Digitalic n.3 - Riavvio

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01/2012 – N. 3

01/2012 – N. 3

www.digitalic.it

Tecnologie e protagonisti dell’ICT

!"#$%&"'()*&+, -.&"/*+#"*&0/*1,+2# 3!4(54678(475 Grafica Valdarno è la capacità di rendere straordinario ciò che per altri rimane confinato nell’ordinario.

È eccellenza di stampa, per qualità di produzione, varietà di lavorazioni speciali, cura dei dettagli, creatività di abbinamento tra supporti e nobilitazioni. Per ricerca del particolare sensoriale, che catturi lo sguardo e seduca il tatto. Apprezzata a livello nazionale e internazionale per la forza comunicativa delle sue produzioni, Grafica Valdarno si è specializzata negli stampati di pregio e nel packaging d’alta gamma per i settori della cosmetica, moda, gioielleria e lusso. Inconfondibili per stile e qualità: più che descritti, gli stampati di Grafica Valdarno devono essere percepiti con i sensi. Per scoprire come possa sorprendere anche il più semplice foglio di carta.

Grafica Valdarno - P.le del Lavoro, 301 - Cavaria (Va) - Tel. +39 0331 212944 info@graficavaldarno.it - www.graficavaldarno.it

ITalians. Il Paese riparte puntando sugli imprenditori. La visione di Paolo Castellacci, dalla Toscana con innovazione.

Ferro a fuoco. Il pc è l’ingranaggio fondamentale che mette in moto ogni rinnovamento; molti lo snobbano, ma è il cuore del mercato.

Carta Stardream Copper by

Gruppo Cordenons Stampa e grafica by

Grafica Valdarno

Cliché Speciali I e IV di cop. by

Gasperini - Tomlinson


STARDREAM, Copper 285 g/m


È il momento di ripartire. Non solo perché c’è un nuovo anno da affrontare, ma perché c’è una nuova epoca. Non sarà un anno facile, non sarà un anno per tutti, non sarà un anno come gli altri. Il 2012 sarà, invece, l’anno dei temerari, dei talentuosi, dei coraggiosi, di quelli che staccano 10 metri più in là, di quelli che credono davvero in quello che fanno. Noi ci crediamo e siamo convinti che (anche in un anno complesso) quelli che possiedono una determinazione ferrea, quelli intrisi di passione per il proprio lavoro, troveranno una strada lastricata di soddisfazioni; sarà in salita, faticosa, piena di ostacoli, ma anche ricca di successi. Ci vuole passione per creare e portare avanti un piccolo impero della tecnologia in quel di Empoli, come fa Paolo Castellacci, intervistato in questo numero. Bisogna essere temerari per fondare un quotidiano online da 135.000 utenti al giorno: Daniele Sesini lo ha fatto e ce lo racconta. Ci vuole talento per realizzare una copertina come quella che vedete e il lavoro delle migliori eccellenze italiane, dalla carta al cliché, dalla grafica alla stampa a caldo. Bisogna avere molta determinazione per portare l’innovazione nella provincia Italiana

È

come fa Pierantonio Macola con il suo Smau Business. Ci vuole tenacia per trovare sempre nuovi prodotti da proporre in modo inedito in un settore come quello del pc, che molti abbandonano. Bisogna amarlo il personal computer per continuare a rinnovarlo. Ma come si fa a non amarlo? Tutto passa dal computer, che sia pc o Mac: ogni nuova idea nasce su un computer e da lì raggiunge gli altri. In questo numero trovate molte persone che ogni giorno sovvertono

“IL 2012 SARÀ L’ANNO DEI TEMERARI, DEI TALENTUOSI, DEI CORAGGIOSI” le previsioni degli economisti, raggiungendo risultati straordinari, seppur in tempo di crisi. E trovate anche tecnologie che stanno cambiando la vita delle persone e il business delle aziende come le App o i social network. È un numero in cui scoprire che l’Italietta rimane comunque la nona economia al mondo per valore assoluto del Pil ed è piena di progetti, di tecnologie, di donne e uomini straordinari. Il 2012 sarà nuovo sotto molti aspetti, sarà – speriamo – l’anno del riavvio. Il cambiamento è un valore e nessuno, meglio di chi opera nel mondo delle innovazioni, lo sa. Cambiate, innovate, riavviate tutto e ripartiamo.

EDITORIALE

NON|È|UN|ANNO|PER|TUTTI

Francesco Marino Direttore Responsabile Digitalic francesco@digitalic.it

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SOMMARIO

AVVIO

52 Cercasi killer App disperatamente

Geografia

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Anno 1 ‚ numero 3 ‚ gennaio 2012 www.digitalic.it

PopApp

I fiori del benessere

Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011

Hardware

White Paper

56 Ferro a fuoco!

12 Tris d’assi per il numero 3!

Tiratura n. 15.000 copie

Eventi

63 CES 2012, un italiano a Las Vegas

Bloguru

14 Datemi una notizia e vi solleverò il Web

Fab4

64 Ultrabook… Ultramargini

Smau Wow

12 Altro che passato… il futuro è Prossimo!

Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra produzione@mmedia.info

68 Firmware libera tutti

8, 12

Punto G

MERCATO

Attualità

72 La sottile arte del greenwashing

Digitalk

50, 51, 54, 70, 71

Management

WEB SOCIAL CLUB

18 La dura legge del gol 24 Sistemi Erp: mai di moda, sempre attuali The Marketing Side

30 L’imbuto malefico Trend

38 Pmi e innovazione: provaci ancora It! ITalians

44 “Tuscan Style” con vista nuvole Attualità

26, 32, 34, 37, 40, 42, 46, 47

TECNOLOGIA Numeri Primi

48 R&D dalla Cina con amore

8com Acantho Alias Brevi Emc Evolution Fespa Gasperini Grafica Valdarno

61 23 9 27 35-36 17 55 III cop IV cop

Direttore Responsabile: Francesco Marino francesco@digitalic.it Caporedattore: Marco Lorusso marco@digitalic.it

Do it Yourself

News

In fase di certificazione secondo il Regolamento CSST

2social

74 Io so, che tu sai, che lui sa… Sicurezza

76, 77

Hanno collaborato: Amir Baldissera, Barbara Bonaventura, Francesco D’Ambrosio, Alessio Ferri, Lega Nerd, Pierantonio Macola, Biagio Picardi, Riccardo Pirana, Matteo Ranzi, Carlo Rubbiani, Gianluca Salviotti, Daniela Schicchi, Antonella Tagliabue. Progetto grafico e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c. Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80 Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00

Attualità

78, 79

http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: RDS WEBPRINTING s.r.l. via Belvedere, 42 - 20043 Arcore (MB)

SHUTDOWN Lega Nerd

80 I terminali, ovvero il primo passo di “de-nerdizzazione” dell’informatica Photo

Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi

MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393, fax 039.2326449

82 App-y new year! Mad4It

84 Touché

Gruppo Cordenons Ibm Idc iStockPhoto Magirus Italia Sidin Sinergy Smau Rds Webprinting

II cop 5 33 43 13 21 28-29 49 41

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).

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GEOGRAFIA

I|FIORI DEL|BENESSERE È una delle cose più difficili da misurare, ma è anche la più importante: il benessere delle nazioni. L’OECD (Organizzazione mondiale per la cooperazione economia e lo sviluppo) ha elaborato un sistema per visualizzare il livello del benessere in ogni nazione. In base a quest’indice – il “Better Life Initiative Index” – sono 11 i fattori che compongono la “felicità” degli Stati, 11 macro categorie suddivise in 20 elementi. L’altezza del fiore rappresenta il livello generale di benessere, mentre la dimensione dei petali indica il livello di ogni fattore: casa, ricchezza, lavoro, salute, sicurezza, comunità, educazione scolastica, ambiente, governo, soddisfazione della vita, equilibrio vita-lavoro. Digitalic ha creato il proprio indice dando a ciascuno degli 11 fattori monitorati un peso differente e il risultato lo potete vedere in queste pagine.

È

Il giudizio dell’OECD sull’Italia Secondo L’OECD l’Italia ha un posizionamento positivo, dato che per molti dei valori misurati si muove intorno alla media dei Paesi membri. Viene sfatato il mito degli italiani lazzaroni: da noi si lavora più che negli altri stati con 1.773 ore l’anno a persona. Più bassa della media la scolarizzazione: possiedono un diploma il 53% delle persone tra i 15 e i 64 anni. Nemmeno la qualità della scolarizzazione è ai primi posti, con lo studente medio italiano che nel test di abilità di lettura raggiunge 486 punti su un massimo di 600. Alta invece l’aspettativa di vita che in Italia è di 81,5 anni, ben due anni in più rispetto alla media. Infine, il 54% degli italiani è soddisfatto della propria vita, un dato leggermente inferiore al 59% registrato nella media delle altre Nazioni. Altre info su http:// oecdbetterlifeindex.org/countries/italy/.

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GERMANIA-ITALIA: 9 A 2

Il paragone con la Germania è abbastanza impietoso per l’Italia. Nei grafici qui a fianco potete osservare per ogni fattore – dalla casa all’occupazione – il confronto tra le due nazioni. Le barre colorate rappresentano i dati italiani, quelle bianche e nere i dati tedeschi. La Germania vanta indici più alti in 9 casi su undici, mentre l’Italia supera i teutonici in Governo e Sanità. Il fattore “Governo” è composto dalla percentuale dei votanti sugli aventi diritto e da un dato complesso basato sulle consultazioni elettorali, non quindi sulla durata dei Governi sulle consultazioni.

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NEWS

UNA|“VESPA” PER|NETAPP

Esigenze sempre piu complesse, risorse limitate e una crescita dei dati senza precedenti. NetAPP pensa alle medie imprese e lancia una nuova linea di prodotti entry level. NetAppFAS2000 punta a garantire a questo strategico target valore, semplicità e scalabilità. Il tutto sempre grazie al supporto degli operatori del canale indiretto, da sempre centro nevralgico del go to market di Netapp. Per caratterizzare il suo FAS2240 NetApp ha scelto il termine Vespa, in grado di evocare nell’immaginario collettivo l’idea di agilità e semplicità. «Siamo orgogliosi di questo omaggio tributato alla creatività italiana – ha commentato Antonia Figini, country manager di NetApp Italia –: la nuova soluzione permette a tutti, non solo alle grandi organizzazioni, di muoversi con agilità nel traffico sempre più caotico dei dati aziendali. Si tratta di una nuova decisiva leva di business per il nostro canale».

ACANTHO|CREA|VALORE|PER|I|PARTNER|IBM La società di telecomunicazioni per l’Emilia Romagna partecipata dal Gruppo Hera, ha presentato il nuovo servizio EasyCloud400, che consente ai partner di acquisire e commercializzare la piattaforma AS/400 in modalità Platform as a Service (PaaS). Il partner può dunque mettere a disposizione dei clienti la piattaforma, insieme agli applicativi, via internet con connessione sicura (o su rete dedicata) e banda garantita. Il

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sistema risiede in una virtual machine AS/400 gestita presso il data center Acantho, protetto dai migliori dispositivi di sicurezza. L’infrastruttura è governata da Acantho e Ibm, consentendo così agli operatori It di assicurare alle aziende sempre la migliore infrastruttura tecnologica possibile. Il partner Ibm può customizzare la piattaforma tramite attività di sviluppo middleware e software.

PHASER|7800|DI|XEROX, LA|NUOVA|ALLEATA DELLE|GRAPHIC|ARTS «Ecco la nuova stampante ideale per i professionisti della comunicazione grafica, i fotografi e i creativi di qualsiasi settore» ha commentato Daniele Puccio, European Channel Group General Manager di Xerox Italia presentando la nuova Phaser 7800. Si parla di una risoluzione pari a 1.200 x 2.400 dpi in grado di evidenziare dettagli di immagini, fotografie e grafici garantendo la massima fedeltà del colore. Inoltre, la presenza di una funzione avanzata come PhaserMeter Colour Measurement Device powered by X-Rite consente di verificare la precisione dei colori nella fase di post stampa, con importanti risparmi di tempo e denaro. La funzione di stampa automatica fronte/retro su carte fino a 256g/m2 è una funzionalità, ma la stampante è disponibile anche con l’Extra Heavy Duty Media Kit facoltativo, che consente la stampa fronte-retro automatica su supporti fino a 300g/m2.



NEWS

Primo,|saper|ascoltare!

Sulla qualità e il comfort dell’esperienza audio nelle nuove comunicazioni IP, Jabra sta costruendo i suoi successi. Un percorso di valore che passa anche dal canale, grazie soprattutto a una precisa strategia

e al recente lancio del programma Win. «Grazie a vantaggi e certificazioni non legate al fatturato – spiega Adriano Palomba, country manager di Jabra – puntiamo ad allargare la base dei dealer sia dal mondo It sia dal mondo Tlc. Il programma è stato sviluppato insieme ai partner e punta a diffondere, in maniera decisiva, i vantaggi derivanti soprattutto dall’utilizzo dei sistemi di comunicazione audio senza fili. Un mercato che si è ormai dimenticato la nomea di commodity ed è ormai sempre più strategico per la buona riuscita di progetti di Unified Communication molto articolati. Del resto, se si sente male, anche la migliore comunicazione è destinata a saltare…».

Se|il|Cio|si|mette|a|fare|l’hacker… BalaBit It Security, azienda specializzata nello sviluppo di soluzioni per la sicurezza delle reti informatiche, ha annunciato i risultati della ricerca che ha rivelato “La lista delle 6 attività più popolari vietate nei luoghi di lavoro tra il personale It”. «Secondo il sondaggio – spiega Gaetano Gargiulo, Responsabile di BalaBit It Security per l’Italia – il 74%

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del personale It ha già violato i sistemi informatici dell’azienda e avrebbe potuto perdere il lavoro se ci fosse stata una prova video a registrare il fatto. Il 92% degli intervistati non si opporrebbe a essere osservato da uno strumento di monitoraggio». Il campione della ricerca è comunque composto da più di 200 persone di dipartimenti It in Europa Centrale e dell’Est.

Brocade|e|la|benzina per|il|canale Il 2012 sarà l’anno dei partner. Brocade non ha dubbi e, risultati alla mano, si appresta ad iniettare una nuova, strategica dose di benzina nel motore di un canale già lanciato ad alta velocità. «Il canale – spiega Elena Bonvicino, Channel Territory Representative Brocade Italia – è cresciuto del 12% a livello mondiale (in Italia 30 i partner, di cui 22 Select e 8 Premier e confermatissimi i due distributori a valore: Edslan e Computer Gross - NdR) e ora rilanciamo con la versione 3.0 del Brocade Alliance Partner Network». Interessante il Brocade Accelerator: fondi stanziati prima di finalizzare l’accordo con il nuovo partner a fronte di un impegno formale con un business plan condiviso. Al partner si dà la possibilità di negoziare, ogni trimestre, un extra budget per finanziare e supportare alcune attività. Il programma Value Incentive Program pay-for performance è stato invece ampliato con la specializzazione rivolta ai Service Provider. Rafforzato anche il programma di Deal Registration con livelli di sconto più elevati per le vendite di soluzioni IP.


white paper 10

Tris d’assi per il numero 3! Daniela Schicchi “Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport e fitness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infine – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

Non è superstizione, ma le coincidenze (quando favorevoli) vanno considerate. Ed eccoci qui, un po’ vanitosi, a presentarvi il numero tre di Digitalic. Questa volta vi facciamo girare la testa non con un effetto 3D, ma con colori e foil preziosi. Gasperini, che aveva realizzato i cliché del nostro primo numero, ha mantenuto la sua promessa e ha realizzato due nuovi cliché (quello della testata e quello degli ingranaggi). Poi lungo la strada abbiamo incontrato altri partner d’eccezione: la cartiera Gruppo Cordenons (rinomata proprio per le sue splendide carte creative) e Grafica Valdarno, con mezzo secolo di attività eccellente sulle spalle nell’ambito della stampa. Il risultato lo avete tra le mani.

N

Carta canta e… conquista La copertina che vedete, toccate e strofinate (tanto lo sappiamo che lo avete fatto!) appartiene alla collezione Stardream, in particolare si tratta della Copper da 285 g/m2. La linea Stardream rappresenta una vera

roccaforte nei numerosi campionari di Cordenons. Le caratteristiche più evidenti e affascinanti sono le superfici multicolore impreziosite da insoliti effetti madreperlacei, metallizzati, iridescenti o cangianti che ne variano la naturale dominante cromatica. Le miche (quei piccoli “brillantini” che vedete) sono le alleate di questa lucentezza che incanta. Le carte e i cartoncini della collezione Stardream sono realizzati con fibre di pura cellulosa vergine Ecf (Elementary Chlorine Free), sono colorati nell’impasto e poi finemente patinati con pigmenti perlescenti. Il colore

scelto per Digitalic è un bel rame caldo con sfumature che variano dall’oro all’argento fino al bronzo. Al tatto è calda e morbida pur avendo una consistenza che la rende perfetta per ogni tipo di lavoro creativo. Ultimo dettaglio di nota è la certificazione Fsc che ha ottenuto da poco.

Microincisione: fascino e sicurezza Gasperini non poteva certo rinunciare a una microincisione così perfetta per un supporto che invita alla creatività come Stardream. Questa tecnica, dopo quindici anni di semina

Gruppo Cordenons Gruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte che offre al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti specializzati. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare carte preziose, che evocano l’eleganza e il fascino delle carte fatte a mano. Gruppo Cordenons ha sviluppato un portafoglio prodotti molto ampio che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti e carte innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica o dei tessuti alla moda. www.gruppocordenons.com


Gasperini Con il partner strategico Tomlinson, siamo il vostro referente unico per ogni tipologia di nobilitazione e anticontraffazione. Sottoponeteci le vostre idee, e sapremo fornirvi con competenza e passione tutti gli strumenti di cui avete bisogno: cliché di alta qualità, tecnologie, macchine e prodotti. Non aspettate: siamo in grado di creare “on demand” in pochi giorni microincisioni olografiche e rilievi multilivello, con simulazioni 3D. www.gasperini.it

consulenziale e professionale, si sta affermando con riscontri positivi da parte dei clienti acquisiti dall’azienda di Prato. La microincisione, infatti, oltre a essere una tecnica splendida da osservare e toccare, rappresenta un sistema sicuro, efficace e conveniente di anticontraffazione. Avete capito bene. La tecnica che si usa per microincidere consente di personalizzare in modo accurato e dettagliato il contenuto microinciso, tanto da trasformarlo in una “certificazione” di autenticità per le aziende che appongono etichette, immagini o elementi realizzati con questa tecnica sui loro prodotti. Inoltre, è un sistema che può essere usato per tirature anche limitate, grazie alla sua convenienza economica, dato che non richiede grandi quantitativi da avviare (come per il tradizionale ologramma anticontraffattivo). «La microincisione è, per noi, un

Grafica Valdarno è protagonista innovativo della comunicazione stampata. Azienda molto speciale nel panorama delle arti grafiche italiane per la sua profonda cultura tecnica, frutto di oltre mezzo secolo di attività e soprattutto di un inesauribile sperimentalismo di prodotti e materiali da stampa, è apprezzata a livello nazionale e internazionale per la sua capacità di combinare tecniche, superfici e idee in modo unico e ogni volta sorprendente. L’azienda produce una gamma completa di strumenti per la comunicazione modulati sulle specifiche identità dei committenti: specializzata negli stampati di pregio e nel packaging d’alta gamma per i settori della cosmetica, moda, gioielleria e lusso, si distingue anche nella comunicazione tecnica e commerciale per il valore aggiunto delle sue proposte di stampa e finitura. www.graficavaldarno.it

vero e proprio cavallo di battaglia e lo dimostreremo a Düsseldorf in occasione della Drupa», come afferma Giampaolo Gasperini, titolare e amministratore unico dell’omonima azienda.

Grafica Valdarno, una boutique di creatività Se vi faccio i nomi di Roberto Cavalli, Bulgari e Rolex non potete non pensare al lusso. E questi sono solo alcuni dei marchi che hanno scelto Grafica Valdarno come partner strategico di prodotti fondamentali per una brand image di successo. Una premessa che ci rende ancor più orgogliosi nel presentarvi questa azienda grafica che ha dato il fatidico “tocco di classe” alla nostra copertina. Grafica Valdarno ha impreziosito la cover con un sapiente lavoro di cesello: è stata stampata infatti su una base di bianco offset UV che ha reso possibile, poi, la sovrastampa a cinque colori

(la quadricromia più un colore speciale). A questo si aggiunge la stampa a caldo di tutti i dettagli “metallici” che utilizzano due diversi foil, quella che potremmo definire la “pellicola” metallica impiegata per stampare i colori che vedete microincisi. L’azienda, in provincia di Varese, basa la forza comunicativa dei suoi prodotti non solo sugli effetti speciali di stampa e verniciatura, ma anche sull’utilizzo di supporti innovativi che consentono sovrapposizioni cromatiche, trasparenze, riflessi o sfumature cangianti. Un’ultima precisazione: Grafica Valdarno è un vero e proprio “centro di sperimentazione” utilizzato, abitualmente, da Gruppo Cordenons per testare tutti gli effetti, le lavorazioni e le rese delle carte creative della cartiera stessa. E il risultato finale è sempre sorprendente, ve lo assicuro per esperienza diretta!

risorse

Grafica Valdarno

www.zundlab.com Prosegue il percorso di Zund sulla via del design: il leader dei produttori di sistemi da taglio digitale per ampiezza di gamma, capacità di innovazione e base installata fa tappa alla Triennale di Milano con un progetto per il Triennale Design Museum e TDMkids, i laboratori didattici dedicati ai bambini. Un’iniziativa realizzata, ancora una volta, al fianco del Politecnico di Milano con l’ideazione e il coordinamento da parte del Laboratorio Allestimenti – Dipartimento INDACO.

www.paperworld.com Alla recente fiera di Francoforte dedicata al mondo della carta e delle idee regalo, c’eravamo anche noi e i numeri di Digitalic disponibili sono stati distribuiti e accolti dai visitatori con entusiasmo. Tra gli amici presenti c’era la cartiera Favini, presenza costante dell’eccellenza italiana all’appuntamento tedesco. Grazie a tutti voi che avete decretato il nostro successo anche in questa occasione!

www.litorama.it Litorama è stata la scelta di Gordon Cheers – manager director dell’australiana Millenium House – per stampare l’atlante più grande del mondo. Ogni passo della produzione ha sfidato i processi esistenti sia nella stampa che nella legatoria: 31 copie numerate, dimensioni 1,8 × 2,78 m, 128 pagine fotografiche e un peso di 120 kg. La rilegatura dell’atlante (fatta a mano) è opera della Legatoria Lem.

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ti invita all’evento Martedì, 13 Marzo 2012 ore 8,30 MilanoStudio - via Tortona 35 20144 Milano In collaborazione con

DATA CENTER HANDS ON Sistemi reali e funzionanti in veri ambienti tecnologici completi

per iscriverti www.magirus.com/magirus-data-center-hands-on Magirus, distributore leader di soluzioni IT, presenta la prima edizione del Magirus DATA CENTER HANDS ON, un evento unico che si caratterizza per un format dinamico e di tre importanti momenti in un unico percorso formativo. Magirus DATA CENTER HANDS ON ogni vendor simulerà il funzionamento reale della propria tecnologia evidenziandone le caratteristiche e le funzionalità all'interno di un datacenter con un'attenzione particolare all'innovazione che migliora l'efficienza delle aziende in questa particolare congiuntura socio-economico italiana. Perchè partecipare per andare oltre le parole... assistere alla rappresentazione reale di veri scenari applicativi, toccare con mano le soluzioni vincenti e condividere skills tecnici e commerciali. Target II Magirus DATA CENTER HANDS ON è un'occasione di incontro tra le principali figure del settore IT, produttori, rivenditori e utenti che potranno confrontarsi sui concetti tecnologici più importanti del momento. Il target è Tecnico e Commerciale.

L'agenda si apre con una sessione plenaria che ospiterà interventi di scenario, per poi dividersi in tre strade: PLENARIA vendor leaders di mercato mostreranno il reale funzionamento di uno scenario applicativo. Un esperto del Politecnico di Milano, inoltre, fornirà il suo contributo per la gestione e progettazione di un datacenter di valore. AREA TECNICA ospiterà corsi propedeutici alla certificazione tecnica per alcuni players di mercato. AREA ESPOSITIVA spazio dedicato ai vendor sponsor per approfondimenti e incontri. MEETING ONE2ONE favorirà incontri one2one ad hoc tra i vendor ed i clienti per approfondire le tematiche di business e tecniche. PER MAGGIORI INFORMAZIONI email magirus@uroboro.com web www.magirus.com/magirus-data-center-hands-on

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BLOGURU QUATTRO AMICI, UN BAR, IL WEB, L’EDITORIA. LA RETE HA CAMBIATO LA VITA DI DANIELE SESINI E LUI, RICONOSCENTE, HA RESTITUITO UNO DEI PIU’ CLAMOROSI CASI DI SUCCESSO NEL PANORAMA ITALIANO DELL’INFORMAZIONE. COME TUTTI I PROGETTI VINCENTI, LETTERA 43 E’ NATA SEMPLICEMENTE, DAVANTI AD UNA TAZZA DI CAFFE’. DA ALLORA, LA STRADA DI QUESTO GIOVANE MANAGER HA CONOSCIUTO UNA SVOLTA DECISA E LE REGOLE DELLA COMUNICAZIONE ONLINE MADE IN ITALY SONO STATE RISCRITTE

Sognava di diventare progettista di automobili; la passione per le quattro ruote è rimasta, ma è sul circuito di Internet che sta vincendo i suoi trofei. Il Web gli ha cambiato la vita e lui, Daniele Sesini, ha cambiato un po’ Internet… Daniele Sesini è, infatti, uno dei magnifici quattro che hanno fondato Lettera 43, cioè uno dei casi di maggior successo nel panorama italiano dell’informazione. In un anno e mezzo il sito, che è un vero quotidiano indipendente con approfondimenti e chiavi di lettura, ha raggiunto i 135.000 utenti al giorno e un apprezzamento diffuso.

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Come hai conosciuto Internet? Grazie al mio grande amico Natale Lavorato (Managing director di Netgear per il Sud Europa – Ndr). Lui già nel 1996 aveva capito tutte le potenzialità del mezzo. Magari non ci faccio una bella figura, ma la verità è che Natale venne da me presentandomi con entusiasmo incontenibile, l’idea di creare un sito che permettesse di realizzare pagine personali sul Web. Io gli dissi che non era una buona idea, che in fondo non era un sevizio tale da suscitare entusiasmo… quanto mi sbagliavo. Io stesso qualche anno dopo ho guidato l’acquisizione di Xoom (per conto di Virgilio),

un portale che faceva proprio quello, per 13 miliardi di lire. Quando hai capito che il Web avrebbe cambiato tutto? Nel 1998, quando ho lasciato Pioneer, dove mi occupavo di marketing di prodotto, per andare in Trader.com, un circuito che ha lanciato il Web di Secondamano. Poi sono passato a Virgilio e da lì nel Gruppo L’Espresso, come responsabile marketing della parte online presso la concessionaria di pubblicità Manzoni. Che cosa hai portato di tuo in queste società e soprattutto nel marketing di Internet?

Ora, guardando indietro, posso dire di avere portato una visione non webcentrica. Un’interpretazione della comunicazione online e della pubblicità che non si basa sui tecnicismi, ma su alcune regole immodificabili della comunicazione: copertura e frequenza, tutto è legato a questi due fattori. Chi lavora sul Web tende a dimenticarlo. Ogni mezzo di comunicazione vale in base a questi due elementi, ovvero la percentuale con cui copre un target sociodemografico e la frequenza con cui lo raggiunge; nulla cambia questa regola, nemmeno Internet. Il resto sono aspetti tecnici poco significativi.


Nome: Daniele Cognome: Sesini Carica: Amministratore Delegato News 3.0 Età: 44 Libro preferito: 11 minuti – Paolo Coelho Musica preferita: mi piace tutta dalla classica a Vasco Rossi Film preferito: i classici, come Il Padrino Il parco auto da sogno: una Ferrari, un’Audi A8, una Tuareg e una Smart (insostituibile in città) Il tuo miglior pregio: il forte senso di responsabilità verso il lavoro Il tuo peggior difetto: sono prolisso

Come sei arrivato a News 3.0 ovvero alla società editrice di Lettera 43? È iniziato tutto in un bar, il Bar Basso di Milano. Lì ci siamo incontrati, eravamo in quattro e siamo ancora in quattro. Con Paolo Madron, Leonardo Barbieri e Tita Prestini abbiamo parlato del futuro dell’editoria, lì è nato Lettera 43 (www.lettera43.it). Che cosa ha di speciale Lettera 43? È una testata online completa e indipendente, che affronta i temi dalla cronaca allo spettacolo dando non solo le notizie, ma anche chiavi di lettura e approfondimenti. Non ha il freno a mano tirato, come le versioni Web dei quotidiani di carta, che fanno un ottimo lavoro, ma che devono sempre ricordarsi del fratello maggiore da cui arrivano molte entrante (vendita e pubblicità). Noi non aspettiamo le 15 per dare un notizia ed evitare che la carta venga cannibalizzata: noi siamo in presa diretta. Già alle 18 si possono leggere le notizie che usciranno la mattina dopo sui quotidiani. E poi, come dice Madron, noi trattiamo l’alto dall’alto e il basso dall’alto, cioè anche quando ci occupiamo di temi più leggeri, lo facciamo

sempre dando approfondimenti giornalistici veri. Ma la cosa più importante sono le persone. Ognuno dei quattro soci ha portato le sue competenze e svolge un lavoro insostituibile, come Tita Prestini, spesso dietro le quinte, che gestisce in modo mirabile la macchina editoriale. Che consiglio daresti a chi vuole creare un sito di informazione? Internet può essere un’opportunità per chiunque, ma per fare un giornale online servono due cose: profonda conoscenza del mezzo, (in ogni senso, dalla modalità di fruizione, alle leve finanziarie da usare), e poi la capacità di creare un sito indipendente dal contenuto di qualità.

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SMAU WOW

Si parte con il 2012, non sarà una gitarella. Per molti di voi sarà un anno speciale, da ricordare per tutta la vita. Nella crisi – che non è positiva di per sé – c’è il cambiamento, che invece è ciclicamente fondamentale in qualsiasi civiltà: questo è il vostro momento. Il talento lo avete, aggiungeteci il cuore, svegliatevi dal torpore dei luoghi comuni. Pesate bene le idee da realizzare e le parole. Le parole sono importanti e, in tempi in cui un “sì” o un “no” possono incidere sui destini di una azienda, vanno maneggiate con cura. Nel novero poi, ne esiste una che, più di altre merita oggi rispetto e attenzione. Dizionario alla mano, alla voce “prossimità” ci si imbatte in una definizione semplice: «l’essere prossimo, nel tempo e nello spazio; vicinanza». Ci sono due aspetti che rendono questo termine decisivo per le sorti del mercato italiano. Da una parte la geografia. L’Italia è un Paese lungo e stretto: in pochi chilometri è possibile imbattersi in climi e temperature diversi, ma

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anche in modi di vivere, linguaggi lontani. Poi c’è l’economia, conseguenza del caleidoscopio appena descritto. Un’infinità di aziende, imprese di forme e dimensioni variegate, sparse negli angoli più remoti di comuni, cittadine, quartieri… Piccoli, grandi mondi alle prese ora con una competizione globale da affrontare con coraggio ma, spesso, con risorse e strutture fragili. L’innovazione tecnologica ha un ruolo chiave per aiutare le Pmi ad affrontare una simile sfida, ma va raccontata e portata in queste delicate realtà, attraverso operatori locali con una profonda conoscenza del territorio, pazienza certosina e una capacità di intessere rapporti veri. Insomma serve la prossimità. Anche e soprattutto in quest’ottica nasce la formula di Smau Business Roadshow. Un progetto vincente che si accinge ora ad inaugurare la nuova attesa edizione 2012. Si parte con Bari il 15-16 febbraio, poi sarà la volta di Roma, il 21 e 22 marzo, quindi Padova (18-19 aprile) e Bologna (6-7 giugno).

A Milano, 17-19 ottobre, il compito di effettuare la sintesi di questa intensa cavalcata lungo i punti cardine della nostra Penisola. La Fiera è un luogo di relazione, inevitabile dunque che una simile manifestazione abbia anche una dimensione di vera “Prossimità”. Non solo: attraverso certificazioni, percorsi, seminari e contenuti ad hoc, aumenterà il focus sul mondo del trade e su quegli operatori che proprio sulla prossimità costruiscono le loro fortune. Il tutto anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni territoriali e settoriali che li rappresentano e delle Pubbliche Amministrazioni Locali che hanno la responsabilità di avviare progetti e veicolare finanziamenti verso chi sull’innovazione intende scommettere seriamente. Buon viaggio a tutti! Vinceranno i migliori. Pierantonio Macola



DIGITALK

La dura legge del Marco Lorusso

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GOL


Dirceu, Oscar, Júnior, Sócrates, Falcão, Zico, Cerezo, Éder… A occhio e croce, anche i meno pratici di rettangoli verdi e stadi gremiti, sapranno che si tratta dei nomi – spesso nomignoli – di alcuni tra i più formidabili atleti che abbiano mai accarezzato i campi da calcio. Il caso volle che tutti questi funamboli nascessero nello stesso periodo e dunque si ritrovassero a giocare in quella che, ancora oggi, viene ricordata come la più incredibile nazionale di tutti i tempi… la “seleção” del 1982. Un mix incredibile di forza, fantasia, imprevedibilità. La domanda a questo punto nasce spontanea… e allora? E allora succede che, come recita una celebre canzone degli 883… nel calcio ma anche, e soprattutto, nel business, c’è una legge che non fa mai eccezione, nemmeno una volta: è “la dura legge del gol”. Puoi fare un gran gioco, divertirti e divertire chi ti guarda, ma se non fai gol

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CINQUE DEALER DI FORME E DIMENSIONI DIVERSE… E UN’UNICA MISSIONE. MANDARE IN “GOL” LE IDEE, LE TECNOLOGIE, I PROGRAMMI E LE SOLUZIONI CHE VENDOR E DISTRIBUTORI METTONO A LORO DISPOSIZIONE. A TU PER TU CON I FRONTMAN DEL MERCATO, PER TASTARE CON MANO IL LORO STATO DI SALUTE E CAPIRE INSIEME SE LA SQUADRA GIOCA DAVVERO PER LORO

sei destinato a pareggiare o, peggio, a perdere. E così, forse non tutti sanno che la mitica seleção del 1982, bella e impossibile, si divertì, divertì il pubblico ma non vinse nulla. Il motivo? Semplice, i sopracitati fuoriclasse erano tutti impareggiabili costruttori, nessuno però era capace di finalizzare il gioco con continuità. Un team monco insomma. Mancava qualcuno che interpretasse al meglio il ruolo che, nel ben più difficile campo del canale Ict, viene interpretato dai dealer. Di qualunque forma e dimensione siano, i rivenditori, reseller o terze parti – che dir si voglia – sono l’ultimo sbocco della filiera; i frontman del mercato che ogni giorno si trovano faccia a faccia con il cliente finale, dallo studente, alla casalinga, passando per il grande manager e la mega-azienda. Grandi brand e distributori internazionali possono costruire e sviluppare le migliori strategie, tecnologie, soluzioni e idee ma, specie sul mercato italiano, se manca il finalizzatore, se il dealer non è preparato e “non vede la porta” alla fine il rischio è quello di perdere senza giocarsela. Per questo Digitalic, proprio all’inizio di un nuovo e decisivo anno, ha pensato valesse la pena di tastare il polso sullo stato di forma dei “nostri” migliori attaccanti. Cinque rivenditori di forme e dimensioni diverse tra loro, dal system integrator, alla software house fino alla grande azienda con

presenza trentennale sul canale, hanno accettato di sedersi virtualmente attorno a un tavolo… per parlare di loro, della loro attività e ascoltare, riflettere: per capire insieme se la marea di messaggi, programmi, iniziative che stanno piovendo su di loro abbiano imboccato la strada giusta e colto nel segno.

Volere valore Vendor e distributori lo dicono e lo raccontano, giustamente, da tempo. Il valore è la prima e fondamentale via di uscita dalle secche dei margini e dei prezzi in caduta libera… ma che cos’è il valore per i dealer? «Da vent’anni – racconta Alessandro Bellosi, Responsabile della CD (Consulting and Development) di Bergamo – sento sempre dire che a noi rivenditori tocca creare il “valore aggiunto” dei prodotti che vendiamo. Vero, perché il valore è da sempre il perno della differenziazione fra i rivenditori e la grande distribuzione, ma è anche vero che il 2012 sarà un duro banco di prova dove i rivenditori più grandi dovranno non solo offrire più servizi, ma anche comprimere ulteriormente i costi». «Lasciando stare le sigle altisonanti – rilancia Emanuela Verzeni, Direttore Commerciale di Asystel – il valore è la capacità del partner di essere vicino ai propri clienti giorno dopo giorno, affiancandoli nella realizzazione di progetti necessari, ma spesso caratterizzati da un alto rischio».

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DIGITALK «A volte si parla anche di aiutare i clienti a sfruttare le loro potenzialità – spiega Riccardo Perego, Amministratore Delegato One Team –. Noi spesso arriviamo a fare anche consulenza su come vendere il valore aggiunto dei nostri clienti, ovvero come fare marketing delle loro competenze, come migliorare le capacità dei loro team di vendita». «Il vero system integrator – aggiunge Giuseppe Belardinelli, consigliere delegato di Mauden – è quello che è in grado di avere sempre una serie di punti di riferimento saldi a livello di partnership ma, allo stesso tempo, deve essere capace di offrire ai clienti la migliore soluzione possibile in maniera indipendente: questo è il valore».

Supporto e tutela dai vendor Un mestiere dunque complesso, rischioso, che per essere svolto necessita di strumenti, supporto ad hoc, tutele e riconoscimenti soprattutto da parte dei vendor. «Abbiamo bisogno – spiega infatti Emanuela Verzeni di Asystel – che il mercato, quindi clienti e

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prodotti e soluzioni adatte ai relativi mercati di riferimento. Non aver creato segmenti di mercato creerà problemi ai rivenditori e successivamente ai vendor stessi che si ritroveranno in balia degli umori della Gds». NI LA VERZE EMANUEASYSTEL

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fornitori, ci riconoscano la fiducia che meritiamo in base ai valori di affidabilità e competenza». «Da parte dei nostri partner – spiega Giovanni Moriani, Amministratore Delegato di Var Group, storica società toscana – abbiamo bisogno in maniera crescente di efficienza e flessibilità. Abbiamo dimensioni tali che ci consentono di mettere la conoscenza in prima persona, in questo momento però la flessibilità è davvero fondamentale e bisogna essere in grado di intervenire sui clienti in maniera compatta e puntuale. Anche per questo motivo – continua Moriani – cerchiamo di privilegiare rapporti molto esclusivi e stretti con pochi vendor che ci riconoscano come partner strategico. Insieme a loro creiamo progetti di go to market e sviluppo del mercato in modo strutturato. Oggi per esempio i vendor stanno ristrutturando il

loro go to market verso le Pmi e noi siamo già ben posizionati». «Anche noi cerchiamo partnership esclusive con i nostri partner-vendor – spiega Belardinelli di Mauden –. Una forte dimensione di coinvolgimento che però, a nostro avviso, deve prevedere una garanzia di rispetto e tutela. Come è naturale alcuni brand cercano di incentivare il passaggio di campo dei grandi partner dei propri competitor. Un’attività normale che però deve secondo noi essere svolta nel totale rispetto di chi partner di un vendor lo è già da tempo e nel tempo ha fatto investimenti importanti in certificazioni e ha maturato competenze e ruoli di rilievo nella gestione dei progetti». Tra le criticità c’è poi, soprattutto tra i dealer di dimensioni più ridotte, chi evidenzia una certa lentezza che rischia di privilegiare la tanto temuta Gds. «Sono rimasti pochi vendor che riescono a muoversi velocemente – spiega Bellosi di CD –. I produttori di hardware non hanno creduto fino in fondo alla segmentazione dei canali di vendita con

Il rapporto con i distributori Detto dei vendor, impossibile non chiamare in causa chi da sempre ha letteralmente in mano la “numerica” dei dealer italiani: i distributori, l’anello di congiunzione tra le grandi leve dei brand multinazionali e la rapidità dei rivenditori che devono “concludere” l’azione. Un anello particolarmente sotto pressione ultimamente, a causa delle endemiche difficoltà dei dealer nel gestire tempi di pagamento dilatati. «Non è scontato – spiega Belardinelli di Mauden – che i clienti paghino nei termini e mediamente ci si allunga. Per noi avere un distributore che in qualche maniera non sia come una banca ma che possa gestire con giusta elasticità i momenti di ritardo in alcuni pagamenti è molto importante. In questo caso il valore è elasticità nel rapporto». «Mi sembra, pur nelle difficoltà – racconta Moriani di Var Group – che sia da registrare un forte impegno in questo senso da parte dei distributori. Si parla molto di valore, ma si cerca anche di esprimerlo concretamente con azioni mirate di supporto ai partner». «Abbiamo da sempre una relazione diretta


Digitalic per Sidin

SERVIZI DI VALORE

SIDIN4DELL.IT, SOLUZIONI SARTORIALI DI STORAGE

Valerio Rosano, direttore marketing di Sidin

«Le informazioni sono l’essenza del business, lo descrivono, lo analizzano, sono il tesoro di ogni attività: questo è un nostro credo». Valerio Rosano, direttore marketing di Sidin non ha dubbi: «È fondamentale per ogni azienda proteggerle, nel miglior modo possibile, ma allo stesso tempo renderle facilmente accessibili perché solo se sono davvero fruibili le informazioni possono essere utilizzate con profitto nel business. Tutto quello che forma il tesoro informativo aziendale deve risiedere in sistemi ad alta affidabilità, perché oggi perdere le informazioni, o non avervi accesso per un certo periodo di tempo, può compromettere l’attività delle imprese. Un altro aspetto fondamentale nella fruibilità, soprattutto nel contesto odierno in cui le aziende hanno uffici dislocati o collaborano in rete con altre, è la virtualizzazione. Lo storage ideale per le aziende deve poter essere virtualizzato». Per tutti questi motivi Sidin ha scelto Dell per lo storage.

«L’offerta storage di Dell risponde a tutti questi requisiti e, con le acquisizioni di Equallogic e Compellent, ha introdotto un nuovo livello nella possibilità di virtualizzazione» sottolinea Rosano. «Il nostro compito come distributori a valore è quello di offrire ai nostri rivenditori prodotti sui quali si possano costruire soluzioni di valore. Lo storage Dell offre appieno queste opportunità e noi, come distributore, abbiamo dedicato un team di 8 persone dalle competenze elevate. Attraverso il sito www. sidin4dell.it il rivenditore ha accesso a questo team che è in grado di creare soluzioni sartoriali di storage. Perché ogni vendita, in questo segmento, è un progetto». Sidin offre anche un’ambiente demo dei prodotti Dell PowerEdge e EqualLogic (con sistemi Vmware e Microsoft installati), questo strumento e a diposizione per quale effettuare presentazioni, approfondimenti, test con i partner con i loro clienti finali.


DIGITALK con i vendor – conferma anche Perego di One Team – ma il rapporto con i distributori è decisamente ottimo, visto che questi sono fondamentali nel nostro lavoro non solo come intermediari tra il vendor e il dealer, ma anche per il supporto nella proposizione di attività di marketing e in trattative di rilievo».

Destinazione cloud Discusso, atteso, annunciato, con la sua minaccia di disintermediare progressivamente il canale, il cloud è stato a lungo uno spauracchio per molti reseller. Oggi che le nuvole si sono un po’ diradate, o meglio hanno mostrato più chiaramente la loro faccia, i timori si sono ridimensionati e le opportunità, per quanto complesse, non sembrano mancare. «La paura diffusa che il cloud porti alla disintermediazione e alla perdita di margini non è fondata – spiega Emanuela Verzeni di Asystel –. Per una terza parte a valore come noi, cloud significa poter offrire ai clienti, in forma di servizio, tutta una serie di strumenti e applicazioni che le aziende, per costi

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e complessità, comunque non sarebbero in grado di gestire in casa». «Noi siamo il primo builder in tutto il “Southwest European Midmarket” certificato da Ibm – spiega Moriani di Var Group – dunque GIOVANNI stiamo investendo MOR VAR GROUP IANI e crediamo molto nell’evoluzione di questo modello di business. Si tratta GIUSEPPE BELARDINE LLI di una grande MAUDEN sfida perché a mano a mano che prenderà piede, la Vorrei, vorrei… trasformazione sarà sempre Alla fine di questa intensa più forte. Non si tratterà carrellata tra i “goleador” di disintermediazione ma di del canale indiretto, non disarticolazione della catena poteva poi mancare la del valore con una diversa domanda di rito, al principio distribuzione. La catena GO del nuovo anno. Buoni DO PERE RICCAR del valore che esiste come propositi e speranze… ONE TEAM processo di transizione Ne emerge un quadro di prodotti hardware, giustamente preoccupato software e servizi sarà «Il nostro – aggiunge invece ma estremamente completamente ripensata Belardinelli di Mauden – è ambizioso… «Un desiderio, secondo modalità nuove, un desiderio legato alla ahimè irrealizzabile, – spiega soprattutto finanziarie, che nostra realtà aziendale; simpaticamente Bellosi di non potranno però fare noi stiamo acquisendo CD – è quello di poter dare a meno delle presenze la piena proprietà di una vita a un progetto e non dell’ultimo miglio». «I vendor società di servizi, Dpcs doverlo modificare sei mesi si appoggiano ai rivenditori dopo perché già obsoleto…». (Data Processing Consulting e conseguentemente Services) e faremo un «Estendere il raggio al loro parco clienti per salto come azienda a livello d’azione della nostra attività poter promuovere i nuovi organizzativo e di persone. oltre i confini nazionali è servizi – conferma Perego Sarà un momento di la scommessa vincente di One Team, storicamente trasformazione di Mauden per il futuro – racconta specializzata nel mondo e mi auguro che nel 2012 invece Emanuela Verzeni del software –. Questo si possa scatenare a terra di Asystel –. Abbiamo già mercato quindi si rivela la potenza della nuova iniziato in queste settimane di fatto appetibile organizzazione». «Mi auguro a partire dalla Serbia e per entrambe le – conclude Moriani – che nel da Belgrado». «Il nostro parti, sapendo 2012 le banche facciano obiettivo – commenta invece che soprattutto fluire sul mercato una Perego di OneTeam – è la stragrande quantità di finanziamenti quello di parlare sempre più maggioranza dei importante per aiutare la la “lingua” del cliente e clienti chiede crescita e il business. Il di aiutarlo a cambiare; il di lavorare con sistema finanziario non ha cliente è e sarà sempre più noi come tramite finora sostenuto la voglia di il nostro cuore pulsante e rispetto ai vendor». fare delle Pmi italiane». su di lui scommettiamo».


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SISTEMI ERP: MAI DI MODA, SEMPRE ATTUALI Gianluca Salviotti È Docente della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management

Come nel fashion, anche nel grande outlet dell’informatica gli oggetti di moda sono sempre in vetrina. In questo periodo, l’attenzione della comunità aziendale e dei media di settore è attratta dalle nuvole del cloud computing, dalle atmosfere sociali del Web 2.0 e da alcuni gadget “rubati” al mondo consumer e in cerca disperata di un’applicazione in ambito lavorativo. Qualche stagione più indietro, la moda informatica riscopriva concetti di programmazione del passato e li rivedeva in logica a servizio, dettando le regole per le architetture applicative di prossima generazione, o Service Oriented Architecture (SOA). Temi affascinanti, da vetrina o da copertina dicevamo, che hanno sempre rubato attenzione al “classico”, mai esposto

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PERCHE’ SE I SISTEMI ERP SONO COSI’ DIFFUSI NON SE NE PARLA? COME RIESCONO A ESSERE SEMPRE ATTUALI?

ma sempre disponibile e richiesto, sistema ERP. Già nel 1998 Tom Davenport segnalava questa situazione sostenendo che «mentre la nascita di Internet (la moda di quegli anni, nda) ha ricevuto la maggior parte dell’attenzione mediatica in questo periodo, l’adozione dei sistemi ERP da parte delle imprese ha rappresentato il più importante sviluppo nell’utilizzo aziendale dell’informatica avvenuto nel corso degli anni Novanta». Da quel periodo l’adozione di soluzioni integrate estese

non si è mai fermata e gli investimenti aziendali in sistemi ERP sembrano non essere mai entrati in seria competizione con altre tecnologie, nonostante le mode e nonostante i periodi di crisi economica. Due domande si aprono a questo punto: perché se i sistemi ERP sono così diffusi non se ne parla? Come riescono a essere sempre attuali? La prima domanda trova una risposta in sé stessa: è proprio l’elevata diffusione degli ERP nel mondo


aziendale a non farne un oggetto da prima pagina o da vetrina. Quale appeal possono avere questi sistemi se la maggior parte delle aziende ha già (almeno) un’installazione attiva? Dove sta la novità? Perché sprecare energie preziose per la software selection se il mercato delle applicazioni software estese è ormai limitato all’offerta di 3 fornitori? Perché discutere di tempi e costi di progetto se le iniziative di introduzione sono guidate da metodologie di implementazione consolidate e votate alla massima efficienza? Il problema in realtà non è tanto capire perché i sistemi ERP non occupano lo spazio adeguato sulle riviste di IT e negli eventi di settore, quanto capire se il livello effettivo di conoscenza sul tema è davvero così radicato e solido da giustificare questa scarsa attenzione. In realtà, analizzando diverse recenti esperienze di implementazione non andate a buon fine, si nota come gli errori tendano essere i medesimi che hanno contrassegnato le prime esperienze negative,

evidenziando la necessità di un “ritorno” alle nozioni di base di selezione del software, preparazione del progetto, analisi delle interfacce, gestione dei casi di test, analisi dei report e delle stampe, gestione della documentazione di progetto, supporto nella fase di post implementazione. Ancora una volta, non saranno temi da copertina, ma la loro utilità e attualità è fuori discussione. La seconda domanda trova risposta in una recente ricerca condotta da SDA Bocconi School of Management nel contesto delle aziende italiane in crescita. L’indagine ha analizzato alcuni casi di implementazione ERP in aziende molto diverse tra loro, che hanno affrontato l’introduzione di una soluzione integrata estesa in tempi diversi, a partire dal 1999 fino al luglio del 2011. Cosa accomuna queste aziende? La crescente complessità da gestire, a fronte della quale gli imprenditori hanno cercato rimedio in soluzioni in grado di supportare in modo nativo esigenze quali l’internazionalizzazione, la diversificazione spinta,

l’acquisizione del principale competitor americano, il passaggio dalla produzione vitivinicola ad azienda globale multibrand e multi divisione. Per tutte queste aziende e per tutte quelle che pensano alla crescita come all’unica strada percorribile per sopravvivere, una soluzione integrata estesa, grazie alla caratteristica intrinseca della “versatilità” funzionale, rappresenta l’unico modo per includere “oggi” risposte difficilmente anticipabili “domani”. La costante attualità dei sistemi ERP si manifesta dunque sia come possibile risposta al tema sempreverde della gestione della complessità, sia per la logica funzionale estesa che tali sistemi, se gestiti e mantenuti correttamente, sono in grado di portare in azienda. Come dichiara uno degli imprenditori intervistati per la ricerca: «A distanza di 10 anni, ci sorprendiamo ancora per le risposte che troviamo nel nostro sistema di fronte a nuove esigenze». Per quanto di moda, nessuna altra tecnologia aziendale è mai stata così attuale.

RISORSE

In una infografica di Neoformix le parole associate ad “Erp Software” nei Tiiwt di tutto il Mondo

http://public.dhe.ibm.com/common/ssi/ecm/ it/gbe03297itit/GBE03297ITIT.PDF IBM, 2010, Valorizzare la complessità, Capitalizing on Complexity, CEO Study. Un’interessante studio che si basa su interviste face to face con oltre 1500 CEO di tutto il mondo alle prese con le complessità dei processi aziendali.

http://panorama-consulting.com/ Documents/2011-Guide-to-ERP-Systems-andVendors.pdf Panorama Consulting, 2011 Guide to ERP systems and vendors. Una guida indipendente tra principali vendor del mondo Erp e tra le performance delle loro principali soluzioni. Una studio completo basato su un campione di circa 1.600 manager che hanno selezionato o implementato una soluzione Erp nel corso degli ultimi 5 anni.

Meregalli S., Salviotti G., 2011, Sistemi ERP e gestione della complessità. Casi di aziende italiane in crescita. EGEA. Ultimo ma non ultimo, un interessante viaggio tra i casi di alcune imprese italiane molto diverse tra loro, che a un certo punto della loro storia hanno deciso di intraprendere un percorso di crescita ed evoluzione aziendale, orientandosi a un sistema informativo integrato (ERP) come fattore abilitante.

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ATTUALITA’ Clara Covini, Channel Sales Director, Sap Italy & South Europe

Sap|crede|in|una|Pmi che|vince|e|convince Un nuovo modo per trasmettere alle Pmi i vantaggi che una soluzione It è in grado di offrire al business e ai processi aziendali. Un nuovo go to market che passa al 100% dal canale indiretto… Sap ci crede e mette in campo il meglio della sua strategia. Continuerà fino al 25 febbraio la raccolta di candidature per il concorso dedicato a Fast-Start “Fossi

U

Sap ha scelto un nuovo modo di comunicare con i clienti finali e il canale: un concorso che premierà le Pmi più innovative… Marco Lorusso

in tre. È il momento di scegliere Sap”: un’iniziativa rivolta a tutte le piccole e medie imprese italiane, che

premierà le più meritevoli dotandole gratuitamente di un sistema informativo in grado di ottimizzarne i processi aziendali. «Il progetto si rivolge alle aziende italiane con un fatturato compreso tra i 10 e 50 milioni di euro operanti nei settori manifatturiero, servizi professionali e commercio/distribuzione, ad esclusione delle imprese operanti nella Pubblica Amministrazione e delle aziende già clienti Sap –

Sulla|tecnologia|deciderà il|marketing,|non|i|Cio Ibm di solito non sbaglia, almeno non sulle decisioni strategiche. Ha abbandonato i pc quando tutti correvano a costruire nuove linee di produzione, ha creduto nei servizi quando molti li rifuggivano. Quest’anno Ibm punta sul software e in Italia ha messo alla guida della divisione uno dei suoi uomini migliori: Paolo

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Degli Innocenti. «Il software per Ibm è una risorsa fondamentale: dal 2001 al 2010 ha triplicato i propri utili e oggi, da solo, genera il 44% degli utili Ibm – ha sottolineato Degli

È nel software al vera innovazione, e saranno sempre più i responsabili marketing a decidere le soluzioni da adottare. Questa la linea scelta da Ibm, un precursore dei tempi Franceso Marino

spiega Clara Covini, Channel Sales Director, Sap Italy & South Europe – ed è stato realizzato da Sap in collaborazione con i partner All in Team, Derga e Ibm». In palio ci sono tre soluzioni gestionali Sap in modalità Fast-Start. «Fast-Start – prosegue Clara Covini – è un progetto pensato per il canale che serve le Pmi e che, grazie alla logica configure-toorder, consente di implementare Erp, BI e Crm, attraverso una mappa di funzionalità e processi che definisce sin da subito il costo di software, progetto e hardware. Una grossa opportunità di business per il canale indiretto dal quale, dal 2011, passa al 100% l’intero business proprio dedicato alle Pmi. Grazie ad un simile focus, il business generato dalle terze parti è molto cresciuto negli ultimi mesi e gli obiettivi per il 2012 sono molto ambiziosi».

Innocenti –; ci si aspetta che arrivi a produrne il 50% entro il 2015». Ma non è solo una questione economica. Il software è per Ibm una scelta strategica e proprio dalla ricerca e sviluppo di applicazioni, che ci si aspettano le novità più dirompenti di Big Blue. Sono tre gli ambiti principali di interesse: il mondo social, ovvero il collegamento delle applicazioni di business al mondo dei social network; tutte le forme di collaborazione a distanza; il settore Big data, ovvero la gestione e l’analisi di grandi quantità di informazioni. «Sono in atto fenomeni nuovi nel mondo It – ha detto Degli Innocenti –. Il più importante a nostro avviso è la perdita di potere decisionale dei Cio negli investimenti Ict; sempre di più questi vengono affidati ai responsabili marketing delle aziende, perché è a loro che si chiedono i risultati. Già oggi tutta la nostra offerta social viene proposta ai marketing manager».


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FILIALI CASH&CARRY COMETA SPA: BARI Modugno: via VV.FF. Caduti in servizio, 45; tel. 080.5321111; bari@cometa.it CATANIA: via Acquicella Porto, 11; tel. 095.7234584; catania@cometa.it • COSENZA Rende: via Pigafetta s.n. Contrada Concio Stocchi; tel. 0984.83.78.75; cosenza@cometa.it • LECCE: via Provinciale Lecce - Surbo Z.I. sn - c/o Complesso Clausura; tel. 0832.288395; lecce@cometa.it • MESSINA: via U. Bonino, 1; tel. 090.6512027; messina@cometa.it • NAPOLI Casalnuovo: via Nazionale delle Puglie Km. 35,800; tel. 081.5222885; napoli@cometa.it • PALERMO: via F.S. Di Liberto, 21; tel. 091.300203; palermo@cometa.it • TRAPANI: via Culcasi, 17; tel. 0923.557744; trapani@cometa.it

PROFESSIONAL COMPUTERS

www.winblu.it info@winblu.it


IL GRUPPO COMET RINNOVA L’INFRASTRUTTURA IT SCEGLIENDO L’UNIFIED STORAGE EMC VNX FORNITO DA SINERGY Tempi di esecuzione dei processi dimezzati, affidabilità superiore, gestione semplificata ed efficiente, consumi ridotti, sono i principali vantaggi ottenuti con EMC VNX Comet (www.gruppocomet.it) nasce nel 1967 e da subito si propone al mercato con due divisioni distinte: una consumer, con punti vendita per il commercio al dettaglio di elettrodomestici e elettronica di consumo, e l’altra rivolta al settore professionale, prevalentemente installatori, con una gamma completa di apparecchiature e materiale elettrico e illuminotecnico. Sono, infatti, oltre 700 i fornitori selezionati che garantiscono un ampio assortimento di prodotti delle migliori marche. La mission aziendale sintetizzata nel motto “Puntare in alto e guardare al futuro. Sempre”, ha accompagnato costantemente la strategia di sviluppo e investimenti ed una serie di acquisizioni mirate ad ampliare l’offerta e ad espandere la presenza territoriale. Oggi il Gruppo Comet, composto da 6 società operative in diverse regioni italiane, genera un fatturato annuo superiore a 800 milioni, serve più di 10 mila clienti e si avvale di oltre 2000 collaboratori che operano in 90 punti vendita presenti nel Centro-Nord Italia.

L’evoluzione del sistema informatico del Gruppo Da alcuni anni è in corso un processo di consolidamento dei sistemi informatici delle aziende del Gruppo con l’obiettivo di concentrare tutte le attività in un unico data center. “Attualmente, nel data center della sede centrale di Bologna abbiamo centralizzato le attività di 4 aziende gestendo tutte le applicazioni business critical” puntualizza Andrea Zamboni, IT manager del Gruppo, “e prevediamo di completare il ciclo di consolidamento nel giro di un paio di anni inglobando a Bologna anche i due data center ancora autonomi. L’intero sistema informatico del Gruppo è comunque già collegato da un’unica rete MPLS che ci garantisce una interconnessione globale e uno scambio di servizi in caso di necessità”. La forte connotazione commerciale che qualifica l’attività dell’azienda, richiede un supporto eccellente da parte dei servizi informatici che devono fornire risorse adeguate, dinamicità e rapidità di esecuzione per consentire alle direzioni e agli utenti di impostare e modificare velocemente e in sicurezza le strategie e tattiche di vendita aziendali. L’ultimo biennio è stato un periodo particolarmente intenso per la divisione IT del Gruppo per il rinnovamento dell’intera architettura server e storage del data center di Bologna, in sostituzione della precedente ormai inadeguata a sostenere le nuove necessità dell’azienda, cresciuta velocemente con l’acquisizione di società e l’apertura di nuovi punti vendita. “La nuova realtà aziendale richiedeva ai servizi IT maggiore flessibilità, dinamicità e tempi di reazione più brevi per soddisfare le esigenze delle direzioni commerciali impegnate a contrastare un mercato sempre più competitivo. Richieste che non eravamo più in grado di garantire con l’infrastruttura IT esistente, arrivata al massimo del possibile sfruttamento” puntualizza Zamboni. “Era necessario fare un salto di qualità significativo che ci permettesse di elevare i livelli di servizio, di affrontare serenamente il completamento del progetto di consolidamento su Bologna dei data center ancora autonomi e di sostenere le possibili evoluzioni future del Gruppo”. Il processo di rinnovamento dell’IT è iniziato nella seconda metà del 2010 con la sostituzione dell’area server ed è proseguita nei primi sei mesi del 2011 con la riorganizzazione dell’infrastruttura storage.

Trasformazione dell’infrastruttura storage “Nella nostra azienda gli investimenti in tecnologia vengono programmati e decisi con l’obiettivo di coprire le necessità per un arco temporale di almeno 4-5 anni” conferma Zamboni. “Una filosofia che da sempre guida le scelte IT di Comet, evitando di seguire la ‘moda’ tecnologica ma sfruttando al massimo le risorse disponibili. Ogni rinnovamento dell’infrastruttura deve essere quindi oggetto di un’attenta analisi e richiede parecchio tempo ed impegno”. Una lunga e approfondita valutazione ha portato alla scelta del sistema EMC VNX 5500 le cui caratteristiche si sono dimostrate vincenti.


www.sinergy.it

www.italy.emc.com

“EMC VNX si è imposto nei confronti delle altre soluzioni proposte per le funzionalità avanzate ed esclusive, per il livello delle prestazioni e per l’estrema scalabilità e versatilità. Inoltre, le soluzioni EMC offrono sempre una continuità nel tempo che per i clienti rappresenta una garanzia di investimento. Va evidenziata anche la professionalità dimostrata da Sinergy che, interpretando correttamente le nostre richieste, ci ha proposto una soluzione modellata sulle nostre esigenze di business”.

Il Partner: Sinergy Sinergy ha avuto ruolo determinante nel processo di rinnovamento dell’infrastruttura storage del Gruppo Comet. Tra gli operatori coinvolti è stata quella che meglio ha interpretato le esigenze espresse dall’azienda, proponendo una nuova architettura informativa, giustificandone l’investimento e supportando lo staff IT in tutte le fasi di implementazione, migrazione dal precedente storage, test e messa in opera dell’infrastruttura. “In Sinergy abbiamo trovato un partner molto professionale, capace di toccare tutte le tematiche tecnologiche relative allo storage e non solo e che ci ha affiancato in maniera propositiva e proattiva durante tutte le fasi del progetto” conclude Zamboni. “In base alle nostre esigenze, i professionisti di Sinergy ci hanno fornito supporto completo comprensivo di tutti i passi necessari per l’implementazione, evitando di interrompere o interferire con l’operatività dell’azienda. Insieme abbiamo definito un timing che è stato rispettato e ci hanno sempre supportato con un servizio di qualità”.

Benefici ottenuti con EMC VNX Il sistema EMC VNX installato in Comet ha una capacità complessiva di circa 25 TB suddivisa in unità Flash, SAS da 15 mila giri/min e NL_SAS 10 mila giri/min: tre livelli di storage con prestazioni e costi tra loro differenti. Il primo evidente beneficio che lo staff IT di Comet ha sperimentato direttamente è stato quello della semplicità di utilizzo e di gestione del sistema EMC, grazie all’interfaccia user frendly fornita dall’ambiente operativo Unisphere che rende ad esempio più semplici e rapide operazioni di configurazione e modifica dei parametri.

Tiering automatizzato La gestione di oltre 40 milioni di movimenti l’anno generati dal Gruppo, richiedeva un sistema che organizzasse in maniera automatizzata i dati in base al loro livello di criticità e di performance richiesto e che sfruttasse lo spazio storage nel migliore dei modi eliminando gli sprechi prodotti dall’allocazione manuale. Il tiering offerto da EMC VNX, unito alla capacità di virtual provisioning, ulteriormente esaltata in ambiente VMware, ha consentito di alleggerire il carico di lavoro dello staff IT, di velocizzare le operazioni e di sfruttare al massimo la capacità storage disponibile azzerando gli spazi allocati inutilizzati.

Affidabilità e prestazioni elevate Tutta la gestione informatica dei punti vendita del Gruppo Comet, compresa l’emissione degli scontrini alle casse, avviene direttamente dal data center centrale. La non disponibilità del sistema storage anche per poco tempo, si rifletterebbe immediatamente sull’attività commerciale con conseguenze anche importanti. Inoltre le prestazioni devono essere sufficientemente elevate per sostenere i picchi di lavoro dei punti vendita. L’inserimento di EMC VNX ha migliorato le prestazioni dimezzando sostanzialmente i tempi di esecuzione delle procedure ‘core’ dell’azienda che più di tutte hanno un utilizzo intenso dei dati.

Sinergy – Partner EMC Dal 1994 Sinergy SpA è un System Integrator che realizza infrastrutture ICT a misura di azienda supportando il cliente fin dalla fase iniziale di assessment dell’infrastruttura. Grazie a un team di persone qualificate e certificate, la società ha maturato una solida esperienza nel Design, Implementation, Project Management, Integrazione delle soluzioni IT e Flexible Managed Services. Sinergy offre competenze complete nelle realizzazione e gestione di Data Center basati sulle migliori tecnologie presenti sul mercato: Storage, Virtualization, Networking, Security. Sinergy è certificata: EMC “Velocity Signature Partner” e “Authorized Services Network (ASN)”

Sinergy SPA • Sede: Segrate (MI) • Filiali: Bologna, Genova, Padova, Roma, Torino • www.sinergy.it • sinergy@sinergy.it


MRKTNG SIDE THE 30

L’IMBUTO MALEFICO Matteo Ranzi Negli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry. Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue riflessioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.

È tutta colpa di quel maledetto imbuto! È lui che trattiene tutta la fatica che fai a confezionare le e-mail per i tuoi clienti. Appena dai “Invio”, il tuo operato entra veloce nel tunnel che, fase dopo fase, ti porta in caduta libera da 1.000 e-mail inviate a solo 13 click. Hai investito ore a preparare il messaggio e in pochi istanti la mongolfiera si sgonfia per cadere a terra di lì a breve. Ma come è possibile evitare questa frustrazione da e-mail marketing? Incominciamo con il guardare in faccia il tuo nemico

È

OVVERO COME SMETTERE DI BUTTARE DENARO E TEMPO CON STERILI ATTIVITÀ DI E-MAIL MARKETING (grafico 1): come vedi, le fasi che seguono all’invio sono quattro: Ricezione, Apertura, Click e Conversione. È qui che ti giochi la partita con l’imbuto. Prima di

approfondirle, organizziamo lo schema di gioco che ti aiuterà a vincere. La prima scelta che devi fare è quella della piattaforma di invio. Deve essere semplice da gestire, veloce negli invii, in grado di supportarti nell’affrontare i sistemi antispam, sicura nella gestione degli unsubscribe e deve fornirti tutte le misurazioni possibili. Il mio suggerimento è di sceglierne una che ti permetta anche di inviare immagini che rimangono tali e non si trasformano in “X” nella casella di posta del destinatario. Il secondo passo è evitare di inviare solo delle e-mail. Molto meglio infatti inviare delle e-mail più landing page. I messaggi lunghi e densi di informazioni vengono spesso chiusi subito e il cliente ha bisogno di un percorso per step fatto di stimoli e contenuti per assimilare il messaggio. L’e-mail diventa così una porta d’ingresso ai contenuti che sono sviluppati nella pagina Web di atterraggio. Nell’e-mail va inserito solo il sunto del messaggio principale,


47.782 94,27% 45.044

E-mail

29,32% 13.207

Ricevute

18,40% 2.430

2

Inviate

Aperte (uniche) Click-through (unici)

10.497 spedite

96,2% delivery rate

10.100 ricevute

26,0% open rate

397 non consegnate

2.629 aperte 7.471 non aperte

747 cliccate 1.882 non cliccate

utilizzando pochissimo testo, un’immagine ed una call to action che conduca alla landing page di approfondimento. Effettuate queste scelte, passiamo a confezionare l’e-mail con l’obiettivo di catturare l’attenzione a far cliccare sul link che porta alla landing page. Il mittente non deve essere un indirizzo generico, ma specifico, possibilmente con un nome ed un cognome. L’oggetto deve risultare stimolante, non banale, essere personale e attinente all’argomento trattato. Oggetto, contenuto dell’e-mail, contenuto della landing e call to action devono essere coerenti tra loro in modo chiaro. Confezionata l’e-mail, inviala e lascia passare 48 ore. Poi effettua un’analisi di cosa è accaduto nelle quattro fasi (grafico 2). 1) Ricezione Se le e-mail ricevute sono meno del 90 per cento, significa che devi ripulire ed

1,77 opens-per-opened

28,4% click-to-open rate

7,4% click rate

1,11 clicks-per-clicked

aggiornare il database. La piattaforma, se valida, ti indicherà quali sono gli indirizzi su cui intervenire. 2) Aperture Se le aperture sono inferiori al 20 per cento, significa che l’argomento non interessa al tuo pubblico, oppure che l’oggetto dell’e-mail non è stimolante. Tramite una survey telefonica su di un campione eterogeneo del 10 per cento del tuo target, puoi indagare quali sono gli argomenti di interesse e correggere il tiro. Tramite un po’ di creatività puoi invece rendere più accattivante, anche se comunque centrato sul tema, l’oggetto. 3) Click Through Se i Click Through sono inferiori al 3 per cento, significa che ciò che i destinatari si aspettavano leggendo l’oggetto, non è ciò che hanno trovato nell’e-mail e hanno scelto di non procedere oltre. Devi quindi intervenire sulla coerenza tra oggetto e messaggio.

4) Conversione Nell’e-mail il tuo obiettivo è che i clienti si colleghino alla pagina di atterraggio. Dunque la conversione coincide con il numero di Click Through e valgono le considerazioni viste sopra. La conversione vera e propria, cioè il compimento dell’azione da parte del tuo pubblico (acquisto, iscrizione, ecc.), avviene direttamente nella landing page. In questo caso il risultato dovrebbe essere tra l’1 per cento ed il 4 per cento. Se risulta inferiore, la landing potrebbe non essere coerente con il messaggio dell’e-mail – il lettore quindi non trova ciò che si aspettava di trovare – o non persuasiva a sufficienza. Queste riflessioni e tanto esercizio sul campo, ti aiuteranno ad averla vinta sull’imbuto malefico dell’email marketing. Ora ti possono essere utili degli spunti per ottenere dei risultati positivi dalle landing page. Un header chiaro che contenga il messaggio principale che conduce all’azione, testi brevi e semplici, immagini o video esplicativi e call to action ben visibili sono solo alcuni accorgimenti utili. Per approfondire questo tema potresti affidarti al Master in Landing Page di Creative Park, soluzione completa ed esaustiva che mi ha permesso di conseguire tanti successi. In alternativa puoi contattarmi. Avendo infatti gestito per anni attività di e-mail marketing nel mondo IT, posso condividere con te spunti e riflessioni utili per la tua impresa.

RISORSE

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http://www.masteringlandingpages.com/ Filippo Toso ed Elena Veronesi hanno sviluppato degli strumenti ideali per la creazione di landing page efficaci. I loro corsi sono seguiti da centinaia di addetti ai lavori.

http://www.magnews.it/it MagNews è una piattaforma professionale per la gestione delle campagne di e-mail marketing scelta da numerose aziende Italiane di rilievo.

http://www.milleottani.it/?p=254 Le VideoLanding Page di Mille Ottani sono una soluzione vincente scelta da numerosi Player It.

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ATTUALITA’ Brunello Giordano, responsabile delle Alliances in Ca Technologies Italia

Il|canale|torna nel|cuore|di CA|Technologies Senza giri di parole, per CA Technologies il canale indiretto torna a essere uno dei focus principali. In passato, infatti, si puntava su un coinvolgimento dei partner di tipo tattico soprattutto a livello di medie imprese, con un approccio diretto invece sui grandi clienti. Oggi, grazie alla svolta imposta dal cloud,

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si parla di un coinvolgimento strutturale che prevede anche modelli innovativi di fruzione dei servizi IT. «Il cloud – spiega il responsabile delle Alliances

CA alza il sipario su un programma di canale che rilancia il ruolo delle terze parti

Autodesk|ripaga il|valore|dei|partner Primo, ogni partner registrato potrà rivendere tutte le famiglie di prodotto; secondo, un nuovo sistema premierà i partner che hanno investito sulla specializzazione. Inizia da questi due semplici punti la nuova era del canale per Autodesk. Lanciato lo scorso 25 novembre, e in partenza ufficiale il 1° febbraio, l’Autodesk Partner Advantage è il nuovo framework di canale sul quale la multinazionale

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punta per cambiare passo e rendere più efficace il proprio go to market. «Per noi si tratta di un progetto molto importante – racconta Emanuel Arnaboldi, Regional Manager Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk – che punta ad allargare le opportunità di

Lanciato lo scorso novembre, il nuovo framework di canale partirà il primo febbraio

in CA Technologies Italia, Brunello Giordano – è un mondo che va indirizzato in modo differente da come la nostra società è abituata a fare: ci sono nuove aziende da interfacciare, compresi i Managed Serviced Provider e Service Provider. Occorrono player nuovi, in grado di erogare nuovi servizi». Per questo il colosso It ha alzato il sipario su un programma

partnership, ma soprattutto a profilare al meglio i nostri operatori di canale, premiando con precisione il loro valore. Per questo, abbiamo varato un nuovo modello di incentivi: per esempio, il partner potrà registrare le trattative su cui ha fatto attività di pre-sales, ottenendo un ulteriore sconto all’acquisto. Ovviamente ci sono poi anche rebate che

impostato su tre figure chiave: Alliance, Msp e Service Provider. «Nel caso degli Alliance Partner, si tratta di accordi decisi centralmente e poi declinati a livello locale (come nel caso di Accenture, Sap, Cisco, Vce…)». Passando ai nuovissimi Managed Service Provider, si tratta di entità che hanno facoltà di proporre soluzioni a noleggio e pay per use, per i quali sono già avviati i lavoro di recruiting anche in Italia. Circa la figura dei Solution Provider, viene rivisitata operando su tre punti chiave: ignite, enable, manage. Novità infine attese anche a livello di certificazioni.

aumenteranno in base alle specializzazioni e ai livelli di partnership (bronze, silver, platinum). Riguardo la possibilità di rivendere tutte le soluzioni Autodesk per i partner registrati, si tratta di una novità importante che consentirà ai nostri rivenditori di rispondere meglio alle esigenze di clienti che non chiedono solo soluzioni dedicate ad uno specifico settore (architettonico, entertainment…) ma soluzioni integrate che permettano loro di coprire più ambiti». Emanuel Arnaboldi, Regional Manager Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk


Security Conference 15 Febbraio 2012, Milano —22 Febbraio 2012, Roma

Nell’era del cloud, della digitalizzazione e della mobility, la sicurezza si conferma come un aspetto critico dell’evoluzione tecnologica. Gli attacchi informatici stanno raggiungendo livelli di sofisticazione molto elevati e sono oggi in grado di causare danni ingenti, una volta inimmaginabili. Dieci anni fa, le minacce erano rivolte soprattutto ai sistemi IT della Sicurezza nazionale, l’Intellectual Property delle aziende, le informazioni contenute nei conti correnti bancari. Oggi le minacce si diffondono in modo capillare e non ci sono sistemi che possono essere totalmente isolati in caso di guerra informatica su ampia scala. L’ambito di maggiore attenzione si sposta sulle infrastrutture civili critiche: reti elettriche, collegamenti telefonici, centrali, impianti, il cui malfunzionamento può avere un impatto devastante sulle economie nazionali. Secondo IDC, in EMEA la spesa per la componente Servizi IT Security passerà dagli 8,6 miliardi di dollari del 2010 a 14,9 miliardi di dollari del 2015. Una delle tendenze più importanti a cui stiamo assistendo nel mercato europeo dei servizi di sicurezza è, in particolare, l’impennata dei servizi di sicurezza gestiti. La Security Conference di IDC si propone come la sede più autorevole per affrontare i temi più caldi della sicurezza informatica oggi, come: •  ICT Security nell’era “cloud”: gli aspetti di sicurezza dai quali non è possibile prescindere •  Quali sono i rischi e le minacce legate al mobile working •  Data Loss Prevention: come prevenire la fuoriuscita di dati sensibili causata da azioni inconsapevoli o volontarie •  Identity Access Management: proteggere gli Ambienti Virtuali attraverso il controllo degli accessi •  Come sposare Web 2.0 e “social business” in sicurezza

Per maggiori informazioni e per l’iscrizione: Doriana Garofalo, Senior Conference Manager, IDC Italia

Platinum Sponsors Evento Milano:

02 28457315 dgarofalo@idc.com http://www.idcitalia.com/events/security12

Platinum Sponsors Evento Roma:


ATTUALITA’

L’Italia|dei|giganti|cambia|volto

nuovo Oracle Italia country leader. Il manager ha ora la responsabilità di coordinare l’indirizzo dell’offerta completa e integrata di Oracle sul mercato italiano, operando per rafforzare la corporate image. Di Giuseppe ha precedentemente ricoperto la carica di vice president consulting Oracle Italia e di sales director con responsabilità nel mercato Tlc. In seguito ha ricevuto la nomina di vice president

Francesco Di Giuseppe, nuovo Oracle Italia country leader

Stefano Venturi, nuovo managing director di HP Italia

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HP e Oracle. Due colossi del mondo informatico, due svolte per le rispettive filiali italiane, a distanza di pochissimo tempo l’una dall’altra. Il mercato Ict di casa nostra non ha badato a spese quanto a botti di fine anno…

Dato per stanco o affannato da più parti, il mercato Ict di casa nostra, proprio in zona Cesarini del complicato 2011 appena concluso, ha piazzato due colpi di coda degni dei tempi migliori. Le filiali italiane di due colossi multinazionali come HP e Oracle hanno infatti cambiato volto alla propria cabina di regia puntando su due manager di elevato spessore, per rilanciare le loro manovre anche e soprattutto in un’area ritenuta strategica come la Penisola italiana. Ad aprire le danze ci ha pensato lo scorso mese di Novembre Oracle annunciando la nomina di Francesco Di Giuseppe come

Marco Lorusso

per presentare le novità dello storico programma Opn. Sotto i riflettori ci sarà la nuova offerta Cloud, che porterà allo sviluppo di un nuovo modello di vendita e soprattutto di una relazione nuova tra i partner e Oracle.

Il colpo di scena in HP sales, Western Europe Applications e Idustry Leader for Communications, Media & Utilities. Al di fuori della famiglia Oracle, ha ricoperto il ruolo di managing director Atlanet e managing director per l’Italia e president per la regione Sud Europa di Nortel Networks. «Puntiamo molto sul tema di Oracle on Oracle, dopo una lunga storia di acquisizioni – ha spiegato Di Giuseppe –. Possiamo contare su uno stack completo che copre l’offerta a tutti i livelli e garantisce al cliente supporto a 360°. Per sostenere un simile sistema abbiamo bisogno di partner di canale sempre più specializzati che ci sostengano e completino nella gestione delle complessità e nella fornitura di servizi». Non a caso, è già fissato per il prossimo 31 gennaio l’appuntamento con il canale targato Oracle

Come anticipato poi, nei primi giorni di dicembre è arrivata anche la notizia di un nuovo colpo di scena per HP… questa volta in Italia. Dal 6 dicembre si è infatti seduto in cabina di regia Stefano Venturi, un nome di prestgio sul mercato Ict. Prima di diventare managing director di HP Italia, Venturi ha infatti guidato con successo e per lungo tempo la filiale italiana di Cisco fino a diventare responsabile del Public Sector. Ora Venturi avrà la responsabilità di guidare le attività di HP nel nostro Paese e di indirizzarne la crescita in questo mercato, sfruttando i punti di forza dell’ampio portafoglio di hardware, software e servizi dell’azienda. Venturi riporta direttamente a Yves de Talhouët, senior vice president e managing director di HP Europa, Medio Oriente e Africa.




FATTO|IL|CANALE, ORA|È|TEMPO DI|SBARCARE|SULLE|NUVOLE 13.500 partner affiliati, 20.000 professionisti con certificazioni personali… I conti e i numeri tornano, ora le sfide sono quelle della specializzazione e della nuova formazione legata al cloud. Microsoft spegne una candelina al suo ormai famoso Partner Network, programma di canale ampio e articolato, che ha esordito proprio 12 mesi fa nel corso dell’edizione milanese di Smau. «A un anno dal lancio del nuovo Microsoft Partner Network – spiega Walter Vacchini, Direttore Strategie e Programmi per i Partner di Microsoft Italia – l’adesione degli operatori ICT italiani registra un trend in costante crescita: 13.500 partner affiliati, 20.000 professionisti con certificazioni personali (MCP) e 767 competenze attive (di cui 146 Gold e 621 Silver), ottenute dai partner in 29 diverse aree tecnologiche». In linea con la logica di formazione e supporto del programma, che intende promuovere la competitività degli operatori Ict, aumenta l’expertise del canale: 535 partner univoci vantano almeno una competenza Gold o Silver e in particolare le 5 principali aree di crescita sono Management/Virtualization, Portal & Collaboration, Isv, Data Platform/BI e Unified Communications. «Il programma – continua Vacchini – riscuote consensi in virtù dei numerosi benefici offerti agli affiliati: le attività di formazione attraverso eventi commerciali e tecnici, livemeeting e webcast on demand; i Partner Technical Services; i diversi programmi di incentivi economici collegati alle competenze, che possono arrivare in alcuni casi fino al 30% dell’importo delle trattative;

1

nonché il marketplace Pinpoint, che consente alle aziende clienti di entrare facilmente in contatto con partner qualificati (solo nei primi mesi del FY12 ha trasferito 10.000 lead ai partner e ad oggi ha superato le 100.000 page views)».

L’ora delle nuvole E poi c’è il cloud… obiettivo e centro nevralgico delle attività del colosso di Redmond anche e soprattutto sul canale. «Microsoft offre occasioni di crescita anche in questo

senso – spiegano dalla società – con iniziative specifiche per aiutare i partner ad avere successo nell’era del cloud. Oltre al Cloud Partner Center e a due percorsi attraverso cui offre licenze software ad uso interno dei Microsoft Cloud Services, Microsoft ha sviluppato un’ulteriore proposta per accompagnare i partner in un percorso d’innovazione, in una logica Cloud attraverso i Business Transformation Workshop. Un ciclo di appuntamenti formativi in partenza proprio in questi giorni per consentire ai partner di sviluppare competenze su questo nuovo paradigma IT e di far evolvere il proprio business. Continua intanto a crescere il numero di partner Microsoft attivi sul fronte Cloud: circa 900, di cui un centinaio si sono aggiunti nell’ultimo mese».

A distanza di circa un anno dall’affollato lancio nel corso delle giornate di Smau, Il Microsoft Partner Network conta numeri di rilievo e si prepara a portare con decisione i partner sulle nuvole Marco Lorusso

Walter Vacchini, Direttore Strategie e Programmi per i Partner di Microsoft Italia

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trend Pmi rappresentano oltre il 90% del tessuto economico nazionale, forse vale ancora la pena di provarci… ancora e meglio.

Provaci ancora It

Pmi|e|innovazione: provaci|ancora|It!

I

Marco Lorusso

soprattutto finanziario, faticano e resistere. Non è facile, soprattutto per i piccoli Var, investire in assistenza e supporto su progetti verticali, ridotti e a lunga gittata. La sensazione generale è dunque quella dell’occasione persa per il canale a valore, con il mondo retail e i suoi prezzi in caduta libera, a fungere da irrefrenabile sirena per aziende con poco tempo da perdere ed

esigenze fulminee. Il risultato di una simile situazione è nel poco incoraggiante quadro che emerge dai dati Assintel (vedi grafici) sulla spesa in tecnologia delle Piccole, Medie e Micro imprese di casa nostra. Il calo, anche se in frenata nel 2011, è abbastanza costante. Dati sempre alla mano però l’Italia resta pur sempre nella top ten dei Pil di tutto il mondo e, se è vero, come è vero che le

Classifica PIL nazionali Italia ottava al mondo

Canada

Russia

Italia

Brasile

UK

Francia

Danimarca

Giappone

Cina

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Il 2012 come l’anno dell’Ict al servizio delle Piccole e medie imprese è molto di più di una provocazione. La spesa in It è ancora in calo ma i fatti sono finalmente concretissimi, a partire dai botti di fine anno di Symantec e Cisco

USA

Immaginate un campo da gioco fatto di superfici mutevoli… e soprattutto animato da regole in continua evoluzione, spesso anche in contraddizione fra loro. Croce e delizia del sistema economico italiano, le Piccole e Piccolissime imprese sparse a grandi manciate anche negli angoli più remoti della Penisola, sono da sempre un boccone difficile da digerire per le grandi leve dei brand Ict internazionali e per il delicatissimo business dei distributori. «Chi riuscirà a convincerle dell’importanza delle tecnologie Ict per il loro business avrà fra le mani un’opportunità di guadagno enorme» si sente spesso dire… La Pmi infatti, a prescindere dalle dimensioni e con le dovute proporzioni, soprattutto in Italia ha spesso esigenze pari – se non superiori – a quelle di una grande azienda, presa com’è dalla necessità di affrontare una competizione globale senza perdere il focus sul proprio core business. I rivenditori sono “sul pezzo” da sempre ma spesso, in assenza di un adeguato supporto, anche e

Provarci ancora, con strumenti e soluzioni efficaci. Un pensiero, per quanto banale, che sta da tempo attraversando la mente dei principali operatori del mercato Ict. Per quanto complessa e articolata insomma la sfida delle Pmi sembra poter essere ancora aperta almeno a giudicare da come vendor del calibro di Symantec e Cisco hanno interpretato l’ultima parte del 2011 e si accingono ora a buttarsi nell’arena del 2012. Pur con i dovuti distinguo, in entrambi i casi le società hanno calato sul mercato l’asso di focus, ma soprattutto strutture e budget dedicati, per semplificare e potenziare il rapporto con i partner di canale che da tempo sono focalizzati proprio sul delicato settore delle Pmi. Partendo da casa Symantec si parla della nascita di una nuova organizzazione destinata allo sviluppo e alla


crescita del canale Pmi: una squadra composta da 6 persone e guidata da Luca Brandi, Smb Sales Director Symantec Mediterranean Region, affiancato da Massimiliano Bossi, Smb Sales Manager Italia. Nell’ambito di questo cambiamento Marina Fantini, è stata nominata Smb Marketing Manager Mediterranean Region. Proprio Marina Fantini, in precedenza Responsabile Marketing per Symantec Italia, focalizzerà la sua esperienza su programmi e attività specifiche per le aziende di Piccole e Medie dimensioni in grado di creare al tempo stesso nuove opportunità per il canale. «Lo scopo è quello di offrire ai nostri partner gli strumenti e gli incentivi necessari che li aiutino a proporsi nel migliore dei modi alle Pmi – ha dichiarato Luca Brandi –. Il Partner Program, le nuove soluzioni per le Pmi e i corsi di aggiornamento continui su tutto il territorio italiano, sono solo alcune delle iniziative in arrivo».

La rivoluzione di Cisco, valore semplice Profonde anche le novità in casa Cisco, da tempo alle prese con una delicata fase di rilancio delle proprie strategie di mercato. Si parte, manco a dirlo, da una riorganizzazione delle relazioni con i partner e da un maggior tasso di valore da trasmettere soprattutto sul mercato delle piccole e medie imprese. «I nuovi focus su core business, collaboration, virtualizzazione, video e business architecture – spiega Eric Moyal, direttore delle operazioni del canale di vendita indiretta di Cisco Italia – ci stanno riportando in una situazione in cui possiamo

recuperare market share. Le direttrici generali sono sempre quelle di due modelli di go to market: uno basato sui clienti e uno basato sui partner. In quest’ultimo caso, poi, grande attenzione sarà posta al nostro programma Partner Led, dedicato al segmento commercial, tipico delle medie e piccole aziende». Il messaggio dichiarato è “alzare il volume” e semplificare le relazioni. «Sono state create tre squadre – continua Moyal – che si occuperanno di collaboration, virtualizzazione e boardless network e cercheranno, partendo dai clienti, di velocizzare i processi decisionali, rendendo più facile dire “si” al nostro partner. Dal canto loro anche i rivenditori dovranno però farsi trovare pronti. In questo senso va letta un’iniziativa come il Cisco Partner Club, aperto potenzialmente a tutti i 3.000 partner che operano con Cisco. Un ambiente in cui è possibile confrontarsi e condividere best practise sfruttando le proprie specificità». «Nei prossimi mesi – aggiunge Moyal – Cisco proseguirà con la semplificazione dei programmi di canale». Un’attività che sta già dando i suoi frutti: «Da 35 siamo passati a 22 programmi, ma vogliamo arrivare ad averne solo 10. Da inizio ottobre in Europa abbiamo poi attivato il programma di incentivazione Tip e, da febbraio, lanceremo un programma che definirà, all’interno di un deal, quali servizi eroga il partner e quali spettano a Cisco. In queste settimane parte inoltre il programma Maestro che prevede corsi realizzati presso i partner, anche su tematiche di business e di finanza».

2009

2010

2011

-0,5% -2,4%

Spesa in IT Aziende Micro

-13,7% 2009

2010

2011

-1,3% -2,8%

Spesa in IT Aziende Piccole

-10,5% 2009

2010

2011 -0,8%

-2,8%

Spesa in IT Aziende Medio Piccole

-9,9% fonte: NEXTVALUE/ASSINTEL

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ATTUALITA’ Channel Partner Program ha lo scopo di rafforzare questa attività e rendere condivisibile quanto facciamo noi e i nostri reseller. Desideriamo aiutare i partner attraverso un’attività consulenziale crescente, che li possa mettere nelle condizioni di affrontare, nell’ambito della scansione documentale professionale, tutti gli aspetti strategici che i loro clienti avranno necessità di soddisfare». Scansione e Pfu, del gruppo Fujitsu, cloud, il futuro? «Per noi è il è la prima azienda produttrice presente da diversi anni e la di scanner documentali piattaforma per lo scan-toad offrire servizi di Scan-tomobile è ben supportata su iPhone e Scan-to-iPad tutti i device oggi disponibili, Apple compresi. Questo tipo Daniela Schicchi di sistema consente di ridurre al minimo il quantitativo di stampate, con un risparmio consistente in termini di manager di Pfu Imaging Solutions, saranno decisivi i partner di canale. «Non lasciamo mai consumo di carta. Così si può unire l’utile al dilettevole. Sì, da soli i nostri partner – spiega Barondi – e per noi di Fujitsu, questo è attiviamo specifici progetti per fornire loro assolutamente il futuro». consulenza tecnica e strategica. L’Imaging

Maurizio Barondi, marketing and communication manager di Pfu Imaging Solutions

Tempo|delle|“mele” per|gli|scanner A metà strada tra la rivoluzione digitale e l’ancora persistente uso della carta, il mondo degli scanner si è ritagliato uno spazio decisivo. Un ruolo chiave nell’integrazione della documentazione cartacea nella centrifuga dei processi digitali. In prima linea su questo fronte c’è Pfu, società del gruppo Fujitsu, un vendor che sta portando la scansione verso nuove fasi evolutive, come la frontiera dello scan to mobile. Un salto in avanti al quale, stando a quanto racconta la viva voce di Maurizio Barondi, marketing and communication

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Una|nuova|formula per|lo|storage Oltre 50 partner presenti e tanto interesse intorno a un mercato sempre più centrale per il destino del mondo Ict. Il canale indiretto risponde ancora una volta presente alla chiamata dello storage e in particolare al richiamo di un brand che, proprio sulle terze parti e sul nostro Paese, ha deciso di puntare. Non a caso, proprio Milano è stata scelta per ospitare una delle

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5 esclusive tappe di NexStep, l’evento annuale dedicato al canale organizzato nelle scorse settimane da Nexsan. La scelta di Milano tra le tappe di NexStep – momento essenziale nella strategia di un’azienda che opera esclusivamente attraverso il canale – è un’ulteriore conferma dell’attenzione che l’azienda californiana riserva al mercato italiano il quale, al momento, esprime circa il 15% del suo fatturato in Europa. «Questa nuova

Renzo Gasparello, Country Manager Italia di Nexsan

Nuova formula per l’incontro annuale di Nexsan con i partner; e Milano tra le 5 tappe europee di NexStep Marilena Del Fatti

formula – spiega Renzo Gasparello, Country Manager Italia – ci ha consentito di ottimizzare al massimo l’impegno dei partner in modo da favorire la partecipazione di tutti. L’incontro di Milano ha visto la presenza di oltre 50 dei nostri reseller più importanti; Nexsan ha proposto linee guida e attività formative finalizzate a fornire loro tutti gli strumenti per competere nel segmento delle medie aziende: realtà interessate a soluzioni capaci di assicurare la flessibilità necessaria per scalare la propria capacità di storage, senza sostenere investimenti troppo onerosi o aggiungere complessità alla gestione It».


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CARTE VALORI


ATTUALITA’ 600 rivenditori, un evento e molte idee per affrontare un mercato che rallenta. Questi gli ingredienti dentro il “Xmas Box” di Tech Data

I|superpoteri|contro|la|crisi La crisi che ha rallentato il mercato, gli acquisti e gli investimenti delle aziende è qualcosa di straordinario da affrontare con misure fuori dal comune. Tech Data, con i propri fornitori di tecnologia, ha indossato il mantello del supereroe sopra il vestito del distributore, mettendo a

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disposizione dei clienti tutti i propri poteri e quelli dei brand distribuiti. In un evento che ha riunito 600 rivenditori, il distributore ha spiegato insieme a Hp, Cisco, Toshiba, Asus, Ibm e Nec quali “superpoteri” i dealer possono sfruttare per affrontare questo mostro. La tavola rotonda, all’interno dell’evento “Tech Data Xmas Box” e moderata proprio da

Digitalic, è stata anche una festa. Ma cosa c’era da festeggiare? «Per noi è un giorno speciale – ha sottolineato Ernest Quingles, amministratore delegato di Tech Data – perché per la prima volta riuniamo in un solo evento i clienti, i fornitori e risorsa più preziosa che abbiamo: le persone di Tech Data. In un momento così delicato dell’economia italiana

Una|stanza|a|10Giga per|i|partner|di|Tecnocael Se ne parla, ci si appassiona, si sogna; ma per coglierne l’essenza, per trasmetterne il vero valore ai propri clienti, la tecnologia va toccata con mano, sperimentata, testata e anche maltrattata a volte… Per quanto semplice e scontato possa sembrare, la differenziazione comincia da qui e Tecnocael lo sa bene. Il distributore italiano ha infatti chiuso in bellezza l’anno delle sue nozze d’argento con il mercato, lanciando la 10GigaRoom, uno spazio dedicato ai test. Un piccolo grande laboratorio creato per i propri installatori e rivenditori, che permetterà loro di sperimentare le funzionalità dei prodotti più performanti distribuiti dall’azienda veneta.

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«10GigaRoom – spiega Cristina Sinigaglia, responsabile marketing di Tecnocael – nasce per offrire un’esperienza diretta unica e focalizzata sulle diverse funzionalità delle macchine esposte. I nostri dealer potranno effettuare dimostrazioni pratiche e prove tecniche, saggiando di persona l’efficienza e la potenza delle tecnologie più innovative presenti sul mercato. Contestualmente all’apertura di questo spazio – continua Cristina Sinigaglia –

Uno spazio per testare, sperimentare, toccare con mano le innovazioni e aggiungere quel valore che fa la differenza sul canale

e del nostro settore nello specifico, abbiamo voluto dimostrare ai nostri clienti che Tech Data c’è e continua a supportare il business con tutte le proprie persone». In fondo stringere la mano è un modo per rinsaldare un patto e darsi fiducia a vicenda: «Incontrare personalmente i reseller rafforza il nostro impegno nei loro confronti; – ha aggiunto Quingles – per noi è stata anche l’occasione per condividere le novità dei nostri piani strategici per il 2012 e brindare ad un nuovo anno che auspichiamo ricco di successi».

abbiamo dato il via al TechBreakFast, una serie di appuntamenti settimanali gratuiti che si terrà nella 10GigaRoom ogni mercoledì mattina dalle 9.30 alle 11.30, previa iscrizione sul sito. Gli incontri proseguiranno per tutto il 2012 e coinvolgeranno i prodotti più esclusivi e all’avanguardia dei brand gestiti da Tecnocael. Le tecnologie di ultima generazione possono risultare più complesse: riteniamo che appuntamenti come TECHBreakFast siano per i partner un’opportunità per acquisire, tramite i tecnici di Tecnocael, il know how riguardante le potenzialità dei nostri prodotti e i vantaggi che questi apportano al cliente finale».


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IT ALIANS

“TUSCAN|STYLE” CON|VISTA|NUVOLE Un forte ed innato senso di appartenenza al territorio e ancora la voglia di trovare la propria personalissima strada, nonostante la lontananza dai centri del business tradizionale, come la Pubblica Amministrazione centrale e il potere finanziario milanese… Non ci sono grandi segreti da raccontare né ricette magiche da elaborare: il cuore del “Tuscan Style” è tutto qui. Una formula semplice che ha portato, nel tempo, numerose realtà imprenditoriali toscane a scalare anche le vette più ripide del business italiano prima, e (in molti casi) internazionale poi. Ogni settore cardine dell’economia italiana ha la sua piccola-grande eccellenza toscana: non fa eccezione il canale Ict, dove i casi sono addirittura molteplici. Nell’era del valore e della capacità di sviluppare progetti complessi però, brilla più di altre la stella di Computer Gross, distributore a valore nato nel 1994 in quel di Empoli in seno ad un peculiarissimo gruppo di aziende specializzate nell’integrazione di tecnologie e soluzioni. Un

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mix irripetibile di competenza e coraggio che ha portato oggi questa società ad avere uno staff di oltre 300 persone impegnate a servire più di 7000 rivenditori. Una realtà che, nonostante la lunga militanza sul mercato, è in prima fila oggi nel guidare il canale verso la frontiera del cloud computing… In cabina di regia, da sempre, Paolo Castellacci; un manager esperto, diretto e semplice, così come vuole la rigorosissima “etichetta” toscana. «Non siamo maghi, non siamo fenomeni – esordisce Castellacci –. Siamo persone che conoscono bene il loro mestiere e che, soprattutto, sono dotate di buon senso, quello che serve in momenti come questo». Come spesso accade, una semplice intervista si trasforma in uno sguardo a 360° sull’evoluzione del canale negli ultimi anni e soprattutto sulle necessità dei rivenditori... Ma andiamo con ordine… come nasce e si sviluppa un caso di eccellenza lontano dai tradizionali centri nevralgici del business? «Le aziende toscane – spiega Castellacci – sono sempre state piuttosto isolate e

individualiste. Sono lontane dai centri di business tradizionale e quindi hanno sviluppato un loro modello attraverso la costituzione di distretti industriali con importanti eccellenze, avvalendosi di partner capaci di supportarli correttamente. Sicuramente le aziende che operano qui hanno sviluppato un loro “Tuscan style” così come è stato fatto dalla nostra realtà imprenditoriale. Proprio questo spiccato senso di appartenenza al territorio, ci ha portato a capire meglio le peculiarità del mercato italiano e le esigenze dei partner che si trovano in ogni zona d’Italia. L’importante ecosistema geografico, penso sia la vera e propria colonna portante di un canale che ormai da alcuni anni sta attraversando un profondo processo di trasformazione e consolidamento, alla ricerca di un ruolo sempre più fondamentale nel supportare Pmi e pubbliche amministrazioni nella delicata fase di modernizzazione e competizione globale». In un simile contesto che cos’è un distributore e quale è il suo ruolo nella filiera IT?

«Il vero distributore è quello che riesce ad essere culturalmente e geograficamente vicino ai dealer. I principali operatori di canale da sempre apprezzano questi fattori, gli stessi su cui si basa la nostra strategia aziendale: professionalità, competenza, innovazione, valore e relazione». Poi c’è il tema del valore e allora per un business delicato come quello di un distributore tutto si complica…


«Mentre la distribuzione “Legacy” è rimasta invariata, Computer Gross ha puntato progressivamente sulle soluzioni e sulla capacità di dare ai partner un’offerta completa, trasferendo valore ad ogni elemento che la compone: hardware, software e servizi. In questo momento ci sono tre fattori che rendono unico un distributore e sui quali stiamo lavorando: competenza specialistica, ovvero garanzia di avere delle risorse con competenze su tutti i prodotti e le soluzioni del mercato Ict; marketing per la generazione di nuove opportunità di business, per il canale ed il supporto finanziario che consiste nel trovare la migliore soluzione finanziaria adatta alle esigenze del cliente. Oltre a ciò, un valore importante, è quello di essere riconosciuti dal canale come leader di prodotti leader di mercato».

Come si fa a controbattere alla forza dei grandi gruppi internazionali che operano anche sul nostro territorio? «I grandi gruppi hanno importanti capitali e possono contare su confronti, modelli, esperienze e strategie multi country con processi aziendali e automazioni ben consolidate e funzionali. Non sempre però tutto ciò è sufficiente per rispondere alle necessità degli operatori Italiani che operano nei più svariati territori e che, a loro volta, si trovano a dover affrontare dinamiche e necessità sempre diverse tra loro. Oggi il nostro settore è sempre più segmentato e complesso e le aziende che vi operano non hanno risorse e

persone sufficienti per allargare le proprie competenze e specializzazioni. Tuttavia il mercato richiede soluzioni globali e perciò la nostra missione è appunto quella di fornire al canale un supporto completo ed affiancarlo nella consulenza delle soluzioni Ict, permettendo ai partner di acquisire e mantenere sempre più competitività». Domanda ormai classica… ripeterebbe la sua scelta di guidare un distributore IT? «Il percorso che mi ha portato a costituire Computer Gross Italia è stata una conseguenza di un nuovo modello di business che è stato introdotto e spinto dai principali vendor intorno ai primi anni ’90. Ho colto l’opportunità mettendo a frutto un’esperienza pluriennale nel settore Ict e soprattutto un’approfondita conoscenza delle

Paolo Castellacci, Presidente Computer Gross Italia

dinamiche di business italiane. Il successo di questa esperienza imprenditoriale è quello di aver costituito un gruppo manageriale solido, composto da persone con spiccate qualità professionali ed umane che mi affiancano ogni giorno e lavorano tra di loro e con i partners in completa sinergia. Senza trascurare gli indispensabili successi di business, penso che la costituzione di un distributore sia stata indubbiamente una scelta che ripeterei senza esitazione». Le regaliamo un milione di euro, su quale mercato punterebbe adesso? Più che di scommessa posso parlare di un trend di mercato, quale il cloud, dove abbiamo già scommesso ben più di un milione di euro, dato che per noi si tratta di un progetto davvero importante. Stiamo infatti realizzando un programma per il canale, grazie al quale potremo fornire in cloud le soluzioni dei maggiori brand del settore, oltre alle varie soluzioni dei partner che ne faranno parte, ritagliandoci così un ruolo sempre più importante di integratore di prodotti e soluzioni. La nostra sfida è mantenere massima attenzione e focalizzazione sulla nostra attività di distributore a valore e fare in modo di fornire ai nostri partner gli strumenti e le soluzioni più innovative per essere sempre competitivi sul mercato. Il nuovo programma cloud rappresenta sicuramente un’opportunità importante per diventare a tutti gli effetti un distributore di soluzioni cloud per il canale».

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ATTUALITA’ Paolo Tosi, Channel Manager Juniper Networks Italia

Learning|Academy Live,|Juniper racconta|la|rete La rete, la sicurezza, i data center, il cloud... i partner di canale, Juniper Networks. La Learning Academy Live è un appuntamento ad alto valore aggiunto per il canale dell’azienda protagonista nel mondo delle reti di nuova generazione. Alla recente tappa di Milano era presente anche Andrea Gaschi, researcher della School of

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Un settore in grande evoluzione, alla ricerca di dealer sempre più specializzati: Juniper risponde con un evento per i migliori partner

Management del Politecnico di Milano. Una giornata intensa, ricca di spunti e di opportunità per le terze parti. Nel corso dell’evento sono stati offerti ai partecipanti strumenti e consigli per cavalcare al meglio la nuova era del networking al servizio del data center e del cloud. «Qualora un operatore del canale Ict volesse inserire a listino una o più soluzioni basate su cloud computing – ha spiegato Gaschi – non si

Panasonic|si|connette con|il|canale Audio, video, dati: c’è tutto un mondo che sta convergendo al centro del protocollo IP, e molte opportunità di business si stanno dischiudendo agli operatori di canale che si faranno trovare pronti. Non a caso, proprio in chiusura del 2011, Panasonic ha preparato la volta del nuovo anno lanciando l’innovativo Connect Partner Program. Riservato a installatori e system integrator, è stato progettato per fornire risorse e strumenti di valore per interpretare al meglio la nuova era della convergeza su IP. «La decisione di proporre questa iniziativa – spiega Stefano Barbieri,

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Senior Manager pbx/security di Panasonic Italia – è la concretizzazione di una scelta strategica concordata a livello europeo. L’obiettivo del Connect Partner Program è porsi al loro fianco fornendo gli strumenti adatti per comprendere a fondo le tecnologie IP dell’azienda, interfacciarsi con la clientela in modo più soddisfacente e far crescere così il

La filiale italiana di Panasonic presenta il Connect Partner Program, un nuovo progetto dedicato a installatori e System Integrator

tratterebbe di una semplice estensione del portafoglio di prodotto. Si tratta di cambiare anche le proprie caratteristiche. Bisogna gestire nuove e diverse relazioni con i clienti, molto più lunghe nel tempo, articolate…». «Abbiamo incontrato – aggiunge Paolo Tosi, Channel Manager Juniper Networks Italia – in un’unica sala i nostri migliori partner. Le linee guida per il 2012 parlano di prossimità tra Juniper e loro. Vuol dire fare squadra e crescere insieme. Non solo, ai partner cerchiamo di trasmettere la grande opportunità che c’è nell’approcciare nuove tecnologie e soprattutto nello specializzarsi in un dato ambito: dal data center alla sicurezza passando per le Lan, le Wan... Ognuno può trovare la sua specializzazione e diventare un consulente ad alto valore aggiunto».

business. Il programma – continua Barbieri – prevede un ampio ventaglio di iniziative a valore aggiunto come certificazioni di qualità, strumenti di marketing a sostegno delle vendite, eventi formativi, promozioni e incentivi. Relativamente alle figure coinvolte, Panasonic sceglie di classificare i partner secondo quattro tipologie ben distinte: IP Registered, IP Business, IP Solutions e IP Alliance Partner. Queste categorie danno un accesso diversificato ai vantaggi del programma e sono suddivise secondo i criteri di impegno e di competenze».


Andrea Massari, Country manager di Magirus per l’Italia

Magiurs-Vce, la|virtualizzazione è|semplice La scelta risale a primavera, ma solo oggi è possibile fare un primo bilancio di un accordo di valore. Lo scorso maggio, Vce (Virtual Computing Environment) ha infatti scelto Magirus come primo distributore autorizzato nell’area Emea per le piattaforme di infrastruttura Vblock; ciò ha subito liberato

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Tutti i dettagli di una partnership destinata ad aprire importanti scenari di business per le terze parti Riccardo Pirana

una serie di importanti opzioni per gli operatori del canale indiretto. «Il vantaggio per i rivenditori europei – sottolinea

richiesta di semplicità, di implementazione e di offerte integrate IT. Nell’ambito dell’infrastruttura IT, il concetto di data center sta cambiando e si parla sempre più di soluzioni e meno di singoli prodotti; un fatto naturale, poiché l’evoluzione tecnologica lo permette. Vce è il punto di eccellenza di tale concetto perché offre una soluzione completa, integrata, e lascia al canale lo spazio per aggiungere valore». Andrea Massari, Country manager di Magirus per l’Italia Vce è stata costituita nel 2010 da Cisco, Emc e – è di poter beneficiare da subito delle competenze Data VMware per portare sul mercato un’offerta di Center di Magirus sulle piattaforme e soluzioni tecnologie Cisco, VMware e integrate che abbina Emc integrate nelle virtualizzazione, networking, piattaforme Vblock, che computing, storage, sicurezza accelerano l’adozione di e tecnologie di gestione. Sarà infrastrutture ottimizzate, distribuita da Magirus convergenti e basate sul in tutta Europa e in Medio cloud. In questo modo, con il Oriente in linea con il nuovo supporto di Vce, Magirus Partner Programme Vce. soddisfa la crescente

Un|anno|di|canale|per|Citrix «L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato un periodo molto intenso per Citrix Italia». Così lo racconta Giuseppe Sacchetti, responsabile vendite di canale che, insieme al numero uno dell’azienda Massimiliano Ferrini, Sales Manager e Responsabile per l’Italia, condivide gli sforzi per la crescita di Citrix nel nostro paese. «Abbiamo ricostruito la filiale italiana: il nostro 2011 è iniziato con 11 persone e oggi siamo in 35» esordisce orgoglioso Sacchetti. Pur restando un’azienda che mantiene come unico riferimento il canale, negli ultimi mesi Citrix ha anche introdotto importanti novità a livello di go to market investendo molto sulla presenza diretta sui clienti. Il canale resta però uno snodo chiave. Non a caso, nel

«L’

2011 è stato fatto un lavoro di qualificazione dei partner. Quest’anno i transacting partner di Citrix (i distributori sono quattro) sono diventati 279. All’interno di questa generalità ci sono delle eccellenze: si tratta di 19 partner a livello Gold e 5 a livello Platinum. La natura del cambiamento è l’introduzione in Italia del concetto di Elite Program, un programma di gestione di accounting sul canale che prevede la possibilità di iniziare a lavorare in una logica di concessionario, con

Il colosso della virtualizzazione saluta un anno da record e si prepara ad aumentare il focus anche sul mondo Pmi

una suddivisione per competenza, area geografica e vicinanza ai clienti. «La virtualizzazione desktop – conclude Sacchetti – si sta diffondendo in area enterprise ma Citrix non dimentica le Pmi orientate all’innovazione proponendo Vdi-in-a-box, soluzione sviluppata con una tecnologia di Kaviza, una piccola azienda operante sul mercato americano. Il canale che abbracceremo attraverso Kaviza è quello delle piccole realtà di rivendita, alle quali non chiederemo requisiti di certificazione onerosi, ma di avvicinarsi a questo tipo di soluzioni architetturali grazie a un prodotto chiave».

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NUMERI PRIMI

R&D|DALLA|CINA|CON|AMORE Milano capitale del mondo. Nel capoluogo lombardo, Huawei ha inaugurato il primo Centro Globale di Competenza sulle tecnologie Microwave di ultimissima generazione. Punto di riferimento mondiale per lo sviluppo di soluzioni wireless, quello di MIlano sarà il primo centro di Huawei al di fuori della Cina: una delocalizzazione che fa notizia poiché riguarda, in positivo, il nostro Paese. La decisione di investire in Italia è frutto degli ottimi risultati raggiunti negli ultimi tre anni ed è facilitata dall’elevatissimo livello di competenze e conoscenze disponibili nell’area milanese: la Lombardia è, infatti, internazionalmente riconosciuta quale bacino ideale per lo sviluppo delle tecnologie microwave, grazie anche agli investimenti effettuati nella ricerca universitaria. Nel Centro Globale Competenza Microwave si affiancheranno alle attività globali di Ricerca e Sviluppo per le soluzioni wireless di ultima generazione, anche le funzioni di servizio e di assistenza tecnica alle vendite. «Siamo molto orgogliosi di inaugurare questo importante polo di innovazione – spiega George Zhao, Managing Director Huawei Italia –. Huawei è molto impegnata a investire nel mercato locale e vuole contribuire al suo sviluppo economico. Investendo su Milano, Huawei conferma la sua forte intenzione di puntare sul territorio e diventare un riferimento importante per gli operatori quale leader di mercato nella tecnologia microwave per l’Ict. Entro pochi mesi contiamo di avere oltre 100 persone impiegate nel nostro polo lombardo». «Il centro – ha aggiunto Renato Lombardi, vice presidente Microwave Product Line di Huawei – ha una portata internazionale e contribuirà a creare soluzioni per l’implementazione di innovative reti a banda larga mobile che aiutino i tradizionali sistemi microwave ad incontrare le necessità delle reti avanzate. È la prima volta che Huawei istituisce una struttura a livello globale in Italia e ci auguriamo che rappresenti un pilastro importante per sottolineare la nostra particolare attenzione per la ricerca».

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La Cina a Milano, un clamoroso caso di delocalizzazione al contrario. Huawei ha scelto il capoluogo Lombardo per inaugurare il primo centro globale di competenza al di fuori della madrepatria



ATTUALITA’ I tablet migliorano l’esperienza digitale e fanno crescere il settore, anche con gli accessori. Ogni possessore di iPad ne compra in media 3,5 e Logitech ha rivisto la sua gamma pensando a questi utenti

Logitech keyboard for iPad, è una custodia e insieme tastiera bluetooth

ACCESSORI PER|LE|MASSE I tablet sono una grande opportunità, per tutti. Migliorano l’esperienza della tecnologia per gli utenti e rappresentano un mercato in grande crescita e non soltanto per i produttori di tablet. «Per ogni iPad si vendono in media 3,5 accessori – ha sottolineato Patrice Henry,

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nuovo country manager di Logitech – il 50% in più rispetto a quelli venduti per uno smartphone e il 200% in più se confrontati con i notebook». E che cosa vorrebbero come accessorio gli utenti? Il 51% dei possessori di iPad desidera acquistare cuffie, il 26% tastiere e altrettanti speaker e stand. Sono i risultati di una ricerca capillare

Francesco Marino

commissionata da Logitech, che ha scoperto anche come il luogo preferito in cui si usa il tablet sia la cucina (per il 52%). «La nostra missione è migliorare l’utilizzo dei tablet e dell’iPad in particolare – ha dichiarato Henry – attraverso una gamma completamente nuova di accessori, pensati per il reale utilizzo che si fa di questi dispositivi. Ad esempio

CONDIVISIONE.|INNANZITUTTO! Condivisione. È la parola d’ordine di Netgear. Condivisione tra computer e televisori Hd, innanzitutto. Grazie all’adattatore Push2TV HD Universale Wireless (PTVU1000), sarà possibile riprodurre sul proprio televisore i video, le pagine web, le foto, le presentazioni e ogni altro contenuto proveniente da Pc o laptop. Un prodotto pensato anche per i tecnologicamente meno esperti: l’installazione del software è richiesta solo la

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prima volta ed è intuitiva, mentre la connessione avviene tra un adattatore e un ricevitore wireless, collegati rispettivamente al computer (porta Usb) e al televisore (cavo Hdmi, in dotazione). Una pecca: non è compatibile con il Mac. Lo è invece il nuovo Router N900 Dual Band Gigabit,

configurabile tramite browser da Pc, Mac, smartphone, iPad e tablet. L’obiettivo? Garantire le migliori performance in materia di streaming video Hd e wireless 3d, giochi multiplayer e trasmissione file di grandi dimensioni. E farlo a tutta velocità: la promessa è del 50% in più

Computer, Tv, smartphone e tablet che comunicano tra loro in modo funzionale e innovativo. Netgear ci crede e lancia una soluzione destinata ad aprire nuovi scenari di valore per il trade Biagio Picardi

in soggiorno, per collegare l’iPad alla Tv, mancava una tastiera in grado di governare tutte le funzioni (in mobilità), o una custodia che contenesse una tastiera bluetooth per proteggere e insieme offrire la possibilità di scrivere in maniera scorrevole». Nella nuova gamma Logitech c’è anche un joystick per tablet, un prodotto davvero inedito.

nell’utilizzo della banda 2.4GHz rispetto ai router 750Mbps. Senza dimenticare l’ottimizzazione delle risorse di rete offerta dalle due porte Usb. In più una chicca per i genitori: in omaggio c’è il software Live Parental Control, un sistema centralizzato che stabilisce quali sono i contenuti Internet fruibili da bambini e adolescenti. A completare l’offerta Netgear c’è poi l’adattatore universale wireless dual band Wnce3001, nato per collegare a Internet le Tv e i lettori Blu-ray dotati di porte ethernet. L’ideale, assicurano da Netgear, per i patiti di video e musica online.


Huawei|e|Ibm, il|doppio|passo|di|V-Valley La distribuzione a valore chiede da sempre un conto assai salato ai suoi interpreti in termini di investimenti, impegno, tenacia. Un business difficile che deve fare rima con il proprio Dna e la propria vocazione. Non a caso, 12 mesi or sono, il Gruppo Esprinet è andato ben oltre la pura costituzione di una business unit. Per fare il grande passo sul valore il colosso made in Italy ha creato una nuova società le cui chiavi sono state affidate alle mani e al cuore di Luca Casini. Una scelta e una sfida che hanno destato molto clamore e attenzione sul mercato. Lungi dal limitarsi al mero marketing, V-Valley è però nata e si è sviluppata tremendamente sul serio in questi 12 mesi cercando di riunire intorno a sé una squadra di vendor di primo piano, impegnandosi in un lungo tour che ha portato gli uomini di Casini a diretto contatto con i partner in tutta Italia. Una fase di costruzione complessa e delicata, culminata nelle scorse settimane con due autentici assi piovuti dalla

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12 mesi dopo il suo lancio holiywoodiano, la società nata in seno al Gruppo Esprinet, rilancia calando gli assi degli accordi con Ibm e Huawei Marco Lorusso

manica di Casini sul canale italiano. Tra novembre e dicembre sono infatti arrivati il nuovo accordo con Huawei e la strategica estensione dell’intesa con Ibm. Per quanto concerne Huawei, l’intesa riconosce a V-Valley un ruolo chiave nell’introduzione e diffusione sul mercato italiano della

gamma Huawei Enterprise. E sebbene attualmente il focus sia sulle soluzioni networking enterprise, il progetto è più ampio e prevede l’allargamento dell’offerta – sempre nell’ambito delle soluzioni a valore aggiunto – nei prossimi mesi. A stretto giro è arrivato poi l’annuncio di un accordo strategico con Ibm che prevede la distribuzione delle soluzioni Ibm Power Systems, Ibm Storage High-End e dei servizi correlati alle due linee di prodotto. «Questo ci permette di commercializzare l’intero portfolio hardware di Ibm e di confermare ulteriormente, in maniera solida e concreta, la nostra strategia – ha spiegato Casini –. Stiamo inoltre investendo fortemente nelle persone e nei servizi erogati ai nostri Partner, al fine di garantire loro un team altamente qualificato e un servizio disegnato su misura delle loro esigenze. Nell’anno in cui Ibm festeggia il proprio centenario, V-Valley festeggia il proprio primo compleanno con una sorpresa veramente speciale per i propri Partner».

Il Gruppo Esprinet ha dunque posto le basi per un 2012 di grande valore e prospettiva, grazie a V-Valley ma anche grazie all’attesa firma dell’accordo di distribuzione con Dell. Un’intesa che offre ad Esprinet la distribuzione dell’intera gamma di prodotti Dell, disponibile in Italia e in Spagna ai clienti proprio da queste prime settimane del 2012.«Si presenta quindi un’opportunità per tutti i reseller del Gruppo – spiega un comunicato di Esprinet – che potranno accedere all’offerta di Dell attraverso tutti i canali di vendita, comprendendo quindi in primis il sito esprinet.com, i cash & carry Esprivillage e il personale vendita dedicato».

Luca Casini, Direttore Commerciale di V-Valley

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POP APP 52

CERCASI KILLER APP DISPERATAMENTE Claudio Rubbiani È consulente strategico nello sviluppo di applicazioni mobile per le aziende. Nato a Modena nel 1969, ha sempre lavorato nel settore informatico, dove ha seguito lo sviluppo e l’analisi di sistemi informativi aziendali integrati con ERP e CRM. Le competenze tecniche su database, linguaggi di programmazione ed interfaccia utente, sono completate da una specifica conoscenza del settore mobile.Usa la propria creatività nella fase iniziale di concept, e la propria razionalità nella gestione del progetto e nel rispetto dei tempi e del budget stabilito.Lavora in www.NEXiDA.com con programmatori e professionisti che seguono la parte grafica, comunicazione e marketing relativa alle App; nel tempo libero si diverte con sci, snow board e kite surf.

Gartner prevede che entro il 2014 il 90 per cento delle aziende saranno dotate di applicazioni mobile, eppure basta fare un “giro” su Apple Store e Android Market per rendersi conto che tante prestigiose aziende del made in Italy non sono presenti. Come riusciranno queste aziende a creare la loro killer application da milioni di download? In questo articolo troverete

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alcuni consigli pratici che vi aiuteranno a rendere irresistibile la vostra App; le possibilità sono numerose, ma solamente i “first mover” saranno premiati con milioni di download.

occhi delle vostre clienti? Consigliare ai ragazzi il vostro maglione che si intona ai loro pantaloni? Colorare l’armadio esattamente come la finestra? Potete e dovete farlo con la vostra killer App!

Prima regola: uscire dagli schemi

Ascoltate i suoni dell’ambiente

Se il vostro primo approccio alle App è migrare l’attuale sito Web su mobile… cambiate strada e lasciate spazio alla vostra anima creativa! Vogliamo trovare una funzionalità, anche semplice, che solo lo smartphone può fare con grande facilità.

La funzione principale del microfono è di conversare con gli amici, ma possiamo uscire dagli schemi e cercare di dare risposte alle domande dei nostri utenti proprio partendo dai suoni che ci circondano. Se volete alcuni esempi di domande alle quali la vostra App può dare risposte, eccone alcune… La mia moto ha il minimo regolato correttamente? Quel rumore della lavatrice è normale? Il pianoforte è accordato come l’ultima volta? Il mio impianto stereo è regolato in modo ottimale? Suoni, frequenze e intensità possono essere acquisiti dal microfono ed elaborati dalla vostra App in tempo reale, per fornire informazioni che fino a ieri richiedevano una costosa strumentazione dedicata. Sempre con il microfono, potete supportare i comandi vocali. I sistemi

Guardate i colori La videocamera dello smartphone, oltre ad essere sensibile e ad alta risoluzione, cattura milioni di colori e può essere usata come colorimetro, per poi suggerire prodotti, parti di ricambio ed accostamenti. La vostra App può gestire luminosità, distanza focale ed elaborazione dell’immagine, per arrivare ad un grado di accuratezza superiore a quello ottenibile con il classico pantone colori, senza avere i costi di stampa e distribuzione. Volete suggerire il trucco migliore per esaltare gli


Per concludere

di riconoscimento vocale possono essere usati in modalità SaaS per riconoscere anche i termini specifici del vostro settore.

Posizione anche all’interno di edifici Pochi lo sanno, ma esistono apparati del costo di poche migliaia di euro in grado di portare il segnale Gps anche all’interno degli edifici, consentendo la geo-localizzazione anche in capannoni industriali, cinema e supermercati. Le attività di manutenzione di impianti industriali, la localizzazione delle merci a magazzino, la ricerca di un prodotto all’interno di un supermercato, possono trarre enormi benefici da una semplice applicazione di questa tecnologia; poi rimane la possibilità di mettere a punto dei sistemi specifici che vanno a sopperire l’errore (voluto per motivi militari) del segnale Gps.

Registrate i movimenti con il giroscopio Oltre all’accelerometro ed al magnetometro (bussola), sia iPhone 4 che Galaxy S, sono dotati di un potentissimo giroscopio che è in grado di acquisire i movimenti con grande precisione. Ci sono due tipologie di informazioni che potete acquisire con questi strumenti: i movimenti e le forme. I movimenti potrebbero essere della persona (quindi legati alle attività sportive e ludiche) oppure di un oggetto (un ascensore, un braccio meccanico, un’automobile, ecc.). La precisione è assoluta; ci sono App che riescono a determinare l’efficienza delle sospensioni di una automobile, semplicemente elaborando nel modo corretto tutte le informazioni che arrivano dai sensori presenti nello smartphone. Per la misurazione delle

Ora che la vostra anima creativa ha ricevuto qualche idea in più, è il momento di mettersi al lavoro per capire come usare le tecnologie presenti sullo smartphone, per inventare nuove funzionalità. Avete a disposizione telefono, altoparlante, microfono, schermo touch, accelerometro, magnetometro, giroscopio, videocamera, Gps, Nfc-Rfid (al momento solo per Android) perfettamente integrati in uno strumento che ha la potenza elaborativa di un pc ed è sempre in tasca e connesso ad Internet.Sono tecnologie consolidate, ma la vera sfida è rendere tutto semplice, veloce e a portata di mano. Siate tempestivi perché per il vostro settore le killer App possono essere un numero limitato: due o tre faranno successo e diventeranno “killer”, le altre rimarranno nell’ombra dei “follower”.

RISORSE

forme c’è un mondo da inventare, un mondo che apre le porte della vostra killer App.Volete un esempio per un’azienda del settore pre-maman? Usate il giroscopio per capire quanto è rotonda la pancia della futura mamma e condividete queste informazioni sui social network.

Killer App http://tinyurl.com/digitalicKA Qual è la Killer App per eccellenza? Difficile dirlo, tanto che online, solo per determinare quale sia “l’applicazione assassina” per iPhone si è acceso un intenso dibattito, che potete trovare all’indirizzo Web qui sopra. Si possono leggere i commenti o partecipare attivamente con le proprie opinioni.

Giroscopio Il giroscopio è stato concepito da Jean Bernard Léon Foucault (1819-1868), inventore, tra l’altro, del famoso pendolo che porta il suo nome e che ha dimostrato la rotazione della Terra. Il giroscopio – alla base per esempio del sistema di navigazione delle navi o dei satelliti artificiali – è un sistema fisico che normalmente presenta un organo circolare in veloce rotazione il quale, per effetto della legge di conservazione del momento angolare, tende a mantenere il suo asse di rotazione orientato in una direzione fissa. Negli smartphone, una versione elettronica del giroscopio misura gli spostamenti angolari del telefonino lungo i tre assi.

Colorimetro Il colorimetro è uno strumento in grado di misurare l’assorbimento di particolari lunghezze d’onda da parte di un oggetto. Grazie alla legge di Lambert-Beer questa capacità viene utilizzata per determinare con esattezza il colore di un materiale. Fu inventato per l’analisi dei liquidi in laboratorio.

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ANTIFRODE

INIMITABILE… COME|LA|MICROINCISIONE Viaggio al centro di un innovativo sistema, rigorosamente made in Italy, studiato appositamente per aiutare anche gli operatori Ict a difendersi dalla piaga della contraffazione Daniela Schicchi

Contraffazione, maledetta contraffazione. Una piaga dolorosa, radicata, cruciale per il sistema Italia. Garantire l’originalità dei prodotti venduti ai propri clienti e rendere riconoscibili i falsi è da tempo una delle più impellenti urgenze nell’agenda dei vendor e di numerosi operatori del canale Ict. Facile a dirsi, ma dei costi da sostenere per tutelare un prodotto, ne vogliamo parlare? Certo, perché il famoso ologramma anticontraffattivo è di sicura efficacia, ma ha costi elevati. O meglio, i costi vengono ammortizzati se si prevede una produzione elevata, ma per chi deve tutelare quantitativi più limitati? Niente paura: per voi c’è la microincisione anticontraffazione. Questa tecnica, oltre a essere splendida da osservare e toccare, è un efficace sistema in grado di tutelare i prodotti da odiose imitazioni o copie. La microincisione olografica

C

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implica una notevole difficoltà di riproduzione da parte di soggetti terzi, proprio per via delle tecniche di incisione chimica utilizzate. La genuinità di una microincisione studiata e prodotta ad hoc è riscontrabile sia a prima vista, sia a un’attenta analisi con strumenti ottici di notevole ingrandimento. La qualità di un cliché microinciso contraffatto e realizzato con metallo non nobile è tale da non consentire uno standard di stampa costante, né una nitidezza del tratto e delle immagini sufficiente. Tra gli operatori qualificati, abbiamo chiesto alla società di Prato “Carlo Gasperini” (partner di fiducia di Digitalic, oltre a essere fornitore accreditato e qualificato da molti brand noti che hanno utilizzato la sua microincisione olografica) alcune informazioni su questa tecnica, frutto dell’esperienza maturata sul

campo. Ogni progetto grafico microinciso viene studiato e personalizzato per il singolo cliente. La tramatura realizzata, una volta ideata, è riprodotta su speciali cliché metallici microincisi forniti in esclusiva al committente intestatario del marchio o, in alternativa, all’azienda cartotecnica autorizzata alla stampa dal cliente stesso. La principale differenza che distingue l’ologramma classico dalla microincisione olografica è costituita dal fatto che il primo consta di un film inciso al laser con l’immagine desiderata, mentre la seconda è il risultato della combinazione di un film inciso al laser a sfondo neutro con un cliché microinciso recante tale immagine. A questo si aggiunge che sugli speciali cliché di Gasperini è inoltre possibile inserire dei codici variabili, che consentono di personalizzare ulteriormente la stampa microincisa olografica, differenziandola per linee di prodotto, zone di distribuzione, lotti di produzione o secondo altri criteri che possono venire concordati. Proprio per questo l’azienda di Prato, potrà fornire, su richiesta, un certificato di autenticità o meno del bollino olografico microinciso, ricevendo, in casi di urgenza, una scansione ad alta risoluzione (o una fotografia macro ad alta risoluzione scattata a distanza ravvicinatissima – 1 cm) del sospetto falso.


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HARDWARE

IL PC MOLTI LO CHIAMANO “FERRO”, E QUANDO LO DICONO INTENDONO FERRAGLIA: QUALCOSA DI POCO PREZIOSO, FORSE POCO UTILE. IN REALTA’ IL COMPUTER, RIMANE IL CENTRO DI OGNI INNOVAZIONE. ANCHE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO, I PC, NONOSTANTE I PREZZI IN CALO E MARGINI IN CONTRAZIONE, RAPPRESENTANO UN MERCATO VASTISSIMO. IN QUESTO SERVIZIO ABBIAMO CERCATO DI PORRE SOTTO L’OBIETTIVO LE DINAMICHE DEL SETTORE, DI METTERE IL FERRO UN PO’ MEGLIO A FUOCO INSOMMA

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18 agosto 2011, le clamorose dichiarazioni rilasciate dall’allora ceo di Hp Leo Apotheker, sull’imminente dismissione tramite cessione o spin off della divisione Psg (quella del “ferro”, dei computer per intenderci), suonano come gli inevitabili e attesi titoli di coda sul destino dei personal computer. Addio simbolico e definitivo al ruolo di ingranaggio centrale dell’informatica. Un declino partito molto tempo prima, ma che ha poi subito una

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clamorosa accelerazione sotto i colpi del cloud, dei tablet e della mobility. Fin qui nulla di speciale o inatteso. Fin qui un copione in parte già scritto… Non sempre però le cose vanno come devono o, come ci si attende, e un po’ come accade nella scena chiave del famoso film Sliding Doors, alla fine il mercato dei pc forse quel “treno” non lo ha preso… o ne ha preso uno con una destinazione diversa, in parte sorprendente. A distanza di pochi mesi (ma sembra un’eternità), sulla sedia che fu di


Il mercato c’è ma…

a cura di Alessio Ferri

Apotheker siede oggi Meg Withman e la divisione Psg non solo è saldamente nelle mani di Hp, ma rappresenta una delle colonne portanti sulle quali la società intende sviluppare le proprie strategie future. Quindi? Era solo uno scherzo? Nulla di tutto questo. Protagonista di primo piano nella rivoluzione informatica, oggi per il pc i tempi sono diventati realmente più difficili. Nell’accezione più comunemente utilizzata è diventato da tempo sinonimo di “ferro” o, peggio, ferraglia; dunque di qualcosa di poco conto sia a livello tecnologico, sia a livello di business. Dati alla mano però il computer, a dispetto dell’età, è ancora oggi al centro della vita tecnologica di aziende e utenti privati e rappresenta un mercato vastissimo dalle infinite potenzialità in parte ancora inespresse. Il settore degli all-in-one, per esempio, è tutt’altro che in declino: secondo Display Search si parla di 14,5 milioni di unità vendute nell’ultimo anno (+39%) e si prevede un ulteriore incremento fino al

2014 quando si dovrebbe raggiungere la quota di 23,3 milioni. Nel mondo delle arti grafiche e della progettazione, la possibilità di avere a disposizione workstation affidabili e di elevato livello è una chiave di volta fondamentale. Tablet, smartphone, dispositivi mobili di forme e dimensioni più varie hanno, ancora oggi, la vitale necessità di una sintesi, di un momento di incontro e di connessione dove “scaricare” e “aggiornare” tutti i dati e le applicazioni raccolte nel corso dei loro lunghi pellegrinaggi in giro per il mondo. Prestazioni dunque, ma anche grandissima attenzione al design, non solo per gli utenti domestici ma anche per manager e lavoratori che, sulla scrivania, cercano ora strumenti e dispositivi non solo utili ma di tendenza. Insomma tutto è cambiato e tutto sta cambiando alla velocità della luce, comprese le coordinate presso le quali scovare il valore lungo la filiera Ict. Ma, caso Hp alla mano, i computer “tradizionali” non sono ancora pronti per farsi mestamente da parte.

«I numeri dicono che il mercato c’è e tiene, ma ovviamente a determinate condizioni – conferma Massimo Tosi, Product Manager di WinBlu (marchio della gamma desktop prodotta da Brevi) –. In questa fase funziona molto bene il coinvolgimento diretto dei clienti; i nostri rivenditori spesso si configurano la macchina online con i clienti a fianco e poi la ordinano. Una procedura di successo anche per un mercato difficile, ma molto promettente, come la grafica dove le workstation regnano ancora sovrane». Personalizzare dunque, ma per quali clienti e attraverso quale offerta? «La nostra ricetta parte dal rinnovo della gamma di prodotto e l’ampliamento del portafoglio con soluzioni quali gli ultrabook (un segmento di mercato in crescita) e i tablet – rilancia Roberto Mattioni, Channel Manager di Asus – la strategia prevede poi di

non scontare prodotti, ma offrire ottima qualità a prezzi accessibili, puntando sull’innovazione per incrementare il valore dei dispositivi. Stiamo inoltre collaborando con software house per trovare soluzioni utili a rispondere alle esigenze di determinati mercati con pacchetti dedicati». «Ogni consumatore che investe il proprio denaro in un oggetto tecnologico – concorda Martino Mombrini, Notebook Business Unit Manager Samsung Electronics Italia – vuole il meglio e non si accontenta di un prodotto mediocre. È compito dei vendor e dei retailer e IT dealer, comunicare ai clienti i benefici che un prodotto di fascia medio-alta può offrire rispetto a una piattaforma entry: la semplice vendita basata sul prezzo più basso non può produrre valore per definizione. Samsung sta investendo nella realizzazione di shop-in-shop in partnership con i propri canali, proprio per andare

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HARDWARE

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«Per noi il mondo dei pc, pur all’interno della grande rivoluzione strategica che stiamo affrontando, resta determinante –

Non chiamateli accessori… Dal punto di vista della pura tecnologia, la differenza tra mondo aziendale e domestico non è così marcata. Può diventarlo grazie a una serie di accessori e accorgimenti utili a personalizzare l’offerta. «Per quanto riguarda i pc da ufficio, si può puntare, per esempio, su silenziosità e velocità di

SANTE ROSELLI DELL

Un segmento chiave

FILIPPO PRATICÒ HP

incontro a questa esigenza. Da qui si parte per attrarre i consumatori con soluzioni nuove in ambito hardware, ma soprattutto in ambito software e design. Samsung ha lanciato quest’anno prodotti che vanno proprio in questa direzione: le nostre nuove soluzioni offrono ai consumatori software proprietari che facilitano la vita di tutti i giorni, oltre a un design accattivante che si discosta da ogni notebook visto in passato». Come punto di partenza resta, inoltre, valida una precisa segmentazione del catalogo. «Iniziamo da un’offerta specifica per il mondo consumer, con forte attenzione al design e alla ricchezza in termini di caratteristiche – sottolinea Filippo Praticò, Channel Director di Hp –. Poi, un listino per il mondo Pmi distinto da quello enterprise. In questo modo il nostro canale riesce a lavorare con una combinazione di

offerta e clienti diversificata e a sostenere un business profittevole». «Il mercato sta vivendo un periodo di forti criticità, causate principalmente dalla crisi economica, e di una contrazione e spostamento dei consumi – afferma Romi Fuke, General Manager di NT Gate –. In questo momento di instabilità, la nostra offerta è ancora più focalizzata su un target specifico, un utente sofisticato, attratto dal mondo del lusso, esigente ma allo stesso tempo amante della tecnologia. Questo vuol dire puntare su innovazione, design, uso di materiali tecnologici e di prestigio, esclusività».

spiega Sante Roselli, Senior Solutions Manager Channel Italy di Dell –. In particolare, il mondo client, sia business che consumer, in Dell rientra nel gruppo che chiamiamo “End user computing solutions” e include: Mobility, Virtual Desktop Infrastructure (tema attualissimo), Business Client, Consumer Client. Questo gruppo per Dell rappresenta un’opportunità molto vasta e profittevole anche attraverso periferiche, tablet e smartphone, consumer e mobile services. Ci permette, inoltre, di mantenere volume di fatturato ed economie di scala indispensabili per rimanere fortemente competitivi nei settori a maggiore crescita come storage, cloud, networking ecc., settori in cui abbiamo fatto investimenti notevoli».

inizializzazione – riprende Massimo Federici, Channel Development Manager di Fujitsu Technology Solutions –. Per quanto riguarda i notebook professionali, crediamo si debba puntare su caratteristiche tecniche di sicurezza, durata e ricambio della batteria e modularità del portatile. Infine, per le workstation, che hanno molteplici campi di applicazione, gli elementi vincenti sono la potenza elaborativa, l’affidabilità superiore e le certificazioni con i software Isv. Per quanto riguarda le piccole e medie aziende poi, spesso il referente è lo stesso proprietario, una figura a cui è importante spiegare i vantaggi concreti delle nuove tecnologie – spiega Federici di Fujitsu – magari sottolineando le caratteristiche legate al Green IT, elemento in grado di innescare notevoli risparmi sui costi energetici in azienda. Quando invece l’interlocutore è uno specialista informatico, allora è necessario rispondere in maniera puntuale e chiara alle esigenze, tenendo a mente che il prezzo non sempre è la chiave giusta per aprire le porte all’investimento. Parliamo di vantaggi legati alla sicurezza o di



Dove sono i margini? Per quanto ridotti, i margini di guadagno sul settore hardware più tradizionale rimangono. Rispetto al passato, bisogna essere più bravi nel saperli individuare e valorizzare. «È possibile a patto che non ci si riferisca più al mondo dei personal computer come a un mercato in cui contano solo ed esclusivamente le prestazioni al miglior prezzo – aggiunge Sante Roselli di Dell –. Se ci si ferma alla lista della spesa è inutile anche cominciare il discorso sulle marginalità. Per avere successo nell’agguerrita arena dei pc, notebook e workstation, bisogna creare la combinazione più competitiva di hardware, software, servizi e soluzioni. Un’azienda – sottolinea Roselli – non vuole certo essere abbandonata dopo la pura trattativa sul prezzo e sui prodotti. Occorre essere pronti a supportare il cliente con servizi ad hoc come la gestione del rinnovo del parco macchine, la

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distruzione certificata dei dati digitali, la protezione di pc e reti attraverso la gestione di antimalware e antivirus». «Puntare sui margini è oggettivamente sempre più difficile, ma resta comunque un obiettivo possibile, nel momento in cui si riescono a identificare le esigenze del singolo cliente e a dargli una risposta adeguata – precisa Gabriele Vassilich, responsabile della linea di pc Kraun di Cdc –. Un prodotto deve essere capace di soddisfare le suddette esigenze con modalità adeguate e possibilmente uniche rispetto al resto del panorama dell’offerta,

MASSIMO TOSI WINBLU

innovazioni che portano risultati immediati e benefici ai vari comparti aziendali».

MASSIMO FEDERICI FUJITSU

HARDWARE

dando all’utente ciò che non trova altrove e facendo percepire a una prima occhiata le peculiarità».

Il successo passa per il canale Proprio la rete di partner diventa uno dei fattori più importanti per continuare a garantire i profitti nel mercato hardware. Il vecchio compito di trasferire su scala locale strategie decise a livello globale è ormai stato superato da un ruolo più articolato. «Una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata all’identificazione di programmi di marketing e di servizi a valore aggiunto offerti da personale qualificato, sviluppati in sinergia con i vendor per soddisfare le specifiche esigenze dei singoli mercati – dichiara Roberto Mattioni –. Quindi, mai dimenticare la formazione per erogare servizi qualificati. Esattamente quanto stiamo perseguendo da tempo per la strutturazione di programmi e servizi mirati ai diversi segmenti». Per comprendere tutta la portata di questo cambiamento, è sufficiente riferirsi a chi per anni ha fatto

della vendita diretta, senza se e senza ma, un fattore distintivo. «Per finalizzare la nostra trasformazione in azienda che punta in maniera crescente sul canale indiretto e sulle soluzioni – riprende Roselli di Dell –, il ruolo dei business partner risulta ancor più importante, perché ci consente di raggiungere una presenza capillare sul territorio con una forte prossimità verso i singoli clienti». Completando una sorta di inversione dei ruoli, è ora il cliente lo spunto per scovare la strategia vincente. «Servizi come per esempio supporto per installazione, configurazione, manutenzione, monitoraggio e sicurezza, sono di importanza vitale per ottenere marginalità dalla vendita dei pc aziendali – sottolinea Massimo Federici –. Un altro elemento da tenere in considerazione è la consulenza che un rivenditore di valore può offrire per la scelta in base alle esigenze del cliente: macchine dalle grandi dimensioni in grado di crescere con l’azienda o computer compatto e dal design accattivante per location prestigiose o per risolvere problemi di spazio». In qualità di contatto diretto


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HARDWARE specifici di fidelizzazione e certificazione, diamo la possibilità di poter offrire un supporto finanziario alle vendite e cerchiamo di dar loro la possibilità di guadagnare anche con i servizi».

Servizi finanziari e Pa

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poi ci sono i mercati storici che hanno ancora molto da dire. La Pa per esempio è un mondo complesso ma che può esprimere buone opportunità. Ogni due anni ci sono bandi di gara significativi, fino ad ora sono stati appannaggio di brand e competitor importanti, tuttavia, per noi e per il nostro canale si apre qualche spiraglio in più laddove la Pa è più attenta ad emettere bandi asettici, senza cioè costruirli su brand o prodotti già testati… A quel punto la nostra flessibilità e differenziazione unita al supporto dei partner locali spesso risultano vincenti».

MARTINO MOMBRINI SAMSUNG

capace di distinguersi. «Un ulteriore elemento importante su cui invitiamo i rivenditori a puntare è sicuramente il concetto di soluzioni, intese come collegamento funzionale di più prodotti tra loro, completati dall’adeguata dotazione di software e servizi pre e post vendita – ribadisce Vassilich –. In pratica, il valore di un’offerta è il valore che il cliente percepisce della soluzione che il canale è stato in grado di elaborargli». In pratica, si passa da un’offerta da veicolare a tanti clienti, a una serie di offerte, tante quante sono i possibili scenari. «Bisogna essere flessibili e abili su molti fronti – conferma Tosi di WinBlu –, ovviamente

ROMI FUKE NT GATE

Sempre più apprezzato, inoltre, è un sostegno a tutto campo, anche dal punto di vista finanziario. «Cerchiamo di arricchire costantemente l’offerta con una serie di servizi – puntualizza Praticò di Hp –. Per esempio, assistenza con copertura territoriale in tutta Italia, 7x24 e all’occorrenza anche internazionale. Inoltre, servizi finanziari, come per esempio il tasso zero a sostegno della Pmi. Infine, un programma per restituire il vecchio parco installato e valorizzarlo sotto forma di sconti per nuovi prodotti. Insomma, alla fine il canale non propone solo il prodotto ma un pacchetto completo di servizi e supporto finanziario». La necessità di trovare nuove strade per concludere un contratto, ha così portato a trasformare il semplice hardware in nucleo intorno al quale costruire un’offerta

ROBERTO MATTIONI ASUS

con il cliente finale, spetta quindi al partner farsi carico di individuare la soluzione più adatta e fare sì che tale esigenza possa essere tradotta in un’offerta meglio strutturata. In linea di principio, il discorso non fa una grinza. Spostare il cliente da sbocco naturale della catena produttiva a elemento centrale intorno al quale costruire l’offerta è un fattore ormai consolidato anche in altri campi. Il vero problema è come tradurre tutto questo in pratica. Una delle soluzioni preferite è mettere il partner in condizione di operare al meglio. «Il rivenditore acquista da noi per fare davvero la differenza con soluzioni di fascia medio alta ma, soprattutto, personalizzabili. Questo gli porta marginalità e gli permette di creare più facilmente valore aggiunto con la fornitura di periferiche e software ad hoc per i propri clienti, che supporta e ascolta – spiega Tosi di WinBlu –. Il problema è che ci vuole da parte dei partner una formazione tecnica di un certo tipo e bisogna essere in grado di fornire servizi puntuali e affidabili». «Per questo motivo – spiega Fuke – offriamo ai partner programmi commerciali


EVENTI Alvise Sinigaglia, Business Development Manager di Tecnocael Service

Ces|2012,|un|italiano|a|Las|Vegas «Eccoci al capolinea di questo anno intenso, difficile ma nel contempo così importante per Tecnocael. I primi 25 anni non si scordano in fretta… Il 2011, nonostante le difficoltà, è stato infatti un anno emozionante che i nostri figli ricorderanno principalmente per il primo “Quartodisecolo” festeggiato alla grande il 1° luglio a Schio in Fabbrica Saccardo (www. quartodisecolo.it). Ora ci troviamo di fronte un 2012 che tutto il team Tecnocael è pronto ad affrontare con impegno, professionalità e dedizione… Per cominciare nel migliore dei modi non potevamo dunque farci mancare l’autentica “iniezione di benzina” che solo una missione all’ormai mitico Ces

«E

di Las Vegas può regalare… Un appuntamento unico per scoprire che aria si respira oltreoceano e quali possono essere le novità da proporre ai nostri fidelizzati clienti».

Venezia, Francoforte, Seattle e Las Vegas «Che dire viaggio impegnativo ma sappiamo che merita e lo affrontiamo pieni di carica ed emozione… Tutti dicono che sarà il Ces più importante e grande nella storia della città del Nevada con ben 180.000 presenze e noi ci crediamo… ma finché non vediamo… Eccoci svegli pronti due ore prima dell’apertura, registrazione fatta e già in fila per entrare nella South Hall del Las Vegas Convention and World Trade Center Lvcc. Ore 9.00 la security fa cenno che si può entrare ed eccoci tutti come un grande gregge

Un piccolo grande pezzo di canale a valore rigorosamente made in Italy era presente al Ces di Las Vegas, la grande fiera dell’elettronica di consumo. In esclusiva Alvise Sinigaglia, Business Development Manager di Tecnocael, storico distributore a valore, ci racconta le emozioni provate in questo viaggio nel futuro dell’innovazione…

che preme per varcare la fatidica soglia… La prima impressione è quella di spazi vastissimi con stand importanti per i vendor leader di mercato, una moltitudine poi di mini-stand di accessori e minuterie statunitensi, ma molti anche cinesi. Inoltre quello che più colpisce al colpo d’occhio è la moltitudine di plasma di dimensioni assurde… dai 55² agli 84² appena lanciati sul mercato… tutti rigorosamente 3D Glasses Free ed i primi OLed presentati da LG. Che dire, stupefacenti è poco… impressionati… è già qualcosa… rivoluzionari è il termine giusto. Inoltre proiettori 3D per ricreare una sala cinema a casa con software di integrazione fra tablet/tv e pc… Il messaggio che viene trasmesso in maniera forte è:

«Hai ancora a casa una tv Full HD 1080p? Devi sostituirla assolutamente con un sistema interattivo multimediale 3D… non importa che costi ancora come tutta la tua casa messa assieme, ma è importante che tu lo faccia…». Oltre 15.000 gli espositori che, in maniera pressante, vengono a chiederti la Business Card per inserirti nel loro DB e bombardarti di mailing dal giorno successivo alla tua visita. Stupefacente davvero poi la moltitudine di nuovi tablet immessi sul mercato (vedi il geniale Samsung Galaxy Note… ora cominciano anche quelli “waterproof” e 3D… insomma per tutti i gusti). A quanto si è visto poi il tablet a breve entrerà nella nostra auto e con il nostro smartphone lo potremo comandare… Altri prodotti che sembrano ormai essere entrati nella mente e nelle strategie degli espositori sono i dischi a stato solido (Ssd) che offrono capacità minori, ma una velocità di molto superiore. Una caratteristica ora ideale viste le maggiori necessità di trasferimento dati e le moli di file da archiviare».

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FAB4 MacBook air 13”

Francesco D’Ambrosio

Il nome ultrabook lo ha coniato Intel, o quanto meno se ne è aggiudicata la proprietà depositandolo come marchio registrato. L’idea di un computer ultrasottile e leggero ma con caratteristiche di gran lunga superiori a quelle tipiche dei netbook – una “specie” ormai in via di completa estinzione – l’ha realizzata Apple. E non oggi ma ormai ben quattro anni fa (un tempo siderale nel mondo dell’informatica): Steve Jobs ha difatti presentato il primo modello di MacBook Air 13” a metà gennaio del 2008, durante uno dei suoi ormai mitici keynote d’apertura del Macworld Expo di San Francisco (e noi c’eravamo… consentiteci la piccola nota autobiografica). All’inizio non è stato un successo. Il MacBook Air nei primi due anni ha dato risultati di vendita alquanto modesti; qualunque altra azienda ne avrebbe interrotto la produzione in segue pochi mesi, ma non Apple. Il tempo,

ZenBook UX31 Asus ha ricoperto un ruolo fondamentale nel mondo dei netbook, ed è quindi più che naturale che abbia deciso di fare altrettanto nell’emergente mondo degli ultrabook. Lo Zenbook UX31 ha tutte le carte in regola per affermarsi come uno dei modelli di riferimento di questo nuovo segmento di mercato: è sottilissimo, ha un design elegante e molto curato, garantisce prestazioni al top grazie al processore Intel Core i7 con velocità a 1.8 GHz e offre un’autonomia di ben sette ore di utilizzo (che diventano 14 giorni in standby). Ha insomma tutto quello che ci si può aspettare da un ultrabook e interpreta alla perfezione il paradigma definito da Intel. La somiglianza di questo modello con il MacBook Air è imbarazzante, al punto che esteriormente sembra più un segue

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Folio 13 Abbandonata la malsana idea di disfarsi della propria divisione personal computer, grazie alla brusca retromarcia attuata dal nuovo Ceo Meg Whitman (subentrata lo scorso settembre a Leo Apotheker), HP ha ricominciato a sfornare nuovi modelli e tra questi spicca sicuramente il Folio 13, il laptop con cui l’azienda di Palo Alto dimostra di voler entrare con decisione nell’arena degli ultrabook. Già in vendita negli Stati Uniti dallo scorso 7 dicembre, il debutto nel nostro paese è ormai imminente: l’inizio della commercializzazione in Italia è prevista a cavallo tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio 2012. Il Folio 13 tenta di distinguersi dai modelli dei competitor prima di tutto sul versante segue del prezzo, posizionandosi addirittura al di

Portégé Z830-11k Processore, unità di memoria, dimensione e risoluzione dello schermo sono esattamente gli stessi del MacBook Air ma, almeno a listino, il prezzo dell’ultrabook di Toshiba lievita un po’ di più: 1.299 contro 1.260 euro. Attenzione però alle specifiche tecniche (e alla sigla dopo il trattino riportata nel nome) perché Toshiba ha deciso di complicare un po’ le cose offrendo il suo ultrabook in svariate configurazioni diverse. Nel nostro paese lo Z830 è attualmente disponibile in tre modelli: 10R, 10F e 11K; il primo è dotato del meno potente processore Intel Core i3-2367M che fa scendere il prezzo del Portégé Z830 al di sotto degli ottocento euro. Per questa nostra panoramica abbiamo naturalmente scelto la versione con processore Intel Core i5-2557M a 1.7 GHz e sistema operativo Windows 7 Professional 64-bit (il 10F ha la versione Home Premium) segue

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FAB4 MacBook Air 13” l’evoluzione tecnologica e il mercato gli hanno dato ragione. Oggi il MacBook Air non è solo il capostipite di una nuova generazione di computer portatili, quella degli ultrabook appunto. È il modello di riferimento per l’intero settore. Il motivo? Prima che tecnologico è nell’idea stessa, vincente, di un laptop con una dotazione di alto livello (al contrario dei netbook ) ma con una portabilità estrema, pari a quella dei tablet. Le caratteristiche che “hanno fatto scuola” del MacBook Air sono in buona sostanza le seguenti: design super sottile, peso minimo, processori in grado di coniugare la potenza di calcolo con un basso assorbimento energetico (e in questo Intel ha deciso di giocare un ruolo fondamentale), durata della batteria estesa e unità di storage basata su tecnologia flash al posto dei tradizionali hard disk meccanici. Queste sono le caratteristiche degli ultrabook e per la prima volta sono comparse tutte insieme proprio nel MacBook Air. La gamma attuale, la quarta generazione dall’introduzione del primo modello, comprende due versioni: una con display da 11,6 pollici, e una con display da 13,3 pollici. Quest’ultimo è il modello di riferimento nel mondo degli ultrabook al quale, come si evince anche da questa nostra panoramica, si “ispirano” ormai tutti i produttori. Il MacBook Air ha indotto anche ad un’altra rivoluzione nel mondo Pc: i prezzi degli ultrabook sono molto più vicini a quelli del listino Apple – si legga più alti – rispetto a quelli dei tradizionali notebook. Ed è forse questo, ad oggi, il vero freno alla loro esplosione commerciale; Apple oggi vende bene il suo MacBook Air perché i suoi utenti sono più abituati (rassegnati) a spendere. Ma il futuro è ultrabook anche nel mondo Pc. Prezzi, dotazione hardware e funzionalità sono molto simili in tutti i modelli a confronto in queste pagine. La vera differenza la fa il sistema operativo: sul MacBook Air “gira” OS X Lion, su tutti gli altri ovviamente Windows.

Produttore Sistema operativo Processore RAM Grafica Display Storage Connessioni Uscita video Wireless Audio Tastiera retroilluminata Durata batterie Dimensioni Peso Prezzo al pubblico

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Apple Os X Lion Intel Core i5-2557M a 1,7 GHz 4 Gb DDR3 a 1333 MHz Intel Hd Graphics 3000 13,3 pollici con risoluzione 1366 x 768 pixel SSD da 128 Gb 2x Usb 2.0, Thunderbolt, slot SD card Thunderbolt Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 4.0 speaker stereo, uscita cuffia mini-jack, microfono omnidirezionale sì 7 ore; 30 giorni in standby spessore da 0,3 a 1,7 cm; larghezza 32,5 cm, profondità 22,7 cm 1,35 kg 1.260 euro

Zenbook UX31 clone del modello di Apple che un ultrabook a cui semplicemente si ispira. Le dimensioni sono pressoché identiche: è di soli tre millimetri più profondo, un’inezia. Lo chassis è in alluminio con una bella finitura spazzolata (che appare brunita nella scocca dietro al display e argentata sul corpo del computer), là dove l’Air ha la tipica superficie satinata dei prodotti Apple. E, come se non bastasse, perfino il packaging ricorda nelle forme e nella grafica quello dell’Air: l’unica differenza è che Asus, inclusi nella confezione, offre l’adattatore video Vga standard, un cavetto Usb/Ethernet e una bella custodia in tessuto tecnico dove riporre l’ultrabook per il trasporto (Apple è notoriamente un po’ più “avara” nella dotazione di accessori). La somiglianza con l’Air non va comunque considerata come un fattore negativo: Apple fa scuola e Asus con lo Zenbook ha di fatto creato il MacBook Air per gli utenti Windows. A parità di prezzo – a listino lo Zenbook costa una quarantina di euro in più – l’ultrabook di Asus offre caratteristiche hardware di più alto livello e ha una dotazione di porte più completa: oltre al processore più veloce i7 e all’unità di memoria SSD da 256 Gb (con queste caratteristiche, disponibili come Built To Order, il MacBook Air arriva a superare i 1.650 euro), lo Zenbook ha una porta Usb 3.0 e un’uscita video Hdmi che, ad oggi, risultano sicuramente più compatibili della presa Thunderbolt adottata da Apple. Manca invece la retroilluminazione della tastiera: Asus ha fatto tesoro di alcune delle migliori caratteristiche di casa Apple… già che c’era poteva inserire anche questa, che si rivela molto utile in un dispositivo votato alla massima portabilità come è appunto lo Zenbook.

Produttore Sistema operativo Processore RAM Grafica Display Storage Connessioni Uscita video Wireless Audio Tastiera retroilluminata Durata batterie Dimensioni Peso Prezzo al pubblico

Asus Windows 7 Professional 64-bit Intel Core i7-2677M a 1.8 GHz 4 GB DDR3 a 1333 MHz Intel HD Graphics 3000 13,3 pollici con risoluzione 1600 x 900 pixel SSD da 256 Gb 1x Usb 3.0 e 1x Usb 2.0, slot SD card micro Hdmi, mini Vga Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 4.0 Bang & Olufsen ICEpower SonicMaster, in/out combo mini-jack, microfono integrato no 7 ore; 14 giorni in standby spessore da 0,3 a 1,7 cm; larghezza 32,5 cm, profondità 23 cm 1,3 kg 1.299 euro


Folio 13 sotto dei 1000 dollari (negli Usa il prezzo è di 899 dollari); soglia indicata da Intel come base per gli ultrabook. Per contenere il prezzo, HP ha scelto di dotare il suo ultrabook di una più tradizionale scocca in plastica, sicuramente meno costosa e pregiata di quella in alluminio dei modelli concorrenti. Esteticamente la differenza si vede poco, visto che la parte superiore è comunque rivestita in alluminio spazzolato, ma l’aspetto generale è più simile a quello di un normale notebook che a un ultrabook; lo spessore sfiora i due centimetri, ben 3 mm in più dello spessore massimo del MacBook Air e dello Zenbook. Dai notebook il Folio 13 eredita anche la porta Ethernet integrata, generalmente bandita dagli ultrabook, ma mantenuta da HP che la considera una caratteristica degna di nota: da un punto di vista progettuale si tratta di una scelta sicuramente conservativa, ma per l’utente, in particolare quello italiano sempre alla ricerca di una rete Wi-Fi, la possibilità di collegarsi a una rete via cavo è più che comoda, spesso è indispensabile (anche con gli altri modelli è possibile farlo, ma tramite un adattatore che impegna una delle già poche porte Usb presenti negli ultrabook). Nonostante il prezzo, il Folio 13 si presenta comunque con caratteristiche di buon livello: il processore è meno potente rispetto a quelli montati da Apple e soprattutto da Asus, ma si tratta comunque di un Intel Core i5 a 1.6 GHz, una Cpu di tutto rispetto.L’unità di memoria flash è di dimensioni pari a quella in dotazione all’Air e anche la risoluzione dello schermo è esattamente quella del modello Apple. Oltre al prezzo, c’è poi un’altra caratteristica sulla quale il Folio 13 punta per battere la concorrenza: l’autonomia dichiarata da HP è di 9 ore, la più alta ad oggi offerta da un ultrabook.

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Hewlett-Packard Windows 7 Professional 64-bit Intel Core i5-2467M a 1.6 GHz 4 Gb DDR3 a 1333 MHz Intel HD Graphics 3000 13,3 pollici con risoluzione 1366 x 768 pixel SSD da 128 Gb 1x Usb 3.0 e 1x Usb 2.0, Ethernet RJ-45, slot SD card Hdmi Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 3.0 Dolby Advanced Audio, in/out combo mini-jack, microfono integrato sì oltre 9 ore spessore 1,8 cm; larghezza 32 cm, profondità 22 cm 1,5 kg a partire da 899 euro

Portégé Z830-11K che, per caratteristiche e vocazione di utilizzo professionale, risulta di sicuro più affine non solo al MacBook Air ma anche agli altri modelli confrontati in queste pagine. Da un punto di vista della dotazione hardware, il Portégé Z830 ha molte cose in comune con l’Air, ma numerose sono anche le differenze. Toshiba batte sicuramente Apple sul fronte del peso, o meglio della leggerezza: grazie allo chassis interamente realizzato in lega di magnesio rinforzato da una struttura interna a nido d’ape che ne aumenta la rigidità e la robustezza, gli ingegneri giapponesi sono riusciti a ridurre il peso a poco più di un chilo e cento grammi; se il MacBook Air è un ultraleggero, qui siamo di fronte a un vero peso piuma. Diversa è poi anche la disposizione delle varie porte di connessione che nel caso del Toshiba, ad eccezione di un’entrata Usb, sono tutte posizionate lungo il lato posteriore dell’ultrabook: una soluzione meno comoda, ma che comprende anche l’entrata Ethernet per il collegamento diretto ad una rete cablata. Anche qui la tastiera è retroilluminata ma ha una caratteristica che la rende sicuramente unica nel panorama degli ultrabook: sotto la tastiera, all’interno della scocca, è presente una membrana che ha il compito di drenare i liquidi che inavvertitamente potrebbero cadere sulla tastiera proteggendo la circuiteria sottostante. Tale caratteristica non rende di certo il Portégé Z830 un “rugged computer” (quelli super corazzati dedicati agli utilizzi più estremi) ma almeno protegge dalla classica tazzina di caffè che, si sa, e sempre in agguato sulla tastiera. Ultima caratteristica, degna di nota è infine l’integrazione del chip Tpm (Trusted Platform Module) e del “fingerprint reader” integrato, il lettore di impronte digitali, che dimostra tutta la vocazione business di questo ultrabook targato Toshiba.

Produttore Sistema operativo Processore RAM Grafica Display Storage Connessioni Uscita video Wireless Audio Tastiera retroilluminata Durata batterie Dimensioni Peso Prezzo al pubblico

Toshiba Windows 7 Professional 64-bit Intel Core i5-2557M a 1.7 GHz 4 Gb DDR3 a 1333 MHz Intel Hd Graphics 3000 13,3 pollici con risoluzione 1.366 x 768 pixel SSD da 128 Gb 1x Usb 3.0 e 2x Usb 2.0, Ethernet RJ-45, slot SD card Hdmi, mini Vga Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 3.0 speaker stereo, uscita cuffia mini-jack, microfono integrato sì 8 ore; 14 giorni in standby spessore da 0,83 a 1,5 cm; larghezza 31,6 cm, profondità 22,7 cm 1,12 kg 1.299 euro

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DO IT YOURSELF 68

FIRMWARE LIBERA TUTTI Alessio Ferri Dopo alcuni anni di esperienza nel mondo della formazione, è approdato nel settore editoriale passando per la porta di servizio. Alle prime faticose pratiche di laboratorio su Pc inermi e relative recensioni, nel corso dei quindici anni successivi si sono succedute le più svariate esperienze da giornalista vero nel mondo della tecnologia. Dai componenti hardware più ordinari fino a quelli più curiosi, dal mercato consumer a quello aziendale, sia che si trattasse di mensili, settimanali, quindicinali o siti Web, alla fine tutto ha contribuito a costruire un bagaglio di esperienza in continuo aggiornamento, ma tale da rivelarsi sempre all’altezza della situazione.

Si fa presto a dire video, si fa presto a dire funzione di registrazione… Oggi, grazie a un semplice ma geniale firmware, in pochi passi una normale reflex può diventare una vera e propria macchina da ripresa di livello cinematografico. E il tutto, manco a dirlo, diviene un nuovo argomento di vendita per gli operatori di canale... Ma andiamo con ordine, perché ci sono molti vantaggi ma anche alcuni accorgimenti da non sottovalutare. Disponibile di serie ormai da tempo sulle fotocamere compatte, grazie al raggiungimento di un ottimo livello qualitativo, la funzione di registrazione video in HD sta diventando uno standard anche sui modelli destinati ai fotografi più esigenti.Diversi i vantaggi di poter contare sulla funzione video in una fotocamera SLR: oltre alla

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praticità di uno strumento unico per due funzioni, la possibilità di contare su caratteristiche tecniche in media decisamente superiori a una videocamera di pari categoria. In genere, infatti, il sensore di una reflex ha una risoluzione maggiore rispetto a un camcorder della stessa fascia. Un altro aspetto importante è la possibilità di contare su ottiche di qualità, decisamente più versatili e intercambiabili, opzione praticamente sconosciuta nel mercato video consumer. D’altra parte esistono alcune controindicazioni e la più significativa è sotto il profilo dell’ergonomia; per definizione, una macchina fotografica è concepita per essere tenuta ferma il più saldamente possibile in fase di ripresa. Situazione molto diversa da una telecamera, dove invece i movimenti non solo sono all’ordine del giorno, ma devono anche essere

UN SEMPLICE ADD-ON AL FIRMWARE E LA REFLEX SI TRASFORMA IN UNA CINEPRESA PROFESSIONALE, APRENDO LA STRADA A NUOVE PROSPETTIVE SENZA LIMITAZIONI SUL RAGGIO D’AZIONE MA SOPRATTUTTO OFFRENDO AI DEALER UN’INNOVATIVA ARGOMENTAZIONE DI VENDITA

assecondati perché risultino fluidi. Discorso analogo circa la possibilità di agire sullo zoom in fase di registrazione (non a caso spesso bloccato), operazione particolarmente ardua con una reflex senza produrre scossoni nel filmato. Da non trascurare, infine, le questioni commerciali; a parte qualche eccezione, come Nikon, la maggior parte dei produttori di reflex è coinvolta anche nel mercato video, col rischio quindi di cannibalizzare la propria offerta. Probabilmente è anche per questo che spesso la funzione video sulle SLR presenta limiti ben al di là delle effettive potenzialità, come la durata nella ripresa o la scarsa libertà nell’impostazione manuale di parametri, primo tra tutti il diaframma. Dal punto di vista ufficiale, si tratta di paletti necessari a garantire le prestazioni senza perdite di qualità, ma non è azzardato ipotizzare il desiderio di tenere comunque distinti i due mercati.

Liberi di filmare In pratica, il raggio d’azione è stabilito non tanto dalle caratteristiche della macchina fotografica, ma dettato dal firmware. Da questo presupposto c’è chi ha voluto


Istruzioni per l’uso Magic Lantern si può definire come un’estensione del firmware originale Canon in grado di sbloccare l’accesso a tutte le impostazioni possibili. Concepito inizialmente a vantaggio dei produttori cinematografici, la rapida evoluzione l’ha portato a livello amatoriale estendendolo anche al comparto foto, dove potenzia tra l’altro la

regolazione dell’audio, la gestione della messa a fuoco, di bracketing e stabilizzatore. Aspetto importante: non sostituisce il firmware originale ma viene eseguito in parallelo, dalla scheda di memoria. Per chi avesse qualche timore circa l’integrità della propria reflex, basti pensare che il software è stato scaricato più di duemila volte senza che siano pervenute segnalazioni di danneggiamenti; ovviamente, in caso di installazione, va detto che Canon non si assume responsabilità circa la garanzia del prodotto... Come spesso capita in circostanze analoghe, l’intera operazione è più facile da eseguire che da descrivere: una volta scaricato e decompresso, il file va copiato sulla scheda di memoria. A quel punto, attivato il bootflag, il modulo viene caricato e si affianca all’interfaccia standard Canon. Tra le prime opportunità, l’estensione del tempo di ripresa: non più dodici minuti, ma il tetto fisiologico dei 4 GB per uno stesso file, vale a dire circa trenta minuti; in pratica, attivando l’opzione Movie Restart è possibile andare oltre collegando due filmati, anche se in fase di ripresa si

RISORSE

sviluppare un’applicazione in grado di sfruttare al massimo ciò che alcuni modelli, specie Canon, riescono a dare. Il risultato non è da disprezzare, in considerazione del fatto di come l’argomento sia stato affrontato niente meno che a livello di ripresa professionale. Concepito inizialmente per il modello “pro” 5D Mark II, grazie anche al favore riscosso, il firmware su piattaforma aperta Magic Lantern è stato esteso anche ai modelli amatoriali più diffusi, come la 550D e la più recente 600D, arrivando infine a coprire anche le versioni 500D e 60D. L’idea è lasciare maggiore libertà d’azione possibile al cineoperatore, permettendogli di applicare in ambito video tutte le funzioni manuali previste per la fotografia.

perde qualche secondo dovuto alla creazione del nuovo file. Altra funzione interessante è Bulb Timer, per estendere il tempo di esposizione oltre i trenta secondi e arrivando fino a otto ore, utile per riprese notturne a effetto. Come detto, Magic Lantern apre però la strada anche a nuove opzioni in ambito foto. Come visibile sul display aggiornato, oltre a semplici informazioni tra cui l’orologio, la regolazione Iso è estesa a livelli intermedi. Potendo contare su un comando di scatto remoto, inoltre, è facile cimentarsi nel Trap focus, e allargare in misura decisiva il proprio raggio d’azione. Al di là degli accorgimenti tipici legati a un software open (documentarsi sulle modalità di installazione e uso, accertarsi di avere la versione aggiornata), non ci sono molte altre controindicazioni. In date situazioni, come per esempio il focus peaking (assistenza alla messa a fuoco), falsi colori, waveform (livelli) o zebre, l’uso della Cpu aumenta e potrebbe portare a un certo surriscaldamento della macchina e comunque incidere sulla durata della batteria. In questi casi tornano utili gli accorgimenti per preservare l’autonomia, primo tra tutti la regolazione di luminosità e durata del display LCD. Superato questo scoglio, gli unici limiti restano la creatività e il desiderio di lanciarsi in una vera e propria regia da cineasta.

http://www.personal-view.com/talks/ discussion/1494/ nikon-firmware-seems-to-be-decrypted http://simeonpilgrim.com/blog/ Per gli appassionati del mondo Nikon, due preziosi indirizzi presso cui scoprire come e se sfruttare al meglio i punti di forza del firmware e della piattaforma firmata dal brand giapponese, distribuito in Italia in esclusiva da Nital (www.nital.it).

Una fuoriserie tra le mani A prima vista può sembrare strano che un film maker professionista guardi a una macchina fotografica per registrare le sequenze, ma il discorso cambia alla luce di alcune semplici considerazioni. In ambito professionale, una videocamera HD con frame rate da 50 fps e ottiche intercambiabili può arrivare a costare intorno ai 25mila dollari. Considerando che le caratteristiche del sensore e degli obiettivi sono molto vicine ai modelli Canon, la convenienza appare in tutta la propria forma. E può aprire la strada a un futuro da registi tutto da scoprire.

Un gruppo su cui contare Una caratteristica fondamentale degli ambienti open è la grande disponibilità di documentazione e la possibilità di consultare opinioni altrui. Per gli adepti di Magic Lantern esiste anche un luogo di ritrovo su Flickr dove è possibile prima di tutto visionare i lavori eseguiti grazie a questo firmware, ma soprattutto scambiare opinioni e raccogliere preziosi consigli per sfruttarne ogni funzione.

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ATTUALITA’ Fabrizio Landini, Vice Presidente Apc by Schneider Electric Italia

Un|data|center semplice ed|economico Il data center è la nuova stella polare attorno alla quale ruotano i destini di buona parte degli operatori Ict. Gestirlo, renderlo efficiente e soprattutto economico è un

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obiettivo ambizioso e alla portata di pochi. Tra questi c’è da tempo Schneider Electric, specializzata nella gestione dell’energia. La società ha deciso di cambiare passo in questo settore con StruxureWare Operations 7.0, una

Controllo tramite smartphone, gestione dei flussi d’aria… Schneider Electric cambia passo e lancia la piattaforma StruxureWare Operations 7.0

piattaforma software per la gestione dell’infrastruttura del data center (Dcim). Parte integrante della suite StruxureWarefor Data Centers di Schneider Electric, StruxureWare Operations 7.0 è stata progettata per risolvere le più complesse problematiche operative dei data center aziendali e va a sostituire la InfraStruxure Operations 6.2. Questa suite offre funzionalità di raccolta dati, monitoraggio, automazione,

pianificazione e implementazione che permettono di avere una visione integrata e multiforme di tutti i sistemi critici dell’infrastruttura fisica del data center. Elemento distintivo della suite, inoltre, è il fatto che essa permette sia ai vertici aziendali, sia ai data center manager che ai facility manager di avere completa visibilità e controllo sull’operatività quotidiana, anche tramite smartphone. «Siamo consapevoli – spiega Fabrizio Landini, Vice Presidente Apc by Schneider Electric Italia – delle complesse sfide che i clienti devono affrontare per gestire ambienti data center in continua evoluzione. La nostra piattaforma garantisce un livello elevato di disponibilità e la possibilità di controllare il data center “on the go”, riducendone allo stesso tempi i consumi energetici».

Se|l’hardware|made|in|Italy|rilancia C’è ancora spazio per il valore nella difficile galassia dell’hardware, c’è ancora posto per progetti e partnership strategiche che puntano ad aprire importanti opportunità di business agli operatori del settore. Italsel ci crede e, infatti, non solo ha coraggiosamente lanciato una business unit espressamente dedicata all’hardware (Netitaly.com), ma sul finire del 2011 è giunta anche a un’intesa con Tonino Lamborghini Digital, che tramite la sua linea di pc, fa proprio dell’eccellenza made in Italy il suo punto di forza. La società riserverà ora al canale questa stessa attenzione per il dettaglio, appoggiandosi alla rete distributiva

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di Italsel e in particolare a Netitaly.com. «Netitaly – spiega Pierangelo Rossi, Amministratore Delegato di Italsel – nasce proprio per favorire Var e System Integrator, fornendo loro soluzioni hardware selezionate

Italsel e Tonino Lamborghini Digital insieme nel nome del valore del “ferro” made in Italy 7.0

secondo criteri di qualità ed eccellenza, che puntano a soddisfare le specifiche esigenze delle Pmi e del segmento corporate. Con la decisione di investire nelle soluzioni firmate Tonino Lamborghini Digital, Italsel conferma la propria capacità di scouting orientata a replicare nel settore hardware lo stesso successo ottenuto nel mercato del software». «L’accordo – spiega Marco Marasco, brand manager della linea Tonino Lamborghini Digital – conferma la forte penetrazione della nostra linea in Italia. Apporteremo un considerevole valore aggiunto alla società neo distributrice del nostro brand, in quanto da oggi potrà offrire un hardware di qualità e innovativo».


Gianluca Colombo, Business Development Manager di Dell Compellent

Il|dato|è|fluido… È tempo di fare di più con meno… ma soprattutto fare meglio. Non è solo un titolo, ma una filosofia che guida in ogni passo l’attività di Dell e in particolare delle sue nuove soluzioni storage per la virtual era, basate sull’architettura Fluid Data. «Queste soluzioni – spiega

È

Gianluca Colombo, Business Development Manager di Dell Compellent – sono un’evoluzione fondamentale nella visione Dell di un’architettura Fluid Data tesa ad aiutare i clienti a gestire i propri dati in modo flessibile ed efficiente, anche per distinguersi dalle rigide strutture proprietarie e dai relativi approcci incapaci di supportare le reali necessità

Archiviare sì, ma con strategia. Dell presenta la Fluid Data Architecture Daniela Schicchi

nell’attuale virtual era». Il sistema “fluido” nasce per consentire alle aziende di non aggiungere continuamente dischi alle architetture già

Il|gran|Premio|del|digitale Le iscrizioni sono aperte: chi ha investito in progetti innovativi che aiutano a migliorare l’esperienza digitale, ora può dare visibilità alle proprie idee in un concorso che incorona le eccellenze italiane. I Digital Experience Award premiano quelle soluzioni che migliorano il rapporto delle persone con la tecnologia, la user experience, con l’obiettivo di mettere in evidenza i talenti italiani, quindi professionisti,

L

aziende, start up ma anche studenti che hanno saputo interpretare il cambiamento del nostro mondo. Sono nove le categorie a disposizione per accogliere i progetti che possono essere già rilasciati, in fase di lancio, prototipi avanzati o idee: Web, Mobile Web, App, Interactive, Industrial design, Software, Videogames, Servizi online e Progetti integrati. Per ogni categoria, una giuria stilerà una short list di finalisti: i progetti selezionati avranno la possibilità di

Per tutti coloro che vogliono dare visibilità alle proprie idee, i Digital Experience Award premiano le soluzioni che migliorano il rapporto fra persone e tecnologia

esistenti, ma di migliorarne la struttura. Un’ottimizzazione che si concretizza su tre fronti: Il nuovo Dell EqualLogic FS7500 porta il primo Nas scale-out e le prime funzionalità unified storage alla piattaforma Dell EqualLogic, offrendo una scalabilità a livello di file share fino a 10 volte superiore rispetto a offerte di unified storage proprietarie. Inoltre, il nuovo software Dell EqualLogic offre supporto per Data Center Bridging over iScsi, garantendo funzionalità avanzate e automatizzate di load balancing. A ciò infine si sommano: Dell Compellent, che mostra interoperabilità con infrastrutture Fibre Channel 16Gbps e Dell PowerVault MD3600f che aggiunge Fibre Channel alla linea PowerVault.

partecipare ad un’esposizione appositamente allestita durante la terza edizione del Digital Exeperience Festival che si terrà il prossimo 15 aprile. Al termine del Festival ai vincitori – uno per ogni categoria – e alle menzioni speciali, verrà consegnato un simbolico ma prezioso riconoscimento. Il premio è una vetrina, un trampolino di lancio per nuove idee. Le persone sotto i 25 anni possono partecipare gratuitamente, gli altri dovranno pagare un contributo di iscrizione all’associazione Luoghi Di Relazione (100 euro). Per iscriversi e per ogni dettaglio sul concorso: http://www. digitalawards.it/.

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PUNTO G 72

LA SOTTILE ARTE DEL GREENWASHING Antonella Tagliabue Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

Specchio delle mie brame, chi è l’azienda più verde del reame? Probabilmente lo scopriremo a nostre spese o, forse, non lo sapremo mai. A fine novembre l’Università di Leeds nel Regno Unito ha pubblicato una ricerca basata sull’analisi di quattromila bilanci di sostenibilità di grandi aziende. I bilanci sociali, ambientali o di sostenibilità sono gli strumenti utilizzati per la rendicontazione della responsabilità, attraverso i quali un’organizzazione misura, comunica e condivide quanto fatto in termini di performance sociali e ambientali. Dovrebbero contenere una valutazione dei risultati conseguiti, coniugando la

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dimensione economica e l’impegno etico, ed essere rivolti a tutti i cosiddetti stakeholder, la rete di soggetti legittimati a essere – a vario titolo – “portatori di interessi” nei confronti dell’impresa. Da molti anni le imprese, soprattutto quelle grandi, realizzano i bilanci di sostenibilità. Si tratta di uno strumento non obbligatorio per legge, con l’eccezione delle imprese sociali in Italia e delle società quotate in Francia, che spesso presta il fianco a numerose critiche. La prima è relativa all’accusa di greenwashing: il bilancio sociale è una mera operazione di comunicazione volta a migliorare l’immagine sfruttando l’amore per l’ambiente. Anche per chi lo fa in buona fede, il pericolo dell’autoreferenzialità è

I BILANCI SOCIALI SI RIVELANO TROPPO SPESSO DEI DOCUMENTI “ASPIRAZIONALI” VENENDO PERO’ MENO ALLA LOGICA DEL RENDERE CONTO. IL PROBLEMA E’ CHE IL BILANCIO SOCIALE E’ UNO STRUMENTO, SPESSO ABUSATO, CHE VIENE CONFUSO CON IL FINE. SENZA UN OBIETTIVO CHIARO NON HA SENSO: LA RESPONSABILITÀ E’ UNA QUESTIONE DI STRATEGIA, VISIONE E GOVERNANCE.

sempre in agguato, per cui il bilancio non mantiene la sua promessa di rendere conto del valore aggiunto prodotto, in termini di responsabilità, e risulta un esercizio di stile.

Gli standard e gli errori Da anni poi gli esperti discutono sugli standard, sulla base dei quali basare il bilancio sociale. Sono stati prodotti numerosi modelli, alcuni si sono affermati come i più efficaci. Ma il risultato che hanno prodotto è quello dell’appiattimento sullo standard, che se da un lato consente la confrontabilità, dall’altro rischia di non fare emergere la vera natura e unicità dell’impegno responsabile. Un’altra questione aperta, è quella della misurazione di performance sociali e ambientali, o che comunque non hanno una dimensione economica e non trovano espressione contabile o numerica. Questa però, più che una sfida, è una vera e propria grande opportunità, sulla quale si baserà il successo delle imprese che vogliono durare nel tempo e competere con successo nel futuro: quella dell’individuazione,


misurazione e valorizzazione dei cosiddetti asset intangibili, che rappresentano quegli elementi sui quali si basa la capacità di produrre valore. Al di là della discussione teorica sul bilancio sociale quale strumento di rendicontazione della responsabilità, lo studio dell’Università di Leeds rivela che nella pratica si sta facendo piuttosto male. Il problema non è solo il fatto che troppo spesso questi bilanci non rendono

conto di dati fondamentali (magari perché negativi), ma che sono pieni di errori (anche se molte volte fatti in buona fede). Una grande azienda è arrivata a dichiarare che le sue emissioni di anidride carbonica erano quattro volte superiori a quelle effettivamente registrate per l’intero pianeta. E, tra l’altro, si tratta di un’azienda italiana. In ogni caso siamo in buona compagnia. L’utilizzo di dati sbagliati o irrilevanti, i proclami e gli

RISORSE

slogan insostenibili nei fatti, la mancanza di possibilità di controllo si sprecano. C’è chi sceglie di ignorare, nei conteggi sulle performance ambientali, fabbriche o filiali in alcuni Paesi, chi di lasciare fuori dalla somma impianti che funzionano a carbone. E c’è chi annuncia risultati record (per esempio nella riduzione di consumi o dei rifiuti) in un determinato anno – guarda caso proprio in quello in cui gli viene conferito un premio per il miglior bilancio sociale – ma l’anno dopo tralascia di rendere conto dei risultati aggiornati proprio in quelle aree in cui si erano registrate sovraperformance. Molti dei misfatti evidenziati dall’analisi sono dei veri e propri errori e non un tentativo di deformare la realtà, ma spesso si reiterano nel tempo, a dimostrazione che forse, anche all’interno delle aziende stesse, i bilanci non vengono letti. Altrimenti come si spiegherebbe il caso di un’impresa, un colosso nella produzione di impianti industriali, che ha rendicontato emissioni di zolfo superiori di un fattore mille rispetto a quelle reali per ben tre anni di fila? I bilanci sociali si rivelano troppo spesso dei documenti “aspirazionali” venendo però meno alla logica del rendere conto. Il problema è che il bilancio sociale è uno strumento, spesso abusato, che viene confuso con il fine. Senza un obiettivo chiaro non ha senso: la responsabilità è una questione di strategia, visione e governance. Ma del resto si sa: non tutti i bilanci riescono col buco.

Genio verde Aidan Dwyer è un tredicenne di Long Island, ma parla come un businessman plurilaureato di 37 anni. Ha scoperto come produrre energia solare in maniera più efficiente, applicando la sequenza di Fibonacci; la sua idea, che gli è valsa il premio Young Naturalist 2011, potrebbe consentire un aumento della produzione di energia solare del 20%, con l’utilizzo di pannelli più piccoli ed efficienti o una miglior resa per quelli tradizionali.

Onu: lo stato di salute del pianeta Secondo lo United Nations Environment Programme, le emissioni di gas serra nel 2020 potrebbero essere davvero troppe: tra i 6 e gli 11 miliardi di tonnellate oltre la soglia utile a limitare il global warming entro una media globale di incremento di 2 gradi. La Fao pubblica invece un rapporto sulla deforestazione, accelerata dal 2000 (tra il 1990 e il 2005 abbiamo perso in media 10 ettari al minuto). Info su www.unep.org e www.fao.org.

Bio anti-crisi La crisi fa bene al settore del biologico: nel 2010 la spesa degli italiani per i prodotti bio è cresciuta dell’11,6% rispetto al 2009, incremento confermato anche nei primi sei mesi del 2011 (fonte Confcommercio). Ci sono infatti più tempo e attenzione dedicati agli acquisti. Si leggono meglio le etichette e si sceglie in modo consapevole, anche con i prodotti di base: pasta, latte e mozzarelle bio registrano un balzo nei consumi tra il 21 e il 97%.

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2SOCIAL

ntura

IO SO, CHE TU SAI, CHE LUI SA… Barbara Bonaventura Si laurea con lode a Padova e, dopo un periodo di ricerca per l’Università di Venezia, inizia a dedicarsi professionalmente al marketing strategico tradizionale e digitale. Dal 2004 è alla Direzione Marketing di Mentis, società di consulenza italiana dedicata all’innovazione aziendale. Dal 2005 è vicepresidente di AICEL - Associazione Italiana Commercio Elettronico. Amir Baldissera Insegna Gestione d’Impresa all’Università di Padova. Laureato in Scienze Cognitive con uno dei primi lavori italiani sulla Vita Artificiale. Dal 2004 è Direttore Operativo di Mentis e si occupa di progetti di innovazione strategica e marketing. Membro del consiglio direttivo dei Giovani Imprenditori di Padova, segue i rapporti con l’università e le startup.

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Social network, social media, social business, social enterprise: sono solo alcune delle definizioni che abbiamo dovuto imparare negli ultimi tempi. Per chi, come noi, lavora nel campo dei new media è diventato un mantra: se un progetto non è un po’ “social” non è degno di venir considerato. Ma cos’è davvero un social network? Solo Facebook? Google+? LinkedIn? Oppure anche Youtube, Flickr e Wikipedia? Ebbene, nessuno di loro lo è davvero... Questi sono solo strumenti digitali che basano il loro funzionamento e il loro successo sulle reti sociali, ma non sono dei social network, né le hanno inventate. Le hanno solo rese più evidenti. Le reti sociali vere e proprie esistono da ben prima di Facebook, di MySpace e anche prima di Internet. Risalgono a quando i nostri avi ancora vivevano sugli alberi. Sono un’eredità genetica dell’uomo in quanto animale sociale. Una rete sociale è, quindi, un gruppo di individui (nodi) uniti da dei legami sociali di un qualche genere.

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I legami possono variare per tipo: cosa ci lega ad un altro individuo? Possiamo essere collegati ad altri nodi da un rapporto di amicizia, oppure da un rapporto di parentela, o da rapporti di lavoro. Queste tipologie di legame creano reti sociali differenti che a volte si intersecano a volte no e ciascuna di esse è più adatta a trasmettere messaggi diversi. Anche l’intensità è un elemento distintivo dei legami: alcuni sono forti, altri molto più deboli. Nell’amicizia è facile rendersene conto. Quanti dei miei “amici” su Facebook conosco davvero? E quanti sono davvero miei amici? E con quanti sarei disposto a parlare dei miei problemi più personali? Ci sono amici stretti e semplici conoscenti, partner professionali con cui si lavora spesso, altri con cui si ha una relazione sporadica. La forza del legame determina la probabilità che un dato elemento si trasmetta tra due individui nella rete. I legami variano inoltre per durata: alcuni legami durano letteralmente una vita, come quelli di parentela o le amicizie più strette, altri sono effimeri e durano l’arco di una vacanza o di una sera, col

SE OGGI UN PROGETTO NON E’ UN PO’ “SOCIAL” NON E’ DEGNO DI VENIR CONSIDERATO. MA COS’E’ DAVVERO UN SOCIAL NETWORK E, SOPRATTUTTO, COME INFLUENZA REALMENTE LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA? tempo si affievoliscono fino a sparire, così come altri ne possono nascere. Le reti sociali, quindi, cambiano nel tempo, evolvono attorno a noi e anche grazie a noi. Uno degli aspetti più importanti delle reti è il fatto che al loro interno possono fluire degli elementi: messaggi, idee, virus e persino emozioni.

Noi diamo forma alla nostra rete Ricordate le feste di compleanno ai tempi della scuola? C’erano ragazzi che invitavano decine di persone, altri che si limitavano a festeggiare con gli amici più stretti, altri ancora organizzavano tante piccole feste, una per i compagni di


I nostri amici ci influenzano Siamo in ufficio al momento della pausa, andiamo in sala snack a farci un caffè e troviamo un nostro collega che parla della sua nuova automobile. Sta raccontando dei problemi con il servizio assistenza; dopo un malfunzionamento non sta ottenendo la cura post-vendita che si sarebbe aspettato, poi elenca una serie di difetti del veicolo. La sera, lasciato

l’ufficio, ci troviamo con gli amici per la tradizionale partita di poker. Giochiamo tutta la sera in compagnia dei vecchi compagni del liceo, uno dei quali starnutisce per tutta la serata. La mattina dopo ci svegliamo con un forte mal di gola e la convinzione che non acquisteremo mai una certa automobile. Entrambi questi casi testimoniano l’influenza diretta che i nostri contatti nella rete sociale hanno su di noi. Quando qualcosa viene messo in circolo sulla rete, sia essa un’idea, una moda di acquisto o un virus, può venir trasmessa da un individuo all’altro, attraverso il contatto, le parole o i comportamenti.

Gli amici degli amici dei nostri amici ci influenzano La diffusione non si ferma qui. Durante la partita di poker, chiacchieriamo con gli amici e raccontiamo le disavventure del nostro collega con l’auto nuova, e il giorno dopo, in ufficio trasmetteremo ai nostri colleghi il mal di gola. È quella che viene chiamata trasmissione iperdiadica, che procede da coppia a coppia. Noi influenziamo i nostri amici, ma loro, a loro

volta, avranno degli amici, che verranno influenzati da ciò che diranno, e gli amici dei nostri amici avranno anche loro degli amici con cui parlare e da contagiare con il virus e con l’idea.

Quanto lontano arriva questa influenza? Milgram nel 1960 realizzò un esperimento che divenne la base per la famosa legge dei 6 gradi di separazione. La trasmissione iperdiadica degli elementi nella rete, però, non arriva così lontana. Si ferma circa a metà strada. La forza del messaggio si riduce ad ogni salto e la sua influenza non è più percepibile nei salti successivi al terzo. Ciò significa che qualunque opinione io esprima durante la pausa caffè o la partita a poker non influenzerà solo i miei diretti interlocutori, ma questi la porteranno con loro e potranno poi trasmetterla ai loro amici i quali a loro volta la potranno trasmettere ai loro contatti. Le nostre parole e le nostre idee arrivano molto più lontano di quanto possiamo immaginare. L’orizzonte dell’influenza di ciascuno di noi è molto più lontano del nostro orizzonte sociale.

RISORSE

classe, una per i vicini di casa, un’altra per la squadra di calcio… Tutte queste scelte hanno definito e definiscono la struttura della rete sociale in cui viviamo. Ciascuno di noi è in grado di modificare la propria rete sociale per dimensione: amiamo circondarci di tante persone o di poche, alle nostre feste invitiamo solo gli amici più intimi o lasciamo che gli invitati portino anche persone che non conosciamo? Per densità: ci piace uscire unendo “compagnie” distinte (parenti con amici, colleghi con compagni di palestra), oppure preferiamo curare ogni contatto o ogni sotto-gruppo separatamente? Maggiore sarà la nostra tendenza a far interagire gruppi diversi maggiori saranno i legami che si creeranno tra i diversi individui dei distinti gruppi. Questo renderà la nostra rete più densa. E per centralità: durante la festa siamo l’anima della serata o preferiamo tenere un profilo più defilato? Siamo attori attivi nelle dinamiche della nostra rete sociale o preferiamo un ruolo più periferico?

Un libro interessante per conoscere il potere che quotidianamente le Reti Sociali esercitano su di noi: “Connected: The Surprising Power of Our Social Networks and How They Shape Our Lives” di Nicholas A. Christakis e James H. Fowler.

Il mondo e i viaggi di Twitter La mappa pubbicata nella pagina raffigura il mondo così come appare nelle connessioni di Twitter, con i percorsi dei viaggi di tutte le persone presenti su Twitter e le reciproche connessioni. In una sola mappa si possono vedere dove sono le comunità reali di persone e dove sono quelle virtuali interconnesse. Per realizzarla Eric Fisher ha raccolto tutte le informazioni con geotag presenti su Twitter, tra maggio e settembre del 2011.

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SICUREZZA

Rotta|verso le|soluzioni,|rotta verso|il|valore…

Sophos-Astaro, l’anno dell’integrazione

Kaspersky Lab mette nel mirino il mondo aziendale, un focus che nel 2012 conoscerà una importante fase di rilancio anche grazie al supporto dei partner di canale, a cui è stato presentato il nuovo Partner Program, che prevede un team dedicato, supporto al marketing e risorse che aiuteranno i partner non solo a vendere i prodotti Kaspersky, ma anche ad avere relazioni sempre più proficue con i loro clienti. Il programma include incentivi alle vendite, materiali di supporto, programmi di pricing, promozioni, dimostrazioni online di prodotto e video tutorial sempre disponibili in tutte le lingue europee. I partner possono registrarsi all’indirizzo www. kasperskypartners.eu/it. «Con le nuove specializzazioni e i nuovi strumenti di business – spiega Giuseppe Coppola, Head of Corporate di Kaspersky Lab Italia – cercheremo sempre di proteggere e valorizzare le terze parti che da più tempo e con maggiore impegno hanno investito su di noi».

Un matrimonio di quelli che funzionano, che uniscono due entità perfettamente complementari, di quelli che poi generano sviluppi di valore. Lo scorso maggio Sophos alzò a sorpresa il sipario sull’acquisizione di Astaro, una notizia di grande impatto sul canale così come l’annuncio del primo storico accordo di distribuzione, su tutto il territorio italiano, firmato sempre a metà del 2011 con Computerlinks. Un’acquisizione strategica che sta vivendo in questi mesi l’integrazione decisiva. «Siamo molto soddisfatti – spiega Roberto Baresi, Country Manager di Astaro Italia – della perfetta complementarietà dell’offerta delle nostre aziende. Noi siamo da sempre focalizzati sulla sicurezza perimetrale dell’azienda, Sophos invece sulla sicurezza dell’end point. L’idea è quella di offrire ai partner una soluzione davvero complementare come nessun nostro competitor è capace di fare. I partner di Astaro non vedono pericoli di sovrapposizione dell’offerta poiché il loro target

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Giuseppe Coppola, Head of Corporate di Kaspersky Lab Italia

Attualmente esistono quattro livelli di partner: Platinum, che comprende una serie di benefici quali account manager dedicato, business review trimestrale, supporto tecnico di persona, accesso diretto al team vendite di Kaspersky Lab, incentivi esclusivi; Gold, con account manager dedicato, business review trimestrale e altri benefici in termini di vendite, marketing e training; Silver, che Attraverso Il Partner offre accesso ad una Program, Kaspersky serie di risorse online Lab rilancia per il e offline; Registered, 2012 il proprio focus che rappresenta il sul mondo enterprise punto di partenza per ogni nuovo partner.

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Sophos si prepara a integrare al 100% la struttura di canale Astaro con un nuovo programma ad hoc

Marco D’Elia, Country Manager di Sophos Italia

tipico è sempre stata la Pmi. Sophos ci completa invece con la sua storica specializzazione sulla fascia medio alta». «Non abbiamo intenzione di fare grandi rivoluzioni – conferma Marco D’Elia, Country Manager di Sophos Italia –. Stiamo integrando al meglio i due canali, cercando di trarre il meglio dei due mondi. Al momento abbiamo ancora programmi di canale separati, ma intorno ad aprile del 2012 saremo poi pronti con un’unica entità di canale che avrà a disposizione un programma ad hoc che è ormai pronto».


Consumer in|azienda? Sì,|certo,|ma… “Consumerizzazione” è la rivoluzione dal basso che porta nelle aziende tablet, smartphone e notebook del tutto personali appartenenti a dirigenti e dipendenti. Il risultato? Una sfida poderosa che gli IT manager devono affrontare per non essere travolti dall’effetto “Bring Your Own Device”. «Il primo dato – spiega Cesare Garlati, Senior Director Consumerization in Trend Micro – è che stanno cambiando radicalmente gli interlocutori che, all’interno dell’azienda, decidono come e se gestire un simile fenomeno e la funzione IT viene sempre meno interpellata. Bisogna invece che il responsabile IT definisca quali tecnologie supportare, quali tollerare e quali proibire; profilare gli utenti in base al ruolo, alle linee di business e alla location… Il ruolo dell’IT manager e di chi, come i Var e i dealer che spesso ne diventano consulenti di fiducia, più che defilarsi di fronte a questa rivoluzione, si complica e acquista un nuovo valore strategico per le sorti dell’intero business aziendale».

partner-consulenti: garantisce|Rsa

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Sicurezza a caccia di valore. Il canale è chiamato a dare risposte concrete e Rsa lo fa scommettendo su numerosi miglioramenti al programma di canale SecurWorld, volti a potenziare le capacità dei partner e farne dei veri consulenti a 360° per i suoi clienti: i dealer potranno scegliere di specializzarsi in Authentication, Security Management o entrambi. Con questo ulteriore investimento in formazione, i partner ricevono maggiori riconoscimenti da parte di Rsa e possono differenziare e ampliare le proprie competenze per risolvere problematiche specifiche. Le specializzazioni comprendono Governance, Risk & Compliance, Security Information & Event Management, Data Loss Prevention, Network Monitoring e Authentication. Con Rsa Partner Central poi, i

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Cesare Garlati, Senior Director Consumerization in Trend Micro

Garlati ha poi presentato un’indagine condotta in primavera da Trend Micro su 600 IT manager di grandi aziende in Germania, Giappone e Stati Uniti. Primo evidente dato che emerge, il fenomeno del “porta in azienda il tuo device personale”, è consentito ormai dal 56% delle imprese; e, in una sorta di spin off di questa ricerca, emerge che in Italia nel 59% delle aziende è consentito usare dispositivi “Consumerizzazione”: personali e ancora, un segno dei tempi, il 70% delle imprese ma anche una sfida italiane garantisce da affrontare per gli supporto ai dipendenti IT manager… che utilizzano i loro dispositivi personali.

La società cerca terze parti capaci di porsi come esperti a 360° su servizi e sicurezza

partner potranno interagire più da vicino con Rsa e ricevere una formazione focalizzata su soluzioni specifiche, andando al di là della semplice tecnologia. In questo modo i rivenditori dispongono di strumenti e risorse per commercializzare, gestire e supportare l’intera gamma Rsa e divenire veri e propri consulenti per i loro clienti. Ultimo ma non ultimo, il lancio di un nuovo livello pensato per soddisfare le esigenze dei partner che rivendono principalmente le soluzioni di autenticazione Rsa. I partner di questo nuovo livello potranno ottenere vantaggi SecurWorld se incrementano il giro d’affari, passando a livelli superiori del programma.

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ATTUALITA’

Fespa|Digital ci|attende|a|Barcellona Insisto su un concetto nel quale credo fermamente. È in tempo di crisi che la mente deve andare oltre i limiti consueti del business che si è affrontato quando tutto andava “bene”. Quindi? Quindi diamoci una mossa e affrontiamo con energia e vitalità l’innovazione che passa per eventi di portata fondamentale per il mondo delle graphic arts (e non solo) come Fespa Digital. L’appuntamento che si svolgerà dal 21 al 24 febbraio nella “caliente” Spagna, a Barcellona per l’esattezza, rispecchierà l’atmosfera del Paese che la ospiterà. Uno sguardo al futuro, all’inizio di un nuovo anno tanto impegnativo, è

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La Federazione di Associazioni (Fespa), nata nel 1962 per supportare le aziende operanti nelle graphic arts e nel digital signage, prosegue la sua attività con l’appuntamento spagnolo in programma il prossimo febbraio Daniela Schicchi

fondamentale per tracciare una rotta di successi. A Barcellona, dunque, si riunirà l’eccellenza del mondo del digital printing: tecnologie, applicazioni, consumabili, software e il wide format la faranno da padroni tra i quattrocento espositori che si sono dati appuntamento.

Ma non è tutto. Negli stessi giorni, infatti, la fiera darà spazio anche a Fespa Fabric, ovvero l’appuntamento dedicato al mondo del textile printing che sta sempre più andando nella direzione del digitale a tutti i livelli. Anche i “Grandi Signori” della moda, infatti, strizzano sempre più frequentemente l’occhio alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Proprio in queste giornate si svolgerà, la T-shirt Competition, gara che metterà alla prova la creatività dei designer che dovranno presentare l’idea di una maglietta che, in caso di vittoria, si trasformerà in quella ufficiale di Fespa Fabric. Le adesioni sono state raccolte fino al 31 gennaio, quindi… i giochi sono fatti e i concorrenti già tutti in

gara. Insomma le novità non mancheranno di certo e dove c’è “innovation” c’è sempre anche Digitalic. Ci troverete, infatti, in giro per i padiglioni della fiera. Non con uno stand, ma con la copia numero tre del nostro magazine che è riuscito a riempirci di orgoglio e grande soddisfazione. Certo le lavorazioni che vedete sulla cover non sono state fatte in digitale, non lo nascondiamo e ve ne accorgete a colpo d’occhio; ma la nostra missione è farvi vedere quali sono le infinite potenzialità che si possono sfruttare nel comparto del printing, perché non tutti gli stampatori sono solo digitali o solo tradizionali! Sgomberare la mente da pregiudizi e osare. In questo crediamo fermamente.


Stefano Saluta, Direttore Commerciale di Siportal

Siportal|e|l’antidoto della|specializzazione Una storia tutta italiana che ha portato una piccola grande società del Sud Italia a posizionarsi, nel 2007, a ridosso dei 5 colossi della telefonia nazionale. Una storia fatta di successi, svolte e scelte dolorose, come quella, nel 2008, di rivoluzionare il proprio go to market, puntando in maniera crescente

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Dallo scorso 2008 Siportal ha avviato un delicato lavoro di sviluppo di servizi di valore che sta ora dando i suoi frutti

sul mondo business e sul valore aggiunto. «L’avvento della banda larga ha sconvolto il panorama della

connettività – racconta Stefano Saluta, Direttore Commerciale di Siportal –. Abbiamo subito capito che la differenza tra il galleggiare e l’eccellere non era poi così sottile, fino a preferire la differenziazione alla semplice concorrenza. Oggi concepiamo la connettività ad internet non come il fine del nostro business, ma come il mezzo per arrivare a qualcos’altro: la banda larga è una commodity che abilita

ad un nuovo modo di fare comunicazione integrata». «Un’evoluzione – spiega Saluta – che ha cambiato i connotati del nostro canale (oggi conta 611 rivenditori attivi). Nel tempo è cresciuto e si è sviluppato il ruolo di quei partner che non si limitano a vendere l’hardware ma che possono valorizzare la nostra offerta con la gestione delle infrastrutture e i servizi di assistenza, gestione e sviluppo ad hoc».

Per|le|Pmi|la|difesa|è|il|miglior|attacco Il mirino degli attacchi informatici è da tempo puntato anche e soprattutto sulle Pmi, realtà interessate da complesse esigenze di business e risorse-competenze ridotte. Una realtà delicata sulla quale stanno riflettendo e non poco, i grandi nomi del mercato della sicurezza. Va letta dunque in questo senso la

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Le Pmi soffrono in maniera crescente degli attacchi informatici sempre più sofisticati.WatchGuard prova a rispondere con una soluzione ad hoc

disponibilità presso i partner di canale autorizzati del nuovo WatchGuard XTM 330 che si propone di fornire sicurezza di prossima generazione per le piccole imprese. «Ora anche le aziende con 50 dipendenti possono avere lo stesso livello di protezione delle organizzazioni presenti nella classifica Fortune 1000 – spiegano dalla società –. Oltre al firewall di nuova generazione e alle funzionalità di intrusion prevention, i clienti possono scegliere di aggiungere Application

Control, Gateway Anti-virus, WebBlocker, spamBlocker, il servizio di sicurezza cloudbased e il Reputation Enabled Defense. Inoltre, XTM 330 beneficia di importanti innovazioni anche in tema di mobilità. Si parla, infatti, dell’abilità di creare tunnel Vpn sicuri per iPad e iPhone Apple e altri device iOS-based». Un lancio strategico dunque, a distanza di poco tempo dalla diffusione degli incoraggianti risultati ottenuti dalla multinazionale americana. Si parla di un 15,6% di crescita in Q3 (su Q3 2010) e di un Q4 altrettanto positivo. In Italia WatchGuard è cresciuta nel terzo quarter del 44% e ha registrato una crescita del 25% anno su anno.

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LEGA NERD 80

I TERMINALI, OVVERO IL PRIMO PASSO DI “DE-NERDIZZAZIONE” DELL’INFORMATICA Lega Nerd È un volgare Social Blog scritto da nerd che tratta di tutto ciò che importa veramente nella vita: La Figa, il Computer, Sheldon Cooper e il numero 42. Lega Nerd è uno dei principali punti di riferimento della cultura nerd / geek in Italia. Lega Nerd non ha un tema preciso, ma tratta ogni argomento e novità potenzialmente interessante e curioso. Il nostro pubblico è composto da “nerd” o più semplicemente da persone curiose che hanno voglia di scoprire e imparare sempre cose nuove. Gli articoli vengono scritti direttamente dai nostri lettori: Lega Nerd è un blog scritto in crowdsourcing, in cui cioé è la stessa comunità degli utenti che produce il contenuto. Lega Nerd è poi Social Blog, cioè un blog che mette a disposizione dei propri lettori tutta una serie di funzionalità sociali al fine di stimolare l’uso della piattaforma creando quindi una comunità più unita, attiva e partecipante alle attività comuni.

I computer… a lavoro, a casa e per giocare, oramai li consideriamo come parte integrante della nostra vita. Oggi, nel 2012, li diamo per scontati, ma è sempre stato così? Questa piccola, grande scatola magica su cui il mercato Ict ha costruito buona parte delle sue fortune, ha alle sue spalle una lunga storia di valore che non bisognerebbe mai perdere di vista. Anche perché spesso, i corsi sono anche “ri-corsi”… I computer hanno fatto la loro prima comparsa negli uffici durante gli anni cinquanta ed erano tutt’altro che amati. Il computer era visto negli anni 50 come una cosa fredda, impersonale, gigantesca e soprattutto, come un qualcosa che serviva unicamente a rubarti il lavoro, non ad agevolarlo: chi li utilizzava erano tra i primi nerd della storia, tecnici ultra specializzati non certo amati dai loro colleghi di lavoro.

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Arrivano i Nastri! Con l’arrivo degli anni sessanta e l’elezione di un giovane e visionario presidente degli Stati Uniti che portò nelle case degli

americani il sogno della conquista dello spazio, la tecnologia moderna cominciò ad essere vista con una luce diversa, anche se ovviamente “enorme” rimaneva ancora la parola chiave associata al computer. Negli Ncr Century 100 prodotti dalla Ncr, i dati erano salvati sequenzialmente su infiniti banchi di nastri magnetici e questi computer supportavano il Cobol, il Fortran e infine anche il Basic oltre che linguaggi proprietari come il Neat/1, Neat/2, Neat/3, ecc…

Ibm 360 > Hal 9000 Con l’introduzione del System 360 la Ibm fissò lo standard per i mainframe delle grandi corporation americane e mondiali. Questi banchi di

SI FA PRESTO OGGI A PARLARE DI COMMODITY. DIETRO AD UN COMPUTER C’E’ UNA STORIA FATTA DI INTUIZIONI GENIALI, SVOLTE, DELUSIONI. UNA STORIA DI VALORE CHE E’ SEMPRE UTILE NON DIMENTICARE

nastri colorati blue e rossi, cominciarono ad entrare nell’immaginario collettivo attraverso il cinema e la televisione. Inspirarono la maggior parte dei computer presenti nei film di 007 dell’epoca e ovviamente anche 2001: Odissea nello Spazio di Kubrick e il suo Hal 9000… d’altronde “Hal” è “Ibm” con le lettere shiftate di una, questo ormai lo sanno tutti no?

La Nasa e la conquista dello Spazio I terminali entrarono nelle televisioni di tutto il mondo quando durante gli anni sessanta si cominciò a seguire sempre più assiduamente il lavoro della Nasa: inquadrando i suoi enormi centri di controllo, popolati da centinaia di terminali, si stava letteralmente cambiando la percezione dei computer nella testa degli americani (e non solo): chissà cosa hanno provato pochi anni dopo i primi impiegati che si sono visti montare sulle loro scrivanie dei terminali molto simili a quelli visti in televisione…

Il Pdp-1 Il Pdp-1 fu uno dei primissimi terminali veri e propri,


Arrivano i “Dumb Terminals” A questo punto venne l’idea di separare il computer principale (mainframe) dai suoi terminali, che divennero semplicemente degli schermi e tastiera che tramite cavo seriale comunicavano direttamente con il “cervellone” centrale. Questo permise di avere più terminali, molto più piccoli e disposti direttamente negli uffici di chi doveva lavorarci. Senza accorgersene questo fu il primo passo verso il Personal Computer, un computer per l’appunto, più personale e amichevole nell’aspetto. Il design dei terminali cominciò ad avere un ruolo: tra i primi successi: il Lear-Siegler Adm-5 video display terminal o Vdt, come venivano chiamati.

dall’inizio del personal computing vero e proprio e l’introduzione dei Desktop Pc “completi” che soppiantarono i terminali. Il VT100 della Dec fu senz’altro il più famoso e popolare di tutti, con il suo design minimale ed amichevole, venduto per la prima volta nel 1978, il VT100 era Ansi-compliance e proponeva due diversi tipi di schermo: 80 colonne per 24 linee oppure 132 colonne per 14 linee. Grafica? sicuro, se vi piace l’Ascii art.

Plato IV, il terminale intelligente Prima che ci fosse Internet, c’era Plato. Acronimo di “Programmed Logic for Automated Teaching Operations”, Plato fu uno dei primissimi esperimenti di e-learning, composto da un migliaio di terminali costruiti dalla Control Data, è rimasto attivo dalla metà degli anni settanta fino addirittura al 2006. Plato introdusse a migliaia di studenti ed insegnanti decine di concetti ed idee che oggi diamo per scontate su Internet, come le chat room, l’email, i forum di discussione….

Dec VT100 Ftw!

Il futuro in un terminale

Molte aziende producevano i Vdt durante la magica decade che ne separò la nascita

Il Dec VT-125 quando uscì, colpì tutti per il suo design futuristico e fu utilizzato

centinaia di volte da pubblicitari e fotografi che volevano rappresentare il futuro con una campagna pubblicitaria o simili. I terminali erano entrati definitivamente nell’immaginario collettivo come parte integrante della vita da ufficio e come simbolo del futuro e dell’innovazione tecnologica. Il passaggio ai personal computer moderni avvenne gradualmente, ma velocemente, i grandi mainframes e i “dumb terminals” vennero sostituiti da computer più moderni, capaci di lavorare da soli sui progetti senza bisogno del “cervellone centrale”. Cpu che occupavano intere stanze (Central Processing Units, appunto) vennero sostituite da piccolissimi microchip. I terminali finirono per essere quasi del tutto abbandonati e rimangono ora nella storia del computing come il primo approccio personale che il computer ha fatto verso i babbani da ufficio: i terminali sono a tutti gli effetti il primo passo di de-nerdizzazione dell’informatica. Il resto è storia. Itomi http://leganerd.com/ people/itomi

RISORSE

prodotto dalla Digital Equipment Corporation (Dec) a partire dal 1960. Non solo fu uno dei primi, ma è ricordato soprattutto perché Steve Russell programmò al Mit di Boston su un Pdp-1 niente meno che SpaceWar!, il primo videogioco della storia.

Desk Set è un film del 1957 con Spencer Tracy e Katherine Hepburn, arrivato in Italia con il nome “La segretaria quasi privata” (no comment). Bunny Watson, capouffico del reparto quesiti di una grossa azienda, è una donna molto intelligente, emancipata e battagliera, ma il suo posto sta per essere insidiato da una nuova macchina elettronica (uno dei primi esempi di computer all’interno di una commedia)…”. Una commedia brillante ed uno spaccato di un ambiente glamour degli anni 50.

http://leganerd.com/2011/05/15/ storia-dei-videogiochi-spacewar/ Oggi è tempo di realtà aumentata e gestualità che controlla i videogames… tutto però ebbe inizio da qui e dal clamoroso successo del mitico spacewar.

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Le 16 migliori App per iPhone e iPad del 2011 secondo Digitalic

APP-Y|NEW|YEAR! 1 Flipboard Siti web da sfogliare come una rivista: Flipboard unisce la piacevolezza di un magazine ai contenuti aggiornati di Internet. Si possono scegliere le fonti predefinite o aggiungere i siti preferiti, ma anche gli utenti Twitter o il proprio Facebook, per sfogliarli in modo nuovo.

2 Snapseed Un portento per le foto. Da Nic Software un’App da fotografo professionista, a disposizione di tutti. Di solito venduta a 4,99 euro, ma in alcuni periodi disponibile gratis. Si possono modificare i valori di base delle foto ma anche ritoccarle in maniera professionale.

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Waze

Un navigatore satellitare sociale. Waze è un’App gratuita che alla navigazione unisce la potenza dei social network. Gli utenti infatti possono comunicare le condizioni del traffico e scambiarsi informazioni sulla strada

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Moleskine

Scrivere come sul taccuino più famoso del mondo. Un’App gratuita per trasformare tablet e smartphone in un libro per gli appunti in cui si possono anche aggiungere foto e ritagli. Disponibili fogli a righe, a quadri o bianchi, come con i veri Moleskine.

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Photosynth

Da Microsoft una delle migliori App per foto panoramiche. Un’interfaccia innovativa e semplice per creare panorami a 360° e sfruttare il giroscopio del dispositivo per immagini avvolgenti.

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6 Instagram Con oltre 15 milioni di utenti è la App più scaricata per le fotografie social. Consente di scattare foto e di applicare filtri e cornici retrò per poi essere condivise sul social network Instagram o sugli altri.

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7 Banjo Il grande fratello personale dei social network. Banjo visualizza, con tanto di istanza in metri dall’utente, le persone attive sui social network. Manda degli avvisi quando un amico di FB o Twitter si trova ad una certa distanza da noi. Polemiche e apprezzamenti per questa App spiona.

8 Google Translate

Semplice, efficace, elegante: il traduttore di Google è uno dei migliori a disposizione. L’interfaccia è intuitiva ed è ottimo anche il sonoro, ovvero la pronuncia delle parole tradotte. Non può mancare.

9 Pulse Un aggregatore di notizie dall’interfaccia innovativa. Si può scegliere di visualizzare i set tematici impostati dallo sviluppatore oppure inserire le proprie fonti di informazioni. Le news si scorrono in orizzontale, mentre le fonti in verticale.

messenger 10 Facebook Un’App che mette a disposizione solo il succo di Facebook, ovvero i servizi di chat e messaggi. In questo modo velocizza le operazioni di caricamento e invio, se non si vogliono vedere le Timeline ma solo comunicare con gli amici.

11 SynthCam È stata la prima App a mettere a disposizione alcune funzioni “computazionali”. Sviluppata dall’università di Stanford, permette di fotografare con la profondità di campo di una reflex e di fare foto ben illuminate anche in luoghi bui, o di usare sfocature creative.

12 Onavo

Risparmiare tempo e denaro con l’iPhone e l’iPad. Questa App comprime tutti i dati trasmessi in modo da far risparmiare tempo e anche denaro (a chi ha un piano tariffario basato sul volume dati). La compressione è significativa e la App visualizza in maniera creativa i MB “risparmiati”.

13 AroundMe

Servizi e lista dei punti di interesse. AroundMe visualizza in maniera immediata ristoranti, hotel, e tutto quello che può essere utile intorno a noi.

Recorder+ 14 HT Registratore di suoni intelligente. Ideale per registrare interviste o conferenze, consente di impostare il luogo o la situazione di registrazione (in un teatro o attorno ad un tavolo): la App utilizzerà l’algoritmo più adatto per ottenere la migliore qualità sonora.

Scan 15 Genius Uno scanner nell’iPhone. Genius Scan, scansiona attraverso la fotocamera del telefonino documenti, tabelle e altro che poi trasforma in Pdf leggeri da inviare via e-mail o ad altre App come Google Docs, Evernote, DropBox.

Plus 16 FilmOn Le Tv di tutto il mondo in diretta. FilmOn Plus raccoglie i migliori canali del mondo e li trasmette in streaming per uno zapping intelligente, da Nasa HD ad Al Jazeera. Ma ci sono anche i più tradizionali Rai e Canale 5.


La nuova pubblicazione ufficiale dell’Osservatorio Anci-Smau sui più interessanti casi di Città Intelligenti in Italia


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TOUCHÉ

La Mela, si sa, è il frutto della discordia e anche nel mondo della tecnologia non si fanno sconti. Molti (soprattutto negli ultimi tempi) la amano, la venerano. Altrettanti la contestano per la scarsa flessibilità dei sistemi e per le comunicazioni ermetiche. Al netto del fenomeno di costume, per chi di canale indiretto e strategie di mercato vive e si ciba, ci sono osservazioni e meriti oggettivi che vanno però evidenziati e utilmente sottolineati. La pirotecnica esplosione dei netbook nel 2008 sembrava aver segnato il culmine della folle corsa verso il basso di prezzi e margini del mondo Ict. «Il pc è finito», «Il valore è altrove» scrivevano le cronache del tempo. Tutto vero? Può darsi, almeno in parte, ma non del tutto. Tra le mani degli operatori di canale c’è ancora un carico (per dirla come al tavolo della Briscola) o eccezione che, invece di confermare una regola, sembra potersi ritagliare un più che dignitoso posto al sole regalando a tutti una piacevole boccata di ossigeno… anche nel tanto bistrattato mondo del “ferro”. Insieme ai tablet, gli ultrabook stanno infatti infiammando il mercato, come non accadeva da tempo. Si vendono, si sviluppano, se ne parla sempre più e soprattutto per le caratteristiche, per le performance, per gli accessori. Non si vendono, non si sviluppano, non se ne parla certo per il prezzo, mediamente molto più alto di qualsiasi altro dispositivo similare sul mercato. Il merito del fenomeno va in gran parte attribuito a chi, come Apple, anche in piena tempesta, ha testardamente tenuto la barra, non abbassando i prezzi di un euro e anzi lanciando, (“follemente” diceva qualcuno), in tempi non sospetti il Mac Book Air. Ultracostoso, ultrasottile… ultrabook. Un prodotto assai criticato e che, risultati alla mano, molte aziende avrebbero abbandonato Marco Lorusso in breve tempo. Dopo l’abbuffata dei netbook, Caporedattore Digitalic l’utente medio – Pmi comprese – si è però marco@digitalic.it bruscamente accorto che il prezzo non è tutto e che, oggi più che mai, potenza di calcolo, design e batteria non sono dettagli trascurabili. I grandi nomi Ict si stanno regolando di conseguenza e, ovviamente, di buon grado. L’ennesima rivincita, questa volta fuori tempo, per mister Jobs… Touché!

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01/2012 – N. 3

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Tecnologie e protagonisti dell’ICT

!"#$%&"'()*&+, -.&"/*+#"*&0/*1,+2# 3!4(54678(475 Grafica Valdarno è la capacità di rendere straordinario ciò che per altri rimane confinato nell’ordinario.

È eccellenza di stampa, per qualità di produzione, varietà di lavorazioni speciali, cura dei dettagli, creatività di abbinamento tra supporti e nobilitazioni. Per ricerca del particolare sensoriale, che catturi lo sguardo e seduca il tatto. Apprezzata a livello nazionale e internazionale per la forza comunicativa delle sue produzioni, Grafica Valdarno si è specializzata negli stampati di pregio e nel packaging d’alta gamma per i settori della cosmetica, moda, gioielleria e lusso. Inconfondibili per stile e qualità: più che descritti, gli stampati di Grafica Valdarno devono essere percepiti con i sensi. Per scoprire come possa sorprendere anche il più semplice foglio di carta.

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ITalians. Il Paese riparte puntando sugli imprenditori. La visione di Paolo Castellacci, dalla Toscana con innovazione.

Ferro a fuoco. Il pc è l’ingranaggio fondamentale che mette in moto ogni rinnovamento; molti lo snobbano, ma è il cuore del mercato.

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