Furettomania Informa Gennaio Febbraio 2013

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Furettomania Informa


Anno 14 - n. 80

FURETTOMANIA INFORMA

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Furettomania Informa

GENNAIO - FEBBRAIO 2013 Periodico bimestrale di informazione mustelide riservato ai Soci di Furettomania

Direttivo News

Sommario pag. 1 Sommario pag. 1 Direttivo News pag. 1 Redazione pag. 2 Editoriale

Quest’anno per la Pasqua solidale non perdere le buonissime colombe e la cioccolateria, contatta amministrazione@furettomania.com!

pag. 5 Forse non tutti sanno che...

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pag. 9 Dica Pot Pot

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pag. 14 Parenti mustelidi

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pag. 17 Molto rumore per nulla

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pag. 10 Parenti mustelidi

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pag. 17 Molto rumore per nulla

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pag. 19 Condiviso con voi pag. 23 Gran Bazar

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Redazione

pag.25 Focus on: lo staff racconta Memorial Day

Direzione e Supervisione: Consiglio Direttivo Furettomania ONLUS

pag.26 Focus on: I soci raccontano: Giulio

Capo Redattori: Ariela Trovato e Patrizia Puccetti Consulente Scientifico: Claudio Cermelli

pag 28 Cercano ancora casa pag. 29 Bricoferret

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Collaboratori di Redazione: Lo Staff e i Soci

pag. 32 Adozioni Gennaio - Febbraio

Grafica e impaginazione: Chiara Vercesi

pag. 34 Il ponte dell’arcobaleno

Spedizioni web: Gaia Franzoso

pag. 35 Passaparola:

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pag.37 Il Furoscopo

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A questo numero hanno contribuito: Paolo Selleri, DMV - Nicola Di Girolamo, DMV Isabella Cimino socia Furettomania informa Edizioni Furettomania onlus Via Petrarca n.12 21012 Cassano Magnago (Varese)

pag.36 Volontari in FM pag. 38 La campagna del mese: Sterilizzazione e smarrimenti

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Editoriale Comunicare! Comunicare! Comunicare! Da circa quindici giorni tra le nostre mura domestiche viene condotto un esperimento; certo, quindici giorni non sono niente per enunciare una teoria comportamentale assoluta, ma quanto meno sono un buon punto di partenza per una serie di riflessioni. Vi sono da fare un paio di premesse: innanzi tutto la mia passione sviscerata per l’etologia e l’osservazione del comportamento animale, nata a undici anni quando mia zia mi regalò “L’anello di re Salomone” di Konrad Lorenz; secondo, l’incontro con il mio professore di biologia, il quale mi raccontò un apparentemente simpatico aneddoto sull’orsetto lavatore, più correttamente conosciuto come procione. Questo delizioso e intelligente animale viene definito “lavatore” per l’abitudine che ha, appunto, di lavare il cibo nell’acqua prima di mangiarlo; quale igienica creatura! In realtà, questo comportamento è stato riscontrato solo negli animali tenuti in cattività: studi e osservazioni hanno portato alla conclusione che quella di immergere il cibo in acqua è in realtà una sorta di psicopatologia, una spinta coatta a reperire il nutrimento nei fiumi talmente forte che se privato della sua abituale modalità di predazione, il procione comunque “interpreta” il rituale della caccia. Questo racconto mi è più volte venuto in mente osservando gli animali domestici che ci affiancano come compagni di vita, soprattutto a riguardo della comunicazione interspecie. Per esempio, il cane è un animale altamente sociale, i cui parenti selvatici più stretti vivono in branco e per tanto la loro mimica comunicativa è ricca di sfumature, precisa nel descrivere gli stati emotivi e ampiamente diversificata a seconda dello stato d’animo; inoltre, la comunicazione corporea è accompagnata da una discreta gamma di modulazioni vocali (ringhi, guaiti, uggiolii, abbai di varia tonalità e intensità).

E il furetto? Il suo equivalente selvatico, la puzzola europea, è un animale schivo e solitario, che non conduce vita di branco. La mimica corporea del furetto, infatti, è in linea di massima occulta e solo chi li ha avuti intorno per un po’ riesce a distinguere le varie espressioni. Inoltre, è un animale solitamente silenzioso. Molto spesso, infatti, la frase che mi sento dire, anche da chi è abituato a maneggiare altri animali, è che il furetto morde a tradimento, senza preavviso, senza segnali di avvertimento; da qui a definirlo “cattivo” il passo è breve. La mia risposta solitamente è un serafico “solo perché non la vedi non vuol dire che una cosa non ci sia”. Valevole per gli atomi, l’aria e un sacco di altre cose. Ma torniamo all’esperimento. Coriandolo, ultimo arrivato in casa, è un furetto adulto ma di piccole dimensioni, ipercinetico e praticamente sempre sveglio: dove c’è un po’ di movimento, per lui è gioia e gioco. È desideroso di avere un contatto molto dinamico, è insolitamente portato verso una vita di branco, che deve essere costante e numeroso. È anche poco preciso nell’uso della lettiere, per cui tutt’ora siamo sotto training. Recentemente ha scoperto l’acqua del rubinetto del bidet: come alla maggior parte degli animali, anche a lui piace bere l’acqua corrente. Per un po’ ha provato ad imitare Cannella che, di stazza ben maggiore, salta agilmente nel bidet in piena autonomia. Ma Coriandolo è di zampa corta e nonostante i suoi reiterati sforzi il bidet resta irraggiungibile.


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I possibili esiti di questa messinscena sono: a)io non lo noto e lui resta lì ad oltranza; b) io lo noto, non partecipo alla messinscena e allora lui si spreme per fare almeno una goccia di pipì appena fuori dalla lettiera; c)io non lo lodo e non lo metto nel bidet, allora ricomincia la messinscena da capo; può andare avanti anche cinque o sei volte.

Ha iniziato allora a chiedere di essere preso in braccio arrampicandosi sugli stinchi degli umani di passaggio, per poi lanciarsi con foga verso l’oggetto dei suoi desideri: un messaggio inequivocabile di tutto il corpo proteso verso l’agognato bidet. Dato che in casa sia io che il mio ragazzo veniamo spesso usati come montacarichi per trasportare i furetti verso le destinazioni da loro prescelte, non mi sono soffermata più di tanto su questa cosa. Ma in queste mattine, mentre mi truccavo, ho assistito ad un’evoluzione che mi ha lasciato interdetta: Coriandolo, appena mi vede davanti allo specchio, corre di filata davanti alla cassetta dei bisogni, si ferma davanti all’entrata, si gira, retrocede senza entrare, alza la coda e… E niente. Resta lì, per tutto il tempo necessario, guardandomi (lo vedo in tralice nel riflesso dello specchio), in attesa che io lo scorga. Appena si accorge che lo noto e che inizio a sgridarlo, corre nella cassetta, fa una finta recitata da oscar e poi, appena inizio a lodarlo, si pianta davanti al bidet, guardando fisso la ceramica fino a che non lo tiro su e gli apro l’acqua.

Non mi è del resto ben chiaro se io stia addestrando lui all’uso della lettiera o lui stia addestrando me a metterlo nel bidet. Ma sono comunque estremamente colpita da questo sforzo comunicativo articolato, da questo fraseggio di causa-effetto che Coriandolo ha costruito, sorpassando la mimica, bypassando le barriere di specie. Il prossimo passo dell’esperimento sarà di capire se con gli estranei tenta ugualmente di applicare questa comunicazione o se è riservata al “nucleo familiare”. Il punto di tutto ciò? Possono anche non essere dotati di una mimica a trecentosessanta gradi, ma a questo impegno da parte loro deve corrispondere un egual impegno da parte nostra. In primis, lasciando da parte le umanizzazioni. “E’ raro che io rida di un animale, e quando ciò accade mi accorgo poi, ripensandoci meglio, che in realtà ridevo di me, dell’uomo, di cui l’animale mi aveva presentato una caricatura più o meno spietata”. (K. Lorenz, L’anello di re Salomone). Un tempo avrei detto che il furetto è un animale buffo; ma ora preferisco dire che è un animale gioioso; certo, mi vien da ridere quando Cumino appena svegliato cade tentando di saltare sul divano; e certo Coriandolo è esilarante quando lo sgrido e mi risponde potpottando. Ma appunto, come dice Lorenz, quel che fa ridere noi di rado fa ridere la natura. La fisionomia del furetto è divertente? Forse. Ma quale adattamento migliore per un animale che sostanzialmente è fatto per vivere in tane e gallerie (come ci ricordano molti mustelidi)? Il punto è che pensiamo gli animali in funzione di noi stessi, dei nostri moti emotivi. Un esempio: se state piangendo e il furetto vi lecca le lacrime, non vi sta consolando, è solo molto interessato al sapore salato delle vostre secrezioni. Dimenticare il nostro essere umani è il primo passo per comunicare con loro; come qualcuno prima di me ha scritto, non siamo i loro padroni, né le loro madri, né i loro padri. Non è cosa da poco, me ne rendo conto; la tentazione di interpretare certi comportamenti seguendo il nostro metro è forte; ma se riusciamo a superare questo schema, godremo a tutto tondo della vicinanza del furetto, perché allora con noi sarà un degno e vero compagno di vita e non un surrogato emotivo di noi stessi.


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Sono piccole creature i cui antenati vivevano in tane sottoterra. Benché il furetto sia un animale temerario, è una richiesta non da poco volerlo a dormire rilassato e tranquillo acciambellato sul letto come un gatto! Ben più congeniale è un cumulo fatto con un vostro maglione vecchio in un angolo sotto un mobile. È pressoché impossibile pretendere che debba resistere alla tentazione di infilarsi nel pertugio che si apre dietro ad un mobile… E via discorrendo. Ma la comunicazione va oltre e queste sono mere norme di sicurezza e benessere.

La seconda linea da adottare per una comunicazione uomo-furetto è ricordarsi chi abbiamo di fronte e scendere al suo livello. Nel senso letterale della parola. Molto mi piacerebbe un giorno vissuto da furetto, poltrire arrotolato in posizioni assurde, con i muscoli totalmente abbandonati nel torpore, intersecato ad altri corpi caldi e pelosi… Ma furetto non sono e posso solo provare a vedere le cose dal loro punto di vista. Ho adottato questa regola per capire come mai Cumino fosse spaventato da un particolare oggetto della casa: beh, visto dalla posizione di un furetto, quell’oggetto era davvero incombente; è bastato cambiargli orientamento, metterlo orizzontale invece che verticale e la paura è sparita. Scendere al loro livello vuol dire tentare di pensare come loro; non perché siano di un livello inferiore, ma perché stanno “fisicamente” ad un livello inferiore.

Comunicare vuol dire intuire come vuol essere coccolato e non come volete coccolarlo voi, vuol dire riconoscere che la ciotola è vuota da come sta grattando sul pavimento, che “no” viene spesso capito ma che “bravo” è più volentieri accettato, che se ti morde in un certo modo vuol dire semplicemente “giochiamo” e non “ti voglio morto”. Vuol dire giocare a nascondino, lottare o trascinarsi uno strofinaccio a giro per casa a seconda di quello che vogliano fare. Sebbene la matrice comunicativa di un furetto, a livello di specie, sia universale, lo spazio per un linguaggio personale ed esclusivo è grande. Vuol dire, in definitiva, che li guardate dormire e vi sentite un po’ furetti anche voi.

di Ariela Trovato - Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS

Pot Pot accessori di Cristina Battistini

Originalissime cucce per i nostri amici, dalle forme e colori sorprendenti! https://www.facebook.com/pot.pot.accessori.per.furetti Parte del ricavato delle creazioni vendute durante le manifestazioni di FM viene devoluto per i furetti abbandonati


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Forse non tutti sanno che... Dai chiari sottintesi enigmistici, in questo spazio avremo cura di argomentare e motivare le linee guida dell’Associazione. Un piccolo passo per rendere più consapevoli e partecipi i soci delle ragioni delle scelte che ogni giorno lo staff con i responsabili ed i volontari attivi si trovano a compiere.

Cucciolate e cessioni: Regole e adozioni I furetti che vengono abbandonati, ceduti o trovati, la maggior parte delle volte sono adulti, in parte anziani o malati, non socializzati o traumatizzati dai maltrattamenti. Capitano anche soggetti ben tenuti e amati fino al giorno della cessione, ma che spesso subiscono molto lo stress del distacco dal proprietario proprio per questo legame. Ma capitano anche furetti sereni, in salute, adulti ma ancora giovani. E qualche volta veniamo contattati da privati che hanno fatto una cucciolata “fai da te” senza accortezza e buon senso e sono in difficoltà. I cuccioli crescono, le persone non si sono preoccupate di selezionare i genitori o di trovar loro casa prima che nascessero, non li hanno magari svezzati correttamente e maneggiati a lungo, non hanno quindi avuto le capacità di allevare consapevolmente e si trovano con una mamma furetta isterica, smagrita dal parto e dall’allattamento, e un mucchio di piccoli mordaci e che fanno una quantità di cacca e danni da far impazzire chiunque. Magari riescono ad accasarne due o tre a gente sconosciuta e di cui perderanno le tracce... Ma gli altri cuccioli? Ecco che a volte ci contattano per “ritirare la cucciolata invenduta”. Furettomania Onlus tratta questa cessione con molta serietà e delicatezza. Infatti ritiriamo cucciolate invendute solamente previa sterilizzazione dei riproduttori o cessione degli stessi insieme ai cuccioli.

Questo perché:

perché altrimenti ogni anno queste persone irresponsabili si toglierebbero l’innaturale sfizio di riprodurre animali avendo la certezza che altri (in questo caso la nostra associazione) gestiranno l’accasamento dei cuccioli e la responsabilità che ne deriva. Non sarebbe educativo anzi, creerebbe una catastrofe esponenziale a catena oltre a risultare scorretto anche verso quegli allevatori che lo fanno seriamente. Ovviamente insieme al ritiro spieghiamo come sarebbero dovute andare le cose e quanto sia fondamentale trattare la vita con il dovuto rispetto, cerchiamo di far capire gli errori fatti senza demonizzare la gente, oltre a questo raccogliamo quante più informazioni possibili su cuccioli e genitori e relativa storia clinica e caratteriale. Molto spesso i cuccioli e la madre sono sottopeso perché non alimentati in modo corretto, e sono mordaci perché mai o troppo poco maneggiati. Altre volte possono avere malformazioni o malattie dovute ad accoppiamenti tra consanguinei o perché non vi è cura nella selezione dei riproduttori e della loro genealogia, non tenendo conto di variabili importanti come ad esempio la colorazione. Spesso la cucciolata inaspettata o fai da te capita proprio perché si lasciano insieme una coppia di furetti interi, senza averli fatti sterilizzare e prima o poi… Si trova la sorpresa. Sembra impossibile? Bé è capitato di recente: una famiglia ha due furetti, fratello e sorella, presi da un allevatore sconosciuto anche lui complice di trattare la vita con superficialità. Non vengono date informazioni dall’allevatore né cercate su libri o internet, non ci si preoccupa di andare da un veterinario esperto, e si lasciano i furetti insieme, sempre, senza maneggiarli neanche troppo… Un pesce rosso in una boccia d’acqua avrebbe avuto maggior considerazione... Un giorno questa famiglia sente un rumore strano... Come un pigolare…


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C’era chi mangiava e chi invece arrivava solo alle briciole. La legge della sopravvivenza, mangia il più forte e gli altri periscono. Come abbiamo messo giù una ciotola di croccantini l’hanno divorata in un secondo e la carne messa dopo è sparita alla stessa velocità. Gli abbiamo fornito ogni tipo di informazione, inondati di brochure e indirizzi per comprare pappe giuste, veterinari competenti, così che potessero gestire al meglio il maschio che avevano deciso di tenere, ma quando sono andati via la sensazione era una sola: non avevano ascoltato nulla di quello che gli avevamo detto, e nulla avrebbero fatto per far stare davvero bene quel furetto.

Erano nati dei cuccioli e nessuno si era nemmeno accorto che la mamma furetta era incinta, e di conseguenza nessuno aveva pensato di darle un’alimentazione adeguata al suo stato di gravidanza, o di separarla dal maschio. E nel raccontare questa storia la famiglia sorrideva e rideva ripensando al loro stupore nel vedere dei cuccioli in quella gabbia dove c’erano solo due furetti adulti, maturi sessualmente... Noi siamo allucinati dalle loro parole, ma restiamo calmi, impassibili e attendiamo la fine del racconto… Vogliono quindi dar via i cuccioli ormai cresciuti e di diversi mesi d’età (la data del parto era ipotizzata perché non si ricordavano il giorno esatto), e anche la mamma ma terranno il maschio, che avevano anche curato per una sorta di dermatite e gli era costato diversi euro… Certo bisogna ammortizzare i costi delle spese sostenute… Non sono riuscita a farci cedere il maschio, e credetemi ci ho provato. I cuccioli e la madre, alloggiati da noi in una playpen erano mordaci e incattiviti dalla troppa gabbia e dalla fame, una fame senza precedenti… Indagando abbiamo scoperto che mangiavano una sola volta al giorno. Veniva riempita una ciotola di croccantini di marca scadente e messa in gabbia e tra loro si scannavano buttandosi sul cibo. Infatti cuccioli e madre avevano tutti pesi e dimensioni diverse e stato nutrizionale con ampie differenze...

Li ricontatteremo successivamente, per sapere come va con il loro furetto, e se in qualche modo possiamo aiutare. Non possiamo fare altro purtroppo. L’esempio su questa famiglia e cessione sarebbe dovuto finire qui, e proseguire con il capitolo successivo, ma mentre concludevo la rilettura del pezzo per poi inviare tutto a Patrizia della nostra redazione, ricevo la telefonata di Simonetta (che aveva fatto il preaffido di mamma e cucciolotti) la quale mi racconta che è in arrivo anche il papà.

La famiglia si è decisa a cedere anche lui perché non sente di gestirlo in modo corretto. Per fortuna il papà sta bene ed è un bel furettone cicciotto a cui troveremo di certo presto casa. Il ritiro della cucciolata viene vincolato da un modulo di cessione creato e studiato apposta per queste situazioni ed è esecutivo al momento della sterilizzazione dei riproduttori con certificato del medico veterinario che lo accerta. Nel caso in cui invece riusciamo a ritirare anche i genitori, alla sterilizzazione pensa Furettomania Onlus. I cuccioli ed eventuali genitori, vengono dati in affido temporaneo a soci e collaboratori dopo una visita veterinaria e un’attenta valutazione per determinare come e se possono essere divisi, questo anche in base alla disponibilità che abbiamo da parte dei volontari stessi.


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Ovviamente la selezione si chiama cosi per un motivo: non tutti sono adatti ad avere furetti ma soprattutto non tutti i furetti sono adatti a chiunque. Ogni famiglia che viene studiata e selezionata, se verrà ritenuta idonea alla fine adotterà un furetto, ma non uno qualunque pescato a caso, ma il furetto più giusto alla sua situazione, che ha moltissimi aspetti che cerchiamo insieme di capire e valutare, certo tenendo ovviamente anche conto dei colpi di fulmine e delle preferenze dei candidati, ma solo nella misura in cui queste non sono frutto di malintesi su cosa è importante e necessario per la buona riuscita dell’adozione. Ma anche questo è un argomento che tratteremo perché merita un capitolo a parte!

Una cucciolata di 8 piccoli più madre ad esempio, data in affido a un solo collaboratore o socio può diventare molto impegnativa, e non sempre abbiamo persone disponibili o libere (spesso soci e staff hanno già in stallo un altro furetto abbandonato) e cerchiamo quindi di dividere in modo giusto la famiglia, lasciandoli magari a coppie di 2 o 3, cosi da poterla gestire al meglio senza creare ulteriori traumi. Questo ovviamente sempre all’età giusta (2 mesi compiuti e superati) e sempre tenendo in considerazione la salute psicofisica degli animali.

Quando vengono ritirate cucciolate, lo staff viene messo al corrente dall’ufficio adozioni centrale al momento giusto e dopo varie valutazioni su gestione e salute, e se hanno persone idonee già selezionate ma per le quali non sono adatti per vari motivi i furetti adulti in cerca di casa, o soci che hanno in passato fatto delle adozioni del cuore, adottando un furetto malato terminale o molto anziano ad esempio, allora e solo allora si valuta l’adozione e la proposta di un cucciolo a queste famiglie.

I cuccioli, se molto giovani non vengono pubblicizzati subito: il motivo è molto semplice ma spesso non compreso e condiviso. In associazione come dicevo all’inizio, la maggior parte dei furetti che arrivano sono adulti, a volte anziani, a volte malati. Non è facile trovar loro casa e lo è ancor di più se si trovano a dover “competere” con un cucciolotto di pochi mesi. Senza contare le richieste che fioccano quando viene pubblicizzato “il cucciolo giovane e sano”… Potremmo scrivere un articolo solamente su questo… E lo faremo magari! Esempio n.1 - Cercano casa 10 furetti adulti, magari 2 anziani, 3 malati e 5 di 2/3 anni adulti e sani: richieste di adozione 0 o 1/2. Esempio n.2 – Cercano casa 10 furetti adulti, magari 2 anziani, 3 malati e 5 di 2/3 anni adulti e sani, e 5 cuccioli di 2 mesi: richieste di adozione 100… Tutte per i 5 cuccioli. Potete bene immaginare la nostra delusione quando succede... E succede tutte le volte. Abbiamo imparato a comprenderlo e ad accettarlo, e a trarne vantaggio anche per gli altri adulti in cerca di casa, rispondendo a tutti quelli che ci chiedono i cuccioli, selezionando e facendo colloqui, nella speranza di poter trovare in queste persone anche qualcuno disposto a prendere un adulto, o magari un cucciolo e un adulto. Abbiamo imparato a gestire le emozioni impulsive che ti farebbero solo gridare, e trasformare quell’energia emotiva in positiva ricerca della famiglia giusta senza pregiudizi e senza eccezioni.

La scelta e il modus operandi in tal senso è a nostra discrezione, non diciamo di avere il metodo perfetto al 100% ma ci sentiamo di dire che lo facciamo per aiutare i furetti, tutti i furetti, al 110%! La nostra prassi può sembrare dura, ma è finalizzata alla tutela del furetto e a disincentivare gli allevatori “fai da te” che non hanno capito il senso della creazione della vita e della responsabilità che ne deriva. Diverso è il nostro intervento se notiamo che gli animali sono in pericolo di vita: a quel punto la tempestività è fondamentale ma cerchiamo anche in questi casi, di ottenere la sterilizzazione o cessione dei riproduttori, e qualche volta avvalendoci anche delle forze dell’ordine quando riusciamo a farli intervenire. A tal proposito, da poco abbiamo iniziato un’interessante collaborazione con l’associazione di guardie ecozoofile


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interventi più marcati in situazioni di maltrattamenti o di cessioni di difficile gestione. La vita va rispettata nella sua totalità... Fare una cucciolata vuol dire diventare responsabili per le vite che si sta decidendo di far nascere fino alla fine dei loro giorni e non solo per l’istante dell’accoppiamento. Noi cerchiamo di far arrivare questo messaggio attraverso le nostre campagne, che riproponiamo anche in questo numero, e di salvare quante più vite possibile facendo rispettare e comprendere le nostre regole e le nostre decisioni, sperando che il messaggio arrivi chiaro e forte:

ANPANA di Novara, e un nostro collaboratore, Cristina Avvignano del Piemonte, sta studiando e seguendo i relativi corsi per diventare lei stessa una guardia ecozoofila. Questo sarà un valore aggiunto per la nostra associazione e sarà di certo molto utile nei casi in cui avremo bisogno di

La vita è un dono speciale, rispettiamola. Aiutateci a fare informazione corretta Sterilizzate i vostri animali.

di Viviana Puzone Presidente Furettomania Onlus

Ago, filo e fantasia di Lucilla De Nardi

Divani, tappeti gioco,cucce originali e resistenti, tutte per la comodità dei nostri piccoli! denardilucilla@hotmail.it tel. 3929793600 Parte del ricavato viene devoluto per i furetti abbandonati


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Dica pot pot Lo sappiamo, la salute del furetto è un aspetto centrale nell’esperienza di vita condivisa con queste incredibili creature. Non sono animali molto longevi e di quei pochi anni spesso una buona parte viene trascorsa nella gestione delle patologie a cui sono soggetti. Eccoci ad ospitare i migliori veterinari esperti e specializzati in furetti che in Italia ci assistono e supportano nel percorso delle cure. Di volta in volta si avvicenderanno, offrendo la loro esperienza in ogni aspetto per contribuire a fare corretta informazione ed avvicinare i soci ai giusti approcci ed alla consapevolezza di quello che accade ai loro piccoli compagni di vita.

Il Suprelorin nei furetti: prevenzione con giudizio Nicola Di Girolamo, DMV, Dottorando di Ricerca Università di Bologna Paolo Selleri, DMV, Dott di Ricerca, SpecPACS, DiplECZM (Herp) Clinica per Animali Esotici, Roma

Suprelorin® è il nome commerciale di un farmaco, la deslorelina acetato, nella sua formulazione di impianto a lento rilascio. Essendo un impianto a lento rilascio questo farmaco ha le dimensioni analoghe al microchip che normalmente si utilizza per la determinazione anagrafica dei furetti. Questo significa che il Suprelorin non va considerato come una comune iniezione. Ma andiamo per ordine... Il funzionamento di questa molecola è piuttosto complicato, poiché la sua azione coinvolge diversi organi ed ormoni. Proviamo a fare chiarezza schematizzando come funziona l’attività sessuale del furetto: la vita sessuale del furetto (e di tante altre specie animali) è controllata principalmente da quattro organi: epifisi, ipotalamo, ipofisi e gonadi (ovaie o testicoli, a seconda del sesso).

Ognuno di questi quattro organi è controllato dal precedente e tutto il meccanismo è attivato dalle stagioni. La natura esprime la sua perfezione in questo controllo evitando che le mamme furetto partoriscano in una stagione troppo rigida che esporrebbe a un alto rischio di morte i cuccioli. Così in autunno e inverno l’attività sessuale del furetto è messa in stand-by, quando comincia la stagione più favorevole, le giornate si allungano, la maggiore esposizione alla luce fa si che l’epifisi produca meno melatonina. La melatonina è una sostanza che viene prodotta durante il sonno, ne viene prodotta molta quando le giornate sono molto corte. La melatonina inibisce l’ipotalamo a produrre GnRH (Gonadotropin Releasing Hormone), ormone che stimola l’ipofisi a produrre gonadotropine (ormoni che stimolano la sessualità). Così il furetto rimane sessualmente attivo per tutta la bella stagione e quando le ore di luce si ridurranno aumenterà la produzione di melatonina e anche l’attività sessuale si ridurrà conseguentemente. La deslorelina acetato (quindi il Suprelorin®) è una molecola chimicamente molto simile ad GnRH, quando viene somministrata dal veterinario va ad occupare quei recettori dell’ipofisi che normalmente sono occupati dal GnRH. Concretamente Suprelorin e GnRH sull’ipofisi competono per gli stessi posti solo che il Suprelorin non stimola l’ipofisi. In questo modo otteniamo che l’ipofisi non venga più stimolata a produrre gonadotropine che sono quegli ormoni che inducono il calore nei furetti interi (non sterilizzati) e a lungo andare inducono l’iperadrenocorticismo nei furetti sterilizzati. Questo cosa comporta nei nostri furetti? In un furetto sano, giovane, provoca la cessazione ed il blocco dell’attività sessuale (e quindi dei calori) per un “certo” tempo. Diciamo un “certo” tempo rimanendo piuttosto vaghi perché ci sono grandi variazioni da individuo ad individuo nella durata dell’efficacia di questa molecola. Degli studi effettuati dalla ditta produttrice mostrano che l’efficacia può variare nel furetto da circa 6 mesi ad un periodo di due anni.


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Il Suprelorin è dedicato a tutti coloro che, volendo evitare la sterilizzazione, beneficerebbero volentieri del controllo degli ormoni sessuali dei furetti. Ma dov’è il bisogno di controllare questi ormoni? Il bisogno a volte c’è, in maschietti e femminucce per motivi diversi.

Nella nostra esperienza è raro che l’effetto duri meno di due anni, abbiamo avuto anche casi che hanno superato i quattro anni. Ma riguardo il protocollo terapeutico consigliamo di parlarne con il proprio veterinario. Oramai si tende a sconsigliare di eseguire sterilizzazione e castrazione chirurgica dei furetti, giovani o adulti che siano, per una possibile maggiore incidenza della “malattia delle surrenali” nei furetti sterilizzati. Difatti uno studio condotto dall’università di Utrecht ha dimostrato come effettivamente via sia una correlazione tra l’età di sterilizzazione e l’età di insorgenza della fatidica malattia delle surrenali. Come sappiamo la malattia delle surrenali è una grave endocrinopatia che colpisce un’altissima percentuale di furetti. Tipicamente provoca la perdita del pelo in alcune aree, quali la punta della coda, il tronco fino ad arrivare alla testa, spesso provoca prurito e nei maschietti provoca difficoltà alla minzione (a fare pipì per capirci!). Nelle femminucce si può notare la vulva ingrossata, che assume un aspetto di vera e propria ciambella. Ma alcuni di questi aspetti non sono simili al normale svolgimento del calore nei furetti?! Certo, difatti nei furetti interi bisognerà sempre verificare che questi sintomi siano temporanei e cessino con l’accoppiamento al termine della stagione. Oltre questi sintomi di facile evidenza, e che devono fungere da campanello di allarme, la malattia delle surrenali provoca diverse alterazioni agli organi interni dei nostri furetti. Spesso si deve ricorrere a chirurgie che possono essere particolarmente laboriose. Ecco che quindi la malattia delle surrenali è un’entità patologica che deve essere tenuta sotto controllo, e, poiché è presunta una correlazione tra la sterilizzazione e questa malattia, bisogna evitare in modo più assoluto di sterilizzare/castrare i nostri beniamini fino a che non si sia opportunamente dimostrata la sicurezza di questo atto medico. Ecco che qui entra in gioco questo impianto di cui tanto si parla oggi.

Nei maschi, come è stato dimostrato da un altro studio condotto dall’università di Utrecht, il Suprelorin riduce gli atteggiamenti aggressivi, andando ad aumentare il tempo che i furetti passano giocando tra loro. In quello studio il Suprelorin era addirittura più efficace della castrazione chirurgica nel ridurre le aggressione tra furetti. Inoltre, un altro studio che ha coinvolto tantissimi volontari che si sono dilettati ad “annusare” furetti trattati e non trattati con il Suprelorin ha sottolineato come questo farmaco vada a diminuire l’odore dei furetti maschi. Per capire l’importanza che può avere il Suprelorin nelle furette bisogna prima fare un breve inciso. Difatti nelle furette era causa di grande mortalità negli anni ’80 la cosiddetta anemia-estrogeno indotta. Questa forma patologica altro non è che una diminuzione della porzione corpuscolata del sangue (i globuli rossi e i globuli bianchi) dovuta ad una “distruzione” del midollo causata dagli ormoni sessuali. È una malattia che si osserva in tutte le situazioni in cui gli estrogeni sono in circolazione ad alte concentrazioni per molto tempo, tipicamente quando le furette vanno in calore e non vengono fatte accoppiare. Ma come mai questo non accade in altri animali, come per esempio nelle cagnoline? Questo perché le furette sono molto particolari, hanno infatti l’ovulazione indotta dal rapporto con il maschio. Visto che l’ovulazione è necessaria perché avvenga il fisiologico calo degli estrogeni, nelle furette che non vengono fatte accoppiare questi ormoni rimangono pericolosamente alti in circolo. Ecco che per togliersi questo “impiccio” si è iniziato a ricorrere alla sterilizzazione chirurgica delle furette, proprio per non dover porre attenzione ai loro calori. Come abbiamo menzionato poche righe addietro però la sterilizzazione non è più consigliata nei nostri animali.


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Ecco che quindi per evitare il pericolo della mancata ovulazione, e conseguentemente dell’anemia estrogenoindotta, possiamo affidarci al Suprelorin. Ma ci sono alternative che salvaguardino il benessere della furetta senza andare però incontro a cucciolate? Certamente si, una tra queste è l’accoppiamento con maschietti vasectomizzati. Un maschio vasectomizzato ha tutte le caratteristiche del maschio intero, con l’unica differenza che durante l’accoppiamento non è in grado di fecondare le furette e quindi non si avranno cuccioli di furetti. Ricordiamo, anche se in questa sede può sembrare fuori luogo, che vi sono tanti furetti bisognosi in cerca di adozione e che quindi tutte le misure che limitino le nascite per così dire “indesiderate” devono essere prese in considerazione. Ma il Suprelorin è sicuro? Il Suprelorin, proprio per le sue caratteristiche di molecola a lento rilascio è molto ben tollerato dai nostri animali e non siamo a conoscenza di reazioni avverse provocate da questo stesso farmaco. Certamente il maggiore rischio di questo farmaco consiste nella somministrazione dello stesso: essendo un impianto delle dimensioni di un microchip, anche se si tratta di una “puntura”, è necessario che venga eseguita da personale esperto con le adeguate misure di sterilità e disinfezione locale. Non vogliamo certo che un’infezione coinvolga la zona in seguito dell’impianto stesso. Infine, ma non per ultimo come ordine di importanza, va considerata la possibile applicazione che il Suprelorin ha nel controllo della malattia delle surrenali. Difatti, è stato dimostrato da due studi condotti negli Stati Uniti che l’impianto del Suprelorin riduce la produzione degli ormoni sessuali in corso di malattia delle surrenali, andando così a controllare questa patologia.

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Ma attenzione, in corso di tumori delle ghiandole surrenali dobbiamo sempre rimuovere chirurgicamente la ghiandola colpita. In corso di neoplasia solo la chirurgia è l’unico intervento che si possa considerare curativo. Concludiamo dicendo che il Suprelorin è certamente un farmaco che ha cambiato la medicina e la gestione di numerose patologie dei furetti, ciononostante la sua applicazione deve essere valutata con attenzione poiché un uso indiscriminato può andare ad inficiare la valutazione di altri stati patologici. Ultimo esempio è quello di Danny, un furetto che recentemente abbiamo scoperto soffrire di iperaldosteronismo, una malattia rara in cui le ghiandole surrenali sono coinvolte. Questa malattia provoca una gravissima ipertensione sistemica e necessita di cure specifiche. Se in quel caso si fosse proceduto con una “routinaria” somministrazione del Suprelorin, senza le dovute indagini associate, non si sarebbe arrivati ad una diagnosi definitiva, non si sarebbe potuto controllare questa malattia ed a farne le spese sarebbe stato il povero Danny. Invece Danny, con le dovute cure, e lì che se la gode tra un riposino e una passeggiata. Quello di Danny è solo un esempio, ce ne sono tanti altri con tante altre condizioni patologiche. La visita da un veterinario esperto di furetti è sempre un passaggio indispensabile se vogliamo davvero essere certi di aver fatto qualcosa per il nostro furetto. L’automedicazione che alcuni proprietari scelgono di eseguire da soli considerandosi sufficientemente esperti è una pratica che spesso per un risparmio di poche decine di euro rischia di compromettere la salute dei nostri furetti.


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Aspetto della vulva in furette.

A. Furetta prepubere. La vulva (cerchio) appare di difficile identificazione. B. Furetta post-ovulazione. La vulva appare evidente. C. Furetta in estro. Aspetto della vulva “a ciambella”. Stati simili sono indicativi di una presenza di ormoni estrogeni in circolo e devono sempre essere investigati.

Alopecia, cioé mancanza di pelo, in furetta affetta da malattia surrenalica. A. Si può notare l’estensione dell’alopecia dalla testa alla coda. B. Estensione dell’alopecia sull’addome della furetta

-Furetto maschio affetto da malattia surrenalica. Si osserva ginecomastia, cioè turgore delle mammelle, ed alopecia.


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Letture consigliate Kociba GJ, Caputo CA. Aplastic anemia associated with estrus in pet ferrets. J Am Vet Med Assoc. 1981;178(12):1293-4. Lennox AM, Wagner R. Comparison of 4.7-mg Deslorelin implants and surgery for the treatment of adrenocortical disease in ferrets. J Exot Pet Med. 2012;21(4):332-335. Proháczik A, Kulcsár M, Trigg T, Driancourt MA, Huszenicza G. Comparison of four treatments to suppress ovarian activity in ferrets (Mustela putorius furo). Vet Rec. 2010;166(3):74-8. Schoemaker NJ, van Deijk R, Muijlaert B, Kik MJ, Kuijten AM, de Jong FH, Trigg TE, Kruitwagen CL, Mol JA. Use of a gonadotropin releasing hormone agonist implant as an alternative for surgical castration in male ferrets (Mustela putorius furo). Theriogenology. 2008;70(2):161-7. Shoemaker NJ, Schuurmans M, Moorman H, Lumeij JT. Correlation between age at neutering and age at onset of hyperadrenocorticism in ferrets. J Am Vet Med Assoc. 2000;216(2):195-7. Vinke CM, van Deijk R, Houx BB, Schoemaker NJ. The effects of surgical and chemical castration on intermale aggression, sexual behaviour and play behaviour in the male ferret (Mustela putorius furo). Appl Anim Behaviour Scie. 2008;115:104-121. Wagner RA, Piché CA, Jöchle W, Oliver JW. Clinical and endocrine responses to treatment with deslorelin acetate implants in ferrets with adrenocortical disease. Am J Vet Res. 2005;66(5):910-4.

Furantasia di Giancarla Anigoni

Dedicato ai furetti e non! http://furantasia.jimdo.com/ Tutto il ricavato viene devoluto per i furetti abbandonati


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Parenti mustelidi Nuova rubrica fissa per presentare e conoscere anche il resto della famiglia!

La puzzola europea Potrebbe essere considerata la “mamma” di tutti i furetti; o quanto meno il parente più prossimo. Infatti, la puzzola europea (da non confondere con la moffetta, chiamata impropriamente “puzzola”) è la specie da cui, migliaia di anni addietro, l’uomo ha selezionato il furetto, che si può considerare la sua variante domestica: infatti la classificazione tassonomica (Mustela putorius furo) lo pone come sottospecie della puzzola, insieme ad altre sei. La puzzola è un carnivoro mustelide che colonizza l’Europa senza grandi distinzioni di habitat, dal momento che è adattabile e versatile: la troviamo quindi a popolare Svezia e Finlandia come Spagna e Gran Bretagna (anche se qui non è diffusissima); è assente in Grecia e nell’Italia insulare. È stata introdotta dall’uomo in Nuova Zelanda, dove si è diffusa a discapito delle specie antagoniste locali. È ibridabile con il furetto e il visone europeo (con cui viene incrociata in allevamento soprattutto per ottenere una pelliccia più apprezzabile per il mercato della moda).

Di aspetto affusolato e cilindrico, questo animale non ha grandi dimensioni: i maschi possono raggiungere i sessanta centimetri (coda compresa e come misura massima) e il chilogrammo e mezzo, mentre le femmine sono sempre notevolmente di stazza più piccola. Ha corte zampe tozze con piedi semipalmati (è un buon nuotatore, anche se non ha un adeguato isolamento del pelo per rimanere in acque a bassa temperatura), robuste unghie non retrattili e una gran forza muscolare, testa massiccia su cui si innestano occhi piccoli e, come la maggior parte dei mustelidi, una presa mandibolare di eccezionale potenza, soprattutto se comparata alle dimensioni dell’ossatura. La dentatura è robusta e i canini sono lunghi e ben proiettati in avanti. Gli organi sensoriali sono ben sviluppati (soprattutto l’olfatto), sebbene non sia possibile per la puzzola distinguere i colori.


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È stato osservato che, in periodi invernali, qualche volta la puzzola non uccide subito la preda, ma, mordendola alla base del cranio, la paralizza e la mantiene viva per consumarla più tardi come carne fresca. Solitaria e schiva, ma territoriale, la puzzola, se non è spinta dalla fame, permane nella stessa zona, che provvede a marcare sul perimetro con feci, urina e secrezioni delle ghiandole perianali: alcune osservazioni infatti suggeriscono che la “spuzzolata” serva, oltre che come difesa, da segnale di proprietà. Le femmine sono più stanziali, mentre i maschi hanno territori di estensione più fluida e sempre si allontanano dalla zona in cui sono nati, per evitare istintivamente accoppiamenti tra consanguinei. La pelliccia, come per i nostri amati furetti, è più folta inverno, con un ricco sottopelo color crema e più rada d’estate. I colori tipici vanno dal bruno sul dorso che si scurisce progressivamente fino al nero di zampe e coda; la testa, anch’essa scura, presenta invece una mascherina più chiara intorno al muso, alle orecchie e alle guance.

È un animale solitamente silenzioso: emette squittii e guaiti, soffi e il caratteristico pot-pot che tanto ci intenerisce e ci diverte nei nostri furetti. Per quanto riguarda la riproduzione, sono animali poligami e con rituali di corteggiamento nulli; i maschi, se necessario, lottano per la femmina e l’accoppiamento è prolungato e violento.

Variazioni sulla colorazione includono l’albinismo e l’eritrismo (cioè un tono rosso della pigmentazione del pelo), come pure una versione di pelo omogeneamente molto scuro. I cuccioli nascono privi della caratteristica mascherina. Il comportamento della puzzola è prettamente notturno (sebbene possa variare i propri ritmi in funzione di quelli delle prede), schivo e solitario (da cui derivano i rari avvistamenti da parte dell’uomo). Passa la giornata dormendo in una tana di un animale che ha ucciso o sotto ripari improvvisati come cataste di legna, per poi iniziare la caccia e la ricerca di cibo dopo il tramonto: si nutre principalmente di ratti, topi, conigli e uccelli, rane, serpenti e lucertole; non disdegnano affatto le uova, anche se non eccelle nella scalata degli alberi come altri mustelidi. In tempi di scarsità di risorse alimentari può ripiegare sugli invertebrati e, in casi del tutto eccezionali e per brevissimi periodi, se proprio non trova altro, su frutta e bacche.

Il calore della femmina avviene una volta l’anno, in inverno, ma essa può ritardare l’impianto dell’ovulo fecondato e quindi i cuccioli, da tre a dieci, nascono a primavera inoltrata e sono accuditi e tenacemente difesi dalla femmina, che li svezza e li tiene con sé per i primi tre mesi di vita. Se la cucciolata non sopravvive, la femmina può entrare nuovamente in calore. È stato inoltre rilevato che, a dispetto della loro vita solitaria, spesso si vengono a creare interazioni di stampo omosessuale, dove cioè due puzzole dello stesso sesso coabitano e formano alleanze e convivenze: è un comportamento pressoché unico tra i carnivori non sociali e non ha spiegazioni a livello direttamente evolutivo, se non quello di semplificare la vita dei due animali coinvolti, avendo essi biologicamente gli stessi ritmi e bisogni. Studi morfologici, citologici e molecolari confermano che la puzzola europea è l’unico antenato del furetto, la cui creazione da parte dell’uomo risale a oltre duemila anni fa e, sebbene le due specie possano avere delle differenze di aspetto (la maggior parte non rilevabile ad un esame sommario, come il volume della scatola cranica), è


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Inghilterra il termine “polecat” sta ad indicare qualcosa di promiscuo, se non proprio direttamente la meretrice.

assolutamente assodato che possono incrociarsi dando luogo a prole fertile, a ibridi a loro volta capaci di riprodursi. Questo è avvenuto in passato in Gran Bretagna, dove furetti portati in gran numero sono riusciti a incrociarsi con la popolazione locale di puzzole: a livello genetico, è impossibile distinguere il DNA degli ibridi da quello delle puzzole pure. Allevatori e cacciatori tendono a “rinsanguare” i furetti con le puzzole, per ottenere esemplari più resistenti o con un miglior istinto alla caccia, avvalendosi del fatto che i furetti hanno più calori durante l’anno rispetto ai loro parenti. Se anche questo fosse vero, è una procedura comunque sconsigliata perché i cuccioli ottenuti sono con grandi probabilità poco maneggiabili, interagiscono male con gli altri animali domestici quali cani e gatti e nel caso della caccia tendono inevitabilmente a uccidere la preda invece di inseguirla e stanarla. Questo accade in quanto “ereditano”, soprattutto in prima generazione, la diffidenza e il tipo di socialità del genitore selvatico, soprattutto se è la madre, in quanto si crea una sorta di imprinting sociale.

In passato vi è stata (e vi è tutt’ora nelle zone rurali) una caccia ben determinata a questi animali, per lo più condotta con l’ausilio di trappole, per proteggere pollai e conigliere e, ahimè, anche per la pelliccia, che folta e morbida adorna colli e cappucci di capi di abbigliamento in nord Europa e Russia. Il loro numero non fa al momento pensare ad un rischio di estinzione, ma la strada, purtroppo, è quella… La loro situazione non è peggiore di quella di tanti altri animali al mondo che si vedono minacciati dall’uomo; ma forse è la loro somiglianza con i nostri adorati puzzolotti a rendercela più cara… E, come sempre, ecco a voi qualche spunto multimediale! https://www.youtube.com/watch?v=l3xw47nQCDY https://www.youtube.com/watch?v=85cpC4T7DJo http://www.bbc.co.uk/nature/life/European_Polecat http://www.arkive.org/european-polecat/mustelaputorius/video-03.html

Le puzzole, infatti, sebbene si possano far riprodurre con facilità in cattività, non altrettanto facilmente si addomesticano. Come la maggior parte dei mustelidi, anche questi godono di cattiva reputazione: sono considerati predatori crudeli, devastatori di pollame e in Inghilterra il

di Ariela Trovato - Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS


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Molto rumore per nulla Un’altra nuova rubrica per aiutare a barcamenarsi con le piccole complicazioni quotidiane. Dal riconoscimento dei segnali insoliti al taglio delle unghie alla Edward Mani Di Forbice, dalla somministrazione dei farmaci alla pulizia delle orecchie che si trasformano in incontri di wrestling! Dove non arriva il Manuale Delle Giovani Marmotte subentriamo noi!

I segnali del calore Il calore ha i suoi segnali, alcuni banali, alcuni allarmanti, alcuni fastidiosi, spesso, soprattutto in prima esperienza non è scontato individuarli subito ed è importante saperli riconoscere e gestire. Chiaramente sono manifestazioni soggettive per intensità e presenza, non tutti gli esemplari li manifestano tutti e tutti della stessa entità.

Per i maschietti:

Odore pungente, pelo untuoso, testicoli ingrossati, marcatura del territorio tramite urina e strofinamento dei genitali, colorazione del sottopelo giallognola/rossiccia, copioso sebo alla base del pelo, nervosismo e aggressività, propensione alle fughe.

Testicoli ingrossati

sebo alla base del pelo

Ingiallimento del pelo


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Mordacità nei confronti delle persone e degli altri furetti, qui con le tipiche lacerazioni della collottola dovute ai frequenti morsi durante gli approcci “amorosi” reali o simulati.

Per le femmine:

Odore alterato ma non dell’intensità dei maschi, pelo untuoso, vulva ingrossata con perdita di secrezioni, colorazione del sottopelo giallo/rossiccia, nervosismo e inquietudine. Se protratto l’innesco dell’anemia dovuta all’iperstrogenismo si manifesta esteticamente con la perdita di pelo, pallore delle mucose e della pelle, deperimento. Non sempre un aspetto compromesso arriva parallelamente alla serietà della condizione e solo una visita veterinaria e specifiche analisi possono dare la visione della situazione. E’ comunque buona norma non far passare più di un paio di settimane per provvedere alla sterilizzazione dal momento dell’insorgere dei sintomi. Le fasi dell’aumento delle dimensioni della vulva sono già state illustrate nella rubrica del veterinario, aggiungiamo solo qualche immagine di casi estremi a cui non bisognerebbe mai e poi mai arrivare.

di Patrizia Puccetti Ufficio Adozioni Centrale Lo staff e il Direttivo di Furettomania Onlus ritengono importante sottolineare che in questa rubrica sono contenute solo generiche indicazioni per una conoscenza personale utile alla comprensione delle caratteristiche dei furetti e delle pratiche consigliabili per le loro routine di igiene e di medicazione, ma al momento dell’insorgenza di eventuali sintomi o malesseri è sempre doveroso trovare riscontro nella competenza di un veterinario specializzato.


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Condiviso con voi Saki (ovvero Hector Hugh Munro) è uno scrittore inglese di storie noir, macabre e satiriche a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In una sua raccolta di brevi racconti ho scovato questo. Ne sono stati fatti diversi adattamenti cinematografici (che con un poco di pazienza potete reperire su YouTube); ha ispirato graphic novel, almeno un paio di canzoni ed un opera da camera e davvero non so come io non vi sia incappata prima d’ora. È un piccolo capolavoro della letteratura dark inglese, dove il furetto, divinità oscura e primordiale, accoglie preghiere ed esaudisce desideri. Se vi stuzzica l’idea di questa visione piuttosto insolita di un animale… Dato che il racconto è non troppo lungo e abbastanza datato da poterlo usare, abbiamo voluto condividerlo per non farvi andare alla ricerca di un pezzo piuttosto raro da trovare in italiano… Saltate alla riga successiva e buona lettura! Conradin aveva dieci anni, e il dottore aveva emesso la sua opinione professionale affermando che il ragazzo non ne avrebbe vissuti altri cinque. Il dottore era un tipo untuoso ed effeminato e la sua opinione poco contava, ma era appoggiata dalla Mrs De Ropp, che invece contava più di ogni altra cosa. Mrs De Ropp era la cugina e guardiana di Conradin, e ai suoi occhi rappresentava quei tre quinti del mondo che erano inevitabili, spiacevoli e reali; i rimanenti due quinti, in perpetuo antagonismo con i primi, erano riuniti in se stesso e nella propria immaginazione. Conradin supponeva che un giorno o l’altro avrebbe ceduto sotto la terribile pressione delle necessità, come la malattia e le indulgenti restrizioni e la prolungata depressione. Senza la propria immaginazione, cresciuta a dismisura sotto la spinta della solitudine, sarebbe crollato già da lungo tempo. rs De Ropp non avrebbe mai, nei suoi momenti più onesti, confessato a se stessa che Conradin non le piaceva, benché fosse in qualche modo consapevole

che reprimere e frustrare le sue iniziative “per il suo bene” era un compito che non trovava poi così sgradevole. Conradin la odiava con una disperata sincerità che era perfettamente in grado di mascherare. Quei pochi piaceri che riusciva ad inventarsi guadagnavano un valore aggiuntivo dal fatto che sarebbero dispiaciuti al suo guardiano; ella era esclusa dal regno della sua immaginazione, era un essere indistinto che non poteva entrarvi. Nel giardino desolato, sorvegliato da un gran numero di finestre pronte ad aprirsi con un messaggio di non fare questo o quello, o di ricordarsi di prendere le medicine, non trovava alcuna attrattiva. I pochi alberi da frutto erano tenuti gelosamente fuori dalla sua portata, come fossero rari campioni della propria specie fioriti in un’arida desolazione; sarebbe stato difficile trovare un fruttivendolo che avesse offerto dieci scellini per la loro intera produzione annuale. Tuttavia, in un angolo trascurato, quasi nascosto da un gruppo di squallidi arbusti, vi era un capanno per gli attrezzi in disuso di rispettabili proporzioni, e tra le sue pareti


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Conradin aveva trovato un paradiso, qualcosa a metà strada tra una sala giochi e una cattedrale. Egli lo aveva abitato con una legione di amici immaginari partoriti in parte da frammenti di storia, in parte dalla propria fantasia, e anche con due compagni fatti di carne e sangue. In un angolo viveva una spennacchiata gallina di Houdan su cui il ragazzo riversava tutto il suo affetto, che d’altra parte non trovava altra via di uscita. Più indietro, seminascosta dall’oscurità si trovava una grande gabbia, divisa in due compartimenti, uno dei quali sprangato da una fitta rete di barre di ferro. Era la dimora di un grosso furetto che gli era stato dato di contrabbando, completo di gabbia e di tutto il resto, da un amichevole garzone di macelleria in cambio di una piccola riserva di argento a lungo tenuta segreta. Conradin era terribilmente spaventato dalla bestia sgusciante e dai denti aguzzi, che però rappresentava il suo tesoro più prezioso. La sua presenza nel rifugio era una gioia segreta ed eccitante, da nascondere scrupolosamente alla Donna, come egli chiamava privatamente la cugina.

direzione contraria. E in occasione delle grandi festività, della noce moscata in polvere, rigorosamente rubata, veniva sparsa di fronte alla sua gabbia. Queste occasioni erano irregolari, e servivano principalmente per celebrare qualche evento temporaneo. Una volta, in cui Mrs. De Ropp soffrì di un acuto mal di denti per tre giorni, Conradin festeggiò per tutti e tre i giorni, e quasi si persuase che Sredni Vashtar fosse stato personalmente responsabile del malanno. Se la malattia fosse durata per un solo altro giorno la scorta di noce moscata si sarebbe esaurita.

Finché un giorno, il Cielo sa come, non inventò un nome meraviglioso per l’animale, che da quel momento crebbe nella sua considerazione diventando un dio e una religione. La Donna praticava la religione una volta la settimana recandosi in una chiesa vicina, e portava Conradin con sè, ma per lui la liturgia in chiesa rappresentava nient’altro che un rito alieno e senza senso. Ogni giovedì, nell’indistinto silenzio stantio del capanno, egli stava adorante, seguendo un mistico ed elaborato cerimoniale, accanto alla gabbia di legno in cui abitava Sredni Vashtar, il grande furetto. Fiori rossi di stagione e bacche scarlatte d’inverno venivano portati al suo cospetto, dato ch’egli era un dio che stava dalla parte più selvaggia e passionale delle cose, in opposizione alla religione della Donna, che, per quanto Conradin poteva constatare, andava per lunghe miglia nella

La gallina di Houdan non veniva mai inclusa nel culto di Sredni Vashtar. Conradin aveva da tempo stabilito che fosse una Anabattista. Egli non pretendeva di sapere esattamente cosa fosse un Anabattista, ma privatamente sperava che fosse una persona audace e non molto rispettabile. Mrs De Ropp rappresentava il riferimento sui cui egli basava, e detestava, tutta la rispettabilità. La frequentazione assidua del capanno degli attrezzi da parte di Conradin non mancò di attirare l’attenzione del suo guardiano. “Non è bene che sprechi tutte quelle ore là dentro, con ogni tipo di tempo”, decise senza indugi, e un mattino a colazione annunciò che la gallina di Houdan era stata rimossa e venduta la sera precedente. I suoi occhi miopi sbirciavano Conradin, aspettandosi una esplosione di rabbia e disperazione, che ella era pronta a reprimere con una sfilza di virtuosi precetti e ragionamenti. Ma Conradin non disse nulla: non c’era niente da dire. Forse qualcosa trasparì dal suo volto pallido facendole provare un momentaneo disagio, dato che nel pomeriggio il tè fu accompagnato dal pane tostato,


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“Cosa tieni in quella gabbia sprangata?” chiese. “Credo proprio che siano dei maialini di Guinea, farò una bella pulizia.” Conradin serrò forte le labbra, ma la Donna ispezionò con cura la sua camera, finché non trovò la chiave accuratemente nascosta, e quindi marciò risoluta verso il capanno per completare la sua scoperta. Faceva freddo quel pomeriggio, e a Conradin era stato proibito di uscire di casa. Si sistemò presso la lontana finestra della sala da pranzo, da dove la porta del capanno poteva appena essere scorta, oltre l’angolo del boschetto. Vide la Donna entrare e si immaginò mentre apriva la porta della sacra gabbia e sbirciava all’interno con i suoi occhi miopi il pagliericcio su cui giaceva il suo dio.

una prelibatezza che usualmente ella proibiva per il bene di lui; e anche perché il prepararlo “recava fastidio”, una offesa mortale agli occhi della classe media femminile. “Pensavo che il pane tostato ti piacesse”, esclamò, con un’aria irritata, osservando che egli non l’aveva toccato.

Forse avrebbe rovistato la paglia nella sua goffa impazienza. E Conradin, ferventemente espirò la sua preghiera, per l’ultima volta. Ma egli fu consapevole, mentre pregava, di non crederci veramente. Seppe che la Donna sarebbe uscita con quel sorriso contratto stampato sulla faccia, che egli odiava così tanto, e che in un’ora o due il giardiniere avrebbe portato via il suo dio meraviglioso, ora non più dio, ma normale furetto marrone rinchiuso in una gabbia. E seppe che la Donna avrebbe trionfato per sempre, come trionfava ora, e che egli si sarebbe ammalato sempre di più

“A volte.” rispose Conradin. Quella sera, nella capanna, vi fu una novità nel rituale di adorazione della divinità. Conradin usava recitare delle preghiere, ma questa volta formulò anche una richiesta. “Fai una cosa per me, Sredni Vashtar.” La cosa non era meglio specificata. Egli supponeva che Sredni Vashtar già lo sapesse, essendo un dio. Poi, guardando l’angolo vuoto, proruppe in un singhiozzo e se ne tornò nel mondo che odiava. E ogni notte, nella gradita oscurità della sua camera, ed ogni sera, nella luce del crepuscolo, nel capanno si alzava l’amara litania di Conradin:”Fai una cosa per me, Sredni Vashtar.” Mrs De Ropp, notando che le visite al capanno non diminuivano, un giorno effettuò un nuovo giro di ispezione. sotto l’influsso della sua vessatoria saggezza superiore, finché un giorno non si sarebbe potuto fare più nulla per lui e la previsione del dottore si sarebbe avverata. E immerso nell’acuto dolore e nella miseria della sua frustrazione, iniziò a recitare fieramente e a voce alta l’inno del suo idolo minacciato: Sredni Vashtar avanzava, I suoi pensieri erano rossi e i suoi denti bianchi. I suoi nemici imploravano la pace, ma egli portava loro la morte. Sredni Vashtar il Meraviglioso.


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Poi, improvvisamente interruppe il suo canto, e si avvicinò al pannello della finestra. La porta del capanno era ancora parzialmente aperta come era stata lasciata, e i minuti passavano. Erano minuti lunghi, ma ciononostante passarono. Vide gli storni correre e svolazzare nel prato; li contò e li ricontò senza mai perdere di vista la porta ondeggiante. Una cameriera dai lineamenti acidi entrò a preparare il tavolo per il té, ma Conradin non si muoveva, e aspettava, e guardava. La speranza era entrata nel suo cuore, e il bagliore del trionfo iniziava a lampeggiare nei suoi occhi che avevano fin lì conosciuto solo l’appassionata pazienza della frustrazione. Nascosto nel respiro, e con una furtiva esultanza, di nuovo iniziò il peana di vittoria e devastazione. Ma questa volta la sua attesa fu ricompensata: dalla porta sgusciò fuori una lunga bestia giallo-marroncina, con gli occhi fissi nella luce del giorno evanescente, e con macchie scure e umide tutto intorno alle mandibole e lungo la gola.

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L’urlo stridulo e smisurato della cameriera, il coro in risposta di esclamazioni meravigliate dalla zona cucine, i passi affrettati e le concitate grida di aiuto e infine, dopo una pausa, i singhiozzi impauriti e i passi irregolari di quanti trasportavano un pesante fardello all’interno della casa. “Chi lo riferirà a quel povero bambino? Io non ce la faccio!” esclamò una voce acuta. E mentre essi discutevano la cosa tra di loro, Conradin si preparava un altro pezzo di pane tostato.

Conradin cadde in ginocchio. Il grande furetto scivolò verso una pozza sul margine del giardino, bevve per un momento, quindi attraversò un ponticello e si perse alla vista nei cespugli. Questo fu il passaggio di Sredni Vashtar. “Il té è pronto,” disse la cameriera; “ dov’è la signora?” “ E’ andata nel capanno, da un po’”, disse Conradin. E mentre la cameriera andava a chiamare la signora per il té, Conradin afferrò una forchetta dalla cassettiera e si apprestò a tostare un pezzo di pane. E durante la tostatura e mentre imburrava abbondantemente il pane e lo gustava con dolce lentezza, Conradin ascoltava i rumori e gli intervalli che venivano in rapidi spasmi da oltre la porta della sala da pranzo.

di Ariela Trovato - Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS


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Gran Bazar Curiosità, gadget e chincaglieria varia e furettosa raccolta dal mondo e nel mondo e portata a voi!

Normale o decaffeinato? Weasel Coffee (dove “weasel” significa donnola) è uno dei nomi diffusi usati per la commercializzazione del caffè più buono e più costoso del mondo: la dizione originale è Kopi Luwak, dove “kopi” in indonesiano vuol dire caffè e “luwak” è come viene chiamato, sempre in Indonesia (luogo di produzione originale di questo caffè), lo zibetto delle palme.

Detto anche civetta delle palme comune, questo zibetto è in realtà solo un parente lontano dei mustelidi, in quanto appartiene, come classificazione, alla famiglia dei viverridi; prettamente arboricola, si nutre principalmente di frutta carnosa e piccoli uccelli, roditori e insetti; fa parte della sua dieta, inoltre, una piccola percentuale di bacche.

sentore liquoroso, dal sapore di confettura di arance amare, con note di cioccolata e mandorle. Il caffè più buono del mondo, quindi. Considerando la particolare tipologia di produzione e la difficile reperibilità della materia prima, i prezzi di vendita sono stellari, arrivando a costi proibitivi come novanta euro a tazzina e fino a novecento euro al chilogrammo! Il caffè più caro del mondo, quindi! E, altresì, il caffè più crudele del mondo. Già, perché una volta annusato l’affare, la produzione che prima era un angolino di nicchia in accordo con le leggi naturali è diventata intensiva per affrontare la richiesta mondiale. Ecco quindi lo zibetto stipato in gabbie piccole, affinché non sparga i propri escrementi in giro rendendone complicata la raccolta, e la sua dieta fortemente debilitante, ridotta esclusivamente a bacche di caffè, così che ne produca la maggior quantità possibile.

Tra le bacche ingerite dallo zibetto vi sono quelle del caffè, le cui parti interne non vengono digerite: transitano quindi attraverso lo stomaco e l’intestino dell’animale, dove subiscono una particolare fermentazione, se così si vuol dire, e vengono poi espulse con le feci. A questo punto i chicchi vengono manualmente raccolti dal terreno e processati nella lavorazione: un caffè di cacca, quindi! Il sapore del Kopi Luwak è scevro dal gusto amaro che accomuna la maggior parte di chicchi e polveri utilizzati per produrre la bevanda; i degustatori dicono che abbia un Lo zibetto, per sua sfortuna, ha numerosi altri impieghi in Estremo Oriente. Nella migliore delle ipotesi è tenuto come animale da compagnia, ma la sua carne è anche usata per l’alimentazione. Soprattutto è allevato per la secrezione delle sue ghiandole paranali da cui si estrae un unguento, chiamato appunto zibetto, che è una base molto costosa per pregiatissimi profumi. La maggior parte dei profumi contiene un derivato sintetico, ma per quelli delle maison famose si usa questo prodotto.


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In caso di successo in questa ricerca, il processo manifatturiero non dipenderebbe più da un animale, perciò si potrebbero produrre quantità più elevate di questo caffè, che sarebbe disponibile a prezzi più moderati e senza vessare una specie vivente solo per ottenere una gustosa tazzina di caffeina a fine pasto.

Pertanto in Oriente è un animale molto presente nella vita quotidiana (viene abitualmente venduto in gabbie nei mercati) ed è diventato tristemente famoso nel 2003 quando si scoprì che il virus della SARS era stato trasmesso all’uomo da questo animale. LA SARS fu una epidemia di violenta e gravissima di polmonite che nel giro di pochi mesi, partendo dalla Cina, causò oltre 1000 morti in tutto il mondo. Il virus proveniva in realtà da pipistrelli frugivori ma era riuscito a compiere il salto di specie passando allo zibetto: all’interno dello zibetto era andato incontro a mutazioni genetiche che gli aveva permesso di compiere un altro salto di specie e passare all’uomo.

Sarebbe buono, buonissimo da degustare, ne sono sicura; ma per quanto riguarda la descrizione precisa del suo sapore, dovrete chiedere ad altri, perché non l’ho assaggiato e non lo assaggerò.

Quest’ultimo passaggio favorito dallo stretto contatto tra uomo e zibetto in Cina. Curiosamente, i pochi episodi di SARS che si sono verificati in Cina l’anno dopo, nel 2004, quando ormai l’epidemia era stata eradicata, furono legati al consumo di carne zibetto presso due ristoranti.

Per gli amanti del caffè, posso consigliare un Indiano Monsonato: costa poco, è buono e non deve transitare attraverso nessun animale.

Attualmente ci sono ricercatori che tentano di riprodurre in laboratorio la biofermentazione del caffè Kopi Luwak.

di Ariela Trovato - Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS


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Lo staff racconta

Memorial day, ricordiamo i nostri furangeli Nella suggestiva cornice del borgo di Angera, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, sabato 26 gennaio si è svolto un nuovo evento nell’ambito delle manifestazioni di Furettomania Onlus: il Memorial per i nostri furetti partiti per il Ponte dell’Arcobaleno. Dopo un’ottima cena in un ristorante sul lago, innaffiata da abbondante vino, siamo andati sulla riva per lanciare le lanterne volanti nel cielo illuminato da una magica luna piena, a portare idealmente il nostro saluto ai nostri amatissimi furetti che ci hanno fatto compagnia per un tratto più o meno lungo della nostra vita. E’ stato molto emozionante vedere le lanterne che si gonfiavano e poi volavano via in alto, veloci fino a sparire diventando stelle lontane dal tenue tremolio: così ora il cielo è pieno di nuove stelle, una per ogni nostro furetto che non c’è più. Alcune lanterne non sono riuscite a levarsi in volo: forse il ricordo di quei furetti era ancora troppo pesante e ancorato a noi?

Comunque, molte di quelle che non han decollato sono cadute sul lago e si sono allontanate dalla riva con la loro luce tremolante che si rifletteva nell’acqua del lago appena increspata: anche quelle erano molto suggestive. Vederle allontanarsi dalla riva faceva pensare al momento i cui i nostri amati si sono staccati da noi per iniziare il loro viaggio verso il Ponte dell’Arcobaleno. Nonostante il freddo fosse intensissimo e alla fine le mani non le sentissimo più, era bello essere tutti lì assieme, ognuno raccolto nel ricordo, gioioso e doloroso (perché sempre, nel ricordare i nostri amatissimi furetti, il dolore si screzia di gioia per aver avuto il loro affetto e la loro impagabile compagnia), dei propri furetti: tutti col naso all’insù a vedere i fuochi fatui delle lanterne che punteggiavano il cielo. Vi anticipiamo fin da ora che l’evento verrà replicato anche in altri luoghi.

di Claudio Cermelli - Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS -


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I soci raccontano

Giulio Salve a tutti, mi chiamo Isabella e prima dell’agosto 2012 non sapevo nemmeno che forma avesse quel buffo animale chiamato furetto!!! Vivo in Sicilia e nella mia zona queste piccole creature purtroppo vengono troppo spesso “maltrattate” per la caccia, quindi l’idea del furetto “domestico” è sembrata piuttosto bizzarra a tutti quelli che hanno avuto il piacere di incontrarci… Me e Giulio!!! Per l’appunto, questa non è la mia storia ma quella di Giulietto, il mio tenero furetto mascherina sopravvissuto a morte certa in un caldissimo pomeriggio di agosto. Mi chiedo ancora chi e perché abbia avuto la disgustosa idea di abbandonare accanto ad un cassonetto dell’immondizia nei pressi di casa questo piccolo scriccioletto, di appena 60 grammi, più piccolo del palmo della mia mano, che poverino continuava a rotolare su se stesso e a guaire... Tant’è che sentendo questi gemiti mi avvicinai e lo raccolsi in un fazzolettino scambiandolo per un piccolo gattino, magari abbandonato dalla madre… Solo arrivata a casa mi accorsi che non era così!!! Avevo il sospetto che fosse un furetto, e google me ne diede conferma!!! Da lì cominciò la “saga”. Non avevo la più pallida idea di cosa fare, non sapevo di cosa si nutrisse, di cosa avesse bisogno, e poi era cosi piccolo… Con gli occhietti chiusi, pochissimo pelo, e continuava a piangere… Ero in seria difficoltà. Cominciai subito a cercare informazioni utili, numeri utili, qualsiasi cosa o persona mi potesse aiutare a salvare la vita di quel piccolo cuccioletto... Per sua e mia fortuna mi sono imbattuta nel sito di FURETTOMANIA, ho trovato dei numeri e ho detto “proviamo a chiamarli”. Era l’unica opportunità che avevo per riuscire a salvarlo (e non finirò mai di ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato nella mission “SAVE GIULIO FERRET”!!!). Ho parlato con persone squisite che mi hanno immediatamente dato preziosi consigli per riuscire a gestire quel piccolo tesoro, soprattutto per quel che riguardava l’alimentazione (essendo un carnivoro stretto non è semplice trovare gli alimenti adatti al suo svezzamento e mantenimento, soprattutto qui in Sicilia, ancora oggi ho serie difficoltà a trovare delle crocchette adatte!), anche se eravamo tutti consapevoli che non sarebbe stato facile allevarlo viste le dimensioni e la tenera età. Ma Giulietto ci ha sorpreso… Lui e la sua infinita forza di volontà!!! Già dalla prime poppate mi aveva dato il chiaro segno che non avrebbe mollato… Lui voleva vivere, e così è stato!!!

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La prima settimana è stata parecchio faticosa: bisognava tenerlo al calduccio di giorno ma soprattutto di notte per evitare che andasse in ipotermia, nutrirlo ogni tre ore con contagocce e siringhette, coccolarlo molto e dovevo assicurarmi che stesse bene… Era diventato il mio piccolo, e dovevo prendermene cura!! Dopo la prima settimana, le cose cominciarono ad andare molto meglio... Giulietto cominciava a riconoscere il mio odore e a cercare le mie mani, si lamentava sempre meno, da mezza siringa di pappetta a poco a poco passò ad 1 poi 2 e poi 3! Un traguardo! Riuscì ad adattarsi e ad abituarsi al nuovo contesto molto velocemente, cosa alquanto straordinaria per un esserino così piccolo, e continuava a crescere, davvero a vista d’occhio, tutto andava bene, ma continuavo a documentarmi su internet e a chiedere consigli alle ragazze di Furettomania ad ogni piccola preoccupazione (sono degli animaletti davvero molto delicati soprattutto a livello intestinale. Bastava davvero poco per mandare in tilt il suo piccolo e corto intestino, e Giulietto ancora adesso ha il brutto vizio di mangiucchiare tutto quello che trova in giro per casa, con conseguenze non indifferenti!!!). Dopo 2-3 settimane il piccolo aprì gli occhi e lì mi si strinse il cuore: cominciavo a realizzare che ce l’avrebbe fatta davvero!!! Da lì è stato un crescendo di emozioni: lui mi cercava davvero, giocava con le mie mani, dormiva sulla mia pancia, cercava le mie coccole. Le settimane passavano in fretta e lui cominciò ad andare a spasso per casa (barcollando!!), poi a correre, a nascondersi dietro gli angolini e a farmi gli “agguati”!! E’ stata davvero dura, molti lo diedero per spacciato, continuavano a ripetermi che sarebbe morto in poco tempo, che era troppo piccolo per riuscire a sopravvivere… Ma fortunatamente e con soddisfazione posso dirvi che ad oggi Giulietto ha 6 mesi, pesa 1,9 Kg, gode di ottima salute, è un gran giocherellone ma anche simpaticamente dispettoso: senza le “dovute” attenzioni ci mette un’attimo a combinarmela sotto gli occhi!!! E’ molto affettuoso e davvero dolcissimo: è riuscito a creare con me (e io con lui) un legame molto intenso, speciale. Ed io oggi sono felicissima di averlo “incontrato” e di aver cominciato insieme a lui questa curiosa e si spera lunga avventura. Purtroppo nell’immaginario collettivo il termine furetto è associato spesso e volentieri ad un immagine di animale selvatico tenuto in cattività: niente di più errato!! Il furetto è stato selezionato dall’uomo già da migliaia di anni, proprio come il cane e il gatto. Il nostro piccolo amico riesce a farsi amare per le sue splendide qualità e a diventare uno stupendo compagno

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per l’uomo e non un “mezzo” per cacciare. E’ un animaletto ad alta “interattività”, per cui se posso permettermi di dare un consiglio, prima di prendere un furetto, pensate bene, pensate che Noi esseri umani, una volta portato in casa il puzzolo, diventeremo tutto il suo mondo, la sua intera esistenza sarà rivolta a noi. Ricordate che non è un giocattolo, e come tutti gli esseri viventi ha le sue esigenze e va rispettato e trattato come si conviene.

di Isabella Cimino socia di Furettomania Onlus

Cercano ancora casa! Nomi: Kiwi&Fico Età: circa 5 lei e circa 4 anni lui Sesso: Femmina (S) e maschio (impianto ormonale) Colore: Mascherina Arrivato: Gennaio 2013 Dove: Roma Ci si strappa il cuore a fare questo annuncio, non avremmo mai, mai, mai voluto farlo, questi due furetti sono speciali, una storica e solida adozione, lei, una speciale passerottina, intelligentissima simpatica, buffa, adorabile, lui grande grosso, bello e bonaccione. Non doveva finire così, ma a volte anche le adozioni più riuscite ci tradiscono, le vite cambiano, diventano complicate e si getta la spugna, Kiwi e Fico sono meravigliosi, senza colpe ed ora hanno bisogno urgente di chi gli faccia posto nella propria vita e se ne prenda cura fino in fondo. Kiwi ha un problema di surrenale finora trattato con impianto con scarsi risultati e sarà presto valutata per maggiori cure, Fico è in gran forma, non sono certo dei cuccioloni ma hanno ancora anni da vivere e tanto da dare. Sono fantastici e chi saprà guardarli negli occhi e vederlo non si pentirà di avergli aperto le porte di casa e del cuore. -Per maggiori informazioni su questa adozione contattare Patrizia: patrizia.puccetti@furettomania.com http://www.furettomania.it/pages/abbandonati/documenti/FORM2011.doc -Per maggiori informazioni su come adottare: http://www.furettomania.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=17243


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Bricoferret Mille idee e mille consigli su come allestire tutto ciò che rende la vita del nostro furetto più sicura, più comoda e più divertente. di Patrizia Puccetti - Ufficio Adozioni Centrale Fortunatamente le gabbie si usano sempre meno, ma la necessità di “contenere” i nostri furetti per proteggerli, quando non siamo in casa e per poter dormire senza improvvisi assalti notturni per giocare o per le coccole, resta imperativa ed in molti si sono orientati da tempo verso l’uso di play pen e recinti faidate (sempre che il nostro furetto non appartenga alla razza Houdinì, e non sia possibile contenerlo in un recinto, che è in linea di massima meno inespugnabile di una gabbia. Anche se questo è da contestualizzare, non poche volte i nostri piccoli testardi fuggitivi sono riusciti ad evadere da gabbie apparentemente idonee).

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Con i recinti un problemino che sorge è con le amache, ben sappiamo adorate da quasi tutti i furetti, in un recinto si fa spesso fatica ad appenderle, qualche eccezione per alcuni modelli, ma appendere sui pannelli comporta sempre il rischio di facilitare le maledette fughe, quindi l’ideale è ingegnarsi per posizionarle al centro, come? Esiste in commercio, purtroppo non in Italia, un accessorio composto da due barre telescopiche che si fissano al recinto ed alle quali si può appendere una o più amache. Come dicevano purtroppo la reperibilità in Italia è vicina allo zero e quindi dovremo ingegnarci! Le barre posso facilmente essere sostituite e reinventate con: aste delle tende, bastoni delle scope, profilati di alluminio, e chi più ne ha più ne metta! Perché funzioni l’importante è che non siano troppo flessibili, né troppo pesanti e che si possano in qualche modo fissare al recinto in modo stabile e su di loro le amache.

Questo l’accessorio originale: Play N’ Lounge Hangers™

e adesso un po’ di immagini per qualche spunto, e poi spazio alla creatività!


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La carta azzurra dei servizi Diversi Soci in tutta Italia che posseggono negozi o altre attività, offrono sconti per i Soci di Furettomania che si presenteranno con la tessera valida per l’anno in corso. I Soci interessati ad offrire sconti ed agevolazioni ad altri Soci, possono contattare la Redazione via e-mail a Redazione@furettomania.com. Dai presenti servizi sono escluse tutte le attività inerenti il commercio di animali. L’Associazione precisa che il presente servizio è riservato ai Soci dell’Associazione stessa e dichiara di non percepire alcun compenso per questo servizio. Le agevolazioni offerte verranno comunicate di volta in volta sul Giornalino. • La pasticceria s.a.s. di Benvenuto Emanuele, Piazza Adua, 8/B - Biella. Sconto 10%. Per Informazioni: Riccardo, tel. 015-8492685. • Bar Croce Bianca di Aries Emilia, Via dei Pescatori, 1 -Cerro di Laveno Mombello (VA). Sconto 10% sulle consumazioni. Per informazioni: Emilia, tel. 338-7562220. • Polleria girarrosto di Angela Masso Mercato- P.zza Borromini n.48 Torino Tel 347 4900848 Orario: dalle 8 alle 14 Carni tritate (compreso la quaglia intera) o a pezzi secondo le esigenze. In estate le quaglie esclusivamente su ordinazione. E’ consigliata la prenotazione. • Al cantun d’lè fiur (l’angolo dei fiori) Negozio di fiori e piante di Mauro Garelli C.so Casale 192/a Torino Tel. 011 8980166 Sconto del 10% su tutti gli articoli escluso faxiflora. • Azienda Agrituristica Arcadia (Rita, Graziano e Gabriele) Ospitalità e territorio: per le vostre vacanze: camere, cene, eventi, vendita prodotti biologici di stagione. La struttura accetta animali e i furetti sono benvenuti l’azienda offre uno sconto ai soci di Furettomania del 10% sututti i servizi. Via Cornetta 491 Poggetto di San Pietro in Casale (Bologna) Tel: 051 813176 Cel: 347 9161584 www.arcadia-agriturismo.it arcadia_bb@libero.it Riservata ai soci di Furettomania Onlus


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Adozioni Gennaio - Febbraio 2013

Geordie:

Naso Fino:

Bancomat:

Buz:

Kyra (Trilly):

Podo & Kodo (Filippo e Simone):

Davanti a questo irresistibile doppio mento Gaia e Paola sono capitolate ancora una volta, ed ecco un’ altra adozione felice!

un po’ di scompiglio lo ha portato tra Camilla e Porthos, ma nulla in confronto alla tanta tenerezza ed allegria, ancora non se lo ricorda sempre al 100% ma Porthos lo adora già e non potrebbe più farne a meno!

Ringraziamo di cuore Giorgia e Stefano che hanno fatto 500 km per poter dare una famiglia definitiva alla furettina di cui si erano innamorati!

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ha conquistato Simonetta e Angelo in un lampo! Come resistere a questi biondino tutto coccole e baci!! Grazie!!

Tanto tenero quanto fragile il piccolo Buz, ora è finalmente al centro di tutte le attenzioni che merita, Daniela lo inonda d’amore e quale terapia migliore ci può essere perchè il piccolo riesca a rimettersi ed a godersi il resto della vita?

(Filippo e Simone) Ringraziamo di cuore Barbara e Tito che hanno voluto accogliere nella loro famiglia questi due bellissimi fratelloni!


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Adozioni Gennaio - Febbraio 2013

Briciola:

Grazie a Stefania per l’adozione di Briciola, simpatica donzella non più cucciolona ma che meritava l’amore di una famiglia!!

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Nika:

Nonostante non sia stata troppo fortunata finora questa piccolina si è rivelata come una dolcissima compagna per il suo nuovo pauroso fratellino! Confidiamo che con un po’ di pazienza diventino inseparabili!Grazie Lavinia, Antonio e Spyke!

Responsabili uffici di furettomania E-mail centrale: info@furettomania.com •Consiglio Direttivo: Viviana Puzone (Presidente) 339-1158668, Ariela Trovato (Consigliere)334-8586875, Claudio Cermelli (Consigliere) 340-5226910, Ambra Gianotti (Consigliere) 340-3172621 Gaia Franzoso (Tesoriere) 333-8911991 Consiglio.direttivo@furettomania.com •Ufficio Tesseramenti e Iscrizioni: Gaia Franzoso 333-89119991 Tesseramenti@furettomania.com •Ufficio Adozioni: Patrizia Puccetti 335/6678218, Viviana Puzone 339-1158668 Ufficio.adozioni@furettomania.com •Ufficio Amministrativo: Gaia Franzoso 333-89119991 Amministrazione@furettomania.com •Ufficio Anagrafe (Microchip e Albo): Tommaso Bobini 345/6103451 anagrafe@furettomania.com •Ufficio Certificati: Claudia Segafredo 338-5430132 Certificati@furettomania.com •Ufficio Grafica: Chiara Vercesi chiara.vercesi@furettomania.com •Ufficio Manifestazioni: Manifestazioni@furettomania.com •Ufficio Redazione Giornalino: Redazione@furettomania.com


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Ponte dell’arcobaleno

Max:

Wilma:

Osvaldo:

Neve:

sei stato poco tempo con la tua mamma... Ma sei stato felice e amato come un figlio... Lasci un grande vuoto... Un abbraccio a Renata!..

Buon viaggio Osvy, vecchio amico, sei stato sempre bene e anche ora, dormendo, senza soffrire, te ne sei andato. Ora potrai giocare di nuovo con Corly e tutti gli altri, tanti, furangeli che hanno reso la mia vita migliore in ogni istante passato con tutti voi, ciao Osvy... E grazie...

Ciao piccola principessa bianca, torna in sogno a coccolare Barbara che ti ha amato moltissimo e sentirà tanto la tua mancanza.

A volte adottare vuol dire anche accompagnarli fino alla fine, accompagnarli nei momenti più duri della loro vita, a noi può far paura doverci affezionare a qualcuno che sappiamo non ci accompagnerà per molto, ma per loro, che sono rimasti senza le loro certezze, senza l’affetto delle persone che hanno amato, per loro non c’é regalo più grande” ...Grazie Gessica

Stan:

Un abbraccio forte a mamma Stefania per la perdita del piccolo Stan. Vi siamo vicini

Daphne:

Mandiamo un caldo abbraccio ad Andrea per la perdita della piccola

Piccola Miss:

“C’è e ci potrà essere una sola piccola miss” (L’uomo bicentenario)


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Ponte dell’arcobaleno

Nikita:

Piccolo angelo sei volata via troppo presto, ci dispiace tanto...

Sigio:

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Soffierà nel vento una lacrima che tornerà da te per dirti ciao. Mio piccolo ricordo in cui nascosi anni di felicità e guardami affrontare questa vita come fossi ancora qui. Magari un giorno l’universo accoglierà la mia richiesta e ci riporterà vicini tra l’aldilà e il mio nido di città, c’è molta differenza anche se provo a non vederla. Ciao mio piccolo Biondone DANIELA. Un abbraccio a mamma Dany da tutti noi di FM

Passaparola


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Il Furoscopo di Sibilla Putoria

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E se poi finisce la fornitura mondiale di crocchette e lui non ne ha messe da parte abbastanza? Non spreca cibo, non lo sparge in giro come molti altri furetti fanno, scavando nella ciotola: lui, o lo mangia o lo conserva; magari nelle vostre ciabatte ma lo conserva. Nato in pieno inverno, il furetto del Capricorno ha bevuto “parsimonia” insieme al latte materno; sa che la vita è dura e per niente sulla faccia della terra si farebbe trovare impreparato! Eccolo quindi affaccendato ed instancabile a traslocare i giochi da un nascondiglio all’altro o a trovare miglior collocazione al vostro pacchetto di fazzoletti, che voi incautamente stavate lasciando sul comodino! Per le persone sbadate e disordinate, il furetto del Capricorno è il migliore e insostituibile amico: ogni volta che credete di aver perso qualcosa o che non ricordate dove avete messo qualcosa, potete andare a rovistare nel mucchio di tesori dietro l’armadio o dietro al cassetto della scrivania: è tutto lì, ben custodito fino alla fine dei giorni.

Capricorno

Pratico, diffidente e pessimista, dotato di una forza di volontà, di una pazienza e di un attaccamento alla vita senza pari, questo furetto imprevedibilmente di solito si rivela un sereno e serafico compagno di viaggio al vostro fianco, in quanto nella sua piccola testolina ha già previsto il peggio e quindi è pronto a godersi il meglio che voi possiate dargli…….

21 dicembre – 19 gennaio

Acquario 20 gennaio – 19 febbraio

“Tesaurizzare” (accumulare ricchezze senza destinarle a investimenti produttivi) è il verbo preferito del furetto del Capricorno. Se già questo animale è portato per natura ad accumulare, fare scorte, nascondere, questo segno zodiacale fa di questi verbi un’arte, una regola di vita.

Gli manca solo la parola. Ma forse è un bene, perché non starebbe mai zitto, coinvolgendoci in astruse e ideose teorie sull’origine della Prima Crocchetta, mistica divinità del cibo e dell’abbondanza: perché dietro gli occhi del furetto Acquario scorre un universo, e trabocca di fuori. Raramente aggressivo, ma spesso opportunista, questo furetto si trova bene in compagnia sia dell’uomo che degli altri animali, dato che la sua filosofia di vita sembra essere “vivi e lascia vivere“, almeno fino a che nessuno gli pesta le zampe


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Non si offende mai, è pronto al perdono e non porta rancore. Ha una sua ben definita personalità, ma duttile e disposta all’adattamento, per cui è incuriosito dal mondo che lo circonda e diventa un temerario esploratore sia dell’ambiente casalingo che fuori dalle mura domestiche; non è raro vederlo avventurarsi in linea retta in mezzo ad un campo inesplorato, coda a scovolino e naso a terra per non perdersi neanche un effluvio!

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a svegliare la mattina alle sei intrufolandosi sotto le coperte e dormendo poi beatamente accoccolato al vostro fianco, pago del calore che i vostri corpi si stanno scambiando. La sua cuccia preferita? Quel caldo maglione che vi piaceva tanto tempo fa, ma che ora non potete più mettere perché lui lo ha sbrindellato tutto scavandolo alla morte; voi forse state imprecando, ma lui è tutto contento perché ha vicino il vostro odore…

Ma è discontinuo nelle manifestazioni di affetto e può capitare che passi lunghe ora lontano da voi per poi venirvi

La campagna del mese Inoltre, in ogni numero, troverete la Campagna Del Mese: un punto di vista mirato su tematiche (ahinoi spesso trascurate o dolenti) inerenti alla gestione del furetto. In questo numero (con in allegato il modulo di gratuita iscrizione all’Anagrafe di Furettomania Onlus):

Sterilizzazione e smarrimenti La proponiamo ancora e lo faremo ancora e ancora, la campagna sterilizzazioni, la sensibilizzazione per un allevamento consapevole, il punto d’origine delle responsabilità verso questi (ed ogni) animale che dipende da noi, che nasce perché noi facciamo sì che avvenga e che vive bene, male, sereno o abusato, curato o nella negligenza, per nostra responsabilità, oggettiva ed incontestabile, ma enormemente sottovalutata, mistificata e fraintesa Guardate questi musi tristi, questi corpi segnati, queste vite ignorate. Non vengono da Marte, non li ha portati la cicogna e non sono figli di nessuno. Chi si accinge a fare una cucciolata non lo vuole pensare, non lo vuole sapere, è scomodo: quei musini deliziosi per cui sentite tanta tenerezza diventeranno grandi e dovrete necessariamente darli a qualcuno. Ne potrete forse tenere 1-2 ma la cucciolata sarà spesso di 8-10 o più, anche se farete del vostro meglio nel darli via, anche se vi convincerete di questo, sappiate che i furetti persi, abbandonati, vittime di negligenze sono o potrebbero essere anche i vostri cucciolini dolcissimi. Sappiate che il dolore di questi ex batuffoli, i fondi raccolti per curarli, l’impegno dei volontari, dovranno essere spesi per riparare al danno. Probabilmente non lo saprete neanche mai, e questo vi farà credere: “non ai miei, i miei stanno bene”. Magari per qualcuno di voi è vero, e chi è un esperto e rodato allevatore trova i suoi protocolli per limitare al minimo il rischio. Infatti, riflettiamo, come mai i furetti che provengono da allevamenti seri con impianto di chip registrato all’anagrafe ecc. non si trovano pressoché mai a finire al nostro ufficio adozioni?! Sarà forse che certe precauzioni e l’esperienza, più il fatto che le persone che contattano un allevamento, che si informano, che spendono denaro, energie, fanno lunghi viaggi per prendere un furetto atteso e ricercato poi

non lo abbandonano?! Invece il furetto preso da una persona che ha fatto la cucciolata faidate, è molto più a rischio. Senza esperienza ci si ritrova semplicemente a darli a chi li chiede. Anche perché i cuccioli spesso sono tanti, costosi e dopo mesi di cacche ovunque, pappe ovunque e tanti morsi e disordine magari non se ne può nemmeno più e non si vede l’ora di darli via. Per non parlare del calore, se passano i mesi avrete fratelli e sorelle interi! Problema tenerli divisi, problema odore e nervosismo, problema anemia per le femmine. Ma è proprio necessario? Per appagare il desiderio di avere per la casa dei cucciolini, per una bella ed emozionante quanto fugace esperienza, pagare poi con tanto dolore? E non ci sono solo i segni esterni, quelli mostrati qui sono più “visibili”, ma i furetti mordaci, tristi, quelli che non sanno giocare, quelli non si possono fotografare ma sono centinaia ed anche loro vittime allo stesso modo. Se poi non c’è verso, non potete proprio farne a meno e le vostre motivazioni le ritenete in tutta coscienza adeguate allora una preghiera: oltre a prepararsi prima, informarsi su tutto, curare gli aspetti della genealogia, dell’alimentazione di madre e cuccioli, di un veterinario competente, una volta poi pronti a fargli lasciare il nido: mettete il chip ai vostri cuccioli e registrateli all’anagrafe! http://www.furettomania.com/Brochurine/NEW/ MODULO_ANAGRAFE_2012.PDF


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Non lasciate che di questi pulcini che tanto avete desiderato mettere al mondo si perdano le tracce. Potreste trovarvi a guardare una di queste foto, maledire chi a permesso che accadesse... Ed esserne in parte responsabili! Quante volte dobbiamo sentire ancora, non lo sapevo, non credevo, non avevo capito?

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Quante persone pentite dovranno raccontare che poi di quei cuccioli c’è chi è stato perso, trascurato, abbandonato, chi addirittura vittima per negligenza? Quante volte ancora dovremo recuperare cucciolate mordaci complicatissime da sistemare perchè non maneggiate e socializzate? E quanti furetti trovati in strada senza chip non potremo ricondurre ad un responsabile perchè irrintracciabile? di Patrizia Puccetti Ufficio Adozioni Centrale


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E.R. Smarrimenti Aggiungiamo un’ altra avvertenza di stagione e questa volta per gli smarrimenti, con qualche strumento ed indicazione per gestire il peggio quando è ormai avvenuto. Gli smarrimenti, soprattutto con la bella stagione e nel periodo dei calori, sono all’ordine del giorno, continui, frutto di incidenti, disattenzioni, errate convinzioni. Il prezzo? Molto spesso fatale, pagato da piccole creature indifese che dipendono da noi... Se hai smarrito il tuo furetto puoi contattare il collaboratore regionale di riferimento http://www.furettomania.it/pages/frames/frame.htm o contattarci su ufficio.adozioni@furettomania.com o su info@furettomania.com e telefonicamente al 335/6678218 o 339/1158668. Potremo verificare se il tuo furetto non sia già in nostra custodia tra quelli che frequentemente recuperiamo a seguito delle segnalazioni di ritrovamento, e in caso contrario ti aiuteremo a cercarlo. Consigliamo inoltre di divulgare tempestivamente annunci (ne troverete uno preimpostato qui sotto) con indicazioni di questo tipo: foto corredata dal giorno-ora-città e luogo di smarrimento del furetto, sesso (sterilizzata/castrato/ intero) età, colorazione ed eventuali segni distintivi e problematiche di salute, utile specificare se il furetto è microchippato e registrato all’anagrafe, evitando però di divulgare il numero del chip che resta fondamentale per dimostrare il diritto a reclamare il furetto.

Infine fornire i numeri di riferimento da contattare per chi avesse informazioni. Preferire l’affissione in: NEGOZI DI ANIMALI, VETERINARI, FARMACIE, EDICOLE, SUPERMERCATI E CENTRI COMMERCIALI, STAZIONI DI AUTOBUS E TRENI, BENZINAI E TUTTI I LUOGHI MOLTO FREQUENTATI. Inoltrare l’avviso a vigili urbani, canili, ENPA, UDA, LIPU, WWF, CRAS e similari. Risulta utile, laddove lo smarrimento avvenga in aree di campagna, provvedere a posizionare delle gabbie “trappola” per la cattura, accessoriate di acqua, cibo e copertine preferite. Ricordiamo che è FONDAMENTALE per scongiurare la perdita definitiva del furetto in caso di fuga, agire celermente al momento dell’emergenza, con tutte le indicazioni appena date. Ma è imprescindibile averlo microchippato e regolarmente registrato all’anagrafe e all’asl di competenza (o presso la propria clinica veterinaria) perche’ altrimenti vengono a mancare gli strumenti per poterlo riportare a casa, e che l’impegno preventivo di tutelarlo in questo modo è frequentemente ripagato. di Patrizia Puccetti Ufficio Adozioni Centrale




Questo bimestrale non è pubblicato a scopo di lucro e non intende ledere in alcun modo i diritti d’autore. Eventuali immagini o brani pubblicati, tratti dal web, sono valutati di pubblico dominio e/o ne è stato chiesta la concessione; qualora il loro uso violasse involontariamente diritti d’autore, lo si comunichi alla redazione, che provvederà alla loro pronta rimozione. Grazie


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