COstretti a VIverci Dentro - Lettere da casa nel tempo della pandemia

Page 1

1


2


COstretti a VIverci Dentro LettEre da casa nel tempo sospeso a cura di Cristiana Albertini contributi di Nicoletta Dal Lago, Marco Bellotti, Sofia Bassi Mariella Mugnaioni, Daniela Bonaventura, Cecilia Pavan, Susanna Ghirotto, Carlo Delaini, Marco Dal Corso Roberto Bechis, Silvio Sutto, Elena Novara Agostino Contò, Alberto Delaini, Elena Contò Chiara Ba, Alessandro Delaini, Cristiano Mastella Stefania Anastasio, Margherita Bologna, Carlo Novara Federica Lotti, Graziella De Marzi, Francesca Pinton Ludovica Corradi, Annasilvia Cipriani, Elena Pettenò Gloria Roberti, Enrica Marra, Tiziana Mantovani Lorenzo Delaini, Alberto Albertini Fiona Lyon Belloni, Mirella Sala, Cristiana Albertini

3


© Il Segno dei Gabrielli editori, 2020 Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-6099-442-4 Foto in copertina Palo antismarrimento bambini, spiaggia di s. Nicolò, Lido di Venezia Stampa Grafica Veneta spa, Trebaseleghe (PD), settembre 2020

4


INDICE

Introduzione per un libro corale Stefania Anastasio Perché questo libro

9 11

Cristiana Albertini

MARZO

15

Noi e i Promessi Sposi

17

Nicoletta Dal Lago, Valdagno (VI), 24/03

Pensieri nel tempo del Coronavirus

18

Marco Bellotti, Verona, 25/03

Tornerà il sole

20

Sofia Bassi, Verona, 26/03

Lontani poesiA

22

Mariella Mugnaioni, Verona, 26/03

Saudade È nostalgia

23

Daniela Bonaventura, Mestre-Ve, 27/03

Memorie dei giorni

25

Cecilia Pavan, Mestre-Ve, 28/03

Pensieri in un tempo sospeso

27

Susanna Ghirotto, Verona, 28/03

Io e il virus

29

Carlo Delaini, Negrar (Vr), 28/03

L’ecumenismo ai tempi della “catastrofe vitale” Marco Dal Corso, Valgatara di Marano di Valpolicella, 28/03

5

32


Etica e galateo al tempo del contagio

35

Roberto Bechis, Verona, 30/03

APRILE

39

Emozione e sentimenti: un uomo qualunque

41

Silvio Sutto, Verona, 1/04

Una nuova vita

43

Elena Novara, Marcon (Ve), 2/04

Pasqua 2020

45

Stefania Anastasio e Carlo Novara, Mestre-Ve, 3/04

Del fare ricerca al tempo del coronavirus

47

Agostino Contò, Verona, 4/04

Cronache del dopo-bomba

51

Alberto Delaini, Brescia, 4/04

Contagiosamente umani

55

Elena Contò, Verona, 4/04

TEMPO DI MEZZO

58

Chiara Ba, Verona, 5/04

Un arcobaleno di alleanza

69

Sandro Delaini, Verona/Lido, 6/04

Tempo sospeso, tempo regalato

71

Cristiano Mastella, Corrubbio di Negarine (Vr), 7/04

I will survive

73

Stefania Anastasio, Marcon (Ve), 14/04

La musica come l’arte e la scrittura

75

Margherita Bologna, Verona, 17/04

Non dimenticare!

77

Carlo Novara, 17/04

6


L’arte e la musica al tempo del Covid

81

Federica Lotti, 19/04

L’essenziale è invisibile agli occhi, ripetè il Piccolo Principe per ricordarselo

85

Graziella De Marzi, Mestre-Ve, 22/04

L’altra faccia del COVID

89

Francesca Pinton, 26/04

La chiarezza prima di tutto

92

Elena Novara, Mirano (ve), 26/04

La primavera vera...

95

Ludovica Corradi, Verona, 29/04

MAGGIO

97

Palingenesi 99 Silvia Cipriani, Verona, 2/05

IL CORTILE

101

Silvia Cipriani, Verona, 5/05

Spes salus concordia/speranza salute concordiA 104 Elena Pettenò, Padova, 4/05

Tutti a Roma... da Milano! 111 Gloria Roberti Gentili, Roma 5/05

Mare, surf e Covid

115

Enrica Marra, Rimini, 6/05

Di bivio in bivio: la disciplina del Discernimento

118

Tiziana Mantovani, Negrar (Vr), 8/05

Italiano veronese brasiliano chiuso in casa Lorenzo Delaini, Joao Pessoa, Brasile, 25/05

7

122


Il buio oltre la siepe, notizie da casa sAN Raffaele

126

Alberto Albertini, Mira (Ve), 26/05

Il mondo si è fermato davanti ad un virus

128

Fiona Lyon Belloni, Verona, 27/05

Il virus con la Corona

136

Mirella Sala, Verona, 30/05

Un tempo sospeso, ritrovato ripreso ogni giorno - diario dei giorni

141

Cristiana Albertini, Verona/Lido di Venezia, marzo aprile maggio

Ringraziamenti 155

8


Introduzione per un libro corale Stefania Anastasio

Ricorderemo per molto tempo i primi mesi di questo 2020 perché qualcosa di infinitamente piccolo è riuscito a sconvolgere la vita di milioni di persone, a mettere sottosopra la nostra quotidianità obbligandoci a cambiare ritmi e abitudini. Ed è stato un fiume in piena quello che ci ha travolto, una profusione di post, di video e poesie, scritti e vignette ironiche, parodie di noi stessi e del nuovo nemico invisibile, quasi che l’isolamento potesse essere esorcizzato attraverso la condivisione delle nostre sensazioni. Articoli di autorevoli scienziati, scrittori e giornalisti si sono mischiati ai post di centinaia di persone comuni, inondando letteralmente il web. La nostra idea è nata quasi per caso, tra un whatsapp e un video su Zoom: perché non raccogliere per il dopo Covid 19 quello che queste settimane ci hanno fatto provare? Descrivere cosa abbiamo imparato, come ci siamo adattati a questa nuova condizione e come, magari, alcune delle nostre certezze siano venute meno. Questa vicenda che ha coinvolto milioni di persone avrà certamente un risvolto diverso per ognuno di noi e abbiamo pensato che valeva la pena di fissare su un foglio le nostre storie per condividerle poi con gli altri, conservando così un patrimonio prezioso di emozioni e sentimenti che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Le nostre “vite sospese”, raccontate in questa sorta di lettere, potrebbero quindi essere la memoria di questo tempo, scritte quando le sensazioni sono ben nitide nella nostra 9


mente, non ancora contaminate dal ricordo che avremo di questa esperienza tra qualche tempo. Buona lettura da tutti noi!

10


PERCHÉ QUESTO LIBRO Cristiana Albertini

Sabato 22 febbraio a Venezia mio marito Sandro ed io accettiamo l’invito di mio fratello Alberto per una visita speciale con guida alla Basilica di San Marco, con un gruppo di adulti, circa una ventina. La Basilica, splendente più del solito, era gonfia di gente. Appena fuori, la Piazza simulava una sorta di delirio ormai consueto, in pieno carnevale con tanto di palco, teatro all’aperto, spettacolo e maschere di ogni tipo. Siamo scivolati in mezzo alla folla cedendo al desiderio di qualche foto, la giornata era bellissima. La sera, al Lido, è arrivata una delle prime notizie di quello che sarebbe stato un leit-motiv quotidiano. Tornati a Verona il giorno dopo, ho compreso che il virus stava entrando nella nostra vita quando, alla richiesta di incontrarsi con alcune persone, ho dovuto specificare che venivo da Venezia. La risposta è stata spontanea: meglio se ci vediamo un’altra volta… L’effetto quasi immediato e più forte è stato proprio l’isolamento. Che fossimo tutti, o quasi tutti, costretti a chiuderci in casa grazie ad un minuscolo essere capace di mandarci in tilt, questo ora non ce lo aspettavamo. Anche se il cinema o i serial tv hanno sempre, ahimè, anticipato i disastri, ora non eravamo pronti. Siamo stati invasi da una comunicazione costante, coinvolti nella globalizzazione di questo evento, iniziato in sordina e propagatosi in poco tempo in mezzo mondo, che hacatturato il nostro cervello e ha plasmato la nostra mente. Non potersi incontrare, stare lontani, temere anche l’u11


scita per fare la spesa, risolvere la vita quotidiana in casa, occupare una dimensione temporale che è sembrata a molti immensa, gestire le emozioni, vivere i rapporti a stretto contatto tutti i giorni e tutte le ore, convivere con un lavoro a rischio magari negli ospedali, trovarsi da soli e rimanere soli, sostenere attività o persone in difficoltà, trovarsi a lavorare a distanza utilizzando sempre il pc oppure scoprire di essere senza lavoro… Questi e altri mille rivoli di una nuova realtà che ha toccato tutti, chi più chi meno. E allora ecco che whatsapp diventa un modo per socializzare anche le emozioni e da un mio commento scatta l’invito di due amiche: perché non raccogli il vissuto delle persone? Il vissuto di tanti di noi? Colta l’idea ho un’altra suggestione: raccontare la quotidianità di chi ha il desiderio di scrivere ma anche di dare spunti e suggerimenti per una sorta di resilienza collettiva: come in un tempo così sospeso si possano scoprire elementi a favore di una vita migliore, aspetti interni ed esterni da riconsiderare, idee, spunti, consigli da rivedere o proporre, attività più o meno semplici che avevamo lasciato al passato, capacità intellettuali e pratiche a volte dimenticate, dimensioni di relazioni più intense come quelle tra i grandi e i bambini, spesso una scoperta. Piccole e semplici testimonianze di noi, persone che vivono realtà diverse in zone diverse, accomunate da una storia simile. E cercare in questa storia ciò che ci rende migliori, scoprire che dalla crisi ci si rialza e che si può imparare a fare memoria per non ripetere gli stessi errori. Così, rileggendo i vari contributi, riemergono emozioni recenti e il desiderio di non scordare le cose buone, di ricominciare in modo diverso, con maggior consapevolezza. Almeno ci proviamo. Questo si può definire quindi un piccolo libro collettivo, un libro corale, una sorta di raccolta di emozioni, idee, proposte, colori, sensazioni, attività, ricordi, impressioni nel tempo sospeso del Covid-19. 12


Non sarebbe stato possibile senza il contributo di tutti, quindi tutti siamo coautori! Grazie a: Nicoletta Dal Lago, Marco Bellotti, Sofia Bassi, Mariella Mugnaioni, Daniela Bonaventura, Cecilia Pavan, Susanna Ghirotto, Carlo Delaini, Marco Dal Corso, Roberto Bechis, Silvio Sutto, Elena Novara, Agostino Contò, Alberto Delaini, Elena Contò, Chiara Ba, Alessandro Delaini, Cristiano Mastella, Stefania Anastasio, Margherita Bologna, Carlo Novara, Federica Lotti, Graziella De Marzi, Francesca Pinton, Ludovica Corradi, Silvia Cipriani, Elena Pettenò, Gloria Roberti Gentili, Enrica Marra, Tiziana Mantovani, Lorenzo Delaini, Alberto Albertini, Fiona Lyon Belloni, Mirella Sala, Cristiana Albertini

13



MARZO



Noi e i Promessi Sposi Nicoletta Dal Lago Insegnante distaccata USR Veneto per Storia e Cultura Veneta, conosce il Cimbro e il Sanscrito Valdagno (Vi), 24 marzo

Stiamo leggendo i Promessi Sposi fra Angela, Benia, Attilio svolazzante ed io. Concordiamo di giorno in giorno l’orario. Di giorno lavorativo è sempre verso le 21.00. Ci colleghiamo su skype e la mamma legge. Ieri sera ho provato a smettere a fine di un paragrafo, ma mi hanno detto che avevo letto troppo poco, Attilio compreso, lui che doveva “fare presto perché alle 22.00 aveva una telefonata”. Ovviamente sono i capitoli della peste, quelli che al biennio sono un mattone ma che adesso sembrano notizie del telegiornale. Abbiamo finito il capitolo XXXI, ed ora sono agli effetti della rovinosa processione con il corpo di Borromeo nel cap XXXII. Ti confido questo piccolo rito familiare del coronavirus perché credo che in quelle pagine ci sia una speranza che non si lascia affogare dal dolore. Manzoni è profondamente cristiano, di un cattolicesimo che abbraccia piuttosto che folgorare. Si può pregare anche con un romanzo, credo. Un abbraccio

17


Pensieri nel tempo del Coronavirus Marco Bellotti Insegnante di scuola “media”, amante della matematica e dei cavalli Verona, 26 marzo

Sono qui, chiuso nella mia casa, con i miei cari. Una moglie attenta ai bisogni di tutti, come un computer pianifica la lista degli acquisti e giornalmente mette in tavola cose buone e abbondanti; un figlio che settimanalmente si avventura al supermercato, tutto bardato, e porta a casa carrellate di viveri; una figlia che sta rapidamente diventando brava e creativa in cucina come sua madre; l’altra figlia con cui si gioca a carte tutte le sere ridendo come bambini. E di giorno, tablet, cellulari, tv, la mia biblioteca, un brandy, e chiacchiere tra noi, impressioni, sorrisi. E di notte, il mio spazio, il mio letto, il mio cuscino, il mio gatto. Ho una grande paura. Che questo tempo di dolore trascorra, si perda, così. In questo nulla beato, protetto, normalizzato. Non voglio distrarmi dalla realtà. Voglio ricordare quelli che lottano negli ospedali tra vita e morte, nella solitudine di una rianimazione, senza parole di conforto, senza vicinanze. Voglio pensare a coloro che mettono la loro vita, istante dopo istante, in pericolo a servizio dei malati e di noi stessi, sani imboscati in questo tempo di guerra speciale. Voglio continuare a pensare al mio amico Andrej, povero questuante davanti alla mia chiesa, che non può ricevere la minima elemosina per sopravvivere né ha un posto ove rifugiarsi. Voglio pensare ai profughi chiusi in campi privi 18


di tutto, attaccati dal virus. Voglio pensare alle situazioni di guerra, da sempre dimenticate, ora aggravate dal virus. Voglio pensare continuamente a tutto questo e altro, terribilmente vero e simile. Fino a farmelo entrare nelle ossa, fino a farlo diventare la mia sofferenza. Unico farmaco alla disumanità. Come può esserci vera salvezza per noi, croceristi protetti che navighiamo nel mare virale di questo tempo? Come posso non essere annullato da questa mia situazione fortunata? come posso pensare di uscirne meno egoista di prima?! L’unica risposta che ho trovato è la più vecchia del mondo, sempre e solo quella: la partecipazione totalizzante a questa sofferenza del mondo con il mio cuore, con la mia lucidità, per offrire una preghiera incessante al mio Dio Onnipotente. Non ho altre paure.

19



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.