Giorgia Salatiello, Sinodalità di donne e di uomini

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INTERSEZIONI



Giorgia Salatiello

SINODALITÀ di donne e di uomini

Prefazione di

ANDREA MONDA


© Il Segno dei Gabrielli editori 2022 Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (VR) tel. 045 7725543 fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. ISBN 978-88-6099-493-6 Prima edizione Maggio 2022 Progetto grafico Gabrielli editori Stampa Mediagraf (Trebaseleghe, PD) Maggio 2022


Indice

Prefazione di Andrea Monda

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Complementarità

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Un’occasione da non perdere Sinodo tempo di grazia

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Feconda tensione tra unità e pluralità Riflessioni sui ministeri laicali

19

Battesimo e sinodalità Le diversità implicano identica dignità di tutti i credenti

22

Per una corresponsabilità battesimale e apostolica Il modello di Maria di Magdala per la valorizzazione femminile

25

Per una teologia poliedrica Scrittura e prospettiva di genere

28

Il diaconato oggi In un libro di Tonino Cantelmi e Maria Esposito

31

Nel dialogo il reciproco riconoscimento Il ruolo maschile e quello femminile nella creazione

34

Discernimento e sinodalità Nell’anno «Famiglia Amoris laetitia»

37

5


Orientamento e disorientamento La naturale umana tensione verso la salvezza

40

Oltre il decostruzionismo Dagli stereotipi all’attenzione prestata alle singole individualità

44

Coppia e amore Un libro sul contributo della psicoanalisi all’educazione affettiva

47

Lettura a due voci In un libro il punto di vista al femminile su «Fratelli tutti»

50

Le parole nella Parola Molteplici letture della Bibbia nel corso della storia

53

Essere due Le necessarie modalità di relazione

56

Cammino sinodale Comunione e partecipazione le parole-chiave

59

Casa delle differenze Sinodo e diversità

62

Confronto aperto sulle differenze Gruppo di ricerca interdisciplinare alla Gregoriana

65

Il valore dello sguardo Per una nuova luce sulle relazioni interpersonali

68

Sesso “et” amore In un libro di Gilfredo Marengo

71

6


Maschilità e paternità Il modello san Giuseppe spiegato in un libro

74

Il corpo preso sul serio Sessuazione e risurrezione

77

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Prefazione di Andrea Monda

Giorgia Salatiello è una donna forte. Possiede la forza tipica delle persone miti, quella tenacia che dice qualcosa anche sul suo stile, composto, elegante, fatto soprattutto di fermezza ma anche, e questo è fondamentale, di onestà. La professoressa dell’Università Gregoriana, lì dove l’ho conosciuta come docente, è una donna gentile e piena di garbo che pensa a fare il suo lavoro, senza straripare ma impegnandosi come un’ape operosa alla sua propria “area di alveare” che si è scelta e che la vita le ha fatto scoprire, suscitando in lei una grande passione. Anche questo libro che avete tra le mani è pieno di questa passione. Nel grande “alveare” della filosofia e della teologia, la Salatiello si dedica da anni all’ambito legato al ruolo e alla missione delle donne nella Chiesa colte nella loro differenza, con gli uomini ma anche tra loro, alla luce della teologia e prima ancora dell’antropologia illuminata dalla luce del Vangelo. Questo l’ha portata a concentrarsi anche sulla tematica della differenza sessuale e delle neuroscienze e ora, negli articoli qui raccolti, anche sulla dimensione ecclesiale e squisita9


mente sinodale della questione, in piena sintonia con la spinta che negli ultimi anni Papa Francesco sta cercando di imprimere alla Chiesa cattolica. Si tratta di articoli che, come ho avuto modo di rilevare anche in passato, sono contributi ricchi di spunti più che saggi esaustivi, si rivelano cioè dei testi che per brevità, chiarezza e precisione possono essere usati come “impostazione” della discussione, come domanda, tanto che in un paio di occasioni, avendo letto l’articolo, ho chiesto alla professoressa di riprendere il tema e ampliarlo perché era rimasta troppo “sulla soglia” del problema. Con finezza e quasi in punta di piedi la professoressa Salatiello conduce il lettore nel cuore della sfida che oggi la Chiesa di Francesco si trova ad affrontare: essere e diventare sempre di più una realtà sinodale che cammina insieme, armonizzando le differenze in modo che la diversità sia veramente ricchezza che nutre l’intero organismo vivente che può vivere solo dal confronto (dalla crisi, non dal conflitto direbbe il Papa) tra le diverse componenti. La Salatiello si concentra dunque sulla componente legata all’identità sessuale, quindi alle “donne e uomini nella Chiesa”; addentrandosi in questo mare aperto, e a volte agitato, l’autrice è stata capace di mantenersi lucida, ferma, paziente (grazie a quella tenacia che citavo in apertura) e si è progressivamente aperta ad una dimensione sempre più squisitamente spirituale. La diversità sessuale richiama infatti la dimensione plurale della Chiesa, a quella molteplicità dei carismi nell’unità del solo Spirito che riesce ad armonizzarli in modo vitale e generativo. 10


Complementarità

Iniziando questa breve riflessione, è necessaria subito una precisazione preliminare: si vuole parlare del popolo di Dio, composto in maggioranza da laici, donne ed uomini, e non si tocca la questione del ministero sacerdotale. Posta questa premessa indispensabile, ci si vuole interrogare sul concetto di complementarità tra le donne e gli uomini, sul suo significato e sulla sua utilità. Per procedere in modo ordinato, bisogna subito distinguere tra le diverse dimensioni che entrano a costituire il concetto: quella biologica, quella propriamente ed esclusivamente umana ed, all’interno di questa, quella specificamente spirituale. Sul piano strettamente biologico, non vi è dubbio che tra la donna e l’uomo vi sia complementarità poiché, per la procreazione, affidata ad entrambi, ognuno dei due reca il proprio peculiare ed insostituibile apporto. Senza entrare nei contemporanei scenari evocati dalla possibilità della clonazione, si può affermare 13


che qui vale senz’altro la tradizionale immagine delle due mezze mele: solo se insieme, si realizza l’intero. Si deve, tuttavia, rilevare che questo piano biologico non è proprio solo dell’essere umano, ma anche di molte altre specie animali e, di conseguenza, non ci può illuminare per quella che è la specificità della relazione tra la donna e l’uomo. Sul piano propriamente umano, invece, è più difficile parlare di complementarità e si può subito osservare che su tale concetto si sono stratificate lungo i secoli tradizionali influenze di visioni stereotipate e di pregiudizi. Affermare la complementarità, infatti, diviene l’occasione per riproporre concezioni che sostengono una rigida divisione dei ruoli, con una forte penalizzazione della donna, ritenuta il sesso debole e meno dotata per quello che attiene alle capacità intellettuali ed alla libera assunzione di responsabilità personali. Nelle relazioni tra le donne e gli uomini può esserci complementarità, ma questa deve essere reciproca, cioè non fissata una volta per tutte e valida per tutti i soggetti, ma continuamente rinegoziata sulla base di un libero accordo ed intesa dinamicamente, ovvero passibile di mutamenti e di trasformazioni. Inoltre, si deve prestare attenzione al fatto che complementarità può significare sia fare cose diverse che fare le stesse cose in modo diverso, ognuno dei due generi secondo la propria specificità. Questa seconda accezione è sicuramente la più feconda poiché consente di valorizzare le doti peculiari 14


di ciascuno, senza creare fratture o barriere tra i due generi. Sul piano spirituale, infine, sembra che non si possa parlare di complementarità, ma di uguaglianza, nel rispetto della differenza, dei battezzati davanti a Dio. Ciò che è femminile e ciò che è maschile non implica un’esclusiva appartenenza alle donne o agli uomini, ma la preghiera, il culto e la partecipazione alla liturgia possono comportare, di volta in volta, per ciascuno dei due generi, l’assunzione di posture tradizionalmente ritenute proprie dell’altro. Volendo ora sintetizzare, ci si chiede se il concetto di complementarità debba essere conservato o, piuttosto, abbandonato e la risposta deve essere articolata. Non si possono, cioè, chiudere gli occhi davanti ai pericoli insiti nell’utilizzo di tale concetto che può finire per rinchiudere in rigide gabbie la libera espressione delle doti delle donne e degli uomini. D’altra parte, come ci ricordava già la Christifideles laici, può risultare positivo riferirsi ad una “reciproca complementarità”, che veda le donne e gli uomini come soggetti liberi e responsabili, impegnati a costruire relazioni nelle quali, reciprocamente appunto, ognuno possa arricchire l’altro ricevendo, a sua volta, riconoscimento del personale ed insostituibile valore. Per quello che si riferisce, poi, alla comunità ecclesiale, solo così le donne e gli uomini, potranno concorrere insieme, nella loro differenza, alla sua vita ed alla sua sempre più piena edificazione.

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