Rassegna Stampa Festival del cinema Spagnolo 2018

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RASSEGNA STAMPA // RESUMEN DE PRENSA

www.cinemaspagna.org


QUOTIDIANI


LA NAZIONE Umbria 30 maggio 2018

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DA OGGI A VENERDÌ

All'Ariston c'è il Festival del cinema spagnolo

Una scena del film "Demonios tus ojos"

Il Festival del Cine Espanol, fondato 11 anni fa da Exit Media, porta per la terza volta a Trieste all'Ariston una selezione dei film più amati e premiati della stagione cinematografica spagnola e latinoamericana: titoli che riflettono al meglio modelli produttivi totalmente diversi tra loro, uniti da un preciso filo rosso, fatto di libertà espressiva al servizio della storia, spaziando dalla commedia al noir, passando per il western e il thriller. Dopo aver celebrato a Roma l'undicesima edizione, il Festival si trasforma come sempre in manifestazione itinerante, arrivando così al Cinema Ari-

ston da oggi a venerdì: il programma del Festival del Cine Espanol presenta sei titoli inediti in Italia in versione originale spagnola sottotitolata nell'arco di tre serate, organizzate in collaborazione con La Cappella Underground, alle quali saranno presenti i curatori Iris Martrn-Peralta e Federico Sartori. Apre la rassegna oggi alle 18.30 il film "Incerta glòria" (Spagna 2017, 115') di Agusti Villaronga, con Marcel Borràs, NuriaPrims, Oriol Pia, Bruna Cusi, Luisa Gavasa, Terele Pàvez. Il film, adattamento dell'omonimo romanzo di Joan Sales, scritto nel 1954 e diventato un classico della let-

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teratura catalana, segna il ritorno di Villaronga alla Guerra Civil espanda dopo il pluripremiato "Pa negre". Lluis è un giovane militare repubblicano destinato a un periodo di inattività al fronte aragonese: lì conosce e s'invaghisce di una donna matura, Carlana, che non esiterà a strumentalizzare il ragazzo per diventare la donna più ricca della regione. Nella stessa serata, alle 21 in calendario "Contratiempo" (Spagna 2016, 104') di Oriol Paulo: il regista Oriol Paulo firma un nuovo sorprendente thriller, in cui ogni atmosfera, ogni colpo di scena o elemento nascosto stravolgono le aspettative dello spettatore, per condurlo a un risultato che lascia a bocca aperta. Si prosegue domani alle 18.30 con "La educacion del Rey" (Argentina 2017, 95') e, alle 21, "Demonios tus ojos" (Spagna/Colombia 2017, 94') di Pedro Aguilera. Venerdì alle 18.30 il vincitore del Premio Oscar 2018 come Miglior film in lingua straniera, "Una mujer fantàstica" (Una donna fantastica, Cile 2017, 104') di Sebastiàn Lelio, e alle 21 con "El autor" (Spagna/Messico 2017, 110') di Manuel MarU'n-Cuenca.


Politeama

Festival dedicato al cinema spagnolo • Il Festival del cinema spagnolo, la cui undicesima edizione si è svolta a Roma nei giorni scorsi, si trasforma in evento itinerante e approda nella nostra città. Una selezione dei migliori titoli del festival verrà infatti presentata al CityPlex Politeama di Terni dall'I al 3 giugno. Madrina dell'evento sarà l'attrice e drammaturga Bruna Cusi, che inaugurerà la rassegna presentando, venerdì 1 giugno alle 21, il film "Estiu 1993", opera prima di Carla Simon, autentica rivelazione dell'anno, tanto da essere stata scelta dalla Spagna per concorrrere agli Oscar ed essere risultata vincitrice di tre Premi Goya tra cui il Premio per la Migliore Opera Prima. Il film è un racconto di formazione toccante, che ha per protagonista una bambina di sei anni, che si trasferisce a vivere con gli zii materni e la cuginetta di un paio d'anni più piccola nella loro casa di campagna. Solo dopo una serie di riti di passaggio, Frida riuscirà ad accettare la sua nuova vita e la sua nuova famiglia. Tutte le proiezioni saranno in lingua originale con i sottotitoli in italiano.

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CINEMA SPAGNOLO L'attrice di Almodòvar inaugura oggi il festival a Trento

Veronica (Kika) Forqué «Pedro è sempre avanti»

E

^ unanimemente considerata una delle grandi attrici del cinema euro1 peo. Madrilena, classe 1955, Verònica Forqué ha dato corpo a indimenticabili interpretazioni per Fernando Colomo, Luis Garcia Berlanga, Fernando Trueba e soprattutto Pedro Almodòvar, che affidandole la parte di Kika nel 1993 la consacra alla vittoria di uno dei suoi quattro premi Goya: per la prima volta a Trento, l'attrice spagnola inaugurerà la quarta tappa, sostenuta dal servizio attività culturali della Provincia e da Trentino film commission, del Festival del cinema spagnolo da oggi a giovedì al cinema Astra. Forqué, lei presenterà Kika a Trento: cosa ha significato l'incontro con Almodòvar? «Per me è stata una grande fortuna lavorare con lui. È una persona appassionata, divertente, molto generosa sul lavoro. Avevamo instaurato una bella connessione, a tutti i livelli. Kika è stato il mio secondo film con Almodòvar dopo Che ho fatto io per meritare questo?». Chi è Kika? «È un personaggio molto ingenuo, naif, che accetta le situazioni più assurde e surreali, anche tragiche, e vi si adatta con assoluta naturalità. È capace di trasformare il dramma in

comicità con la sua naturalezza. In questo risiede la grande abilità di Almodòvar, che mi raccontò di essersi ispirato, in fase di sceneggiatura, alla sua amica Bibiana Fernàndez». Già nel 1993 il film era un atto di protesta contro la tv del dolore, la tv spazzatura: 25 anni più tardi le cose non hanno fatto che peggiorare. «Sì, Almodòvar era all'avanguardia, aveva già visto cosa poi sarebbe successo, n personaggio interpretato da Victoria Abril (Andrea Caracortada, conduttrice televisiva di un seguitissimo programma trash che specula sulla morbosa voglia di voyeurismo, ndf) è molto più oscuro del mio, insieme incarnano commedia e tragedia, due stili cinematografici nello stesso film. La sceneggiatura mi era piaciuta molto da subito». Qual è la ragione più importante che la spinge ad accettare la proposta di un film? «Da giovane mio papà, che era un regista, mi diceva di imparare a dire di no. Ho avuto la fortuna di poterlo fare. Giro pochissimi film ora: quando arrivano alla soglia dei cinquantanni le donne spariscono dalla vita e pure dal cinema, non siamo più così carine come a 28 dunque meno interessanti. E allora io faccio teatro.

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A ogni modo, quando ricevevo un copione dovevo sentire dentro di me che quella storia meritava di essere raccontata, moralmente 0 eticamente doveva raggiungere il mio cuore». A gennaio ha ricevuto il premio Feroz de honor «per aver impregnato della sua inconfondibile personalità una parte sostanziale del cinema e della televisione spagnola degli ultimi 40 anni». Qual è l'impronta che ha lasciato? «Di solito non si sa perché si riesce ad arrivare al pubblico. E non mi piace rivedermi nei film perché rifarei tutto da capo, sono molto critica con me stessa. A me le persone interessano, sono estroversa e aperta e forse si percepisce. Ho ricevuto poi il dono della comicità e del senso dell'umorismo e la gente vuole ridere: sono davvero grata per l'affetto del pubblico». Cosa pensa del movimento «Me too»? «E utile e necessario: le donne non devono più aver paura di parlare. Siamo state educate a non dire mai di no, a essere carine, simpatiche, dolci, a non arrabbiarci: è tremendo e castrante e fa abusare gli uomini del loro potere nel matrimonio come sul lavoro. Ben vengano azioni di questo tipo». Erica Ferro © RIPRODUZIONE RISERVATA


I titoli • Da oggi fino a giovedì 24 maggio torna il «Festival del Cinema Spagnolo» al Cinema Astra di Trento, dopo aver celebrato a Roma la sua l l a edizione • Attesi, oggi i titoli: Contrat/empo e Kika (a lato). Domani: Demonjos Tus Ojos, La educaciòn del Rey, e El Autor. Giovedì: La Educaciòn del Rey e Incerta Glòria Contratiempo.

Madrilena Verònica Forqué ha dato corpo a splendide interpretazioni per Fernando Colomo, Luis Garci'a Berlanga, Fernando Trueba, PedroAlmodóvar

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L'ADIGE 22 maggio 2018

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Cinema spagnolo, da oggi il Festival

Da oggi 22 maggio, fino al 24 torna il Festival del Cinema Spagnolo al Cinema Astradi Trento. Dopoaver celebrato a Roma la sua l l a edizione, il Festival si trasforma come sempre in manifestazione itinerante, portando in varie altre città italiane una selezione del miglior cinema spagnolo e latinoamericano di qualità, in versione originale con i sottotitoli in italiano. Sarà Verònica Forqué a inaugurare questa sera al le ore 21 la tappa trentina che ha il sostegno della Provincia autonoma di TrentoServizio attività culturali e la collaborazione di Trentino Film Commission. La grande attrice madrilena, unanimemente considerata una delle grandi attrici del cinema europeo, ha dato corpo a indimenticabili interpretazioni per Fernando Colomo, Luis Garda Berlanga, Fernando Trueba e soprattutto Pedro Almodóvar, che le regala il ruolo da protagonista in "Kika" (1993), col quale vince uno dei suoi 4 premi Goya come Miglior attrice protagonista. Tutte le proiezioni del Festival del Cinema Spagnolo sono in versione originale con sottotitoli in italiano.

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TRENTO: CINEMA APAGNA 2018 • • CinemaAstra,ore20. Il Festival del cinema spagnolo, fondato 10 anni fa da EXIT media si pone l'obiettivo di creare connessioni Le proiezioni sono in alta definizione e sempre in versione originale con sottotitoli in italiano.

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Il cuore dì Angela Molina «In Italia mi sento a casa» La musa di Bunuel parla del cinema spagnolo e dell'amore per il nostro Paese «Ogni volta che ne sento la mancanza qualcuno mi chiama qui da voi» Tra amici Da sinistra Angela Molina ai tempi di «Quell'oscuro oggetto del desiderio» e il regista Luis Bunuel. A destra Pedro Alni odorar

A teatro «Quando salgo sul palcoscenico sento che c'è qualcosa di sacro» Il futuro «Vorrei tornare a cantare con un mio amico pianista» di Carlo Antini

entrata nell'immaginario grazie a «Quell'oscuro oggetto del desiderio» di Bunuel. In oltre 40 anni di carriera ha lavorato per i più grandi registi e ha calcato set e palcoscenici accanto agli attori più talentuosi. Fino alla recente visita a Roma in occasione del Festival del cinema spagnolo dove ha parlato di sé e della sua arte. Angela Molina, è appena venuta in Italia per il Festival del cinema spagnolo. Come si è trovata? «Quando si tratta dell'Italia sono sempre al settimo cielo. È stato un modo per parlare ancora del nostro cinema. Tutto questo mi fa immenso piacere perché vuol dire che c'è un pubblico che apprezza». Che differenza c'è tra il

E

pubblico italiano e quello spagnolo? «Nessuna. Ho sempre sentito un'affinità reale e assoluta. Italiani e spagnoli si assomigliano anche nei difetti. Siamo privilegiati. Ogni volta che vengo in Italia mi sento a casa. È come se fosse un po'la mia Italia. Ho vissuto qui per un paio d'anni e ogni volta che sento la sua mancanza è come se mi chiamasse. C'è un legame misterioso che funziona ancora». A Roma ha parlato di «Quell'oscuro oggetto del desiderio». Per lei cosa ha rappresentato quel film?

«È un ricordo molto vivo e felice ma è stato anche molto impegnativo. Per me è stata una pellicola vitale che mi ha messo in comunicazione con il cinema del mondo». Lei è stata la musa di Luis Bunuel. Che ricordo ha di lui? «Con Luis abbiamo stabilito un livello di comunicazione molto profondo. È stato un genio e un mostro intellettuale. Oltre a essere una persona molto generosa. Era dotato di un innocente senso del divertimento che lo rendeva davvero speciale. Pochi mesi prima di lavorare con lui, mio nonno morì e lui riuscì subito a stabilire con me un rapporto di protezione e complicità». Si ricorda un aneddoto che la lega a Bunuel? «Sul set lui filmava le scene solo una volta. E lo faceva

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solo quando pensava che per gli attori fosse arrivato il momento giusto. Una cosa del genere non mi è più capitata con nessun altro. Con tutti gli attori sapeva creare un senso di squadra. Non aveva il senso del tempo e non aveva bisogno di orologi. Con lui si riusciva a lavorare senza angoscia». Lei ha collaborato anche con Almodovar. Che differenza c'è tra loro due? «Si tratta di due mondi diversi. Bunuel metteva tutto nelle mani degli attori. Pedro, invece, è un attore nato. Ed è geniale perché quando ti vuole mostrare cosa devono fare gli attori te lo fa vedere lui in prima persona. Le battute le mette in


scena lui. Ci abbiamo messo un po' a capirlo ma alla fine siamo entrati in sintonia. Almodovar è una persona che riesce a moltiplicare le cose che si fanno. Ed è anche molto passionale». Qual è il regista migliore con cui ha lavorato? «Ho sempre detto che per me le scelte sono difficili. Ogni regista con cui ho lavorato è entrato a far parte della mia vita ed è riuscito a perfezionare il senso delle cose. Certamente ricordo con piacere Aragon che è un regista davvero eccezionale. Con lui abbiamo girato film magici. Ma non posso dimenticare registi come Tornatore che è diventato parte concreta della mia vita. Ma tutti sono stati tasselli importanti della mia vita professionale». Com'è cambiato negli anni il mondo del cinema? «Tutto è cambiato perché tutto cambia. Abbiamo sempre un piede nel passato e uno nel futuro. Oltretutto nel cinema si condensano tante arti che riescono a raccontare la nostra vita. Il cinema è cultura e l'uomo è assolutamente legato a questa necessità di creare storie». A cosa sta lavorando in

questo periodo? «Adesso sto girando un film in Francia». Ci sono differenze tra i set dei vari Paesi europei in cui ha lavorato? «No, non c'è alcuna differenza. Siamo tutte persone che amano il cinema e il nostro mestiere. Tra noi si stabilisce una sorta di complicità che è sempre uguale a se stessa, in Italia, in Spagna o in Francia. Sul set siamo immersi in un micromondo che funziona e annulla le differenze tra le varie culture». Nel suo passato c'è stata e c'è ancora tanta televisione. Come si trova a lavorare per il piccolo schermo? «La cosa più importante è raggiungere il pubblico. Con la televisione tutto questo si può fare ancora più facilmente perché è un mezzo che entra nelle case e nella vita stessa delle persone. Il piccolo schermo mi incanta e mi stimola come il cinema e forse di più». Cosa intende? «Ormai i principali registi cinematografici si dedicano

anche alle serie tv. È stupendo poter contare su queste nuove potenzialità. Senza contare l'interessante presenza di tantissimi giovani che riescono a dare il meglio di sé proprio sul piccolo schermo». Altra sua grande passione è il teatro. Cosa pensa del rapporto diretto col pubblico che si viene a creare sulle tavole del palcoscenico? «La differenza principale è che al cinema e in tv il pubblico vive nell'inconscio. A teatro, invece, il pubblico sei tu. Ogni volta che si sale sul palcoscenico c'è qualcosa di sacro. C'è un rapporto diretto che non è mai uguale a se stesso. È improvviso e imprevedibile proprio come la vita che non si ripete mai uguale a se stessa». Qual è il progetto che vorrebbe realizzare ma che non è ancora riuscita a mettere in atto? «Vorrei tanto mettere in scena uno spettacolo musicale con un mio amico pianista. La nostra idea è quella di salire sul palco con pianoforte e voce. In passato ho inciso un disco e mi piace l'idea di poter cantare ancora».

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Luis È stato un genio e un mostro intellettuale. Era dotato di un innocente senso del divertimento che lo rendeva davvero speciale. Pochi mesi prima di lavorare con lui, mio nonno morì e lui stabilì con me un rapporto di protezione Pedro È un attore nato. Quando vuole

mostrare cosa devono fare gli attori te lo fa vedere in prima persona. Ci ho messo un po' a capirlo ma siamo entrati in sintonia. Riesce a moltiplicare le cose che si fanno sul set


DAL 22 AL 24 MAGGIO

Cinema Spagnolo, festival all'Astra • • Dal 22 al 24 maggio, sostenuto anche dalla Provincia, torna il Festival del Cinema Spagnolo al Cinema Astra di Trento. Sarà Verònica Forqué (grande attrice madrilena considerataunadellepiù grandi a livello europeo) a inaugurare martedì 22 maggioalle21latappa trentina.Tutte le proiezioni del Festival del Cinema Spagnolo sono in versione originale con sottotitoli in italiano.

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Una serie di film da veri intenditori nelle rassegne Venerdì al Videodrome di Bolzano l'olocausto di «Bent» All'UniBz campus di Bressanone «La mia vita da zucchina» diKatjaCasagranda » BOLZANO

Si apre una nuova settimana dedicata alle pellicole di nicchia con rassegne, cinefonim ed appuntamenti estemporanei al di fuori della grande distribuzione. LUNEDÌ 21 maggio Ben due repliche, lunedì e poi anche martedì 23, per il controverso film di Bernardo Bertolucci Ultimo Tango a Parigi. Il film del 1972 è proposto alle ore 21 lunedì in lingua italiana mentre martedì in francese, al Multisala Astra di Trento in Corso Buonarrotti. MARTEDÌ 22 maggio. Per la Rassegna It si propone all'Odeon Cinecenter di Brunico ore 18 e poi alle ore 20.30 il film del 2017 di Richard Loncraine Rincomincio da noi. Prosegue la rassegna di cinema per adulti (dis)umanità al Teatro Comunale di Villazzano dove alle ore 20.30 si proietta il film del 1965 di Don Si egei L'invasione degli ultracorpi. Nella cittadina di Santa Mira alcuni abitanti lamentano un cambiamento nel comportamento dei propri cari. Il dottor Bermeli, in un clima di paranoia, sospetta qualcosa di terrificante e tenterà di mettere in guardia l'umanità dall'invasione. Proiezione film anche all'UniBz Campus di Bressanone dove alle ore 9.30 saia proposta la visione di La mia

vita da zucchina. Accolto Uionfalmente al Festival di Cannes 2016, è un gioiello di cinema d'animazione realizzato interamente in stop-motion, diretto da Claude Barras e scritto da Celine Sciamma, regista di film di culto come Tomboy . inaugura oggi al Multisala Astra di Trento la rassegna dedicata al cinema spagnolo Festival del cinema spagnolo La prima giornata saranno proposti due film uno alle ore 19 l'altro alle 21 mentre i due giorni successivi le proiezioni saranno tre, la prima alle ore 17, quindi alle 19 e infine alle 21. MERCOLEDÌ 23 maggio Per il Dolomiti Pride si proietta il film di Stephan Elliot del 1994 Priscilla La regina del deserto un cult degli anni 90. L'appuntamento è al Teatro San Marco di Trento ore 20.45. In occasione della mostra di Londra approda nei cinema italiani il film evento Canaletto che guida gli spettatori attraverso la vita e le opere del pittore che meglio colse l'essenza e il fascino di una delle città più amate al mondo. Doppia replica mercoledì e poi giovedì 24 maggio in Sala della Comunità di Riva del Garda ore 21. GIOVEDÌ 24 maggio Con elude Cinefonim Skeptical Audiovision al Teauo comunale di Pomarolo con l'ultimo film dedicato a Quentin Taran-

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tino proposto in lingua originale. Ore 21 sullo schermo Kill Bill voli in terviene Giuliano Panaroni professore del Depero. A Bressanone invece si propone al Centro Giovani Kassianeum ore 19.30 il documentario More Than Honey allarmante denuncia della moria di api nel mondo. L'appuntamento è in lingua tedesca. Per Off Side voi 5 allo Smart Lab di Rovereto invece si propone la visione del film di Wim Wenders Pina ore 21. Conclude anche la rassegna Controcampo italiano al Centro Sociale Bruno di Trento dove alle ore 20 si proietta Maledetta primavera di Sebastiano Luca Insinna del 2008 e Cuori puri di Roberto De Paolisdel2017. VENERDÌ 25 maggio Per il Dolomiti Pride in collaborazione con Cinefonim Bolzano sarà proposta la visione di Bent di Sean Matthias del 1997 al Videodrome di Bolzano ore 20.45 Film che racconta la tragedia dell'olocausto degli omosessuali, ambientato a Berlino nel 1934, quando iniziarono le persecuzioni dei gay. Per Agrippino Maestro e filmrnaker, si proietta il film Come radici di un albero vecchio Storie di slitte, feste, boschi e altri boschi Una cultura in esilio: appunti di un Tibet fuori dal Tibet ore 20.30 Sala del Consiglio Comunale di Levico Terme.


Per il Dolomiti Pride sarĂ proposta la visione di Bent di Sean Matthias del 1997 al Videodrome di Bolzano

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Cinema spagnolo e corti di Fabrica si apre il festival all'Edera no, opera prima di Carla Simon, tenero ritratto del mondo dei bambini, visto dal loro punto di vista, scelto dalla SpaTREVISO Un viaggio nel cinema spagno- gna come film per i Premi Oscar e vinlo per scoprirne autori, tematiche e vi- citore di tre Premi Goya; poi "El Autor" sioni: torna il "Festival del cinema spa- di Manuel Martin-Cuenca, adattamengnolo", edizione numero undici, al via to del romanzo "El móvil" (Il movendomani (fino al 24 maggio) al Cinema te), di Javier Cercas; quindi l'opera seEdera di Treviso, con la sua selezione conda di Oriol Paulo "Contratiempo", delle migliori opere del mondo latinoa- thriller ad alto voltaggio che racconta mericano in versione originale ci sarà la vicenda di un giovane uomo d'affari domani alle 21 Pedro Aguilera, tra i ci- che si sveglia in albergo con il cadaveneasti "engagé" spagnoli più in voga re della propria ragazza; e quindi "Indel momento. Già con la sua opera pri- certa Glòria", del maestro Agustì Villama "Naufragios" è stato selezionato a ronga, potente affresco sulla Guerra Cannes in lizza per la Camera d'Or. A Civile Spagnola, tratto dall'omonimo Treviso presenterà "Demonios tus romanzo di Joan Sales. Il focus sull'Arojos", terzo lavoro del giovane cineasta gentina prevede 3 opere prime: il thrilbasco che racconta la storia di un uo- ler "El estudiante" di Santiago Mitre, mo senza scrupoli che sfrutta il suo "El critico" di Hernàn Guerschuny e invantaggio emotivo per assalire l'intimi- fine in anteprima "La educación del tà altrui e attrarre la sua vittima verso Rey" di Santiago Esteves. Tre gli eventi "il lato oscuro". La "Nueva Ola", sezio- speciali: "Vengo-Demone flamenco" di ne principale del Festival dedicata alle Tony Gatlif, il film per antonomasia produzioni spagnole dell'ultima sta- sul flamenco tratto da una sceneggiagione, comprende "Estiu 1993" (Vera- tura di David Trueba; quindi "El silenno 1993), autentica rivelazione dell'an- cio antes de Bach" del maestro Pere

LA RASSEGNA

Portabella; e "Una mujer fantastica", di Sebastian Lelio, Premio Oscar 2018 comefilmstraniero. BEATRICE E FRANCESCO Arricchiscono il programma e ampliano la proposta latinoamericana i corti di Fabrica realizzati dai fabricanti Tomàs Pichardo e Lorena Alvarado. "Cumbia de Piedra" esplora la cultura e i colori della Cumbia, mentre "Floating Island", basata su testimonianze reali, racconta l'odissea di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese, alla ricerca di una vita migliore. Entrambe le animazioni sono state realizzate da Tomàs Pichardo (Repubblica Dominicana). "Beatrice" e "Francesco" di Lorena Alvarado (Sudam erica) sono, invece, due cortometraggi che raccontano la vita straordinaria di altrettanti atleti paralimpici, Bebé Vio e Francesco Bettella, realizzati in collaborazione con Comitato Italiano Paralimpico Veneto.

Cultura

&Speuacoli

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LA MANIFESTAZIONE ITINERANTE

Il suggestivo manifesto del festival. A adestra, dall'alto, Peci io Aguilerae (in basso) l'argentino Santiago Mitre

Festival del cinema spagnolo fa tappa all'Edera di Treviso ^undicesima edizione è reduce dal successo di Roma e propone il meglio della cinematografia iberica, con attenzione anche per le opere sudamericane Dal 21 al 24 torna il Festival del Cinema Spagnolo al Cinema Edera di Treviso. Dopo aver celebrato a Roma la sua 1 l a edizione, il Festival si trasforma in itinerante, portando in varie altre città italiane una selezione del miglior cinema spagnolo e latinoamericano con i sottotitoli in italiano. Inaugura la tappa trevigiana Pedro Aguilera, tra i cineasti "engagé" spagnoli più in voga del momento. Già con la sua opera prima "Naufragios" è sta-

to selezionato a Cannes in lizza per la Camera d'Or. A Treviso presenterà "Demonios tus ojos", terzo lavoro del giovane cineasta basco, in concorso al Festival di Rotterdam e vincitore di due premi -miglior attrice e miglior attore- al Festival di Màlaga 2017: il film ha come protagonisti Ivana Baquero (la bambina di "Il labirinto del fauno" di Guillermo del Toro), e Julio Perillàn in un molo che rimanda direttamente al John Malkovich di "Le relazioni pericolose". Ot-

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timo "cinema scomodo", che non teme il confronto col tabù (Lunedì 21, ore 21:00). La Nueva Ola, sezione principale del Festival dedicata alle produzioni spagnole dell'ultima stagione, comprende "Estiu 1993", autentica rivelazione dell'anno, opera prima di Carla Simon, tenero ritratto del mondo dei bambini, visto dal loro punto di vista, scelto dalla Spagna come film per i Premi Oscar e vincitore di tre Premi Goya; "El Autor" di Manuel Mar-


tin-Cuenca, vincitore di 2 premi Goya e del Premio FIPRESCI al Festival di Toronto 2017; l'opera seconda di Oriol Paulo "Contratiempo", thriller ad alto voltaggio che racconta la vicenda di un giovane uomo d'affari che si sveglia in albergo con il cadavere della propria ragazza, con la porta chiusa da dentro e viene accusato di omicidio. C'è infine "Incerta Glòria", del maestro Agustì Villaronga, premiato con 7 Premi Gaudi: un potente affresco sulla Guerra Civile Spagnola. I titoli inediti non finiscono qui: il focus Argentina si compone di 3 opere prime. Si va da "El estudiante" del già consacrato Santiago Mitre, thriller e intrigo negli ambienti dell'Università a Buenos Aires; passando per "El critico", di LIernàn Guerschuny, in cui un critico amante del cinema d'autore vive sulla propria pelle, e con sconcerto, una commedia romantica; infine in anteprima "La educación del Rey" di Santiago Esteves, Premio Cine en Construcción a San Sebastiàn 2017, film con i toni epici del western e la snel-

lezza del thriller 3 gli eventi speciali: "Vengo-Demone flamenco", di Tony Gatlif, il film per antonomasia sul flamenco e la sue radici popolali, tratto da una sceneggiatura di David Trueba; "El silencio antes de Bach", gioiello cult di Pere Portabella e "Una mujer fantastica", l'ultimo dramma di Sebastiàn Lelio, Premio Oscar 2018 come Miglior film in lingua straniera (è il terzo film latinoamericano di sempre. Arricchiscono il programma e ampliano la proposta latinoamericana i corti di Fabrica realizzati da Tomàs Pichardo e LorenaAlvarado. "Cumbia de Piedra" esplora la cultura e i colori della Cumbia, mentre "Floating Island", basata su testimonianze reali, racconta l'odissea di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese, alla ricerca di una vita migliore. Entrambe le animazioni sono state realizzate da Tomàs Pichardo (Santo Domingo). "Beatrice" e "Francesco" di Lorena Alvarado sono, invece, due cortometraggi che raccontano la vita straordinaria di al-

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trettanti atleti paralimpici, Bebé Vio e Francesco Bettella, realizzati in collaborazione con Comitato Italiano Paralimpico Veneto. La celebre fotografa Isabel Munoz (World Press Photo Award) è l'autrice dell'immagine ufficiale dell' Ila edizione del Festival del cinema spagnolo 2018. Nata a Barcellona nel 1951, la Munoz è un'artista di fama internazionale. Le sue fotografìe sviluppate utilizzando un processo meticoloso e artigianale, sono esposte nella Maison Européenne de laPhotographie di Parigi, al New Museum of Contemporary Art a New York, al Contemporary Arts Museum di Houston o in collezioni private e mettono in evidenza il corpo umano, il rituale e la diversità culturale. Premio World Press Photo nel 1999 e nel 2004, Premio PhotoEspana nel 2009, Munoz è stata premiata nel 2016 con il Premio Nazionale di Fotografia in Spagna; la giuria ha motivato la decisione sottolineando l'accostamento nella sua opera "dell'impegno sociale con la ricerca della bellezza".

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Dal 21 al 24 maggio ilmultisala di Piazza d'Armi ospita le più premiate le più scomode e innovative pellicole dellascuola castiglianaebasca

Una immagine tratta dal film "Incierta Gloria"

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Giorno NOTTE


IL CINEMA SPAGNOLO AL ROSSINI • • Fino a oggi, domenica20 maggio, il Festival del Cinema Spagnolo arriva per la prima volta nel cuore di Veneziaal Cinema Rossini. Ospitedella tappa venezianasarà Pedro Agili lera, trai cineasti "engagé" spagnoli piùinvogadel momento. Già con la suaopera prima "Naufragios"èstato selezionato a Cannes in lizza per la Camera d'Or.

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IL CINEMA SPAGNOLO AL ROSSINI • • Fino al 20 maggio il Festival del Cinema Spagnolo arriva per la prima volta nel cuore di Venezia al Cinema Rossini. Ospite della tappa veneziana sarà PedroAguilera.trai cineasti "engagé" spagnoli più in voga del momento.Giàcon la suaopera prima "Naufragios"èstato selezionatoaCannesin lizza per la Camera d'Or.

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IL CINEMA SPAGNOLO AL ROSSINI • • D a l 18 al 20 maggio il Festival del Cinema Spagnolo arriva per la prima volta nel cuore di Venezia al Cinema Rossini. Ospite della tappa venezianasarà Pedro Aguilera.trai cineasti "engagé" spagnoli più in vogadel momento.Giàcon la suaopera prima "Naufragios"èstato selezionato a Cannes in lizza per laCamera d'Or.

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Film spagnoli, al Rossini va in scena il Festival CINEMA VENEZIA Dopo la celebrazione della sua undicesima edizione a Roma, il Festival del cinema spagnolo torna a farsi itinerante e approda a Venezia con un ciclo di iniziative e proiezioni in programma domani e il 20 maggio al Cinema Rossini. L'intento della trasferta rientra nella volontà degli organizzatori di portare in varie città italiane il meglio del più recente cinema iberico e latino-americano, in versione originale e sottotitolata. Ospite e protagonista della tappa veneziana sarà il regista e sceneggiatore Pedro Aguilera, che presenterà il suo "Demonios tus ojos" tra i film de La Nueva Ola: cineasta basco tra i più in voga del momento, è noto non solo al pubblico dei cinefili per la sua opera prima "Naufragios", selezionata a Cannes e in lizza per la Camera d'Or. Tale presenza nella città lagunare si accompagnerà alla presentazione del suo terzo lavoro, in concorso a Rotterdam e già vincitore di due premi al Festival di Malaga 2017. Oltre ai precedenti del regista, "Demonios tus ojos" ha tutte le carte in regola per affascinare il grande

pubblico anche quanto a protagonisti: Ivana Baquero, la bambina de "Il labirinto del fauno" di Guillermo del Toro, e Julio Perillàn, con un ruolo richiamante il John Malkkovich-Valmont de "Le relazioni pericolose" per mancanza di scrupoli e sfruttamento del vantaggio emotivo finalizzati al conseguimento dei suoi scopi. Che, va da sé, sono l'assalto all'intimità altrui e l'attrazione della vittima verso il suo lato oscuro. Il festival curato da Iris Martin Peralta e Federico Sartori per l'Ambasciata di Spagna propone altresì una selezione delle produzioni spagnole più significative dell'ultima stagione. Tra queste "A cambio ed nada" del pluripremiato Dani Guzmàn autentica rivelazione del cinema iberico. Oltre a "El olivo" di Iciar Bollain, scritto da Paul Laverty (lo sceneggiatore di Ken Loach) e con Anna Castillo che regala anima e cuore a uno dei personaggi femminili più appassionanti dell'ultimo cinema europeo. Tutte le opere sono in versione originale con sottotitoli in italiano. E il biglietto d'ingresso per ogni proiezione costa 7.50 euro (7 per studenti e over 65,6 family, studenti e fidelity card). Vettor Maria Corsetti B RIPRODUZIONE RI SERVATA

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Il Festival del cinema spagnolo al Farnese Continua al cinema Farnese il Festival del cinema Spagnolo. Oggi in programma quattro appuntamenti. Alle 16 il film El Autor di Manuel Martin Cuenca; alle 18, Vengo Demone Flamenco di Tony Gatlif (a seguire l'incontro con l'attore Juan Luis Corrientes); alle 20,15 PoesÏa sin fin di Jodorowsky e alle 22,30 Contrattempo di Oriol Paulo. • Cinema Farnese, piazza Campo de' Fiori 56. Oggi

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06-MAG-2018

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Cinema spagnolo gli anni della Guerra civile Il Festival del cinema spagnolo sarĂ ospitato al Farnese: tra gli ospiti l'attrice Angela Molina e il regista David Trueba; dalle ore 16, il film vincitore di 7 premi Gaudi "Incerta gloria" sul tema della Guerra civile.

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Cinema Farnese piazza Campo de 1 Fiori dalle 16, euro7, t e l . 0 6 . 6 8 6 4 3 9 5

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CINEMA/1

Festival del film spagnolo al Farnese Al Farnese da oggi all'8 maggio, il Festival del cinema spagnolo. Tra gli ospiti, l'attrice Angela Molina, che presenta, domenica, Quell'oscuro oggetto del desiderio (foto). Ad aprire il festival, oggi, Perfectos Desconocidos (foto), diretto da Alex de la Iglesia, remake di Perfetti Sconosciuti. Il film sarà presentato da Pepón Nieto. • Cinema Farnese, piazza Campo de' Fiori 56. Da oggi a martedì 8 maggio

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Cinema Spagnolo CINEMA FARNESE Undicesima rassegna dedicata alle novità e agli indediti del cinema iberico: La nuova ola. Ospiti l'attrice Angela Molina, i registi David Trueba e Ana Asensio (anteprima Most Beautiful Island), gli attori Pepón Nieto, Adelfa Calvo (Premio Goya 2018) e Juan Luis Corrientes. Campo de' Fiori, da oggi all'8/11, info cinemaspagna.org

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IL FESTIVAL

Festival del cinema spagnolo al Farnese Al Cinema Farnese dal 3 all'8 maggio, l'undicesima edizione del Festival del cinema spagnolo. Tra gli ospiti, l'attrice Angela Molina (foto), che presenterà al pubblico romano, domenica 6 maggio, il cult di Bunuel, Quell'oscuro oggetto del desiderio.Ad aprire il festival, giovedì 3 maggio, Perfectos Desconocidos, diretto da Alex de la Iglesia, remake del campione di incassi Perfetti Sconosciuti, di Paolo Genovese. Il film sarà presentato a Roma dall'attore Pepón Nieto. Cinema Farnese, piazza Campo de'Fiori 56. Dal 3 all'8 maggio

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Nuovo cinema spagnolo Al Farnese ifilmdei registi di oggi ma anche i classici Fra gli ospiti, Angela Molina on il suo volto intenso è stata ed è la musa, o l t r e che di Bufiuel, di Petri, Bellocchio, Almqdóvar, Tornatore. L'attrice Angela Molina sarà ospite del Festival del cinema spagnolo, al Farnese da giovedì all'8 maggio, con la direzione di Federico Sartori e Iris Martin-Peralta. Un panorama della cosiderta nueva ola: nuovi talenti e opere prime e seconde. Sguardi sull'attualità o sulla storia recente che conservano il segno di una cinematografia dalla forte identità. Dentro la realtà, ma aperta al sogno. La Molina presenterà domenica 6 il cult senza tempo di Bufiuel Cet obscur objet du désir. Il testamento del regista di Calanda, che così la lanciò. Altro ospite d'onore, il regista e scrittore David Trueba. Nel 2014 ha diretto La vita è facile ad occhi chiusi con cui ha vinto sei premi Goya: la vicenda del professore che, in pieno franchismo, insegnava inglese con i Beatles. Sua anche la sceneggiatura di Vengo-Demone flamenco, di Tony Gatlif, presentato dall'attore Juan Luis Corrientes. Atto d'amore per il flamenco.

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Ad aprire le serate del festival, giovedì 3, Perfectps desconocidos, diretto da Alex de la Iglesia, remake del campione di incassi Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese, con Pepón Nieto, il Battiston spagnolo. Tornerà al festival Agusti Villaronga con Incerta glòria, sulla guerra civile spagnola. Seguiranno El autor, di Manuel Martin-Cuenca, vincitore di due premi Goya per gli attori Javier Gutiérrez e Adelfa Calvo (quest'ultima ospite del festival), feroce satira sugli espedienti cui fanno ricorso gli autori. E Contratiempo, di Oriol Paulo: un giovane uomo d'affari si sveglia in albergo con il cadavere della propria ragazza, la porta chiusa da dentro. Estiu 1993 (Estate W93), opera prima di Carla Simon, regalerà altre sfumature: un tenero ritratto del mondo dei bambini, dal loro punto di vista. Chiuderà la selezione Demonios tus ojos, di Pedro Aguilera, sulla perdita dell'innocenza. Evento speciale Most beautiful island di Ana Asensio, presente martedì 8: una bella spagnola è invitata a una festa solo per farsi guardare. Ma una stanza nasconde un segreto.

Non mancherà la nuova ola latino-americana: il cosiddetto «cinema invisibile». Fra gli altri, l'argentino La educación del rey, di Santiago Esteves, quasi un western; Una mujer fantàstica del cileno Sebastiàn Lelio, Oscar come miglior film straniero, sui diritti Lgbt; Poesia sin fin del geniaccio Jodorowsky che traccia un personalissimo amarcord dai contorni onirici. E la prima volta presente il Brasile con As duas Irenes, di Fabio Meira, indagine sull'identità di un Paese. Curiosità: Isabel Muiìoz (World Press Photo) firma l'immagine ufficiale del festival: una nuvola di raso rosso da cui spuntano décolleté nere. Laura Martellini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Info • Info sull'undicesima edizione del Festival del cinema spagnolo, dal 3 e fino all'8 maggio al cinema Farnese (piazza Campo

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de' Fiori 56, telefono 06.6864395): www.cinemasp agna.org, oppure 380.5908856 o 340.5529271. Costo dei singoli biglietti d'ingresso alle proiezioni: intero 7 euro, ridotto 5 euro riservato a studenti e spettatori over 65. Film di apertura, biglietto unico 10 euro. Film di chiusura: biglietto unico 7 euro. È possibile acquistare un abbonamento a cinque film al costo di 20 euro totali (dal carnet sono però escluse le proiezioni iniziale e quella finale)


Immagini Nella foto grande, Perfectos Desconocidos di Alex de la Iglesia. Dall'alto, Incerta Glòria di Agustl Villaronga e Estiu 1993 (I/erano 1993) di Carla Simon

Cult Fernando Rey e Angela Molina in Cet obscur objet /-li i t4ne*\ir r\\rr\-\-¥r\

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Cinema Farnese Ospite d'onore la musa dei grandi registi Angela Molina

Al via il Festival del cinema spagnolo • Il Cinema Farnese di Campo de Fiori dal 3 all'8 maggio 2018 ospita l'undicesima edizione del Festival del cinema spagnolo, che proseguirà da maggio a dicembre in oltre 10 città italia-

ne. Tra gli ospiti del festival diretto da Federico Sartori e Iris Martin-Peralta - l'attrice Angela Molina, che presenterà al pubblico romano, domenica 6 maggio, il cult senza tempo di Luis Bunuel, Cet

obscur objet du désir (Quell'oscuro oggetto del desiderio). Nata a Madrid, Angela Molina è la musa, oltre che di Bunuel, di registi quali Elio Petri, Gillo Pontecorvo, Marco Bellocchio, Lina

Carriera Angela Molina

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Wertmùller, Bigas Luna, Sergio Castellino, Marcello Mastroianni, Ridley Scott, Pedro Almodóvar, Giuseppe Tornatore e i fratelli Taviani. Altro ospite d'onore, il regista e scrittore David Trueba.


"Sul set soffro e mi diverto, reciterò fino all'ultimo giorno della mia vita" L'interprete spagnola di cinema e teatro: "Esordire con un genio come Bunuel è stato un dono" FULVIA C APRARA ROMA

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a prima volta che ha girato un film aveva 16 anni. Su quel set, in uno di quegli attimi perfetti che segnano la vita delle persone, Angela Molina ha avuto una folgorazione: «Appena ascoltata la parola "azione", ho iniziato a girare la mia scena. Dovevo bere da una fontanella, era una giornata di primavera con una luce incredibile, prendevo l'acqua con le mani, l'ho vista brillare, mi sono sentita come un pesce che nuotava, ho avuto la coscienza che altri, vedendomi, avrebbero provato quella stessa sensazione. E ho pensato "oddio che felicità", voglio fare per sempre questo. Mi sono resa conto che, tra me e quello che stavo vivendo, c'era un'affinità totale». Da allora, con quella certezza in testa e con il dono di una bellezza sanguigna, Molina ha intrapreso una carriera che l'ha portata molto spesso in Italia, che le ha aperto le porte del cinema, del teatro, della tv, e che, 40 anni fa, le ha fatto incontrare Luis Bunuel con cui ha vissuto l'esperienza fondamentale di Quell'oscuro oggetto del desiderio. Che cosa ricorda di quel set? «H sorriso e gli occhi illuminati di Bunuel, un uomo geniale, sapiente, generoso, estremamente sofisticato, ma anche dotato della potenza e della libertà di un bambino. Per me quella lavorazione è stata come un dono. Quando ci siamo conosciuti, lui era già molto avanti con gli anni, quello fu il suo ultimo film. Prima della morte l'ho rivisto a Madrid,

per un omaggio organizzato dal Centro culturale. Ero incinta della mia prima figlia, Olivia, e lui mi disse: "Angela, preparati, perché facciamo La casa di Bernardo Alba e tua mamma sarà Sofia Loren". Era ancora pieno di progetti e di entusiasmo». Ha recitato con i più importanti registi italiani, a iniziare da Luigi Comencini che la volle per L'ingorgo. «Era un set incredibile, c'erano tutti i più grandi, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, io li adoravo. Comencini era molto affettuoso e insieme rispettoso, la sua era una presenza paterna, e per me è stato importante, perché la mia era una scena difficile, venivo violentata. Di quelle riprese, tutti chiusi nello spazio circoscritto di un'autostrada bloccata, mi è rimasta la gioia, un senso contagioso di benessere». Con Marco Bellocchio ha girato Gli occhi, la bocca. Come andò? «Quando Bellocchio venne a cercarmi ero incinta di 9 mesi. Lui è stato meraviglioso, mi ha detto che mi avrebbe aspettata. Così ho partorito Matteo, il secondo figlio, e ho iniziato le riprese mentre allattavo. Mi sentivo molto fortunata, in quella prova ho portato la purezza che viene dall'arrivo di un neonato. Ho rivisto il film di recente e ci ho trovato qualcosa che non mi aspettavo. Bellocchio è così, con delicatezza e intensità, ti porta a esplorare luoghi che vuoi scoprire e che ti regalano nuove consapevolezze». Come si è trovata con Lina Wertmùller, che l'ha diretta in Un complicato intrigo di donne, vi-

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coli e delitti! «Con lei è stato amore totale, mi ha aiutato a catturare lo spirito del Sud e, grazie al personaggio di Nunziata, ho vinto un David di Donatello. Lina è straordinaria, ha una forza pazzesca, una carica teatrale e popolare, nel lavoro va avanti come un treno, inarrestabile. E poi giravamo a Napoli, una città a cui sono molto legata. Nel film avevo un figlio piccolo, conobbi la sua famiglia e una sua sorellina, Giusi, che aveva due occhi enormi e veniva tutti i giorni sul set a vedermi recitare. Nacque un affetto incredibile, siamo rimaste in contatto per anni». Di recente ha lavorato di nuovo in Italia, in L'uomo che comprò la luna di Paolo Zucca.Che storia è? «E una sorta di allegoria sui nostri tempi, una commedia soprannaturale e divertente in cui si immagina di recuperare la poesia della vita attraverso i sogni. Una specie di allucinazione, io interpreto una donna che ha conosciuto l'amore e che è diventata proprietaria della luna. Lavorare con i giovani è bello, si crea sempre una relazione vera e spontanea». Per tutta la vita ha fatto i conti con la bellezza. Facile o difficile? «La bellezza è come la gioventù, quando ce l'hai te la godi e basta, non stai lì a pensarci. Poi, quando è passata, capisci di averla avuta, la ritrovi nei figli e nei nipoti, sai che diminuisce, ma non ti interessa, è come un fiume che scorre meno impetuoso di prima. Non mi sono mai preoccupata di non avere più l'aspetto della giovinezza, riconosco il valore di altre virtù, penso che la vita sia bella fino in fondo. Poi guardo mia madre, e mi sembra bellissima, anche al-


la sua età». È l'anno del caso Weinstein e delle mobilitazioni femminili contro molestie e strapotere maschile nel lavoro. Che ne pensa? «È un argomento su cui c'è tanto da dire, non mi è mai successo di essere molestata, ma, quando ho visto quello che si è mosso, dalla vicenda Weinstein in poi, sono rimasta molto colpita. Ho pensato alle cose che succedono e che non si vengono a sapere, a quanto questo sia triste, e al coraggio di una persona che, denunciando, può aiutarne tante altre. Personalmente ri-

tengo che, in certi casi, l'istinto sia una guida infallibile, se non mi trovo bene in un posto, me ne vado. Ma ci sono persone diverse, che magari non hanno avvertito quella sensazione, e verso cui nutro totale rispetto». Aun certo punto della sua carriera è arrivato il teatro. Come mai? «Il cinema mi voleva tutta per lui, e io sono stata leale fino in fondo. Poi è successo che un regista mi ha chiesto di recitare in una versione per il palcoscenico del Laureato insieme a mia figlia Olivia. Avevo una voglia

Chi è Nata a Madrid il 5 ottobre 1955, figlia del cantante e attore Antonio, è tra le attrici spagnole più premiate e acclamate. Ha cinque figli

Ieri Il grande successo arriva con Quell'oscuro oggetto del desiderio (1977), ultimo film di Luis Bunuel. Dal 2002 recita a teatro

oggi E ospite d'onore a Roma dal 3 all'8 maggio dell'undicesimo Festival del cinema spagnolo

tremenda di lavorare con lei, l'ammiro tanto, è così innamorata del teatro. Ho detto sì». Adesso che cosa sta facendo? «Sto girando in Francia una serie tv su Victor Hugo e poi preparo, con una pianista di Buenos Aires, uno spettacolo che è una raccolta di antichi Boleri». Cosa significa per lei recitare? «Morirò recitando, essere attrice per me è tutto, mi godo la vita attraverso il mio lavoro e soffro attraverso il mio lavoro. E con il tempo tutto questo aumenta, e non finirà mai».

La bellezza? Te la godi quando ce l'hai: non mi sono mai crucciata di non avere più un aspetto giovane Recentemente ho lavorato con Paolo Zucca: sta re coni giovani è bello, si crea una relazione vera Sul tema molestie penso che in certi casi l'istinto sia una guida infallibile: se non mi trovo bene me ne vado Angela Molina attrice spagnola

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WALT D£NEY STUDIOS/EVERETT/CONTRASTO

Angela Molina, 62 anni

«Quell'oscuro oggetto del desiderio» (1977)

«Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti» ('86)

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A teatro nel «Laureato» con la figlia Olivia (2002)


Nel Palazzo Gii il meglio della produzione iberica e latinoamericana: presente il regista Agustì Villaronga

In Molise il Festival del cinema spagnolo

CAMPOBASSO. Inizia domani a Campobasso, dopo l'esordio romano, l'undicesima edizione del Festival del Cinema Spagnolo, che proseguirà fino a dicembre in altre 10 città italiane. Lo spazio (per il secondo anno consecutivo) è quello dell'auditorium del Palazzo Gii in Via Milano, la formula resta quella delle scorse edizioni con due proiezioni giornaliere. Il festival promosso da Exit Media e dall'Ufficio Culturale dell'Ambasciata di Spagna, vede la partnership dell'Associazione musicale Thelonious Monk, del collettivo KMD e il patrocinio della Fondazione Molise Cultura, è una manifestazione itinerante che fin dai suoi inizi promuove in tutta la penisola il cinema di qualità spagnolo e latinoamericano, con l'obiettivo di creare ponti con l'Italia, nell'ottica di una reciproca condivisione che alimenti lo scambio e le possibili coproduzioni. Le proiezioni sono in alta definizione e sempre rigorosamente in versione originale con sottotitoli in italiano. Ad aprire le serate del festival, domani sera alle ore 19 il film "El Autor", di Manuel Martin-Cuenca, vincitore di 2 premi Goya per gli attori Javier Gutiérrez e Adelfa Calvo che sarà ospite del festival - e Premio FlPRESCI al Festival di Toronto 2017, adatta-

mento del romanzo El móvil (Il movente), di Javier Cercas. Alle 21 la pellicola "Perfectos Desconocidos", diretto da Alex de la Iglesia, remake del campione di incassi Perfetti Sconosciuti, di Paolo Genovese. Il regista maiorchino Agustì Villaronga sarà invece ospite della serata di sabato con suo ultimo film, "Incerta Glòria" (ore 21), premiato con 7 Premi Gaudi, che affronta la Guerra Civile Spagnola, tratto da un classico della letteratura catalana. Cineasta di culto, esordisce con "Tras el cristai", spiazzando la critica alla Berlinale del 1986. Il successo definitivo arriva con "Pa negre" (2010), trionfatore ai Goya di quella stagione. Prima della pellicola di Villaronga, alle 19 sarà proiettato sarà presentato, in anteprima, il film argentino "La Educación del Rey", opera prima di Santiago Esteves, che uscirà in sala distribuito da Exit Media. Premio "Cine en Construcción" al Festival di San Sebastiàn 2017, il film ha i toni epici del western e la snellezza del thriller. Domenica 10 giugno la chiusura con altre due proiezioni: alle 19 un film per chi ama il flamenco. "Vengo demone flamenco" con la regia di Tony Gatlif è stato presentato alla 57a Mostra di Venezia, e scritto da David

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Trueba seguendo le improvvisazioni che nascevano sul set. "Vengo" è il film per eccellenza sul flamenco, protagonista Antonio Canales, il grande ballerino di flamenco, nel memorabile ruolo di Caco. Colonna sonora travolgente. Infine il festival chiude con un thriller magistrale come "Contratiempo", opera seconda di Oriol Paulo: un giovane uomo d'affari si sveglia in albergo con il cadavere della propria ragazza, con la porta chiusa da dentro e viene accusato di omicidio. OM

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La Repubblica GENOVA

20 octubre 2018



SETTIMANALI


ZOOM IRENE! BIGNARDI

Da Wilder a Bunuel tutti i "viali del tramonto" dei grandi del cinema ipeness is ali, la maturità è tutto, dice Re Lear nel quinto atto del dramma shakesperiano. Ed è quello che pensano molti critici e storici del cinema circa la filmografia di alcuni autori importanti, che avrebbero dato il meglio di sé quando ormai erano pronti al grande addio. Anche se, ovviamente, esiste un partito che sostiene il contrario e preferisce la freschezza delle nuove voci. Come dire Prima della rivoluzione di Bertolucci contro il felliniano La voce della Luna. Di questo scontro generazionale parla la raccolta di saggi Sentieri del cinematografo. Sguardi teorici e percorsi nella pratica (Marsilio, pp. 136, euro14) con cui Giorgio Tinazzi analizza i «film testamentari», quelli cioè che riassumono e ridiscutono i temi e il senso del percorso creativo di questi autori. Sia chiaro, non mi provo neanche lontanamente a "recensire" le assai complesse pagine di Tinazzi. Ma il caso vuole che tra i sei film testamentari di cui ci parla ce ne siano almeno quattro che fanno parte della mia cineteca ideale. E che accanto a La signora della porta accanto di Francois Truffaut, accanto WILLIAM HOLDEN IN UNA SCENA a Lola Montès di Max Ophùls, accanto DI FEDORA. FILM a Quell'oscuro oggetto del desiderio DIRETTO DA BILLY WILDER NEL 1978 di Luis Bunuel ci sia Fedora. un mitico film di Billy Wilder. praticamente scomparso, affidato in sostanza alla memoria di chi lo vide all'epoca (1978). Un perfetto complemento a Viale del tramonto. Dove William Holden. che avevamo lasciato a galleggiare nella piscina di Norma Desmond con una pallottola in pancia, insegue Fedora/Marthe Keller, la diva che non vuole più mostrarsi in pubblico e che si difende dal mondo nascondendosi a Corfù, dove coltiva un'eterna giovinezza a botte di ormoni e di chirurgia estetica. Senza riuscire però a mascherare l'invecchiamento delle mani, che rivelano la sua rispettabile età. Ma se è difficile trovare Fedora. non è difficile trovare Quell'oscuro oggetto del desiderio. che sta facendo il giro d'Italia con il Festival del cinema spagnolo, ancora adesso sconcertando il pubblico, così sorpreso di fronte allo sdoppiamento della protagonista (Angela Molina / Carole Bouquet). E sbaglierei se dicessi che sotto il gusto per il surreale nell'addio di Bunuel c'è una buona dose di antifemminismo?

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DG CINEWS del MIBACT 22 marzo 2018

Al via a Roma, dal 3 all’8 maggio 2018 e a seguire in numerose città italiane l’undicesima edizione del Festival del cinema spagnolo. Il Festival prosegue da maggio a dicembre in oltre 10 città italiane. È pubblica l’immagine ufficiale dell’11a edizione del Festival del cinema spagnolo, opera della fotografa Isabel Muñoz. Nata a Barcellona nel 1951, la Muñoz è un’artista di fama internazionale. Le sue fotografie sviluppate utilizzando un processo meticoloso e artigianale, sono esposte nella Maison Européenne de la Photographie di Parigi, al New Museum of Contemporary Art a New York, al Contemporary Arts Museum di Houston o in collezioni private e mettono in evidenza il corpo umano, il rituale e la diversità culturale. Premio World Press Photo nel 1999 e nel 2004, Premio PhotoEspaña nel 2009, Muñoz è stata premiata nel 2016 con il Premio Nazionale di Fotografia in Spagna; la giuria ha motivato la decisione sottolineando l’accostamento nella sua opera “dell’impegno sociale con la ricerca della bellezza”. Dopo Roma, il Festival, organizzato da EXIT Media e dall’Ufficio Culturale dall’Ambasciata di Spagna in Italia, e diretto da Federico Sartori e Iris MartinPeralta, si trasforma in evento itinerante e si svolgerà durante l’anno fino a dicembre. Per ulteriori informazioni: www.cinemaspagna.org

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MENSILI


LA FRECCIA Maggio 2018

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CIAK Maggio 2018

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BEST MOVIE Maggio 2018

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RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO Maggio 2018

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VIVILCINEMA Marzo / Aprile 2018

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17-08-2018

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00-09-2018

Ana Asensio in una scena di Most Beautiful Island. f L A

S C E L T A

D I

C A N O V A

Most Beautiful Island Ana Asensio mette in scena se stessa nei panni di una donna col cuore a brandelli e con l’anima in pena, disposta a tutto per sopravvivere LA PAGANO 2 MILA DOLLARI. Lei deve solo indossare un abitino nero corto, scarpe coi tacchi e partecipare a un party “esclusivo”. Nient’altro? Niente che lei non voglia fare, le garantisce l’amica russa. È sola a New York, sta scappando da un passato doloroso e per sopravvivere si barcamena con lavoretti sottopagati. Duemila dollari fanno comodo. E poi, pare un impegno senza rischi. Pare. Perché appena arrivata al party lei si rende conto che qualcosa non va. E comincia a sentire l’inquietudine che sale. Opera prima di Ana Asensio che qui è regista, sceneggiatrice, interprete principale e co-produttrice, Most Beautiful Island è un “CHIUNQUE thriller al femminile che VADA SUL WEB PER dosa sorprese e suspense COMPRARE PANNOLINI riuscendo a offrirci il O FORMAGGINI TROVA ritratto emozionante di NORMALE PAGARLI. una donna sola e ferita. PERCHÉ MOLTI In una New York torbida PRETENDONO INVECE e spettrale, Ana mescola CHE I FILM O LA MUSICA la lezione di Cassavetes e SIANO GRATIS?” dei fratelli Dardenne (nella Gianni Canova prima parte) e quella di Roman Polanski (nella seconda) per mettere in scena una donna col cuore a brandelli e con l’anima in pena. Da brivido. Most Beautiful Island di Ana Asensio con Ana Asensio e Natasha Romanova

Il critico cinematografico Gianni Canova. Infostampa S.r.l.s. - Ritaglio stampa ad esclusivo uso privato

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00-09-2018

Cinema Wow a cura di Sara Del Corona

LEZIONI DI VOLO

È migrata a New York per vedere cosa sarebbe stata capace di fare. Risultato: un film sorprendente, per cominciare. Ana Asensio è una vera specialista in salti nel buio UN CERCHIO DI RAGAZZE vestite di nero. Aspettano di essere scelte: una a una, entreranno in una stanza dove non si capisce cosa succeda. È uno strano party e sono state pagate per partecipare. Ma le loro facce, compresa quella della protagonista Luciana, sono terrorizzate. Fermiamoci qua, e spostiamo l’inquadratura su Ana Asensio, quarantenne regista di Most Beautiful Beautifu f l Island d (dal 16/8 in sala), un film sorprendente che riesce, con un budget molto basso, a toccare alte vette di suspense e anche qualcosa di più profondo e nascosto. Il suo film parla di salti nel buio. Cosa ne sa, lei? Ero molto giovane quando ho messo poche cose in valigia e da Madrid sono andata a New York. Volevo uscire dalla mia comfort zone, assaggiare i miei limiti in un Paese di cui conoscevo poco anche la lingua. Ho incontrato molte donne in condizioni simili alla mia. Alcune avevano sogni precisi, altre non sapevano che cosa volevano. Venivamo da background diversi. Ma condividevamo due cose: la vita di prima ci stava stretta e ci trovavamo ad affrontarne una nuova, dura, lottando senza un Social Security Number (l’assicurazione sanitaria, ndr), lavorando in nero. Esponendoci, per sopravvivere, a situazioni difficili. Perché ha dedicato il film a suo padre? Quando è morto, nove anni fa, ho riconsiderato tutto nella mia vita. Ho deciso che non c’era tempo

da perdere, se avevo dei desideri dovevo lavorarci senza paure. Il primo era mettere la mia storia in un film, così mi sono decisa a fare il salto, stando, oltre che davanti, dietro la macchina da presa, cercando anche i fondi per produrlo. Ha tre consigli da dare a chi si è appena trasferito in un altro Paese in cerca di futuro? Qualcosa di utile per non perdere il contatto con se stesso... 1) Trova un posto che ti faccia sentire al sicuro e più “vicino” a casa tua, dove rifugiarti nei momenti di spaesamento. Può essere una chiesa, se credi. Per me è sempre un parco. I parchi di tutto il mondo sono simili, e guardare gli alberi ha il grande potere di rimetterti in sesto. 2) Ogni mattina, appena ti svegli, chiediti: perché oggi sono qui? Oggi. Non il prossimo mese. Devi trovare una ragione e delle cose da fare per ogni singolo giorno. 3) Mentre sei in cerca di opportunità, non dimenticare di mangiare, anzi mangia agli stessi orari di prima e cucinati spesso le cose che faresti a casa. Il cibo è una delle fondamentali fonti di equilibrio e spiritualità. MOST BEAUTIFUL ISLANDdi Rezo Gigineishvili, con di Ana Asensio, con Ana Asensio, Natasha Romanova, ★★★1/2 David Little, Nicholas Tucci

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14-08-2018

Il cinema Il coraggio di Ana Asensio PAOLA ZONCA, pagina XVIII

Ana Asensio, regista e interprete di “Most beautiful island”

XVIII Martedì 14 agosto 2018

Visioni del cuore

S P E T T A C O L I

“Most beautiful island” ritratto di donna sola tra critica sociale e un finale thriller PAOLA ZONCA

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eccato che esca proprio il giorno dopo Ferragosto il film d’esordio alla regia dell’attrice madrilena, qui anche sceneggiatrice e interprete, Ana Asensio, dal 2001 residente a New York. Perché Most beautiful Island, presentato all’ultimo Festival di Torino e vincitore di vari premi internazionali, non sarà un capolavoro (c’è infatti qualche ingenuità di troppo) ma ha tratti di originalità e coraggio che non possono essere trascurati e che promettono bene per la futura carriera dell’autrice. Dietro l’operazione c’è il produttore-guru del cinema horror indipendente Larry Fessenden, che si ritaglia anche un laidissimo ruolo con

quella sua faccia da Jack Nicholson più rozzo. Ma non si tratta di un horror, bensì di un lavoro in parte autobiografico e basato su fatti realmente accaduti, con elementi mistery e thriller che si inseriscono perfettamente nella storia di una giornata della vita della protagonista. La partenza è nel segno della critica sociale e di un intimismo drammatico che si richiama (per stessa ammissione della regista) a Cassavetes, ai Dardenne e alla new wave romena. Asensio è Luciana, una bella e giovane donna dagli occhi tristi e dall’espressione tormentata che è fuggita dalla Spagna dove è stata causa di una tragedia, come si deduce da una telefonata con la madre.

In una Grande Mela brulicante e multietnica, dove spera di realizzare il suo personale american dream, è pur sempre un’immigrata senza permesso di soggiorno e assicurazione sanitaria, tanto da sbarcare il lunario come può: fa pubblicità per strada ad un fast food travestita da pollo, cura due insopportabili bambini, rubacchia nei negozi. È anche un po’ depressa e ha attacchi di panico, che si materializzano in una lunga fila di scarafaggi che sbucano dal muro invadendo la vasca da bagno dove è immersa. La svolta sembra arrivare quando un’amica russa le propone l’occasione d’oro per risolvere tutti i suoi problemi: partecipare a un party

ricevendo in cambio 2 mila dollari. Qui l’inciampo nella sceneggiatura è evidente (chi si fiderebbe di una trappola così scoperta?), ma è proprio questo l’espediente narrativo che consente al film di cambiare registro con i suoi dieci minuti conclusivi ad alto tasso adrenalinico. Dal ritratto di una donna sola si passa, tra scantinati, botole e un seminterrato claustrofobico, a un gioco perverso e sadico nel quale un gruppo di ricconi annoiati e ben vestiti scommette sulla vita di povere ragazze che farebbero di tutto pur di raggranellare qualche soldo. Svelare l’arcano significherebbe togliere la sorpresa allo spettatore, si

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può anticipare soltanto che gli insetti tornano, e questa volta sono ragni dal morso mortale. Girato con pochissimi mezzi e in 16 mm, Most beautiful Island è incentrato su Luciana, con la macchina da presa che sta addosso al suo corpo e al suo viso per tutta la durata del lavoro. A renderlo interessante è uno sguardo al femminile sul dolore e la sofferenza, ma anche l’abilità di tenere alta la tensione con un impatto visivo crudo e allo stesso tempo leggero e delicato. E il finale, quasi liberatorio, è simboleggiato da un gelato, a sottolineare forse il superamento (almeno parziale) del trauma psicologico vissuto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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02-08-2018

CINEMA. In sala dal 16agosto l’esordio alla regiadella giovane attricespagnola Ana Asensio

«MostBeautiful Island» la paura in una stanza

Unafoto di scenatratta dal thriller-noir«Most BeautifulIsland»

Unthriller-horror conprotagonista una ragazza da pocoemigrata aNew York che insegue il sogno americanoe si ritrova in unasituazionemisteriosa ROMA

Se amate le atmosfere cupe e non soffrite di aracnofobia, non perdete questo thriller-noir dalle venature horror in sala dal 16 agosto distribuito da EXIT media. Si tratta di «Most Beautiful Island», esordio alla regia del-

la giovane attrice spagnola Ana Asensio che vi recita anche nel ruolo della protagonista. Girato in 16mm il film, interpretato oltre che dalla regista anche da Natasha Romanova, David Little, Nicholas Tucci, Larry Fessenden e Caprice Benedetti, ha un pedigree non da poco: ha partecipato a numerosi festival,

tra cui quello del Cinema Spagnolo di Roma, e ha vinto poi il Premio speciale della Giuria all’ultimo SXSW di Austin (Stati Uniti). Protagonista di questo film indipendente low budget è Luciana (Asensio), giovane spagnola da poco emigrata a New York che insegue come tante il sogno americano. So-

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la e senza documenti, la donna fa di tutto pur di sopravvivere: dalla baby sitter alla donna sandwich per una delle tante catene di pollo fritto della grande mela. Ma i soldi non bastano mai. Fino a quando riceve una proposta economicamente davvero allettante, ma altrettanto misteriosa. Le vengono offerti duemila dollari per andare ad una festa «esclusiva» vestita in elegante abito nero. Non si tratta però di olgettine: l’amica russa che le ha procurato il contatto, le ha più volte assicurato che non è prostituzione, ma solo la partecipazione a un gioco davanti a un ristretto gruppo di ospiti ricchi e stravaganti. Luciana accetta e si ritrova in un buio scantinato dove molte donne, proprio come lei, sono in attesa di entrare in una stanza misteriosa da dove vengono, di volta in volta, applausi e urla. Cosa mai succede in quella stanza? Nessuno dice nulla e la paura in Luciana monta lentamente davanti al mistero di ciò che accadrà quando toccherà a lei attraversare la porta. «Non si può dire che sia un film autobiografico - spiega la regista - anche se alcune cose strane mi sono capitate. Ho accettato lavori inimmaginabili a New York e la pressione di non avere nè amici nè la famiglia ti genera molta ansia. Ho conosciuto però persone che hanno fatto cose simili per cominciare una vita nuova». •

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VENERDI' 10 AGOSTO 2018 pag. 25


00-08-2018

arte e spettacolo

most beautiful island

CINEMA

Molti e complessi i temi trattati dal nuovo film di Ana Asensio, dall’immigrazione al lavoro, dalla condizione della donna alla vita indifferente nelle metropoli

Nelle foto, Ana Asensio, nei panni di Luciana, protagonista del film ispirato alla sua vita.

Ci sono alcuni temi delicati e attuali, nel film Most Beautiful Island della regista e attrice spagnola Ana Asensio, già presentato in numerosi festival e in arrivo nelle sale dal 16 agosto prossimo. Si parla di persone che hanno lasciato il proprio Paese per cercare sorte migliore altrove (in questo caso l’America, New York più nel dettaglio), e di donne sole che per sopravvivere si ritrovano a subire inaccettabili imposizioni da parte di un potere meschino e indifferente. Si racconta, infine, di una società squilibrata, spaccata in due tronconi diversissimi: pochi facoltosi da una parte, intenti a contrastare la propria noia abusando dei più fragili, e tanti corridori urbani dall’altra, soli e a testa bassa, ognuno concentrato sul proprio terrore di non riuscire a farcela. Milioni di particelle nervose che schizzano da una metro all’altra, da un marciapiede all’altro, mentre rimbomba

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inquietante e ossessiva nelle loro orecchie la parola “lavoro”. È la storia di Luciana (interpretata dalla regista stessa, qui all’esordio nel lungometraggio), una donna spagnola con un passato per nulla facile alle spalle, che nella grande mela, senza permesso di soggiorno e senza assicurazione sanitaria, non ha trovato l’America ma solo piccolissimi lavori che

non le bastano a smettere di avere paura. Un giorno, una persona che conosce non benissimo, le offre un impiego semplice, a suo dire, e ben pagato. Luciana dovrà presentarsi a una festa privatissima con un vestito nero e tacchi alti. «Non devi far altro», le viene assicurato, ma non è così, e la donna sarà costretta a mettere seriamente a rischio la sua vita, cercando di

cittànuova n.8 | Agosto 2018

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Felice Casorati, “La preghiera” (1914). Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona.

ribellarsi al sopruso e lottando per venire fuori da quel fulmineo incubo. Ce la farà, anche grazie alla fortuna, ma lo sguardo che getta dal ponte, alla fine di quella triste vicenda, contiene riflessioni amare sul modo in cui è organizzata la società contemporanea, non solo, forse, nelle grandi metropoli. Viene in mente, ancor prima che Eyes Wide Shut di Stanley

Kubrick – sicuramente calzante per la seconda parte del film –, Un uomo da marciapiede di John Schlesinger, dove già era protagonista una New York cinica e degradata, in cui il sogno di qualche disgraziato si trasformava rapidamente in un incubo. Ma se quello era un film tutto maschile, qui la femminilità è protagonista, e lo sguardo del gruppetto di donne

(alcune immigrate) che si ritrovano assieme a Luciana nel party dei potenti, comunica silenziosamente più di tante parole. Sono contornate da un cerchio di gesso bianco e a ognuna corrisponde un numero: altra piccola sintesi di un tema gigantesco e doloroso, quello di chi, condotto dalla disperazione e dalla povertà in una terra sconosciuta, non viene considerato nella sua umana identità. L’accoglienza, troppo spesso, si trasforma in sfruttamento, a diversi livelli, quando invece – come ci racconta il cinema stesso con i suoi film più costruttivi sull’immigrazione – l’altro può diventare risorsa attraverso la relazione umana. In questo senso arrivano storie bellissime da film in cui il dolore degli ospitati si fonda prima con l’empatia e poi con il sentimento di amicizia da parte degli ospitanti: Welcome, di Philippe Lioret, del 2009, ci parla di questo, così come Miracolo a Le Havre e L’altro volto della speranza, entrambi di Aki Kaurismaki (il primo del 2011 e il secondo del 2017), senza dimenticare L’ospite inatteso di Thomas McCarthy, del 2007, dove un anziano professore di economia, ormai vedovo, rivede il suo cuore battere appieno attraverso l’incontro con una coppia di immigrati irregolari: siriano lui, Tarek, musicista, e africana lei, Zainab, che costruisce gioielli. Siamo di nuovo a New York, proprio come nel film della Asensio, ma stavolta, nella stessa città fredda e umanamente distratta del film spagnolo, sorgono certe salvifiche, piccole e infinite isole di accoglienza e di libertà, in quella terra che un tempo si descriveva dell’accoglienza e si definiva orgogliosa di incarnare questi nobili e fondamentali valori umani. Edoardo Zaccagnini

cittànuova n.8 | Agosto 2018

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19-08-2018

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21-08-2018

Corriere della Sera Martedì 21 Agosto 2018

GUIDA ai

FILM a cura di Maurizio Porro

DRAMMATICO

Most beautiful island La regista spagnola Asensio, anche interprete, debutta in 16 mm. con la storia di un’immigrata a Manhattan (isola felice, tra virgolette) senza soldi che accetta per 2000 dollari un lavoro a un party serale non solo misterioso, spaventoso. Accaduto davvero? L’incubo funziona, complici claustrofobia, dignità e il ragno più velenoso che ci sia.

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14-08-2018

NON SOLO SALA

Nonostante le temperature bollenti, la classifica resta sostanzialmente congelata: la mancanza di veri concorrenti permette al campione d’incassi Jurassic World: Il regno distrutto di stazionare in top ten da ormai oltre due mesi, mentre a parte qualche brivido horror (La prima notte del giudizio, Hereditary - Le radici del male) hanno saputo smuovere il box office solo le affascinanti ladre di Ocean’s 8, reginette del botteghino. Quella di Ferragosto non è una settimana favorevole per le sale, ma in questa settimana escono una manciata di titoli che sfidano la sorte: dal 14 agosto il supereroico Marvel Ant-Man and the Wasp (vedi servizio da pagina 15), lo young adult Darkest Minds e l’horror italiano The End? - L’inferno fuori, forte di un’ottima media voto; dal 15 agosto la commedia Crazy & Rich

a cura di ILARIA FEOLE

(recensione sul prossimo numero); dal 16 agosto il drammatico Most Beautiful Island (foto a lato) e il biopic sportivo ( La vera storia di Olli Mäki. Dal catalogo di Netflix vi proponiamo due titoli di origine festivaliera: dalla Mostra di Venezia 2017, dove era stato presentato fuori concorso, il doc The Devil & Father Amorth, ultima fatica del grande William Friedkin che ha spaccato la critica anche a Film Tv (basta dare un’occhiata ai voti in tabella); dal Tribeca 2018 la commedia a basso budget Duck Butter, co-prodotta dai fratelli Duplass. Proseguono inoltre le anteprime legate all’iniziativa CinemaDays: nelle sale aderenti, il 16 agosto sarà possibile vedere Resta con me (uscita ufficiale 29 agosto), il 17 Dog Days (uscita 13 settembre) e il 18 Teen Titans Go! - Il film (uscita 6 settembre) Tv

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©EXIT MEDIA

CINERAMA

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14-08-2018

©EXIT MEDIA

MOST BEAUTIFUL ISLAND

L’isola più bella è Manhattan e, come una lunga lista di film ambientati nella Grande mela, anche l’esordio alla regia dell’attrice spagnola Ana Asensio (premiato al festival SXSW 2017) si apre sulla brulicante folla metropolitana. L’incipit ipnotico segue (casualmente?) alcune passanti, e poi sceglie Luciana (la stessa Asensio): immigrata, senza documenti e senza soldi, un micro-appartamento fatiscente, un lavoretto mattutino in costume da sexy pollo, un altro pomeridiano come babysitter di due inaffrontabili mocciosi. Sul confine del documentario, in un 16 mm contrastato e pastoso, il film si àncora a Luciana e alla sua quotidianità senza tregua, tenendo ai margini quel che dell’isola più bella non si vede quasi mai: un dietro le quinte fatto di vicoli lerci, retrobottega, botole, cucine fumose di locali loschi, finché arriva la svolta destinata a cambiare tutto. Cioè l’offerta di un lavoro che non si può rifiutare: 2.000 dollari solo per presenziare a un party, in abitino nero e tacchi alti. Nei titoli di testa c’è la Glass Eye Pix di Larry Fessenden (casa di produzione di indie horror, ma anche di alcuni lavori di Kelly Reichardt), e infatti, a questo punto, Most Beautiful Island s’impenna in una tensione claustrofobica e quasi insostenibile: in uno scantinato industriale, i dialoghi ridotti al minimo, un fuoricampo ignoto buco nero di terrore, dopo averci agganciato al punto di vista di Luciana ci obbliga a rivivere in forma thriller la sperequazione che alla luce del sole ci sembrava quasi naturale, o ci era semplicemente invisibile. Così che sia il canonico cartello “ispirato a fatti realmente accaduti” ad abitare i nostri incubi più di ogni altra cosa. ALICE CUCCHETTI

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IN SALA DAL 16 AGOSTO TIT. OR. Most Beautiful Island PROD. Usa 2017 REGIA & SCENEGG. Ana Asensio CAST Ana Asensio, Natasha

Romanova, David Little, Nicholas Tucci, Larry Fessenden, Caprice Benedetti DISTRIB. Exit Media DRAMMATICO/THRILLER DURATA 87’ HUMOUR

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RITMO

IMPEGNO

TENSIONE

EROTISMO

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15-08-2018

THRILLER

Inquieta la stanza del mistero

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Luciana, spagnola senza documenti, sopravvive a New York facendo ogni tipo di lavori. Quando le vengono offerti 2.000 mila dollari per partecipare ad una festa esclusiva, la ragazza accetta incredula. Recatasi all’appuntamento, capirà di aver fatto un tragico errore. Cosa l’aspetta in quella stanza misteriosa dove si sentono urla di donne o applausi? Quanta suspense e tensione in questo film che, purtroppo, esce a metà agosto. Un thriller-horror ben costruito, spiazzante, diretto e interpretato dall’ottima Ana Asensio. AS

MOST BEAUTIFUL ISLAND di e con Ana Asensio e con Natasha Romanova, David Little

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19-08-2018

DOMENICA 19 AGOSTO 2018

Andiamo al cinema DRAMMATICO

MOST BEAUTIFUL ISLAND

Di Ana Asensio Con Ana Asensio, Natasha Romanova

Pochi soldi, girato e interpretato (con giusto sgomento) in 16 mm.da un'attrice spagnola di notevole talento, poco vista in Italia, con le idee chiare sulle forme di rito sadico della modernitĂ metropolitana. Incomincia come un dramma di sopravvivenza di una tra i tanti clandestini di Manhattan, ma siamo in un incubo dello sfruttamento della persona e della vita nell'isola del sogno americano. Con un lutto di indicibile dolore sulle spalle, spaesata tra i lavoretti di strada nella Grande Mela, l'immigrata Luciana accetta un lavoro a un misterioso party procurato da un'amica russa. L'indigenza produttiva indipendente aiuta la visione fredda e plausibile di un'avventura dell'orrore. E' una storia vera.

15.00-17.20-19.4022.00 19.15 14.30-15.30-17.10-18.2019.50-21.10-22.35 16.00-18.30-21.00 15.00-17.30-20.00-22.30 17.20-19.50-21.55 14.00-15.20-16.15-17.45-18.30-20.0021.00-22.30 14.25-16.15-17.00-18.45-19.35-21.1522.10 14.00-14.30-15.3016.40-18.30-19.25-19.45-21.30-22.10 15.30-17.50-20.20-22.30 15.05-17.35-20.05-22.35 Infostampa S.r.l.s. - Ritaglio stampa ad esclusivo uso privato 16.20-17.10-18.0019.00-19.25-19.50-20.40-21.40-22.10-22.35

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23-08-2018

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30-08-2018

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RdC_luglioagosto_2018.qxp_RdC_ 21/06/18 11:51 Pagina 60

00-08-2018

I FILM DEL MESE

MOST BEAUTIFUL ISLAND ANTEPRIMA REGIA Ana Asensio CON Ana Asensio, Natasha Romanova GENERE Drammatico (87’)

NON BRILLA PER ORIGINALITÀ la bella e fiera Ana Asensio, che si dirige nell’opera prima Most Beautiful Island, ma c’è una compattezza, una solidità, una serietà, che non viene meno nonostante le ripetute idiozie, apprezzabile. Simo dalle parti di 13 – Tzameti e di Hostel, ci sono poveri alla ludica e sadica mercé dei ricchi, e c’è la 40enne Asensio, madrilena trapiantata a New York, che si mette dietro e davanti la macchina da presa memore della lezione cassavetiana, degli Anni 70 stelle e strisce in Super 16mm, e così gira, facendosi tallonare nella Grande Mela da una camera mobilissima, insistente, dedicata. Problema, ma la falsa soggettiva a lungo e largo andare non falsa un po’ le cose? Chissà, lei ci crede e

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rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo

noi - faticosamente – ci crediamo: certo, la miseria qui e ora e un lutto – la perdita del figlio, si intende – fresco giustificano la scelta illogica e pericolosa oltre ogni allarme di sprofondare in una botola a Chinatown per un non meglio precisato party da duemila dollari di compenso? La sua Luciana nemmeno ci deve pensare, accetta la proposta della, ehm, amica Olga (Natasha Romanova), indossa un tubino nero – ogni riferimento a nostrane cene eleganti è ovviamente casuale – e trova atmosfere sotterranee tra Polanski e prosaico Eyes Wide Shut: il voltaggio è thriller, la suspense al tavolo, il contatto fisico delegato, l’immaginazione, purtroppo,

non a briglia sciolta. C’è, però, il senso di Ana per il low budget, il radicamento al genere e, precipitato di eventi e apparentamenti autobiografici, l’emancipazione femminile. Nulla per cui spellarsi le mani dagli applausi, ma l’assertività paga, anche più di duemila dollari. Caso strano, le cose migliori stanno ai margini, dalle blatte che precipitano nella vasca da bagno ai bambini-mostri che Luciana deve accudire: due ricorrenze da horror della povertà, giacché non è un’isola bella né felice. Il Gran Premio della Giuria al SXSW (South by Southwest) Film Festival 2017 ci sta.

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FEDERICO PONTIGGIA

Bellissima cavia alla ludica mercé dei ricchi: Ana Asensio si dirige in un survival movie senza infamia e con qualche lode

luglio-agosto 2018

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11-07-2018

RAVENNA SEDICESIMA EDIZIONE

di ROBERTA BEZZI

ANCHE per il 2018, che segna la sedicesima edizione, prosegue la collaborazione tra il ‘Ravenna Nightmare Film Fest’ e il festival di letteratura gialla e noir ‘GialloLuna NeroNotte’, in programma dal 26 ottobre al 4 novembre, con tante iniziative ‘incrociate’ al Palazzo del Cinema e dei Congressi di Largo Firenze e al CinemaCity. «L’evento più atteso – afferma Franco Calandrini, direttore artistico del Ravenna Nightmare Film Fest – sarà il concorso internazionale per lungometraggi, per vedere quanto di meglio è emerso nella più recente produzione

cinematografica italiana mondiale, con al suo fianco il concorso per cortometraggi. Da segnalare la celebrazione dell’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, con la proiezione del pluripremiato documentario di Bill Morrison ‘Beyound Zero: 1914-1918’, e l’appuntamento con la sezione ‘Contemporanea’ oranea in cui spicca il titolo ‘Most

Il GialloLuna NeroNotte torna col Nightmare Fest Beautiful Island’ di Ana Asensio A i (foto (f iin basso a sinistra), attrice e regista che sarà ospite del festival per presentare il suo film in cui c’è una forte presa di posizione sociopolitica sullo sfruttamento dei più deboli, delle donne». Riflettori puntati anche sul versante formativo con ‘Nightmare School’, eventi per gli studenti degli istituti ravennati, con master class rivolti agli universitari, e con la Summer School – tenuta dal docente e sceneggiatore Lorenzo Hendel – dedicata ai professionisti o semiprofessionisti del settore. «Frankenstein e ‘La guerra dei Mondi’ – racconta Nevio Galeati, direttore artistico di ‘GialloLuna NeroNotte’ – ispirano la nuova edizione del festival. Ricorre il duecentesimo della prima pubblicazione di ‘Frankenstein’ di Mary Shelley, uscita in forma anonima per la prima volta nel 1818, e negli ottant’anni della trasmissione radio ‘La Guerra dei Mondi’, realizzata da Orson Welles». Il 27 ottobre si terrà un’anteprima d’eccezione, in collaborazione con la casa editrice Neri

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Pozza che presenterà la prima edizione italiana della versione originale di ‘Frankenstein’. E proprio su quest’opera così nota si incentrerà un progetto pensato per l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Gli ottant’anni della trasmissione radio ‘La Guerra dei Mondi’ realizzata da Welles, dal romanzo omonimo di Herbert G. Wells, rappresenteranno un momento di efficacia e suggestione. In programma una mostra dedicata a Franco Brambilla, creatore delle copertine di Urania alla Manica Lunga della Classense, con il Museo d’Arte della Città (dal 26 ottobre all’11 novembre). A questa sono collegati due incontri: il primo con l’autore e gli scrittori di fantascienza Maico Morellini e Dario Tonani (26 ottobre). Il secondo sarà dedicato alla fantascienza al femminile (27 ottobre). Si seguirà così la traccia di Frankenstein, cogliendo l’occasione di presentare un’antologia di racconti di fantascienza firmati solo da donne: ‘Materia oscura’ a cura di Emanuela Valentini (Odissea Digital Fantascienza).

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05-08-2018

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RASSEGNA TV E RADIO TV RAIMOVIE - servizio sul festival con interviste in onda 9 maggio alle 22.45 e in replica su Rai1 TG2 RAI LAVORI IN CORSO - 4 maggio segnalazione festival al minuto 51:40: http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/rubriche/PublishingBlock-1692a423-550a-42be-b8ad8487ba192c3f.html TG3 RAI BUONGIORNO REGIONE - 30 aprile videointervista ad Angela Molina: https://www.youtube.com/watch?v=05klxTAu3Cg videointervista a David Trueba: https://www.youtube.com/watch? v=KkNQTpXaxFI&feature=youtu.be videointervista ad Angela Molina: https://www.youtube.com/watch? v=0svBqUXUh2c&feature=youtu.be videointervista ad Angela Molina su SENTIERI SELVAGGI: https://www.youtube.com/watch?list=UUPLAYER_sentieriselvaggi&v=c4vBbn3x4N0 videointervista ad Ana Asensio su SENTIERI SELVAGGI: http://www.sentieriselvaggi.it/most-beautiful-island-sentieriselvaggi-intervista-laregista-ana-asensio/ RETE ORO TG – segnalazione festival T9 TG – segnalazione festival

RADIO RADIO GR3 RAI Lazio e Nazionale - intervista a Federico Sartori - 1 maggio RADIO INBLU - intervista a Federico Sartori 2 maggio, h. 14:00 RADIO DIMENSIONE SUONO - intervista Iris Martin-Peralta - 3 maggio RADIO ROMA TRE – segnalazione festival RADIO SAPIENZA – segnalazione festival RADIO CUSANO CAMPUS – segnalazione festival


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