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L’inflazione si riaffaccia sui mercati pag

L’INFLAZIONE SI RIAFFACCIA SUI MERCATI

L’aumento del costo della vita impone la revisione delle strategie di mercato. Prudenza sul reddito fisso e spazio all’azionario che produce alti dividendi e cash flow stabile

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Cinzia Meoni

Il ritorno dell’inflazione tiene banco perfino nei supermercati. Eppure, l’incertezza sul picco, sulla durata e sulla trasversalità del fenomeno, fa sì che la strategia sia tutt’altro che scontata. “Il forte movimento dell’inflazione a cui abbiamo assistito soprattutto negli Usa, dove a maggio il tasso su base tendenziale ha toccato il 5%, è destinato a rientrare nei prossimi mesi – sostiene Vincenzo Longo, Cfa, premium manager di IG – Ciò nonostante, mi attendo ulteriori spinte inflattive anche dopo l’estate, considerando il rialzo delle materie prime e dei prezzi alla produzione. Nel tempo l’inflazione dovrebbe attestarsi su valori più bassi di quelli attuali, ma sopra i target delle banche centrali (2%)”, fattore che potrebbe accelerare l’uscita dai piani di stimolo. “Vi è il timore che il recente aumento dei prezzi, anziché essere transitorio come le autorità monetarie vorrebbero farci credere, diventi più radicato – commenta Aron Pataki, global portfolio manager di Bny Mellon Global Real Return – Questo fenomeno potrebbe accelerare il modo in cui le banche centrali gestiranno il tapering”. Il fantasma che perseguita i policymaker è quello del taper tantrum che si verificò nel 2013, “quando la Fed, che aveva accennato all’intenzione di ridimensionare il proprio programma di QE, finì per irrigidire le condizioni finanziarie”, aggiungono Adrian Hilton e Edward Al-Hussainy, rispettivamente portfolio manager e senior analyst di Columbia Threadneedle Investments. Sul tapering, Stefano Gianti, senior officer di Swissquote, è più ottimista: “la Fed non inizierà quest’anno. Assisteremo quindi a mesi di inflazione più elevata, per poi vedere un calo a partire dal secondo trimestre 2022, mentre in Europa registreremo un aumento più marcato nei prossimi tre mesi”.

> Edward AlHussain

senior analyst di Columbia Threadneedle Investments

> Aron Pataki

global portfolio manager di Bny Mellon Global Real Return In attesa che l’orizzonte si chiarisca, è bene prendere atto che, come ribadisce Pataki, “un portafoglio adatto a un mondo inflattivo è differente da quello che ha funzionato negli ultimi 40 anni di disinflazione. In quest’ottica, le obbligazioni governative a lunga scadenza potrebbero avere uno scopo come posizionamento tattico, non più come asset di diversificazione nella parte più protettiva di un portafoglio. Altri strumenti, come gli asset alternativi, potrebbero invece essere utilizzati come protezione indiretta grazie a una correlazione più bassa con gli asset tradizionali”. Sul tema interviene Giorgio Giannatempo, consulente finanziario di Gamma Capital Markets: “l’asset da sovrappesare è l’azionario, in particolare i titoli con cash flow stabili e alti dividendi, mentre sul mercato obbligazionario occorre essere prudenti, diversificando i portafogli e sposando la selettività. Titoli da privilegiare sono le obbligazioni inflation linked, con cedola variabile e in valuta, e corporate bond a spread con bilancio in miglioramento, rimanendo con una duration breve”. A giudizio di Gianti, “l’azionario continuerà a salire, con un livello di volatilità basso come quello attuale. Ritengo inoltre interessante accumulare dollari a questo livello per una leggera diversificazione valutaria”. Jason Borbora-Sheen, co-portfolio manager di Ninety One, mette tuttavia in guardia proprio dal dollaro: “la combinazione di una crescita nominale più rapida a livello globale e di una politica accomodante potrebbe anche indebolire il dollaro Usa. I beneficiari saranno probabilmente i settori ciclici tradizionali, i titoli con short duration, i mercati emergenti e le materie prime”.

CHART

I dati sull’inflazione continuano a sorprendere

50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 G10 Mondo Mercati emergenti