La Discussione

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Via G. D'Annunzio, 24 Pescara - tel. 085.4514890 serfitsas@virgilio.it

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DI CONSULENZA F I S C A L E E T R I B U TA R I A

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QUOTIDIANO POLITICO FONDATO DA ALCIDE DE GASPERI

www.ladiscussione.com

Le paure del segretario Pd

Leadership ipotecata di Giampiero Catone

è allarme e delusione, nell’area riformista del Partito Democratico, per la deriva confusa e massimalista di Veltroni; un Veltroni totalmente diverso da quello che avevamo visto mesi fa, al Lingotto, protagonista di una scelta e di un progetto politico che si muovevano nell’ottica di una democrazia repubblicana affrancata dalle chiusure settarie della sinistra antagonista e dalle mediazioni paralizzanti dell’ultimo centro sinistra. Sembra che tutto questo gridare del segretario del PD sia probabilmente legato alla duplice esigenza di recuperare ipotetiche folle e consensi per la manifestazione antigovernativa del 25 ottobre e di rinsaldare una leadership contestata e quasi accerchiata all’interno del suo stesso partito. Resta però incontestabile che tanto strumentalismo a mala pena possa nascondere un fallimento perché, se Veltroni fosse davvero convinto di quello che sostiene oggi, non si capirebbe perché, fino a poco tempo fa, avesse dichiarato il superamento della vecchia alleanza con la sinistra antagonista operando anche concretamente per la sua liquidazione. Non può, quello di un opposizione cementata solo sul fronte del no e della sudditanza a Di Pietro, essere il nuovo orizzonte del Partito Democratico, né può essere una prospettiva condivisibile per i moderati e gli eredi del Partito Popolare che militano in una formazione che avevano concorso a costruire e sostenuto con obiettivi diversi. Alla maggioranza non resta che lasciare il tempo che trovano alle esternazioni del Veltroni di oggi e costruire con tenacia gli appuntamenti che scandiranno il nuovo tempo delle riforme per il nostro Paese. Così come dovrà restare fermo il dialogo con i mondi vitali della società italiana, a cominciare dal sindacato più consapevole della complessità delle sfide e meno irretito dai fantasmi massimalisti che sembrano ossessionare l’attuale dirigenza della CGIL.

e-mail: redazione@ladiscussione.com

Berlusconi: «Le nostre imprese sono sane e chi ha titoli li tenga»

L’Italia non si ferma Napoli. L’intervento del premier: «Noi vogliamo continuare a far valere lo Stato per difendere i diritti dei cittadini e garantirne la sicurezza»

C’

STATI GENERALI EDITORIA OBIETTIVO GIOVANI di Fabrizio Cerri “Più cultura, più lettura, più Paese: scommettere sui giovani” è la parola d’ordine degli Stati generali dell’editoria che oggi a Roma chiudono i lavori. Al centro, gli interventi dei ministri Gelmini, Meloni e Bondi. a pag. 5

Anno LVI - n. 188 - Giovedì 2 ottobre 2008 - euro 1

di Ivan Mazzoletti

«Non consentirò attachi speculativi alle nostre banche e non accetterò che i cittadini italiani perdano neanche un euro dei loro depositi». È stata questa una delle prime considerazione che ha fatto ieri a Napoli il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito alla crisi finanziaria globale. Un tema, quello economico, trattato con lucidità e chiarezza. Ma nel capoluogo partenopeo, dove il premier ieri è andato per la nona volta dallo scorso mese di marzo, gli argomenti trattati sono stati tanti: dalla questione rifiuti a quella della sicu-

rezza, dall’agenda del governo al rapporto con gli avversari politici. «Verrò a Napoli tutti i mercoledì per una continuità di lavori da seguire» ha annunciato Berlusconi nella conferenza stampa che ha concluso la visita nel capoluogo campano. Soddisfazione per il duro colpo inferto due giorni fa alla criminalità organizzata. «Vorrei sottolineare con soddisfazione l’operazione portata a termine da parte di tutti i

Le statistiche registrano l’invecchiamento della popolazione italiana. Figli non se ne fanno più anche grazie al terrorismo culturale di sprovveduti malthusiani. Siamo troppi, strillano, la Terra scoppia. Il World Demographic Trend (Onu) prevede, per il 2012, una popolazione mondiale di 7 miliardi di persone. Se, mettiamo caso, abitassero tutte in Texas, avremmo 10.062 abitanti a Kmq. A Manhattan, la densità è, oggi, di 21.202!

D’Alema vara la tv “Red” anticipando Veltroni

corpi dello Stato che hanno collaborato insieme per dare questo colpo credo definitivo alla camorra. Anche questa è la conferma dela volontà dello Stato di assumersi tutti i doveri dello Stato. Non daremo tregua alle organizzazioni criminali». Il presidente del Consiglio ha confermato l’uso dei militari nelle zone a rischio. «Le proteste non ci fermeranno. Noi vogliamo continuare a far valere lo Stato che deve intervenire con la sua forza e la sua autorità per difendere i diritti dei cittadini. Nessuna organizzazione criminale o minoranza può fermarci. Lo stato è intenzionato a utilizzare tutti i mezzi per garantire la sicurezza dei cittadini». Per quanto riguarda la questione rifiuti, invece, i termovalorizzatori in Campania salgono a quota cinque. Per il premier Berlusconi è stata proposta la cittadinanza onoraria a Napoli. «La nona volta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Napoli è come la nona di Beethoven: racchiude “l’inno alla gioia” per tutti i napoletani che si sentono, con la sua costante presenza, rassicurati che una simile emergenza rifiuti non tornerà mai più». Lo ha affermato Giampiero Catone del PdL. «Grazie agli impegni mantenuti dal presidente Berlusconi - ha aggiunto l’esponente del PdL - la città può tornare ad affacciarsi con orgoglio nel panorama mondiale, per questo rivolgiamo l’ennesimo appello al sindaco Jervolino affinché venga concessa la cittadinanza onoraria al presidente Berlusconi». a pagina 3

I numeri del Corriere

La proboscide di Veltroni di Francesco Damato

aranno pure “balle” quelle che Veltroni attribuisce a Berlusconi negando di avere ricevuto da D’Alema critiche e proteste, risultanti invece al presidente del Consiglio, per la copertura a lungo fornita alla intransigenza della Cgil nelle trattative sul passaggio dalla vecchia alla nuova Alitalia, ma il segretario del maggiore partito d’opposizione si muove come un elefante in una cristalleria. Basta un appunto, un richiamo, una polemica, pur cortese, per far perdere a Walter la calma e per fargli compiere scorrettezze o dire sciocchezze, come ha fatto ieri in una lunga lettera al Corriere della Sera. Il che personalmente dispiace a chi vorrebbe continuare a nutrire per lui una certa simpatia e riconoscergli il merito di avere rinunciato nelle ultime elezioni all’alleanza con quella palla al piede che è, per una potenziale forza di governo, la sinistra massimalista. Ma che Veltroni purtroppo ha sostituito con quell’altro magma di pulsioni ben poco governative che è l’Italia dei valori (bollati) di Antonio Di Pietro. Dal quale deve dissociarsi un giorno sì e l’altro pure, come è accaduto anche ieri per difendere il Capo dello Stato dall’ennesimo e irridente attacco dell’ex magistrato. Ma torniamo alla lettera al Corriere, scritta per replicare al dissenso espresso in un editoriale di Pierluigi Battista dalla “narrazione” che di Berlusconi il segretario del Pd aveva fatto sullo stesso Corriere accusando domenica scorsa in una intervista il presidente del Consiglio e il suo governo di “deriva autoritariaputiniana”. Così ha ricordato e riassunto il vice direttore del giornale. (...)

S

segue a pagina 2 redazione@ladiscussione.com

Riforma del modello contrattuale. Cgil si tira fuori

Nel Pd c’è anche la guerra dell’etere Confindustria: «Non accettiamo veti» di Nicola Maranesi

di Adolfo Spezzaferro

Se si cerca una chiave di lettura per interpretare le oscure vicende interne al Pd, la “guerra dell’etere” può risultare uno strumento esaustivo. “Nessuno Tv”, canale satellitare di area democratica, a partire dal 4 novembre cambierà il proprio nome in “Red”, avendo ratificato l’accordo di collaborazione sui contenuti televisivi con la Fondazione Italianieuropei, presieduta da Massimo D’Alema, che ancora una volta taglia per primo il traguardo, staccando di molte lunghezze l’eterno antagonista Veltroni. a pag. 2

Giorni contati per la Cgil. Si deciderà infatti il dieci ottobre prossimo se la trattativa sulla riforma del modello contrattuale andrà avanti senza l'accordo della confederazione guidata da Guglielmo Epifani. La data è stata fissata ieri, al termine dell'incontro tra Confindustria e sindacati. Il presidente Emma Marcegaglia ha confermato la volontà degli industriali di giungere ad un accordo per il rinnovo del modello contrattuale, anche senza la Cgil, e che Confindustria “non accetta veti da nessuno”. a pag. 4

nicolamaranesi@ladiscussione.com

adolfospezzaferro@ladiscussione.com


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POLITICA

PORTA ANGELIC A a cura di Tertulliano

Minore

La libertà cristiana si esplica nel servizio ai fratelli Particolarmente festosa è stata l'accoglienza tributata a Papa Benedetto XVI al suo ingresso in Piazza San Pietro, dove l'attendevano circa venticinquemila fedeli e pellegrini convenuti per partecipare alla consueta udienza generale del mercoledì. Tra la gente assiepata nell'emiciclo berniniano risaltavano macchie variopinte di colore di gruppi di fedeli croati, polacchi e sloveni che sfoggiavano i loro costumi tradizionali. Al Santo Padre sono arrivati gli echi dei presenti che gli auguravano un felice ritorno in Vaticano, dopo il periodo di riposo trascorso nella cittadina laziale di Castel Gandolfo. Benedetto XVI ha ripreso a parlare della figura di San Paolo e dei suoi rapporti con i dodici apostoli con i quali si relaziona dopo la morte e la risurrezione del Cristo. «La libertà cristiana non si identifica mai — ha affermato il Papa, riferendosi alle Lettere di Paolo — con il libertinaggio o con l'arbitrio di fare ciò che si vuole; essa si attua nella conformità a Cristo e perciò nell'autentico servizio per i fratelli, soprattutto per i più bisognosi. Amore per i poveri e liturgia divina — prosegue il Papa — vanno insieme, l'amore per i poveri è liturgia. Solo il dialogo sincero, aperto alla verità del Vangelo, può orientare il cammino della Chiesa. "Il Regno di Dio non è questione di cibo o bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo", è sempre Paolo nella sua lettera ai Romani che esorta a lasciarsi guidare dallo Spirito, cercando di vivere nella libertà che trova il suo orientamento nella fede e si concretizza nel servizio ai fratelli. Essenziale è essere sempre conformi a Cristo. È così che si diventa liberi, così si esprime in noi il nucleo più profondo della Legge: l'amore per Dio e per il prossimo». La figura di San Paolo reclama la sua attualità ancora oggi con il suo insegnamento e le sue profetiche intuizioni: la nuova evangelizzazione parte da quella operata dell'apostolo delle genti. Paolo di Tarso colpito dalla rivelazione del Cristo risorto, mutò la sua foga persecutoria in ardente desiderio di adesione al Vangelo, oltre che di ansia propagatrice del suo messaggio salvifico.

Concluse le ferie estive il Papa è rientrato in Vaticano Era stato annunciato per lunedì pomeriggio il rientro in Vaticano di Papa Benedetto XVI dal suo soggiorno estivo nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. Invece la permanenza del Pontefice si è protratta per un'altra giornata e il ritorno nella sede apostolica di Roma è avvenuto ieri pomeriggio, martedì 30 settembre, quando un bianco elicottero della Marina Militare italiana è atterrato all'eliporto nei giardini vaticani. Si è conclusa così la parentesi estiva castellana di Benedetto XVI, che ha visto il Santo Padre alternare periodi di riposo, studio, riflessione a impegni apostolici con visite ai fedeli della diocesi di Cagliari, in pellegrinaggio a Parigi e a Lourdes oltre che concedere e presiedere udienze particolari e generali. Il Papa prima di congedarsi dalla sua residenza di Castel Gandolfo ha voluto incontrare tutto il personale delle Ville Pontificie al quale ha rivolto il suo personale saluto e il suo sentito ringraziamento per la amorevole dedizione con cui assolvono al loro particolare impegno a servizio del Pontefice e della Chiesa. «Nel momento in cui mi accomiato da voi — sono le parole di saluto di Benedetto XVI rivolte al personale riunito per il tradizionale incontro di fine soggiorno — al termine del periodo estivo a Castel Gandolfo, sento vivo il bisogno di rinnovarvi la mia gratitudine per il quotidiano e solerte servizio che svolgete qui, nelle Ville Pontificie. Passeggiando per i viali delle Ville ho avuto modo di apprezzare l'attenzione che ponete nel vostro lavoro. Ringrazio anche il personale che si dedica con solerzia alla cura del Palazzo Pontificio. Mi rendo conto che la mia presenza vi domanda spesso un supplemento di impegno e questo comporta non pochi sacrifici a voi e alle vostre famiglie. Vi ringrazio di cuore per la vostra generosità e chiedo al Signore di ricompensarvi di tutto. Vi accompagni la sua grazia e il suo paterno amore sostenga voi tutti e i vostri familiari, ai quali vi prego di recare il mio cordiale saluto e l'assicurazione del ricordo nelle mie preghiere». redazione@ladiscussione.com

Quotidiano politico fondato da Alcide De Gasperi

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Giovedì 2 ottobre 2008

Veltroni si affanna a rincorrere Di Pietro, D’Alema piazza un altro colpo

Walter parla e Max agisce RedTv parte, Youdem no di Nicola Maranesi

ROMA - Se si cerca una chiave di lettura per interpretare le oscure vicende interne al Partito democratico, la cosiddetta “guerra dell’etere” può risultare uno strumento esaustivo. Ieri il cda dell’emittente “Nessuno Tv”, canale satellitare di area democratica, ha reso noto che a partire dal 4 novembre cambierà il proprio nome in “Red”, avendo ratificato l’accordo di collaborazione sui contenuti televisivi con la Fondazione Italianieuropei, presieduta da Massimo D’Alema. Ancora una volta l’ex ministro degli Esteri del governo Prodi taglia per primo il traguardo, staccando di molte lunghezze l’eterno antagonista Walter Veltroni. Qualcuno ricorda quanto era accaduto a fine luglio, quando Max aveva anticipato il lancio del canale e Veltroni si era scapicollato da Sabaudia per opporre alla nascita di Red quella di Youdem, ipotetica televisione ufficiale dell’intero Partito democratico? Bene, mentre D’Alema brinda ai primi vagiti della sua creatura mediatica, di Youdem ad oggi si è persa ogni traccia. Walter che si agita, urla, condanna, rinnega e promette mentre Massimo agisce. Un copione confermato dalla strategia politica che Veltroni ha varato per il mese di ottobre. Il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone ne ha distribuito giusto ieri un utile compendio alle agenzie di stampa: il segretario del Pd, spiegava l’ex deputato radicale, «è ossessionato dall’esigenza di riempire la piazza del 25 ottobre, e quindi, da qui ad allora, cercherà di strillare il più possibile, facendo a gara con Di Pietro». Sembra evi-

Da una parte Veltroni ha cercato di correggere il tiro scrivendo non del pericolo di un affossamento, bontà sua, ma di un “impoverimento” della democrazia per effetto dell’azione di governo di Berlusconi, e inserendo il presunto eccesso berlusconiano di decisionismo in uno scenario mondiale, dall’altra ha rivendicato il merito e la validità delle sue precedenti affermazioni. Ed ha contrapposto le critiche del vice direttore al consenso che i lettori del Corriere avrebbero espresso per il suo pesante attacco al presidente del Consiglio, come per dire che lui è più in sinto-

dente che Veltroni attribuisca alla discussa iniziativa “Salva l’Italia” lo status di ultima spiaggia per frenare l’emorragia di consensi transitati dal suo partito all’Italia dei Valori. Posta l’esigenza, l’ex sindaco di Roma ha agito d’istinto, lanciando una campagna mediatica tesa a sottrarre cavalli di battaglia a Di Pietro: antiberlusconismo a profusione, in poche parole. L’ultimo atto è stato scritto ieri: lettera al Corsera nella quale Veltroni sosteneva che la democrazia italiana è a rischio, perché a suo dire Berlusconi maltratta Parlamento e opposizioni. Ma nelle circa tremila battute pubblicate dal quotidiano di via Solferino c’era di più, c’era persino una difesa d’ufficio dell’IdV, ingiustamente dipinta dal premier come “nemica della democrazia e della libertà”. Un boomerang. Nelle stesse ore in cui Veltroni scriveva, Di Pietro si scagliava contro il “papalino” Presidente della Repubblica nell’ambito della vicenda Rai, e persino un colonnello diligentissimo come Antonello Soro se ne usciva con un’intervista (pubblicata sempre sul Corriere) nella quale dava del “delirante” al-

Segue dalla prima pagina

l’ex pm. Di più: per divincolarsi dall’abbraccio mortale Tonino attaccava il leader del Pd (“fa l’opposizione del giorno dopo”) costringendo Walter a fare marcia indietro e ad accusarlo di aver rivolto un “attacco cieco e strumentale” a Napolitano. Una piroetta a 360 gradi eseguita in meno di 24 ore di fronte a un D’Alema piantato a terra. Gli attacchi rivolti da Veltroni a Berlusconi servivano anche a “stanare” il presidente di Italianieuropei, costringendolo a schierarsi pubblicamente contro il governo del Cavaliere o ad assumere una posizione mediana difficilmente sostenibile. D’Alema non si è scomposto: ha dato ragione a Veltroni, confermando che «in Italia problemi di democrazia ci sono e credo sia giusto sollevarli». Il tutto senza citare Berlusconi, che al massimo può rappresentare per il Paese un «fenomeno anomalo» poiché «concentra in sé potere politico, potere finanziario e potere mediatico». Concetti antichi, snocciolati con il proposito di non aggiungere alcun ingrediente alla scena politica attuale. Il mantenimento dello status quo logora Veltroni e giova a D’Alema: «Se Silvio Berlusconi vuole dialogare con il Pd deve farlo con il leader e non con me – aggiungeva maliziosamente “baffino”-. Io fortunatamente non ho questo compito». Oggi il compito di D’Alema è quello di rafforzarsi senza esporsi: il pragmatismo con il quale ha gestito la nascita di RedTv, dall’annuncio alla messa in onda, ne è la dimostrazione. nicolamaranesi@ladiscussione.com

tava essere non del 70 ma del 58 per cento, contro il 42 di dissenso. Ma non fa niente. I numeri di Veltroni sono spesso ballerini. Rimane la scorrettezza di una polemica di questo tipo con chi ha la responsabilità di un giornale. E’ la stessa scorrettezza, d’altronde, con la quale Veltroni da qualche tempo, per supportare i suoi attacchi a Berlusconi, si richiama al sottosegretario Gianni Letta e ne tesse gli elogi, come se a nominarlo e a decidere di farsene rappresentare incondizionatamente fosse stato lui e non il presidente del Consiglio.

LA PROBOSCIDE DI VELTRONI

Caporedattore: Giuseppe Spezzaferro 06/45496823 Nicola Maranesi tel. 06/45496821 Ivan Mazzoletti tel. 06/45496816 Adolfo Spezzaferro tel. 06/45496818 Stampa: Rotopress s.r.l. V.le E. Ortolani, 33/37 - Dragona (Rm) Tel. 06/52169495

nia di Battista con il pubblico di quel giornale. “Più del 70 per cento dei lettori del Corriere.it si è dichiarato d’accordo” con me, si è vantato il segretario del Pd, speriamo non volendosi con questo candidare alla guida di quel giornale al prossimo cambio di direzione, specie se lui nel frattempo dovesse perdere la segreteria del partito e decidere di tornare al solo giornalismo. In verità, almeno dalle copie del Corriere vendute a Roma l’altro ieri, il consenso dei lettori alle tesi di Veltroni risulDistribuzione: S.E.R. Via Stadera, 76 - Napoli Tel. 081/5845742 Concessionaria per la pubblicità: Publistar s.a.s. Via Monte delle Piche, 34 - Roma Tel. 06/6551787 - publistar@fastwebnet.it Iscritto al nr. 3628 del 15/12/1953 del Registro della Stampa del Tribunale di Roma

Francesco Damato Abbonamenti: Annuale e 160,00 Semestrale e 100,00 c.c.p. nr. 67891549 - intestato a: Editrice Europa Oggi S.r.l. Via del Tritone, 87 - 00187 - Roma Impresa beneficiaria per questa testata dei contributi di cui alla legge nr. 250/90 e successive modifiche ed integrazioni


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Giovedì 2 ottobre 2008

POLITICA

Una telenovela L’inno alla gioia di Silvio che blocca la Rai Il premier suona la nona a Napoli e rassicura i cittadini sulla crisi finanziaria

Berlusconi: «Non consentirò attacchi speculativi. Alle organizzazioni criminali non daremo tregua. Sul caso rifiuti è tutto sotto controllo» di Ivan Mazzoletti

ROMA - «Non consentirò attachi speculativi alle nostre banche e non accetterò che i cittadini italiani perdano neanche un euro dei loro depositi». È stata questa una delle prime considerazione che ha fatto ieri a Napoli il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito alla crisi finanziaria globale. Un tema, quello economico, trattato con lucidità e chiarezza. Ma nel capoluogo partenopeo, dove il premier ieri è andato per la nona volta dallo scorso mese di marzo, gli argomenti trattati sono stati tanti: dalla questione rifiuti a quella della sicurezza, dall’agenda del governo al rapporto con gli avversari politici. «Verrò a Napoli tutti i mercoledì per una continuità di lavori da seguire» ha annunciato Berlusconi nella conferenza stampa che ha concluso la visita nel capoluogo campano. Soddisfazione per il duro colpo inferto due giorni fa alla criminalità organizzata. «Vorrei sottolineare con soddisfazione l’operazione portata a termine da parte di tutti i corpi dello Stato che hanno collaborato insieme per dare questo colpo credo definitivo alla camorra. Anche questa è la conferma dela volontà dello Stato di assumersi tutti i doveri dello Stato. Non daremo tregua alle organizzazioni criminali». Il presidente del Consiglio ha confermato l’uso dei militari nelle zone a rischio. «Le proteste non ci fermeranno. Noi vogliamo continuare a far valere lo Stato che deve intervenire con la sua forza e la sua autorità per difendere i diritti dei cittadini. Nessuna organizzazione criminale o minoranza può

Maroni: nel casertano è guerra civile. E sui militari decido io ROMA - Nel casertano è in atto una vera e propria guerra civile da parte dei Casalesi che sono una sorta di esercito di occupazione. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ribadito il concetto espresso la settimana scorsa che aveva trovato l’opposizione del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Nel corso della registrazione della trasmissione di Enrico Mentana “Matrix” in onda su Canale 5 ha chiarito che «non siamo in presenza di una lotta tra bande per avere il predominio, ma di un sistema che garantisce reddito e che si propone come Stato nello Stato e quindi è anti Stato». La strage di Castelvolturno è stato un «atto di terrorismo». Finché non ci sarà una rivolta della società civile «le azioni che facciamo noi non possono essere risolutive». Il ministro ha ribadito che l’ordine pubblico e la lotta alla criminalità organizzata sono terreni di pertinenza del Viminale.

fermarci. Lo stato è intenzionato a utilizzare tutti i mezzi per garantire la sicurezza dei cittadini». Per quanto riguarda la questione rifiuti, invece, i termovalorizzatori in Campania salgono a quota cinque. Il posizionamento sarà nella zona nord-ovest della Campania dove ci sono i depositi e servirà a smaltire cinque milioni di ecoballe ereditate dal passato. Quanto alla situazione delle discariche, Berlusconi ha spiegato: «Le proteste sono assolutamente inutili - ha detto il premier soffermandosi sulle polemiche che riguardano il sito di Chiaiano -. La discarica è nel parco, separata dal verde

dalle abitazioni e sarà pronta a fine novembre, smaltirà 700 tonnellate al giorno e sarà realizzata con tecniche ultramoderne e con un sistema di telecamere che consentirà di tenere tutto sotto controllo a cittadini e operatori dell’informazione». «La nona volta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Napoli è come la nona di Beethoven: racchiude “l’inno alla gioia” per tutti i napoletani che si sentono, con la sua costante presenza, rassicurati che una simile emergenza rifiuti non tornerà mai più». Lo ha affermato Giampiero Catone del PdL. «Grazie agli impegni mantenuti dal presidente Berlusconi - ha aggiunto l’esponente del PdL - la città può tornare ad affacciarsi con orgoglio nel panorama mondiale, per questo rivolgiamo l’ennesimo appello al sindaco Jervolino affinché venga concessa la cittadinanza onoraria al presidente Berlusconi». ivanmazzoletti@ladiscussione.com

Csm d’accordo con il Guardasigilli Per il ministro Alfano, Palazzo dei Marescialli condivide la ratio del governo ROMA - Il giudizio di fondo espresso dal Csm sulle nuove norme per il processo civile «concorda con la ratio dell’intervento del Governo». Così il Guardasigilli Angelino Alfano. «Ho appena letto il parere del Csm ha affermato il ministro - e, al di là di alcune critiche che, da sole, hanno trovato spazio sulla stampa, attribuisco grande rilevanza al giudizio di fondo espresso dal Csm sulla bontà del nostro intervento legislativo, giudizio che tra l’altro coincide con l’incipit del parere stesso». Il Csm, ha osservato Alfano, «afferma infatti: “il disegno di legge introduce misure di razionalizzazione, semplificazione e speditezza del processo di indubbio pesò ed è esattamente questo il preciso intendimento del Governo» ossia, ha spiegato il Guardasigilli, «l’introduzione di misure di razionalizzazione, semplificazione e celerità del processi, tutto ciò a beneficio dei cittadini che attendono giudizi più rapidi e una giustizia più efficace». Più specificatamente, aggiunge il ti-

È rottura su Orlando (IdV). Spunta la Melandri ROMA - «È un tema squisitamente politico e poco parlamentare». Così il presidente del Senato, Renato Schifani, ieri in aula a Palazzo Madama, ha liquidato la questione Rai interessata da un black-out nell’elezione per il presidente della Commissione di Vigilanza. Fino a questo momento di sedute ce ne sono state ben diciannove. Tutte terminate con una fumata nera. Fin dal primo momento il nome di Leoluca Orlando dell’Italia dei Valori non era ben visto da PdL e Lega. E nelle ultime ore l’intenzione di non votare per un esponente dipietrista ha preso ancora di più corpo. Complice le dichiarazioni sempre di Antonio Di Pietro ma anche quelle di Walter Veltroni e dello stesso candidato in pectore Leoluca Orlando. Il Popolo della Libertà non lo vuole votare. e per questo motivo, in occasione della prossima riunione, potrebbe eleggere Giovanna Melandri. Altri nomi ne fa anche Velina Rossa che ha sponsorizzato Giuseppe Giulietti. In attesa che Fini e Schifani riconvochino la Commissione di vigilanza (ieri non è stata convocata dopo una settimana di riunioni a raffica), la situazione sembra ferma a un punto morto. L’ipotesi più accreditata prevede uno scenario che farebbe salire ulteriormente la tensione. I parlamentari della maggioranza potrebbero accogliere l’invito di Fini già nella prossima riunione della Commissione: vi parteciperebbero a ranghi compatti votando il nome di Giovanna Melandri, Pd, che risulterebbe eletta presidente (per eleggerla bastano infatti i voti dei commissari del Pdl). A questo punto l’onorevole Melandri sarebbe costretta a dimettersi per non rompere l’accordo tra Pd e Idv sulla candidatura di Or-

lando. In una successiva votazione, i parlamentari del PdL potrebbero eleggere presidente il senatore Gianpiero D’Alia, Udc. In questa eventualità, per non aggravare lo situazione di stallo della Commissione, il secondo eletto potrebbe restare in carica. Non solo la Vigilanza ma anche le frizioni legate alla nomina dei vertici dell’azienda sta tenendo banco nelle ultime ore. «Sulla Rai, in queste ore - ha commentato il deputato PdL Luca Barbareschi -, è difficile ritrovare il filo del discorso. È un fatto, però, che se la politica continuerà a voler gestirla, saremo costretti ad assistere al barbaro assassinio dell’azienda da parte del chiacchiericcio di chi avanza proposte indecenti che non portano da nessuna parte. La Rai deve essere considerata come una primaria Media Company, una fabbrica di contenuti, alla testa della quale non si può che immaginare un management giovane, competente, al di sopra delle parti: Stefano Parisi aveva, a mio avviso, tutte le carte in regola per fare della Rai un’azienda, privata o ad azionariato misto, che, dotata di una governance vera, indipendente, controllata nella gestione da meccanismi di verifica seri ed efficienti, diventi finalmente competitiva sul mercato. I contenuti della Rai, oggi, sono deboli, squalificati, caricaturali: lancio un appello affinché si interrompa la circolazione di nomi da designare alla testa di un’azienda che, invece, giova ripeterlo, come ogni gruppo serio, ha urgente bisogno di amministratori indipendenti dalla politica e con funzione di ambasciatori della cultura italiana, non già di figure di belletto e di apparenza». iv. maz. ivanmazzoletti@ladiscussione.com

Base Usa, referendum bocciato Catone: il premier l’aveva detto

tolare del dicastero di via Arenula, Palazzo dei Marescialli «collega il giudizio positivo sull’intervento legislativo alle seguenti misure che fanno parte dell’impianto originario approvato a luglio dal Governo e che costituiscono la gran parte del provvedimento» quali l’unificazione della disciplina relativa all’eccezione e al rilievo d’ufficio dell'incompetenza ed alcune previsioni sulle spese processuali, la responsabilità aggravata, l’introduzione di mezzi di coercizione indiretta per contrastare l’uso dilatorio e l’abuso del processo, la riduzione di alcuni termini, l’inserimento di alcune norme a maggiore tutela dell’attività difensiva e del contradditorio, l’ulteriore semplificazione della motivazione delle sentenze e l’introduzione di un procedimento sommario di cognizione per le cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica.

ROMA - «Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, avrebbe fatto bene ad ascoltare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che attraverso una lettera inviatagli i primi di settembre, lo invitava a rinunciare al referendum tra i cittadini indetto per il 5 ottobre, in quanto il sito sul quale sta per nascere la Ederle 2 è demaniale, non è in vendita ed è un’area che è stata consegnata agli Usa». La precisazione è del parlamentare del PdL, Giampiero Catone. «Ebbene oggi (ieri per chi legge, ndr) - ha aggiunto Catone - il Consiglio di Stato ha bocciato il referendum che doveva svolgersi domenica prossima proprio perché l’acquisizione di quell’area è irrealizzabile». Lo stop al referendum «ha per oggetto un auspicio del Comune di Vicenza al momento irrealizzabile». Così si legge nell’ordinanza del Consiglio di Stato, resa nota ieri dal legale del Comitato favorevole alla base, avvocato Pierantonio Zanettin. L’ipotesi «di acquisire un’area sulla cui sdemanializzazione si sono pronunciate in senso sfavorevole le autorità competenti - spiega il massimo organo della giustizia amministrativa - è irrealizzabile. La consultazione stessa appare comunque inutile ove si volesse assumere una sua connotazione patrimoniale».

redazione@ladiscussione.com

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POLITICA

Giovedì 2 ottobre 2008

Rinnovo dei contratti: Confindustria non esclude un accordo separato

Decreto Alitalia Avanti anche senza Cgil al voto in Senato Bonanni (Cisl): «Trattativa positiva, impianto generale condivisibile» Angeletti (Uil): «Venerdì 10 riunione conclusiva. Poi il testo finale» di Adolfo Spezzaferro

ROMA - Giorni contati per la Cgil. Si deciderà infatti il dieci ottobre prossimo se la trattativa sulla riforma del modello contrattuale andrà avanti senza l'accordo della confederazione guidata da Guglielmo Epifani. La data è stata fissata ieri, al termine dell'incontro tra Confindustria e sindacati. Il presidente Emma Marcegaglia (nella foto) ha confermato la volontà degli industriali di giungere ad un accordo per il rinnovo del modello contrattuale, anche senza la Cgil, e che Confindustria "non accetta veti da nessuno". Nell'incontro di ieri sono stati compiuti passi avanti "molto importanti sulle regole e sui salari e non abbiamo più margini", ha sottolineato Marcegaglia. Secondo la presidente, la Cgil "chiede un ritorno alla scala mobile e questo è inaccettabile: non esiste in nessuna parte d'Europa. Non sarebbe accettato dalla Bce e da Bankitalia e ci porterebbe fuori dall'Ue, ha detto, noi non vogliamo uscire dall'Europa e, pertanto, non è possibile accettare ciò che dice la Cgil". Anche perché Confindustria ha cercato di andare incontro alle richieste del sindacato di Epifani. "Abbiamo rinunciato all'inflazione programmata - ha ricordato Marcegaglia - indicando un indice previsivo a tre anni depurato dalla sola energia importata. Un altro aspetto assurdo emerso è che per la Cgil non ci deve essere alcun tipo di regole. C'è una chiusura. La Cgil vuole, come dice Bombassei, una sorta di Far West". Intanto la Cgil considera la trattativa sulla riforma del modello contrattuale "finita" ma ha aggiunto che non si alzerà ancora dal tavolo. "Resta la critica generale alla proposta

di Confindustria - ha spiegato Epifani - abbiamo anche deciso, in ragione delle cose verificate stamattina, che questa fase della trattativa può considerarsi esaurita". Infine, riguardo alle eventuali responsabilità su accordi separati, il leader della Cgil ha affermato: "Ripensando ai vecchi accordi separati, la responsabilità degli accordi sindacali è sempre della controparte. Se la controparte non è d'accordo non si fanno accordi separati, quindi la responsabilità sarebbe di Confindustria". Al contrario, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha espresso un giudizio molto positivo sulla trattativa. "Siamo arrivati a un punto decisivo davvero importante - ha detto Bonanni - Confindustria ha sciolto molti nodi, c'è un avanzamento molto forte". Per il leader della Cisl, l'impianto generale di riforma che si va delineando è "condivisibile". "C'è un passo avanti notevole ha sottolineato - ciò che è uscito oggi è incoraggiante e ci mette di fronte a una svolta delle relazioni industriali. Ora bisogna confrontarsi con le altre associazioni datoriali. Siamo vicini a una conclusione. C'è una sintesi molto solida". "Pertanto - ha concluso il segretario della Cisl -

non c'è motivo per allungare la trattativa". Ache la Uil ha espresso un giudizio molto positivo sulla trattativa."E' stato un incontro proficuo - ha spiegato il segretario generale Luigi Angeletti - Confindustria ha modificato molti punti del suo documento. Ci sono stati cambiamenti significativi che consentono di poter dire che venerdì 10 sarà la riunione conclusiva su un testo condiviso". Angeletti ha sottolineato che c'è stato "un avvicinamento su tutto", pertanto "la trattativa è praticamente conclusa. Bisogna stendere il documento finale". Il senso di responsabilità dimostrato da Cisl e Uil è in linea 'con la posizione del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che si è detto "assolutamente convinto della necessità di una profonda riforma del nostro sistema di relazioni industriali e in esso del nostro modello contrattuale, in qunto questo sistema e questo modello hanno caratteristiche certamente intense, intensive e ridondanti, ma non tali da promuovere il lavoro e l'impresa nel nostro Paese''. Per il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, una riforma contrattuale condivisa verrebbe estesa anche al settore pubblico. In caso contrario, il ministro si darà da fare in prima persona "per arrivare ad una riforma per il settore pubblico da estendere, perché no, al privato". Sul rinnovo dei contratti la Cgil si è condannata all'isolamento, così come sta facendo l'opposizione. In barba al bene comune. adolfospezzaferro@ladiscussione.com

Presentati 11 emendamenti. Il Pd non voterà di Andrea Sperelli

ROMA - Il decreto legge per il salvataggio di Alitalia è al voto in Senato. Ieri il Governo ha presentato undici emendamenti al ddl del 28 agosto che rivede la legge Marzano sulla ristrutturazione delle grandi aziende in crisi. Sempre ieri, il Partito democratico ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto. Pronta la replica del Popolo della Libertà, per voce del presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri: "Mentre nel mondo la crisi finanziaria ed il prezzo del petrolio creano problemi drammatici, la sinistra dell'invidia e delle bugie contrasta un provvedimento che corona un nuovo successo del centrodestra. Contro il partito del fallimento e dei licenziamenti andremo avanti con la nuova Alitalia". Gasparri accusa la sinistra di "aver sfasciato l'Alitalia nei decenni di prodismo, di Iri e di governo, e di ipersindacalismo, ora, in piena coerenza, si schiera contro il decreto che accompagna il salvataggio della compagnia di bandiera. Il Pd è contrario al pagamento per sette anni dell'ottanta per cento della retribuzione ai dipendenti in esubero. E' contrario ad una soluzione che dà respiro alla compagnia con la presenza di qualificati e motivati imprenditori. Ma noi andremo avanti con la nuova Alitalia". Conferire "maggiore flessibilità nella determinazione del perimetro d'azienda oggetto di cessione" per il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi. E' questo l'obiettivo di uno degli undici emendamenti presentati dal Governo. Nella relazione che accompagna l'emendamento si legge che esso "mira a specificare che l'individuazione dell'acquirente da par-

te del commissario straordinario, a trattativa privata, riguarda anche le imprese del gruppo cui appartiene l'impresa soggetta ad amministrazione", ovvero Alitalia Cargo, Alitalia Service ed altre. Un altro emendamento prevede l'obbligo di notifica all'Antitrust solo qualora eventuali operazioni di concentrazione rientrino nelle competenze dell'autorità garante della concorrenza e del mercato e non più, come era in origine, sempre e comunque in caso di operazioni di concentrazione. Intanto il presidente di Air France-Klm, Jean Cyril Spinetta, conferma l'interesse della sua compagnia per l'acquisizione di una quota minoritaria di Alitalia. Lo rivelano fonti vicine al dossier. Il presidente del gruppo franco-olandese non ha espresso preferenze rispetto alla scelta che Cai vorrà fare sul futuro hub della nuova Alitalia, "purché vengano garantite efficienza e redditività del progetto industriale". Altrettanta disponibilità e apertura Spinetta ha evidenziato sulle decisioni che riguarderanno la governance della compagnia a patto che venga "salvaguardata la capacità decisionale della società". redazione@ladiscussione.com

Sacconi: «Clima di condivisione sostegno comune per la crescita»

Un censimento dei precari nella Pa

ROMA - La crisi economica internazionale deve richiamare all'ordine tutte le forze del Paese, politiche, sindacali ed economiche. Bisogna mettere da parte gli interessi particolari per far fronte all'intemperie, attenuando il più possibile i danni per il sistema Italia. Ecco perché ''il governo - ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - auspica un clima di condivisione tra le parti in funzione del sostegno comune alla crescita dell'economia: Un clima di condivisione che deve essere favorito da regole utili a garantire le parti circa la condivisione degli sforzi ma anche dei risultati che questi possono consentire''. Sul rinnovo dei contratti, il governo, ha spiegato Sacconi, intende operare in tre modi: ''Anzitutto garantendo la cabina di regia promossa nel mese di luglio e che verrà presto riattivata per favorire la condivisione degli obiettivi di maggiore competitività del no-

ROMA - Ottimizzazione, meritocrazia e trasparenza. Sono gli ingredienti della formula vincente del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta (nella foto), impegnato nella ricostruzione della Pubblica amministrazione. E per riuscire nell'impresa arriva un'altra iniziativa. Si tratta di un censimento sui precari delle pubbliche amministrazioni per capire ''chi sono, quanti sono, da quanto sono a tempo determinato, quali qualifiche hanno e se le selezioni sono state fatte in base alla legge''. La proposta, annunciata da Brunetta nel corso della presentazione della relazione al Parlamento sullo stato della Pa, dovrebbe mettere fine a certa "demeritocrazia" imperante nei pubblici uffici. I risultati del censimento saranno pubblicati on line e, nel caso in cui una amministrazione non dovesse risultare in regola, ''verranno inviati i dati alla Corte dei conti e i responsabili saranno puniti a norma di legge'', ha chiarito il ministro. Le Pa dovranno inviare le liste entro 60 giorni dalla conversione in legge del ddl 1441. Brunetta ha spiegato che il censimento sui precari nel pubblico impiego servirà per ''valutare il da farsi rispetto ai per-

stro paese a fronte dell'impegno di un'equa distribuzione dei dividendi relativi alla crescita; in secondo luogo, promuovendo quanto più il ruolo di liberi organismi bilaterali che le parti sociali possono organizzare soprattutto nella dimensione territoriale; terzo punto, impegnandosi a prorogare la norma sperimentale relativa alla detassazione dei salari di produttività, Soprattutto se è incoraggiato a farlo da una nuova intesa tra le parti sociali''. Il messaggio è forte e chiaro: l'accordo sui contratti è conditio sine qua non per il bene di tutti: lavoratori e imprenditori. Perché una volta raggiunta l'intesa, il Governo potrà compiere ulteriori passi verso un potenziamento del mercato del lavoro. La buona volontà di oggi sarà premiata con la crescita economica di domani. redazione@ladiscussione.com

Brunetta: «Stabilizzazione del contratto per chi è in regola e se lo merita» corsi concorsuali e di stabilizzazione, dando però precedenza a coloro che hanno vinto il concorso''. Eccola, ancora una volta, la meritocrazia brunettiana. Ingrediente insostituibile per essere competitivi, oltre che efficienti, in una gestione del mercato del lavoro che non può non tenere conto della globalizzazione, fondata proprio sulla qualità al miglior prezzo. La norma stabilita dal governo precedente, con il limite a tre anni per la stabilizzazione dei contratti a termine, ''risultava un po' fragile, dato che non precisava il numero dei precari e non indicava chi era entrato dopo aver vinto un concorso'', ha sottolineato Brunetta. Al termine del censimento, ''il Governo disporrà entro il 30 giugno un regolamento che provveda alla stabilizzazione dei contratti per i precari che lo meritano, in base alla regolarità del percorso svolto e dando ovviamente la priorità a coloro che hanno vinto il concorso per entrare nella Pa'', ha concluso il ministro. a.s. adolfospezzaferro@ladiscussione.com


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Giovedì 2 ottobre 2008

Sono le fasce giovanili l’obiettivo degli Stati generali dell’editoria

Più lettura, più cultura Per la promozione dei giovani attraverso i libri, una grande alleanza bipartisan proposta dagli editori. I messaggi di Napolitano e Frattini di Fabrizio Cerri

ROMA – Lì per lì, sarebbe potuto sembrare l’“armiamoci e partite” di ridanciana memoria, avendo avuto la sensazione che ciascuno tirasse un po’ l’acqua al proprio mulino, editori da una parte, istituzioni dall’altra, in mezzo i cosiddetti fruitori, cittadini e lettori in genere e giovani e scolari in particolare. Poi è venuto il chiarimento che l’appello degli editori era ed è rivolto «all'intera società, ai genitori, alle famiglie, alle scuole, a tutte le agenzie educative pubbliche e private, al governo nazionale e ai governi locali, al sistema produttivo, alle forze economiche e sociali, ai media». Ed allora è parso chiaro che non si trattava di armiamoci e partite ma di un “rimbocchiamoci tutti le maniche, perché c’è molto da fare, molto da lavorare”: gli editori,

Ognuno può e deve fare la sua parte in realtà, con l’appello illustrato ieri mattina in apertura dei lavori della terza edizione degli Stati generali dell’editoria italiana, propongono di fatto «una grande alleanza, bipartisan in senso politico, trasversale tra tutte le forze economiche e sociali, per la promozione dei giovani, anche attraverso la lettura», esplicitando che «ognuno può e deve fare la sua parte, perché tutto ciò con cui i giovani entrano in contatto in qualche misura li educa». Obiettivo giovani, dunque, da coinvolgere nella lettura (nella lettura di libri, nella lettura di libri di qualità, ci piace aggiungere) per migliorare il rapporto delle fasce giovanili con la lettura, la cui carenza in Italia determina poi un deficit di cultura, e alla fin fine un deficit di Paese tout court. È pur vero che – come ha ricordato il presidente dell’associazione degli editori italiani, Federico Motta, nella prolusione alle giornate degli Stati generali i cui lavori proseguono oggi – i giovani leggono più degli anziani, e quindi più di quanto leggessero i loro genitori. Ma il divario rispetto alle medie europee è tuttora enorme, ancorché quel 10 per cento in più di giovani lettori rispetto alla media nazionale ci faccia sperare in un seppur graduale recupero del gap che ci separa dagli altri paesi europei. Il tema degli Stati generali (“Più cultura, più lettura, più Paese: scommettere sui giovani”) è - come ha osservato lo stesso presidente della Repubblica Napolitano in un messaggio inviato al presidente dell’associazione degli editori che organizza l’evento - «di grande rilievo nel momento in cui le nuove tecnologie della comunicazione pongono in primo piano l'esigenza, opportunamente giudicata “strategica”, di integrare l'offerta dei prodotti editoriali da destinare ai giovani,

alle loro famiglie e ai luoghi di apprendimento». Anche il ministro degli Esteri, Frattini, ha inviato un messaggio auspicando che «che il libro divenga la vera punta di lancia di una “voglia di Italia” che molti segnali ci dicono mai sopita. Al contrario in ripresa, come dimostra la crescente richiesta di iscrizioni ai corsi di lingua italiana in tutto il mondo. Sono certo - conclude Frattini che i vostri lavori tracceranno la rotta di una ritrovata voglia italiana di ripresa, di orgoglio e, soprattutto, di coraggio». Quanto allo scommettere sui giovani per la diffusione della lettura, «già oggi - afferma il presidente dell'Aie, Federico Motta - ricordiamolo a chi non sa guardare che al passato, nel nostro paese i giovani leggono più degli anziani. Hanno una familiarità con i libri che i loro genitori non avevano e includono i libri all'interno dei loro consumi culturali in modo integrato con le molte altre opportunità che le tecnologie offrono loro. Non fuggono dai libri per andare in Internet, fuggono più spesso dalla televisione. E dai giornali, il che per altro è assai preoccupante. Per

tutte queste ragioni - prosegue Motta - gli Stati generali finiscono con l'essere l'occasione per fare il punto sull'universo economico e culturale entro cui operiamo e per entrare nel merito dei singoli segmenti culturali e produttivi che condizionano il nostro sviluppo: la scuola, l'università, la ricerca, la preparazione alle professioni, l'aggiornamento continuo, le biblioteche di pubblica lettura e specializzate, le librerie, le associazioni culturali e, in capo a tutti, gli autori che sono il sale e il lievito di un Paese che pensa, sente, vuole progredire». I temi scelti, sulla base delle cifre, sono dunque al centro di un colloquio fitto, che ci si augura anche con chiavi di lettura e di interpretazione comuni, nel corso di questi Stati generali, tra gli editori italiani

La scommessa sul mondo giovanile e tutto il mondo del libro e i ministri dello Sport e dei giovani, Giorgia Meloni; della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini; dei Beni e delle attività culturali, Sandro Bondi, e il segretario generale della presidenza del Consiglio Mauro Masi, avendo come attenti ascoltatori e interlocutori, esperti, giornalisti, tecnici e politici italiani.

SOCIETÀ

Sul caso Alitalia di Mario Di Vito

Le lunghe trattative espletate per la questione Alitalia, hanno fatto emergere talune riflessioni che, partite dalla riconosciuta italianità della Compagnia aerea, sono poi pervenute a considerazioni che obbiettivamente includono, in una nuova ed attenta valutazione, la funzione propria e, come si dice, istituzionale dei sindacati. La storia del sindacalismo e qualsiasi studio approfondito dei sindacati non può più vertere, oggi più che mai, sulle consuete distinzioni tra sindacati associativi democratici e sindacati di classe, o tra sindacati di mestiere e professionali e sindacati dell’industria, o ancora tra sindacati unitari e indipendenti e sindacati che si riferiscono a idealità politiche, o ancora tra sindacati di tipo federativo e sindacati autonomi e di categoria. Se ciascun sindacato trova ancora nei tempi attuali una legittima giustificazione, nessuno di essi può più ora coesistere con gli altri nei moderni ambienti evoluti, culturali e sociali, con sfacciate lotte intestine con il pretesto della difesa degli interessi dei lavoratori. E’ opportuno chiarire in proposito lo “zoccolo duro” dell’odierna questione sindacale, sul quale oggi tanto si focalizza il pensiero dell’opinione pubblica. Se è oggi accettabile il pluralismo sindacale e la conseguente ricerca di nuovi iscritti e l’intelligente azione di proselitismo da parte dei militanti, va però subito e definitivamente chiarito un punto importante, non più procrastinabile e oramai fondamentale dell’azione sindacale: perché si ritorni alla larga, libera e fattiva partecipazione volontaria dei lavoratori alla vita sindacale, bisogna buttare alle ortiche ogni forma di imposizione e capire, invece, che il sindacato deve contribuire alla “costruzione” del benessere comune e non solo di quello degli iscritti. Nella circostanza del paventato fallimento della Compagnia aerea, si possono effettivamente cogliere diversi segnali di questo nuovo pensiero e dire che tutte le organizzazioni sindacali devono permettere oggi una più giusta valorizzazione degli intendimenti, che gli stessi lavoratori pongono da tempo all’attenzione generale. In altri termini, riteniamo che ciascun sindacato non debba più tutelare solo e caparbiamente l’“intoccabilità” dei propri iscritti, ma, perché il fondamento maggiore dell’adesione della base non venga mai meno alla sua azione, deve abbandonare percorsi di privilegi e di fatti clientelari, lasciando nuovi spazi alle istanze decentrate di tutti quei lavoratori della base, che quotidianamente dedicano, in silenzio e dignitosamente, il loro lavoro alla “costruzione” di una migliore esistenza propria e di tutti, compresa l’azienda, o l’amministrazione, o la compagnia o la struttura, nella quale operano.

Idee e progetti del movimento politico cattolico Nel suo ultimo libro, Bartolo Ciccardini rievoca le vicende storiche e sociali dell’Italia unita di Zefiro Cribari

ROMA – È in uscita l'ultimo libro di Bartolo Ciccardini, già direttore dal 1969 al 1977 della “Discussione”, deputato per sei legislature: “Aspettando il 18 aprile – Tra Guelfi e Ghibellini nell’Italia Unita”, Edizioni Studium. È la vicenda secolare dei Ciccardini e dei loro parenti, che coinvolge, insieme ad eventi e legami privati, questioni di storia politica, religiosa e sociale, con riferimenti precisi a leggi e a movimenti che oggi finiscono per essere dimenticati o ricordati solo da storici di professione. «Chi ricorda oggi la legge Siccardi per l'esproprio dei beni ecclesiastici?», si chiede il prof. Leopoldo Elia, in un passaggio della prefazione al libro da lui curata. «Eppure quella legge ha contribuito in misura decisiva a formare la borghesia agraria che per molti decenni è stata il nerbo dei cittadini italiani atti-

vi (perché forniti di diritto di

voto). [...] Città come Perugia e, più in piccolo, come Fabriano, erano esempi di dominio di una borghesia agraria di affiliazione massonica. [...] Gli agrari di Perugia, a somiglianza dei padroni toscani, non esitarono a costituire squadre fasciste tra le più feroci, che trascorsero anche a Fabriano, dove riuscirono a far dimettere con la violenza una giunta comunale controllata dai popolari». Un altro tema che emerge – ricorda ancore il prof. Elia - è

quello della formazione del movimento politico cattolico dall'intransigenza al Patto Gentiloni, poi al Partito popolare di Sturzo e infine alla Democrazia cristiana di De Gasperi. E chiosa: «Un discorso a parte meritano i cenni che Bartolo fa alla sua esperienza nella Democrazia Cristiana, o meglio alle idee, ai progetti che egli aveva disegnato per ridare a questo partito un carattere autenticamente popolare e non semplicemente di massa». E dopo essersi augurato «che Bartolo, in una prossima rievocazione, scriva un saggio in cui esponga le proposte da lui formulate in tempi diversi per ridare un’anima ad una formazione politica cui egli ha partecipato fin dalle origini» il prof. Elia sostiene che «la storia della DC ha ancora molte pagine da svelare e tutti noi dovremmo colmare qualche lacuna: "ne ignorata dammentur"».


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TERRITORIO

Giovedì 2 ottobre 2008

Quando i bilanci Religione e tolleranza sono “invisibili” Diventa un caso nazionale la rimozione di una Madonnina da un ospedale

Un paziente musulmano ha chiesto, ed ottenuto, lo spostamento di un simbolo religioso. Ma gli altri ricoverati ed esponenti politici reagiscono L’AQUILA - La rimozione della statua della Madonna dall’atrio del reparto di ortopedia dell’ospedale dell’Aquila e la sua nuova collocazione a pochi metri di distanza, per celarla agli occhi del paziente musulmano Adel Smith, non sembrano aver messo la parola fine alla querelle per l’esposizione di simboli sacri. Dopo la soluzione di compromesso adottata dal primario del reparto Stefano Flamini che ha dato disposizioni di rimuovere il simbolo, posizionandolo a pochi metri di distanza per venire incontro alle richieste di Smith, è stato il consigliere comunale della Destra Luigi D’Eramo a tornare alla carica e riaprire il caso. “Organizzeremo – ha annunciato D’Eramo – una grande manifestazione di caratura nazionale per chiedere non solo da cristiani ma anche da laici la difesa della nostra religione, della nostra storia, cultura ed identità”. Lo stesso D’Eramo, nei giorni scorsi, si era reso protagonista di un blitz all’interno del nosocomio aquilano per rimettere al suo posto la statua rimossa dai sanitari del reparto. Un’azione non violenta finalizzata “a non chinare il capo davanti a chi vorrebbe cancellare duemila anni di storia, di tradi-

zioni e cristianità”. Iniziativa, seguita da una seconda “incursione” da parte di un gruppo di Forza Nuova, guidato dall’esponente del partito Maurizio Dionisio. Un’azione, quella della Destra, supportata dai pazienti del reparto che hanno avviato una raccolta di firme contro lo spostamento del simbolo religioso e dal cappellano dell’ospedale che si è fatto portavoce del dissenso di tutta la comunità cristiana: l’aver deciso di spostare la statua – ha dichiarato padre Luciano Antonelli – solamente perché non gradita ad un pa-

ziente di fede islamica, ha ferito tutti. La Madonna – ha continuato – è un simbolo intoccabile. È una vicenda che ha colpito la nostra Chiesa”. Nei prossimi giorni, dunque, la Destra organizzerà una manifestazione di respiro nazionale per promuovere la difesa dei valori, delle tradizioni, della cultura e della religione del popolo italiano e per ribadire che la fede non si pratica attraverso la mortificazione di un’altra fede. La provocazione di Adel Smith – ha denunciato il consigliere D’Eramo – è inaccettabile. Così come la sua pretesa di affiggere in ogni luogo pubblico i simboli di tutte le religioni praticate nel mondo”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’arcivescovo metropolita Giuseppe Molinari che si è detto dispiaciuto per quanto accaduto. “Sono cose – ha detto monsignor Molinari – che non vanno nella direzione del dialogo e della tolleranza”. “Essere accondiscendenti all’arroganza di un singolo che impone una decisione a tutti – ha concluso D’Eramo – o accettarne passivamente le condizioni, porterebbe inevitabilmente ad innescare un meccanismo che prima o poi ci farà dimenticare le nostre radici e la nostra identità”. F.T.

Gli atti della Fondazione Musei di Loreto Aprutino di Gioia Bettoschi

LORETO APRUTINO - Emanuele Evangelista, consigliere PdL al Comune di Loreto Aprutino chiede invano da ben due anni di poter visionare i bilanci finanziari della Fondazione dei musei civici. Nel 2006, Evangelista ha inoltrato la prima richiesta per poter accedere alla documentazione contabile ed amministrativa della Fondazione di cui il Comune è socio dal 1997, riuscendo ad ottenere dopo ben 10 mesi esclusivamente le annualità dal 2001 al 2005. Quelle del 2006 e del 2007 invece sono ancora top-secret. Nonostante le incalzanti richieste del consigliere, culminate con un esposto alla Procura della Repubblica, però, il Comune non ha mai fornito la documentazione richiesta. “Di fronte alle regole replica Evangelista - questa amministrazione comunale continua ad essere sorda. Il sindaco, quale rappresentante del Comune all’interno della Fondazione deve riportare in consiglio o comunque rendere disponibile la consultazione degli atti amministrativi dell’ente che gestisce i musei civici del paese”. Il primo cittadino infatti avrebbe tutto il diritto, nonché il dovere, di vigilare sull’operato dell’ente poiché insieme a quattro rappresentanti del comune, dal 2006 fa parte del consiglio di gestione della fonda-

zione dei musei. “Non è ammissibile – aggiunge Evangelista che alla richiesta dei bilanci e dei verbali del consiglio di gestione della Fondazione, il sindaco di Loreto risponda che le istanze di accesso fanno riferimento ad una tipologia di informazione sottratta alla sfera di competenza della sua amministrazione”. Il diniego di accesso agli atti è stato avallato anche dall’assessore provinciale Mauro Di Zio, che è anche presidente della Fondazione dei Musei. In più di un occasione l’assessore infatti ha ribadito che “la Fondazione, dotata di personalità giuridica di diritto privato, ottempera scrupolosamente, rispettando tempi e modalità,a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di fondazioni”. Le regole però non sono un optional, e per legge i soci hanno il diritto di esaminare i bilanci e di ottenere estratti a proprie spese. “Chiedo al primo cittadino conclude Evangelista - di acquisire tutta la documentazione e di renderla disponibile presso gli uffici del comune, di revocare immediatamente la nomina dei rappresentanti del comune stesso presso la Fondazione ed infine di trasmettere alla Procura della Repubblica tutta la documentazione richiesta, per verificare se siano state violate le norme vigenti in materia di accesso agli atti e di trasparenza amministrativa”.

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Giovedì 2 ottobre 2008

TERRITORIO

Carta dei servizi Nessun avviso di garanzia e tempi di attesa Si difende il sindaco di Montesilvano dalle accuse di clientelismo

Pasquale Cordoma: Sono una persona libera e non ho mai subito pressioni. Un trasferimento e un’assunzione sono all’origine del caso di Gioia Bettoschi

MONTESILVANO “Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia: sono una persona libera e non ho mai subito pressioni”. Queste le parole del sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma (a sinistra, nella foto, con l’assessore Di Felice), che nella conferenza stampa di ieri, ha respinto l’ accusa secondo la quale avrebbe trasferito un dirigente per assumerne un altro. La storia, è legata ad una questione di lavoro. Costantino Di Donato,dirigente dei lavori pubblici, viene sollevato dal suo incarico e trasferito alla Protezione civile, dove aveva già prestato servizio per diversi anni. Da qui, una serie infinita di denunce, in cui Di Donato, accusa il primo cittadino di averlo trasferito senza valide motivazioni e soprattutto per poter offrire il suo posto ad un altro dirigente. Cordoma però respinge ogni accusa di ‘clientelismo’ e anzi, accusa la stampa di aver strumentalizzato la vicenda, riportando notizie non vere, come la consegna di un presunto avviso di garanzia, che però il primo cittadino, ad oggi non ha ricevuto. “Quando sono stato eletto - si difende

Cordoma - ho dato 3 mesi di tempo ai dirigenti che già c’erano per dimostrami quello che sapevano fare, dando loro compiti precisi. Dopo 100 giorni, mi sono reso conto che Di Donato, non svolgeva in modo adeguato le proprie mansioni, e che anzi,stava creando problemi, come per altro aveva già fatto svariate volte durante tutte le passate amministrazioni. Per questo,- conclude Cordoma- applicando la legge, che permette ai sindaci di scegliere i propri collaboratori, ho ritenuto opportuno sostituirlo con una persona di fiducia, il cui lavoro sta già dando i primi frutti”. Il primo cittadino, si è detto infine sorpreso “del perché ci sia tanta attenzione intorno ad una vicenda di così poco conto, quando ci sono sindaci di comuni vicini plurindagati e l’intera regione

è finita nell’occhio del ciclone con lo scandalo sanitopoli”. Per Montesilvano però, questo è anche un momento di rinascita. Durante il consiglio comunale di ieri,infatti è stata approvata una manovra per liquidare tre milioni di euro di debiti fuori bilancio, contratti dalle precedenti amministrazioni. Un atto, questo, che ha richiesto oltre un anno di lavoro ma, come ha ricordato l’assessore al bilancio Emidio Di Felice “ci permette finalmente di chiudere con il passato e di iniziare a lavorare per il bene della città”. L’amministrazione, salderà solo i debiti che ritiene siano stati contratti per migliorare effettivamente Montesilvano, pagando le opere senza l’utile d’impresa, cioè un 10% in meno, i restanti 500 mila euro non si è ritenuto opportuno estinguerli. “I cittadini di Montesilvano - conclude Cordoma - sono stati oberati dai debiti. Per saldarli abbiamo deciso però di non aumentare le tasse, preferendo fare qualche sacrificio e tagliando le spese di qualche settore. Per il 2008 il nostro obiettivo era quello di estinguere i debiti, per poi nel 2009 avere la serenità economica di iniziare nuovi lavori”.

A Pescara il C.N. dei giovani di Forza Italia PESCARA - E’ stato convocato a Pescara, il Primo Consiglio Nazionale dei Giovani per la Libertà – Forza Italia. L’appuntamento è per venerdì 3 ottobre alle ore 15 presso l'Hotel Carlton in viale della Riviera 35. All'incontro parteciperanno il presidente del Consiglio nazionale Stefano Morelli e il coordinatore nazionale dei giovani azzurri Francesco Pasquali. Saranno presenti anche i componenti del coordinamento e del direttivo nazionale del movimento giovanile e gli iscritti locali. “Sono orgoglioso - ha dichiarato Stefano Morelli, presidente del Consiglio nazionale - di essere riuscito a portare il primo Consiglio nazionale in Abruzzo”. Il Consiglio nazionale, che si occupa di determinare le linee politiche e culturali del movimento giovanile, sarà anche l’occasione per discutere di alcune tematiche che saranno tradotte successivamente in proposte politiche sul territorio nazionale.

Polemiche sul S. Giacomo ROMA - E’ critico il presidente dell’ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e degli odontoiatri, non condividendo le esternazioni del ministro del Welfare sulla qualità dell’assistenza di tutti gli operatori di un importante ospedale romano quale il San Giacomo. Perché, si chiede, si continua a sparare nel mucchio invece di mettere in campo soluzioni adeguate e pur necessarie per migliorare e rilanciare la qualità dell’assiostenza sanitaria? I medici, si osserva, che hanno contribuito a portare il Paese a livelli importanti nella tutela della salute dei cittadini, da anni si battono per mettere in campo terapie adeguate tra le quali una gestione libera dalla degenerazione partitita, esercizio della professione e carriere basati sul merito, sanzioni esemplari per i disonesti, equilibrio nei mass media.

Nuove procedure alla direzione Ausl di Pescara di Raffaela Grossi

PESCARA - Carta dei servizi e nuove procedure per la definizione dei Tempi di Attesa sono le novità illustrate ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, presso la Direzione generale della Ausl di Pescara. Drammatica e dai tempi biblici la situazione che si ritrovano a vivere ogni giorno centinaia di cittadini che, per chiedere delle informazioni, sono costretti a rimanere in fila per ore dinanzi agli sportelli dell’Urp, l’Ufficio relazioni con il pubblico. Sembra impresa assai ardua anche riuscire a comunicare con il Centro unico prenotazioni, Cup, la cui linea telefonica risulta praticamente sempre occupata. “La carta dei servizi- ha dichiarato il Direttore generale della Ausl di Pescara, Antonio Balestrino - è un patto che la sanità stringe con i cittadini per il mantenimento ed il miglioramento dello stato di salute”. Curata dalla responsabile dell’Urp, la dottoressa Maria Assunta Ceccagnoli, la carta traccia le linee guida per realizzare un sistema organizzativo capace di assicurare caratteristiche di appropriatezza, efficacia, adeguatezza, e qualità dei servizi erogati, orientato alla umanizzazione dell’assistenza e rivolto alla ricerca della soddisfazione. “Il documento - spiega la Ceccagnoli - fa il punto sulla situazione attuale, ma verrà annualmente aggiornato. Tutte le informazioni utili al cittadino sono contenute in un opuscolo che verrà inviato, grazie al contributo della Fondazione Pescarabruzzo, a 110 mila famiglie del territorio compreso

entro i confini della Ausl di Pescara”. La Direzione strategica ed il Tribunale dei diritti del malato, rappresentato dalla signora Fiorella Marchetti, dopo aver analizzato la drammatica situazione delle liste d’attesa delle prestazioni ambulatoriali specifiche extra aziendali, hanno riprogrammato soluzioni organizzative atte a garantire il contenimento dei tempi e la trasparenza dei percorsi. Anzitutto sono stati nominati dei “Referenti di Branca” per ciascuna area specialistica aziendale, i cui principali obiettivi saranno quelli di garantire l’offerta minima delle prestazioni e la diversificazione dei percorsi ambulatoriali in relazione alla domanda . Sotto la supervisione della Direzione Generale, saranno gli stessi Referenti, inoltre, coordinati dal responsabile del sistema informativo aziendale, a curare l’attuazione del vigente piano sul contenimento dei tempi. Sono stati infine concordati incontri periodici con il Tribunale dei diritti del Malato al fine di monitorare l’attuazione del programma. “L’azienda – ha spiegato il responsabile del Cup, Leo Straccini- ha anche acquistato 8 quietanzatrici, casse automatiche sperimentali, in cui i pazienti potranno inserire la tessera sanitaria sia per pagare lo specialista che il ticket. Le quietanzatrici verranno dislocate a Pescara nord, Montesilvano, Scafa, Penne e Popoli, tra circa 10 giorni, il tempo di attuare le ultime procedure di fondo cassa”.

La piscina dell’Aquila finisce al “Controllo” E’ stata ufficializzata la revoca della gestione dell’impianto sportivo. Vittoria del centrodestra L’AQUILA - Ufficializzata la revoca della gestione della piscina comunale all’Ati che ne aveva ottenuto l’appalto, a causa delle numerose inadempienze fatte registrare nei 10 mesi dall’aggiudicazione della gara, la vicenda legata all’impianto cittadino è approdato in commissione consiliare di controllo. Ieri mattina è stata l’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale a chiedere conto all’Amministrazione cittadina di una condotta incomprensibile che ha penalizzato, di fatto, le due maggiori società sportive che da decenni promuovono il nuoto in città. Una vicenda gestita male sin dal principio con la decisione presa dalla Giunta comunale di bandire una gara per l’affidamento dell’impianto nonostante l’esistenza di una legge regionale, la n°9 del 2003, che dà la priorità alle società sportive. Seguendo i dettami della norma, l’amministrazione avrebbe dovuto optare o per l’affidamento diretto alla società che in

base a precisi criteri vantava maggiori requisiti, oppure bandire una gara limitata alle sole società sportive presenti sul territorio. La soluzione adottata dall’esecutivo ed in particolare dall’assessorato allo Sport, ha invece ignorato totalmente i diritti delle società sportive aquilane. L’assessorato allo Sport – ha denunciato Luigi D’Eramo, Consigliere comunale della Destra ed ex assessore allo Sport durante la precedente legislatura – non ha garantito in questi 10 mesi la piena fruibilità dell’impianto alla cittadinanza. L’associazione aggiudicatrice dell’appalto, benché inadempiente, ha operato una politica scorretta dal punto di vista sportivo e commerciale relegando le società sportive aquilane ad una posizione marginale all’interno dell’impianto e privandole così di molti dei loro iscritti”. Parole alle quali ha fatto eco l’intervento del Consigliere Franco Colonna, esponente del centrosinistra, secondo cui “l’amministrazione,

non prendendo in considerazione la legge regionale esistente sull’affidamento degli impianti sportivi, ha agito in maniera contraria allo scopo istituzionale per il quale i Comuni sono in possesso di strutture come la piscina comunale. L’auspicio – ha concluso Colonna – è che nessuno si metta a bandire altre gare d’appalto dal momento che esiste una graduatoria stilata in base ai criteri decisi dalla commissione che ha valutato i progetti”. Pesanti critiche all’indirizzo della titolare dell’assessorato allo Sport Roberta Celi sono piovute anche in merito alla mancata riscossione dei canoni mensili da parte dell’Ati, che costituisce reato contro l’erario e contro l’Amministrazione e che avrebbe dovuto comportare la revoca immediata dell’affidamento. Al vaglio della commissione sono state portate anche le inadempienze relative ai contratti di lavoro del personale impiegato all’interno dell’impianto. “Una mancata applicazione del tratta-

mento giuridico, economico, previdenziale ed assicurativo per quasi tutti i lavoratori della piscina sprovvisti del contratto di lavoro – ha denunciato Franco Mucciante, Consigliere comunale Pdl – che avrebbe dovuto portare immediatamente all’annullamento dell’appalto”. A margine dei lavori della commissione, anche l’intervento dell’assessore Celi che, nonostante l’esistenza di criteri ben precisi per il nuovo affidamento, ha fatto intendere di voler temporeggiare. V.C.


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