Camminare 58 aprile/maggio

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NORDIC WALKING

I segreti e la filosofia del NW agonistico

ITINERARI

Escursioni lungo la costa jonica salentina

NOVITÀ

DOG WALKING

la giusta alimentazione

Anno 12 - N. 58 - Bimestrale - Fusta Editore - MEPE Distribuzione Editoriale - Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano - Poste Italiane S.p.A sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (comp. in legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 c. 1: LO/MI - I SSN 1974-5397

58 | APRILE MAGGIO 2016 Euro 4,90 | Chf 9,50

t www.camminareweb.i

TREKKING CON L’ASINO Istruzioni per l’uso

I CAMMINI DELLA REGINA Fra Santiago e la Francigena

LE VIE DEGLI ETRUSCHI Il fascino della storia

È DI NUOVO PRIMAVERA

Il momento giusto per riprendere a camminare ISSN 1974-5397


editoriale di Roberto Mantovani direttore@camminareweb.it

Camminatori unitevi! Il mondo dei camminatori ha un obiettivo: infiltrarsi nelle crepe della società. Rompere l’unità sarebbe una sconfitta insopportabile. Questo è il tempo di elaborare una cultura del movimento!

A

rchiviato questo strano inverno, camuffato un po’ da autunno senza fine e un po’ da primavera incipiente, si affaccia finalmente sul calendario la bella stagione. Che magari, considerando i capricci della meteo, non sarà come ce la consegna l’immaginario collettivo, ma che consentirà comunque la ripresa dell’attività sportiva. Chi ha deciso di non fermarsi nella tradizionale pausa invernale incrementerà presto camminate ed escursioni; gli altri – quelli che hanno appeso scarpe e pedule al chiodo della soffitta – faranno meglio a tenere le calzature sportive a portata di mano, ché il tempo delle camminate è arrivato davvero. Di sicuro sarà un inizio di stagione più consapevole rispetto al passato. D’altra parte l’abitudine al camminare si sta lentamente radicando anche nelle mentalità più impermeabili al movimento e più refrattarie ad abbandonare la vita sedentaria. Ma per gli amanti di passeggiate, escursioni e trekking non è ancora il momento di gridare vittoria. Né tantomeno, di lanciarsi in sofismi sottolineando le differenze che intercorrono tra una disciplina del cammino e l’altra. I distinguo si fanno quando si ha la pancia piena (in senso metaforico, ovviamente) e ci si può concedere il lusso del cavillo polemico. Certo, in fatto di camminate ed escursioni – come abbiamo sottolineato più volte anche in passato – il periodo più buio e astinenziale, quando la motorizzazione e l’ansia di velocità sembravano aver relegato il movimento lento tra gli avanzi di un medioevo senza fine, è passato. Ma

oggi non è certo il momento di litigare né di guardare dall’alto al basso quelli che camminano con o senza bastoncini, né quelli che rifiutano l’approccio sportivo né, tantomeno, quanti ritengono invece indispensabile declinare la propria attività sulla base di tabelle d’allenamento, con il verdetto del cronometro, per non dire del cardiofrequenzimetro, del Gps o delle ultime app. È invece necessario stare uniti, condividere la propria passione, fare massa critica, portare dalla propria parte – idealmente, almeno – l’opinione pubblica, provare a infiltrare la passione per il cammino nelle crepe di una società in parte ancora impermeabile alle sollecitazioni che arrivano dal basso. Istanze e sogni che vorrebbero maggiore attenzione alle scelte dei tanti che rivendicano uno stile di vita diverso da quello del mainstream cittadino, più evoluto, più sano e più consapevole dei benefici legati allo spostarsi sugli arti inferiori anziché sulle quattro ruote. In questo momento, per il popolo dei camminatori (inteso nella sua totalità), rompere l’unità di intenti sarebbe un disastro. Meglio: una sconfitta da cui potrebbe essere davvero difficile riprendersi. No: questo è piuttosto il tempo di elaborare la cultura del movimento, di veicolarla all’esterno ricorrendo a una corretta comunicazione che sappia privilegiare il dialogo e contagiare gli altri – quelli che ancora prediligono la poltrona o la panchina – con l’esempio e con il coinvolgimento attivo. Proviamo un po’ a pensarci.

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sommario

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Editoriale

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Fitwalking allenamento

44 Itinerari in Italia

Dalla città etrusca sul Bisenzio al Lago degli Idoli sul Monte Falterona

di Roberto Mantovani

Prepararsi per gli eventi primaverili

di Gianfranco Bracci

50 In montagna

di Maurizio Damilano

10

Il miracolo dei laghi alpini Dove si specchia il cielo

8 Ci troviamo a... 10 Appuntamento

di Stefano Fenoglio

54 Libri&libri

Una camminata rosa in Costa Azzurra

Consigli di lettura

56 Dog walking

di Gualtiero Falco

Viva la pappa! Un occhio alla dieta di Fido

12 Curiosità

Schermidore e fitwalker Il cammino è scuola di vita

di Mauro Baldassarri

64 Trekking someggiato

di Marco Andreoli

Trekking con l’asino Prepariamoci per un’escursione

14 Con i bastoncini

NW agonistico Cos’è e come funziona

di Lorenzo Gervasone

68 Finisterre

di Mattia Bianco

40

Il fascino dell’orrido Un angolo da riscoprire

20 Nordic Walking

La Scuola Italiana Nordic Walking

di Alberto Cavaglion

70 Incontri

di Pino Dellasega

Leonardo 1516 Sui sentieri del genio italiano

24 Itinerari per famiglie Val di Zoldo La magia delle Dolomiti bellunesi

72 Sfaccettature

La Liguria delle streghe bambine

di Franco Voglino e Annalisa Porporato

di Rocco Cardamone

30 Itinerari in Italia

74 Essere Donna

La costa jonica salentina fra torri, dune e riserve naturali

56

I segreti di un matrimonio felice di Maura Marchiori

di Vito Paticchia

76 InSalute

38 In cammino

Trasporto attivo Una soluzione per salute e ambiente

Preparare lo zaino per un trekking

di Santo Alfonzo

di Martina Fabbri

40 Cammini storici

78 Piede, bacino, schiena

I Cammini della Regina Fra Santiago e la Via Francigena di Ambra Garancini

La buona postura inizia in basso

di Pietro Albano

80 Idee&Consigli

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FIT WALK ING ALLENAMENTO di Maurizio Damilano

La primavera è il momento migliore per riprendere l’attività e rimettersi in forma in vista delle moltissime manifestazioni in tutta Italia. Chi durante l’inverno non ha abbandonato l’attività, in poche settimane migliorerà resistenza, velocità e controllo tecnico

Prepararsi per gli eventi primaverili “

April dolce dormir”. Così suona un proverbio popolare. Noi oggi possiamo dire che proprio il mese di aprile è invece il mese ideale per muoversi, per riprendere con vigore l’attività o per iniziarla con maggior determinazione. Da quando tengo questa rubrica sulla tecnica e l’allenamento del Fitwalking, in questo periodo di inizio primavera ho sempre avuto difficoltà nello scegliere il tipo di programmi da suggerire. Sono sempre stato dibattuto tra il presentare programmi più impegnativi, quindi rivolti a chi pratica con continuità e da tempo e che guarda alla partecipazione agli eventi che in numero rilevante vengono proposti proprio a partire da questo periodo, oppure ai neofiti della disciplina, coloro che sollecitati dal ritorno della bella stagione desiderano iniziare a praticare il Fitwalking.

Ho sempre pensato fosse un mio scrupolo. Poi ho ricevuto alcune domande che mi hanno chiarito il quadro: questa stagione è quella che più di tutte coinvolge entrambe queste tipologie di praticanti. Tra le varie richieste prendo spunto da queste due domande: «Vorrei partire a praticare il Fitwalking che ho conosciuto navigando su internet. Non sono una grande sportiva e non ho mai praticato sport, perlomeno con impegno e vera dedizione, ma mi considero una grande camminatrice. Vorrei avere alcuni suggerimenti sul come avviare questa pratica sfruttando il periodo primaverile che mi pare molto adatto per iniziare»; «Non ho avuto tempo per svolgere una preparazione continuativa in inverno ma vedo che a partire da aprile vi saranno molte manifestazioni di Fitwalking in giro per l’Italia. Posso avere alcuni suggerimenti per potermi preparare ad affrontare uno di questi eventi che si svolge vicino a casa mia tra circa 2 mesi sulla distanza di 16 Km?».

Da camminatore a fitwalker Innanzitutto ricordo a chi vuole iniziare la pratica del Fitwalking una cosa che spesso ho scritto su queste pagine: l’ideale per avviare la pratica di Fitwalking è la partecipazione a un corso ufficiale tenuto da uno dei nostri tanti Istruttori. Badate bene che sia Fitwalking ufficiale, metodo Maurizio Damilano. Il successo del Fitwalking ha portato molti a proporre attività che si rifanno (direi scopiazzano) il Fitwalking, ma solo gli istruttori di Fitwalking hanno quel know-how vero che deriva dall’originalità della proposta. La persona che scrive si reputa una buona camminatrice, dice di muoversi

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Appuntamento Testo e foto di Gualtiero Falco

Una camminata rosa

in Costa Azzurra Sabato 23 aprile c’è la tradizionale Nicoise , una camminata di 5 chilometri tutta al femminile. Il via alle 20,30 sulla Promenade des Anglais

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F

ine aprile in Costa Azzurra significa, quasi sempre, bel tempo, temperatura mite e già una gran voglia di fare il bagno. Ma se solamente pochi coraggiosi – quasi sempre nordici di passaggio – azzardano un tuffo nel blu, sono invece numerosi coloro che nel penultimo fine settimana scelgono Nizza e la sua Promenade des Anglais per camminare o correre. Lo staff tecnico Azur Sport propone infatti una due giorni all’insegna del movimento: non semplici camminate o gare podistiche, tanto per intenderci, dove una volta pagata la tassa di iscrizione ognuno viene in qualche modo lasciato al proprio destino, ma un

evento nel quale si è assistiti prima, durante e dopo l’impegno fisico. Quast’anno, sabato 23 aprile, è in programma la tradizionale Nicoise , una camminata di 5 chilometri tutta al femminile (ma in un clima di festa sono tanti gli uomini che con tanto di parrucca, pur di partecipare, si inseriscono nel peloton ...) che si sviluppa sulla Promenade du Paillon, con partenza nelle immediate vicinanze del mitico otel Negresco. Il via, che viene dato alle 20,30, è sempre preceduto da un riscaldamento collettivo: insegnanti di educazione fisica, di nordic walking e di sport aerobici, da un palco insegnano a ritmo di musica gli esercizi per affrontare la camminata


CON I

BAS TON CINI di Mattia Bianco

Cosa significa fare NW agonistico? Come si coniuga la perfezione del gesto tecnico con la necessità di percorrere un tracciato nel minor tempo possibile?

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NW agonistico Cos’è e come funziona

C

on la fine di febbraio è iniziata in Italia la stagione del nordic walking agonistico, che nel Bel Paese conta su tre diversi circuiti. Gironordic, firmato Nordic Walking Academy, in collaborazione con l’ente di promozione sportiva MPS, Movimento sportivo popolare Italia, la cui prima tappa era in programma il 28 febbraio a Cesiomaggiore, Veneto, poi rimandata per maltempo. Nordic Walking in Tour, al via domenica 3 aprile, promosso dall’ente di promozione sportiva AICS. Infine il campionato organizzato dalla Scuola Italiana Nordic Walking in collaborazione con la FIDAL, in partenza il 16 e 17 aprile a Bologna. Il nordic walking agonistico rappresenta una variante tecnica della camminata nordica che non è stata ancora definita in modo univoco. Anche in Europa, dove la storia delle competizioni è iniziata quasi dieci anni fa, il nordic agonistico non ha ancora superato del tutto la fase sperimentale. I fronti aperti sono principalmente due: il regolamento da utilizzare e la legittimità all’organizzazione delle competizioni. Essendo una disciplina sperimentale, non tutte le regole vengono accettate in modo unanime da tutti gli attori in gioco. La conseguenza è che i regolamenti delle diverse competizioni presentano differenze anche molto significative. Sul fronte della legittimazione, in Italia, qualche passo avanti è stato fatto dalla SINW, che nel 2013 ha firmato un accordo con la Federazione Italiana Atletica Leggera facendo riconoscere il nordic walking come disciplina federale. L’accordo è stato duramente contestato dalle altre scuole di nordic walking, le quali sono state escluse dall’accordo, ma resta il fatto che è stato conseguito un riconoscimento da parte di una Federazione autorevole.

Cos’è il nordic walking agonistico Cosa significa fare nordic walking agonistico? In cosa differisce dalla camminata nordica praticata a scopo salutistico? Come coniugare la perfezione del gesto tecnico con la necessità di percorrere un tracciato nel minor tempo possibile? L’esempio a cui si è fatto riferimento è stato il cammino sportivo, ovvero la disciplina olimpica della marcia, da cui infatti provengono, almeno in Italia, i primi arbitri abilitati a giudicare gli atleti in gara. Nel 2015 la FIDAL ha pubblicato il suo primo regolamento ufficiale, visibile a tutti e scaricabile dal sito. Il regolamento è preciso e cerca di regolamentare in modo molto dettagliato la tecnica, l’attrezzatura e le penalità. Anche Gironordic ha pubblicato un suo regolamento su www.gironordic.it che in alcuni punti differisce da quello FIDAL. Pur non risultando di semplice lettura, anch’esso cerca di disciplinare in modo preciso questa pratica. Il Gironordic si distingue in particolare per la suddivisione tra gare di velocità e gare di tecnica, nelle quali i partecipanti vengono valutati per la precisione con cui eseguono i gesti propri del nordic walking. Le gare di tecnica vengono invece bandite fin dal primo articolo del regolamento internazionale. All’estero si sta invece imponendo in modo naturale un regolamento definito “internazionale”, riconosciuto e accettato in modo quasi unanime dal circuito di atleti che partecipa ai campionati europei e mondiali. Questo movimento si raccoglie attorno all’INWA, International Nordic Walking Federation, che accetta e promuove questo regolamento a livello europeo. In Italia il punto di riferimento dell’INWA è l’ANWI, Associazione Nordic Walking Italia.


NW agonistico. Cos’è e come funziona | Camminare con i bastoncini

Nel 2016 parte il primo campionato ufficiale italiano. Ci aspettiamo di raddoppiare i partecipanti dell’ edizione zero” Perchè l’esclusione dei bastoncini curvi? Noi l’abbiamo escluso a priori perchè riteniamo che l’ufficiale e regolare sia quello classico. Quello curvo è stato studiato per facilitare il movimento. Da un punto di vista tecnico chi sa usare correttamente il bastoncino non ha bisogno di bastoncini curvé o di altri tipi. Un parere sui regolamenti stranieri e sul regolamento usato nei campionati europei A livello europeo non c’è un vero e proprio regolamento internazionale. Se uno guarda dei video di gare internazionali si può dire tutto tranne che facciano nordic walking, proprio perchè non ci sono vincoli ben precisi se non l’obbligo di avere un piede a terra e quindi evitare la fase di volo. Cosa che però non mantiene il gesto tecnico. Noi abbiamo studiato un regolamento che permettesse di ricondurre il gesto tecnico in gara a quello che noi conosciamo come il gesto di nordic walking. Ci sono anche altre federazioni che ci hanno chiesto di potersi adattare al nostro regolamento. Ad esempio in Francia faranno alcune gare prendendo spunto da noi. A livello europeo al momento non c’è uniformità perchè manca un organismo federale: si sta facendo qualcosa per arrivarci? C’è un discorso in embrione. Anche la FIDAL stessa sta cercando di dialogare con le altre federazioni che hanno preso in carico il nordic, è difficile al momento arrivare a un’uniformità. Però il fatto che quando siamo partiti noi ci sono stati paesi che si sono interessati, e sono venuti a provare per capire il meccanismo del nostra regolamento, è stato un passo.

Tra i rododendri in fiore: il primo Nordic Walking Park del Piemonte L’O Oasi Zegna è una vasta area montana di circa 100km2 attraversata dalla strada Panoramica Zegna nelle Alpi Biellesi, a poco più di un’ora da Milano e Torino. Una montagna affascinante con una conformazione naturale del territorio che permette di viverla in maniera slow. Tra la metà di maggio e la fine giugno l’Oasi Zegna offre uno degli spettacoli più belli: lungo i primi 4 chilometri della Panoramica Zegna, tra Trivero e Bocchetta di Caulera, si può godere delle meravigliose fioriture dei rododendri, messi a dimora a partire dagli anni ’40 da Ermenegildo Zegna, ora diventati parte integrante e protagonisti del paesaggio. Una sosta da non perdere è nella splendida Conca dei Rododendri, percorsa da un comodo sentiero anche per i diversamente abili, ristrutturata dopo l’alluvione del Biellese del 1968 dall’illustre architetto paesaggista fiorentino Pietro Porcinai e ampliata negli anni più recenti da Paolo Pejrone.

29 maggio: il primo Nordic Walking Park del Piemonte Nasce nell’Oasi Zegna il Nordic Walking Park, primo esempio in Piemonte, per la promozione di questa disciplina tra sport e benessere, rivolta a tutti e praticabile tutto l’anno. Tre gli itinerari segnalati di difficoltà e lunghezze diverse che, uniti o scorporati, possono dare luogo a differenti livelli di allenamento, più o meno impegnativi, per tutte le tipologie di camminatori: • ITINERARIO NOVAREIA facile, circa 6 km • ITINERARIO BELLAVISTA medio, circa 9 km • ITINERARIO ALLA BRUGHIERA difficile, circa 8 km

Info: www.oasizegna.com Aprile Maggio 2016 / camminare 19


Val di Zoldo La magia delle Dolomiti bellunesi Un suggerimento per camminare con i bambini tra la fine dell’inverno e l’inizio della stagione primaverile, quando la neve comincia ad abbandonare prati, pascoli e mulattiere, la luce ha ormai un colore diverso e la temperatura permette di affrontare la montagna anche ai piÚ piccini

Testo e foto di Franco Voglino e Annalisa Porporato

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2 Mas de Sa e Dislivello: 200 m Sviluppo: 2.5 km Difficoltà: T (anche con bambini) Tempo di percorrenza: 30 minuti (gli adulti); 1 ora (con i bambini) Accesso: dopo la borgata di Pianaz, a oldo Alto, si prende a destra poco prima dell’Ufficio del Turismo (cartelli: Coi - Brusadaz - Costa). La strada per Costa termina in un parcheggio poco prima delle case della borgata. Dal parcheggio, posto proprio ai piedi di una cascatella, si entra tra le case dell’abitato di Costa. Ci si tiene sempre sulla strada, che procede in piano, passando più bassa rispetto a una chiesetta (1425 m). Il tracciato escursionistico esce dalla borgata e procede in maniera graduale, diventando poi una piacevole pista erbosa che regala una vista spettacolare sulle principali cime zoldane: il Pelmo (3168 m), un po’ d’infilata; la Civetta (3220 m); la Moiazza (2878 m) e la Cima di San Sebastiano (2488 m). La strada si inoltra quindi per un breve tratto nel bosco per uscirne poco prima dei pascoli del Mas de Sabe, che si raggiungono con un breve tracciato incassato, delimitato da massi (1464 m.). Fin qui. Il percorso, senza neve, il percorso è accessibile, anche a passeggini normali. Il Mas de Sabe è un gioiello di architettura tradizionale e ha una lunga storia che comincia nel VI secolo. È un classico tabià, il fienile tipico delle vallate zoldane, caratterizzato da una sezione in pietra e da una parte in legno

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sapientemente lavorata. Nel 1538 risultava appartenere a due fratelli Dal Mas: amaria, di professione calderaio, che possedeva una mucca e sei pecore, e Menego, agricoltore e proprietario di sei mucche e otto pecore. Attenzione: in alcune condizioni di neve il tracciato di ritorno proposto può essere difficoltoso con i bambini; in questo caso meglio tornare per la strada dell’andata. Tornati sulla strada, si prosegue per un breve tratto nella medesima direzione (numero 492) facendo attenzione a un piccolo bivio a sinistra, indicato da segni gialli e dal numero 5. Si prende questa via salendo in

modo piuttosto ripido nel bosco, cominciando a tornare verso il punto di partenza ma seguendo una via più alta di quella percorsa all’andata. Si sale fino al punto massimo toccato dall’itinerario, a quota 1570 circa. Poco dopo si incrocia il sentiero 496 che va seguito verso sinistra, cominciando a scendere in modo costante. In vista delle case si trova un bivio da cui occorre continuare ancora a sinistra (segni gialli), sempre in discesa. Ci si immette quindi in un tratto di mulattiera incassato che porta nella borgata, alle spalle della piccola cappellina sfiorata all’andata. Di qui si riprende la via già percorsa, tornando al punto di partenza.


La costa jonica salentina fra torri, dune e riserve naturali n angolo di eridione c e nisce il ric ia o della storia antica alla i ella nat ra rotetta in ita a ca inare tra estigia storic e aesaggi di rara elle a e tratti di costa ricc i di insenat re rocciose grotte e ro ontori n’idea da ettere nel cassetto e da rogra are nel ri o week end l ngo di ri a era

Testo e foto di Vito Paticchia

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La costa jonica salentina fra torri, dune e riserve naturali | Itinerari in Italia

a Leuca o in quella di Porto Selvaggio. Nei pressi del promontorio dove sono i ruderi di Torre Castiglione (2.75 km da Torre Lapillo), è possibile osservare gran parte delle tipologie di doline e di crolli fin qui descritti, comprese le fessurazioni di lunghi collassi lungo la falesia che si affaccia sul mare di quest’angolo magico di costa onica, difesa (a fatica e in ritardo) dai tanti danni alla biologia marina con l’istituzione di un’Area marina protetta che inizia da Torre Squillace e termina a Punta Prosciutto. Invece, per contenere (sempre in ritardo) la speculazione edilizia della costa, degli arenili e delle dune, è stata istituita la Riserva naturale orientata regionale Palude del Conte e dune costiere , da Torre Lapillo a Punta Prosciutto in provincia di Lecce. Tutela costiera che da Lecce prosegue senza interruzione nella contermine Provincia di Taranto, con la Riserva naturale orientata Salina dei Monaci e dune di Torre Colimena , entrambe oggetto del nostro itinerario. Rigogliosi alberi di tamerice e di palma gettano le loro ombre sulla spiaggia che accoglie gli ospiti del Camping Torre Castiglione. Oltrepassato quest’ultimo, si giunge a un promontorio roccioso dove non è difficile imbattersi in qualche camper che, nella solitudine di quest’angolo di paradiso si gode i rossi tramonti salentini o le fresche brezze che al mattino si spingono dal mare verso il litorale. Ci aspettano ora un pontile e una staccionata, per superare il canale di alimentazione e di collegamento del mare con uno dei bacini retrodunali costieri, utilizzati sia per bonificare zone paludose create da affioramenti di acque freatiche sia come antichi impianti di acquacoltura. Poi, dopo doline, scogli e falesie, a rappresentare un’altra eccellenza delle coste salentine, ecco Lido degli Angeli, una spiaggia di sabbia con una barriera dunale su cui crescono contorti alberi di ginepro coccolone, tamerici e olivastri, insieme ad arbusti di mirto e lentisco. Lidi dai nomi esotici si susseguono a occupare l’arenile, talvolta senza lasciare lo spazio minimo previsto per il libero transito, costringendo in alcuni punti a passare fra gli ombrelloni o a entrare in acqua. Si arriva ora all’altezza di un piccolo promontorio; qui,

La lingua di roccia con i ruderi di Torre Castiglione

Paesaggi straordinari, ideali per camminare in tutte le stagioni dell’anno, arricchito da riserve naturali di grandi interesse, popolate da stormi di uccelli migratori in transito tra l’Africa equatoriale e il Nord Europa ma anche dall’avifauna stanziale su un’area che conserva ancora parti di un muro perimetrale a secco, testimone di una qualche attività legata alla frequentazione di comunità dedite alla pastorizia, alla pesca o, come nel caso del vicino insediamento protostorico di Scala di Furno , nei pressi di Torre Chianca, alla produzione di ceramiche, è stata costruita una piattaforma panoramica. Il sito è stato frequentato dall’Età del Bronzo fino all’Età del Ferro ( VIII-VIII sec. a.C.), e ha ospitato un’area sacra praticata da greci, iapigi e messapi dall’VIII al VI sec. a.C.

Un ponte sul secondo canale di alimentazione del bacino retrodunale immette nel promontorio di Punta Grossa, che si attraversa percorrendo un sentiero che costeggia il litorale fino a un bunker oltre il quale si alternano insenature rocciose, spiaggette di sabbia e una depressione salmastra spesso frequentata dagli aironi. S’incontra quindi un nuovo ponte (a 3 km da Torre Castiglione): attraversatolo, si entra nella lunga spiaggia di Riva degli Angeli, sottoposta a interventi di ingegneria naturalistica per la riqualificazione dunale e retrodunale, in

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In cammino di Martina Fa ri

Preparare lo zaino per un trekking

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reparare lo zaino per un viaggio a piedi non è semplice. Dipende tutto da una singola decisione che influirà su tutti i giorni di cammino a venire: cosa è essenziale? Purtroppo la borsa di Mary Poppins esiste soltanto nel mondo delle fiabe. Lo zaino di un camminatore per un’escursione di un paio di settimane dovrà ospitare il suo armadio, la sua dispensa e la sua farmacia entro un volume e un peso ben definiti, da tenere in stretta considerazione quando andremo a riempirlo. Ovviamente non c’è un peso fisso, ma dipende molto dal nostro fisico, dall’allenamento e dalle esigenze di viaggio. Bisogna però considerare che dovremo portarcelo sulle spalle dalle cinque alle dieci ore al giorno per due settimane, per cui è importante non avere con noi attrezzatura inutile e organizzarlo nella maniera più pratica possibile. Per tenere ordinate le idee è utile redigere una lista che riporti nero su bianco tutto ciò che consideriamo di fondamentale importanza, tenendo a portata di mano una matita per aggiungere, o più spesso togliere, voci. Altra alleata vitale da avere accanto è la bilancia, che ci servirà per discriminare tra due oggetti diversi con la stessa

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Ci sono alcuni oggetti che non possono essere trascurati in nessuna stagione: una torcia, un paio di lacci delle scarpe di riserva, una bussola, cibo ad alto contenuto energetico. E una piccola farmacia da viaggio per le emergenze funzione ma peso differente, e per avere in qualsiasi momento un’idea di quanti chili stiamo per caricarci sulla schiena. Indispensabile è soltanto tutto ciò che sicuramente utilizzeremo almeno una volta lungo il cammino: meglio abbandonare una maglietta che una borraccia, avere mezzo chilo in più di cibo ad alto contenuto energetico piuttosto che di bagnoschiuma. Meglio avere un buon libro ma lasciare a casa il tablet, che appena scarico risulterebbe un peso inutile. Potremmo prevedere una batteria esterna per ricaricarlo, considerando però che aumenterebbe il peso di 300-500 grammi. Ne vale la pena? Indipendentemente dalla stagione in cui ci mettiamo in cammino, dobbiamo cercare di prevedere le condizioni climatiche che si potranno presentare lungo strada. La pioggia, per

esempio, e quindi inserire nella lista copri-zaino e k-way, magari con le cuciture termosaldate. Il caldo rende utili due o tre magliette di ricambio, un pezzo di sapone per sciacquarle a fine giornata e un cappellino anti-uv per quando il sole non lascia tregua. In estate inoltre è importante portare con sé dei sandali per dare riposo e ossigeno ai piedi alla fine della tappa, o per farsi una doccia di fortuna in scarse condizioni igieniche. Non dimentichiamo una felpa per la sera, o per quando cammineremo su sentieri ad altitudini elevate; meglio se di materiale tecnico, perché a parità di calore occupa meno spazio. Se prevediamo di attraversare tipi di terreno molto diversi tra loro, ad esempio pianura e alta montagna, potrebbe essere utile avere, oltre agli scarponcini, anche un paio di scarpe più leggere, tenendo però in considerazione che por-


Lombardia. I Cammini della Regina | cammini storici

l territorio lariano è da sempre un territorio cerniera proteso verso l’Oltralpe. In età romana, con l’espandersi verso nord dei con ni della Repubblica, vi assunse crescente importanza l’asse di percorrenza nordsud costituito dalla via d’acqua – il fiume Lario –, dai percorsi di terra ad essa collegati, e dalle vie di valico che ne erano il naturale sbocco transalpino. Alla ne del III secolo d.C., quando Milano divenne capitale dell’Impero, questo percorso assunse importanza nodale, tanto da entrare nella cartografia ufficiale: l’asse viario metteva in collegamento il nuovo centro del potere con Como, avamposto militare, base navale e polo commerciale proteso verso le Alpi. Il percorso via terra insisteva sulla sponda occidentale del Lario; oltre a Como aveva come punti chiave tra Samolaco e Chiavenna; da Chiavenna risaliva ai passi alpini, più direttamente verso lo Spluga (2114 metri sul livello del mare). Collegava così la pianura padana con Coira (Rezia) e quindi con l’Oltralpe centrale, e da lì con il Reno e il Danubio. Questa via di terra mantenne intatto per tutto il Medioevo il proprio ruolo di strada maestra, assumendo nel tratto lariano il nome di Via o Strada Regina ovvero “strada regia”, via selciata principale, di uso pubblico, e nel tratto valchiavennasco il nome di Via Francisca. Attualmente, oltre Chiavenna e fino a Thusis il percorso è denominato Via Spluga. L’importanza di questa via di comunicazione transalpina trova conferma nell’ampia documentazione di “passaggi” celebri, come quello di Erasmo da Rotterdam (1509), ohann Wolfgag von Goethe (1788), Hans Christian Andersen (1852 e 1873), Friedrich Nietzsche (1872), Michail Bakunin (1874) o Albert Einstein (1901), per non parlare della rovinosa discesa invernale in Italia delle truppe napoleoniche comandate dal generale MacDonald (1800). Trova anche una straordinaria conferma cartografica, tra le più antiche del modo moderno: a fine Quattrocento, la celebre Carta omweg (“Via di Roma” o “via romea”) di Erhard Etzlaub conservata al Bayerische Staatbibliothek di Monaco di Baviera.

Prima road map stampata dell’Europa centrale, la omweg di Etzlaub, pubblicata per il Giubileo del 1500 a supporto dei pellegrini diretti a Roma, prova come l’asse Via Regina - Spluga (Coira, Spluga, Chiavenna, Como, Milano, e poi Pavia, sull’itinerario di Sigeric, arcivescovo di Canterbury) fosse di fatto anche una “Via Francigena”, ovvero una via di pellegrini provenienti dal territorio germanico. Via storica quindi, ma anche via di pellegrini europei e di potenziale connessione con altre due grandi vie di pellegrinaggio europee: la Via Jakobi o Jakobsweg (il moderno Cammino di Santiago) svizzero-tedesca, passante proprio da Coira, e la via Francigena di Sigeric, facilmente raggiungibile a sud di Milano. Una Via storica di grande importanza, ma anche uno splendido itinerario pedonale transalpino dal lago di Como alla Svizzera e al resto d’Europa, da riproporre oggi ai moderni pellegrini, e più generalmente a tutti coloro che, sempre più numerosi, amano riscoprire ampi tratti di territorio in nuova visione lenta e sostenibile.

Dalla ia Regina ai moderni Cammini Di questo tracciato transfrontaliero europeo, nel 2013 l’associazione Iubilantes si è fatta promotrice della valorizzazione del tratto italiano “forte”, praticabile in tutte le stagioni: il tratto da Campodolcino, sulla Via Spluga, a Como. Centocinque chilometri di bellezza che si snodano tra l’azzurro del lago e il verde delle montagne in ambienti straordinariamente variegati: montagne, lo Spluga e la Val San Giacomo con le sue aspre gole scavate dal vorticoso torrente Liro; valli (Valchiavenna), fiumi (Mera, Adda) e lo splendido lago di Como. Vi si incontrano aree naturalistiche protette uniche in Europa, splendidi monumenti,

Iu ilantes è un’organizzazione di volontariato culturale che ama riscoprire il mondo al passo lento e attento dell’antico pellegrino, senza mai perdere di vista i valori fondamentali del pellegrinaggio: la solidarietà, la condivisione, l’accoglienza, il gusto del contatto con i luoghi e con la storia. L’organizzazione è co-fondatrice della Rete dei Cammini. iubilantes@iubilantes.it www.iubilantes.eu

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Cammini storici | Lombardia. I Cammini della Regina

Nuo a ita ai cammini La riscoperta e la valorizzazione dell’antico percorso storico è stata possibile grazie al progetto I Cammini della Regina. Percorsi transfrontalieri legati alla ia Regina finanziato e attuato nell’ambito del Programma di cooperazione territoriale Italia-Svizzera, con capofila il polo comasco del Politecnico di Milano. Grazie alla sinergia di competenze di esperti in itinerari culturali, amministrazioni, progettisti del paesaggio, ingegneri geomatici, architetti e designer, il progetto si è concluso nel 2015 realizzando gli strumenti per riscoprire e rilanciare le potenzialità culturali e turistiche di questo importante itinerario e del territorio limitrofo. Attraverso il sito www.viaregina.eu è possibile accedere a una mappa interattiva dell’intero itinerario. L’utente pu vedere il percorso nel dettaglio con i punti di interesse classificati per categorie, le caratteristiche morfologiche del tracciato e le informazioni di utilità pu calcolare le distanze, costruirsi le tappe e scaricarsene le mappe corredate da profilo altimetrico e le tracce GP . Usando l’App creata pu rilevare e segnalare ogni cambiamento e ogni elemento errato o mancante. Le informazioni, una volta verificate, andranno ad aggiornare il geoportale. Mai come oggi, insomma, è vero il detto secondo cui Il cammino si fa camminando . Su supporto cartaceo si trovano invece la guida, le credenziali e la carta escursionistica. Il tutto è disponibile gratuitamente sul portale www.camminiregina.eu attraverso la pagina “contatti”.

Quando Milano divenne capitale dell’Impero romano questa via assunse grande importanza come collegamento con l’Europa tra cui il Sacro Monte patrimonio UNESCO, chiese del più antico romanico lombardo ma spesso arricchite di forme, affreschi e decori rinascimentali e barocchi, il tutto frutto del lavoro dei celebri Magistri Cumacini. E ancora il Castello di Rezzonico, palazzi come il Gallio a Gravedona, ville di delizia e parchi principeschi famosi in tutto il mondo. Ma vi si incontrano anche manufatti del vivere e del lavoro quotidiani: muri a secco, nuclei storici di monte e di lago, ponti medioevali, terrazzamenti secolari frutto di tecniche tramandate tra le generazioni. Centocinque chilometri di bellezza tutti da riscoprire camminando a piedi, con lentezza, per gustare il territorio in modo unico, in un piacevole dialogo con la natura, il paesaggio, l’arte, la storia, la cultura e le tradizioni locali. Un territorio nel quale il viandante lento e attento può scoprire una fitta e antichissima rete di rimandi storici, geografici e culturali proprio a quel mondo transalpino che è uno degli sbocchi naturali di questo percorso.

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Oltre il Lario: verso il Reno e verso il Po I Cammini della Regina sono un formidabile asse di interconnessione non solo con la Via Gottardo ma anche con i due itinerari storici più importanti d’Europa: il Cammino di Santiago tedesco e francese, e la via Francigena di Sigeric. Sono un vero passaggio cruciale che sottolinea il ruolo strategico della Lombardia fra il nord e il sud delle Alpi. Verso nord i Cammini della Regina proseguono attraverso Spluga, in direzione Coira, tappa della Via Jakobi svizzeragrigione; da lì poi, attraverso la bellissima sentieristica svizzera, è possibile confluire, lungo il Reno, a San Gallo e a Rorschach, sul lago di Costanza, polo della grande Via Jakobi franco-tedesca. Verso Sud invece, da Como è naturale il collegamento con Milano seguendo la direttrice del cosiddetto Cammino di San Pietro da Como a Sant’Eustorgio, sull’asse della via romana Comum-Mediolanum. Si esce poi dalla metropoli

toccando il parco delle Basiliche, si percorre l’asse di Porta Romana toccando Melegnano e Lodi vecchio e da lì si giunge a Corte Sant’Andrea, l’antico guado francigeno del Po. Da lì il cammino per Roma prosegue senza difficoltà sulla Via Francigena “ufficiale”.

In pratica Tutte le informazioni tecniche, turistiche, culturali e logistiche relative ai Cammini della Regina tra Como e Campodolcino e ai suoi percorsi transfrontalieri sono disponibili sul geoportale a cui si accede dal sito www.viaregina.eu Dei Cammini della Regina non vengono segnalate tappe prestabilite: il camminatore è libero di costruire il percorso secondo le proprie preferenze. A titolo indicativo i 105 km da Campodolcino a Como si possono percorrere in 7 comode tappe, ritagliandosi il tempo per scoprire le straordinarie bellezze dei luoghi. Il percorso è classificabile come turistico/escursionistico, e


Dalla cittĂ etrusca sul Bisenzio al Lago degli Idoli sul Monte Falterona Alla ricerca degli itinerari pedonali degli antichi abitanti della penisola, inseguendo culture e credenze millenarie, ma anche i segni lasciati sul terreno e le indicazioni di studiosi e archeologi. Perch anche il camminare pu essere un modo per rivivere a fondo la storia ricollocandola nel suo contesto originario

Testo e foto di Gianfranco racci illustrazioni di Giovanni Caselli

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Dalla città etrusca sul Bisenzio al Lago degli Idoli sul Monte Falterona | Itinerari nel mon o

essere condotto alle stanze della guarigione”, dove gli era stato indicato un giaciglio semplice ma pulito e comodo. Velthur, il tuo possente fisico dotato di muscoli gonfi di buon sangue, indicano con certezza la tua condizione di valente guerriero ma la tua ferita è molto brutta, profonda e infetta. Dovrai dunque spalmare sul braccio il limo che viene dal fondo del lago sacro ai nostri dei, Artume e Aplu. Il limo agirà durante il riposo notturno, mentre durante il giorno seguirai quanto Clavtie, il camthi tesham che ti assiste, ti ordinerà di fare lui sarà il tuo guardiano e il tuo consigliere. gni mattina dovrai costeggiare il laghetto da destra verso sinistra, seguendo il corso dell’astro principale che Aplu ha voluto concedere al popolo asna e successivamente dovrai lavare la ferita per poi immergere l’arto nell’acqua, secondo le istruzioni del tuo tutore. Nel pomeriggio ti ritirerai in preghiera di fronte all’altare dedicato alla dea ni, l’Ati-aisna del nostro popolo, Dea Madre per eccellenza. La invocherai affinché ti conceda la grazia della guarigione» fece una pausa prima di avvicinarsi e poggiare la mano aperta sulla testa del guerriero. Dovrai avere pazienza e fede nel volgere di qualche giorno sentirai venir meno il dolore ma dovrai sempre attenerti a quanto Clavtie ti dice di fare e alla dieta che ti sarà imposta. Infine al tuo ritorno, dovrai sacrificare un capretto le cui carni offrirai ai poveri della tua città. Infine, a guarigione avvenuta, tornerai qui e getterai nel lago un e voto in bronzo che riproduca il braccio ferito e poi guarito». Il brano riportato qui sopra, tratto da un romanzo che Marco Parlanti ed io abbiamo già scritto ma non ancora pubblicato, dà l’dea di cosa poteva capitare a un pellegrino etrusco giunto al Lago degli Idoli sul Monte Falterona, oggi compreso nel territorio del

Alcuni degli ex voto rinvenuti in passato possono essere ammirati al British Museum di Londra e all’ ermitage di Boston Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterina, Camampigna. Gli ex voto che conosciamo sono stati recuperati sia nell’Ottocento sia pochi anni fa. Alcuni dei primi ritrovamenti vennero venduti legalmente al British Museum di Londra e a diversi altri musei quali l’ ermitage di Boston, dove sono ancora esposti. Gli altri sono visibili al museo archeologico del Casentino in Bibbiena. Giunti a questo punto, però, il lettore si chiederà: Ma che c’entra tutto questo con il camminare . Ebbene c’entra, eccome. Infatti, alcuni dei redattori della rivista dedicano parte del loro tempo anche alla ricerca delle antiche vie di pellegrinaggio. E quella citata

è forse una delle più antiche. A confermarlo è anche il professor Gregory Warden che da anni scava il sito etrusco di Poggio Colla (Vicchio di Mugello), risalente all’VIII secolo a.C. Nella zona in cui si svolge la ricerca archeologica, la sua équipe ha rinvenuto importanti manufatti, fra cui anche un’antica stele nelle fondamenta del tempio. Il reperto mostra una lunga iscrizione in etrusco, ancora inedita. L’archeologo pensa di aver rinvenuto le prove che gli etruschi delle varie città vicine – Vipsul (Fiesole), Artimino, Visenthia (Prato), Kainua (Marzabotto), ecc... – si recassero regolarmente in pellegrinaggio fino a Laghetto degli Idoli, situato a poche centinaia di metri dalle sorgenti dell’Arno,

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In montagna testo di Ste ano Fenoglio

Il miracolo dei laghi alpini Dove si specchia il cielo Sono luoghi da favola e regalano paesaggi capaci di emozionare il camminatore. Ma come si sono formati? E quali forme di vita li popolano? Gli studiosi sostengono che, dal punto di vista geologico, gli specchi d’acqua sparpagliati tra le montagne siano laghi “giovani�. Cosa signi ca? I laghi alpini sono sistemi estremamente delicati e sensibili alle alterazioni, mal sopportano l’immissione di sostanze organiche o di materiali estranei, che non possono essere metabolizzati o trasformati e possono causare pesanti danni ambientali Aprile Maggio 2016 / camminare 50


Testo di Mauro Baldassarri

Viva la pappa! Un occhio alla dieta di Fido Che cibo dobbiamo dare al nostro cane? Fresco o crocchette? Di marca? Preparato in casa o industriale? Il nostro amico a quattro zampe è un carnivoro che si è adattato anche al consumo di cibi diversi per effetto della prolungata vicinanza con gli esseri umani. Il cane è quindi un animale generalmente facile da alimentare, ma questa facilità non deve mai condurre alla trascuratezza, e soprattutto non deve trasformarsi in un pretesto per alimentare il nostro amico come noi Aprile Maggio 2016 / camminare 56

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Dog walking


Viva la pappa! Un occhio alla dieta di Fido | Dog walking

sull’alimentazione degli animali) attualmente in vigore per il triennio 2015-’17, che istituisce un sistema di controllo degli alimenti animali lungo tutta la filiera. Ovviamente anche nel campo umano esistono delle linee guida per l’alimentazione, che possono riassumersi ad esempio con la cosiddetta piramide alimentare e con la definizione di livelli calorici minimi e massimi da assumere per non incorrere in iper o ipo nutrizione. Nel nostro caso specifico di camminatori potremo quindi documentarci, magari chiedendo consiglio a uno specialista in nutrizione (dietologo, dietista, nutrizio-

nista), su quale sia il miglior regime alimentare in base alle nostre caratteristiche e in base al tipo di impegno fisico cui vogliamo dedicarci, tenendo sempre ben presenti alcune regole base, come ad esempio evitare i pasti troppo abbondanti e l’immediata ripresa della camminata subito dopo, assumere liquidi con continuità senza aspettare che sopraggiunga la sete, privilegiare alimenti che non provocano bruschi rialzi glicemici (ad esempio: meglio il cioccolato fondente amaro che quello dolce al latte), i cereali, la frutta secca e fresca senza dimenticare il contributo proteico (carne, pesce, legumi) importante per alimentare i muscoli.

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Ritorna a Genova la Famil Run, camminata per coinvolgere le famiglie alla grande festa de La Mezza di Genova. A grande richiesta la novità 201 : la passeggiata per famiglie si arricchisce della Dog s Famil Run per portare con s il proprio amico a quattro zampe. L evento inserito nel programma ufficiale de La Mezza di Genova si svolgerà domenica 2 aprile 201 dalle ore 10,15 con partenza dal Porto Antico di Genova, di fronte a Palazzo San Giorgio. La camminata è aperta a tutti, adulti, bambini, e agli amici pelosi a quattrozampe Lunga circa 3.5 km (fra andata e ritorno) percorre il famoso centro storico di Genova risalendo i caratteristici carrugi per poi ridiscendere al mare. Ecco il percorso: Porto Antico, piazza Caricamento, via San Luca, via Lomellini, via Cairoli, via Garibaldi, piazza Fontane Marose, via Luccoli, piazza San Matteo, piazza De Ferrari, via San Lorenzo, piazza Caricamento, Porto Antico. Iscriversi è semplicissimo basta andare sul sito www.lamezzadigenova.it e cliccare su Famil Run→Iscriviti ora Oppure direttamente presso il illaggio Eventi di piazza Caricamento da venerd 15 aprile fino a domenica, prima dell inizio dell evento. Quota di iscrizione euro. Presso gli stand del illaggio si potranno ritirare il pettorale e il pacco-gara contenente la maglietta della manifestazione e i gadget offerti dagli sponsor. Al termine della camminata tutti coloro che hanno indossato il pettorale riceveranno la Medaglia di partecipazione Anche la Dog s Famil Run, come la “mezza” è organizzata dalla ASD Podistica Peralto Genova.

Attenzione alle intolleranze alimentari. Capita spesso di cani alimentati a crocchette a cui i conduttori la domenica somministrano le stesse cose che mettono sulla tavola umana. Col risultato che spesso l’animale si ritrova con problemi intestinali Una buona strategia alimentare quindi sarà sicuramente una delle componenti che contribuiscono alla riuscita di una bella camminata. Stesso discorso per il nostro quattrozampe, anche se in questo le cose sono un pochino più semplici. Lui mangia due volte al giorno e non è necessario derogare dalle buone abitudini quotidiane, salvo però tenere sempre presente che la sua digestione è più lenta della nostra e quindi anche per lui mettersi in cammino dopo il pasto richiede un po’ di tempo. I consigli del veterinario di fiducia, che conosce bene il nostro cane saranno ovviamente preziosi, e anche la consulenza del negoziante di prodotti per animali sarà d’aiuto, magari non tanto per scegliere quale alimento comprare, quanto magari per capire meglio cosa c’è scritto sulle etichette. Poi ciascuno farà le proprie scelte.

Per segnalare iniziative di cammino in compagnia degli amici a quattro zampe scrivi a dogwalking@camminareweb.it oppure a info@camminareweb.it

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Trekking someggiato Lorenzo Ger asone

Trekking con l’asino Prepariamoci per un’escursione Affrontare un’escursione con l’asino ha molti vantaggi, ma c’è qualcosa da sapere prima di partire. L’animale trasporterà i nostri bagagli in cambio di affetto e attenzioni particolari... Prima di mettersi in cammino è molto importante fare conoscenza con l’animale che ci accompagnerà. Avviciniamoci senza gesti bruschi e lasciamoci annusare: diventeremo buoni amici! Aprile Maggio 2016 / camminare 64


Trekking con l’asino. Prepariamoci per un’escursione | Trekking someggiato

asini composta da due o tre animali che camminano in fila indiana, il conduttore si pone alla testa o alla coda. Quando però si fanno escursioni con i bambini è bene che ogni asino abbia il proprio accompagnatore, per evitare anche la più piccola incertezza durante l’andatura. In genere l’età dei partecipanti all’escursione influisce anche sul numero di tappe: una camminata a cui partecipano molti bambini dovrà prevedere molte soste e una difficoltà minore.

alc e giorno di ca ino Se si decide di affrontare un trekking di più giorni, il conduttore dovrà predisporre le tappe in anticipo, prendendo accordi con i rifugi in cui si passerà la notte oppure prevedendo l’attrezzatura per trascorrere la notte in

Ri assiamo l inglese Inutile difendere l’italiano a spada tratta, l’inglese ha ormai invaso ogni ambito della nostra lingua, e spesso i termini anglosassoni sono assai più usati dei corrispettivi italiani. Ma è bene conoscerne l’esatto significato per evitare incomprensioni (o innocenti brutte figure). Il Tre ing è un lungo viaggio a piedi di più giorni. i ing indica invece l’attività di chi compie una gita a piedi con andata e ritorno in giornata.

tenda. In entrambi i casi alla fine della giornata di cammino l’asino avrà bisogno di alcune attenzioni. Bisognerà scaricarlo e poi togliere il basto, spazzolare il pelo del dorso per aiutarlo ad asciugarsi dal sudore, controllare che sotto gli zoccoli non si siano infilate delle pietruzze che potrebbero creare dei fastidi il giorno seguente. Bisognerà poi preparare un giaciglio. Se passeremo la notte in tenda, o se la struttura che ci ospita non ha un ricovero, sarà sufficiente un recinto di fortuna: se l’animale è abituato starà tranquillo al suo posto tutta la notte. Infine dovremo nutrirlo per fargli riprendere le energie spese durante la giornata. Il miglior nutrimento è il pascolo, ma se l’erba fresca non fosse disponibile bisognerà aver predisposto del fieno, e magari una piccola ricompensa, ad esempio del mangime fioccato. Per la notte sarà bene lasciargli a disposizione acqua e un po’ di fieno. Se la nostra intenzione è quella di camminare per un giorno o per alcuni giorni consecutivi, facendoci trasportare i bagagli sul dorso di un asino, la cosa migliore è sicuramente affidarci a un professionista. E con questi consigli non cominceremo del tutto impreparati.

L’asino trasporterà i nostri bagagli, ma toccherà a noi camminare. Cerchiamo di scegliere il percorso più adatto valutando con onestà il nostro stato di allenamento al cammino

Alessandro Magno e l asinaio Lo scrittore latino alerio Massimo, nella sua opera chiamata “Fatti e cose varie da ricordare” racconta di un asinaio astuto e crudele che grazie alla sua furbizia riusc a salvare la pelle sacrificando l’asino. Una profezia aveva esortato Alessandro il Grande, re dei Macedoni, a uccidere colui che avrebbe incontrato per primo uscendo dalla porta. Questa malaugurata sorte tocc a un asinaio. Quando Alessandro gli spieg il motivo per il quale stava per essere ucciso, l’uomo lo ferm : Il fato disse ha destinato un altro a questa sorte. L’asinello che spingevo ti ha incontrato prima di me . Cos l’asinaio si salv destinando il suo povero animale a una fine ingiusta.

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InSALUTE di Santo Al onzo Responsabile servizio prevenzione e salute sul lavoro ASL CN-1, Piemonte

Trasporto attivo Una soluzione per salute e ambiente

L

’anno appena concluso ha lasciato molte città italiane nella nebbia . Le aree urbane hanno dovuto fare i conti con alti livelli di inquinamento atmosferico e molti capoluoghi di provincia hanno superato la soglia limite giornaliera di 50 microgrammi al metro cubo di polveri sottili, assai dannose per la salute dell’uomo ed in generale del pianeta. Gli amministratori locali devono cercare soluzioni idonee urgenti per tutelare la nostra prima fonte di energia: l’aria che respiriamo. Occorrono nuove tecnologie, nuovi carburanti e nuovi stili di vita. Anche nel nostro piccolo, però, possiamo dare un contributo mettendo in pratica il cosiddetto trasporto attivo. La promozione del trasporto attivo, come attività fisica quotidiana, è considerata dall’Oms doppiamente vantaggiosa perché fa bene alla salute e può portare effetti benefici all’ambiente. Per i brevi spostamenti, ad esempio, si consiglia di preferire la bici o la camminata all’automobile, in modo da ridurre l’inquinamento e le emissioni di anidride carbonica. Per mantenerci in forma non occorre praticare sport a livello agonistico, basta incrementare il trasporto attivo: camminare o pedalare. Un recente studio (condotto presso la

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Lo sostiene anche l’Organizzazione mondiale della Sanità: il trasporto attivo, declinato come attività fisica quotidiana, ha effetti vantaggiosi che coinvolgono in benessere dei soggetti che lo praticano ma anche l’ambiente, su cui ricadono meno inquinanti legati all’uso dei mezzi motorizzati. Inoltre, camminando o pedalando, ha benefici sulla psiche e riduce i livelli di stress Facoltà di Scienze e Sanità Pubblica della London School of ygiene and Tropical Medicine e l’UCL Institute of Child ealth di Londra) sostiene che il trasporto attivo, praticato da adulti e bambini su tragitti medio-lunghi, può avere ricadute positive sull’ipertensione, sul diabete di tipo II, sulle malattie cardiovascolari, su disturbi psichiatrici e in generale dell’umore, e può ridurre il rischio di tutte le cause di morte. È stata effettuata una revisione sistematica che ha raccolto e analizzato tutti gli studi prospettici di coorte e di intervento, con l’obiettivo di ricostruire un quadro completo delle evidenze relative agli effetti delle forme di trasporto

attivo sulla salute. Sono state consultate 11 banche dati e selezionati 24 studi, realizzati in 12 Paesi, di cui 18 effettuati su popolazione adulta con il controllo della pressione sanguigna, dei livelli di colesterolo e del peso corporeo. Lo studio, in sostanza, dimostra che abbandonare il più possibile uno stile di vita sedentario, caratterizzato dallo spostamento passivo (tramite automobili) e camminare invece di buon passo (almeno 30 minuti per 5 giorni la settimana) può già essere un comportamento considerato attivo e utile a favorire effetti salutari sulla persona e sull’ambiente. Le raccomandazioni indicano la pratica minima di 150 minuti di attività fi-


Piede, bacino, schiena. La buona postura inizia in basso | InSalute

gli altri disturbi ad esso collegati: caviglia che iperprona, ginocchio valgo ( a ), dolore all’anca, iperlordosi lombare. In sostanza, l’alluce valgo è solo una spia che ci avverte che tutto il nostro peso è distribuito male, che abbiamo cioè una postura scorretta.

Co e si inter enire Quanto un tavolino traballa che cosa facciamo Massaggiamo le gambe, mettiamo corsetti, oppure inseriamo qualcosa sotto la gamba per stabilizzarlo Questo linguaggio poco convenzionale serve a far capire il concetto: in questa epoca di iperspecializzazione si perde a volte il contatto con il buon senso. Un dolore al ginocchio è spesso dovuto a un appoggio scorretto della caviglia, e lo stesso si dica per il dolore all’inguine, all’anca, alle vertebre.

Chi opera inserendo protesi di anca e ginocchio, senza porsi il problema di riequilibrare il bacino, non risolve la causa del disturbo. Analizzando invece l’inclinazione del bacino e inserendo dei piani inclinati per ri-allineare le caviglie, le ginocchia, le anche, le vertebre, si agisce alla fonte del problema. Non ha senso fare iniezioni di acido ialuronico in un ginocchio valgo: il ginocchio continuerà a lavorare in modo sbagliato e si finirà con il dover mettere una protesi. a senso invece raddrizzare il ginocchio in modo che la gamba lavori in asse e le facce articolari di tibia e femore non sfreghino più. Può essere d’aiuto anche la radiografia del ginocchio che deve sopportare il peso maggiore. Serve per studiare le rime articolari, cioè lo spazio tra tibia e femore, per poi posizionare i cunei in modo appropriato o per decidere di non metterli. I cunei laterali peggiorano infatti l’iperlordosi lombare, è

Un bacino perfettamente orizzontale, con la cresta iliaca destra e sinistra alla stessa altezza, è fondamentale: scoliosi, cifosi ed ernia del disco (sciatica) si formano quando la schiena poggia su un bacino inclinato

L’appoggio del piede influenza caviglia, tibia, femore e bacino, fino alla schiena: avere i muscoli dell’arco plantare deboli può causare gravi problemi alla postura del corpo consigliato quindi evitarli a meno che la rima mediale sia scomparsa facendo sfregare tibia e femore direttamente. Un bacino perfettamente orizzontale, con la cresta iliaca destra e sinistra alla stessa altezza, è fondamentale: scoliosi, cifosi ed ernia del disco (sciatica) si formano quando la schiena poggia su un bacino inclinato. Nel 96 dei casi di eterometria del bacino (bacino slivellato) le gambe hanno la stessa lunghezza, è quindi sbagliato e dannoso metter un rialzo sotto il piede corrispondente alla cresta iliaca del bacino più basso. Ma se le gambe hanno la stessa lunghezza, allora come mai alcuni soggetti hanno una cresta iliaca più bassa dell’altra Questo succede perché i muscoli che sostengono l’arco longitudinale di un piede sono più deboli dei muscoli dell’altro piede. Questo provoca il cedimento dell’arco longitudinale sotto il peso del corpo, che a sua volta provoca l’iperpronazione della caviglia, ovvero il cedimento verso l’interno, la rotazione del femore verso l’interno, e infine la rotazione in avanti della cresta iliaca, con la conseguenza del bacino livellato. In questi casi, ovvero 96 volte su cento, per allineare il bacino non serve un rialzo, ma un supporto che inclini il piede di una gradazione.

P è un medico con specializzazione in medicina interna, geriatra e gerontologo. esperto nella cura del piede e della postura, e nella produzione di plantari personalizzati per bilanciare il bacino. info@footclinic.it - www.footclinic.it www.piede.info www.scarpecomode.info

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