Diverse specie n.10 | Magazine di Essere Animali

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È il magazine di Essere Animali, associazione no profit che crede in una società senza crudeltà nei confronti degli animali. Ogni giorno ci impegnamo a costruirla tramite indagini che creano consapevolezza e con campagne che promuovono cambiamenti legislativi e spingono persone e aziende a compiere scelte virtuose.

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Viale Pietramellara 33 - 40121 Bologna CF 97676200153 Tel - 02 87199702 / Fax - 02 89950142 essereanimali.org info@essereanimali.org /essereanimali -

Direttore Responsabile Marco Di Cosmo Aut. Tribunale Bologna / n° 8369 del 12/10/2015


EDITORIALE

L’ATTIVISMO PORTA RISULTATI Gli ultimi mesi sono stati densi di avvenimenti, di notizie che quando arrivano non ti sembra vero, perché finalmente raccogli il risultato di anni di duro lavoro.

S IMO N E MO N T U SCHI Presidente - Essere Animali

Dopo cinque anni di mobilitazione abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati: il foie gras, il fegato grasso ottenuto ingozzando gli animali, non è più in vendita nei supermercati italiani. Le ultime insegne che ancora lo proponevano hanno aderito alla nostra campagna #ViaDagliScaffali, che a questo punto possiamo ritenere conclusa. Dopo che i nostri investigatori hanno documentato il terribile processo dell’alimentazione forzata, la mobilitazione che abbiamo lanciato ha visto la straordinaria partecipazione dei nostri attivisti e, ad oggi, quasi 13.000 supermercati hanno ascoltato la nostra protesta. Un risultato importante perché ottenuto dal basso, grazie a persone come te e me che, firmando una petizione o boicottando un supermercato, hanno fatto la differenza per gli animali. Non capita spesso di terminare una campagna e, se in primis il nostro pensiero va agli animali e al risultato che abbiamo raggiunto per loro – ovvero indebolire il mercato di questo crudele prodotto - dall’altro siamo molto fieri che la nostra strategia sia stata premiata. Anche Animal Charity Evaluators (ACE), un’organizzazione indipendente che si occupa di analizzare l’impatto delle associazioni in difesa degli animali, ci ha riconosciuti come una delle no-profit più efficaci al mondo. Ma la chiusura della campagna #ViaDagliScaffali non è l’unica buona notizia degli ultimi tempi. Infatti, gli allevamenti di visoni sono stati vietati per un anno. Non si tratta di un divieto definitivo e negli allevamenti italiani vi sono ancora visoni in gabbia, ma in seguito al rischio di diffusione del coronavirus, il Governo ci ha finalmente ascoltato sospendendo la nascita di nuovi cuccioli di visoni e la produzione di pellicce per l’intero anno. C’è ancora da fare, per i visoni così come per tutti gli animali, soprattutto per quelli allevati a scopo alimentare, verso cui Essere Animali dedica le principali energie. Affrontare questo percorso non sarà per nulla facile, ma abbiamo visto che con la partecipazione degli attivisti e l’aiuto dei nostri sostenitori i limiti su dove possiamo arrivare siamo solo noi a porceli.


LE PRODUZIONI DOP NON GARANTISCONO IL BENESSERE DEGLI ANIMALI INVESTIGAZIONI

Lo dicono le nostre indagini

23 febbraio 2021 — È mezzogiorno ed è da quando mi sono svegliato che sto cercando di ricordare la prima volta che sono entrato in un allevamento di maiali. Niente, non mi viene in mente. Ho anche guardato i nostri archivi, ma inspiegabilmente non riesco a mettere a fuoco quegli istanti, nonostante ricordi benissimo molte di quelle prime esperienze investigative. Era la primavera del 2011 e sulla carta Essere Animali ancora non esisteva, era solo nei nostri pensieri e soprattutto nelle nostre azioni.

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l nostro impegno investigativo per documentare le condizioni di allevamento dei maiali è un unicum in Italia. Rappresenta un’importante fonte di informazione a livello

[...] quello che posso affermare con assoluta certezza è che le crudeltà e le violenze in questi luoghi sono sistematiche [...]. Immagine ripresa da una nostra indagine sotto copertura

europeo e mondiale, visto che il nostro Paese, con le sue numerose produzioni DOP esportate in tutto il mondo, è un punto di riferimento nel settore.

F R A NCESCO CE CCARELLI Responsabile Investigazioni Essere Animali

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A giugno del 2012 abbiamo diffuso un’approfondita indagine realizzata in Lombardia, la regione in cui viene allevata la metà dei maiali presenti in Italia. Nell’arco di nove mesi siamo entrati in più di 50 allevamenti intensivi. Prima di allora le persone avevano visto solo gli allevamenti bucolici nei servizi (faziosi) in onda su Linea Verde. Nessuno aveva mai documentato dove avviene oltre il 90% della produzione suinicola italiana. Gabbie, recinti sovraffollati, maiali mutilati, scrofe ferite e condizioni sanitarie pessime: questo è quello che avevamo scoperto e mostrato ai consumatori, semplicemente la realtà.


Essere Animali

I NUMERI DEL NOSTRO TEAM INVESTIGATIVO NEL 2020 Nonostante la pandemia e le difficoltà dell’anno passato il team investigativo di Essere Animali si è distinto per la professionalità e la capacità di portare avanti il lavoro, collaborando spesso anche con fotoreporter e giornalisti per le loro inchieste.

Dall’uscita di quella indagine non ci siamo più fermati e da allora periodicamente pubblichiamo immagini sulle condizioni di allevamento dei maiali. Nel dicembre del 2016 è stata diffusa l’indagine realizzata in un allevamento di Forlì. Per la prima volta nel nostro Paese, veniva dichiarato apertamente che l’azienda in questione allevava maiali per la produzione di Prosciutto di Parma: un enorme rischio per noi. Facevamo infatti il nome di un colosso economico — 1,7 miliardi il giro d’affari complessivo nel 2019 — mostrando immagini che si allontanavano radicalmente dagli slogan delle loro pubblicità. Per sei mesi abbiamo filmato violenze degli operatori e le strazianti condizioni di salute di animali abbandonati al loro destino. A seguito del nostro lavoro investigativo, il Corpo Forestale dello Stato di Forlì ha eseguito un controllo dove ha constatato tutte le problematiche che avevamo denunciato. Il prossimo 16 giugno si concluderà il processo per maltrattamento degli animali a carico dell’allevatore, il primo allevamento intensivo italiano rinviato a giudizio! La nostre paure nel comunicare il nome del più grosso marchio di prosciutti italiani — un maiale su due in Italia entra nella loro filiera — non erano infondate. La reazione del Consorzio del Prosciutto di Parma non si è di certo fatta attendere. Per prima cosa ha chiesto e ottenuto l’oscuramento del video dell’indagine su YouTube che aveva già quasi mezzo milione di visualizzazioni. Poi ci è stata recapitata una denuncia per diffamazione: una chiara operazione di intimidazione per cercare di frenare il nostro lavoro d’indagine e che, ovviamente, non ha funzionato.

6 NUOVE INDAGINI Abbiamo documentato e mostrato la realtà di allevamenti produttori per grandi marchi come Aia e Beretta, ma anche gli allevamenti di pesci in Grecia e le violenze nei confronti degli agnelli in Sardegna.

100 CONTROLLI NEGLI ALLEVAMENTI Nonostante le stringenti limitazioni negli spostamenti il nostro team investigativo non si è mai fermato eseguendo oltre 100 controlli negli allevamenti a seguito di segnalazioni o per accompagnare giornalisti e fotoreporter.

22,5 MILIONI DI SPETTATORI RAGGIUNTI Le nostre indagini sono state trasmesse da Tg nazionali e regionali, programmi di inchiesta come Report, Indovina chi viene a cena e quotidiani come Corriere della Sera e la Repubblica.

134 GIORNI SOTTO COPERTURA I nostri investigatori infiltrati hanno trascorso 134 giorni sotto copertura all’interno

In questi ultimi anni abbiamo pubblicato una decina di indagini realizzate all’interno di allevamenti del circuito DOP — che vuol dire Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele. Report,

di allevamenti e macelli sottoponendosi a grossi rischi e assistendo a terribili abusi nei confronti degli animali.

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LE NOSTRE INDAGINI E INCHIESTE NEGLI ALLEVAMENTI DI MAIALI 2012

Fabbriche di carne, un viaggio negli allevamenti di maiali

In 9 mesi documentati 50 allevamenti in Lombardia

Violenze in un allevamento fornitore del prosciutto di Parma

Indagine sotto copertura in un allevamento in provincia di Mantova

Servizio su Piazza Pulita

Collaborazione nella realizzazione di un’inchiesta: abbiamo accompagnato il giornalista Max Andreetta in alcuni allevamenti

2016

Servizio su Report

Collaborazione nella realizzazione di un’inchiesta:

INVESTIGAZIONI

abbiamo accompagnato la giornalista Sabrina Giannini in alcuni allevamenti di proprietà di Amadori

Prosciutto crudele di Parma

Indagine in un allevamento di Forlì fornitore del prosciutto di Parma

2017

Prosciutto di alta crudeltà

2020

Crudeltà in un allevamento del marchio Beretta Indagine sotto copertura in una allevamento in provincia di Reggio Emilia

2021

Feroci violenze in un allevamento del prosciutto DOP Indagine sotto copertura in un allevamento in Provincia di Verona

Indagine in 8 allevamenti fornitori del prosciutto di Parma, situati in 5 diverse province

2018

Servizio France 2

Collaborazione nella realizzazione di un’inchiesta: abbiamo accompagnato la giornalista francese Elise Menande in alcuni allevamenti

Servizio Daily Mail

AIUTACI A FERMARE LE VIOLENZE CONTRO I MAIALI Scrofe in gabbie anguste e maiali sottoposti a dolorose mutilazioni: facciamo sentire la nostra voce contro queste violenze. Chiediamo ai super-

Collaborazione nella realizzazione di un’inchiesta:

mercati italiani di impegnarsi a eliminare queste

abbiamo accompagnato il giornalista inglese Ian

pratiche crudeli.

Birrel in alcuni allevamenti

Maiali uccisi a martellate

Indagine sotto copertura in un allevamento in provincia di Ancona fornitore del prosciutto di Parma

2019

Servizio su Report

In un’inchiesta del giornalista Emanuele Bellano sono state trasmesse nostre immagini in esclusiva

Servizio su Presa Diretta

Collaborazione nella realizzazione di un’inchiesta: abbiamo accompagnato il giornalista Danilo Procaccianti in un allevamento

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FIRMA SU

www.sos-pig.it


Tg1 e tutti i maggiori media italiani hanno mostrato le nostre immagini: maiali uccisi a martellate, brutali violenze compiute dagli operatori, uso massiccio di antibiotici e condizioni igienico-sanitarie critiche. Lo scorso settembre ci siamo presi un’altra grande responsabilità denunciando pubblicamente un allevamento fornitore dei salumi Beretta. Questa industria non ha a cuore il benessere degli animali e un esempio su tutti è il fatto che

nel disciplinare che regola la produzione del Prosciutto di Parma non vi sia aggiunta nessuna prescrizione per migliorare le condizioni di allevamento dei maiali. I marchi, anche i più rinomati, non sono garanzia di una migliore qualità della vita per gli animali. È per questo motivo che dopo dieci anni di indagini, quello che posso affermare con assoluta certezza è che le crudeltà e le violenze in questi luoghi sono sistematiche, tutto ciò che abbiamo visto e mostrato non riguarda casi isolati.

MALTRATTAMENTI ALLE MUCCHE: PROCESSO CONFERMA LE VIOLENZE L’operatore ha ammesso le proprie responsabilità

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isale al 2018 l’indagine sotto copertura che ha messo in luce i maltrattamenti sugli animali in due diversi allevamenti di mucche per la produzione di latte situati in provincia di Ravenna. Oltre alle violenze documentate dai nostri investigatori, le indagini del Gruppo Carabinieri Forestali di Ravenna hanno rilevato ulteriori inadempienze. Ė emerso infatti che nel registro obbligatorio dei trattamenti non erano state annotate le somministrazioni di farmaci effettuate ad alcuni animali. Violazione che ha comportato una sanzione amministrativa di 3.098 euro nei confronti dell’operatore e dell’allevatore. Alla prima udienza, tenutasi il 20 gennaio 2020, ci siamo costituiti parte civile per ottenere la condanna dell’imputato. Quest’ultimo, incensurato, ha chiesto e ottenuto la “messa alla prova”,

Essere Animali

A ottobre si è svolta presso il Tribunale di Ravenna l’ultima udienza del processo a carico di un operatore di un allevamento di mucche. I filmati di un nostro investigatore mostravano le violenze dell’uomo sugli animali.

ovvero una misura alternativa della pena che consiste nello svolgere lavori socialmente utili per un certo lasso di tempo stabilito dal giudice. Essere Animali però non accoglie con favore questo epilogo: i reati contro gli animali sono puniti con pene troppo blande. Da tempo chiediamo alle istituzioni di inasprire le pene per i reati di maltrattamento verso gli animali e le sanzioni per le violazioni delle normative di protezione. Il cambiamento verso una società più giusta per gli animali dipende anche da questo.

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CAMPAGNE

Lo abbiamo tolto dai supermercati italiani Con la recente adesione di Iper La grande i, possiamo dire che grazie alla nostra campagna nella grande distribuzione italiana non si trova più foie gras. Il risultato è stato ottenuto dopo numerose azioni nei confronti delle principali insegne, che hanno aderito per un totale di 12.800 punti vendita.

per la produzione di foie gras nel sud della Francia e lanciato la campagna #ViaDagliScaffali, per chiedere ai supermercati di cessare la vendita di questo prodotto crudele, che per quanto vietato produrre nel nostro Paese non è vietato vendere.

I

UN SUCCESSO DOPO L’ALTRO

l foie gras deriva da una gravissima crudeltà nei confronti di oche e anatre, sottoposte alla pratica di alimentazione forzata chiamata gavage. Il loro fegato viene fatto ingrossare e ammalare. Questa pratica è stata definita “altamente lesiva del benessere animale” dal Comitato Scientifico Veterinario dell’Unione Europea, ed è attualmente vietata in Italia e nella maggior parte dei Paesi europei. Nel 2015 abbiamo diffuso sui media una nostra indagine realizzata all’interno di stabilimenti

Subito dopo il lancio della campagna abbiamo ottenuto una prima adesione da parte del gruppo Pam/Panorama. In seguito abbiamo lanciato campagne di protesta nei confronti di altre aziende, chiedendo una simile presa di posizione. Sicuramente l’adesione più importante è stata quella da parte di Eataly, gruppo che ci aveva confermato alti volumi di vendita per questo prodotto. Sono state decisive le proteste online e anche le azioni realizzate davanti ai loro punti vendita di Milano e Bologna. Negli anni seguenti le proteste si sono spostate con campagne specifiche su marchi come Esselunga, Crai, Conad, Carrefour, gruppo Selex, Tigros, Bennet e recentemente con Iper. Altri nomi della GDO come Lidl e Md hanno invece aderito alla campagna semplicemente in seguito a incontri e colloqui. Coop era l’unica catena ad avere già scelto in precedenza di non venderlo.

BR E ND A F ER RET T I Outreach manager Essere Animali

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L’ULTIMA ADESIONE A fine 2019, dopo alcuni anni dal lancio della nostra campagna, Iper La grande i era rimasta l’ultima insegna della grande distribuzione ad averlo ancora in vendita e per questo abbiamo lanciato un’agguerrita protesta nei loro confronti.

67andrew67, pixabay.com

IL FOIE GRAS È #VIADAGLISCAFFALI!


Eataly Milano, ottobre 2015

Eataly Bologna, maggio 2016

Esselunga Milano, ottobre 2016

Carrefour Milano, aprile 2017

Selex Milano, novembre 2017

Iper Milano, gennaio 2020

In più di 27mila avete firmato la petizione, inoltre tramite l’Action Center e un evento facebook ci siamo fatti sentire in migliaia via mail e sui loro social. A gennaio 2020 abbiamo realizzato anche delle azioni a Milano, sia all’esterno che all’interno di uno dei loro più importanti punti vendita sul territorio nazionale. E ora abbiamo avuto la conferma ufficiale: le ultime scorte di foie gras sono state vendute e non verrà più acquistato e messo in vendita! Iper La grande i è così la 13° catena di supermercati italiani ad aderire alla campagna #ViaDagliScaffali.

LA FINE DELLA CAMPAGNA Grazie alla mobilitazione di tante persone in questi anni siamo riusciti a ottenere un grande successo: 12.800 supermercati appartenenti alle principali insegne del settore hanno scelto di non vendere più questo prodotto estremamente crudele. Ad oggi lo riteniamo praticamente assente nei supermercati italiani, e ovviamente continuere-

mo un’opera di monitoraggio, ma possiamo con questo dichiarare chiusa con grande successo la campagna. Non è cosa da poco poter concludere una campagna perché i risultati sono stati raggiunti, e per questo risultato dobbiamo ringraziare gli attivisti e le attiviste che hanno partecipato alle proteste e chi ha sostenuto Essere Animali rendendo possibile un tale successo!

PARTECIPA ALLE PROSSIME AZIONI ONLINE! Entra nel nostro Action Center e dai forza a campagne e azioni online. Bastano pochi minuti alla settimana per aiutarci ad aiutare gli animali.

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www.attivatiperglianimali.it

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RIPENSARE LA PAUSA PRANZO

Il nostro format ha coinvolto già più di 55mila lavoratori

CAMPAGNE

MenoPerPiù è il nostro programma che combina analisi e formazione affinché la ristorazione collettiva sia più sostenibile, salutare, conveniente e più attenta alla tutela degli animali. Purtroppo, le mense sono tra i servizi più colpiti dalla pandemia: la parola d’ordine negli ultimi mesi, tra smart working e contingentamento dei ristoranti aziendali, è stata infatti pasto da casa. I lavoratori hanno dovuto ripensare al proprio pranzo, e noi di conseguenza abbiamo creato un nuovo format adattato alla situazione attuale, diretto proprio ai dipendenti e fruibile anche a distanza.

A

ll’inizio di novembre abbiamo lanciato questo nuovo progetto, composto da due questionari di valutazione per i lavoratori ‒ prima e dopo aver preso parte al progetto ‒ un webcast di 50 minuti contenente

VAL EN TIN A TAGLIET T I Food Policy Manager Essere Animali

una lezione sulla sostenibilità ambientale delle nostre scelte alimentari e cinque ricette vegetali, molto semplici e bilanciate sia dal punto di vista nutrizionale che di quello ambientale. Inoltre, a seconda delle esigenze di ogni azienda, sviluppiamo servizi su misura, come la creazione di un ricettario aziendale e la partecipazione a un webinar con domande e risposte in diretta. L’obiettivo del format è evidenziare i legami tra il cibo che mangiamo, la nostra salute e la crisi climatica e offrire spunti e strumenti pratici per avvicinarsi a una cucina sempre più vegetale. La risposta delle aziende che hanno a cuore la sostenibilità ambientale e il benessere dei propri dipendenti è stata molto buona. Grazie alla partecipazione di imprese come Stellantis (gruppo nato dalla fusione di Groupe PSA e FCA Group e che racchiude tra i vari brand Peugeot, Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Citroën, DS Automobiles, Opel, Maserati, Jeep e altri), Save The Duck, Euro Company, Talent Garden, WAMI e Dante Labs, in quattro mesi abbiamo coinvolto più di 55 mila persone in tutta Italia, e con successo: dai primi risultati dei questionari emergono infatti dati incoraggianti. Dopo la partecipazione al progetto, l’88% dei partecipanti ha compreso il rapporto che lega alimentazione e crisi climatica e l’82% ha deciso di ridurre il proprio consumo di carne. Piccole grandi vittorie, in attesa di tornare nelle cucine aziendali.

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Anche gli le scienziati ne chiedono la chiusura Bloccate riproduzioni per rischio coronavirus

Gli allevamenti di visoni in Italia continuano a chiudere i battenti: attualmente ne rimangono solo sei. Non ultimo a chiudere è stato quello di Scorzè, in provincia di Venezia, a causa delle pressioni delle associazioni per i diritti animali e per le restrizioni imposte a causa delle infezioni da SARS-CoV-2 rilevate nei visoni. Proprio a Scorzè, a dicembre 2020, avevamo fatto affiggere decine di manifesti per informare i cittadini sulle problematiche etiche e sanitarie che comportano questi allevamenti. Poco prima, a fine novembre, il Ministro Speranza aveva firmato un’ordinanza che ha imposto l’abbattimento di tutti i 28.000 visoni rinchiusi nell’allevamento di Capralba, il più grande d’Italia, in cui era stato rilevato un focolaio di SARS-CoV-2, ordinando anche una simbolica sospensione di tutte le attività negli allevamenti di visoni sull’intero territorio nazionale fino alla fine di febbraio 2021. Questa ha permesso agli allevatori di abbattere gli animali per la produzione di pellicce e di mantenere i riproduttori, almeno 7000 visoni, in attesa delle riproduzioni, che sarebbero avvenute in primavera. Ma anche grazie alle nostre proteste, e a migliaia di persone che hanno scritto al Ministro sui social, l’ordinanza è stata estesa a tutto il 2021, evitando così la nascita e uccisione di circa 35 mila visoni.

Il problema è serio: il 15 febbraio Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance hanno pubblicato una relazione scientifica che mette in luce i rischi associati alla diffusione di Sars-CoV-2 e l’allevamento di visoni, firmata tra gli altri da professori e ricercatori italiani del calibro di Andrea Crisanti, Nicola Decaro e Fabrizio Pregliasco. E a oggi si contano oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 in allevamenti di visoni di tutto il mondo. La sospensione di un anno è un primo passo importantissimo, ma con la campagna Visoni Liberi chiediamo che anche in Italia, come già in molti altri Paesi europei, venga abolita una volta per tutte questa crudele attività. E noi continueremo fino a questo risultato!

Essere Animali

In seguito alle nostre proteste e alla luce del rischio per la diffusione di coronavirus, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza con la quale sospende le attività di allevamento di visoni in Italia per tutto il 2021.

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Paul, Adobe Stock

SEMPRE PIÙ VICINA LA FINE DEGLI ALLEVAMENTI VIETATI PER TUTTO IL 2021 GLI DI VISONI ALLEVAMENTI DI VISONI


IL 2021 INIZIA VEG!

Più di mezzo milione di persone hanno provato Veganuary

PROMOZIONE VEG

Anche questo gennaio è iniziato in tutto il mondo all’insegna del passaggio a una cucina vegetale, grazie a Veganuary. Siamo davvero orgogliosi di essere i partner ufficiali di questo fantastico progetto internazionale e di averlo portato in Italia con grande successo per il secondo anno.

L

’edizione 2021 è stata un vero trionfo e i risultati lasciano senza parole: 582.538 persone si sono iscritte all’evento per provare a seguire un mese di alimentazione vegana, superando di gran lunga l’obiettivo di 500 mila e il record di 400 mila dello scorso anno. In Italia gli iscritti sono stati 31.637, più del doppio rispetto al 2020, rendendo Essere Animali il partner dell’evento a ottenere più iscritti nella storia di Veganuary (escludendo quindi i paesi in cui Veganuary è presente con un suo team).

IO SCELGO VEG: IL PROGETTO CRESCE In questi mesi abbiamo inoltre lavorato anche al restyling del sito ioscelgoveg.it - il nostro progetto per la diffusione della scelta vegeta-

Migliaia di persone hanno preso parte agli appuntamenti online — su Instagram e Facebook — con Silvia Goggi, Giulia Giunta, Vittoria Tomassini e infine alla visita al rifugio per animali Fattoria Capre e Cavoli. Decine di articoli sull’iniziativa sono apparsi su blog e giornali, incluse testate nazionali: Huffington Post, Ansa, Repubblica, Tgcom24, Vanity Fair, Ohga e con una piena pagina sull’edizione cartacea del Corriere della Sera.

le - per renderlo sempre più efficace, chiaro e accessibile. Abbiamo rivisto i testi e i contenuti delle pagine, le illustrazioni e ampliato ancora di più la parte delle ricette aggiungendo nuove collaboratrici e collaboratori. E non finisce qui! Abbiamo aperto una nuova pagina Instagram dedicata proprio al progetto IoScelgoVeg per dare un aiuto costante nel passaggio verso un’alimentazione vegetale. La pagina è @IoScelgoVeg e ha già migliaia

Una novità che abbiamo portato quest’anno è stata la collaborazione con diverse aziende e brand: Lush, Capatoast, America Graffiti, Rossopomodoro, Deliveroo, Aveda. Probios, Alpro, Bontasana, Verys, Mozzarisella, Food Evolution, Vitariz, Vegamo, Primavena e

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di persone iscritte, se non l’hai ancora fatto seguila anche tu!

SEGUI @IOSCELGOVEG su instagram!


Pangea Foods e il Cashewficio e tanti altri, hanno partecipato con creazioni social, coinvolgendo gli influencers oppure con l’attivazione di offerte. In tutto il mondo sono state centinaia le aziende che nel mese di gennaio hanno lanciato nuovi menu o nuovi prodotti vegetali oppure coinvolto tutti i propri dipendenti a partecipare alla sfida di un mese veg.

persone interessate alla scelta vegetale e noi siamo qui per aiutarle con questa e tante altre iniziative. Eventi come Veganuary sono fondamentali per aumentare la visibilità della scelta vegan e hanno un grande impatto positivo sugli animali e il Pianeta: 582 mila persone che mangiano vegetale per un mese significano circa 5 milioni di animali risparmiati!

Siamo felicissimi e davvero soddisfatti dall’entusiasmo con cui è stato accolto Veganuary anche quest’anno e dei numeri che abbiamo raggiunto qui in Italia. Sono sempre di più le

LE NOSTRE GUIDE PER RICONOSCERE I PRODOTTI VEG In diversi sondaggi che abbiamo proposto, abbiamo

carne, una alle uova, una a latte e formaggi e una ai

riscontrato che una delle difficoltà maggiori per chi si

sostituti del pesce. Si possono trovare biscotti, for-

approccia al mondo vegan è scoprire e riconoscere

maggi vegetali, affettati, burger, dolci, bevande e

gli alimenti 100% vegetali confezionati. Il trucco ov-

molto altro. Infine, in ognuna di queste guide, sono

viamente è sempre quello di leggere gli ingredienti,

presenti anche delle buonissime e semplici ricette da

ma un aiuto in più non guasta mai!

sperimentare per imparare a cucinare senza questi ingredienti e addentrarsi nel mondo della cucina vegetale.

In ogni guida che abbiamo ideato vengono indicati moltissimi prodotti facilmente reperibili nei supermercati, nei negozi di alimentazione bio, oppure online. Le guide sono quattro: una dedicata alle alternative della

PUOI SCARICARE LE GUIDE AL LINK www.ioscelgoveg.it/comesostituire-carne-latteuova-e-pesce

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TRA LE ORGANIZZAZIONI COL MAGGIORE IMPATTO AL MONDO BUONE NOTIZIE

Abbiamo ricevuto il titolo di Standout Charity 2020

Siamo veramente orgogliosi di annunciare che Essere Animali è stata riconosciuta come una delle no-profit più efficaci al mondo da Animal Charity Evaluators (ACE), un’organizzazione indipendente che si occupa di analizzare l’impatto e l’efficacia delle associazioni in difesa degli animali.

alla fine di questo processo essere stati riconosciuti come Standout Charity 2020. Questo vuol dire essere considerati tra le 13 organizzazioni con più impatto, che ACE raccomanda di sostenere per i progetti, i risultati raggiunti e le potenzialità.

O

gni anno ACE seleziona organizzazioni promettenti di diverse parti del mondo e sottopone a un complesso processo di analisi e valutazione i loro progetti, risultati raggiunti, piani strategici, investimenti e ambiente di lavoro. Essere Animali è la prima organizzazione italiana a prenderne parte e per noi è un onore

CL AUD IO P O MO Responsabile Sviluppo Essere Animali

LE PAROLE DI ANIMAL CHARITY EVALUATORS “Perché li raccomandiamo: Essere Animali ha un solido programma di investigazioni che supporta il resto delle campagne in maniera strategica e contribuisce ad aumentare l’impatto di tutto il movimento per i diritti animali. Lavorano inoltre in un’area trascurata e di grande potenzialità: migliorare il benessere dei pesci. Essere Animali ha un approccio approfondito alla pianificazione strategica, alla scelta degli obiettivi e alla valutazione dei propri risultati.” Animal Charity Evaluators – 2020

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I NOSTRI PUNTI DI FORZ A Nella revisione del nostro lavoro, ACE ha apprezzato in particolare le investigazioni e l’impatto mediatico che generano, che sono un punto di forza non solo per noi, ma per l’intero movimento per i diritti degli animali. In particolar modo ha giudicato esemplare l’approccio della nostra campagna #AncheiPesci, per la quale abbiamo realizzato le prima indagini in allevamenti intensivi di pesci in Europa ‒ ottenendo copertura mediatica nazionale e internazionale ‒ e un lavoro quasi pionieristico di sensibilizzazione rivolto sia al consumatore che alla grande distribuzione organizzata (GDO). Ma non solo, ACE ha valutato positivamente il livello di apprezzamento da parte dei nostri dipendenti e la nostra attenzione rivolta all’inclusività sul posto di lavoro ‒ fattori, questi ul-

timi, che sono raramente oggetto di valutazioni esterne, ma che sono invece fondamentali. Concordiamo con ACE sull’importanza di includere questi elementi nella valutazione generale di una no-profit: leadership, gestione del personale e cultura interna sono tutti aspetti che definiscono l’efficacia di un’associazione tanto quanto le campagne e i progetti che porta avanti. Quando quasi dieci anni fa abbiamo creato questa associazione sapevamo di trovarci di fronte a una grande sfida, ma i nostri progetti erano altrettanto ambiziosi. Oggi possiamo dire che di passi ne abbiamo fatti molti, e questo riconoscimento prova che abbiamo lavorato sodo e nella giusta direzione. Per il team di Essere Animali è un orgoglio ottenere un simile riconoscimento da parte di un ente così attento e autorevole. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza tutti voi: sostenitori, volontari e web-attivisti, che rendete possibili e date forza ai nostri progetti!

LA FORZA DELLA COMUNICAZIONE 465 mila

Le persone che seguono Essere Animali sui social

9+ milioni

Le visualizzazioni dei nostri video sul web nel 2020

1,2 milioni

I visitatori unici su essereanimali.org e ioscelgoveg.it nel 2020

Raggiungere le persone e fare sensibilizzazione è fonda-

anche i nostri interventi audio sulla loro seguitissima ra-

mentale. Prima di ogni altra cosa è assolutamente neces-

dio. Recentemente abbiamo iniziato una collaborazione

sario rendere cittadini e consumatori, ma anche aziende,

per nostri contenuti fissi anche con Vice, rivista online

politici e istituzioni, consapevoli delle gravi problematiche

internazionale con un bacino sui social di mezzo milioni

legate all’allevamento degli animali e derivanti dall’attuale

di utenti, e con University Network, rete instagram degli

sistema alimentare.

studenti universitari. I nostri contenuti sono rubrica fissa

E questo lo facciamo con professionalità e impegno da

anche nella sezione ambiente di Tiscali.it, mentre ormai

ormai dieci anni. Oltre a tutte le nostre piattaforme istituzio-

da tre anni curiamo il programma GreenBoxAnimali in

nali abbiamo nel tempo creato legami importanti con vari

prima serata una volta al mese sull’emittente lombarda

media. Da qualche anno abbiamo un nostro importante

Telecolor.tv. Nell’insieme si tratta di un lavoro ad ampio

blog su Il Fatto Quotidiano, così come ne abbiamo uno

raggio con cui raggiungiamo il grande pubblico e diffon-

su Lifegate, che recentemente ha iniziato a pubblicare

diamo le nostre immagini. 13


UN MONDO CHE CAMBIA Le notizie che ci hanno fatto gioire

Gli avvenimenti che ci fanno ben sperare per il futuro degli animali e del pianeta.

BUONE NOTIZIE

Nell’ultimo numero di Diverse Specie abbiamo lanciato Buone notizie, una nuova rubrica dedicata alle vittorie che il movimento per i diritti degli animali sta raggiungendo in ogni parte del mondo.

Purtroppo nel frattempo la pandemia di coronavirus non si è fermata, ma questo non ha impedito ad organizzazioni come la nostra di continuare a battersi per i diritti degli animali rinchiusi negli allevamenti e per promuovere un’alimentazione senza crudeltà.

2.

IL REGNO UNITO VERSO IL DIVIETO DI TRASPORTO DI ANIMALI VIVI

1.

L’OLANDA CHIUDE GLI ALLEVAMENTI DI VISONI Dall’inizio di marzo tutti gli allevamenti di visoni presenti nei Paesi Bassi sono definitivamente chiusi. Il divieto era stato annunciato lo scorso agosto dal Nederlands kabine, il collettivo dei ministri e dei segretari di stato. La decisione era già stata presa nel 2013, ma inizialmente il termine ultimo era stato fissato al 2024. Il coronavirus ha anticipato di tre anni la fine di questa crudele attività in uno dei principali paesi produttori di pellicce del mondo. Speriamo che altri Paesi seguano l’esempio, così come raccomandato da una relazione scientifica di Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance firmata da numerosi scienziati, inclusi alcuni italiani.

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Il Regno Unito potrebbe diventare il primo Paese in Europa a bandire il trasporto di animali vivi. La decisione era già stata annunciata nel 2018, quando il premier Boris Johnson l’aveva definito un “commercio barbaro”. La nuova norma dovrebbe entrare in vigore a fine anno e riguarderà Inghilterra, Scozia e Galles. La normativa europea di protezione degli animali, impone dei rigidi limiti ai tempi di viaggio, con anche obblighi di scarico in stalle di riposo apposite quando i limiti di tempo vengono superati. Tuttavia, i controlli non sono sufficienti e in ogni caso spesso i viaggi verso il macello durano anche più di 12 ore. Questi viaggi non solo violano le normative europee, ma espongono gli animali, già destinati a una fine orrenda, a un’ulteriore sofferenza.


3.

I PAESI EUROPEI POSSONO VIETARE LA MACELLAZIONE SENZA STORDIMENTO La Corte di giustizia dell’Unione europea ha rigettato il ricorso contro la legge regionale della Regione delle Fiandre che impone l’utilizzo dello stordimento reversibile (elettronarcosi) per la macellazione rituale (halal e kosher). Secondo i giudici le misure previste dalla legge consentono di “trovare un giusto equilibrio tra l’importanza attribuita al benessere degli animali e la libertà dei credenti ebrei e musulmani di manifestare la loro religione”. I riti di macellazione musulmani ed ebraici prevedono che gli animali siano svuotati il più possibile del loro sangue al momento della macellazione e durante questo processo devono essere vivi. La legge garantirà che gli animali non soffrano più del necessario.

5.

IL BURGER BAN BOCCIATO DAL PARLAMENTO EUROPEO La proposta di vietare termini come “burger vegano” o “salsiccia vegana” è stata respinta dal Parlamento Europeo. Una sconfitta per la lobby della carne. Con il voto del 23 ottobre 2020 i parlamentari europei hanno bocciato l’emendamento 165 che avrebbe riservato l’utilizzo di parole come “sal-

4.

LA CARNE CELLULARE IN VENDITA A SINGAPORE Singapore è stato il primo Paese ad approvare la vendita di pollo coltivato in bioreattori da Eat Just Inc. La decisione delle autorità di approvare il consumo di questa carne, ottenuta senza uccisione di animali, segna secondo molti un momento fondamentale per tutto il settore. I piatti a base di carne di pollo coltivato sono stati venduti al pubblico per la prima volta sabato 19 dicembre nel club 1880. Secondo i produttori di carne coltivata in laboratorio, questo tipo di alimento motiverà al consumo soprattutto chi mangia carne e altri prodotti animali perché va incontro alle abitudini della maggior parte della popolazione mondiale, ma anche ad alcune delle istanze di chi difende gli animali e la salute del Pianeta.

siccia” o “burger” esclusivamente ai prodotti che contengono carne. La proposta, sostenuta dalla lobby della carne, poneva le basi su una presunta, quanto improbabile, confusione tra prodotti animali e quelli vegetali. Al contrario, si tratta di denominazioni già conosciute dal grande pubblico, presenti da anni sulle etichette e inoltre estremamente utili al consumatore. La campagna #StopTheVeggieBurgerBan è stata un successo, anche grazie a voi. Insieme abbiamo fermato la volontà di censura e lasciato spazio di crescita al mercato delle alternative vegetali!

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