Riccardo Facchin, L'Ufficio arancione. Il libro monastico della preghiera comune

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“Cuori aperti, Menti aperte, Porte aperte” (Chiesa Anglicana in Italia)

Riccardo Facchin

L’UFFICIO ARANCIONE IL LIBRO MONASTICO DELLA PREGHIERA COMUNE Volume I

“Unità nelle cose fondamentali, Libertà dove vi è il dubbio, Carità su tutto” Vincenzo di Lerins, massima adottata dalle Chiese dell’Unione di Utrecht

Ufficio ecumenico dei monaci arancioni


© Il Segno dei Gabrielli editori 2022 Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099Stampa Mediagraf spa (Padova) Gennaio 2022


Dedico questo Ufficio Ecumenico a mia mamma, il cui amore per me È stato una luce, la stella che ha sempre brillato, anche quando ogni altra luce è venuta meno. Riccardo



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IL MIO AUGURIO AGLI AMICI Per sempre giovane (Forever young - Bob Dylan, poeta e mistico ebreo) Dedico questa canzone-benedizione a tutti coloro che incontreranno e ameranno “L’Ufficio Arancione”. Riccardo Possa Dio benedirti e proteggerti sempre possano tutti i tuoi desideri diventare realtà possa tu sempre fare qualcosa per gli altri e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te possa tu costruire una scala verso le stelle e salirne ogni gradino possa tu restare per sempre giovane per sempre giovane per sempre giovane possa tu restare per sempre giovane Possa tu crescere per essere giusto possa tu crescere per essere sincero possa tu conoscere sempre la verità e vedere le luci che ti circondano possa tu essere sempre coraggioso stare eretto e forte e possa tu restare per sempre giovane per sempre giovane per sempre giovane possa tu restare per sempre giovane Possano le tue mani essere sempre occupate possa il tuo piede essere sempre svelto possa tu avere delle forti fondamenta quando i venti del cambiamento soffiano possa il tuo cuore essere sempre gioioso possa la tua canzone essere sempre cantata possa tu restare per sempre giovane per sempre giovane per sempre giovane



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Premessa “LA VIA DELLE NUVOLE BIANCHE”

A tre anni dall’entrata di fratel Riccardo nella Chiesa dell’Unione di Utrecht e quindi nella Comunione Anglicana, questo singolare monaco, ha donato ai fratelli e alle sorelle della nostra Chiesa e in particolare ai suoi “arancioni” il più tipico dei doni monastici: un Ufficio liturgico o libro della lode. È piaciuto a fratel Riccardo, in uno dei nostri dialoghi, quando gli dissi: “Caro fratello, viviamo di grazia!”. “Già, cara amica rispose, “tutto è grazia!” Se questo particolare Ufficio non avesse omaggiato nel suo sottotitolo il grande arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, avrebbe potuto benissimo chiamarsi: “La via delle nuvole bianche”. Come infatti le nuvole procedono serene sul loro cammino nel cielo cobalto, sospinte dal vento, così la vita monastica, ma pure la vita di ogni credente, sotto tutti i cieli, procede felice se è sempre benedetta dalla grazia dello Spirito Santo. “Solus Spiritus Sanctus” diceva il grande riformatore svizzero Zwingli. Monachesimo Protestante, quindi, ma soprattutto monachesimo ecumenico e anche interreligioso, quello che si respira nell’Ufficio di fratel Riccardo. Un monachesimo sorretto non da imposizioni o da voti, ma nel suo umanesimo integrale, un monachesimo sorretto solo dalla preghiera e che vive di grazia. Un monachesimo tenacemente e felicemente umano, che vive e si sorregge della gioia della lode, proprio come un aquilone che volteggia alto, sereno nel cielo, sorretto non da robuste funi, ma da un tenue filo trasparente di bava, finché nel tramonto zafferano giunge la fine del suo volo, la sera del giorno, del nostro giorno e del nostro gioco, e un nuovo giorno, di gioia e di gioco, in amicizia col Signore si annuncia. Sì, nel cielo le nuvole bianche corrono felici sospinte dal vento sulla loro via verso l’orizzonte infinito. (Anna, monaca)


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…E I CROCHI SONO TORNATI A FIORIRE… (Qualche notizia sul mio conto…) Su di me non c’è molto da dire, sono solo un vecchio beat, amico delle piante da sempre: un “elfo”, un monaco per natura. Sono nato a Legnago nella pianura veronese. Non ho avuto la buona cultura classico liceale di mio papà, ma andando nei cantieri edili del mio caro nonno, capomastro ad Angiari, e vedendo con quanto amore e onestà costruiva le case con la sua piccola impresa edile, ho voluto essere geometra, anche se nel mio intimo ho sempre sentito l’attrazione per gli studi umanistici. Devo tutto ai miei amati genitori che mi hanno mostrato la bellezza di una vita onesta, in obbedienza all’amore e agli impegni di vita presi. Sono cresciuto leggendo le opere dell’amato filosofo-matematico B. Russel, I. Silone, H. Hesse, Tolkien, i poeti e scrittori della beat generation come A. Ginsberg e J. Kerouac e finalmente la spiritualità di Aldo Capitini. Poi l’incontro con il Buddhismo nelle sue varie Scuole e l’interesse per i Riformatori fino a colui che prediligo: il grande Erasmo da Rotterdam. Penso sia sufficiente così. (Riccardo, “l’arancione”)


L’UFFICIO ARANCIONE

IL LIBRO MONASTICO DELLA PREGHIERA COMUNE

PROLOGO ALL’INTRODUZIONE

“Pregare è entrare in te, e guardare le cose coi tuoi occhi. È avere pietà degli altri, e avere pietà anche di noi, perché anche noi siamo altri, se guardati da te. Amarci così, come un oggetto del tuo amore; come amiamo un amico, o un animale, o una pianta, o un sasso. Oggettivarci e consumare il distacco, così duramente predicato dall’ascesi, non tanto perché siamo usciti da noi, ma perché siamo entrati in te. Per questo la preghiera È il vero luogo dell’amore: dell’amore per te e dell’amore per le cose.” (A. Zarri, teologa e monaca)



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Introduzione “LA LITURGIA NON È UN’EVASIONE, MA UN’INVASIONE DI DIONELLA NOSTRA VITA” (Canonico Luigi Bosio)

UNA LITURGIA PER TUTTI Questo Ufficio monastico ha preso corpo sul Web, ed è stato sperimentato nella celebrazione quotidiana. L’Ufficio proposto, è nato dall’esigenza di avere una Preghiera, che senza pretesa alcuna di porsi come Liturgia Ufficiale, sia momento di comunione che attinge alle diverse Tradizioni liturgiche cristiane e non solo, consapevoli che lo Spirito Santo, “soffia dove vuole”. Per quanto riguarda le liturgie Sacramentali e quanto comunque non è presente in questo Ufficio, si rimanda al “The Book of Common Prayer” della Comunione Anglicana, al “Messale Vetero Cattolico dell’Unione di Utrecht, al Messale di Papa Paolo VI, che restano i Libri Normativi per tutte le Messe e le Liturgie Sacramentali. L’Ufficio Arancione nella sua impostazione ecumenica, risente della spiritualità vetero cattolica e anglicana, ed è stato pensato per la celebrazione nei contesti più diversi: dal singolo credente nella sua casa con i suoi cari, alla comunità cristiana riunita in una chiesa. L’Ufficio Arancione, è Anglicano per quanto riguarda le basi teologiche su cui poggia: Pietà Liturgica, Ragione, Sacre Scritture (a cui si applica la critica storico-esegetica!); ed è monastico per quanto riguarda la strutturazione degli Uffici Liturgici. Il sottotitolo dell’Ufficio: “Il Libro Monastico della Preghiera Comune”, che rimanda al più noto, autorevole e ufficiale: “The Book of Common Prayer”, vuole essere un omaggio e un ringraziamento a tutti gli amici di fede anglicani e vetero cattolici, ai monaci che mi hanno sostenuto e incoraggiato in questa appassionante impresa. Sono previsti tre “momenti” di preghiera al giorno: al mattino (Lodi mattutine), a mezzogiorno (Sesta o altra Ora media), al tramonto (Vespri); conformemente ai tre momenti in cui la nostra stella, il sole, segna il giorno e la vita dell’uomo. La liturgia è espressa in forma comunitaria, perché la preghiera, per il cristiano, è essenzial-


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mente comunione con Dio e con i fratelli, in unità con la Liturgia della Chiesa visibile e invisibile, così che il cristiano non è mai un “solitario”, anche se celebra privatamente da solo; si potrebbe anche dire che egli non “celebra” mai, ma “concelebra” sempre. IL TEMPO E LA LITURGIA Il giorno liturgico inizia alla sera, al calare del sole: è il vespro, che annuncia il riposo della sera e della notte; il giorno inizia così per il credente nella festa della liturgia e del riposo. Tramonto, sorgere, apogeo del sole, ricordano anche la sepoltura, la resurrezione, la gloria di Cristo, a cui noi, per sua grazia, partecipiamo. La settimana liturgica inizia la sera del sabato dopo la benedizione dei Vespri, e volendo con il canto dell’“alleluia” e la proclamazione dell’Evangelo si apre la domenica. La domenica, giorno del sole e giorno sacro già per i fedeli dei Misteri del Dio Mitra, resta Giorno del Signore anche per i cristiani. In questo giorno, l’Eucaristia prende il posto dell’Ufficio di Sesta e a compimento della domenica, si propone, volendo, la celebrazione anche dell’Ufficio di Compieta. L’Ufficio Arancione, se necessario, prevede pure la Liturgia “delle Vigilie” o delle “Letture”. Tutte le Liturgie dell’Ufficio Arancione terminano di solito, come di consuetudine nei monasteri certosini, con un canto alla Beata e Benedetta Maria, figura di ogni madre, che noi veneriamo con i titoli di “Nostra Signora dei Fiori, madre della Consolazione e Riconciliazione”. L’anno liturgico aiuta a compartecipare la nostra vita alla dimensione spirituale. Si compone di periodi differenti per durata e tematica, chiamati “Tempi”. I Tempi dell’anno liturgico sono: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua e Ordinario. I Tempi dell’Anno Liturgico, sono tutti introdotti, a parte il Tempo di Pasqua e Natale, dalla piccola liturgia dell’“Invitatorio”. L’anno liturgico prevede anche la Liturgia dei Solstizi ed Equinozi, simbolo delle fasi della nostra vita. Le festività dei Santi nei loro tre gradi di celebrazione: Festa, Memoria, Commemorazione, ci ricordano la dimensione universale della Chiesa visibile e invisibile, Corpo Mistico di Cristo, di cui ogni cristiano è membro.


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COMPOSIZIONE DELLA PREGHIERA La composizione liturgica dell’Ufficio usa un linguaggio molto semplificato in tutte le preghiere e si compone dei seguenti elementi: Introduzione, Inno, Salmi, Cantico N.T., Lettura, Responsorio, Silenzio, Corale, Versetto, Preghiera di Intercessione, Preghiera Libera, Preghiera Comune, Padre Nostro, Benedizione. Introduzione: è composta di due versetti biblici di apertura, otto versetti di salmi o cantici biblici, due versetti di chiusura. Cambia col Tempo Liturgico e il tipo di celebrazione. Inno: è il canto di un Inno tratto per lo più da vari Uffici Monastici e “cala” la celebrazione nel momento del giorno: mattino, sera, Ora media, ecc. I Cantici Biblici: Sono, il “Cantico della Creature” e il “Cantico dei fedeli” che aprono la salmodia rispettivamente delle Lodi e dei Vespri di domenica. Il “Benedictus” e il “Magnificat” si cantano alle Lodi e ai Vespri ogni giorno. I Salmi: sono cantati comunitariamente secondo la ripartizione proposta dalla “Tavola Arancione dei Salmi”. Lettura: al mattino a Lodi, è sempre l’Evangelo, secondo l’ordine proposto dal Lezionario della Chiesa Cattolica Romana. La sera, ai Vespri, la Lettura può essere un passo biblico o di altre Tradizioni Religiose. La domenica e le feste dei Santi, la Lettura del mattino (Lodi) e della sera (Vespri), viene sostituita dal “Capitolo”: un passo fisso, tratto da Scritture Cristiane e di altre Tradizioni Religiose. Responsorio: è previsto quando la Lettura non è tratta dagli Evangeli e serve a riportare le Letture, all’unità di preghiera. Silenzio: Alle Lodi segue sempre la lettura del Vangelo, ai Vespri il Responsorio. è momento importante per riflettere sulla Scrittura ascoltata. Corale: è sempre il canto di un Inno scelto dalla Tradizione Angli-


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cana, Luterana, o da altre Chiese della Riforma e dipende dal Tempo Liturgico che si sta vivendo. Versetto: introduce alla Preghiera di Intercessione, dipende dal Tempo Liturgico e dal momento della giornata. Intercessione: sono sei intenzioni di preghiera cantate da un solista, a cui tutti rispondono con un’invocazione. Provengono, rivisitate, dalle diverse Tradizioni delle Chiese Cristiane e non solo. Preghiera Libera: è un po’ la “settima intenzione” dell’Intercessione ed è costituita dalla preghiera per le persone care, per le necessità del momento, del singolo, della comunità, della Chiesa. Viene introdotta dal versetto: “La pace sia con voi”; però, se si celebra da soli si propone: “Signore, ascolta la mia preghiera e il mio grido giunga fino a te.” Preghiera Comune: è una preghiera, rivisitata, tratta dalle varie Tradizioni Cristiane e non solo. Dipende dal Tempo Liturgico e dal tipo di celebrazione. La domenica viene sostituita dalla Colletta che è la preghiera tratta dal Messale Romano e nell’Ufficio dei Santi dalla Preghiera Propria. Preghiera del Signore: è la preghiera del “Padre Nostro”: la Preghiera madre di tutte le preghiere, la Preghiera delle preghiere. La domenica viene cantata nella celebrazione dell’Eucaristia e omessa nell’Ufficio delle Lodi. Benedizione: è un augurio tratto dai Testi Biblici, o anche da Testi di Tradizioni non Cristiane, e conclude la Liturgia degli Uffici.


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INDICAZIONI PRATICHE E CONSIGLI Nella celebrazione pubblica, è bene accogliere i fedeli in chiesa, potendolo, al suono dell’organo, già 10 minuti prima della celebrazione degli Uffici, così da favorire un tempo di preghiera personale e raccoglimento. Ci sia sempre una tabella con segnati i Salmi, il Corale, l’Evangelo del giorno. I monaci, da semplici laici quali sono, entrano in chiesa al loro posto nel coro o presbiterio uno alla volta come i fedeli. I Ministri Ordinati e gli accoliti entrano invece in Chiesa sempre in corteo uscendo dalla sacrestia. L’Introduzione si canta in piedi da tutti dopo il versetto iniziale del cantore che guida la liturgia. L’Inno viene cantato da tre o quattro cantori che si portano davanti all’altare, mentre tutta l’assemblea in piedi ascolta in silenzio. I Salmi sono cantati da tutti, comodamente seduti, con l’antifona che viene ripetuta prima e dopo il salmo. Al momento del gloria è sufficiente, stando seduti, chinare leggermente il capo verso l’altare. I Cantici Biblici: si canta in piedi il “Benedictus” e il “Magnificat”. Il “Cantico delle Creature” alle Lodi e il “Cantico dei Fedeli” ai Vespri, si cantano seduti. La Lettura si ascolta seduti, anche il Vangelo, e si canta la risposta “Rendiamo grazie a Dio” al versetto del solista. Il Responsorio è cantato in forma responsoriale: da un solista e ripreso dall’assemblea. Si resta seduti. Il Silenzio o momento di riflessione dopo la Lettura, non deve essere ne troppo breve, ne troppo lungo. Si resta seduti. Il Corale viene cantato in piedi da parte di tutta l’assemblea. Si consiglia l’ “Innario Cristiano”, in uso presso la Chiesa Valdese. Il Versetto viene cantato da un solista e da tutta l’assemblea; si canta in piedi. L’Intercessione si canta in piedi da un solista e dall’assemblea che risponde con un’invocazione: Si consiglia di cantarla alla maniera del-


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le Chiese d’Oriente, o dei monaci di Taizé: l’assemblea tiene il canto dell’ultima nota dell’invocazione come sottofondo mentre il cantore intona il versetto dell’Intercessione. La Preghiera Libera si fa seduti ed è la preghiera dei singoli fedeli. La Preghiera Comune si fa in piedi e può anche essere cantata da chi guida la preghiera; l’assemblea risponde con il canto dell’“Amen”. La Preghiera del Signore, il “Benedictus” e il “Magnificat”, si cantano sempre in piedi da parte di tutti, dopo il versetto introduttivo o l’antifona cantata dal cantore guida. Durante il canto del “Benedictus” e del “Magnificat”, in giorno di domenica, il Presbitero/a, volendo, si porta ad incensare l’altare. La Benedizione viene sempre impartita dal Presbitero/a, o comunque potendolo, da un Ministro Ordinato. L’assemblea la riceve in piedi e risponde col canto dell’ “Amen”. Il Cantico o il canto alla Beata e Benedetta Maria, viene cantato da tutti in piedi. è bene mentre l’organo intona l’inno prima del canto, che il celebrante si porti davanti l’icona della Beata e Benedetta Maria.


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I COLORI NELLA LITURGIA NELL’UFFICIO ARANCIONE I colori dei nostri paramenti liturgici sono: Bianco, Giallo, Arancione, Rosso, Verde, Viola, Ciclamino, Rosa, Azzurro, Blu, Nero. Il Bianco, significa la gloria, la divinità, la luce. Si usa nelle solennità del Signore; in particolare: Natale, Pasqua, Domenica della Santa Trinità, Trasfigurazione del Signore. Il colore bianco, inoltre, è il colore del Tempo di Natale e di Pasqua. Il Giallo, significa la maestà, la signoria. è un colore sussidiario del bianco, quindi si consiglia di usarlo in 4 delle 8 solennità del Signore: Epifania, Battesimo del Signore, Presentazione al Tempio, Ascensione. L’Arancione, significa illuminazione, salute, benessere, amicizia, compagnia, festa. è il colore appropriato per l’Eucaristia, che è la presenza sacramentale di Dio tra gli uomini. Si usa quindi, nei rituali attinenti l’Eucaristia, come la comunione dei fedeli fuori della celebrazione eucaristica, l’Esposizione e Benedizione Eucaristica, gli Uffici dei giorni di solstizio ed equinozio, il Giovedì Santo, il “Corpus Domini”. Il colore arancione è tuttora molto usato dalla Chiesa Copta. La Chiesa Ortodossa Russa lo usa nei giorni che vanno dalla memoria degli apostoli Pietro e Paolo alla festa della trasfigurazione del Signore, come anticamente lo usava la Chiesa Cattolica Romana. Il Rosso, significa la regalità, l’autorità. Va usato nelle solennità del Signore: Domenica di Pentecoste e sua Ottava, Domenica delle Palme e tutta la Settimana Santa (Passione), con l’esclusione del Giovedì Santo in cui si usa l’arancione. I paramenti rossi vanno usati in genere nelle feste degli Evangelisti, Teologi, Apostoli e Martiri. Il Verde, significa la speranza, la vita; è quindi il colore del Tempo Ordinario. Il Viola significa il ricordo, la compassione, la costrizione del cuore, l’umiltà, proprio come il fiore che ne porta il nome e il profumo: la violetta. è il colore adatto per quel grande periodo di revisione di vita e di ritiro spirituale che dovrebbe essere il Tempo di Quaresima. Il viola, ben si addice a tutte le Liturgie dei nostri cari e vivissimi defunti ed al giorno particolare loro dedicato il 2 Novembre.


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Il Ciclamino significa fiducia e abbandono in Dio. Era il colore degli abiti liturgici della maggior parte dei sacerdoti orientali, compreso quello di Gerusalemme. I re vestivano in porpora, i sacerdoti in ciclamino. Il ciclamino rappresenta bene il Tempo di Avvento: tempo di attesa e preparazione gioiosa, di fiducia, e di speranza. Il Tempo di Avvento non deve essere considerato o confuso come una specie di “seconda o piccola Quaresima” e il colore ciclamino della Liturgia ce lo ricorda. Il Rosa è il colore della primavera e delle gioie dell’uomo, e il fiore che ne porta il nome e il colore, la rosa, con la sua bellezza, profumo, ma anche con le sue spine, esprime bene la nostra umanità. è quindi il colore giusto che la Liturgia ha scelto per la 3a domenica di Avvento, la domenica “Gaudete” e della 4a domenica di Quaresima “Laetare”; domeniche in cui la Liturgia ci invita a rallegraci. Il rosa è quindi il colore delle benedizioni e di tutte le ricorrenze e momenti felici per l’uomo. L’azzurro è il colore sereno del cielo e quindi dedicato alla Madre del Signore, che con l’Incarnazione ha congiunto il cielo alla terra. Il Blu è un colore sussidiario dell’azzurro: è il colore dei fiordalisi, delle genziane di alta montagna. Si usa nelle festività dei santi che con il loro amore hanno elevato la vita a alte mete. La Comunione Anglicana usa il Blu anche nel Tempo di Avvento. Il Blu, nelle vesti liturgiche, come si vede in dipinti della cristianità fin verso l’anno 1000, era molto in uso; peccato che il colore degli zaffiri sia caduto in disuso in molte Chiese. Il Nero è il colore del lutto e del dolore. Con questo colore elegante ma mesto, la Chiesa vuole dirci che non si sente estranea al dolore dei propri fedeli per la morte dei loro cari. Si usa nei paramenti delle messe di ricordo dei nostri cari e amati defunti e nella celebrazione delle 4 “Giornate della Memoria” riportate nel nostro Ufficio.


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CELEBRAZIONI E COLORI Festività del Signore: Bianco, Giallo, Rosso, Arancione. Festività di Maria: Azzurro. Festività dei Vangeli, Apostoli e Testimoni: Rosso. Festività degli Angeli, dei Santi e dei Riformatori: Blu Benedizioni e colori: Adorazione e Benedizione Eucaristica, Comunione fuori della Messa: ARANCIONE. Matrimoni, Ricorrenze, Benedizione dell’Amicizia, dei bambini, casa, strumenti di lavoro, animali, terra, Icone, Chiese, capitelli, luoghi di preghiera privati, ecc.: ROSA. Benedizioni dei defunti e liturgie attinenti: VIOLA, NERO. VESTI LITURGICHE Le vesti liturgiche proposte per i ministri del culto, nell’Ufficio Arancione, sono di preferenza quelle in uso nella Chiesa Anglicana d’Inghilterra ed Episcopale. L’UFFICIO ARANCIONE “FONTI” Tutte le preghiere riportate sono state rivisitate e in un certo senso riscritte, una volta tratte dai siti Internet visitati e dai seguenti testi: - The Book of Common Prayer (Liturgia della Chiesa Anglicana). - Liturgia della Chiesa Vetero Cattolica dell’Unione di Utrecht. - Liturgia della Chiesa Episcopale. - Liturgia delle Ore della Chiesa Cattolica Romana. - Liturgia della Chiesa Ortodossa. - Liturgia della Chiesa Luterana. - Liturgia delle Metropolitan Community Churches.


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Innario Cristiano (Chiesa Valdese). La Louange des Jours (Vecchio Ufficio di Taizé). La Preghiera dei Giorni (Ufficio di Bose). Il Libro della Preghiera Universale (Ufficio di S.Pietro alle Stinche). Preghiere del Liturgista olandese Huub Oosterhuis. Preghiere della Teologa ed eremita A.Zarri. Altri

possa tu restare per sempre giovane


…la brina, le melagrane, il fumo dei comignoli…

TEMPO DI AVVENTO

“… e poi verrà l’inverno e poi verrà la coperta bianca della neve. Foglie gialle, nebbia senza colore; e tu che vieni nella luce.” (A. Zarri, teologa e monaca)

Ufficio ecumenico dei monaci arancioni



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INTRODUZIONE AL TEMPO DI AVVENTO (Il Tempo di Avvento, inizia dai Vespri del sabato dopo la Domenica XXXIV dell’Ordinario, solennità di Cristo, re dell’universo, e termina coi Vespri del 24 dicembre, vigilia di Natale. Colore liturgico: CICLAMINO, oppure BLU. Nella III Domenica di Avvento, la Domenica “Gaudete” (Rallegratevi), si usa il ROSA) La celebrazione del Tempo di Avvento pare sia iniziata in Francia e Spagna tra il IV e il VI sec.; quindi 200 anni dopo, più o meno, che la Chiesa d’Occidente già celebrava il Natale del Signore. Il Tempo di Avvento si rese necessario, quindi, per l’esigenza liturgica e pastorale di prepararsi convenientemente alla celebrazione della festa dell’incarnazione del Logos. Il Tempo di Avvento, che apre l’Anno Liturgico, si caratterizza per essere un periodo di gioiosa preparazione alla venuta del Signore, nello studio e nella carità. Presenta quindi un duplice aspetto: “conoscenza e compassione”. è un tempo di studio perché è dedicato particolarmente all’approfondimento e all’esegesi (con particolare riguardo alla critica storico-scientifica) dei Testi Sacri, è un tempo di carità perché ci spinge a vedere nel prossimo, specie quello nel bisogno, il volto del Dio che viene. L’Avvento si potrebbe definire il tempo dei “teologi”, degli “esegeti”, degli “studiosi”; in questo tempo siamo tutti un po’ “ricercatori”, un po’ “magi…”. Il Tempo di Avvento, quindi, non è una “specie di seconda o piccola Quaresima”. L’Avvento ha un suo carattere proprio, specifico. Potremmo dire che l’Avvento sta alla Quaresima, come lo studio biblico sta al ritiro spirituale. Avvento e Quaresima, sono quindi due Tempi con caratteristiche diverse. Già il colore fucsia, tipico dei ciclamini di montagna, usato dalla Liturgia, che significa fiducia, abbandono e conoscenza, ce lo ricorda (oppure si usa il Blu come gran parte della Comunione Anglicana, che significa che “il cielo si avvicina alla terra”), e si differenzia dal viola della Quaresima, che invece vuol dire mesto raccoglimento, compassione, memoria. Se la Quaresima, ci porta a guardare “dentro di noi”, l’Avvento ci invita a guardare “fuori di noi”, a cercare il Cristo, il volto di Cristo negli uomini, specie “quelli in stato di necessità, materiale o spirituale”, sul cammino luminoso delle parole evangeliche: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo…”. In Avvento, quindi, siamo chiamati a essere “Cristo che viene” per i fratelli in dif-


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ficoltà. Nella IIIa Domenica di Avvento, la domenica “Gaudete” (Rallegratevi), la Liturgia usa il Rosa, il colore delle gioie dell’uomo; c’è infatti da rallegrarsi per il bene compiuto nel nostro cammino di Avvento. Questo bene diventa per noi “tesoro”, “Stella” da seguire. Così, con questa “Stella”, la luce dell’amore che ci guida, noi siamo in grado di andare incontro al Signore che viene e potergli dire: “Sapevamo che dovevi venire tra noi, perché ci sembrava di avere già visto il tuo volto, nel volto dell’uomo debole, indigente, ammalato, anziano, umiliato. Ci sembrava che tu fossi già tra di noi, in quei volti infelici, e ora che ti incontriamo, siamo felici di poterti offrire l’oro purissimo del nostro amore donato, l’argento prezioso del nostro perdono dispensato, l’incenso profumato delle nostre preghiere offerte, la mirra rara della nostra pazienza, mitezza e disponibilità verso il prossimo”.


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INVITATORIO DEL TEMPO DI AVVENTO (Questa piccola liturgia apre il Tempo di Avvento e si premette solo ai Primi Vespri di Avvento: i Vespri del sabato dopo la 34a domenica dell’Ordinario:“Cristo re dell’universo”. Colore liturgico: CICLAMINO o BLU)

INTRODUZIONE (Nella celebrazione pubblica, il Presbitero/a, giunto all’altare, spalle ai fedeli, in piedi intona il versetto: “Signore...”, a cui tutti rispondono cantando: “E la mia...”. Quindi, il cantore che guida la preghiera intona l’antifona e il salmo 94) + Signore, apri le mie labbra, - E la mia bocca canterà la tua lode! (3 volte) SALMO 94 Venite, adoriamo il Signore, che viene per noi. - Venite… Venite, acclamiamo al Signore, é la roccia della nostra salvezza; andiamo al suo volto nella lode, a lui con inni acclamiamo, con cuore sincero e fidente. - Venite… Si, un grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli Dei; in sua mano gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti, terra e mare, che le sue mani hanno plasmato. - Venite… (Ci si inginocchia o inchina)


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Venite, prostrati, adoriamo, in ginocchio davanti a Dio che ci ha fatto; si, è lui il nostro Dio e noi coloro che egli guida, è lui il nostro pastore. - Venite… (Ci si rialza) Ascoltate oggi la sua voce: non chiudete il cuore come un tempo, come nel giorno d’ingratitudine e rivolta, quando disprezzarono l’Eccelso: pur vedendo i prodigi per loro. - Venite… Così mi disgustai di quella gente, e dissi: “Sono un popolo dal cuore di pietra, non hanno amore e compassione; perciò, ho così sentenziato: Non entreranno nel luogo del mio riposo”. - Venite…* * (Terminato il salmo 94, si prosegue con i Vespri del Sabato di Avvento)


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