Arturo Paoli, Gridare il vangelo con tutta la propria vita - Omelie anno liturgico C

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Altri titoli dell’Autore pubblicati da questa Casa editrice: Arturo Paoli, Gridare il Vangelo con tutta la propria vita. Omelie domenicali e festive, anno liturgico B, a cura di Dino Biggio, prefazione di Paolo Farinella In preparazione: Arturo Paoli, Gridare il Vangelo con tutta la propria vita. Omelie domenicali e festive, anno liturgico A, a cura di Dino Biggio, prefazione di Paolo Farinella


Arturo Paoli GRIDARE IL VANGELO CON TUTTA LA PROPRIA VITA OMELIE DOMENICALI E FESTIVE ANNO LITURGICO C

a cura di Dino Biggio prefazione di Paolo Farinella


© Il Segno dei Gabrielli editori 2021 Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099-476-9 In copertina Crocifisso di Gesù risorto e trasfigurato della cappella di Fortín Olmos, Argentina Stampa Mediagraf spa (Padova), novembre 2021 Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.


Agli amici che hanno reso viva l’esperienza della Casa Beato Charles de Foucauld, perché riescano a incarnare il grande sogno che ha reso luminoso e bello l’ultimo tratto di vita di fratel Arturo Paoli: farne un centro di spiritualità che sia di aiuto a molti per gridare il Vangelo con la vita.



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INDICE

Introduzione 13 Lettera di fratel Arturo al Curatore

23

Prefazione - Effondi come acqua il tuo cuore Paolo Farinella, prete 25 TEMPO DI AVVENTO

33

1a domenica di Avvento Messa di ringraziamento per i 100 anni di Arturo Paoli

33

8 dicembre, festività della Immacolata Concezione Nel ventre tuo si raccese l’amore

37

2a domenica di Avvento Dio viene sempre, se io lo accolgo

40

3a domenica di Avvento Che cosa dobbiamo fare?

44

4a domenica di Avvento Dio cerca di dimorare in noi

47

TEMPO DI NATALE

51

25 dicembre, Natale del Signore Oggi è nato per noi il Salvatore

51

Festa della Santa Famiglia La preziosità della povertà di Nazaret

55

1° gennaio, Maria Santissima Il Natale, invito all’umiltà

60


8 Indice

6 gennaio, Epifania del Signore Spero che nasca un mondo nuovo

63

TEMPO ORDINARIO 1

65

1a domenica del T.O. - Battesimo del Signore Immersi nella morte per rinascere

65

2a domenica del T.O. Il potere trasformante dell’amore

68

3a domenica del T.O. Gridare il Vangelo con la vita

72

4a domenica del T.O. Sperare contro ogni speranza

76

5a domenica del T.O. Il pastore e il pescatore, simboli cristiani

81

6a domenica del T.O. Solo i poveri possono essere amici di Gesù

86

TEMPO DI QUARESIMA

91

1a domenica di Quaresima Le tentazioni umane di Gesù

91

2a domenica di Quaresima Trasfigurati dalla presenza di Dio in noi

94

3a domenica di Quaresima Liberare il nostro Io

98

4a domenica di Quaresima L’amore è questuante

103

5a domenica di Quaresima La donna, necessaria compagna dell’uomo

108


Indice 9

Domenica delle Palme Gesù salva il mondo attraverso di noi

112

TEMPO DI PASQUA

115

Veglia di Pasqua Testimoni della resurrezione

115

Domenica di Pasqua Aiutaci a rinascere, Signore

118

2a domenica di Pasqua Il futuro è dei contemplativi

121

3a domenica di Pasqua Nel mondo portiamo la vita o la morte

124

4a domenica di Pasqua Dall’incontro di due fragilità nasce l’amore

129

5a domenica di Pasqua L’uomo per gli altri

133

6a domenica di Pasqua Vivere da persone umane nel nostro tempo

136

Ascensione del Signore Contemplare l’amore dell’origine

140

Festa di Pentecoste Accogliere l’ospite e ascoltarlo

144

Festa della Santissima Trinità Parole di vita spesso diventano parole di morte

148

Festa del Corpus Domini Sono venuto perché tutti abbiano vita

151


10 Indice

TEMPO ORDINARIO 2

155

11a domenica del T.O. È così facile amare

155

12a domenica del T.O Voi chi dite che io sia?

159

13a domenica del T.O. Non voltarti, vai sempre avanti!

162

14a domenica del T.O. Esistere vuol dire essere inviati

165

15a domenica del T.O. La gioia di amare e di sentirsi amati

169

16a domenica del T.O. Gesù viene accolto dalle donne

173

17a domenica del T.O. Chiedete e vi sarà dato

176

18a domenica del T.O. Cercare l’Unum Necessarium

182

19a domenica del T.O. Liberazione gioiosa dell’amicizia

186

20a domenica del T.O. Uscire dall’esistenza fetale per rinascere

190

21a domenica del T.O. Fate questo perché siate me!

194

22a domenica del T.O La nostra esistenza: il capolavoro che dobbiamo creare

197

23a domenica del T.O. È necessario staccarsi dal complesso familiare

202


Indice 11

24a domenica del T.O. Quando il cuore è stritolato si trova il Dio amico

206

25a domenica del T.O. Come vanno le nostre relazioni con la ricchezza?

211

26a domenica del T.O. Portiamo in noi la forza della resurrezione

216

27a domenica del T.O. Amo anche con l’uso del denaro

220

28a domenica del T.O. Grazie, Signore, per avermi guarito

225

29a domenica del T.O. Diventare figli di Dio amore

228

30a domenica del T.O. Gesù espressione massima della tenerezza del Padre

231

31a domenica del T.O. Dio desidera essere cercato

236

Festività di Tutti i Santi Scoprire la dimensione dell’anima

240

32a domenica del T.O. Al risveglio mi sazierò del tuo volto

245

33a domenica del T.O. Interlocutori di Dio, partner dell’infinito

248

34a domenica del T.O. La nonviolenza dell’amore

253



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INTRODUZIONE1

Il primo libro che ho curato nel 2007 lavorando sulla parola di Arturo Paoli è stato Svegliate Dio! Conversa­zioni in Sardegna. Quel libro è nato dal desiderio di cele­brare il 50° anniversario della fondazione della prima fra­ternità italiana dei Piccoli Fratelli del Vangelo, sorta a Bindùa, in Sardegna, nel mese di agosto del 1957. Il secondo libro, che ha visto la luce nel 2011, è stato Dio nella trasparenza dei poveri. In esso ho voluto ripor­tare cinquantasette pensieri di fratel Arturo, con l’esplicito intento di «ricordare ancora una volta quell’anno, il ’57 appunto del secolo scorso, in cui i Piccoli Fratelli si atten­darono a Bindùa». Il terzo libro, scritto con fratel Arturo e pubblicato nel 2012 per le Edizioni Paoline, s’intitola Mi formavi nel silenzio. Per il quarto, che venne dato alle stampe dalla casa editrice della Comunità La Collina (che aveva pubblicato anche i primi due) avevo proposto a fratel Arturo di intitolarlo Gridare il Vangelo con tutta la propria vita – Omelie domenicali e festive anno liturgico A, attingendo alle parole del Beato Charles de Foucauld, alla cui profonda spiritualità i Piccoli Fratelli si sono sempre ispirati per orientare la propria vocazione al servizio degli ultimi. Il titolo è collegato intimamente all’immagine di copertina che è quella del Crocifisso di Gesù risorto e trasfigurato della cappella di Fortín Olmos,2 la prima fraternità fondata in 1 Il testo di questa Introduzione riproduce, salvo varianti minime, quello già pubblicato nel primo volume della trilogia di Gridare il Vangelo con tutta l propria vita, anno liturgico A. 2 Nel 1960 Fortín Olmos era un paesetto nel cuore del Chaco di Santa Fe. «Il nome di questa località deriva da una serie di fortini militari (Fortín Tostado, Fortín Charrúa, ecc.) che il generale Obligado fece costruire alla fine del XIX secolo, durante le campagne di sterminio contro gli indios del Chaco. […] Nel 1963 la Forestal si ritirò definitivamente dall’Argentina, vendendo persino i binari della ferrovia, la cui rete era l’unica via di comunicazione della zona. Per cappella della fraternità venne utilizzata la baracca in legno e col tetto in lamiera che la Forestal usava per la pesa del legname». (In mezzo alla


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Argentina da fratel Arturo nel 1960, nella provincia di Santa Fe. Si tratta di una scultura in legno di quebracho, unico al mondo per la sua durezza, che i boscaioli tagliavano per estrarne il tannino per conto di una grande impresa inglese, la Forestal, proprietaria di immense estensioni di foresta di quella preziosa pianta. Il crocifisso, tacciato come «sovversivo» dalla polizia durante gli anni oscuri della dittatura militare, fu portato via da amici della fraternità che lo conservarono in attesa di sistemarlo nella cappella della fraternità laica di Reconquista – anch’essa fondata da fratel Arturo – dove si trova tuttora. La cappella di Fortín Olmos era anche il cuore della vita dei postulanti della fraternità. Lì, davanti all’immagine di quel Cristo, svolgevano l’adorazione notturna dopo la dura giornata di lavoro con i contadini del posto. Un’esperienza molto intensa che rimane viva ancor oggi nel cuore dei fratelli sopravvissuti alle persecuzioni del regime militare. Il mio lavoro sulla parola di Arturo, come ho già ricor­dato in altre occasioni, è iniziato il 6 dicembre del 2006 – dopo averlo rivisto e ascoltato nel corso di una sua confe­renza tenutasi a Cagliari dal titolo «Religioni e società se­colarizzata» – proprio nei giorni in cui si completavano i preparativi per l’apertura della sua nuova «tenda» nella casa annessa alla chiesa di San Martino in Vignale, nei dintorni di Lucca, avvenuta l’11 dicembre di quell’anno e chiamata Casa Beato Charles de Foucauld. Il lavoro l’ho incominciato dopo aver avuto la sensa­zione di sentire dentro di me una Voce che mi chiedeva: «Salva le parole di mio fratello Arturo». Ma – ho pensato – con quali mezzi? Non ho nulla! E la Voce: «Non preoc­cuparti, fai e basta. Abbi fiducia!». Questi particolari non li ho mai raccontati ad alcuno, tranne che a fratel Arturo, per evitare d’essere preso per matto. Da quel momento, senza aver fatto interventi particolari, il materiale ha ini­ziato a pervenirmi – prima le registrazioni di conferenze e meditazioni, poi le omelie – e me ne è stato donato così tanto, e da tante persone di diverse parti d’Italia, che se Tempesta. I Piccoli Fratelli del Vangelo in Argentina 1959-1977, a cura di Patricio Rice e Luis Torres, Edizioni La Collina, Serdiana, 2011, p. 119).


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dovessi lavorarlo tutto non mi basterebbero sicuramente i prossimi trent’anni. *** Eccoci giunti alle omelie, il cui progetto prevede la raccolta di quelle relative al ciclo completo dei tre anni liturgici (A-B-C). Come per il resto, non ne avevo nep­pure una, ma alcune persone conosciute nella Casa Beato Charles de Foucauld, con le quali poi siamo diventati amici, hanno cominciato a inviarmene quasi ogni setti­mana, a partire dal 2009, facendomene poi avere molte altre del periodo 2006-2008. Tra omelie domenicali e omelie della messa del giovedì celebrata nella Casa me ne sono state donate più di seicento. Mentre procedevo nella stesura dei tre libri, a partire dal 2009 ho iniziato prima ad ascoltare e a mettere in ordine di data le omelie ricevute, poi a elaborare quelle che all’ascolto mi colpivano maggiormente. Il lavoro si è presentato molto impegnativo, perché trasferire il parlato in un testo scritto è impresa ardua, almeno per me. Questo vale per tutti i lavori portati a termine, ma per le omelie in modo particolare, per diverse ragioni, non ultima quella connessa alla qualità delle registrazioni, non sempre buona, che mi imponeva di ascoltare il brano anche ripe­tutamente. Lavoro duro e faticoso? Apparentemente sì, sostanzialmente no, anzi piacevole e leggero. La sensa­zione che sempre provavo e che tuttora provo è di stupore: la Parola mi viene incontro lentamente, dischiudendomi il suo senso e i significati fino a quel momento sconosciuti, e si apre come un fiore, spandendo dentro di me i suoi profumi, i suoi colori, che si trasformano in musica, in poesia. Quando scrivo le parole sulla tastiera del com­puter, talvolta mi pare di suonare un pianoforte che dif­fonde una meravigliosa melodia; talaltra mi sembra d’essere come un bambino che per la prima volta entra in contatto con le cose che gli stanno intorno e poi, pian piano, ne scopre il senso; oppure immagino di operare un po’ come un archeologo che pazientemente scava per cer­care un reperto prezioso. Posso sicuramente affermare che tutto il lavoro l’ho sempre iniziato e portato avanti per una mia esigenza per­sonale, quasi


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Introduzione - Anno liturgico C

a voler fare un viaggio in compagnia di fra­tel Arturo alla ricerca del senso della mia vita. Ed è stato talmente entusiasmante che a un tratto ho capito che la bellezza e la ricchezza delle parole di fratel Arturo non potevo trattenerle solo per me, ma dovevo donarle anche agli altri. Com’era avvenuto per gli altri lavori che poi sono stati pubblicati. Sono trascorsi quasi quindici anni da quando ho iniziato il lavoro sulla parola di Arturo, condotto in apparente soli­tudine. In realtà mi sono sempre sentito attorniato da nu­merose presenze amiche che mi stanno accanto lungo il cammino. Il primo a non avermi mollato mai è stato pro­prio fratel Arturo, col quale ho dovuto “lottare” non poco, soprattutto nei primi tempi, per vincere la sua consolidata ritrosia ad accostarsi alla rivisitazione delle sue riflessioni, sempre considerate come delle sciatterie. La situazione si è sbloccata in occasione di una mia permanenza prolungata in casa sua – ben dieci giorni, dal 21 febbraio al 2 marzo del 2011 – per la quale mi ero premurato di portare con me anche un buon numero di omelie già completate e stampate, con la speranza di riu­scire a coinvolgerlo nel progetto che iniziavo a vedere più chiaramente, che ritenevo molto bello e utile, perciò dove­roso da portare avanti non solo per me ma anche per gli altri. Sentivo l’esigenza di avere la sua esplicita approva­zione e i suoi consigli sul come elaborare i testi in pro­ spettiva di una loro possibile pubblicazione. Ho dovuto usare uno stratagemma per convincerlo ad ascoltare almeno una omelia di quelle che avevo già completato. Il giorno successivo al mio arrivo nella casa, mentre conversavamo da soli seduti al tavolo di cucina, ho parlato ad Arturo della trascrizione di un’omelia pronunziata da un sacerdote suo grande amico e gli ho chiesto di poter­gliela leggere, perché mi avrebbe fatto piacere conoscere il suo pensiero sia sulla trascrizione del testo, sia soprat­tutto sapere se riusciva a riconoscere l’autore. Ha accon­sentito subito, anzi sembrava quasi incuriosito dalla mia richiesta. Naturalmente io avevo già preparato tutto e avevo scelto un’omelia che mi era piaciuta molto. Sono andato a prenderla e ho iniziato a leggerla. Fratel Arturo seguiva con molta attenzione la lettura e, di tanto in tanto, interveniva con brevi cenni di approva­zione e


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di gradimento: «Bello!... Sono d’accordo!... Condivido in pieno!». Gli era piaciuta quell’omelia e quando, terminata la lettura, gli ho chiesto se era riuscito a individuare l’autore – «tuo grande amico», gli ho ripe­tuto – mi ha sorriso dicendomi: «Eh, non sono tanto sicuro… forse Balducci… o Turoldo. Certo che l’omelia è bella… dimmi tu il nome dell’autore». «Sei tu l’autore, Arturo!», gli ho risposto. Non voleva crederci, per cui gli ho fatto vedere la trascrizione manuale del testo dicendo­ gli che avevo portato con me anche la registrazione origi­nale che avrebbe potuto ascoltare dal Pc. Era sorridente, incredulo, quasi stupito. Mi ha chiesto di dargli il testo di quell’omelia per rileggerla con calma, poi ha accolto la mia proposta di dargliene altre per visionarle e farsi un’idea compiuta del mio modo di procedere nel lavoro. Ci siamo incontrati parecchie volte nei giorni succes­sivi e ci siamo seduti insieme per delle ore davanti al Pc per avere chiarimenti e per fare degli interventi sui testi. L’ultimo giorno della mia permanenza nella Casa, prima di partire, mi ha consegnato una busta chiusa in cui era scritto Personale – a Dino Biggio, con la raccomandazione di leggerla al mio arrivo a Cagliari. Dentro c’era la lettera datata 27 febbraio 2011, e pubblicata qui a pagina XII, naturalmente col suo consenso, che mi ha dato in occasione dell’ultimo nostro incontro del 12-13 maggio 2015, che gli avevo chiesto proprio nel portargli – «Finalmente!» – la bozza conclusiva del libro, che gli era piaciuta e contento che venisse pubblicata dalla casa editrice della Comunità La Collina, della quale era ed è presidente il comune amico don Ettore Cannavera. Ha voluto anche che gli promettessi di nuovo la mia disponibilità a proseguire il lavoro fino al completamento della trilogia. Gliel’ho promesso chiedendogli a mia volta che quando avesse incontrato il Maestro gli avrebbe chiesto d’essere propizio al mio impegno nel trasmettere la Sua parola. Mi ha guardato con una tenerezza infinita, mi ha sorriso con dolcezza, rispondendomi: «Va bene, te lo prometto, ma non subito… c’è tempo ancora!». ***


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