Portfolio architettonico Francesca Terenziani

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PORTFOLIO PROGETTI Francesca Terenziani


Francesca Terenziani francesca.terenziani@yahoo.it


PORTFOLIO PROGETTI



ESPERIENZE PROGETTUALI • Museo tecnico navale, La Spezia • Riqualificazione di edificio residenziale • Pianificazione di aggregato urbano • Podere Casamento - Restauro • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Museo del design • Stand espositivo in legno

TESI DI LAUREA • Progetto di una nuova scuola media a Bassano del Grappa

RICERCA • Evoluzione degli aspetti pedagogici e delle tipologie architettoniche per l’insegnamento • Tiergarten - L’urbanistica a Berlino e un singolare progetto in Rauchstrasse

PLASTICI • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Edificio per uffici, Buenos Aires - A. Rossi


Laboratorio di sintesi - Progetto e costruzione dell’architettura prof. A. De Poli

MUSEO TECNICO NAVALE • Arsenale militare, La Spezia

Il Museo Tecnico Navale della Spezia è ospitato in un edificio a fianco dell’ingresso principale dello storico Arsenale Militare ed è il più importante dei musei navali italiani. Nasce per conservare la memoria storica, la tradizione della Marina Militare e per documentarne l’evoluzione tecnica. Il museo è disposto su due piani, ospita collezioni di polene, fari, artiglieria, modelli, monete e la documentazione dei primi esperimenti di G. Marconi. Il principale problema del museo è rappresentato dall’inadeguatezza dei locali e dall’infelice sistemazione delle collezioni. Gli oggetti sono solo apparecchiati in teche o sulle pareti per poter essere portati alla vista del visitatore, ma tale allestimento non ha né funzione istruttiva, né didattica: entrambe funzioni necessarie per un museo tecnico-scientifico. Il tema di laboratorio riguarda dunque la creazione di un’estensione museale nella quale inserire le funzioni mancanti (bookshop, didattica, laboratori di restauro, auditorium, ecc.) con ingresso separato e che valorizzi, con allestimenti all’aperto, anche il parco di pertinenza del museo. Il progetto presenta una volumetria piuttosto compatta e con un rivestimento uniforme in metallo per dialogare con la rigida architettura militare e per evocare il materiale principe dell’industria navale. Per “far uscire” il museo dalle rigide mura dell’arsenale e per poter avere un elemento di richiamo, è stata prevista una lastra in rame forata che, staccandosi dalla facciata e retroilluminata durante la notte, possa specchiarsi nel fossato che circonda l’area militare così da divenire un vero e proprio faro di richiamo. La disposizione interna dedica i primi tre piani alle funzioni di accoglienza, di auditorium e per le funzioni non accessibili al pubblico, mentre gli ultimi due piani, con ampie sale a tutt’altezza, vetrate e illuminaz ione zenitale, contengono il museo vero e proprio. Immaginando di dedicare la nuova struttura alle collezioni di polene e dei fari, sia modelli sia lampade, il progetto prende avvio dal concetto di percorso museale come narrazione. È così che, attraverso sale e spazi ideati per catturare l’attenzione e aumentare l’interesse, il percorso permette di vivere un’esperienza arricchente.


Piante e sezioni


Disegno dell’architettura III prof. A. Zerbi

RIQUALIFICAZIONE DI EDIFICIO RESIDENZIALE • Parma

La prima fase del lavoro ha riguardato il rilievo e l’analisi dello stato di fatto del edificio preso in oggetto: una palazzina divisa in due appartamenti, nel contesto di un quartiere residenziale composto principalmente da villette e altri edifici mono- e bi-familiari. È stato poi redatto un progetto di riqualificazione dell’intero lotto che ha trasformato i due piani fuori terra dell’edificio nella residenza per una sola famiglia e, trasferendo i garage a livello strada, ha utilizzato il piano interrato per creare uno spazio per ricevere e lavorare adatto all’ipotetico padrone di casa-artista che abbia necessità di accogliere clienti e di esporre opere. Per lo stesso motivo al livello interrato è stato progettato un ampio patio, un salone vetrato e un lungo rettangolo a piscina che possano tutti essere ambienti adatti a piccole mostre o esposizioni. Il tema maestro della riqualificazione è stato l’utilizzo di lineareità e semplicità, nelle forme, addizionano o sottraendo, come nell’uso dei materiali, ed il dialogo continuo degli ambienti tra esterno ed interno fino a definire, proprio attraverso questo rapporto, gli spazi privati e quelli comuni. Il progetto è stato definito fino al dettaglio 1:20, realizzando una sezione di sintesi a questa scala che permette la comprensione delle scelte delle tecniche costruttive e dei materiali. Infine si è provveduto alla realizzazione di render e inserimenti fotorealistici per comprendere appieno la resa del progetto.

Sintesi dello stato di fatto


Sintesi del progetto




Laboratorio di urbanistica prof. P. Ventura • prof. D. Damianakos

PIANIFICAZIONE EX NOVO DI UN AGGREGATO URBANO • Correggio

Al fine di approfondire le fondamentali relazioni tra attività urbane e morfologia della città, il tema di progetto ha riguardato l’ipotetica la ricostruzione di un insediamento urbano. Si è scelta una collocazione territoriale nota, la cittadina di Correggio in provincia di Reggio Emilia, per poter analizzare i caratteri fisici, demografici, economici e sociali sui quali basare la nuova città. L’analisi si è concentrata sulla morfologia del territorio urbano e agricolo, la posizione dell’insediamento in relazione ad altri e le connessioni tra di essi, i ruoli funzionali principali dell’insediamento, il numero di abitanti e la densità. Il nuovo insediamento doveva soddisfare la capacità insediativa dai 20 ai 40 mila abitanti per una superficie territoriale lorda di 5 - 7 Km2, dunque una densità territoriale di 50 ab/ha. Attraverso l’individuazione di un reticolo viario principale e secondario, scelti in funzione delle modalità di formazione della città storica, del rispetto della morfologia territoriale e ponendo come obbiettivo la massima connessione con i sistemi regionali e nazionali, la nuova città risulta suddivisa in nove zone omogenee e si individuano sette quartieri residenziali differenziati per densità abitative, il villaggio artigianale e la zona centrale in cui sono concentrati i poli funzionali. I servizi di quartiere e le funzioni aggiuntive sono state concentrate al centro di ogni quartiere residenziale in prossimità di una strada interzonale per permettere la massima accessibilità con qualunque mezzo. L’impianto della viabilità è caratterizzato da un anello di strade di scorrimento lungo tutto il perimetro della città e da una rigida gerarchia stradale sviluppata secondo una regolarità ortogonale che valorizza la chiarezza dell’impianto. Sono stati individuati i percorsi di trasporto pubblico e la rete dei percorsi ciclabili in funzione della distribuzione funzionale e dei tempi di percorrenza. Il sistema del verde urbano è stato progettato analizzandone le funzioni, le modalità di fruizione, le tipologie ed i rapporti col fabbricato giungendo a determinare un elenco di essenze arboree da utilizzare. Infine sono state analizzate sei tipologie residenziali che sono state disposte considerando la densità abitativa e le caratteristiche di ogni singolo quartiere.


Progetto dell’insediamento e analisi delle funzioni


Laboratorio di restauro prof. C. Blasi • prof.ssa R. Gabaglio

PODERE CASAMENTO • Parma

Il podere Casamento si trova nella periferia sud-ovest di Parma ed è costituito dalla villa padronale, il terreno circostante e l’edificio rurale oggetto di restauro. Dalla cartografia storica si deduce che l’edificio risale al XVIII sec., in quanto già censito nella mappa del 1809. Attraverso le ricerche catastali e l’osservazione diretta dell’edificio si comprende come esso, durante il tempo ed i passaggi di proprietà sia stato modificato e gradualmente ampliato: dal nucleo originario a due piani costituito da due locali asimmetrici fino alla conformazione odierna. L’edificio è tipologicamente definibile come “a corpi giustapposti” con porta morta (abitazione - porta morta - stalla). Si è provveduto al rilievo della struttura e all’analisi delle tecniche costruttive: le murature sono principalmente in mattoni di laterizio a una, due e tre teste di spessore; le colonne del portico a sud realizzate in un momento di ricchezza sono costituite da mattoni fatti appositamente dalla fornace a forma di settore circolare; la porta morta ha una copertura a volta a botte a sesto ribassato policentrico, mentre la stalla presenta un sistema di volte a vela tipico della fase ottocentesca con volte impostate sui muri perimetrali e sulle colonne centrali con archi a sesto ribassato policentrico; i solai sono principalmente costituiti da un’orditura primaria di travi sbozzate e un’orditura secondaria intervallata da mattoni con funzione di irrigidimento; la struttura di copertura del rustico in legno, a differenza della tipologia comune, è a tre falde, sostenuta da quatto livelli di orditura e formata da due capriate, una composta e un’altra con monaco. Sono stati compiuti calcoli per il consolidamento di alcuni elementi strutturali e per le situazioni di dissesto individuate. Il progetto di riuso consiste nella realizzazione di un centro di arti figurative con aule per lezioni, spazi espositivi e di incontro, nonché di un appartamento per i gestori dell’attività ipotizzata; inoltre si prevede la costruzione si un blocco di risalita con scale e ascensore vetrato per il pubblico. Infine è stato eseguito un rilievo materico-patologico dello stato attuale delle facciate così da poter individuare un progetto di conservazione con schede per definire gli interventi di miglioramento .


Rilievo materico-patologico


Rilievo dello stato di fatto


Progetto di riuso


Laboratorio di progettazione architettonica IV prof. L. Monica • prof. C. Pavesi • prof. S. Cusatelli

NUOVA STAZIONE PER BOLOGNA • Bologna

Il tema di progetto si basa sul concorso del 2007 per un nuova stazione per Bologna. L’area di intervento è circoscritta a Nord da via de’ Carracci, a Sud da via Pietramellara, a Ovest dal piazzale ovest e a Est da Via Stalingrado. In questo contesto la nuova stazione ha il compito di definire un nuovo assetto urbano che possa creare una nuova centralità, costituendo un accesso privilegiato alla città: l’obiettivo è quello di creare una stazione che possa rappresentare il fulcro della mobilità in cui convergono i traffici ferroviari nazionali, internazionali e dell’Alta Velocità, ed integrarlo con nuove funzioni cultrurali, commerciali e ricettive. L’idea di progetto nasce dalla necessità di migliorare le valenze e di connettere le diversità del contesto urbano adiacente: ricucire attraverso il nuovo complesso integrato le due parti di città tagliate dalla ferrovia e le connessioni tra le parti della città che sono storicamente e culturalmente separate tra loro come il centro storico e il quartiere della Bolognina. Gli elementi principali del progetto possono essere riassunti in: setti che si allineano con i binari in entrata e uscita creando una nuova visione prospettica del viaggio e sostengono i percorsi commerciali ai lati del complesso; i portici come continuità con la tradizione urbanistica della città e caratterizzanti i percorsi pedonali a terra; l’arco simbolo di collegamento e posto in successione a richiamare l’idea di stazione industriale; ed il palazzo lungo e lineare per dialogare con la periferia storica.


Pianta piano Âą0.00 m e sezioni longitudinali


Assonometria generale


Pianta piano +6.65 m e sezioni


Laboratorio di progettazione architettonica III prof. A. Massarente • prof.ssa S. Fabi

POLO MULTIFUNZIONALE • Baganzola, Parma

L’area d’intervento è situata tra le Fiere di Parma e il torrente Parma, nelle immediate vicinanze di Baganzola. La zona è caratterizzata anche dalla presenza di alcune aree residenziali e dalla presenza della vicina autostrada. L’obiettivo principale è quello di creare un centro polifunzionale capace di relazionarsi vantaggiosamente con il polo fieristico, supplire alla mancanza di servizi in zona e, allo stesso tempo, utilizzare l’area al massimo delle potenzialità che può offrire. Sfruttando la linearità dell’autostrada ed insieme la linea naturale di sviluppo ed incremento delle fiere attuali si è scelto di creare progettare su un area parallela alla rete autostradale che viene trattata come una continua successione di fasce verticali. Ognuna di queste contiene, e allo stesso tempo è creata, da una delle diverse funzioni che il progetto prevede. Se l’orizzontalità tenta di creare una zona uniforme, interamente pedonale, vivibile e sfruttabile in cui un continuo percorso pedonale unisce tutto il progetto; la verticalità delle fasce vuole creare movimento e per farlo sfrutta la differenza di quota tra le diverse e la diversificazione data dalle funzioni. - Hotel, trova collocazione verso le fiere permettendo così un facile accesso, anche pedonale, da visitatori ed espositori del polo fieristico; - Biblioteca-mediateca, l’accesso e la relazione tra le due funzioni sarà garantito attraverso una scatola vetrata concepita come ampio e luminoso spazio di distribuzione e di passaggio; - Metropolitana, importante punto di accesso a quest’area multifunzionale, si trova al centro dell’area e si compone di due edifici speculari lunghi quanto l’intera fascia di progetto; - Auditorium, l’auditorium e il foyer, il contenuto e il contenitore, sono diversi per forma, materiali e diverso rapporto con l’esterno. La sala necessita di chiusura, riservatezza e isolamento acustico e nasce come una scatola chiusa verso l’esterno racchiusa da un’ulteriore scatola vetrata, che, in analogia con tutte le aree che nel progetto sono destinate al passaggio e distribuzione di persone, è vetrata.


Planimetrie e sezioni longitudinali


Laboratorio di progettazione architettonica II prof. G. Polazzi • prof.ssa C. Visentin

MUSEO DEL DESIGN • Parma

Il progetto consisteva nella realizzazione di un museo nel centro storico di Parma, in piazza Ghiaia. Si tratta di un’area compresa tra il letto del torrente ed i borghi storici; stroicamente riconosciuta come luogo di mercati e con le funzioni di una piazza. Il museo è dedicato al design, ideato rispettando la valenza di piazza aperta e tende ad evidenziare il rapporto visivo con la Pilotta nonostante il vincolo delle abitazioni al limite dell’area di progetto. Il museo si sviluppa un percorso esplorativo che parte dalla piazza stessa e attraverso piani inclinati, scalinate, setti e aperture permette di accedere all’area espositiva. Questa è pensata come un’enfilade di stanze che si articolano su diverse altezze e connesse attraverso passaggi di diverse dimensioni a dare movimento. Articolandosi sotto il livello strada permette dunque di avere una serie di vetrate ad acquario che dalla piazza permettono di intravedere gli oggetti esposti e invitare all’entrata. L’utilizzo della pietra diventa l’elemento collante del progetto, è utilizzata come pavimentazione e come rivestimento delle pareti, sale come parapetto e nel rivestimento dei setti sulla piazza permette di individuare gli accessi al museo.

Assonometria, sezioni e pianta piano +1.00m


Laboratorio di costruzione II prof.ssa F. Santolini

STAND ESPOSITIVO IN LEGNO • Parma



ESPERIENZE PROGETTUALI • Museo tecnico navale, La Spezia • Riqualificazione di edificio residenziale • Pianificazione di aggregato urbano • Podere Casamento - Restauro • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Museo del design • Stand espositivo in legno

TESI DI LAUREA • Progetto di una nuova scuola media a Bassano del Grappa

RICERCA • Evoluzione degli aspetti pedagogici e delle tipologie architettoniche per l’insegnamento • Tiergarten - L’urbanistica a Berlino e un singolare progetto in Rauchstrasse

PLASTICI • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Edificio per uffici, Buenos Aires - A. Rossi


Tesi di Laurea relatore prof. M. Marchesini

PROGETTO DI UNA NUOVA SCUOLA MEDIA A BASSANO DEL GRAPPA

Il lavoro di tesi ha per oggetto la progettazione di una scuola media ex-novo da realizzarsi nella prima periferia sud di Bassano del Grappa, Vicenza. La scelta del tema è legata all’importanza che oggi rivestono gli edifici pubblici nella vita sociale e nella definizione, attraverso le relazioni spaziali, di nuove relazioni sociali. La definizione dell’argomento di tesi prende avvio dalla volontà reale di un’amministrazione comunale di pianificare la dismissione di una vecchia struttura scolastica e la costruzione di un nuovo edificio più attuale e rispondente alle mutate esigenze del quartiere. La prima fase è stata di analisi del contesto territoriale: partendo dalle considerazioni morfologiche e di insediamento storico da una scala vasta, scendendo poi a definire gli aspetti particolari del comune di Bassano e dell’area in oggetto, è stato possibile comprendere chiaramente quali sono le invarianti del territorio, i caratteri peculiari, le dinamiche relazionali e sociali tra le parti di città e gli elementi che un progetto in questo luogo non può prescindere. Le parti di analisi più accurate hanno riguardato: i segni sul territorio, ancora oggi ben visibili, delle trasformazioni storiche o sociali, come i guadi sulla Brenta, le piccole pievi che si sono poi sviluppate in elementi di relazione, le maglie viarie e l’orditura fondiaria che hanno modellato il territorio sino a divenire “raccoglitori” di informazioni sugli usi e relazioni nel contesto in esame; il sistema insediativo attuale che si delinea come un “città diffusa” tipica della pianura veneta e che, oltre a permettere la dispersione insediativa e la delocalizzazione dei servizi, produce la perdita e la diluizione del confine tra città e campagna e soprattutto tra polarità centrale e nuclei periurbani; il sistema dei servizi ed in particolare quelli legati alla funzione dell’istruzione. La ricerca era tesa a scoprire quali fossero gli elementi di questo sistema con i quali il progetto di scuola potesse relazionarsi positivamente e divenirne complementare, e quali le carenze da sopperire. Il secondo tema di analisi preventiva alla progettazione, ha riguardato l’istituzione stessa della scuola, che come ricorda Louis Kahn è alla base di ogni progettazione di spazi educativi allo scopo di scoprire quale sia la relazione esatta

tra istruzione, o meglio educazione, e spazio che la ospita. L’analisi ha ripercorso le origini storiche dell’istituzione e la relazione con l’evoluzione pedagogica e tipologica delle scuole: dagli stoai greci, ai chiostri e monasteri, fino al riutilizzo di palazzi nobiliari e finalmente alla definizione di uno spazio dedicato e progettato appositamente. Oltre l’analisi storica, che ha permesso di comprendere appieno il tema in oggetto, è stato fondamentale anche scoprire l’approccio moderno e la definizione di tipologie differenti a seconda della nazione, del modo di considerare gli alunni e l’istruzione, dell’idea stessa di scuola e dell’approfondimento del dibattilo intellettuale a riguardo. Ad oggi il dibattito sulla scuola sembra essere assopito, resta solo qualche sporadica sperimentazione, e quindi per comprendere quali possano essere le necessità di una scuola oggi, e dei suoi alunni oggi, ho preferito prendere in esame casi specifici scelti, anche se non recenti, per la chiara impronta distributiva, per il potente concept di base o perché costituiscono riferimenti progettuali sempre attuali. Altri casi studio, molto più recenti, sono stati analizzati per la forte caratterizzazione nel rapporto con il tessuto urbano e con il contesto circostante, per lo sviluppo dell’idea di scuola-città con il relativo apporto alle dinamiche relazionali tra studenti, per lo sviluppo dei temi legati alla sostenibilità, per il particolare utilizzo dei materiali, per il chiaro riferimento tipologico, o semplicemente perché risultano essere esempi stimolanti in un dibattito sulla scuola tutto da ricostruire. Il progetto, infine, si è configurato come la sintesi di queste ricerche ed in particolare sono stati utilizzati: i riferimenti al passato della scuola; alla sua origine di “un uomo sotto a un albero, che non sapeva di essere un maestro, e che esponeva ciò che aveva compreso ad alcuni altri” (Kahn 1960); i risultati del dibattito italiano che soprattutto definisce gli alunni come ospiti e non prigionieri della scuola (già dall’asilo di Terragni); l’evoluzione della scuola verso una tipologia estesa; i segni storici sul territorio così come il paesaggio circostante; e l’idea che ci sia una scuola materiale, l’edificio appunto con la sua organizzazione spaziale interna ed esterna, e una scuola immateriale, l’insieme delle attività che vi si svolgono e solo la maggiore o minore armonizzazione tra queste due dimensioni della scuola incide sull’efficacia della funzione formativa. La nuova scuola Media Bellavitis nasce da una duplice volontà, ossia inserire nel luogo un edificio in grado di innescare molteplici livelli di interazione con il suo intorno e realizzare un edificio che si apra all’interpretazione degli utenti. La struttura può essere sommariamente schematizzata in una serie di blocchi dalla semplice forma parallelepipeda a uno o due piani, contenenti rispettivamente le aule, la palestra, gli uffici e laboratori, gli spogliatoi, che risultano unificati e saldati insieme da una copertura che evoca un tessuto morbidamente adagiato su di essi, ma questa va


pensata come un organismo materico che fornisce agli alunni uno spazio dinamico in perpetuo mutamento. Il progetto si sviluppa, infatti, dal dialogo di due elementi, riconoscibili nei volumi puri e definiti che ospitano le diverse funzioni, ossia spazi tra loro molto differenti quanto differenti sono le attività che ospitano, e nella copertura che sembra non avere forma propria ma muoversi e definirsi in funzione di ciò che le accade sotto e che essa unifica modellandosi orograficamente su di esse. La copertura si articola in modo da formare all’interno una sequenza di spazi estremamente suggestivi destinati ai momenti in comune e all’esterno forma un percorso che nasce alla quota della città e che, grazie ad una gradonata e ad una scala, si sviluppa alla quota del primo livello. Questa diviene un vero e proprio spazio da percorrere e utilizzare scoprendone le possibilità, inoltre la scelta di una pavimentazione morbida antitrauma sottolinea la funzione e la genesi stessa di questa copertura. Le diverse inclinazioni delle falde in copertura diventano un richiamo e un riferimento chiaro a quella persistenza del paesaggio che in ogni momento, da tutta l’area di progetto, si percepisce: lo skyline delle alpi. La necessità di un rapporto con lo spazio circostante non si esaurisce con questo, ma permette di creare anche un struttura incentrata sulle relazioni: il tema della “soglia”, filtro e momento di relazione; il tema delle relazioni visive tra

gli spazi e gli alunni stessi; il tema della “vetrina” verso gli ambiento comuni o verso il parco. La distribuzione interna e l’orientamento dell’edificio, nonché la forma e la compattezza, sono stati progettati per migliorare le relazioni tra gli alunni e ottenete il miglior risultato possibile nello sviluppo di attività spontanee ed anche per il benessere psicofisico; ad esempio le aule sono disposte a sud est per ottenere vantaggi di illuminazione, la copertura si conforma anche in funzione di ottenere ombreggiamento nei mesi caldi, lo spazio di distribuzione interno perde la connotazione di corridoio per diventare uno spazio di relazione informale con parti a tutt’altezza e pareti non ortogonali, e la corte interna a gradoni permette lo svolgersi di attività molteplici. Il lavoro progettuale ha poi approfondito l’analisi funzionale e la caratterizzazione di alcuni ambienti, la definizione dell’involucro e dei materiali sia interni che esterni, l’analisi e la progettazione di alcuni sistemi passivi di sostenibilità e la sistemazione degli esterni. Quest’ultima è stata analizzata sia a livello di viabilità e di accessi, sia di verde pubblico e didattico per la scuola. Infine la definizione strutturale, fino al dettaglio 1:20, e impiantistica del progetto è stata approfondita attraverso la consulenza dello studio Favero e Milan di Venezia, con il quale sono entrata in contatto durante un’esperienza di stage in studio di architettura.













ESPERIENZE PROGETTUALI • Museo tecnico navale, La Spezia • Riqualificazione di edificio residenziale • Pianificazione di aggregato urbano • Podere Casamento - Restauro • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Museo del design • Stand espositivo in legno

TESI DI LAUREA • Progetto di una nuova scuola media a Bassano del Grappa

RICERCA • Evoluzione degli aspetti pedagogici e delle tipologie architettoniche per l’insegnamento • Tiergarten - L’urbanistica a Berlino e un singolare progetto in Rauchstrasse

PLASTICI • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Edificio per uffici, Buenos Aires - A. Rossi


Approfondimento per tesi di Laurea

Evoluzione degli aspetti pedagogici e delle tipologie architettoniche per l’insegnamento

L’analisi ha percorso le origini storiche dell’istituzione scolastica e la relazione tra l’evoluzione pedagogica e tipologica delle scuole, con lo scopo di scoprire quale sia la relazione esatta tra istruzione, o meglio educazione, e spazio che la ospita. Dagli stoai greci, ai chiostri e monasteri, fino al riutilizzo di palazzi nobiliari, la definizione di uno spazio dedicato e progettato appositamente per l’educazione ha uno sviluppo lento e sempre connesso con gli aspetti culturali e sociali del proprio tempo. L’analisi storica dalle origine all’Ottocento, che ha permesso di comprendere appieno il tema in oggetto, è stata fondamentale anche per comprendere l’approccio moderno. Lo sviluppo e la definizione dell’edificio scolastico dal XX sec ad oggi è stata, infatti, un’ulteriore fase di ricerca per chiarire quali siano le variabili che tra tipologie differenti a seconda della nazione, del modo di considerare gli alunni e l’istruzione, dell’idea stessa di scuola e dell’approfondimento del dibattilo intellettuale a riguardo. In particolare per comprendere quali possano essere le necessità di una scuola oggi, e dei suoi alunni oggi, nonché come l’architettura delle scuole possa influenzare e migliorare le relazioni tra gli studenti e la fruizione della scuola stessa, sono stati scelti alcuni casi-studio di scuole da schedare e analizzare. I progetti meno recenti sono stati scelti per la chiara impronta distributiva, per il potente concept di base o perché costituiscono riferimenti progettuali sempre attuali e innovativi. Altri progetti, molto più recenti, sono stati inclusi per la forte caratterizzazione nel rapporto con il tessuto urbano e con il contesto circostante, per lo sviluppo dell’idea di scuolacittà con il relativo apporto alle dinamiche relazionali tra studenti, per lo sviluppo dei temi legati alla sostenibilità, per il particolare utilizzo dei materiali, per il chiaro riferimento tipologico, o semplicemente perché risultano essere esempi stimolanti in un dibattito sulla scuola.




Analisi della morfologia urbana e della tipologia edilizia prof. C. Visentin

Tiergarten

L’urbanistica a Berlino e un singolare progetto in Rauchstrasse

Se la città fosse predominata da impalcature e cantieri, gli abitanti dell’immaginaria Tecla di Calvino ne spiegerebbero la causa dicendo: «Perché non cominci la distruzione», e forse anche i berlinesi potrebbero mutuare questa spiegazione. Berlino è un luogo ricco di problematiche sociali ed umane e queste si accompagnano a problemi edilizi e residenziali. Lo studio aveva come oggetto l’esperienza progettuale di diversi architetti, legati da un mastrerplan comune, per un isolato urbano. Per comprendere questo esercizio progettuale e il concetto stesso di isolato è stato necessario verificare lo sviluppo e le vicissitudini dell’urbanistica a Berlino dall’inizio del Novecento con i blocchi residenziali, alle problematiche dell’ambiente urbano subito dopo la seconda guerra mondiale, fino al problema circa il come ricostruire ed infine all’esperienza dell’IBA. Nonostante le scissioni e le difficoltà interne all’International Baustellung, prevale la scelta di operare attraverso progetti basati sulle possibili combinazioni che “uno schema edilizio perimetrale” può permettere, e dunque sul concetto di blocchi, o isolati. Su questo concetto si aprì un forte dibattito tra architetti e critici e molte furono le esperienze in merito: tra queste, il progetto Tiergarten risulta significativo perché riassuntivo del dibattito. L’area del progetto, prima area residenziale per l’alta borghesia, dopo i bombardamenti restò a lungo abbandonata e solo nel 1980 venne indetto un concorso per la ricostruzione. Il concorso è vinto da R. Krier con la proposta di ricostruire l’area attraverso l’uniformazione tipologica del lotto: un isolato urbano con spazio interno a corte e una maglia unificante. Le Stadtvillen pensate da Krier devono adattarsi ai rigidi standard previsti e dunque popone piante diversificate per gli edifici per “offrire all’utente un consolante indennizzo per la limitazione del suo spazio vitale”. L’IBA coglie questa proposta come occasione per sperimentare l’assegnazione dell’incarico progettuale delle ville a diversi architetti. Vengono così invitati alcuni progettisti che avevano già partecipato al concorso insieme agli architetti Rossi, Grassi e Hollein per definire i progetti di sei diverse palazzine unificate da un masterplan comune, dando vita ad un progetto singolare.



ESPERIENZE PROGETTUALI • Museo tecnico navale, La Spezia • Riqualificazione di edificio residenziale • Pianificazione di aggregato urbano • Podere Casamento - Restauro • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Museo del design • Stand espositivo in legno

TESI DI LAUREA • Progetto di una nuova scuola media a Bassano del Grappa

RICERCA • Evoluzione degli aspetti pedagogici e delle tipologie architettoniche per l’insegnamento • Tiergarten - L’urbanistica a Berlino e un singolare progetto in Rauchstrasse

PLASTICI • Nuova stazione per Bologna • Polo multifunzionale, Parma • Edificio per uffici, Buenos Aires - A. Rossi



Laboratorio di progettazione architettonica IV prof. L. Monica • prof. C. Pavesi • prof. S. Cusatelli

NUOVA STAZIONE PER BOLOGNA • Bologna


Teorie della ricrca architettonica contemporanea prof. A. Mambriani

EDIFICIO PER UFFICI • A.Rossi • Buenos Aires


Laboratorio di progettazione architettonica III prof. A. Massarente • prof.ssa S. Fabi

POLO MULTIFUNZIONALE • Baganzola, Parma


Francesca Terenziani francesca.terenziani@yahoo.it


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