franzmagazine 9

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Manuela Kerer, nata 1980 a Bressanone, ha studiato violino al conservatorio, giurisprudenza e psicologia all'Università di Innsbruck. Ha completato gli studi di composizione con il maestro Alessandro Solbiati a Milano. Ha ricevuto prestigiosi premi e borse di studio. Nel 2009, anno europeo della creatività e dell’innovazione é stata nominata Young creative talent. Ha realizzato composizioni, tra le altre, per i Klangspuren a Schwaz, per il Museo Ferdinandeum di Innsbruck, per l’11th International Festival for Contemporary Music al Moscow Forum. Ha scritto diversi brani musicali per bambini.

1. Con partenza a Bressanone, la vita di Manuela Kerer è un continuo viaggio, nella musica e nel mondo. Con le valigie piene di curiosità e voglia di confronto.

cui Ligeti, Bach, Beethoven, Ives, Bernstein, del quale ha anche eseguito come violinista un suo pezzo orchestrale a Merano. E anche Kagel e Cage. Prendendo spunto dal pezzo silenzioso di quest’ultimo, la Kerer ha concepito un brano in cui gli esecutori anziché emettere suoni producono dei candidi sorrisi, tutti scritti minuziosamente in partitura: il come sorridere, il quando e quanto a lungo. Carattere iperattivo: “faccio una cosa e

contemporaneamente penso a molte altre”, e sempre in giro per mezza Europa, con base a Bressanone, dove vive con due sorelle e un fratello, ma anche molto ad Augsburg, e poi Innsbruck, Vienna e Berlino, con un futuro prossimo negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio. E in treno compone molto, per poi trascrivere le partiture al computer. Ha scritto anche musica sacra ma dice di credere “in qualcosa, non so ancora che cosa, ma aiuta ad affrontare meglio la vita”, un sentimento spirituale testimoniato dal suo lavoro Magnificum Caos. Ha studiato violino e pedagogia musicale, composizione, psicologia e legge, adora il cinema di Stanley Kubrick (anche per le musiche di Ligeti) e mastica bene il mezzo elettronico, presentandosi a volte col suo computer come strumento dell’organico. I suoi miti musicali femminili sono Clara Schumann e Sofija Gubajdulina, ama le montagne sudtirolesi, ha studiato pattinaggio artistico, le piace il sushi, preferisce il vino alla birra e apprezza il formaggio. “Un giorno scriverò un pezzo sul formaggio, basandomi su quel misterioso procedimento di misurazione della stagionatura per cui la forma viene battuta con un martelletto e dal tipo di tok si decide se il formaggio è pronto oppure no”. Perché Manuela Kerer non è proprio ortodossa come musicista, nel senso che non si riesce più di tanto a confrontarla con quei capoccioni intellettuali a cui siamo passivamente abituati. Certo anche lei, ci mancherebbe, ha il suo pensiero compositivo – e ci tiene che venga ben fuori –, ma l’impressione è quella di una trentunenne immersa nel suo mondo, che ama confrontarsi con le cose e con la gente, una persona non esclusiva ma anzi aperta, curiosa, disponibile.

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