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“la cosa piu’ pericolosa da fare è rimanere immobili” di Alessandro Cabib Un affascinante sincronia senza tempo lega la poetica di uno dei padri della Beat Generation, William S. Borroughs, al lavoro di Giuseppe Gonella; i paesaggi interiori di Gonella trasudano infatti della stessa fame di movimento che caratterizza il romanziere Americano, movimento che non necessariamente si traduce in uno spostarsi fisicamente di luogo in luogo ma può essere meglio interpretato come passaggio attraverso diversi stati emotivi. “…un mosaico di giornali galleggianti… Quello che salta subito agli occhi quando si osserva un’opera di Gonella è il turbinio di materiali in sospensione che domina la scena. L’artista ci trascina in un mondo vorticoso dove giornali, bucce, cartacce e rifiuti ogni genere confondono la vista così come il limite tra figurativo e astratto al quale i lavori di Gonella sfuggono sempre. Il caos di oggetti rappresenta secondo l’artista, la moltudine irrequieta di immagini che ci bombarda nel quotidiano e che si manifesta sotto forma metaforica di rifiuti. L’iperproduttività della società occidentale fa si che oggi tutto si traduca in materiale di scarto, superfluo, macerie. Gonella non sembra però entrare nella dimensione estetica/critica ma accetta l’inevitabilità e, rimanendo nella dimensione esistenziale, ci impone l’osservazione di quanto rimuoviamo. L’artista, dopo essersi confrontato con una pittura ad acrilico su tela decisamente corposa, sperimenta in questa nuova serie, presentata per la prima volta alla Changing Role, diversi supporti. Il colore comincia a stendersi nei lavori su tavola perdendo così un pò di quella matericità che lo caratterizzava ma mantenendo intatta la vivacità formale. Nel ciclo di opere su carta infine, il gesto si fa definitivamente più leggero trasmettendo tutto il senso della poetica di Gonella. I suo lavori disincarnati inducono forzatamente lo spettatore a scrostare la buccia che separa interno/esterno, forma/astrazione, pieno/vuoto, calma/agitazione, io/tu, noi/ voi in un “cut-up” emotivo che unisce la perizia del gesto ad una sensibilità tipicamente giovanile. “avanti attraverso il paesaggio sbucciato…” Forse dunque non è un azzardo definire la piuttura del giovane veneziano “fantascientifica” allo stesso modo in cui lo sono i romanzi di Borroughs. Non una fantascienza intrisa di teconologia e atmosfere futuribili, di spade laser e macchine volanti, ma piuttosto un’indagine dello spazio interno all’uomo: una fantascienza fatta di mutazioni e condizionamenti psichici che trasforma le città in paesaggi oleosi dove il confine tra reale e onirico è trascurabile. Una fantascienza non detta, inestetica ma sensibile attraverso le atmosfere create dal pennello del giovane artista.


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L’oscillazione complessa di Giuseppe Gonella di Martina Cavallarin

Lotte di toni, equilibri perduti, principi che decadono, inattesi colpi di tamburo, grandi domande, aspirazioni apparentemente insensate, impulso, nostalgia e desiderio in apparenza lacerati, catene e vincoli distrutti che uniscono opposti e contraddizioni: è questa la nostra armonia

Lotte tone, lost balance, fell principles and unexpected strokes of the drum, big questions, aspirations seemingly foolish impulse, longing and desire apparently torn, chains and destroyed bonds that unite the opposites and contradictions: this is our harmony

Vasilij Kandinskij L’arte contemporanea in questo primo scorcio di millennio si specchia trasversalmente, spiazzata da antenati illustri, interdisciplinarietà e metalinguaggi. La conseguenza è un’oscillazione psicologica che rende difficile la pratica del presente se non tramite il raccordo di un linguaggio e un atteggiamento fortemente individualistico nei confronti del mondo. La pittura contemporanea ancor più di ogni altra pratica artistica è interrogazione e oggetto d’interrogazione, affondando in radici antiche, dai tatuaggi di Lascaux fino ad arrivare alla dimensione basata sulla memoria e la citazione dei movimenti degli anni Ottanta con la Transavanguardia calda e fredda, per approdare alle derive di fine millennio, le ibridazioni linguistiche anche di stampo performativo ridimensionate dopo la caduta delle Torri, dopo la cesoia imprescindibile dell’11 settembre 2001. Allora si è proposta una nuova sensibilità figurativa nella quale segni netti e gesti energetici hanno restituito vigore, senso e uno spessore contemporaneo all’impianto della pittura d’immagine. In una naturale tendenza all’entropia la capacità della pittura è ora la rielaborazione dei suoi codici in una chiave di complessità che si rivela in una trasversale mancanza di linearità e fluida narrazione.

Contemporary art in the first years of the millennium is reflected across, crowded out by illustrious ancestors, interdisciplinary and metalanguage. The result is a swing psychological practice this makes it difficult if not through the connection of a language and a highly individualistic attitude towards the world. Contemporary painting more than any other artistic practice is the subject of interrogation and questioning, has its roots in ancient, from tattoos of Lascaux up to the size based on memory and the acknowledgment of the movements of the eighties with Transavantgarde hot and cold dinghies to land at the end of the millennium, the hybrids also print performative language resized after the fall of the towers, after the vital shears, 11 September 2001. Then it was suggested that a new sensitivity figure in which no clear signs and gestures returned energy force, meaning and a thick planting of contemporary painting image. In a natural tendency to entropy, the capacity of the painting is now reworking its key codes in a complexity that is revealed in a lack of cross-linearity and fluid narrative. In the transmission system opera painting converge different systems: analytical - consists of spatial and


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Nel sistema di trasmissione dell’opera pittorica confluiscono differenti sistemi: analitico – costituito da relazioni spaziali e temporali tra i soggetti rappresentati -, specifico – con riferimenti figurativi che variano a seconda di ciò che viene raffigurato -, ideografico – basato su logo e sistemi identificativi - e simbolico – contenente i diversi simboli interni all’opera. Se la pittura contemporanea si deve confrontare con la vastità della storia dell’arte che la contiene, lo scarto di significato per guadagnare il progresso e costituire un senso può avvenire attraverso la presa di coscienza e l’unificazione consapevole degli elementi sopra indicati e nella capacità di metterli al servizio dell’opera. Alla luce di tale “oscillazione complessa” il lavoro di Gonella è un sistema pittorico completo e denotante, determinato dal predominio della trasformazione di quei singoli elementi in un unicus conclusus in cui, avvalendosi di un principio di matrice gestaltica, “il tutto è maggiore della somma delle singole parti”. La natura visionaria dell’opera di Gonella si nutre di una componente razionale che filtra l’esplorazione di un sovraffollato mondo esteriore costituito da un’assortita ambiguità di simboli, logo, indicazioni che l’artista osserva dalla sua torre d’avorio per restituirli attraverso la sua visione pittorica che li sottrae alla condizione di puri oggetti visivi isolati per farne racconti e storie decostruite, vorticose e in costante movimento. La pittura di Gonella passa da uno stile duro, spigoloso, fortemente dinamico che pare quasi poter andare concettualmente nella direzione dell’astrattismo, ad una narrazione morbida nel senso intimo del termine, in cui i soggetti sono in balia di elementi in una figurazione amplificata ed entrante. Nelle sue tele lo spazio è sempre risolto, il frammento è una porzione sempre compresa in un divenire, un movimento costante e totale in cui ricostruzioni prospettiche, visioni topografiche, porzioni di volti, segnaletiche, carte e capelli si incanalano in turbini improvvisi, in scarti e raffiche che più che indicare una situazione contingente sono matrici della temperatura interna dell’artista. Gonella infatti

temporal relations between subjects represented -, specifically - with figurative references which vary according to what is depicted -, ideographic - based on logo and identity systems - and symbolic - containing various internal symbols work. If contemporary art is faced with the vastness of art history that contains it, the difference in meaning for the progress and gain a sense can be done through conscious awareness and unification of the above elements and the ability to to serve the work. In light of this “oscillation complex” to Gonella’s work is a complete pictorial and denoting, as determined by the dominance of the transformation of those individual elements in a unicus conclusus where, using an array Gestalt principle of “the whole is greater than sum of its parts. “ The nature of the work of visionary Gonella, fueled by a rational component that filters the exploration of a crowded outside world consists of assorted ambiguity of symbols, logos, signs that the artist observes from his ivory tower to return them through his vision of painting them escapes to the condition of pure visual objects blocks to make stories and stories deconstructed, swirling and constantly moving. Gonella’s painting style changed from a hard, angular, highly dynamic, which seems almost to go in the direction of abstraction in concept to a story in a soft intimate sense of the term, in which subjects are at the mercy of elements in a figure, and amplified entrant. In his paintings the space is always resolved, the fragment is a portion always included in a becoming, a movement in which constant and total reconstruction, topographical views, portions of faces, signs, maps and hair were channeled into sudden whirlwinds, and in waste and gusts that more than indicating a contingent situation are matrices of the internal temperature of the artist. Gonella think it should be a restlessness, a yearning towards the world, an involvement of energy and loss of balance that accompanies his age, his generation, his “oscillation complex” in the world. And the viewer


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credo voglia rappresentare un’inquietudine, uno struggimento nei confronti del mondo, un coinvolgimento energetico e una perdita di equilibrio che accompagna i suoi anni, la sua generazione, la sua “oscillazione complessa” nel mondo. E lo spettatore ha il compito di trovarsi di fronte a questo elemento fondamentale della composizione per scomporsi lui stesso, per aprirsi all’origine della domanda e farsi trasportare da sinistra a destra, da sotto in su, per farsi spingere in una finzione artificiale travestita da metafora del mondo. E i quadri di Gonella sono finestre su quel mondo, sono il tentativo dell’arte di sospendere il percorso della fatalità sottraendo per un momento, attraverso l’inciampo e la sosta determinata dall’opera, l’uomo al suo destino. Il movimento narrativo dei quadri del giovane pittore veneziano è orientato sempre ad un fine, ovvero quello di denotare l’opera nella sua intenzione di muoversi con un unico battito, senza soluzione di continuità, lacerando la sicurezza disincarnata della pura visibilità per precipitare in un’irruzione più fisica e concreta, viscerale, toccata e toccante. Nell’opera convergono pensieri di percezioni oniriche e visionarie, si può scoprire l’infinitamente piccolo o uno squarcio di universo mentre ogni riferimento alla realtà diventa più illusorio e pregnante nella misura in cui si fa più allusivo e meno diretto. Lo sguardo dell’artista è obliquo, soggetto ad uno strabismo mirato al confondere, al suggestionare, a cogliere umori e squarci sulla contemplazione della struttura profonda del mondo. Il lavoro di Gonella è riflessivo e sistematico, prodotto di una ricerca incentrata nel punto di equilibrio tra scelta dei materiali pittorici, dei gesti della mano che impugna il pennello, ed impatto emotivo, per lanciare un segnale esplicito ricco di declinazioni, modulazioni non prive di memorie e di debiti, tuttavia originali, reinventate, ricostituite su differenti registri. Si potrebbe parlare di una pittura che è uscita dallo spazio limitato della pura visione retinica per entrare in quello delle “ombre sensibili” hegeliane in cui la parte “invisibile” è quella più percepita, quella che distingue il comune oggetto da un oggetto d’arte. Quello che impera è il dominio della narrazione esplorata per rotture, condizionamenti, improvvise accelerazioni e progressioni che procedono brusche arricchendosi di suggestioni fisiche e psichiche nell’intellettuali�-

has the task to be confronted with this fundamental element of the composition to break down himself, to open source application and get carried from left to right, from below, to get pushed into a fiction disguised as artificial metaphor of the world. Gonella and frameworks are windows on that world, are the artist’s attempt to suspend the tour of the fatality subtracting for a moment, and stumbling through the stop established by the operator, the man to his fate. The movement of the narrative paintings of the young Venetian painter is always oriented towards an end, namely to denote the work in its intention to move a single beat, seamlessly, tearing the safety of pure disembodied visibility to precipitate a ‘ broke more physical and tangible, visceral, touched and touching. In the work of perceptions converge thoughts dreams and visionary, you can discover the infinitely small or a glimpse of the universe and all reference to reality and illusion becomes more meaningful to the extent that is more suggestive and less direct. Gaze of the artist is oblique, subject to a confused squint targeted at the suggestion, to capture moods and insights on the contemplation of the deep structure of the world. Gonella’s work is thoughtful and systematic way, focusing the product of a balance between choice of materials of painting, the gestures of the hand wielding the brush, and emotional impact, to launch an explicit signal rich in inflections, modulations are not without memories and debts, however original, reinvented, reconstructed on different registers. We could talk about a painting that has come out of the limited space of pure vision in the retina to enter the “sensitive shadows” of Hegel in which the part “invisible” is perceived, what distinguishes the common object from a work of art . What prevails is the domain of narrative explored for breakage, packaging, sudden accelerations and abrupt progressions which make suggestions enriching physical and psychological nell’intellettualità sought formal operations performed by the artist. What Gonella pursues is the need to ensure that the framework of the expression becomes, in the words of Mark Rothko, < one rivelazione, unexpected and unprecedented response to a need for ever familiare >. The fragments of experience that occupy the painted sur-


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tà ricercata delle operazioni formali svolte dall’artista. Ciò che Gonella persegue è il bisogno dell’espressione affinché il quadro divenga, per usare le parole di Mark Rothko, <una rivelazione, la risposta inattesa e inedita a un bisogno eternamente familiare>. Le schegge di vissuto che occupano le superfici dipinte di questo artista sono uno stato d’animo ricondotto a cifra connotativa e non banalmente decorativa. L’individualità è affermata attraverso la partecipazione a riti sociali - esplicitati in squarci urbani, volti comuni o fughe di colore – assorbiti dal risucchio del ritmo dinamico di folate di vento e violenti gorghi, tornado inspiegabili che definiscono lo stato soggettivo e non anonimamente sociale dell’intera composizione. Nella sua opera Gonella non esercita la disperazione, ma sottolinea le irrequietezze con un rumore percepito da un udito “visivo” attraverso il quale non ci si limita ad ascoltare l’invisibile trasecolare della sensazione, bensì si è portati a guardare l’eterno spettacolo della vita attraverso le infinite geometrie della pittura.

faces of this artist reduced to a state of mind is nontrivial amount connotative decorative. Individuality is established through participation in social rituals - Broken explained in urban or leaks once common color - absorbed by the suction of the dynamic world of violent gusts of wind and whirlpools, tornadoes inexplicable that define the subjective state of social and non-anonymous ‘entire composition. In his work Gonella not holding the despair, but stressed the unrest with a noise perceived by a hearing “eye” through which we do not hear only the invisible startled sensation, but one tends to look at the eternal spectacle of life through the infinite geometry of the painting.


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< thingswhirling | 2009 | acrilico su tela | 250 x 180 cm


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WANDERINGSTUFF | 2009 | acrilico su tela | 203 x 148 cm


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eMOZIONECONTAGIOSA | 2009 | acrilico su tavola | 200 x 160 cm


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EMOZIONECONTAGIOSA | 2009 | acrilico | 20 x 20 cm > < ilRAGAZZODELMAGLIO | 2009 | acrilico su tela | 151 x 152 cm


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redhanded | 2009 | acrilico su tela | 80 x 100 cm > Gone | 2009 | acrilico su tela | 200 x 200 cm


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(e)motion | 2009 | acrilico su tavola | 80 x 100 cm


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humble yet important | 2009 | acrilico su tela | 120 x 150 cm


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Spineless | 2009 | acrilico su tela | 120 x 100cm


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il Filo delle ore_5 | 2009 | acrilico su tela | 100 x 80 cm


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il Filo delle ore_7 | 2009 | acrilico su tela | 203 x 160 cm


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< things swhirling _1 | 2010 | _acrilico su carta | Poliptic 90x 120 cm things swhirling _2 | 2010 | _acrilico su carta | Poliptic 70 x 100 cm >things swhirling _3 | 2010 | Collage_acrilico su carta | Poliptic 200 x 150 cm


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involved | 2010 | acrilico su tela | 180 x 120cm


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oscillazione_1 | 2009 | acrilico su tavola | 203 x 130 cm


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il filo delle ore_6 | 2009 | acrilico su tela | 150 x 100 cm


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il destino del Vento | 2009 | acrilico su tela | 203 x 148 cm


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rovina imminente | 2009 | acrilico su tavola | 206 x 163 cm


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compliicated Swinging | 2010 | acrilico su carta | 202 x 146 cm


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Bio Giuseppe Gonella é nato a Motta di Livenza 11/12/1984. Vive e lavora Venezia Dopo essersi diplomato presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia ha vinto una borsa di studio e un atelier per un anno presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, dove ha esposto anche in diverse collettive tra cui “89ma collettiva giovani” nel 2006 “Spritz Time” nel 2007 e “Suspense” nel 2010. Ha già all’attivo diverse mostre all’estero in spazi come The Hockney Gallery di Londra, la Bluetenweiss a Berlino, la Galleria Am Roten Hof di Vienna. Durante l’ultima Biennale di Venezia è stato inserito in diversi eventi paralleli e concomitanti tra cui la “Personal” e “Imprimatur2” entrambi a cura di Martina Cavallarin.

mostrePersonaliselezionate 2010 Personal, Changing Role_Move Over Gallery, Napolli, a cura di Alessandro Cabib 2010 Gone, ex Chiesetta di Sant’Antonio - Badoere di Morgano (Tv), a cura di Carlo Sala 2009 Personal, Changing Role_Move Over Gallery, Palazzo S.Pasquale, Venezia, a cura di Martina Cavallarin 2009 Wandering stuff, Changing Role_Move Over Gallery, Roma 2009 Il Destino del Vento, “Palazzo La Loggia” e “Centro Arti Visive La Castella”, Motta di Livenza 2008 My space, S.Gregorio Art Gallery, Venezia, a cura di M. G. Dal Tin

mostreCollettiveselezionate 2010 Suspance, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, a cura di Carolina Lio. 2010 Art First, Changing Role_Move Over Gallery In Fair , Bologna 2009 Depentendency, Isola della Certosa, Venezia, a cura di S.Music e Celeste prize. 2009 TrasFigurazione, Galleria S.Vidal, Venezia , a cura di C. Palazzo 2009 Lorenzago aperta 2009, Lorenzago di Cadore, a cura di V. Vecellio 2009 Imprimatur 2, incubatore di Sant’Elena, Venezia, a cura di Martina Cavallarin 2009 P_ART 1, Villa Zucchereda Binetti, Montebelluna, TV, a cura di M.Mancin 2009 L’astrazione infinita, V edizione, Biennale della Magna Grecia, spazio Thetis arsenale nuovissimo, Venezia, a cura di B.Brollo 2009 Art first 2009, galleria Changing Role, Bologna 2009 The Road to Contemporary Art, galleria Changing Role, Palazzo Venezia, Roma 2009 Expo Star conference, Palazzo Mezzanotte, Milano, a cura di Profilo d’Arte 2008 Gli spazi della post-modernità, galleria d’Arte Ravagnan, Venezia, a cura di M.Campanile 2008 Artist Talks, Fondazione Bevilacqua la Masa, palazzo Carminati, Venezia


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2008 Premio di pittura Carlo dalla Zorza, galleria Ponte Rosso, Milano 2008 Art first 2008, galleria Changing Role, Bologna 2008 Atelier F, Accademia di belle Arti, a cura di C. Di Raco, Venezia 2007 Arte profilo, 2° premio, Museo della Permanente Milano, Palazzo Poncaroli Brescia, Galleria S. Federico Torino, Palazzo Nagliati Ferrara, Banca Profilo Roma. 2007 Made in italy, Artists International, galleria Am Roten Hof, Vienna, a cura di G. Klebacz. 2007 Spritz time!, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, a cura di M. Farronato. 2007 Atelier F, Accademia di Belle Arti di Venezia, Venezia, a cura di C. Di Raco. 2007 Open Studios, Fondazione Bevilacqua La Masa, SS.Cosma e Damiano, Venezia. 2007 Anonyme Zeichner n°6, Bluetenweiss, Berlino, a cura di A. Becker. 2007 Tabù, galleria S.Stefano Venezia, a cura di accade. 2007 Artist Talks, Fondazione Bevilacqua la Masa, complesso SS.Cosma e Damiano, Venezia. 2007 Giovani Artisti a Venezia, Cassa di Risparmio di Venezia, Venezia. 2006 Atelier 8 x 12 , Fondazione Bevilacqua La Masa, SS.Cosma e Damiano, Venezia. 2006 I borsisti della 89.ma Collettiva, Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, a cura di M. Venanzi. 2006 Pinocchio related, Royal College of Art, The Hockney Gallery, Londra. 2006 Atelier F , Di Belle Arti di Venezia, a cura di C. Di Raco, Venezia. 2006 Premio di Pittura città di Casale, Casale sul Sile, 1° premio, Venezia. 2005 89.ma collettiva giovani , galleria Fondazione Bevilacqua La Masa, borsa di studio e premio acquisto Cassa di risparmio di Venezia, Venezia. 2005 Atelier aperti, Accademia di Belle Arti, Evento nell’ambito della 51. Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, Venezia. 2005 Masai art Factory, Honey money, ASSAB ONE, Milano. 2005 II premio nazionale di pittura città di Treviso, sede museale di Cà Noal Cà Robegan, 3°premio, Treviso 2005 Mednarodni ex tempore, 2°premio, galleria Tenzor Ptuj, Slovenia. 2005 Gritos ahogados, Hospital del Rey, Melilla, Spagna.

Cataloghi _C.Sala, C.Lio (Curated by )Suspance, Bevilacqua La Masa Fondation, Venezia, 2010 -M. Cavallarin (a cura di), PERSONAL , Edizioni Changing Role_OVER move Gallery, Roma, 2009 -Gisbourne A. Goehler V. Lu S. Music (a cura di) G. Vianello, DEPENDTENDENCY,An exhibition organised by Celeste during the 53rd Visual Art Biennal , Carlo Cambi Editore. -B.Brollo(a cura di ), L’ASTRAZIONE INFINITA, Juliet Editrice, aprile 2009 pp. 4-5 -B. Brollo, IL DESTINO DEL VENTO,Tipografie Veneziane, 2009


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-M.Campanile,(a cura di accade )MUTAZIONE CONTEMPORANEA, Venezia, ottobre 2008 -Premio di pittura Carlo della Zorza 2008, edizione galleria Ponterosso, settembre 2008 -PROFILO D’ARTE 2007,Federico Motta Editore , Milano, novembre 2007, pp.77-35 -A.Vettese, M.farronato( cura di), C.Riva E.fabris S.Coletto, SPRITZ TIME! Artisti dagli atelier della Fondazione Bevilacqua la Masa, Mousse Magazine, novembre 2007. - N. Ovan , Brattina IL GIARDINO COME SEGNO, pp. 83-90 -A.Vettese, 90.ma Collettiva giovani, Fondazione Bevilacqua La Masa, dicembre 2006, pp. 92-93-94-95-96. -A.Vettese, E.Meneghel, 89.ma Collettiva giovani, Fondazione Bevilacqua La Masa, dicembre 2005, pp. 36-37. -Gloria Vallese (a cura di ), Atelier Aperti, Evento collaterale della biennale di venezia 51.Esposizione Internazionale d’arte, Marsilio, Venezia 2005, pp. 98 -IZ LIKOVNE ZBIRKE TENZOR, Pokrajinski Muzei Ptuj e Mihelicheva Galerija, magio 2006

Articoli -T. De Lazzari, San Giorgio: mostra da visitare,L’AZIONE ,27 settembre 2009,pp.41 -M.Mattioli A.Pepe _Laguna news, Il celeste di tendenza, Exibart.Biennale, giugno 2009, pp. 4-38 -Mostra il Destino del vento , Il gazzettino, sabato 25 aprile 2009 -N.Zoia, Eppure il vento soffia ancora e sempre con Pierangelo bertoli,Treviso sette, 25 aprile 2009 -Vittoria Magno,”dipingere il vento” di Giuseppe Gonella , Il gazzettino, mercoledì 22 aprile 2009 -Daniele Capra, Mostre in corso a Motta, La tribuna,domenica 19 aprile -C.Sala, Gonella a Motta, due mostre alla Castella e alla Loggia, L’azione , 19 aprile 2009 -Motta Personale di Giuseppe Gonella, L’azione ,19 aprile 2009 -C.Sala, Gonella a Motta, due mostre alla Castella e alla Loggia, L’azione , 17 aprile 2009 -Vittoria Magno,”dipingere il vento” di Giuseppe Gonella , Il gazzettino, mercoledì 15 aprile 2009 -Motta Personale di Giuseppe Gonella, L’azione ,12 aprile 2009 -Mostra il Destino del vento , Il gazzettino, sabato 11 aprile 2009 -Giuseppe Gonella, Il destino del vento,Exibart.com, sabato 11 aprile -Norman zoia ,Eppure il vento soffia ancora, Oggi treviso , martedì 6 aprile 2009 -Palazzo alla loggia , personale di Giuseppe gonella, La Tribuna , 9 aprile 2009 -Mostra alla loggia e alla castella , Il gazzettino, mercoledì 8 aprile 2009 -Norman zoia ,Eppure il vento soffia ancora, Il piave , martedì 7 aprile 2009 -Gonella a Motta,IL Destino del Vento, La Tribuna ,martedì 7 aprile 2009 -E. Di Martino, Frammenti quotidiani e provocazioni giovanili, Il Gazzettino ,sabato 3 novembre 2007 -Giovani in mostra alla Giudecca, Studi aperti tra Venezia e Londra ,Speciale Fondazione bevilacqua La Masa, Corriere del Veneto ,Sabato 2 Giunio ,2007


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