portfolio Maria Fabrizia Di Bitetto

Page 1

Maria Fabrizia Di Bitetto [ portfolio ]



[

I would invite you to take a look at my works

]



Maria Fabrizia Di Bitetto

fabrizia.dibitetto@gmail.com cell. 388 7430040 About me M. Fabrizia Di Bitetto consegue la laurea triennale in Disegno Industriale presso la facoltà di archittettura del Politecnico di Bari. Prosegue i suoi studi e consegue la laurea magistrale in Disegno Industriale presso la facoltà di Architettura Ludovico Quaroni, Università La Sapienza di Roma. Successivamente frequenta il corso di alta formazione in “Temporary Space & Exhibiton Design” presso il Polidesign di Milano. Appassionata di fotografia, ha sviluppato grande sensibilità per la cura dei particolari. La grafica e le tecniche di rendering l’hanno portata ad approfondire vari software: grafica 3D, fotoritocco e impaginazione. L’esperienze lavorative e l’attività universitaria le hanno permesso di sviluppare una spiccata inclinazione al lavoro di gruppo, al dialogo e al confronto con il proprio team. Caratteristica distintiva è il controllo dei tempi di esecuzone, la puntualità nelle consegne e l’autocontrollo in situazioni di stress. Attualmente si appresta ad intraprendre la stimolante, ma tortuosa strada del mondo del design.


Esperienze lavorative

ott. 2010 a apr. 2011 - Stagista presso Studio di architettura e design V + T (Veneziano + team) mansioni principali: modellazione 2D e 3D, rendering, fotografia

Formazione post-laurea

gen./feb. 2012 - Temporary Space & Exhibition Design corso di alta formazione in progettazione di spazi temporanei e allestimenti fieristici, presso il Polidesign - consorzio del Politecnico di Milano set. 2008 - Vray per 3D Studio max corso di rendering fotorealistico con V-ray per 3D Studio, presso il SGI Studio

Formazione

ott. 2008 a ott. 2011 - Laurea magistrale in Disegno Industriale presso La Sapienza di Roma, Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni Votazione 110 e lode Titolo tesi: storia ed evoluzione dell’area living in 150 anni di design italiano – progetto per l’area living set. 2005 a lug. 2008 - Laurea triennale in Disegno Industriale presso il Politecnico di Bari, Facoltà di Architettura Votazione: 108 Titolo tesi: Studio e allestimento di un ambiente commerciale

Mostre

08/10 Ottobre 2009 - SUN - 27^ Salone Internazionale dell’Esterno esposizionedel progetto CityZEN presso lo stand “Design on the edge” a cura dell’università La Sapienza

Software conosciuti

Disegno Tecnico: Autocad 2D Modellazione 3D: Rhinoceros, 3D Studio Max Render: 3D Studio Max (V-Ray e Mental Ray), Maxwell render Grafica e fotoritocco: Illustrator, InDesign, Photoshop In possesso della patente europea del computer ECDL Padronanza con il sistema operatico Windows e con il pacchetto Office.


Interessi

Fotografia, grafica, arte

Competenze relazionali

Inclinazione al lavoro di gruppo, al dialogo e al confronto con il proprio team Capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti acquisita durante la vita fuori sede Problem solving, attitudine sviluppata all’nterno della carriera universitaria e grazie alle esperienze lavorative Capacità di sintesi ed analisi acquisite durante il liceo scientifico Attitudine all’osservazione acquisita grazie all’interesse per la fotografia

Competenze organizzative

Organizzazione del proprio lavoro in maniera autonoma e coordinamento delle attività da effettuare Controllo dei tempi di esecuzione Gestione gruppi di lavoro Autocontrollo e gestione del lavoro anche in situazioni di stress

Altre informazioni

Conoscenza della lingua inglese (livello scolastico) Patente di guida tipo B Incline a conoscere nuovi luoghi e nuove culture



Product Gli oggetti sono semplicemente il negativo del nostro corpo [ Fabrio Novembre ]


stand

FLORIM @ Mosbuild

All’interno del corso “Temporary Space & Exhibition Design”, Polidesign di Milano, è stato sviluppato il progetto di uno stand per l’azienda FLORIM. Il progetto è stato sviluppato con il team di lavoro tre+3. Il concept per lo stand Florim @ Mosbuilt, fiera di Mosca, verte verso la comunicazione del marchio attraverso un’immagine radicata nella cultura russa; il progetto richiama infatti le immagini dell’arte costruttivista. Lo stand si sviluppa su una supeficie di 80 mq (m 8x10) per un’altezza che varia da un minimo di m 3,20 ad un massimo di m 5,50. Attraverso un ritmo architettonico scandito da cinque portali, si espongono le altrettante linee del marchio Florim: casa mood, casa dolce casa, Rex con Makro, Florgres e Cerim. I dipinti degli artisti costruttivisti hanno ispirato una struttura in cui i rigorosi volumi “svuotati” dei portali si intersecano e svelano, a chi li attraversa, i preziosi materiali ceramici che ne caratterizzano la pelle interna. All’esterno i colori tenui del bianco e delle gradazioni di grigio incuriosiscono il visitatore e lasciano intravedere le ambientazioni e i materiali esposti all’interno. L’area posta alla fine del percorso espositivo si declina in una zona lounge, il marchio florim in si trasforma in una seduta con imbottitura in tessuto. Per la grafica e la comunicazione, sono previsti pannelli caratterizzati da una struttura incernierata a bandiera alla quale sono ancorate le tavole esplicative. Un altro tipo di comunicazione commerciale è caratterizzata da tavole sinottiche a scomparsa situate in nicchie create nei volumi dei portali. La luce impreziosisce le ambientazioni con fasci soffusi che vanno ad evidenziare la logica costruttivista che è alla base dello stand, sottolineando le diverse pavimentazioni ed esaltando le finiture dei materiali.

Andrea Dezio, Maria Fabrizia Di Bitetto, Samuel Grossi, Marcela Lepesqueur, JolePaolantonio, Simona Servodidio


stand

FLORIM @ Mosbuild

modello concettuale


stand

FLORIM @ Mosbuilz d

prospetto frontale


stand

FLORIM @ Mosbuid

vista interna


PIXEL

PIXEL è il lavoro finale di tesi specialistica, sviluppato presso la facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell’ateneo La Sapienza di Roma. Ognuno tende a rappresentarsi come l’artefice della propria casa e a voler affermare il suo personale ruolo nelle scelte delle soluzioni d’arredo. Questa istanza risulta particolarmente evidente nell’area living: ambiente della casa che, da quanto emerge dai più recenti studi nel settore, è in grado di rappresentare lo stile, le trasformazioni, la personalità di chi la vive. Da questi presupposti è nata PIXEL: libreria/quadro funzionale e decorativa, camaleontica e personalizzabile; reinterpretazione del quadro e della libreria, nella quale il valore estetico e cromatico intende coniugarsi con il valore funzionale. PIXEL trae ispirazione da una forma geometrica pura: il quadrato, e da un’idea semplice: la sua flessibilità nello spazio. I moduli si incrociano, si muovono, si ripetono nello spazio, si strecciano; sviluppano composizioni diverse per colori e destinazioni funzionali e creano infinite soluzioni compositive. Oggetti diversi, ma armonici per colore, dimensioni e forma, si possono accostare tra loro su una boiserie metallica grazie a dispositivi (magneti) fissati ai moduli contenitori nella parte posteriore. Con Pixel nasce un sistema continuamente modificabile, un programma aperto, articolato, flessibile, personalizzabile; pensato per disegnare spazi mutanti attraverso segni nitidi ed eleganti definiti dal rigore delle linee. Un sistema che consente la massima libertà nel creare la combinazione ideale di elementi. Una presenza pensata per l’ambiente living e in grado di adeguarsi a ogni tipo di persona che lo vive.

1. Contrassegnare i punti di fissaggio ed eseguire i fori con un trapano. Inserire tasselli e ganci filettati. 2. Appendere la boiserie

1

2

3

3. Applicare i moduli contenitori


PIXEL

esempi compositivi


PIXEL



PIXEL



SED

sistemi espositori design

SED, sistema espositori design, è il lavoro finale di tesi triennale, curruculum arredamento, sviluppato presso il Politecnico di Bari. Nell’attuale mondo del retail design gli espositori per negozi, sono sorprendenti per forma e materiali, sono scenografici e di forte impatto per l’osservatore, quindi non sono adibiti esclusivamente a mostrare il prodotto. Il centro della progettazione, quindi, è l’uomo, l’acquirente, i suoi sviluppi psicologici e la sua capacità di emozionarsi e di farsi coinvolgere. È proprio a questo che si deve puntare in un progetto di retail design. Nelle progettazione di SED abbiamo affiancato due immagini molto differenti tra loro: quella di volumi pieni come espositori bassi e quella di espositori alti traforati. È in questi che possiamo osservare il gioco di vuoti e pieni come texture. I tagli sono stati studiati a lungo: la soluzione scelta è ottenuta tramite la sovrapposizione di due griglie: la prima divisione, orizzontale, è stata ottenuta utilizzando linee con passo di 2 cm a cui è stata sovrapposta una seconda divisione orizzontale con passo di 3 cm. Verticalmente è stata utilizzata una divisione molto più fitta, di 1 cm, per evitare che i limiti dei fori combacino. Abbiamo scelto di effettuare i tagli con tre angolazioni diverse: 20°, 30° e 45°, questo per rendere visibile le tre differenti essenze del legno multistrato utilizzato. Le inclinazioni diverse, inoltre, mostreranno sempre striature di diverso spessore rendendo ancora più diversificata e dinamica l’immagine del mobile. SED permette una doppia funzione dell’espositore: si vuole coinvolgere l’osservatore nel paesaggio creato, per questo motivo le misure degli moduli bassi sono studiate per fungere anche da seduta. L’ambiente diventa confortevole, ordinato e ben leggibile, accogliente. Il semplice negozio si tramuterà in un luogo di ritrovo dove si creano nuove forme di interrelazione tra prodotti e consumatori, reinventando la funzione stessa del negozio. Si crea un lay-out di possibili spazi e paesaggi utili non solo all’esposizione.


SED

sistemi espositori design


SED

sistemi espositori design



T-crutch

Le stampelle T-crutch sono state sviluppate durante il laboratorio di disegno industriale III del corso di laurea specialistica. Il tema dell’atelier era l’interazione tra design e humancare, la rete di relazioni che intercorrono tra oggetto e utilizzatore, i nuovi scenari che si possono realizzare. Durante il corso abbiamo rilevato tre macroargomenti: l’abitare - i luoghi, la mobilità - i movimenti, il benessere - le persone. Il progetto della stampella T-crutch rientra nel flusso della mobilità ponendosi l’obiettivo di permettere una deambulazione più agevole e sicura, non trascurando l’aspetto estetico. La fase preparatoria alla progettazione è stata un’attenta osservazione dei sistemi di deambulazione già esistenti, quindi la raccolta di riflessioni e opinioni espresse da chi usa abitualmente le stampelle valutandone pregi e difetti. Al termine della progettazione la stampella T-crutch presenta delle forti caratteristiche: è un sistema che gioca intorno a una maniglia base a cui si possono fissare appoggi e aste differenti, quindi è rilevante il carattere di flessibilità di dimensioni e forma, permettendo la scelta della conformazione più comoda. La forma unica è più gradevole dal punto di vista estetico, ma soprattutto è più facile e sicura da utilizzare, c’è una maggiore superficie d’appoggio in fase di “partenza” e minimo ingombro quando invece si è fermi ma in piedi, inoltre le aste inclinate limitano la possibilità di fare un passo troppo azzardato permettendo di camminare in tutta sicurezza. L’impugnatura non supera mai l’altezza del femore, condizione necessaria alla deambulazione con le stampelle. La maniglia è comoda e adattabile a ogni mano, infatti il tecnogel, utilizzato come rivestimento per l’impugnatura e per gli appoggi, si adatta perfettamente al corpo e non irrita la pelle. è stata prevista la possibilità di trasportare un minimo di oggetti attraverso una tasca fissata direttamente alla stampella, questa permette al disabile di trasportare con sé piccoli oggetti senza andar ad occupare le mani.


T-crutch


T-crutch 1. appoggio ascellare 2. appoggio brachiale 3. maniglia 4. fermi

1

4

2

5. asta - stopper curvo 6. asta - stopper standard

3

4

5

6


T-crutch


Made I did it with my hands

Il progetto Made è stato sviluppato durante il laboratorio di innovazione di processo del corso di laurea magistrale. Il corso si è svolto in partnership con l’azianda TVS, produttrice di padelle. Il brief richiedeva un set di padelle con un forte impatto emozionale da proporre a un target attento all’estetica e ai particolari. Il materiale da utilizzare era l’alluminio e la tecnica di produzione era obbligatoriamente quella della pressofusione. La finitura superficiale era una vernice opaca e antiaderente. Il concept si è sviluppato da una discussione sul significato del cucinare: non è solo una pratica necessaria alla nutrizione, ma è un modo per creare convivialità e prendersi cura degli altri. La connessione verso l’immagine delle mani è stata immediata: le mani sono il primo mezzo che ci permette di avvicinarci e avere un contatto fisico con gli altri, è il modo con cui possiamo esprimere un sentimento in modo semplice e immediato. Le mani sono anche il primo contatto che abbiamo con il cibo nella di preparazione delle pietanze e nell’atto di cucinare. Allora perchè non far confluire questi due aspetti? non per niente è già d’uso comune la frase “l’ho fatto con le mie mani”. Il concept pratico si è sviluppato con l’idea di poter plasmare a mano le stoviglie, ottenendo una forma che riveli il passaggio delle mani e le conseguenti azioni di pressione e trazione dovute all’uso delle pentole. E’ stato necessario costruire a mano alcuni modelli di studio in das che sono stati successivamente rilevati e riprodotti tridimensionalmente al computer. Il risultato è il set di pentole Made cratterizzato da forme morbide e dall’aspetto sobrio e minimal.


Made I did it with my hands


Made I did it with my hands 1. padelle 20 cm, 24 cm, 28 cm 2. wock - diametro 28 cm 3. casseruole diam. 24 cm, 16 cm 4. pentola diametro 26 cm 5. bistecchiera



cityZEN

Il progetto cityZEN è un lavoro di gruppo sviluppato durante gli Atelier di disegno Industriale I e II del corso di laurea magistrale. L’obiettivo del corso era quello della riqualificazione dei luoghi in prossimità dei fiumi. Attraverso un’indagine diretta delle condizioni ambientali e I’individuazione di tendenze socio-comportamentali in prossimità dei corsi d’acqua abbiamo pensato a un oggetto che potesse esaudire il desiderio comune di liberarsi dai preconcetti sociali per ritrovare calma e tranquillità. Il contatto con la natura è uno dei metodi per ottenere l’abbandono sensoriale e, nel nostro caso, la progettazione si è oreintata orientata verso il “contatto” con l’acqua. Era però indispensabile ricercare una soluzione alternativa alla balneazione. Per entrare in contatto con l’acqua non bisogna necessariamente immergersi, basterebbe anche solo sfiorarla. Questa riflessione ha ispirato il progetto di cityZEN: la sospensione. CityZEN è una seduta sospesa in polyrattan con telaio in metallo, fissata a un palo rotante in acciaio che permetterà di vivere il brivido della sospensione. Il meccanismo di rotazione permetterà all’utente di sedersi comodamente stando sulla terra ferma per poi sporgersi sull’acqua. Il prodotto va quindi ad interagire con la natura per una vita protesa all’aria aperta. Il dondolio, il molleggio, la non completa aderenza al terreno risvegliano lo stupore di una situazione inusuale. La scelta del nome dell’oggetto è ricaduta su un particolare gioco di parole, volto a sottolineare il ritrovato rapporto tra città e natura: cityZEN infatti è l’unione della parola inglese city, città, e ZEN, nome di antiche scuole filosofiche giapponesi la cui dottrina era basata sul concetto di rinuncia al mondo verso una meditazione che stabiliva un nuovo legame con la natura. CityZEN diventa così un accogliente nascondiglio, un giaciglio naturale, un’avvolgente culla.


cityZEN


cityZEN


cityZEN


[

Thank you

]


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.