Gridare il vangelo con tutta la propria vita di Arturo Paoli, a cura di Dino Biggio

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Arturo Paoli GRIDARE IL VANGELO CON TUTTA LA PROPRIA VITA OMELIE DOMENICALI E FESTIVE ANNO LITURGICO B

a cura di Dino Biggio prefazione di Paolo Farinella


© Il Segno dei Gabrielli editori, 2020 Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) tel. 045 7725543 – fax 045 6858595 info@gabriellieditori.it www.gabriellieditori.it ISBN 978-88-6099-443-1 In copertina Crocifisso di Gesù risorto e trasfigurato della cappella di Fortín Olmos, Argentina Stampa Grafica Veneta spa, Trebaseleghe (PD), novembre 2020 Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altro senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.


A mia moglie Chiara e ai nostri figli Alessandro, Davide e Francesca. Senza il loro conforto non avrei potuto mantenere la promessa fatta a fratel Arturo.



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INDICE Introduzione 13 Lettera di fratel Arturo al curatore

23

Prefazione - Profeta vivente Paolo Farinella, prete

25

TEMPO DI AVVENTO

33

1a domenica di Avvento

Gesù ha sconfitto il peccato con l’umiltà

33

2a domenica di Avvento

L’avvento ci chiede una risposta: Eccomi

37

8 dicembre, festività della Immacolata Concezione

Fate quello che lui vi dirà

40

3a domenica di Avvento

Inviati per realizzare il progetto del Regno

45

4a domenica di Avvento

Siamo poveri d’amore

50

TEMPO DI NATALE

55

25 dicembre, Natale del Signore

Gli occhi sempre fissi sul volto di Gesù, per cercare la somiglianza con lui

55

Festa della Santa Famiglia

L’intimo esiliato deve ritornare

60

1° gennaio, Maria Santissima Madre di Dio

Grazie Signore, per i doni di cui ci ricolmi

64


8

Indice

2a domenica dopo Natale

Trovare in noi un luogo per accogliere la parola

68

6 gennaio, Epifania del Signore

Il divino che appare nell’uomo

72

TEMPO ORDINARIO 1

77

1a domenica del T.O. - Battesimo del Signore

Com’è grande Signore il tuo amore

77

2a domenica del T.O.

Che cosa cercate?

81

3a domenica del T.O.

Anche l’ateo può dare gloria a Dio

85

4a domenica del T.O.

Pronti a morire per la libertà

90

5a domenica del T.O.

Come pregava Gesù

95

6a domenica del T.O.

Edificatori della nostra vita

99

TEMPO DI QUARESIMA

105

1a domenica di Quaresima

Rivestitevi di Cristo

105

2a domenica di Quaresima

Sarò sazio quando vedrò la tua gloria

108

3a domenica di Quaresima

Tempio di Dio è l’uomo vivente

110

4a domenica di Quaresima

Gesù è venuto per liberare l’amore

114


Indice 9

5a domenica di Quaresima

Tutto muore per poi rinascere

118

Domenica delle Palme

La povertà dell’uomo è la sua solitudine

121

TEMPO DI PASQUA

125

Veglia di Pasqua

Diamo alla società uomini nuovi

125

Domenica di Pasqua

Cristo è veramente risorto

128

2a domenica di Pasqua

Guarda come ti ho amato

131

3a domenica di Pasqua

Accogliere l’amicizia di Cristo

135

4a domenica di Pasqua

Dare vita al mondo

139

5a domenica di Pasqua

Riscoprire la tenerezza del Padre

143

6a domenica di Pasqua

Nessuno può toglierci la capacità di amare

146

Ascensione del Signore

Abituarsi a convivere con l’Infinito

150

Festa di Pentecoste

Spirito Santo aiutami ad essere uomo per gli altri

154

Festa della Santissima Trinità

Mantenere viva l’armonia della pace e della gioia

157

Festa del Corpus Domini

Amatevi come io vi ho amati

160


10

Indice

TEMPO ORDINARIO 2

165

11a domenica del T.O.

Non vi chiamo più servi, vi chiamo amici

165

12a domenica del T.O.

Gesù dorme in mezzo alla tempesta

168

13a domenica del T.O.

Alzati fanciulla, te lo dico io!

171

14a domenica del T.O.

Riscoprire la cordialità dello stare insieme

174

15a domenica del T.O.

Coltivare l’amicizia con Cristo

179

16a domenica del T.O.

Nulla può contrastare la forza dell’amore di Dio

183

17a domenica del T.O.

Il materialismo cristiano

188

18a domenica del T.O.

Oggi vi lascio la mia gioia

192

19a domenica del T.O.

Incapaci di crescere nell’amore

196

15 agosto, Assunzione della Beata Vergine Maria

La bellezza di Maria ci avvolge tutti

200

21a domenica del T.O.

Cuore del cristianesimo è l’alterità

206

22a domenica del T.O.

L’abitazione dello Spirito Santo è il nostro cuore

210

23a domenica del T.O.

Effatà, apriti, apriti!

214

24a domenica del T.O.

Alzate gli occhi e chiamatelo: Lui vi risponderà

217


Indice 11

25a domenica del T.O.

La vita è davvero bella

220

26a domenica del Tempo Ordinario

L’epidemia della lontananza

224

27a domenica del T.O.

L’Eucarestia, rifornimento d’amore

29

28a domenica del T.O.

Il cristianesimo è comunione

234

29a domenica del T.O.

La trasformazione interiore passa attraverso la morte

238

30a domenica del T.O.

Coraggio! Alzati, ti chiama!

241

31a domenica del Tempo Ordinario L’uomo che vive è la gloria di Dio

244

Festività di Tutti i Santi

Diventare figli di Dio

247

32a domenica del T.O.

Meno teologia, più psicologia

252

33a domenica del T. O.

Nel creato tutto tende all’unità

257

34a domenica del T.O., Festa di Cristo Re dell’Universo

Chi ama il Padre ama i fratelli

261



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INTRODUZIONE1

Il primo libro che ho curato nel 2007 lavorando sulla parola di Arturo Paoli è stato Svegliate Dio! Conversazioni in Sardegna. Quel libro è nato dal desiderio di celebrare il 50° anniversario della fondazione della prima fraternità italiana dei Piccoli Fratelli del Vangelo, sorta a Bindua, in Sardegna, nel mese di agosto del 1957. Il secondo libro, che ha visto la luce nel 2011, è stato Dio nella trasparenza dei poveri. In esso ho voluto riportare cinquantasette pensieri di fratel Arturo, con l’esplicito intento di «ricordare ancora una volta quell’anno, il ’57 appunto del secolo scorso, in cui i Piccoli Fratelli si attendarono a Bindua». Il terzo libro, scritto con fratel Arturo e pubblicato nel 2012 per le Edizioni Paoline, s’intitola Mi formavi nel silenzio. Per il quarto che è stato dato alle stampe dalla casa editrice della Comunità La Collina (che aveva pubblicato anche i primi due) avevo proposto a fratel Arturo di intitolarlo Gridare il Vangelo con tutta la propria vita – Omelie domenicali e festive anno liturgico A, attingendo alle parole del Beato Charles de Foucauld, alla cui profonda spiritualità i Piccoli Fratelli si sono sempre ispirati per orientare la propria vocazione al servizio degli ultimi. Il titolo è collegato intimamente all’immagine di copertina che è quella del Crocifisso di Gesù risorto e trasfigurato della cappella di Fortín Olmos,2 la prima fraternità fondata in 1 Il testo di questa Introduzione riproduce, salvo varianti minime, quello già pubblicato nei due volumi della trilogia di Gridare il Vangelo con tutta la propria vita, anno liturgico A e C. 2 Nel 1960 Fortín Olmos era un paesetto nel cuore del Chaco di Santa Fe. «Il nome di questa località deriva da una serie di fortini militari (Fortín Tostado, Fortín Charrúa, ecc.) che il generale Obligado fece costruire alla fine del XIX secolo, durante le campagne di sterminio contro gli indios del Chaco. [….] Nel 1963 la Forestal si ritirò definitivamente dall’Argentina, vendendo persino i binari della ferrovia, la cui rete era l’unica via di comunicazione della zona. Per cappella della fraternità venne utilizzata la baracca in legno e col tetto in lamiera che la Forestal usava


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Introduzione - Anno liturgico B

Argentina da fratel Arturo nel 1960, nella provincia di Santa Fe. Si tratta di una scultura in legno di quebracho, unico al mondo per la sua durezza, che i boscaioli tagliavano per estrarne il tannino per conto di una grande impresa inglese, la Forestal, proprietaria di immense estensioni di foresta di quella preziosa pianta. Il crocifisso, tacciato come «sovversivo» dalla polizia durante gli anni oscuri della dittatura militare, fu portato via da amici della fraternità che lo conservarono in attesa di sistemarlo nella cappella della fraternità laica di Reconquista – anch’essa fondata da fratel Arturo – dove si trova tuttora. La cappella di Fortín Olmos era anche il cuore della vita dei postulanti della fraternità. Lì, davanti all’immagine di quel Cristo, svolgevano l’adorazione notturna dopo la dura giornata di lavoro con i boscaioli e i contadini del posto. Un’esperienza molto intensa che rimane viva ancor oggi nel cuore dei fratelli sopravvissuti alle persecuzioni del regime militare. Il mio lavoro sulla parola di Arturo, come ho già ricordato in altre occasioni, è iniziato il 6 dicembre del 2006 – dopo averlo rivisto e ascoltato nel corso di una sua conferenza tenutasi a Cagliari dal titolo «Religioni e società secolarizzata» – proprio nei giorni in cui si completavano i preparativi per l’apertura della sua nuova «tenda» nella casa annessa alla chiesa di San Martino in Vignale, nei dintorni di Lucca, avvenuta l’11 dicembre di quell’anno e chiamata Casa Beato Charles de Foucauld. Il lavoro l’ho incominciato dopo aver avuto la sensazione di sentire dentro di me una Voce che mi chiedeva: «Salva le parole di mio fratello Arturo». Ma – ho pensato – con quali mezzi? Non ho nulla! E la Voce: «Non preoccuparti, fai e basta. Abbi fiducia!». Questi particolari non li ho mai raccontati a nessuno, tranne che a fratel Arturo, per evitare d’essere preso per matto. Da quel momento, senza aver fatto interventi particolari, il materiale ha iniziato a pervenirmi – prima le registrazioni di conferenze e meditazioni, poi le omelie – e me ne è stato donaper la pesa del legname». (In mezzo alla Tempesta. I Piccoli Fratelli del Vangelo in Argentina 1959-1977, a cura di Patricio Rice e Luis Torres, Edizioni La Collina, Serdiana 2011, p. 119).


Introduzione - Anno liturgico B 15

to così tanto, e da tante persone di diverse parti d’Italia, che se dovessi lavorarlo tutto non mi basterebbero sicuramente i prossimi trent’anni. *** Eccoci giunti alle omelie, il cui progetto prevede la raccolta di quelle relative al ciclo completo dei tre anni liturgici (A-BC). Come per il resto, non ne avevo neppure una, ma alcune persone conosciute nella Casa Beato Charles de Foucauld, con le quali poi siamo diventati amici, hanno cominciato ad inviarmene quasi ogni settimana, a partire dal 2009, facendomene poi avere molte altre del periodo 2006-2008. Tra omelie domenicali e omelie della messa del giovedì celebrata nella Casa me ne sono state donate più di seicento. Mentre procedevo nella stesura dei tre libri, a partire dal 2009 ho iniziato prima ad ascoltare e a mettere in ordine di data le omelie ricevute, poi a elaborare quelle che all’ascolto mi colpivano maggiormente. Il lavoro si è presentato molto impegnativo, perché trasferire il parlato in un testo scritto è impresa ardua, almeno per me. Questo vale per tutti i lavori portati a termine, ma per le omelie in modo particolare, per diverse ragioni, non ultima quella connessa alla qualità delle registrazioni, non sempre buona, che mi imponeva di ascoltare il brano anche ripetutamente. Lavoro duro e faticoso? Apparentemente sì, sostanzialmente no, anzi piacevole e leggero. La sensazione che sempre provavo e che tuttora provo è di stupore: la Parola mi viene incontro lentamente, dischiudendomi il suo senso e i significati fino a quel momento sconosciuti, e si apre come un fiore, espandendo dentro di me i suoi profumi, i suoi colori, che si trasformano in musica, in poesia. Quando scrivo le parole sulla tastiera del computer, talvolta mi pare di suonare un pianoforte che diffonde una meravigliosa melodia; talaltra mi sembra d’essere come un bambino che per la prima volta entra in contatto con le cose che gli stanno intorno e poi, pian piano, ne scopre il senso; oppure immagino di operare un po’ come un archeologo che pazientemente scava per cercare un reperto prezioso.


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Lettera di fratel Arturo al Curatore Carissimo Dino, ho letto alcune delle omelie pronunziate nella santa messa domenicale e registrate da alcuni fedeli. Inoltre, ho letto la elaborazione dei testi più ampli delle conferenze. Considero le tue trascrizioni come una vera grazia da fare ai cristiani desiderosi di ricevere degli orientamenti di vita, per essere luce nella società attuale particolarmente disorientata. Da tempo so che mi sei vicinissimo nonostante la distanza spaziale. Le tue trascrizioni non sono solo un mettere in pagine scritte quei messaggi da me trasmessi a viva voce, ma conservando la loro assoluta integrità risultano più chiari, direi che acquistano una liberazione da uno stato emotivo nel quale sono state pronunziate, al quale si aggiunge la preoccupazione del tempo. Non ho mai dimenticato il vescovo che mi ordinò: l’arcivescovo Antonio Torrini che ci parlò delle omelie che dovevano trasmettere un messaggio e il tempo consentito era di dieci e al massimo quindici minuti. Considero che per le omelie conservo la brevità del tempo e l’insistenza su un solo tema del messaggio, quello che sta a cuore al Maestro. Nel tuo manoscritto, carissimo Dino, ti vedo seduto, accogliendo le mie parole, gustandole lungamente, desiderando che giungano chiare e assimilabili da chi partecipa alla messa ed è preoccupato al pensiero del ritorno dal tempio. Credo che tu hai ricevuto una ispirazione dallo Spirito Santo, liberandole dalle strettezze del tempo ma non dal calore della grazia. Ti sono molto grato di questa tua collaborazione e prego lo Spirito di vegliare su questo lavoro frutto della nostra amicizia. Mi auguro che questa tua collaborazione continui nel tempo e anche oltre la mia scomparsa. Anelo di incontrarmi con il Maestro e lo pregherò di essere propizio a questo impegno nel trasmettere la Sua parola finché tu abbia la possibilità di collaborare a questo lavoro. So che questo ti


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Lettera di fratel Arturo al Curatore

impegna molto, ma penso anche che ha portato una grande luce nella tua vita. Con molta gratitudine e amicizia, ti abbraccio Fratello Arturo Paoli S. Martino in Vignale, 27 febbraio 2011


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Prefazione PROFETA VIVENTE di Paolo Farinella, prete

La profezia vive. Anche dopo la morte del profeta. Nonostante l’apparente supremazia dell’organizzazione del potere clericale, “struttura di peccato” che genera connivenze corruttive, la spada affilata a doppio taglio dei profeti, anche se morti, si affonda nella carne viva della coscienza. Anche se morti? Forse sarebbe meglio dire “specialmente se” morti, perché la Parola di Dio, che il profeta custodisce senza tornaconto per sé, è inarrestabile. Può essere ritardata o imbrigliata, ma mai tacitata, perché «le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma di dio!» (Ct 8,6). La profezia scritta che scende sempre dal monte Sìnai e dal monte Gòlgota, è il nuovo nome dell’Amore perché si compie in una relazione feconda, generativa. Con il suo grido pacato e forte, il profeta scardina l’ovvietà banale della religione, costringendoci a tornare “al principio” di noi stessi, alle profondità del “Dio nascosto”, così diverso dal “dio noto” cui siamo abituati, dimenticandone il volto, fino a farne un idolo a nostra immagine. Siamo sicuri che il “dio nostro”, il “dio cattolico” che ci accaniamo a sventolare come trofeo o arma contundente contro “gli altri”, sia il «Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 15,6)? Dubitare possiamo, interrogarci dobbiamo, confortati dal magistero del concilio Vaticano II, punto di non ritorno, sebbene non più sufficiente: Nella genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione ingannevole della dottrina, od anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio.


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Prefazione - Profeta vivente

Il libro che presentiamo3 è la prova fisica e centellinata di quanto appena affermato. A cinque anni dalla morte di Fratel Arturo Paoli (2015), per l’infaticabile e faticosa opera di Dino Biggio che ha ricevuto verbalmente e per testamento da lui l’investitura di «autentico interprete del suo pensiero», vede la luce il 3° volume – Anno liturgico B – della trilogia delle «Omelie domenicali di fratel Arturo», registrate da Dino Biggio o da altri che ne hanno fatto dono. In questo modo, Dino Biggio ha messo a disposizione delle generazioni future le dodici ceste di pane avanzato della Parola, ruminata dal profeta Arturo Paoli e lasciata libera per le vie del mondo, a disposizione di un pubblico sempre più numeroso. Il libro non riporta solo il pensiero di fratel Arturo, ma la sua anima e il suo sogno di realizzare il progetto di Gesù che Teilhard de Chardin definisce con «amouriser le monde» e che fratel Arturo rende con «amorizzare il mondo», cioè rendere amore il mondo. Illusione o profezia? Solo i pazzi e i profeti, specialmente se sono scienziati che “ascoltano” senza pregiudizi, specialmente religiosi, il cosmo, la storia e in essa l’umanità che aspira alla felicità che solo con l’amore si può raggiungere. Il libro contiene cinquantotto scintille o colpi di spada che feriscono senza uccidere, ma «nutrono la vita», espressione amata da fratel Arturo e tema del prezioso libretto di François Jullien Nutrire la vita.4 Amorizzare e nutrire sono l’essenza stessa dell’esistenza e se siamo capaci di superare il velo della superficialità scopriamo che ogni omelia, sempre affilata e dolce, obbliga a pensare e induce a riformulare i fondamentali del proprio vivere non «come pezzi staccati dagli altri», perché se ci crogioliamo nell’isolamento dell’egoismo, inevitabilmente ci costringiamo «a vivere staccati dall’Altro». Gli scritti di Arturo Paoli, in modo particolare le Omelie, non si possono leggere pacatamente; esse devono essere ingurgitate come si fa con un bicchiere d’acqua fresca, dopo una esperienza di afa disidratante. La lettura porta istintivamente a pensare alla tradizione giudaica: 3 Arturo Paoli, Gridare il Vangelo con tutta la propria la vita. Omelie domenicali e festive Anno Liturgico B, a cura di Dino Biggio, Gabrielli Editori, San Pietro in Cariano (VR) 2020. 4 François Jullien, Nutrire la vita, Raffaello Cortina Editore, Milano 2006.


Prefazione - Profeta vivente 27

«È stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmaèl: “Non è forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roccia?” (Ger 23,29). Come questo martello sprigiona molte scintille, così pure ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza si divideva in settanta lingue» (bShabbàt 88b). «Un maestro della scuola di Rabbì Ishmaèl ha insegnato: “Non è forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roccia?” (Ger 23,29). Come questo martello sprigiona molte scintille, così pure un solo passo scritturistico dà luogo a dei sensi molteplici» (bSanhedrin 34a).5

Continua...

I due testi in Anne Catherine Avril-Pierre Lenhardt, La lettura ebraica della Scrittura, Qiqajon, Magnano (BI) 19892, pp. 86-87. Allo stesso modo si esprime Ambrogio: «Semel locutus est Deus, et plura audita sunt/Dio parlò una volta sola e furono udite molte [parole]» (In Psalmo LXI, n. 3334 [PL, XIV, 1180 C]; cf Origene, In Romanis, VII,19 [PG XIV, 11531154]; Id., In Lucam, Hom. 34 [PG 199-200]; Agostino, In Psalmo LXI, n.18 [CCL = Corpus Christianorum, series Latina, Turnholti 39, 786]). Per la tradizione secondo cui la terra era abitata da 72 popoli che parlavano 72 lingue (v. tabella dei popoli in Gen 10), cf l’apocrifo cristiano del IV sec. d.C. contenente materiale anche ebraico, molto antico, La Caverna del Tesoro, 24,18, in Erich Weidinger, ed., L’altra Bibbia che non fu scritta da Dio, Casale Monferrato 20022, pp. 73. 5


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Prefazione - Profeta vivente


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