

sfrangiandone poi le estremità










Avete tanti libri in casa Eccovi alcuni suggeriment alberello da parete bicchieri di Un

vecchio

attrezzo

per

plastica

asciugare le bottiglie del vino

Qualche cartolina e qualche

Per gli amanti del vino

biglietto d’auguri tappi di sughero

Ci sono io qui scala in casa


Per i golosoni albero lecca lecca

ecologico

Bello e country tanti gelati

Per gli amanti della natura

Un cono di cartoncino e del filo di ferro argentato o dorato

Che ne dite, allora: avete trovato l’albero che fa per voi?


Torna a grande richiesta l’angolo del nano da giardino geek, che potete ammirare qui sopra in uno dei suoi momenti di maggior splendore intellettuale, col suo fido “iPad ad energia solare” da lui brevettato. Tecnolo; mi ha incaricato di fare le sue veci mentre lui impiega le preziosissime sinapsi di cui Madre Nanura lo ha dotato in compiti che, cito testualmente, :“Voi gente alta non potete nemmeno immaginare”. dunque mio l’onere di guidarvi nell’intricato dedalo tecnologico natalizio e analizzare alcuni dei nuovi prodotti che un vero geek non dovrebbe lasciarsi sfuggire per niente al mondo. Tranne che per un piatto di lasagne, s’intende.

O per una fetta di sacher. E mi raccomando: qualsiasi gingillo tecnologico decidiate di adottare, ricordate di rispettare sempre le Tre Leggi della Nanezza: 1. Un nano da giardino non può recar danno ad un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. A meno che non se lo sia proprio meritato di brutto. 2. Un nano da giardino deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge e siano accompagnati da una copiosa dose di muffin. 3. Un nano da giardino deve proteggere la propria integrità

cromatica, purché questa autodifesa non contrasti con il Primo Principio di Tonnologia Applicata che recita: “Qualsiasi cosa può diventare fucsia”. Kindle Paperwhite


iPad mini


Wii U

Nell’era della ultra-miniaturizzazione e delle gesture, poteva forse Nintendo starsene buona e non dire la sua? Ovviamente no. Eccola quindi uscirsene con il controller più ingombrante della storia dei videogiochi! “Geniale!” è stato il commento a caldo di Tecnolo, e come dargli torto? A vederlo così, superficialmente, sembrerebbe più che altro uno scherzo: “A che cavolo dovrebbe servirmi uno schermo in mezzo alle mani se sono già impegnato a seguire l’azione sul televisore?”. Ma poi arriva il momento di vederlo in azione, e le cose cambiano radicalmente. Sì perché lo schermo touch del joypad viene utilizzato in maniera davvero creativa: mostrare una mappa interattiva, un pannello di comandi aggiuntivo, l’estensione di un’area di gioco o addirittura viene usato in alcuni titoli per giocare a mo’ di console portatile, senza neanche accendere il televisore. A detta di Tecnolo gli impieghi per questo nuovo controller sono davvero infiniti,

anche perché è dotato di sensori di movimento, speaker, microfono e fotocamera frontale. L’altra faccia della medaglia è l’hardware. Purtroppo la console non brilla per caratteristiche tecniche e potenza. Il nostro nano geek, però, ci tiene a farci sapere che la GPU non è niente male (dovrebbe trattarsi di una AMD 6760) e che per il momento non ci sono ancora titoli in grado di spremerne le potenzialità al massimo. Sulla carta la Wii U sembrerebbe leggermente più potente dell’attuale generazione di console (XBox 360 e Playstation 3), ma non si comporta altrettanto bene nel settore multimedia, relegandone di fatto l’utilizzo al solo intrattenimento videoludico. Sembrerebbe che ancora una volta Nintendo punti sull’innovazione e sulla pura esperienza utente, piuttosto che su prestazioni e servizi multimediali. Avrà fatto centro? Ai nani l’ardua sentenza. Samsung Galaxy S4

In alternativa, se tutto questo ben di Dio non dovesse soddisfarvi pienamente, l’alterego parsimonioso di Tecnolo ci

suggerisce di mettere da parte i soldi (rigorosamente in un salvadanaio a forma di nano da giardino rosa) e attendere circa la metà del prossimo anno, periodo in cui le sue arti divinatorie indicano come molto probabile l’uscita del nuovo gioiellino di casa Samsung. I rumors continuano a rincorrersi senza sosta, ma vi elenchiamo quelli più probabili, riservandoci il diritto di avanzare stupide scuse e futili pretesti nel caso in cui non dovessero rivelarsi veritiere: schermo Super AMOLED full HD (si parla di 5 pollici, più o meno come il suo fratello minore S3), processore Quad Core Exynos 5450 Cortex A15 da 2 GHz, 2 GB di memoria RAM e fotocamera da 13 Megapixel.

“Tecnolo? Sveglia!” “Uh! Che c’è?!?” “Ho finito il pezzo, vuoi leggerlo?” “No, mi fido. Buonanotte.” “Ma come?” “Hai parlato male dell’iPad mini?” “Beh, nì…” “Mh… ok, mi basta. Buonanotte.” “…”


Occorrente:






ALBERO DI BISCOTTI


INGREDIENTI

PREPARAZIONE


i biglietti d’auguri

L’albero di Natale.


pranzo Il giorno di Natale.

La vigilia.

natalizio


Christmas crackers

Boxing Day









Il titolo originale della pubblicazione era: Babbo Natale esiste? 1. Nessuna specie conosciuta di renna può volare. Ma, in nome del rigore scientifico, è necessario considerare che ci sono 300.000 specie di organismi viventi ancora da classificare e,

Quante volte abbiamo immaginato Babbo Natale come in questo riquadro? La slitta, le renne, la luna in sottofondo. Una visione romantica, che però è priva di qualsiasi fondamento, come si dimostra in questa teoria, che è stata esposta per la prima volta molti anni fa, ed ha avuto moltissima risonanza. Sarà confutata l’esistenza di Babbo Natale, portando evidenze scientifiche. Per la prima volta però, ho trovato anche una contro-teoria. Una confutazione alla confutazione.

per famiglia, ciò significa 91,8 milioni di case. Assumiamo che ci sia almeno un bambino buono per famiglia. 3. Il giorno della Vigilia, Babbo Natale ha a disposizione 31 ore nette di lavoro, grazie ai fusi orari e alla rotazione della terra (assumendo che viaggi da est ad ovest, che sembrerebbe l’unica cosa logica da fare). Questo comporta 822,6 visite al secondo. In pratica, per ogni visita, vale a dire per ogni famiglia Cristiana con almeno un bambino buono, Babbo Natale ha 1/1.000 di secondo per: parcheggiare, saltare fuori dalla slitta, calarsi giù per il camino, mettere i regali sotto l’albero, mangiare gli snack che gli sono stati lasciati, risalire

nonostante la maggior parte di questi siano insetti o germi, ciò non esclude completamente le renne volanti, che ad oggi però sembra che solo Babbo Natale abbia mai visto. 2. Sulla terra ci sono 2 miliardi di bambini (persone sotto i 18 anni). Ma dal momento che Babbo Natale non gestisce (sembra) i bambini musulmani, indù, ebrei e buddisti, ciò riduce il carico di lavoro al 15% del totale – 378 milioni circa. Considerando un tasso medio di 3,5 bambini

per il camino, tornare nella slitta e dirigersi alla casa successiva. Supponendo che ciascuna di queste 91,8 milioni di fermate sia distribuita omogeneamente sulla Terra (che, ovviamente, è un’assurdità, ma, ai fini dei nostri calcoli, è una supposizione che possiamo accettare), stiamo


parlando di 1,25 km di distanza media tra le case di due nuclei familiari, il che porta ad un totale di 121 milioni di chilometri e mezzo da percorrere, senza contare le fermate per fare quello che la maggior parte di noi deve fare almeno una volta ogni 31 ore, più l’alimentazione ecc. 4. Questo implica che la slitta di Babbo Natale deve muoversi con una velocità di 1045 chilometri al secondo, vale a dire 3.157 volte la velocità del suono. A titolo indicativo, il più veloce veicolo realizzato dall’uomo, la sonda spaziale Ulisse, viaggia alla patetica velocità di 44.1 chilometri al secondo; una renna convenzionale (non volante, per capirsi) può raggiungere, al massimo, la velocità di 25 chilometri l’ora. 5. Il carico della slitta è un altro interessante elemento da considerare. Assunto che ogni bimbo buono non riceva nulla di più di una scatola di lego di medie dimensioni (circa 850 grammi), la slitta deve sopportare un carico totale di 321.300 tonnellate (al netto di Babbo Natale stesso, che è invariabilmente descritto sovrappeso, ma stiamo ragionando su ipotesi di massima). Sulla terra, una renna può trainare un carico di non più di 150 chili. Anche assumendo che una “renna volante” (vedi punto 1) possa trainare un carico dieci volte maggiore, non possiamo pensare di cavarcela attaccando alla slitta otto renne, come si vede nelle illustrazioni.

E il problema non è aggiungere cinque o sei renne. Il problema è che abbiamo bisogno di 214.200 renne. Questo fattore porta il carico totale (e di nuovo, sempre per ragionare su ipotesi di massima, non stiamo conteggiando il peso della slitta) a 353.430 tonnellate. Solo a titolo di confronto, è opportuno osservare che questo peso è quattro volte quello della Queen Elizabeth. 6. 353.000 tonnellate che viaggiano a 1045 chilometri al secondo creano un enorme attrito con l’aria; questo attrito ha l’effetto di riscaldare le renne, proprio come accade agli Space Shuttle al momento del rientro nell’atmosfera terrestre. La coppia di renne di testa assorbirà un’energia pari a 14,3 quintilioni di Joule. Al secondo. Ciascuna. In pratica, andranno in fiamme pressoché istantaneamente, esponendo così all’attrito dell’aria le renne alle loro spalle, e contemporaneamente creando assordanti boati supersonici nella loro scia. L’intera squadra di renne sarà vaporizzata in 4,26 millesimi di secondo. Babbo Natale, nel frattempo, sarà sottoposto a una forza centrifuga 17.500,06 volte maggiore della forza di gravità. Se Babbo Natale pesasse appena 125 chili (peso che lo renderebbe comicamente magro) sarebbe inchiodato al fondo della slitta da una forza di 1.941.756 di chili.

In conclusione – Quand’anche Babbo Natale abbia mai consegnato regali alla vigilia di Natale, ora è morto. Confutazione alla confutazione Diversi punti chiave sono trascurati da questo insensibile, dilettantesco, cosiddetto “studio”. 1. Renne volanti: Come è noto (si veda in proposito l’eccellente documentario storico “Santa Claus is Coming to Town”), le renne volanti non sono una specie sconosciuta di renne, ma sono semplicemente renne che hanno ricevuto il potere di volare grazie all’ingestione di ghiande magiche. Come è definitivamente accertato in “Rudolph la renna dal naso rosso” (uno sguardo senza veli alla vita nel villaggio di Babbo Natale), questa capacità è stata mantenuta nelle generazioni successive di renne, dato che ovviamente le ghiande magiche hanno alterato una sequenza di un gene dominante nel DNA delle renne del villaggio. 2. Numero di famiglie: i numeri presentati non tengono conto di due fatti fondamentali. Prima di tutto, il primo grande scisma nella Chiesa ha diviso le Chiese Orientali, facenti capo a Bisanzio, dalla occidentale, che è rimasta a Roma. Ciò è avvenuto prima della correzione gregoriana al calendario giuliano. Le Chiese orientali (attualmente chiamate Chiese ortodosse) non riconoscono la correzione Gregoriana per gli eventi liturgici, e il loro Natale è di conseguenza


alcuni giorni dopo le Chiese occidentali. Babbo Natale quindi consegna regali in due turni. In secondo luogo, la media di 3,5 bambini per famiglia è una media demografica lorda, che comprende le famiglie senza figli. Il numero di figli per nucleo familiare, se pensato come media per le famiglie con i bambini, dovrebbe dunque essere rivisto al rialzo. Inoltre, la più grande confessione cristiana è quella Cattolica Romana, all’interno della quale militano, come tutti sappiamo, individui che si riproducono come conigli. Se non mi credete, chiedete ai miei quattro fratelli o alle mie due sorelle. A causa della prevalenza dei cattolici all’interno delle famiglie cristiane, il numero totale delle famiglie contenenti bambini cristiani dovrebbe essere corretto verso il basso in modo da riflettere il sovraccarico dei cattolici al di là di una deviazione standard dalla media. Inoltre, l’affermazione che ogni casa dovrebbe contenere almeno un bravo ragazzo sarebbe abbastanza ragionevole se ci fosse in realtà una media effettiva di 3,5 bambini per famiglia. Tuttavia, poiché il numero di figli per famiglia è distribuito uniformemente, ci sono un numero significativo (nell’ordine di diversi milioni) di famiglie cristiane con un solo bimbo. Anche se i figli unici sono notoriamente viziati e quindi sproporzionatamente inclini ad essere cattivi, visto che si avvicina il Natale saremo generosi e daremo loro un 50% di possibilità di essere buoni. Ciò elimina la metà delle famiglie con un bambino dal piano di

consegna di Babbo Natale, che è già stato ridotto avendo omesso le famiglie ortodosse dalla lista della prima consegna. 3. Esecuzione della consegna (velocità, carico, ecc): Tutte le considerazioni effettuate partono dal presupposto che vi sia un solo Babbo Natale (Santa Claus). Il nome “Santa” è, ovviamente, spagnolo o italiano, due gruppi etnici che sono entrambi a larga maggioranza cattolica. Il cognome Claus suggerisce un background tedesco / italiano. L’inizio della storia (sempre con riferimento al documentario storico “Santa Claus is coming to town”), ed in particolare le lotte con il Meisterburger Burgermeister, suggeriscono che il giovane Santa sia cresciuto in Baviera (anch’essa a maggioranza cattolica). Gli elmetti in stile Kaiser delle guardie del Burgermeister, insieme con il relativo isolamento del villaggio, suggeriscono che la sua giovinezza si sia svolta all’inizio dell’influenza prussiana in Germania. Così, Santa e la Signora Claus sono stati insieme per oltre cento anni. Ora, dopo un centinaio di anni di vita al Polo Nord, con notti che durano sei lunghi mesi, se si pensa che i Claus siano rimasti senza figli, o non si conoscono i cattolici o non si conosce il tasso di fallimento del metodo OginoKnauss. Ci sono stati quindi più di cinque generazioni di Claus, che si sono riprodotti, come solo i cattolici sanno fare, per oltre cento anni. E dal momento che sono cattolici, l’aumento percentuale della popolazione dei

Claus è ovviamente superiore a quello della popolazione mondiale nel suo complesso. Ci sono stati quindi generazioni di Claus numerose a sufficienza per compensare l’aumento della popolazione mondiale. Quindi, in realtà, Babbo Natale ha una vita più facile adesso che non quando ha iniziato.



minimalismo

gli oggetti non ci rendono felici

-

sfido

ricordo

l’amore che proviamo per le persone si misura con gli oggetti

-


bacche di ginepro e… lavanda.

Timo e cucaçao.

StFeuillien Cuvée de Noël:

anice stellato!

Père Noel

N’ice Chouffe,

foto Bianca


zucca Renna

fave di Tonka GlĂźh

i A

cannella, chiodi di garofano, anice stellato e scorze d’arancia dolce Babbo Bastardo

Befana Chinata n pepe rosa ginepro corteccia di China

Hemlock il

chinotto

coriandolo e di Savona.

Stella

zenzero e vaniglia.

Christmas Duck miele di olmo,

NatAle






Il Natale per me era il calore di quel camino e di quei termosifoni; la neve fuori dalla finestra; le curve e le montagne; le passeggiate; la torta sul testo; gli abbracci dei miei nonni e i sorrisi dei miei genitori.


Guardie e ladri

Le disavventure di Babbo Natale

Nuovi addobbi


Lo stress natalizio

Regali per tutti


Varie&Eventuali


GUEFFUS








La missiva recitava:







DECORAZIONI

ABBIGLIAMENTO

IN IN IN OUT. IN-DI-SPEN-SA-BI-LI


REGALI

CIBO








la banda dei picchiatelli Hariel

Daria

Angyerry

Etereamente

Maltidalegare Frugo

Mariaever

Katia

Elinepal

Lina

Luci

Kuroko

Igna

Mykoize

Titti

Saransa

Comearia

Chemical

Apity

Daniela

Cucinaincontroluce

Pani

Bea

Yliharma

Amaradolcezza

Bestia

Bianca

Ellli

Max

Darsch Sonia


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.