Il corpo gioia di Dio - Teresa Forcades

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ESH Il fuoco nella Parola

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La collana ESH si propone il compito di fare luce su parole e pensieri del cristianesimo, facendole passare attraverso il fuoco, in ebraico Esh, di una loro rilettura che, tenendo conto delle diverse prospettive dell’oggi, sappia anche rendere la pienezza della loro storia e tradizione, del loro presente e del loro futuro. Titoli pubblicati: Matthew Fox Preghiera Paolo Farinella Peccato e perdono Adriana Valerio Misericordia Cristian Albini Il male Marcelo Barros Liberazione Roberto Mancini Utopia Teresa Forcades Il corpo

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Teresa Forcades

IL CORPO gioia di DIO LA MATERIA COME SPAZIO DI INCONTRO TRA DIVINO E UMANO

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© Il Segno dei Gabrielli editori, 2020 Via Cengia 67 37029 San Pietro in Cariano (VR) tel. 045 7725543 fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it

Traduzione dal castigliano di Claudia Fanti. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. ISBN 978-88-6099-399-1 Progetto grafico Gabrielli editori Foto dell’Autrice in copertina Mario Coppola, 2019 Stampa Mediagraf (Trebaseleghe - PD) Febbraio 2020

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Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. E LA PAROLA È DIVENTATA CARNE. (Gv 1,1.14)



Indice

Introduzione Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato! (Lc 11,27) 9 Capitolo 1 IL CORPO COME PROBLEMA 13 Il corpo come problema nel cristianesimo tradizionale: il corpo seduttore, il corpo peccatore, il corpo punito 13 - Il corpo seduttore

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- Il corpo peccatore

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- Il corpo punito

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Il corpo come problema nell’attualità : corpo oggetto di desiderio, corpo discriminato, corpo medicalizzato 23 - Il corpo oggetto di desiderio

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- Il corpo discriminato

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- Il corpo controllato

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Capitolo 2 IL CORPO COME DONO 33 Il corpo come dono nel cristianesimo tradizionale: il corpo pacificato, il corpo resuscitato, il corpo mistico 33 - Il corpo pacificato

33

- Il corpo resuscitato

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- Il corpo mistico

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Il corpo come dono nell’attualità: il corpo liberato, il corpo integrato, il corpo ecologico 44 - Il corpo liberato

44

- Il corpo integrato

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- Il corpo ecologico

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Capitolo 3 PECULIARITÀ DEL CORPO FEMMINILE 59 - Nascere di nuovo

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Capitolo 4 IL CORPO COME GARANTE DELLA MIA IRRIDUCIBILITÀ 75

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INTRODUZIONE

Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato! (Lc 11,27)

Sono parole spontanee di riconoscimento rivolte da una donna del popolo a un’altra donna del popolo, attraverso suo figlio: beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato! Beato il grembo (κοιλία, koilia) e beato il seno (μαστοὶ, mastoi). Il grido arriva a Gesù dalla moltitudine. È un grido di gioia. Una celebrazione della corporeità femminile e del suo potere di dare vita e prendersi cura della vita. Ma Gesù non sembra sensibile a tale celebrazione. Nella sua risposta, prende le distanze dalla visione della donna: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! (Lc 11,28). L’evangelista introduce le parole di Gesù con l’espressione greca αὐτὸς δὲ εἶπεν che può tradursi tanto in senso copulativo “ed egli disse” come in senso avversativo “ma egli disse”. Le parole di Gesù sembrano confermare l’intenzione avversativa in quanto includono il termine μενοῦν che possiamo tradurre con “piuttosto”. Gesù corregge la donna. Le parole di Gesù introducono un dualismo e una gerarchia tra il corpo e lo spirito? Gesù corregge la donna per mettere in chiaro che ciò che importa non è il corpo (il grembo, il seno) ma lo spirito, concepi9


to qui come capacità intellettuale di ascoltare la parola di Dio e come capacità cordiale di accoglierla? Così lo hanno inteso la Chiesa e la teologia cristiana dominante per molti secoli. Continua a essere valida anche oggi questa interpretazione? Esistono interpretazioni alternative che superino il dualismo tra il corpo e lo spirito e siano in grado di accogliere, anziché correggere, la prospettiva della donna del popolo? Il maggio ’68 e la liberazione sessuale ad esso associata si assumono solitamente come referenti di un cambiamento di mentalità e, soprattutto, di costumi in relazione al corpo: la civiltà occidentale, di matrice cristiana, passa dalla paura e dal sospetto nei confronti del corpo all’esposizione e al godimento dello stesso. L’atto di bruciare i reggiseni e quello di indossare la minigonna sono simboli significativi di questa fase di cambiamento, come pure la normalizzazione delle relazioni sessuali prima e al di fuori del vincolo matrimoniale. Con ciò è stata superata, nel senso che non è più socialmente rilevante, una visione del corpo caratterizzata dalla paura dell’assenza di controllo, dall’ideale della castità, dalla penitenza e dalla seduzione. Tuttavia, invece della liberazione promessa, dopo il superamento dei tabù sul corpo associati all’interpretazione tradizionale del vangelo, la civiltà occidentale ci ha sorpreso creando nuovi tabù relativi al corpo che è bene analizzare prima di proporre un’interpretazione teologica della nozione di “corpo” che renda giustizia al desiderio di pienezza che ci abita. Nelle pagine che seguono, presenterò in primo luogo (capitolo 1) gli aspetti negativi a mio giudizio più rilevanti tanto dell’esperienza tradizionale cristia10


na quanto di alcune esperienze attuali del corpo. In secondo luogo (capitolo 2), presenterò gli aspetti positivi che considero più rilevanti tanto del corpo nella tradizione cristiana quanto del corpo nell’attualità. Mi soffermerò di seguito (capitolo 3) a considerare il corpo femminile e le sue peculiarità. Terminerò (capitolo 4) con una proposta teologica che vorrei aiutasse a sostenere un’esperienza liberatrice del corpo nel presente.

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CAPITOLO 1

IL CORPO COME PROBLEMA

Il corpo come problema nel cristianesimo tradizionale: il corpo seduttore, il corpo peccatore, il corpo punito. - Il corpo seduttore La caratteristica principale del corpo seduttore nel cristianesimo tradizionale è la pericolosità. È un corpo di cui si diffida e si ha paura. Un corpo che si ammira e si rispetta anche, in una certa misura, proprio per il fatto di avere una logica propria, proprio per la sua capacità di ribellarsi, di opporre resistenza e di non voler comportarsi come gli detta la ragione. È un corpo capace di appassionarsi fino a dare la vita e fino, anche, a toglierla. Un corpo capace di incitare alla violenza e di esercitarla. Un corpo estremamente pericoloso che abitiamo non come fosse casa nostra, ma come se pernottassimo in una pensione malfamata: perché non ci resta altra possibilità e così chiudiamo a chiave la stanza per paura dei furti. Un corpo che ha bisogno di sorveglianza, perché ci può danneggiare. Un corpo intimo e al tempo stesso sconosciuto. Un corpo che conserva segreti e sorprese. Un corpo coperto che non si lascia vedere, che non si può vedere, figuriamoci toccare o accarezzare. Una delle suore più anziane della mia comunità mi raccontava 13


che, quando era entrata in monastero negli anni Quaranta, le avevano detto di farsi il bagno con la camicia da notte indosso. Non lo capiva, ma si trattava di evitare la nudità non solo di fronte agli altri ma anche dinanzi a se stesse. Non c’erano naturalmente lezioni di educazione sessuale e, nel caso delle donne, l’ignoranza sulla sfera genitale riguardava non solo quella del sesso opposto ma anche la propria. E ciò avveniva non solo nei monasteri, ma anche tra le coppie sposate, giacché era abituale che l’atto sessuale si svolgesse al buio ed evitando la nudità completa. Nella visione classica di Platone, la pericolosità del corpo, con la sua capacità di opporsi alla ragione e di minacciare l’anima, si presenta in maniera meno sottile che nel cristianesimo. Il corpo platonico non inganna né seduce, ma si limita a spingere in modo violento e cieco verso il piacere senza badare alla ragione. Così appare perlomeno in una delle immagini platoniche più note e celebrate: l’anima razionale come un auriga alla guida di un carro trainato da due cavalli. Il cavallo docile (bianco e di bell’aspetto) rappresenta l’anima irascibile (le emozioni); il cavallo ribelle (nero e deforme) rappresenta l’anima sensuale o concupiscibile (legata al corpo e alle sue passioni)....

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