di Emilia Sensale “Da
Santa
Patrizia
arriva
l’esempio supremo, quello che afferma che bisogna assumersi la responsabilità di vivere la fede concretamente nella vita nonostante le difficoltà,
non esiste una vita senza
sacrificio poiché è nel sacrificio, inteso come rinuncia a qualcosa e nel suo vero significato di rendere sacre le nostre azioni, che noi maturiamo”. Così l’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Sepe, si è rivolto ai tantissimi fedeli che affollavano, nella mattinata di lunedì 25 agosto 2014, la chiesa di Via S. Gregorio Armeno, nel Centro Storico di Napoli, in occasione delle celebrazioni della compatrona della città partenopea. Ero, microfono e telecamera tra le mani, a pochi passi dall’Arcivescovo durante la messa quando ha pronunciato le suddette parole,
affermazioni
che
mi
hanno
colpito
particolarmente. Spalla a spalla con alcuni colleghi nella ressa di devoti in attesa di poter catturare con le nostre telecamere
i
momenti
che
ritenevamo
migliori,
ho
riflettuto sul mio ritorno alla vita da giornalista dopo un periodo estivo in cui mi son tenuta lontano dal computer
e ho preso una macchina fotografica solo per scattare qualche foto in ricordo di determinati attimi: è stata un’estate strana e non parlo esclusivamente del clima decisamente poco estivo e dei temporali, parlo
anche
per
tante
cose
che
sono
accadute. Nino ed io, tra l’altro, abbiamo avuto un litigio molto brutto ed abbiamo davvero rischiato di perderci, ma ancora una volta siamo qui a farci forza per veder realizzati i nostri sogni, per realizzarci come persone che guardano verso un orizzonte nel quale vedono un alba e mai un tramonto. La
verità
è
che
possiamo
non
capirci,
possiamo
arrabbiarci, ma c’è un amore che ci unisce, un amore che va al di là dell’apparenza in un mondo dove conta più il materiale dei sentimenti e al tempo stesso molti gesti hanno perso il proprio valore, quel senso che li faceva durare per sempre nel cuore, in un posto profondo dove era impossibile togliere ogni ricordo. Al di là del volerci bene noi sappiamo che possiamo contare uno su l’altra e viceversa e lottiamo ogni giorno contro delle persone davvero superficiali, opportuniste, doppiogiochiste, pronte a voltare le spalle dopo averti tartassato per ottenere qualcosa. Ci siamo stancati di
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tante cose e per questo per settembre continueremo a diffondere le nostre interviste ma con alcune novità, sempre contando esclusivamente sulle nostre forze e sull’entusiasmo, il vero motore di ogni impegno. Come ha affermato nella medesima occasione il Cardinale Sepe, “è importante seguire la voce del cuore con fede” e, come suggerisce
l’esempio
supremo
di
Santa
Patrizia,
è
possibile farlo con sacrificio nel vero significato della parola, vale a dire rendendo sacro il nostro impegno. Noi abbiamo fede e abbiamo speranza, ma soprattutto abbiamo convinzione: proteggeremo sempre ciò che è farina del nostro sacco e non permetteremo a nessuno di approfittare del frutto delle nostre fatiche, saremo sempre noi a usufruire di questa nostra farina, magari usandola per sfornare buon pane, pizze e dolci, cose che ci piacciono tanto… e che mangeremo da soli, ma insieme, in attesa di tempi migliori e di persone che sappiano apprezzarci in termini di stima e di meritevoli soddisfazioni, senza mai dimenticare di guidarci lungo il cammino e di sgridarci quando lo meritiamo. Ci sarà un bacio tra un morso e l’altro… perché questa vita va davvero presa a morsi.
Una doppia cartolina che ha il profumo di estate e il sapore di un gesto romantico: in una delle varie giornate di relax in riva al mare che ci siamo ritagliati, non senza sacrifici, abbiamo lasciato delle bellissime scritte sulla spiaggia. Ci siamo resi conto che la vita è proprio come la sabbia, possiamo scriverci ciò che vogliamo a seconda dei mezzi che abbiamo a disposizione, ma qualcuno potrebbe passare e rovinare tutto con cattiveria mentre c’è sempre il mare pronto a cancellare tutto in un attimo, stavolta per un gesto naturale. È nostro compito proteggere dalle inevitabili vicissitudini della vita ciò che creiamo e le persone che amiamo, sempre a testa alta, guardando il lontano orizzonte.
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Nella mattinata di lunedì 25 agosto 2014 in tantissimi hanno affollato la chiesa di Via S. Gregorio Armeno, la cosiddetta 'Via dei pastori', nel Centro Storico di Napoli in
occasione
celebrazioni Patrizia,
di la
delle Santa religiosa
discendente di Costantino compatrona della città di Napoli ove, secondo una leggenda, secoli fa giunse naufraga dopo aver rinunciato al lusso familiare ed essersi allontanata dalla possibilità di un matrimonio forzato. L'Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe, si è rivolto più volte durante la messa alle tante persone
presenti
basilica,
ai
quali
nella ha
indicato la Santa come un esempio da seguire poichè ha saputo seguire la voce del cuore, che è la voce di Dio, e con coraggio ha fatto scelte importanti, senza dimenticare che non esiste una vita senza sacrificio poiché è nel sacrificio che avviene la maturazione del nostro spirito.
Non si è arrestato neanche durante
le
celebrazioni
il
flusso di fedeli desiderosi di rivolgere una preghiera alle spoglie della Santa, traslate in un pregevole reliquiario in oro
e
argento
nella
seconda
metà
dell’Ottocento
nell’ultima cappella a destra rispetto all’entrata, dove le suore, che ancora oggi continuano la loro opera in nome della vergine, consegnavano immagini sacre ai devoti. In tanti, poi, si sono recati al chiostro ad angolo di Via S. Gregorio Armeno, uno dei più belli di tutta la città partenopea, dove affacciano gli alloggi delle monache ed è presente un’antica grande fontana barocca con due statue settecentesche; in tanti si sono accalcati per poter dare un bacio alla teca che contiene il sangue di Santa Patrizia. La liquefazione del sangue della compatrona ha delle differenze sostanziali con il miracolo di S. Gennaro: il
prodigio
tradizione
secondo
la
avviene
i
martedì e il giorno della festa della Santa.
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NON C'È SENSALE SENZA FIORINO Il chiodo fisso dell’arte è la nostra rubrica di approfondimento dedicata al mondo dell’arte in un vero e proprio viaggio nelle espressioni creative tra forme e colori, senza distinzioni o preferenze, con interviste agli artisti che vogliono parlare del loro talento. Abbiamo intervistato la fotoreporter Roberta De Maddi al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli), dove dal 6 al 28 agosto 2014 erano in mostra ‘I cambi d’abito del Vesuvio’, le fotografie che testimoniano il fascino che i differenti tipi di luce, da diverse prospettive urbane, riescono a regalare al vulcano partenopeo. La mostra è stata prolungata fino al giorno 8 settembre.
Basta
navigare
nell'immenso
mare
di
internet
per
rendersi conto che sono in crescita blog, siti web e forum in cui migliaia di utenti si scambiano consigli sulla cucina vegana, che prevede la preparazione di piatti conformi alle
regole
della
dieta
vegana
e
pertanto
esclude
totalmente l'uso di prodotti animali e loro derivati. Per molti è una vera e propria filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali per alimentazione
e
abbigliamento
e
questo
crescente
interesse ha aperto una miriade di dibattiti anche si natura
medica,
essenziale
nonchè
l'inserimento
confronti di
carne
con
chi
ritiene
nell'alimentazione
umana, dove per carne si intendono per l'appunto le parti commestibili, comprese le interiora, degli animali omeotermi, vale a dire in grado di mantenere costante la
propria
temperatura
corporea.
Abbiamo
avuto
occasione di poter parlare della carne e delle sue qualitĂ in una mattinata ad Eccellenze Campane, la grande struttura di Via Brin a Napoli, dove tra le varie cose abbiamo scoperto le qualitĂ del pollo campano allevato a terra 70 giorni.
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CONDIVIDENDO LA SENSIBILITA' UMANA E ARTISTICA DI EMILIA di Antonino Fiorino Ciò che mi appresto a scrivere potrebbe essere letto superficialmente come un commento "fazioso" perché riguarda due opere artistiche partorite dalla mente creativa e dal cuore sensibile della mia dolce metà, ma per me lasciare un pensiero sentito e condiviso conta realmente più di ogni altra cosa. Non è la prima volta che
Emilia
decide
di
esternare
le
sue
emozioni
rendendole palpabili attraverso la forma pittorica e a me piace non solo ammirarla o poterla immaginare all'opera, ma anche rivedermi empaticamente nei suoi elaborati un'altra
come
se
essi
dimostrazione
rappresentassero in
cui
le
nostre
idealmente anime
si
incontrano e i nostri cuori si uniscono. Quando Emilia concretizza il suo estro, personalmente sento quel preciso momento, seppur estemporaneo ma non per questo marginale, come l'ennesima occasione di condividere con lei un'intimità fatta di sensazioni struggenti e profonde tenerezze. Ciò che tuttora mi colpisce piacevolmente è constatare che
Emilia, da
perfetta autodidatta, sa
spaziare benissimo da una forma artistica ad un'altra, dalla poesia alla scrittura giornalistica, dal ricamo alla pittura, dimostrando di non avere solo una spiccata versatilità ma essenzialmente anche una predisposizione naturale a non escludere niente, a sviscerare abilità latenti che necessitano di luce vitale, a sperimentare con la medesima efficacia nuove curiosità che, abbandonando ogni
tipo
di
velleità,
diventano
ben
presto
parte
integrante di una bella intuizione e di un talento finora rimasto inespresso ma che si conferma poi un ulteriore punto di forza della propria personalità. Quello di Emilia può essere visto a tutti gli effetti come una sorta di deformazione professionale in quanto caratterizzata da un contagioso entusiasmo che riesce a declinare come nella vita così in tutti gli altri ambiti. In ordine squisitamente cronologico, le ultime due elaborazioni di Emilia, che il più delle volte traspone sul supporto sè stessa e le emozioni salienti
legate
ad
un
evento
della
propria vita, dal titolo "Femminilità" e "Pensiamo da un balcone" rafforzano senza dubbio il pensiero suddetto, ovvero racchiudono in modo esemplare la sapiente vena
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artistica dell'autrice e anche la promiscuità di messaggi tanto diversi quanto accomunati da uno stile sobrio e ricercato
nell'esatta
misura
da
far
comprendere
all'osservatore l'intento primordiale attribuito all'opera nel momento del suo concepimento: se è vero che in "Femminilità" è presente un elogio riservato alla donna pingue, capace di incarnare un proprio fascino che non passa inosservato e di accentrare su di sè l'attenzione forse anche di quelli più diffidenti contrariamente a quanto
si
possa
pensare
in
preda
a
dilanianti
e
preoccupanti preconcetti, in "Pensiamo da un balcone", invece, c'è spazio allo spunto di riflessione che vuole quasi invitare a rivolgere i propri pensieri all'orizzonte, laddove cielo e mare si incontrano,
azione
ispirata
anche
dall'intima e rassicurante prospettiva di un balcone in fiore che affaccia su una riposante distesa d'acqua. Regna un'atmosfera suggestiva, volendo anche aleatoria perché non sarebbe improbabile se al di quà del ballotoio ci fosse una coppia di
innamorati
che,
mano nella mano,
ammirano il paesaggio antistante e, affidando lo stesso sguardo all'infinito, vivono questo momento significativo come degno suggello del proprio amore.
'La benedizione del nido', sonetto di Emilia Sensale presente nell'antologia della XII edizione del Premio Nazionale di Poesia S. Gaetano Errico.
Sento le braccia possenti d’ardore cingermi lungo i sentieri del mondo. Vedo pareti di casa plasmarsi nella corteccia degli alberi in fiore. Ovunque, rivolgendo al sole il cuore, un sentimento familiare e profondo dalla dolce terra strappa sogni arsi e semina bulbi di Dio, d’Amore. Sdraiata lungo la schiena del giorno respiro nel vento quell’emozione che sottende dolcezza e meraviglia; volo spiccato col noto ritorno, è del nido l’eterna protezione, la benedizione della famiglia. Emilia Sensale 13
Arrivano
due
nuove
rubriche
di
approfondimento!
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Grazie per aver sfogliato il nostro Raccoglitore, il diario firmato ‘Non c’è Sensale senza Fiorino’ nel quale vengono raccolte mese dopo mese i momenti delle nostre interviste per renderli indimenticabili non solo nel cuore ma anche sul web, dove è possibile sfogliarli liberamente da PC, tablet e cellulare. L’appuntamento è per il prossimo mese!
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