Persona e comunione nel pensiero di Ioannis Zizioulas

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Alexandru-Marius crișan

Persona e Comunione nel pensiero teologico di Ioannis Zizioulas e nei documenti del Concilio di Creta del 2016

prefazione di Germano Marani sj

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In copertina: Bar (Montenegro), Cattedrale ortodossa: Il Concilio di Creta del 2016 (opera di Damir Mladenović). Dipinto solo pochi mesi dopo la celebrazione dello stesso Concilio, sul modello degli antichi Concili Ecumenici. Si ritrovano i Primati delle Chiese Ortodosse autocefale. Il Metropolita Zizioulas appare di fianco al Patriarca Bartolomeo come suo consigliere. Al centro del raduno conciliare sono il Vangelo, la Croce e la colomba, simbolo della presenza dello Spirito Santo. In alto il Cristo in abiti vescovili quale vero Presidente dell’assemblea. Sulla parete accanto sono affrescati i quattro Patriarchi assenti al Concilio di Creta: Giovanni di Antiochia, Cirillo di Mosca, Neofito di Bulgaria ed Elia di Georgia (foto di Dejan Vukić).

© Il Segno dei Gabrielli editori 2021 Via Cengia, 67 - 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 - fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-6099-460-8 Stampa Mediagraf spa (Padova), Maggio 2021 Progetto grafico copertina Gabrielli editori

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Ai miei Genitori, Aurel e Milica Al mio Vescovo, Mons. Siluan di Ungheria Padre del Concilio di Creta



Prefazione

I grandi Concili della Chiesa sono stati celebrati in tempi critici della storia umana, e di transizioni culturali, che hanno toccato il mondo conosciuto di allora. Quando l’approccio verso la persona di Cristo, e di conseguenza della persona umana, fu messo in discussione, la Chiesa si è riunita in un Concilio. I Concili di cui facciamo memoria attraverso i libri di culto, i trattati di storia ecclesiastica oppure i manuali di teologia sono stati convocati in tempi in cui, benché non evidente per tutti, l’integrità del concetto della persona – divina o umana – era messa in pericolo. Se parliamo dell’autentica pienezza della divinità oppure dell’umanità di Gesù Cristo, della divinità dello Spirito Santo, della relazione dell’umanità di Cristo con quella della Madre di Dio, se consideriamo il nome attribuito alle persone divine o a quelle umane, o alla validità del culto della rappresentazione artistica-iconica dell’umanità di Cristo, non dobbiamo passare in secondo piano il fatto che tutte queste pietre angolari del discorso ecclesiale dogmatico, sono frutto delle decisioni prese in un contesto conciliare, nei primi sette Concili ecumenici riunitosi dal quarto secolo all’ottavo. Il Concilio pan-ortodosso di Creta del 2016, la cui lunga preparazione è durata per quasi un secolo, non è una eccezione, per quanto riguarda la necessità della sua convocazione in un momento culturale e spirituale complesso come quello degli ultimi decenni. La storia di questo ultimo secolo ha vissuto grandi tragedie ma anche momenti e situazioni di sorprendenti gioie inaspettate. Il XX secolo è quello delle due guerre mondiali, due grandi terremoti che hanno fatto sì che gli europei si sentissero come dei terremotati; è il secolo dell’instaurazione di sistemi politici dittatoriali e criminali che agivano contro gli elementari diritti della persona, di persecuzioni religiose o razziali mai viste in precedenza, di ingenti migrazioni, d’incertezza della stabilità sociale e politica; ma non si può dimenticare che 7


il XX secolo è sempre il secolo in cui sono state poste le basi dell’Unione Europea come conseguenza della crescita di fiducia fra i popoli, subito dopo la seconda guerra mondiale, come germe concreto di riconciliazione cominciato fra Francia e Germania, di grandi progressi nazionali, della nascita di alcune Chiese autocefale, ma anche di un grande periodo di slancio ed entusiasmo di apertura ecumenica fra le chiese, a partire dai tempi della persecuzione che univa sulla stessa barca rappresentanti di tutte le confessioni cristiane e religioni; nella seconda metà del secolo XX lo stesso movimento è incoraggiato dalle decisioni e dagli avvenimenti del Concilio Vaticano II, e che oggi sta crescendo lentamente fra mille difficoltà culturali, storiche, politiche e non solo. In questo contesto e periodo ci sono state anche nell’ortodossia serie riunioni come le Conferenze pan-ortodosse di Rodi e Chambesy, in vista del Concilio Pan Ortodosso tenutosi, finalmente, a Creta nel 2016, un frutto maturato nel XX secolo, forse raccolto troppo tardi per poter essere apprezzato pienamente nel suo reale valore. Alexandru-Marius Crișan prova a rileggere la preparazione e lo svolgimento del Concilio di Creta, con le ricadute antropologiche insite nelle affermazioni dei Documenti votati, alla luce della teologia della persona, approfondita nella teologia ortodossa del XX secolo da parecchi studiosi e pensatori religiosi. Alexandru Marius Crisan si fa aiutare in questo da uno dei teologi ortodossi più apprezzati al momento, Ioannis Zizioulas, che fu parte attiva sia della preparazione come anche dello svolgimento del Concilio Panortodosso di Creta. Il lettore di questo libro, avrà l’occasione di scoprire come le due realtà, la preparazione e lo svolgimento del Concilio, si incrocino proprio sulla questione del personalismo teologico. Come docente presso il Pontificio Istituto Orientale e relatore della sua tesi ho avuto l’occasione di seguire durante più anni AlexandruMarius; ho osservato come la sua nostalgia, quasi spirituale, per qualcosa di apertamente universale, si sia manifestata a livello intellettuale tramite la ricerca di un concetto che possa esprimere una realtà ecclesiale autentica, ortodossa nel senso di vera fede, ed universale, allo stesso tempo. Un’impresa ardua, di questi tempi. Il suo vescovo, Mons. Siluan Mănuilă che l’ha inviato a studiare a Roma scorgendo in lui una tale ricerca interiore, gli ha suggerito come tema di ricerca il concetto di comunione. Dopodiché Alexandru Marius Crisan, studente presso il Pontificio Istituto Orientale, dopo aver seguito il corso 8


di Antropologia Orientale, ha intravisto, oltre il concetto di “comunione”, la possibilità di approfondire su un’altra pista di ricerca o concetto con cui possa esprimere in modo reale e recepito da quasi tutti i pensatori ortodossi e cattolici, la realtà universale ed eterna della koinonia della Chiesa. La persona – con tutto il suo carico filosofico e teologico – era in grado di essere messa accanto alla “comunione” per esplicitarne le potenzialità teologico-spirituali. Il lavoro di Alexandru Marius Crișan oltre ad uno sguardo storico e dogmatico, sula scia di Y. Ziziooulas, presenta delle riflessioni teologiche sulla relazione comunione-persona, e della sua importanza nella viva Tradizione della dottrina cristiana, per lo sviluppo di un personalismo teologico che ha sempre difeso l’importanza della dignità e l’ irriducibilità di ogni essere umano-persona, anche per la Chiesa-popolo di Dio, della cui composizione la gerarchia ecclesiastica fa parte. Parecchie pagine della tesi sono dedicate a come si possa applicare il modello cristologico dell’incorporazione nella relazione popolo-clero mantenendo però il concetto di persona al centro del discorso teologico-ecclesiologico. Con questo il giovane ricercatore Alexandru Marius Crișan apre la sua riflessione ad una teologia di tutto il Popolo di Dio, invece che limitarsi ad una semplice teologia limitata alla visione ecclesiologica del posto dei clerici e del ministero gerarchico nella Chiesa. Alexandru-Marius Crișan è rimasto fedele tramite la sua ricerca post-dottorale all’approfondimento teologico della storia e degli insegnamenti del Concilio Panortodosso di Creta ma anche al concetto di persona. Dopo il giugno 2018, quando è stata discussa la sua tesi, Egli ha pubblicato più articoli e studi sul Concilio di Creta, ed è stato invitato da diversi Istituti e Facoltà per tenere delle Conferenze sul personalismo teologico oppure sul Concilio Panortodosso di Creta. Già prima della conclusione degli studi e della permanenza a Roma Alexandru-Marius Crișan era stato invitato a lavorare nell’Istituto di Ricerca Ecumenica di Sibiu, città importante per l’ecumenismo. Da qualche mese è stato pubblicato un numero della rivista RES (Review of Ecumenical Studies) coordinato da Crișan stesso e che ha come tema L’ecumenismo dei mistici, tema di grande rilevanza, che si situa, molto bene, nella sua linea attuale di ricerca teologica. Germano Marani sj 9



Introduzione

Il XX secolo è stato definito come il secolo dell’ecclesiologia, anche se si può ben affermare che esso è stato, nello stesso tempo, il secolo del personalismo teologico e filosofico. La storia di questo secolo ha purtroppo visto grandi tragedie: due guerre mondiali, l’instaurazione di sistemi politici dittatoriali, ingenti migrazioni, traumi psicologici causati dallo spostamento continuo dei confini, l’incertezza della stabilità sociale e politica, ecc. Nonostante ciò, il XX secolo è stato anche un secolo di grandi progressi nazionali a cui hanno contribuito in modo alquanto significativo le nuove Chiese Autocefale, alimentando l’entusiasmo nazionale dopo la tragedia del primo conflitto mondiale. Ovviamente, tutti questi avvenimenti non sono rimasti privi di effetto nella riflessione filosofica e teologica, come anche nella vita delle Chiese cristiane. Quest’alternanza, tragedia politica – entusiasmo nazionale – nuovamente tragedia politica, ha fatto sì che l’attenzione filosofica e teologica si indirizzasse verso il vero essenziale: la persona umana e la sua dignità. Il XX secolo è stato, inoltre, testimone dell’abolizione degli anatemi tra l’Oriente e l’Occidente (il 7 dicembre 1965) e al tempo stesso dell’incontro tra le due figure preminenti della Chiesa d’Occidente e di quella d’Oriente: il Papa e il Patriarca Ecumenico. Questo secolo ha visto anche la nascita di comunità religiose cristiane ecumeniche nelle quali è possibile essere pienamente ammessi, pur rimanendo membri della propria Chiesa di provenienza (l’esempio più noto è quello di Taizé). Nell’epoca storica a cui ci riferiamo, si fa pure strada il desiderio di convocare nuovi Concili Ecumenici, sia nella Chiesa Cattolica, sia in quella Ortodossa. Per la Chiesa Cattolica il Concilio frutto di questo 11


atteggiamento teologico, nato dalla sofferenza e dall’attenzione verso la persona, ma anche da un processo di ricerca teologica ad ampio raggio, è senza dubbio il Concilio Vaticano II; anche nella Chiesa Ortodossa era cominciata la preparazione di un Santo e Grande Concilio, chiamato a volte “Pan-Ortodosso”. Purtroppo la preparazione di tale Concilio, nonostante tutta l’attenzione fosse concentrata sulla persona umana, si dimostrò molto complessa e si protrasse per tutto il XX secolo. Il Concilio si riunì, infatti, solo nel 2016, dopo più di un secolo dal primo invito e dalla prima proposta per un Grande Concilio che radunasse tutte le Chiese Ortodosse. Pur essendosi radunato nel 2016, il Santo e Grande Concilio di Creta resta però frutto delle esperienze politiche, ecclesiali e spirituali del XX secolo, specialmente per quanto riguarda la teologia della persona. Durante la lunga storia della filosofia, il personalismo ha preso diverse forme ed è sempre stato riproposto all’umanità in diversi modi. Nell’ultimo secolo, i discorsi politici, etici, scientifici e religiosi sul rispetto della dignità umana e dei diritti della persona, a volte in forme molto contradittorie, sono diventati più di moda che mai. Anche tanti teologi e filosofi sono ritornati con le loro riflessioni, in diverse aree teologiche, sul concetto di persona. Possiamo ricordare tra questi E. Mounier, M. Nedoncelle, J. Maritain, N. Lossky, Ch. Yannaras, N. Afanasieff, I. Zizioulas ecc. Alla luce del contesto che abbiamo appena presentato, in questo nostro lavoro ci proponiamo di condurre un’analisi teologica comparativa dei termini persona e comunione, a partire dell’opera di Zizioulas per poi giungere alla storia e ai documenti del Santo e Grande Concilio di Creta. Oltre che comporre un quadro quanto più completo dei concetti teologici di persona e comunione secondo l’opera di Zizioulas e secondo i documenti del Santo e Grande Concilio, il nostro scopo è anche quello di rintracciare alcuni possibili influssi della teologia personalista del metropolita Zizioulas sui documenti finali del Concilio. Cercheremo, pertanto, di individuare dove e in che misura è possibile parlare di un influsso diretto e verificabile di Zizioulas e dove invece si possono avanzare soltanto delle ipotesi. Per far questo, è stato inevitabile operare una sorta di comparazione tra le due fonti, anche se l’opera di Ioannis Zizioulas e i documenti Conciliari sono scritti differenti dal punto di vista della valenza ecclesiale ed ecclesiologica (magisteriale). 12


Tra i vari studiosi sopraelencati, abbiamo scelto per la nostra tesi il teologo Ioannis Zizioulas, Metropolita di Pergamo, del Patriarcato Ecumenico. Ioannis Zizioulas (nato nel 1931, in Grecia) ha studiato a Salonicco, ad Atene e ad Harvard negli Stati Uniti. Tra il 1973 e il 1987 ha insegnato ad Edimburgo e a Glasgow e nell’anno 1986 è stato ordinato Vescovo nel Patriarcato Ecumenico, come Metropolita di Pergamo. A partire dal 2009 si è occupato del processo preparatorio del Concilio. Essendo uno dei due consiglieri permanenti del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, al Santo e Grande Concilio di Creta ha fatto parte della delegazione del Patriarcato Ecumenico, intervenendo varie volte nel corso del dibattito e riuscendo a far conservare l’espressione persona umana nei documenti finali del Concilio. Dal 1986, anno della sua ordinazione, fino al 2015, il nostro autore è stato anche co-presidente del dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa. Ioannis Zizioulas non è importante solo per la sua opera teologica – che può certamente essere considerata come quella di uno dei personalisti ortodossi più noti del XX secolo – ma anche perché, a cominciare dal 2009, ha guidato la preparazione dei documenti dello stesso Concilio esercitando su di essi una certa influenza. Inoltre il nostro autore è, senza dubbio, uno dei teologi contemporanei più conosciuti ed apprezzati, anche al di fuori della Chiesa Ortodossa. Dal punto di vista della teologia ortodossa, con il Concilio di Creta del 2016, si è chiuso il XX secolo, caratterizzato dalla riscoperta del personalismo teologico: si impone, pertanto, un’analisi teologica dei documenti conciliari che risentono proprio dell’influsso di uno dei più noti rappresentanti della teologia personalista del XX secolo. I documenti prodotti dalle nostre due fonti, Ioannis Zizioulas e il Concilio Pan-Ortodosso, presentano parecchi punti in comune, che rendono possibile la loro comparazione, come ad esempio: l’insistenza sulla teologia della persona; ma anche la simpatia che suscitano e, allo stesso tempo, la visibile reticenza con cui sono recepiti. Sia all’interno della Chiesa Ortodossa, sia al di fuori, infatti, la teologia di Zizioulas e quella del Concilio, conosciuto come Pan-Ortodosso, sono oggetto o di grande ammirazione o, viceversa, contraddetti e, talvolta, ridicolizzati. Entrambi sono stati accusati, da parte di frange ultraconservatrici della Chiesa Ortodossa, di innovazione e anche di eresia, che in ambito ecclesiastico rimane l’accusa più pesante. Zizioulas 13


stesso conferma che durante la sua carriera ha ricevuto accuse molto pesanti di eresie. Segnaliamo, infine, che abbiamo ritenuto opportuno analizzare il concetto teologico di persona, centrale per il nostro studio, in relazione ad un altro concetto dipendente da esso, in modo da fornire un quadro più completo della teologia del XX secolo: è il concetto di comunione, termine che descrive un insieme di significati teologici che possono essere utili per inquadrare meglio ed illuminare ulteriormente il concetto di persona. Nel corso del nostro lavoro prenderemo in considerazione le diverse aree teologiche presenti nell’opera del nostro autore, rintracciando in esse i vari riferimenti ai concetti di persona e comunione. Nel far questo cercheremo di preservare il più possibile non solo l’ordine secondo cui Zizioulas struttura la sua teologia, ma soprattutto l’ordine teologico della salvezza: Teologia Trinitaria – Cristologia – Ecclesiologia – Antropologia. A tal proposito va precisato che quest’ordine corrisponde solo in parte a quello con cui Zizioulas costruisce la sua teologia, anche se a nostro parere esso è di fatto l’ordine logico interno della sua opera teologica. Ad esempio: dal punto di vista cronologico, Zizioulas debutta nella teologia con un lavoro di ecclesiologia (la sua tesi dottorale Bishop, Eucharist, Church). All’interno di questo lavoro tuttavia, per giungere all’ecclesiologia, egli parte dalla cristologia. Anche in altri lavori, maggiormente imperniati sull’antropologia (per esempio Comunione e alterità, o The One and the Many), il nostro autore preferisce cominciare con un discorso Trinitario, seguito da quello Cristologico, per approdare solo successivamente alla persona umana. Tale disposizione strutturale è quella seguita da Larchet, uno dei critici più noti del nostro autore, per comporre un libro dedicato alla critica della teologia di Zizioulas: Trinità – Cristo – Chiesa. Lo stesso autore, inoltre, nei colloqui personali avuti con Lui, ci ha raccomandato di seguire proprio quest’ordine nel comporre il presente lavoro. A tale esame ci dedicheremo nelle prime due parti della tesi; la terza sarà invece dedicata al Grande Concilio. In primo luogo cercheremo di presentare la visione di Zizioulas sul Concilio Pan-Ortodosso, prima del suo svolgimento. In seguito, ci sembra importante ricostruire la storia dello stesso Concilio a partire dagli eventi preparatori, utiliz14


zando di preferenza le informazioni ufficiali delle Chiese che hanno di fatto partecipato alla preparazione del Concilio, ma anche alcuni articoli dei teologi presenti nelle diverse fasi della stesura dei documenti. Ovviamente evidenzieremo i momenti preparatori svolti sotto la presidenza di Ioannis Zizioulas. Per la scientificità del nostro lavoro, consideriamo poi molto importante ricostruire nel miglior modo possibile la storia del Concilio di Creta fin dalle sue origini, attingendo alle fonti non solo di una, ma di più Chiese Autocefale. Questo ci aiuterà ad avere un quadro completo dei documenti del Concilio, non solo dal momento in cui Zizioulas assunse l’incarico di presiedere tale fase preparatoria, ma anche da prima, in modo da poter comprendere meglio quali eventi storici e teologici ci siano dietro ogni passo compiuto verso il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa. La delimitazione del nostro lavoro è costituita dall’opera dell’autore in esame, Ioannis Zizioulas, elencata in bibliografia, lo stesso vale per i documenti del Santo Grande Concilio di Creta del 2016 unitamente alla loro storia per ciò che concerne i due concetti di persona e comunione. Su Zizioulas hanno scritto parecchi teologi; svariati sono dunque i libri, le tesi di dottorato o di licenza e gli articoli che si occupano di lui, rivelando l’interesse di cui gode il nostro autore. Yannis Spiteris, nel suo libro La teologia ortodossa neo-greca, gli ha dedicato una sessantina di pagine, conducendo un’analisi generale di tutta la sua teologia. Già nel 1988 Areeplackal Joseph difese a Roma all’Università Gregoriana una tesi dottorale comparativa su Zizioulas intitolata: The Pneumatological Dimension of Ordained Ministries as Presented by Congar and John Zizioulas. Nel 2002, Janusz Syty ha pubblicato in italiano la sua tesi dottorale intitolata: Il primato nell’ecclesiologia ortodossa attuale. Il contributo dell’ecclesiologia eucaristica di Nicola Afanasieff e John Zizioulas. Sempre sulla teologia eucaristica, è molto importante anche il libro di Paul McPartlan: The Eucharist makes the Church: Henri De Lubac and John Zizioulas in Dialogue. Un altro studio comparativo sarebbe la tesi dottorale The Catholicity of the Church. A. Dulles, J.-M. R. Tillard and J. Zizioulas in Dialogue, difesa nel 2011 alla Pontificia Università della S. Croce, a Roma, da Thomas Puthukulangara. Di rilievo ecumenico la tesi dottorale L’ecclesiologia ecumenica di Ioannis Zizioulas, difesa da Antonio Porpora e pubblica15


ta nel 2002 presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, a Napoli. Nel 2020 Hernice Austin ha difeso presso la Pontificia Università Lateranense la sua tesi dottorale Trinité et Eglise. Dans la pensée de Jean Zizioulas, non ancora pubblicata (fine 2020). Anche per ciò che riguarda l’ambito propriamente personalistico esistono sull’opera di Zizioulas una serie di ricerche. Nel 1992, a Parigi, è stata discussa da Konstantinos Agoras una tesi dottorale intitolata Personne et libertè. Une approche de l’oeuvre de Zizioulas. Questa tesi si basa sulla dialettica creato/increato, a cui si fa riferimento in ogni capitolo, con un’attenzione particolare all’aspetto della libertà della persona; purtroppo tale lavoro non è stato mai pubblicato, anche se è comunque possibile consultarlo in diverse biblioteche. Un’altra tesi sul personalismo di Zizioulas è stata redatta da Sergej Bortnyk, con un titolo non lontano da quello della nostra ricerca: Kommunion und Person, Die Theologie von John Zizioulas in systematischer Betrachtung; tale tesi, discussa nel 2017 a Heidelberg, è stata pubblicata a Kiev, in russo, con il titolo: Общение и личность. Богословие митрополита Иоанна Зизиуласа в систематическом рассмотрении. Sergej Bortnyk dedica quasi metà della sua tesi a individuare le fonti della teologia di Zizioulas e gli influssi esercitati su di essa specialmente da parte della teologia russa. Di minor importanza è la tesina di licenza El concepto de Persona en la teologìa de Ioannis D. Zizioulas pubblicata in spagnolo nella rivista Mundo Marianista; tale tesina presenta, in maniera molto ridotta, l’approccio Trinitario e Cristologico di Zizioulas in meno di un centinaio di pagine. L’originalità del nostro lavoro risiede nel fatto che esso comprende lo studio dell’eventuale personalismo teologico dei documenti del Concilio di Creta, cercando di rintracciare in essi anche le tracce del pensiero di un teologo che ha ricoperto un ruolo molto importante. Ovviamente sulla storia del Concilio di Creta esistono svariati studi, tuttavia essi presentano un limite “naturale”: alcuni sono stati scritti prima che avessero luogo tutti gli incontri e le conferenze preparatorie, altri risentono eccessivamente della visione di una determinata Chiesa. A nostro parere, la fonte più scientifica e dettagliata sulla storia del Concilio è la serie di pubblicazioni curate dal Centro del Patriarcato ecumenico di Chambésy, chiamata Synodica, e pubblicata in greco e in francese. Essa riprende interamente tutti i discorsi e i verbali dei dibattiti svoltisi durante gli eventi preparatori, gli incon16


tri e le conferenze. Sul sito ufficiale del Concilio (www.holycouncil. org) esiste invece una storia non molto dettagliata, accessibile nelle quattro lingue del sito (inglese, francese, russo e greco), scritta da Job Getcha. Una storia abbastanza composita, anche se molto segnata dagli interessi della Chiesa ortodossa russa, si trova nell’articolo (originariamente un’allocuzione pronunciata in russo, molto arricchita nella versione pubblicata) di Ilarion Alfeev «Le Saint e Grand Concile de l’Eglise Orthodoxe», di 42 pagine, pubblicato in francese nella rivista Irenikon. Questa storia si ferma però all’anno 2010. Nel 2013 è stata pubblicata in inglese da Theodoros Meimaris una tesina difesa nel 2011 presso l’Istituto Ecumenico di Bossey, con una prefazione scritta dal Patriarca ecumenico Bartolomeo: The Holy and Great Council & the Ecumenical Movement. L’analisi storica più vasta da noi rintracciata è contenuta nei due libri del teologo ortodosso romeno Viorel Ioniță (Towards the Holy and Great Synod of the Orthodox Church – in inglese, Sfântul și Marele Sinod al Bisericii Ortodoxe – in romeno), che sono però un vero e proprio lavoro storico, che evita dunque di fare qualsiasi tipo di analisi teologica delle decisioni. Ioniță arriva con il racconto storico fino al gennaio 2016 e dunque quasi all’alba del Concilio, citando sia fonti del Patriarcato Ecumenico, sia articoli redatti soprattutto dai diversi rappresentanti della Chiesa Ortodossa Romena presenti agli eventi preparatori. Da parte sua, il Patriarcato Ortodosso Romeno ha pubblicato un libretto di 50 pagine con informazioni generali sul Concilio, sotto forma di domande e risposte. Alcuni studi sulla storia del Concilio, unitamente a tentativi di presentazione o analisi dei suoi documenti, sono stati pubblicati anche da parte di ricercatori cattolici. Tra questi possiamo ricordare Thadée Barnas (monaco di Chevetogne) con il suo studio «Le Saint e Grand Concile de l’Eglise Orthodoxe», che comprende una storia abbastanza ridotta (6 pagine) seguita da un’analisi dei documenti (approssimativamente 2-3 pagine dedicate ad ogni documento). Noel Ruffieux sviluppa invece uno studio di 20 pagine sulla questione della preparazione e della ricezione del Concilio, pubblicato in lingua inglese. In lingua italiana vanno segnalati i due articoli di Edward Farrugia sulla storia e sulla documentazione del Santo Concilio, pubblicati nella Civiltà cattolica (in tutto 30 pagine). Dei documenti finali del Concilio di Creta esiste anche una tradu17


zione italiana, edita da Atenagoras Fasiolo e Pietro Chiaranz; tale lavoro comprende anche un’introduzione storica molto breve del Concilio (approssimamene 10-15 righe per ogni evento preparatorio). Ovviamente tutti questi contributi, così come anche altri articoli che riguardano per esteso solo alcuni incontri preparatori, saranno da noi utilizzati per costruire una nostra propria storia e un’analisi più estesa degli eventi in questione. Pietro Chiaranz ha pubblicato un altro volume nel 2017, sempre in lingua italiana, che contiene quattro contributi (tre di Peter Alban Heers ed uno di Atanasio Anastasiou) riguardanti la recezione critica del Concilio di Creta: La contestazione ignorata. La critica ortodossa al Concilio di Creta in quattro significativi documenti. Sempre nel 2017 la rivista Theologia Orthodoxa, pubblicata dalla Facoltà di Teologia Ortodossa di Cluj (Romania), ha dedicato un fascicolo intero (n. 62/2017) alla questione del Santo e Grande Concilio di Creta. Esso contiene degli articoli che vertono non solo sugli aspetti storici della composizione dei documenti conciliari, ma anche sulla ricezione del Concilio appena dopo la sua conclusione.

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