Il rilancio dei mercati: spazio pubblico, servizi comunitari ed economia circolare

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Il rilancio dei mercati Spazio pubblico, servizi comunitari ed economia circolare


Il rilancio dei mercati Spazio pubblico, servizi comunitari ed economia circolare

a cura di

Daniela Patti, Levente Polyak, Manuel Torresan

correzione bozze design

Stefano Patti

copertina

Eutropian con disegni di Zsófia Szemző

traduzioni stampa

Andrea Giuliano

Tipografia Multiprint, Roma, Italia

casa editrice isbn

Manuela Ausilio

Cooperative City Books, Vienna, 2019

978-3-9504409-1-1

contatto Eutropian email web

Research & Action

info@eutropian.org

www.eutropian.org

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Cooperativecity.org

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Indice

Introduzione

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Nuova vita ai mercati Spazio pubblico, servizio urbano e nodo economico Daniela Patti, Levente Polyak, Manuel Torresan I mercati rionali, tradizionalmente in evoluzione Dinamiche di una formula storica ancora attuale Manuel Torresan

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Szatyorbolt Comprare e consumare localmente a Budapest Erika Kármán

Il bacino d’utenza dei mercati giornalieri di Roma Quanti romani hanno un mercato sotto casa? Manuel Torresan

Produzione

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Squicity La piattaforma online della spesa a domicilio a Roma Alfredo Morales

Le geografie del cibo a Roma Aurora Cavallo Cooperativa Coraggio Le terre pubbliche come opportunità per i giovani agricoltori a Roma Giacomo Lepri Zappata Romana Orti condivisi per la rivalutazione dello spazio pubblico a Roma Silvia Cioli, Luca D’Eusebio Agricoltura urbana Il potenziale di coltivare a Rotterdam Paul De Graaf

Vendita

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Un mercato rionale “relazionale” Come ripensare la vendita in chiave solidale Riccardo Troisi Voci dal mercato Alessandro Albanesi, Daniele Iatomasi, Amedeo Valente, Aurelia Battiglia Cooperativa Afrikaanderwijk Una cooperativa di quartiere per il rilancio del mercato di Rotterdam Annet Van Otterloo

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Distribuzione

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Rifiuti

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La gestione dei rifiuti nei mercati Diventare uno snodo di economia circolare Francesco Sicilia Wasted Come creare welfare dalla gestione dei rifiuti ad Amsterdam Francesca Miazzo Wcycle Strategia urbana di economia circolare a Maribor Igor Kos

Politiche

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Servizi 154

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Infrastrutturazione culturale Il mercato come spazio pubblico e architettura sociale Elisa Maceratini Banco e Sto! Il mercato riattiva il tessuto sociale di un quartiere a Roma Arianna Bertilaccio Mercato Metronio Rigenerare il mercato tramite nuovi posti di lavoro a Roma Luca Bazzoli Mercato Lorenteggio La cultura fa rinascere le attività economiche a Milano Jacopo Lareno Faccini Young Market Lab Il mercato accoglie l’imprenditoria giovanile a Bari Silvia Sivo Purple Sheep Un ristorante nel mercato dove lavorano rifugiati a Vienna Karin Klaric Stará Tržnica Comunità locali con spirito imprenditoriale a Bratislava Jan Mazur Mercado San Fernando Integrare le attività crea nuova autonomia a Madrid Pablo Garcia Bachiller

Difendiamo i mercati rionali Una rete civica territoriale per la difesa dei mercati a Roma Anna Maria Bianchi La strategia del comune di Torino Progetti europei come opportunità per i mercati Anna Maria Altamura Il rilancio dei mercati di Genova Partire da una delibera per riconoscere il potenziale di ogni mercato Stefania Vidale La Food Policy del Comune di Milano Come le politiche pubbliche incidono sul sistema alimentare della città Anna Scavuzzo Ökokauf a Vienna Come l’approvvigionamento pubblico sostenibile aiuta la produzione locale Bernhard Kromp

Conclusioni

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Come rilanciare i mercati rionali? Cinque suggerimenti Chi siamo Daniela Patti, Levente Polyak, Manuel Torresan


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Mercato Primavalle, Roma. cc Manuel Torresan Foto O

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Madrid Mercado San Ferdinando

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Rotterdam Afrikaanderwijk Coop

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Amsterdam Wasted Project

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Genova Regolamento Mercati

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Torino Regolamento Mercati

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Milano Food Policy Mercato Lorenteggio

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Roma Mercato Metronio Mercato di Primavalle Cooperativa Coraggio Zappata Romana Squicity

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Bari Young Market Lab

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Maribor Wcycle

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Vienna Purple Sheep Ökokauf

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Bratislava Stará Tržnica

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Budapest Szatyorbolt

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1 romano su 2 ha un mercato a meno di

5 minuti

da casa

Introduzione 14

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Nuova vita ai mercati Spazio pubblico, servizio urbano e nodo economico Daniela Patti, Levente Polyak, Manuel Torresan I mercati rionali, tradizionalmente in evoluzione Dinamiche di una formula storica ancora attuale Manuel Torresan Il bacino d’utenza dei mercati giornalieri di Roma Quanti romani hanno un mercato sotto casa? Manuel Torresan

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Nuova vita ai mercati Spazio pubblico, servizio urbano e nodo economico PERCHÉ PARLARE DI MERCATI

DANIELA PATTI

LEVENTE POLYAK

MANUEL TORRESAN

L’istituzione di politiche pubbliche per l’approvvigionamento delle derrate alimentari è stata una preoccupazione dei governi sin dai tempi degli antichi romani. Garantire l’accesso al cibo a prezzi calmierati è storicamente una strategia per garantire sicurezza sociale e stabilità politica. Memori del proverbio “panem et circenses” ma anche dei recenti eventi della primavera araba, scaturiti dall’aumento del prezzo degli alimenti legato al prezzo del petrolio (1), nel mercato globalizzato, i Paesi lottano per l’accaparramento delle terre fertili (2) per poter garantire risorse alla propria popolazione. La Cina, gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti ed i paesi europei prendono terreni in Africa e Sud America per coltivare grano o soia come mangime per animali, come biogas o come alimenti (3). Come risultato della crisi economica del 2007, i capitali di investimento si sono spostati dal mercato immobiliare a quello delle terre agricole, sulla base della consapevolezza che la crescente popolazione mondiale avrà sempre più bisogno di cibo. Eppure, nonostante la sempre maggiore attenzione che la produzione alimentare sta riscuotendo a livello globale, nelle nostre realtà locali si parla sempre troppo poco di come arriva il cibo sulle nostre tavole. Nonostante l’aumento dei casi di obesità, anche infantile, dovuta al difficile accesso a cibo di buona qualità a prezzi bassi, i cosiddetti food deserts, le politiche pubbliche faticano a trattare il tema del mercato alimentare. Anche le politiche europee per le aree agricole, che hanno mirato alla protezione dei terreni e degli agricoltori, spesso avvantaggiando i grandi latifondi, non incidono profondamente sul mercato. Sebbene ci siano 14 milioni

1 Lang, T., Heasman, M., 2015, Food Wars - The global battle for mouths, minds and markets. Routledge 2 Liberti, S., 2011, Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo. Minimumfax 3 Liberti, S., 2016, I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta. Minimumfax

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cc Eutropian Mercato di Porta Palazzo, Torino. Foto O

di agricoltori in Europa, i loro prodotti sono gestiti da 200.000 distributori e 500.000 rivenditori ma venduti a 743 milioni di abitanti. Infatti, in Europa, il 40% dei prodotti alimentari transita da sole 10 aziende (4), che occupano il vuoto lasciato dalle politiche pubbliche. All’interno di questo quadro, i mercati rionali sono i superstiti di una politica alimentare che è stata progressivamente smantellata dopo gli anni del boom economico. Nel momento in cui le politiche nazionali hanno abbandonato il tema della produzione e della distribuzione del cibo, i mercati rionali hanno perso parte della propria essenza e stanno progressivamente tentando di ritrovare una propria specificità nel panorama degli attori della distribuzione. In un Paese il cui settore agroalimentare è stimato sui 135 miliardi di euro (5) e in cui la cultura alimentare è un tratto fondante dell’identità nazionale, il tema dell’approvvigionamento al cibo non può non

4 Friends of the Earth Europe, 2015, the social, environmental, and economic benefits of local food systems Eating from the Farm. 5 Prisco Francesco, 2017, L’alimentare italiano cresce a ritmi doppi del Pil, Sole24ore. Link: https://goo.gl/7VcdLP

essere trattato. All’interno di questo quadro, i mercati rionali, in quanto infrastruttura pubblica per la distribuzione alimentare, sono l’asset ideale da cui ripartire per garantire l’accesso al cibo all’interno di un modello che miri a rafforzare l’economia locale e l’inclusione sociale.

RIPARTIRE DAI MERCATI DI ROMA I mercati rionali sono spazi pubblici per eccellenza: luoghi di incontro, punti di scambio di beni ma anche centri di aggregazione. O, meglio, così era diffusamente un tempo. In “Mamma Roma”, nonostante la pellicola in bianco e nero, si riuscivano a percepire i colori, gli odori e la frenetica vivacità dei mercati rionali romani. Oggi, un film più rappresentativo potrebbe essere “Arance e Martello”, dove la lotta contro la chiusura del mercato di Via Orvieto a San Giovanni è rappresentativa della situazione di estremo disagio di buona parte degli altri mercati di Roma. Eppure nella Capitale è presente un’infrastruttura importante che conta 119 mercati su tutto il territorio comunale, con 27 strutture coperte, 33 plateatici attrezzati e 53 mercati su strada. I mercati coperti si trovano in aree centrali e sono stati costruiti principalmente ad inizio ‘900, mentre i mercati su plateatico

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attrezzato si trovano in aree più periferiche e sono stati costruiti nel secondo dopoguerra all’interno di Progetti di Edilizia Economica e Popolare (PEEP) (6). Molti di questi mercati hanno spesso meno di 15 operatori attivi al proprio interno, fattore che limita fortemente la vivacità e l’attrattività di questi mercati. Sul futuro dei mercati romani si aprono vari scenari: uno nostalgico che vorrebbe far rivivere le logiche di un tempo; uno scettico che li vede come un modello di vendita e di gestione ormai inadeguato al nostro tempo e volto al termine; ed un terzo più fiducioso che, pur riconoscendone i limiti, immagina un nuovo futuro per questi spazi pubblici. Il primo scenario è forse quello che rischia di riprodurre quello che vediamo oggi quando entriamo in un mercato: una desolata serie di banchi chiusi, perché le attuali modalità di gestione non sortiscono il rinnovamento e gli effetti desiderati ormai da decenni. Nonostante il nuovo Regolamento comunale per il commercio su aree pubbliche (7) sia stato approvato dalla Assemblea Capitolina nel giugno 2017, la sua implementazione non è ancora iniziata. Il secondo scenario è stato quello che nel 2010 ha portato allo sviluppo di proposte di Project Financing (8) per intervenire nella improcrastinabile ristrutturazione di questi immobili e nella riarticolazione degli spazi di vendita. Questa iniziativa, dagli esiti non univoci (9), suscitò moltissime polemiche poiché a seguito della necessaria riqualificazione dei mercati si prefiguravano al contempo nuove cubature, parcheggi e concessioni agli investitori privati per lunghissimi periodi. Questo è infatti quello che ha portato l’associazione “Difendiamo

6 Torresan, M., 2017, Roma, mercati rionali e contesto locale, percorsi di analisi nella resilienza delle strutture el commercio tra relazioni, sviluppo e identita’, Paper for XXXVIII Italian Conference of Regional Sciences. 7 Deliberazione n.30 del 2017, Protocollo RC n. 6903/2017 8 Il Project Financing è un sistema di finanziamento per la realizzazione di infrastrutture pubbliche, che attinge prevalentemente a risorse progettuali e a capitali privati, recuperabili grazie al flusso di denaro generato dall’infrastruttura stessa, una volta che questa sia entrata in gestione. 9 Cfr. D’Aquino R. (2015), I project financing e la «riqualificazione» dei mercati rionali, in Carteinregola, a cura di, Un mercato non è solo un mercato, Roma. pp. 20–24.

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cc Eutropian Mercato di Rijeka, Croazia. Foto O

i Mercati Rionali”(10) a denunciare lo scandalo che rischiava di deturpare la rilevante architettura dello storico Mercato Metronio. Che forma possa prendere il futuro dei mercati non è però una cosa semplice da immaginare, non a caso il tema è stato oggetto di vari incontri nel corso dell’ultimo anno con una partecipazione crescente. Il percorso è stato intrapreso da una varietà di attori più o meno direttamente legati al mondo dei mercati, come: gli operatori stessi, le associazioni di quartiere, le reti di consumo critico o ambientalista, imprese di distribuzione a chilometro zero e degli agricoltori, i gruppi di acquisto solidale e l’amministrazione pubblica. L’immaginario collettivo ha portato la maggior parte delle persone ad ambire ad una rete di mercati simili a quelli di Barcellona, come il celeberrimo Santa Caterina e gli altri meno turistici, dove il mercato diventa un mix di vendita di prodotti freschi e locali ma anche di servizi al quartiere e artigianato, attraendo così residenti e turisti, studenti e lavoratori, nelle diverse fasce d’età. Mercati come questi non sono però completamente sconosciuti a Roma, basti pensare a quello di Testaccio (11), da pochi 10 difendiamoimercatirionali.wordpress. com 11 https://www.facebook.com/ mercatotestaccio/


Pur volendo, il modello del Mercato di Testaccio non può più essere facilmente replicato in altri mercati di Roma, soprattutto se si pensa a quelli in posizioni meno centrali, poco appetibili per operazioni commerciali e spesso connotati da un forte attaccamento da parte degli abitanti del quartiere servito. In questi casi non sono rari i tentativi di rivitalizzazione economica e sociale sorti spontaneamente. A Piscine di Torre Spaccata, ad esempio, il comitato di quartiere, assieme agli operatori del mercato ed in collaborazione con il Municipio, ha portato avanti un modello di rigenerazione di grande pregio del mercato inutilizzato nell’ambito del progetto “La Fabbrica dei Sogni”(12), occupandosi non solo dei banchi sfitti del mercato ma anche dei negozi chiusi sotto le abitazioni, attraverso un meccanismo di assegnazione degli spazi tramite bando che desse priorità alla validità dell’idea rispetto al miglioramento dell’offerta di servizi al quartiere. Sebbene la procedura non sia stata tuttora approvata dagli uffici centrali del Comune di Roma, questo esempio può essere identificato come una buona pratica comunitaria per gli appalti pubblici. Oggi infatti il quartiere ha visto la quasi totale riattivazione degli spazi sfitti con palestre popolari, caffetterie, negozi e banchi del mercato con vendita di pesce, frutta e verdura, vino e molto altro ancora. In una città estesa e frammentata come Roma, il ruolo del mercato rionale, in quanto infrastruttura capillare presente su tutto il territorio, può avere

12 http://www.comitatosviluppolocale.org/

un importante ruolo nell’animazione economica e sociale del territorio. Per questo pare importante consentire una varietà di soluzioni che possano valorizzare al meglio la vocazione del singolo mercato. È lecito pensare che il mercato pressoché abbandonato di Via Baccina nel Rione Monti abbia un potenziale turistico inespresso, mentre quello di Corviale potrebbe essere un eccellente incubatore di imprese giovanili. Iniziative simili sono portate avanti a Milano nel Mercato Lorenteggio (13) e a Bari nel Mercato di Carbonara (14), dove associazioni locali e operatori mercatali lavorano in collaborazione con le rispettive amministrazioni per sperimentare nuovi modelli di gestione del mercato. Emblema dello scambio di merci e di idee, il mercato potrebbe essere un incubatore di nuovi modelli di vendita. Se consideriamo che il 45% della superficie di Roma è composta da terreni agricoli e che a coltivarla sono oltre 2600 imprese che spesso faticano a trovare sbocchi per la vendita, emerge chiaramente un grande potenziale per la riattivazione dei mercati (15). Infatti, in uno dei Comuni agricoli più estesi d’Europa, i mercati rionali potrebbero essere snodi di distribuzione della filiera corta, offrendo prodotti di qualità a prezzi accessibili e supportando in un circolo virtuoso l’economia locale (16). Il mercato potrebbe poi offrire una serie di servizi integrativi, come la consegna a domicilio, l’acquisto collettivo come fanno i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) (17), il box scheme o l’implementazione di strumenti di comunicazione digitale. Nei mercati si potrebbero sperimentare sistemi di compostaggio comunitario degli scarti organici e di riciclo degli imballaggi. Questo è già stato fatto a Roma dal IX Municipio che ha promosso l’iniziativa DOM - Denominazione di Originale Municipale (18) e nel V Municipio, in maniera privata, da DOL - Denominazione Originale Laziale. (19)

13 www.mercatolorenteggio.it 14 http://ymlbari.it/ 15 https://romaunfuturodacoltivare. files.wordpress.com/2015/09/1-expo_ marino_060915-pptx1.pdf 16 Magna Roma, Report di Terra! Onlus: http://www.terraonlus.it/images/docs/ magna_roma 17 www.gasroma.org 18 https://www.youtube.com/ watch?v=rkhfX1cwdmM 19 www.informaggiatore.it

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anni spostato in una nuova struttura. Il segreto del successo commerciale di questa operazione, oltre alla location, risiede nella diversificazione dell’offerta, le cui referenze spaziano dagli abiti vintage all’arredamento di design, dall’ortofrutta allo street-food gluten-free, includendo la possibilità di consumare sul posto cibo e bevande, e nel prolungamento degli orari di apertura. Tutto ciò è stato possibile, in quegli anni, anche perché il mercato è stato costruito tramite Project Financing e dato in concessione ad un privato. Se da una parte questo modello ha rilanciato il mercato, dall’altro ha anche comportato un aumento dei prezzi di affitto dei posteggi, con la conseguente esclusione di molti degli operatori attivi a Testaccio prima del trasloco ed il rischio che tali canoni comportino aumenti nei prezzi di vendita, tradendo quella funzione di calmieratori di prezzi che i mercati hanno storicamente ricoperto.

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cc Eutropian Mercato Sonato, Bologna. Foto O

UN PERCORSO COLLETTIVO DI RIFLESSIONE E RICERCA Il futuro dei mercati di Roma è ancora tutto da scrivere ma solo la collaborazione delle varie realtà esistenti ed attive a Roma potrà costruire una visione collettiva per questo bene pubblico, che sia economicamente sostenibile, socialmente inclusiva ed ambientalmente compatibile. Pensare al rilancio dei mercati però deve andare oltre la mera replica di alcuni processi di commercializzazione di questi spazi pubblici, che vediamo in molte città. Un processo di rigenerazione dei mercati non può creare una tale pressione economica da dover necessariamente stravolgere la natura stessa del mercato, dove il consumo di cibo gourmet diventa una delle tante esperienze che consumatori più benestanti possono fare tra una serie di eventi culturali. Progetti di rinnovamento destinati a consumatori per cui il prezzo non è il fattore di scelta più importante, infatti, tendono a estromettere residenti e operatori di lungo periodo, con

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tutte le conseguenze che tale gentrificazione commerciale comporta, Sono possibili altri modelli per il rilancio dei mercati? Questo libro è il risultato di una serie di incontri e laboratori tenuti tra il 2015 e 2016 in vari mercati di Roma (20), cui hanno partecipato tante delle realtà che da anni si impegnano sul rilancio dei mercati, sulle filiere alimentari sostenibili, sull’inclusione sociale e sul riuso delle proprietà pubbliche (21). Sulla base delle istanze emerse durante i laboratori, Eutropian ha raccolto una serie di casi studio in Italia ed Europa al fine di poter offrire spunti di riflessione per il futuro dei mercati di Roma, e non solo, cercando di immaginare per i mercati rionali un futuro come luoghi di innovazione, 20 Mercato di V.le Adriatico, Mercato di Primavalle, Mercato Metronio, Mercato di Via Alberto da Giussano. 21 Hanno partecipato agli incontri Interazione Urbane, Sensacional, Rete di Economia Sociale e Solidale, ZeroWaste Lazio, Difendiamo i mercati rionali, Zappata Romana, Urban Experience.


Alcune delle domande emerse dai laboratori vertono sulla possibilità del mercato di riprendere un ruolo centrale all’interno di una politica pubblica alimentare. Possono i mercati diventare degli snodi all’interno di una filiera corta del cibo? Possono i prodotti delle terre pubbliche gestite da cooperative di giovani agricoltori trovare un canale di vendita preferenziale nei mercati rionali? Possono i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) avere uno spazio di smistamento negli stalli mercatali? Può il mercato integrare servizi di consegna a domicilio o di acquisto online? Possono i rifiuti organici essere raccolti nei mercati e portati nelle aziende agricole per diventare compost? Infine, un altro tema importante di discussione è la rilevanza sociale del mercato in quanto infrastruttura pubblica alla scala del quartiere. Possono i mercati diventare un polo di servizi integrati? Possono essere un’occasione di riattivazione dell’economia locale, specialmente in contesti marginalizzati? Gli articoli di Manuel Torresan indagano le dinamiche che interessano il settore dell’ambulantato rapportandole alle evoluzioni delle nuove abitudini di spesa delle famiglie italiane; i mercati romani sono descritti nei loro caratteri strutturali in relazione al contesto regionale e nazionale, e per ciascuno di essi viene fornito il potenziale bacino d’utenza. Aurora Cavallo illustra il sistema di produzione di cibo a Roma, fornendo un contesto per comprendere l’esperienza della cooperativa di giovani agricoltori su terre pubbliche a Borghetto San Carlo e quella di Zappata Romana, la rete degli orti di Roma. Questo ci aiuta ad interpretare il caso degli orti urbani di Rotterdam. Nuovi modelli di distribuzione, come quello promosso

da Squicity a Roma e Szatyorbolt a Budapest, forniscono spunti per pensare a nuovi servizi da poter integrare nei mercati. Riccardo Troisi mostra come la nascita di una nuova economia passi per un nuovo modello di organizzazione e di vendita, delineando una cornice nella quale si attestano le voci degli operatori dei mercati di Roma. Per offrire nuove prospettive, il caso della Cooperativa Afrikaanderwijk a Rotterdam consente di immaginare nuovi modelli organizzativi e di gestione delle risorse. Francesco Sicilia ci racconta poi come i rifiuti possono essere un’occasione di rilancio dei mercati, trasformando gli scarti organici in compost da utilizzare nelle aziende agricole in cui sono stati prodotti. Seguono le esperienze di gestione dei rifiuti del Progetto Wasted ad Amsterdam, di Wcycle a Maribor e di Food not Bombs a Budapest. Elisa Maceratini spiega come i mercati siano anche un’infrastruttura sociale, soprattutto a Roma dove la loro presenza è così capillarmente distribuita sul territorio comunale. Di qui la rilevanza di progetti come il mercato Metronio di Cittadinanzattiva e le esperienze del mercato di Primavalle a Roma, del mercato di Carbonara a Bari, di Lorenteggio a Milano, di Purple Sheep a Vienna, di Stará Tržnica a Bratislava e del Mercado S. Fernando a Madrid, che raccontano nuovi percorsi di inclusione sociale all’interno delle strutture dei mercati. Infine, si avvia un ragionamento sulle prospettive delle politiche pubbliche, con Difendiamo i Mercati Rionali che racconta del percorso portato avanti a Roma e a cui seguono le esperienze delle città di Torino e Genova nella gestione dei mercati, il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo racconta della Food Policy del capoluogo lombardo, mentre BioForschung racconta l’esperienza di appalti pubblici per l’approvvigionamento di cibo con parametri ambientali del Comune di Vienna. Ringraziamo tutte le persone che hanno contribuito ai laboratori, alla ricerca e a questa pubblicazione in varie forme.

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in cui il patrimonio cognitivo, umano e sociale presente in un territorio venga messo a sistema per sperimentare modelli di impresa e di servizio in un quadro collaborativo, a cui prendono parte i diversi attori locali per dare risposta alle necessità della comunità.

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Conclusioni

suggerimenti

Per il rilancio dei mercati è necessario mettere in campo politiche pubbliche integrate e rendere disponibili risorse sufficienti, orientate alla creazione di una nuova visione dei mercati che assolva a cinque punti chiave.

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1 Proprietà pubblica e gestione collettiva

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I mercati offrono un servizio al pubblico tramite attività commerciali private su aree rientranti nelle disponibilità comunali: una condizione che obbliga a una necessaria collaborazione tra i differenti attori coinvolti. Il superamento dell’attuale crisi del mercato rionale come formula distributiva passa dal ripensamento delle attività e delle responsabilità di ciascuno, al fine di garantire un servizio efficiente e che risponda alle reali esigenze dei territori. Pertanto, tenuta ferma la proprietà pubblica delle strutture, la loro gestione deve essere collettiva, conciliando un equilibrato sostegno da parte della dimensione privata con la gestione ordinaria fatta dagli operatori del mercato, al fine di garantire la sostenibilità economica delle operazioni, ma anche un giusto livello di partecipazione che, valorizzando l’esperienza, sostenga l’occupazione e lo sviluppo delle imprese commerciali. In tal senso, la conduzione dei mercati tramite Associazioni di Gestione Servizi (AGS) è considerata ideale perché mira a ricondurre gli interessi dei vari operatori ad una strategia comune. È poi necessario integrare la più ampia dimensione collettiva promossa dalle realtà territoriali, quali associazioni e comitati locali, che si rendono così garanti degli interessi pubblici. Per questo l’istituzione di un osservatorio cittadino su scala comunale è importante, al fine di assicurare da una parte una rete di supporto alla gestione e all’innovazione, dall’altra un controllo territoriale del reale uso collettivo del mercato finalizzato anche a nuovi usi degli spazi da parte di cittadini, associazioni e imprenditori. 159


2 Polifunzionalità

Il modello del mercato come luogo di servizi al pubblico distribuito sul territorio in maniera capillare risulta sempre meno efficace se basato sulla sola vendita di beni alimentari, ancorché di qualità e a prezzi accessibili. Il mercato oggi deve poter integrare la propria offerta con servizi che lo rendano un centro polifunzionale a scala locale: sportelli amministrativi, spazi culturali, attività artigianali e di servizio, punti di assistenza agli anziani o alle famiglie sono solo alcune di queste possibili funzioni. Se da una parte queste attività offrono un servizio pubblico più completo, dall’altra possono attirare nell’arco dell’intera giornata un flusso di utenti abbastanza ampio ed eterogeneo utile a sostenere le attività commerciali operanti nel mercato. Il beneficio è quindi duplice. Allo stesso tempo sarà, tuttavia, necessario sviluppare un masterplan delle funzioni, in modo da garantire un equilibrio tra le attività affinché nessuna prenda il sopravvento in quanto più remunerativa, come ad esempio la ristorazione. Polifunzionalità, inoltre, significa non solo la programmazione di funzioni fisse nel mercato ma anche l’integrazione con eventi temporanei di varia natura, quali, ad esempio, festival, concerti, presentazioni e mostre, che animino gli spazi, avvicinando una molteplicità di persone al mondo dei mercati.

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3 Filiere locali circolari

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I mercati possono essere lo snodo di una filiera locale, in cui si vendono prodotti del territorio, si crea una rete di supporto ai produttori e si salda il rapporto con i consumatori. Le esperienze dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) ci insegnano però che per poter vendere un bene specifico è necessario conoscere la sua storia e quella dell’azienda agricola nella quale è stato prodotto. Per questo i venditori devono entrare in contatto con i produttori, che spesso hanno bisogno di un canale di vendita affidabile in quanto difficilmente riescono a portare avanti la vendita diretta per carenze di risorse economiche, di tempo o di personale. La connessione fra produttori e venditori deve passare per il coinvolgimento dei consumatori nella scelta dei produttori, nell’identificazione dei prodotti e dei servizi come nella capacità di aggregare l’offerta per ridurre i costi. Infine, ricreare una filiera alimentare circolare può aprire nuove opportunità per l’economia locale, attraverso: modalità innovative di distribuzione delle merci sia tra aziende, sia verso i consumatori; il recupero delle eccedenze; il riuso degli scarti alimentari, come dimostrano i progetti pilota di gestione dei rifiuti organici raccolti nei mercati, che diventano compost per le stesse aziende agricole che li riforniscono.

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4 Comunicazione e digitale

Aprirsi alle innovazioni

Il rilancio dei mercati deve passare anche per una nuova lettura e comunicazione di questi spazi e dei servizi offerti, che dovrebbe includere anche una componente digitale. Oggi, la vendita al dettaglio che gode del maggior riconoscimento dei cittadini è quella che abbina l’attività tradizionale svolta in luoghi accoglienti e ben radicati nel contesto, alla comunicazione di valori anche via internet. Essere in grado di raccontare la vivacità dei mercati ad un pubblico più ampio tramite social media e siti web è fondamentale per coinvolgere nuove persone come utenti del mercato e, forse, anche come promotori di nuove attività. Bisogna però che il mercato si reinventi nei servizi digitali: applicazioni per la consegna a domicilio della spesa o per ricevere informazioni sulle offerte del giorno sono funzionalità essenziali per poter rendere il mercato competitivo ed inclusivo.

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5 Training e formazione

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Con l’avanzata della grande distribuzione e dell’e-commerce, le sfide del commercio al dettaglio oggi sono molto più complesse di un tempo e richiedono maggiori competenze ai piccoli imprenditori. Per questo, organizzare percorsi di formazione e aggiornamento è fondamentale al fine di fornire agli operatori gli strumenti necessari per essere competitivi. Alcuni dei temi dai quali partire sono lo sviluppo di maggiori competenze gestionali, la capacità di organizzare attività ed eventi, la conoscenza delle filiere alimentari sostenibili e la consapevolezza nell’uso di strumenti digitali. La formazione potrebbe essere organizzata tramite la collaborazione fra le associazioni di categoria e l’amministrazione pubblica.

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DANIELA PATTI è un’urbanista italo-inglese. Ha studiato a Roma, Londra, Porto ed ha un Dottorato in Urbanistica conseguito presso l’Università Tecnica di Vienna. Specializzata in rigenerazione urbana e pianificazione ambientale con un particolare focus su governance metropolitana e pianificazione collaborativa, le sue recenti ricerche sono legate alla gestione delle aree peri-urbane, la rivitalizzazione dei mercati e ai nuovi modelli economici per gli spazi gestiti dalle comunità locali. È co-fondatrice di Eutropian con sede a Roma e Vienna, un’organizzazione che supporta la collaborazione fra pubbliche amministrazioni e cittadinanza. Ha lavorato presso il Comune di Roma fra il 2013-2015, presso Central European Institute of Technology nel 2010-2013, ed è stata guest lecturer all’Università degli Studi Roma Tre, all’Università degli studi di Roma Tor Vergata e presso la Universidad de Buenos Aires. Dal 2012 è membro della piattaforma di architettura europea wonderland per la quale cura i workshops internazionali di pianificazione. LEVENTE POLYAK è un urbanista che ha studiato a Budapest e Parigi. Ha insegnato presso la MoholyNagy Università di Arte e Design, l’Università di Tecnologia di Budapest e TU Vienna. È stato Research fellow presso la Columbia University e la École nationale supérieure d’architecture Paris-Malaquais, e ha conseguito il Dottorato in Sociologia presso la Central European University. Ha lavorato in progetti di rigenerazione urbana a New York, Parigi, Roma, Vienna e Budapest, è membro del Centro di Architettura Contemporanea di Budapest. È co-fondatore di Eutropian, un’organizzazione che supporta la collaborazione fra pubbliche amministrazioni e cittadinanza. Si è specializzato sul tema della rigenerazione urbana, della riattivazione di spazi abbandonati e dell’erogazione di servizi civici. Ha coordinato varie reti internazionali di scambio di buone pratiche fra amministrazioni in vari paesi europei. Fornisce consulenze ad amministrazioni e ONG di diverse dimensione ed in diverse parti d’Europa per supportare la creazione di progetti di sviluppo urbano e di governance collaborativa.

MANUEL TORRESAN è Dottorando in Pianificazione territoriale, urbana e del paesaggio presso il Dipartimento PDTA di Sapienza Università di Roma, dove svolge attività di ricerca sul rapporto tra pianificazione locale e attività terziarie nella città contemporanea. Laureato in Architettura presso l’Università IUAV di Venezia e poi in Progettazione Urbana all’Università Roma Tre, ha approfondito i temi della sostenibilità con un master in Bioarchitettura. Ad-Hoc expert per il programma europeo URBACT sullo sviluppo economico locale, collabora da anni con realtà associative e di categoria per la messa a punto di programmi e piani finalizzati alla rigenerazione del tessuto commerciale di prossimità anche attraverso laboratori di progettazione partecipata. Recentemente, la sua attenzione si è rivolta allo studio delle esperienze resilienti in atto nei mercati rionali al fine di individuare strumenti efficaci per la loro riattivazione.

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EUTROPIAN è un’organizzazione che si occupa di pianificazione e ricerca per supportare processi di trasformazione urbana su base comunitaria. Lavoriamo con pubbliche amministrazioni, associazioni e istituzioni europee per promuovere lo sviluppo delle nostre città tramite processi partecipativi che fanno uso di politiche collaborative, innovazione sociale e modelli di economia solidale. Con sede a Vienna, Roma e Budapest, promuoviamo lo scambio di buone pratiche e la condivisione di conoscenze tramite progetti internazionali e locali. Fra questi abbiamo portato avanti Nuova Vita ai Mercati, che mira alla rigenerazione dei mercati rionali di Roma, da cui nasce questa pubblicazione, e Open Heritage, un progetto europeo che indaga i modelli economici e di governance per la rigenerazione del patrimonio culturale in sinergia con le comunità locali. Siamo coinvolti in vari progetti URBACT che promuovono lo scambio di conoscenze fra città europee, quali Interactive Cities sull’uso di strumenti digitali per migliorare la governance, Com.Unity.Lab per condividere le buone pratiche di Lisbona in termini di lotta alla povertà urbana e ACTiveNGOs che promuove la creazione di incubatori per associazioni e imprese sociali sulla base dell’esperienza di Riga. Le conoscenze apprese e approfondite da Eutropian sono condivise nella rivista online Cooperativecity.org al fine di consolidare lo scambio di competenze in Europa e rafforzare le pratiche collaborative ed inclusive. Maggiori informazioni sulle attività di Eutropian sono disponibili sul sito Eutropian.org.

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cooperativecity.org

La rivista Cooperative Cooperative City City esplora esplora ii processi processi di ditrasformazione trasformazione urbana urbana attraverso attraverso le le storie storieraccontate raccontate dai daiprotagonisti protagonisti che che La rivista contribuiscono forma alla alla cultura, cultura, alla alla governance, governance, all’ambiente, all’ambiente, alle alle comunità comunità eeall’economia all’economia della dellacittà. città.Attraverso Attraverso contribuisconoaa dare dare forma pubblicazioni tematiche, dialogo sui social media ma anche trainings, mediazione e visite, Cooperative City promuove pubblicazioni tematiche, dialogo sui social media ma anche trainings, mediazione e visite, Cooperative City porta un’informazione di prima mano sull’innovazione locale con riferimento ai vari attori coinvolti nello sviluppo delle nostre città.

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Verdure esposte al mercato del Carmine, Genova. cc Eutropian Foto O




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