Un furetto è un Dono, non un regalo!

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Anno 13 - n.79

FURETTOMANIA INFORMA

NOVEMBRE DICEMBRE 2012

EDITORIALE Un furetto è un dono, non un regalo! di Patrizia Puccetti -Ufficio Adozioni Centrale Furettomania-ONLUS Gli animali come regalo, sotto l'albero o per un compleanno, una promozione o un qualche evento, destinatari spesso bambini e ragazzi ma a volte anche adulti. Un tenero cucciolino, qualche volta notoriamente desiderato, altre come sorpresa. Che c'è di male?

associazioni del settore divulgano su questo tema.

Perché non andrebbero regalati gli animali e men che mai a Natale? Le motivazioni sono varie, tra le prime perché il decidere di passare una parte della propria vita come responsabili di una creatura che dipende da noi non dovrebbe essere la scelta di un altro, né come momento né come scelta del preciso soggetto.

Beh ad esempio che spesso queste sono bombe ad orologeria, a volte nemmeno troppo a lungo termine, infatti nelle settimane successive al regalo (ma soprattutto alla successiva estate...) succede l'abbandono del furetto, parliamo di furetti perché ovviamente a noi premono in particolare loro, ma può riguardare ogni tipologia di animale. Ci preme infatti che questo sguardo sia a 360° per ogni tipo di animale e approfittiamo per condividere qui alcune campagne di sensibilizzazione che vari enti e 3


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Avere cura di un furetto è un impegno gravoso, un esperienza ovviamente anche meravigliosa se fatta con consapevolezza, ma è molto importante anche "innamorarsi" del piccolo che ci colpisce al cuore, guardarlo negli occhi, scegliersi e fargli una promessa di lealtà.

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Certamente non è questa una consapevolezza che si può pensare di affidare a dei bambini. Questo è infatti un tipico malinteso con i genitori che sovente chiedono di adottare (piuttosto che di acquistare) perché il proprio figlio abbia un animale da compagnia, certo saranno loro a firmare l'adozione ma poi "se ne occuperà il bambino".

Certo può accadere anche se l'animale arriva in dono, inaspettato o meno, che scocchi la scintilla, ma è già talmente delicata l'alchimia che fa si che ci si leghi indissolubilmente (si spera...) ad un animale che non è saggio rischiare di "combinare famiglie" solo perché è capitato, ma senza una profonda convinzione di fondo, sono poi questi legami più a rischio, difficilmente si riesce a disfarsi di una creatura che abbiamo scelto e tanto amato, diverso è con qualcuno che ci siamo ritrovati in casa senza coinvolgimento.

Questo non è pensabile, per quanto sia certamente una sana e saggia decisione per tante ragioni quella di far crescere i propri figli a contatto con gli animali, è chiaro, ma non così evidente per molti, che l'esperienza che si fa, la si fa insieme in famiglia, che è l'adulto che dovrà preoccuparsi che l'animale stia bene, che il modo di giocarci e di accudirlo del bambino sia appropriato, che ogni sua disponibilità, di cibo di acqua e d'igiene sia corretta, che sia seguito e portato all'occorrenza da un veterinario specializzato.

Certamente agendo anche in modo discreto, come supervisione in modo che il bambino possa sentire l'orgoglio di fare l'esperienza e trarne educazione e crescita. Ma è fondamentale la consapevolezza che il bene del furetto vada tutelato con attenzione e competenza di adulti e che non è un giocattolo interattivo con diritti secondari.

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A questo spesso ci sentiamo fare osservazioni del tipo "il bambino viene prima" come se ci fossero una competizione o un paragone possibili. Quando si pone attenzione sui rischi di una gestione molto delegata a minori, sui piatti della bilancia evidentemente non si pone da un lato la sopravvivenza, la salute e il benessere del furetto e sull'altro quella del bambino! Si pone invece su un piatto la sopravvivenza, la salute e il benessere del furetto e sull'altro che il bambino abbia la piena libertà di divertirsi come crede col suo animale/giocattolo senza che questo passi per una corretta e lucida attenzione a tutte le priorità del furetto che se non rispettate lo renderanno un animale a rischio di fughe, schiacciamenti, malnutrizione, stress e quant'altro.

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Per non parlare del fatto che, come è comprensibile, un bambino può non avere sviluppato la costanza necessaria negli anni perchè il rapporto con il furetto permanga centrale e non venga soppiantato da nuovi interessi, nuovi amici, sport, fidanzatini ecc. e finisca per dimenticare il piccolo in gabbia, inascoltato e inosservato per il resto dei suoi giorni o alla fine ceduto sottoponendolo al trauma del cambio di famiglia.

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Ma perché non ci appaia uno sguardo troppo aspro concentrato sui bambini, sempre comunque incolpevoli di queste dinamiche che devono sempre essere valutate e gestite dagli adulti, diciamolo anche, che un po' tutto quanto si è detto è sostanzialmente sovrapponibile alla descrizione dell'agire di molti adulti! Che troppo spesso la leggerezza, inconsapevolezza, persino arroganza, con cui si intraprende la responsabilità di convivere con un animale nasce nella scarsa educazione del bambino di oggi che sarà l'adulto di domani. Cominciamo da subito ad avere familiarità e la buona abitudine in ogni stagione della vita all'etica e il rispetto delle creature con cui dividiamo le nostre vite, che ci danno e ci insegnano tanto e che meritano di ricevere rispetto e considerazione.

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