Il nuovo modo di fare amicizia: facebook

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Il nuovo modo di fare amicizia: FACEBOOK Pubblicato in PSYCHOLOGIES di Maggio 2011 _____________________________________ 1. Che cosa vuol dire essere amici su FB? Il meccanismo dell'amicizia virtuale è simile a quello della vita reale? I social network sono uno strumento che consente di controllare e definire la propria identità sociale e quella dei propri amici. Grazie a questo processo e alla fusione tra mondo reale e mondo virtuale si produce un'“identità fluida“, che è allo stesso tempo flessibile ma precaria, mutevole ma incerta. Se un’identità fluida può essere un vantaggio per un adulto, può diventare un problema per un adolescente che sta cercando di costruire la propria identità: da una parte può portare ad un rallentamento del processo di costruzione dell’identità e a sostituire la stabilità e il futuro con un eterno presente privo di certezze e di legami; dall’altra può rendere “precarie” le relazioni sociali a causa del così detto “analfabetismo emotivo“ dovuto al fatto che l’interazione, che nella vita reale è mediata dalla fisicità del corpo, è sostituita da quella del medium. Se da una parte i social network sono uno strumento potente con il quale è possibile descrivere e modellare la propria identità sociale, dall'altra sono uno strumento con cui gli “amici“ possono facilmente influenzare e modificare le identità degli altri. Un esempio a questo proposito è il fenomeno del tagging (etichettare) con cui nei social network è possibile associare a un “amico“, senza che lui lo voglia, un’immagine in cui lui è presente o una nota di testo a lui riferita. L'essere “taggati” comporta il fatto che un contenuto multimediale, in cui la persona è presente (foto) o in cui è citata (testo) ma che non ha scelto, apparirà nel profilo di tutti. Ciò può portare a cambiamenti imprevisti relativamente alla propria identità sociale, sia in positivo che in negativo. Tutto questo priva il soggetto di un importante punto di riferimento nel processo di apprendimento e comprensione delle emozioni proprie e altrui. 2. C'è chi sostiene che la corsa ad avere tanti amici su FB generi ansia e depressione se gli amici non sono abbastanza. Quanto è forte questo rischio? Il rischio c’è quando non si usa lo strumento, ma si abusa dello strumento! L’utilizzo troppo prolungato del social network può portare ad una dipendenza e, come tutte le forme di


dipendenza, può scatenare il disagio psichico come ad esempio la depressione. E’ importante che gli adulti “monitorino” il tempo che i loro figli passano davanti al web. 3. FB ci può aiutare a migliorare le relazioni con le persone che conosciamo? E in che modo? FB da la possibilità di essere in contatto con gli “amici” più costantemente, rispetto a quanto sarebbe possibile nella realtà. Dunque mantenere il “contatto” è importante, ma ciò non può sostituirsi alla relazione vis à vis nella quale si approfondisce la relazione con le persone attraverso il passaggio delle emozioni, sentimenti, sguardi, vicinanze. 4. Questo tipo di comunicazione virtuale, può essere in qualche modo terapeutico, può offrire compensazioni allo stress del lavoro, delle responsabilità? Sicuramente sì, in quanto i social network sono in grado di soddisfare alcuni bisogni importanti dell‘essere umano: - Bisogni di sicurezza, in quanto nel social network le persone che comunicano tra loro sono “amici“ e non estranei. E’ possibile scegliere chi è un “amico“, controllare che cosa racconta di sé e commentarlo. - Bisogni associativi, in quanto la persona può comunicare con gli “amici“ e scambiare opinioni, risorse applicazioni. - Bisogno di stima, in quanto la persona può scegliere gli “amici“ ma anche gli altri possono farlo: secondo questa logica, “se tanti mi hanno scelto come amico allora valgo“. - Bisogno di autorealizzazione, in quanto la persona può raccontare se stesso come vuole e può usare le sue competenze anche per aiutare qualcuno dei suoi amici che lo ascolta. 5. Su FB puoi avere molti alias e puoi diventare amico di una persona che in realtà è completamente diversa (un uomo che si finge dnna e viceversa,una persna nota che in eraltà è un perfetto sconosciuto). Questo tipo di interazione ci puà insegnare qualcosa di utile nella vita vera? Se nei social network è possibile cambiare la propria identità virtuale è vero anche che, seguendo le tracce lasciate dalle diverse identità virtuali, è più facile per altri ricostruire l’identità reale di una persona. Quindi fingersi un’altra persona non conviene.. Proprio come nella vita reale!!! Questo ci insegna che prima o poi siamo costretti a rivelare la nostra propria identità, o comunque, se non


facciamo noi, ci pensano gli altri! 6. Quante possibilità ha l'amicizia virtuale di diventare reale? ( non parlo di coppie, ma di quella sincerità che permette a due persone affini di incontrarsi fuori dalla rete) I social network permettono per la prima volta la creazione di reti sociali costituite, nello stesso tempo, da legami virtuali e da legami reali, dando vita a un nuovo spazio sociale l’«interrealtà» molto malleabile e dinamico. A caratterizzare l’interrealtà è, infatti, la fusione di reti virtuali e di reti reali mediante lo scambio di informazioni tra di esse. Ciò permette di controllare e modificare l’esperienza sociale e l’identità sociale in maniera totalmente nuova rispetto al passato; infatti, se nei forum e nelle chat il mondo reale e quello virtuale entrano in contatto solo per esplicita volontà dei soggetti interagenti, nei social network questo avviene sempre e anche se i soggetti coinvolti non lo vogliono o non ne sono consapevoli. 7. L’immagine che diamo di noi stessi può essere così artificiosa da non tolerare di essere "tradotta" nella realtà? Dietro i social network si nascondono una serie di comportamenti disfunzionali non sempre immediatamente visibili: dal cambiamento di identità ai comportamenti aggressivi, alla violazione e all’abuso dell’informazione. A causare questi comportamenti sono due aspetti: da una parte l’anonimato, dall’altra il desiderio di riconoscimento o di rivalsa che la struttura dei social network è in grado di amplificare. Spesso accade anche nel mondo reale di impegnarci a dare una buona immagine di noi, cercare di mostrarci per quello che non siamo e spesso lo facciamo senza rendercene conto. Questo non è un comportamento disfunzionale, ma è pericoloso perché se non riusciamo a controllare questo meccanismo rischiamo di rimanerci intrappolati. E verosimilmente accade nei social network: è necessario essere coscienti che stiamo ingannando gli altri, e anche noi stessi! 8. FB è più un confessionale o una piazza? Mi piace vedere la risorsa di FB, una piazza in cui le reti sociali possono trasformarsi in una rete collaborativa creativa, nella quale i partecipanti si caratterizzano per un’elevata motivazione condivisa, ed instaurare un’esperienza di gruppo nella quale l’intenzione soggettiva diventa


collettiva.


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