PrimoPianoCittadinanza

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Giacomo Mapelli

PRIMO PIANO SU CITTADINANZA E COSTITUZIONE


Primo piano su Cittadinanza e Costituzione di Giacomo Mapelli Consulenza alla progettazione: Fabio Cioffi Coordinamento editoriale: Beatrice Loreti Editing e redazione: Libra Progetto grafico e impaginazione: Studio Ampa Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Foto: Shutterstock, Marka Copertina: Adami Design

© 2011 Eli - La Spiga Via Soperga, 2 Milano Tel. 022157240 info@laspigaedizioni.it www.laspigaedizioni.it Eli Via Brecce – Loreto Tel. 071750701 info@elionline.com www.elionline.com

ISBN 978-88-468-2976-4

Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore. Stampato in Italia presso Grafiche Flaminia – Foligno 11.83.208.0

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L’icona ( ) indica i documenti integrali reperibili nel sito della casa editrice.

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Presentazione

Primo piano su Cittadinanza e Costituzione

“Cittadinanza e Costituzione” è un insegnamento introdotto nell’anno scolastico 2009-2010 in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Nasce con l’obiettivo primario di formare giovani capaci di esercitare la democrazia nei limiti e nel rispetto delle regole comuni, di accompagnarli in un processo di crescita che li renda cittadini attivi in grado di agire diritti inviolabili e rispettare i doveri inderogabili della società di cui fanno parte. Come ha affermato di recente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la finalità di questa disciplina è che “la Carta costituzionale e le sue disposizioni vengano sistematicamente insegnate, studiate e analizzate, per offrire ai giovani un quadro di riferimento indispensabile a costruire il loro futuro di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri”. Grazie a queste finalità generali, l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” può assumere i caratteri di una disciplina orientata a trasmettere un insieme organico di conoscenze e competenze inerenti la cittadinanza e la cultura costituzionale. Primo piano su Cittadinanza e Costituzione è un fascicolo agile ma completo, adatto agli studenti del biennio delle superiori, che si propone come utile supporto al corso di storia, offrendo materiali e spunti di lavoro sui seguenti argomenti: •E ssere cittadini: valori, comportamenti, problematiche nelle relazioni con gli altri e nella partecipazione alla comunità in cui siamo inseriti •D iritti e doveri: come riconoscerli, difenderli, agirli nella vita di tutti i giorni •S toria, principi e articoli della Costituzione italiana •C ittadini d’Europa e del mondo: le Carte dei diritti, le istituzioni, le organizzazioni internazionali Primo piano su Cittadinanza e Costituzione contiene un’analisi didatticamente chiara e rigorosa dei principi della Costituzione italiana, dell’Unione europea e dei principali organismi internazionali, con l’obiettivo di avvicinare lo studente ai valori e ai fondamenti della nostra Repubblica democratica e della comunità internazionale, e stimolare il senso di appartenenza alle istituzioni e il bisogno di partecipazione diretta e di impegno sociale. 3

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Indice Presentazione

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sezione 1 Cittadini italiani

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Capitolo 1

Che cos’è la Costituzione

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Capitolo 2

La storia delle Costituzioni

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Capitolo 3

Il cammino della Costituzione in Italia

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Capitolo 4

Le caratteristiche della Costituzione italiana

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Capitolo 5

La Costituzione è ancora attuale?

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sezione 2 Leggiamo insieme la Costituzione

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Capitolo 6

I Principi fondamentali

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Capitolo 7

I diritti e i doveri dei cittadini

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Capitolo 8

L’ordinamento della Repubblica

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Capitolo 9

Gli enti locali

59

sezione 3 Cittadini d’Europa e del mondo

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Capitolo 10

La nascita dell’Unione europea

62

Capitolo 11

La cittadinanza europea

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Capitolo 12

L’ONU e le organizzazioni internazionali

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sezione 1 Cittadini italiani capitolo

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Che cos’è la Costituzione 1 Di che cosa si

occupa la Costituzione

La Costituzione è la “carta fondamentale” di uno Stato, ossia una specie di “grande legge” che raccoglie le norme fondamentali di un Paese. Essa delinea i poteri dello Stato, determina i valori e i principi che ne sono alla base, e contemporaneamente stabilisce quali sono le libertà e i diritti dei cittadini, assieme ai loro doveri. La vita di una società organizzata, com’è appunto lo Stato, è regolata da una miriade di norme (leggi, ordinamenti, atti giudiziari e amministrativi), le quali regolamentano l’azione degli individui e rendono possibile la coesistenza e la collaborazione tra i cittadini. Tutte queste norme si ispirano ad alcuni principi supremi politici, etici e giuridici, principi che vengono applicati ed esercitati da determinati poteri. Una Costituzione raccoglie l’insieme di questi principi e determina i poteri che li devono applicare. Per questo si può dire che essa costituisce la “carta d’identità” di uno Stato.

2 Perché è importante conoscere e rispettare la Costituzione

Ogni potere dello Stato deve attenersi alla legge costituzionale: da ciò dipende la sua legittimità, ossia la validità delle sue decisioni. La Costituzione diviene così la garanzia fondamentale per le libertà dei cittadini. Per questo i cittadini e gli uomini politici si appellano così di frequente alla Costituzione: essa, infatti, rappresenta la garanzia che i poteri dello Stato (per esempio il Parlamento che emana le leggi ordinarie o il Governo che le applica) possono stabilire nuove norme solo a patto che non sovvertano le leggi costituzionali e, con esse, le regole fondamentali della convivenza civile. Al tempo stesso, la conoscenza della Costituzione permette ai cittadini di uno Stato di scoprire la propria identità comune, di condividere il patrimonio di idee e valori della collettività nazionale, di partecipare in maniera consapevole ai mutamenti storici e politici di uno Stato. 6

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capitolo 1 •  Che cos’è la Costituzione

Per saperne di più Il Regno Unito non ha una Costituzione l Regno Unito non ha una Costituzione, eppure è il più antico Stato costituzionale del mondo. Com’è possibile? La risposta sta nel fatto che in realtà gli inglesi hanno una Costituzione, solo che essa non è scritta o, meglio, non è raccolta in una “Carta” unitaria chiamata “Costitu-

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zione”. Essa è invece composta da molte leggi, emanate nel corso dei secoli a partire dalla Magna Charta del XIII secolo: tanti importanti tasselli di un unico grande disegno legislativo che fa di quello inglese l’ordinamento costituzionale più antico del mondo.

3 I tipi di Costituzione Le Costituzioni si sono formate lungo un arco storico di secoli. Ogni Stato ne ha una, che può essere scritta, ossia redatta in un documento datato, oppure non scritta, quale frutto delle consuetudini e della storia di un popolo. Ovviamente le Costituzioni possono avere caratteristiche assai diverse l’una dall’altra: •p ossono essere rigide oppure flessibili. Sono rigide quando possono essere modificate solo a determinate condizioni e attraverso una procedura più complessa rispetto alle leggi ordinarie. Sono flessibili quando la procedura per modificarle è più semplice e simile a quella delle normali leggi; • possono essere votate o concesse. Nel primo caso sono il risultato di una decisione dal basso, ossia di un voto popolare; nel secondo caso risultano accordate dall’alto, per esempio da un sovrano; • possono essere brevi o lunghe. Sono brevi quando il testo è costituito da poche leggi essenziali sulla forma e sull’organizzazione dei poteri dello Stato; lunghe quando a queste norme se ne aggiungono altre che regolamentano i diritti e i doveri dei cittadini, nonché gli ambiti economici, sociali e culturali di un Paese.

iave i concetti ch

Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 Si dice che la Costituzione è la “carta d’identità” di uno Stato in quanto ................................................................................................................................................................................................................................

2 La Costituzione è garanzia fondamentale per le libertà dei cittadini in quanto ................................................................................................................................................................................................................................

3 Le Costituzioni possono essere assai diverse tra loro. Sono: rigide quando... • flessibili quando... • votate quando... • concesse quando... • brevi quando... • lunghe quando... 7

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sezione 1 Cittadini italiani capitolo

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La storia delle Costituzioni 1 Quando e perché sono nate le Costituzioni

lessico

Diritto pubblico

Nel linguaggio giuridico è l’insieme delle norme che riguardano la forma dello Stato, la distribuzione dei poteri pubblici, le libertà e i doveri dei cittadini, il potere d’imporre e riscuotere le tasse. Si distingue dal “diritto privato”, cioè l’insieme delle leggi che si occupano dei problemi della famiglia e del patrimonio.

La storia delle Costituzioni è una lunga e drammatica storia. Leggi e norme scritte sono esistite fin dall’antichità. Nella storia di quasi tutti i popoli antichi si narrano i miti di fondazione delle prime organizzazioni statali, degli imperi e dei regni arcaici, e si racconta di come nacquero le prime leggi, e per opera di chi. Quei primi legislatori (come Mosè presso gli Ebrei, Solone ad Atene, Licurgo a Sparta) e quelle raccolte o codici di leggi (come il Codice di Hammurabi presso gli antichi Babilonesi o le Leggi delle XII Tavole nell’antica Roma) si perdono quasi nella leggenda. La coscienza dei popoli, comunque, vide con essi un grande progresso, l’inizio di un’esistenza collettiva nuova, attraverso l’introduzione di una legge – normalmente scritta e quindi non modificabile in modo arbitrario – che stabiliva le norme essenziali per la convivenza dei cittadini. Tuttavia, la Costituzione come insieme di leggi cui devono attenersi i cittadini di uno Stato e, soprattutto, coloro che lo governano è una conquista relativamente recente (a eccezione, come vedremo, dell’Inghilterra). Risale infatti al XVIII secolo, quando lo sviluppo dei commerci, prima, e dell’industria, poi, associato alla nascita di nuove concezioni dell’individuo e della società, posero in primo piano i problemi collegati a quello che si chiama il diritto pubblico . La stele di Hammurabi è una delle più antiche raccolte di leggi scritte; risale al XVIII secolo a.C.

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capitolo 2 •  La storia delle Costituzioni

2 La Magna Charta, prima

tappa verso le Costituzioni

La prima tappa della conquista delle libertà personali e costituzionali avvenne nel Medioevo con la Magna Charta Libertatum (“Grande Carta delle libertà”), concessa nel 1215 dal re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra ai baroni del regno. La Magna Charta è considerata il fondamento delle libertà costituzionali del Regno Unito: per la prima volta nella storia si affermò il principio che su una serie di problemi il re non poteva prendere decisioni senza prima consultare la Camera dei Comuni (una specie di Parlamento), nella quale sedevano i rappresentanti dei ceti nobili e più ricchi. Con la Magna Charta vennero imposte alcune importanti limitazioni al potere assoluto del sovrano e affermati importanti diritti e libertà, fra cui: • l a difesa delle libertà cittadine; • i l divieto al re di imporre tasse e imposte senza il consenso della Camera dei Comuni; • i l diritto a una giustizia equa e a un processo basato su prove certe prima della condanna; • l a libertà di commercio, anche per i commercianti stranieri, con l’istituzione di un sistema ufficiale di pesi e misure. La Magna Charta fu più volte modificata dal Parlamento inglese. Insieme con il Bill of Rights (Dichiarazione dei diritti) del 1689, essa stabilì la superiorità del Parlamento sulla Corona e il passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale. Pur modificabile in ogni momento con un semplice decreto parlamentare, la Magna Charta mantiene da oltre sette secoli il carattere di legge fondamentale del diritto inglese e fa del Regno Unito il primo Stato costituzionale del mondo.

La Magna Charta Libertatum.

Per saperne di più La monarchia a monarchia è la forma di Stato in cui il potere è nelle mani di una sola persona, il re o monarca, a cui la carica è attribuita per via dinastica, ossia per diritto ereditario. Nel corso della storia si sono succedute diverse forme di monarchia. 1. L a monarchia assoluta: tutti i poteri sono concentrati nella persona del re, che è sciolto dal controllo di altre istituzioni dello Stato.

L

2. La monarchia costituzionale: il re non è più un sovrano assoluto e il suo operato è condizionato da una Costituzione, alla quale è tenuto a prestare obbedienza. Inoltre divide i poteri con altri organi statali. 3. La monarchia parlamentare: il Governo è nominato dal Parlamento, al quale risponde dei propri atti. Al sovrano rimane un ruolo simbolico di rappresentante dell’unità nazionale. 9

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Sezione 1 • Cittadini italiani

Il documento

Le libertà del cittadino La Magna Charta elencava su un unico grande foglio le libertà che il re d’Inghilterra si impegnava a rispettare. [1] … Abbiamo accordato a tutti gli uomini liberi del nostro regno, per noi e per i nostri eredi, tutte le libertà specificate qui sotto, per essere possedute e conservate da essi e dai loro eredi come provenienti da noi e dai nostri eredi.

Tutela della proprietà

Garanzia delle libertà cittadine

Diritto a una giustizia equa Diritto a un processo prima della condanna

Libertà di commercio

Un ritratto di Gorge Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d’America.

[8] Né noi né i nostri balivi ci impadroniremo delle terre e delle rendite di chiunque per debiti finché i beni mobili presenti del debitore saranno sufficienti a pagare il suo debito, e questo debitore sarà pronto a dare soddisfazione su questi beni. [9] La città di Londra godrà di tutte le sue antiche libertà e libere consuetudini. Noi vogliamo anche che tutte le altre città borghi villaggi, e tutti i porti godano di tutte le loro libertà e libere consuetudini. [14] Un uomo libero non potrà essere colpito da ammenda per un piccolo delitto che proporzionatamente a questo delitto; non potrà esserlo per un grande delitto che proporzionatamente alla gravità di questo delitto. [29] Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, spossessato della sua dipendenza, della sua libertà o libere usanze, messo fuori della legge, esiliato, molestato in nessuna maniera, e noi non metteremo né faremo mettere la mano su lui, se non in virtù di un giudizio legale dei suoi pari e secondo la legge del paese. Noi non venderemo, né rifiuteremo o differiremo a nessuno il diritto o la giustizia. [30] Tutti i mercanti potranno, se non ne avranno anteriormente ricevuto pubblico divieto, liberamente e in tutta sicurezza uscire dall’Inghilterra e rientrarvi, soggiornarvi e viaggiarvi, sia per terra che per acqua, per comprare e per vendere, seguendo le antiche e buone consuetudini, senza che si possa imporre su loro alcuna esazione indebita, eccettuato in tempo di guerra o qualora essi fossero di una nazione in guerra con noi.

3 La Dichiarazione

d’indipendenza e la Costituzione americana

Gli stessi principi di libertà e di difesa dei diritti individuali affermati in Inghilterra vennero invocati nel XVIII secolo dalle tredici colonie nordamericane per rivendicare l’indipendenza nei confronti della madrepatria inglese. Questi principi diedero vita a due documenti molto importanti, che sono alla base della storia degli Stati Uniti, la prima democrazia moderna. Questi documenti sono: 10

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capitolo 2 •  La storia delle Costituzioni • la Dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio 1776, che affermava la sovranità popolare, ossia il principio democratico secondo il quale lo Stato non può violare i diritti del popolo “sovrano”; • la Costituzione degli Stati Uniti d’America, approvata nel 1787 da 52 delegati riuniti a Filadelfia, che disegnò la struttura del nuovo Stato, una repubblica federale sorta dall’unione delle ex colonie britanniche nel continente nordamericano. Quali sono i principi fondamentali affermati da questi due documenti? Vediamone insieme alcuni. Innanzitutto, a garanzia dei diritti e delle libertà del cittadino, venne introdotto il principio liberale della separazione dei poteri: i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario) dovevano essere affidati a tre istituti diversi e distinti, in grado di bilanciarsi e controllarsi a vicenda, così da non permettere la nascita di poteri autoritari o dittatoriali, capaci di mettere a rischio la libertà e la democrazia. Veniva in questo modo ripudiata la concezione assolutistica del potere, ossia la concezione di un sovrano “libero dalle leggi” che concentrasse nelle sue mani tutti i poteri, senza essere sottoposto alle leggi dello Stato. In secondo luogo, veniva riconosciuta ai cittadini la libertà di religione, di parola e di stampa e il diritto di riunione e di associazione politica. In alcuni emendamenti (modifiche, correzioni) alla Costituzione vennero poi garantiti alcuni ulteriori diritti: • i l diritto all’inviolabilità della persona e del domicilio, ossia il divieto di perquisizioni, arresti e confische non motivate; • i l divieto di essere processati due volte per lo stesso reato e il diritto a non testimoniare contro se stessi; • i l diritto per tutti i cittadini, e non solo per i membri dell’esercito e della polizia, di possedere armi. Questo diritto (molto criticato oggi sia in Europa sia negli stessi Stati Uniti) è stato ribadito nel 2008 dalla Corte Suprema americana.

lessico

Repubblica federale

La repubblica federale è un tipo di repubblica derivata dall’unione di diversi Stati o Regioni che, per motivi di tipo storico e politico, decidono di unirsi e formare un unico Stato federale. Ciascuno degli Stati o Regioni della federazione conserva parti rilevanti dei suoi poteri, ma alcune importanti funzioni legislative, amministrative e di governo vengono trasferite all’autorità centrale.

4 La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

I principi e gli ideali che guidarono la Rivoluzione americana erano riconducibili alle concezioni politiche e culturali dell’ Illuminismo. Per questo essi ebbero una notorietà molto forte in Europa, dove la vittoria della Rivoluzione americana venne considerata una vittoria della ragione contro la tirannia, dei “diritti naturali” dell’uomo contro i soprusi dei potenti. Alla fine del Settecento, i documenti americani funsero da modello per le Costituzioni elaborate dai protagonisti della Rivoluzione francese. Il più importante di questi documenti fu senza dubbio la memorabile Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino dell’agosto 1789, a cui tutte le varie Costituzioni elaborate dalla Rivoluzione francese (cin-

lessico

Illuminismo

Movimento culturale diffuso in tutta Europa, che nel Settecento si propose di combattere l’ignoranza, il pregiudizio e la superstizione, applicando la ragione a tutti i campi dell’esperienza umana.

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Sezione 1

Una scena della Rivoluzione francese: il saccheggio d’armi presso l’arsenale dell’Hotel des Invalides.

que in tutto, dal 1791 al 1802) guardarono come alla propria pietra miliare. La Dichiarazione, composta da 17 articoli, riconosceva come “naturali”, e dunque inviolabili, il diritto alla libertà, alla proprietà privata, alla sicurezza e il diritto di resistenza alla tirannia. Venivano inoltre affermati alcuni principi (in parte già espressi dai documenti dell’indipendenza americana) che fecero della Dichiarazione del 1789 il testo fondamentale di tutte le società democratiche successive. In sintesi, questi principi erano: a. il principio dell’eguaglianza tra i cittadini e della libertà di pensiero e di espressione; b. l’idea che il potere derivi dalla collettività dei cittadini e che il governo deve essere un’emanazione della volontà popolare (nella Costituzione americana prende la parola in prima persona il popolo delle colonie che si fa sovrano: «We, the people…» è il memorabile inizio di quella Carta); c. il principio che le leggi debbano essere elaborate e approvate dai rappresentanti del popolo; d. l’obbligo per il capo dello Stato (re o presidente) di sottostare alle leggi come gli altri cittadini; e. il principio della separazione dei poteri, e cioè il fatto che • al Parlamento venga affidato il compito di elaborare le leggi (potere legislativo); • agli organi di Governo spetti il compito di occuparsi dei fini concreti

Per saperne di più Le Costituzioni della Rivoluzione francese ra le Costituzioni francesi dell’epoca rivoluzionaria e poi napoleonica, le più importanti sono quelle del 1791 e del 1793. Quest’ultima, tuttavia, non fu mai effettivamente applicata. Mentre la Costituzione del 1791 sancì la fine dell’assolutismo e trasformò la Francia in una monarchia costituzionale liberale, fondata sulla sovranità

T

popolare, quella del 1793 faceva della Francia una repubblica democratica, fondata cioè sul suffragio universale maschile, e affermava, accanto al principio della sovranità popolare, il diritto all’eguaglianza sociale ed economica, la parità tra uomo e donna, l’assistenza pubblica obbligatoria e il diritto allo studio per tutti i cittadini.

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capitolo 2 •  La storia delle Costituzioni e quotidiani dello Stato, come la riscossione delle imposte, le opere pubbliche, l’istruzione, la sicurezza pubblica, l’addestramento delle forze armate e i rapporti con gli Stati esteri (potere esecutivo); • agli organi della Magistratura spetti il compito di fare giustizia quando un cittadino abbia in qualsiasi modo disobbedito alla legge e/o sentenziare su controversie sorte fra due cittadini (potere giudiziario).

Il documento

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

L’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino. Art. 1 Gli uomini nascono e vivono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.

Art. 2 Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Art. 3 Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani direttamente da essa. Art. 4 La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri; così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati solo dalla legge. Art. 5 La legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina. Art. 6 La legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmente o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra distinzione che quella della loro virtù e dei loro talenti.

L’articolo 1 dichiara solennemente il principio di uguaglianza fra tutti gli uomini. La Dichiarazione, tuttavia, non contiene alcun riconoscimento della parità fra uomo e donna, che a rigore sarebbe implicito nel principio di uguaglianza proclamato dall’articolo 1, che dunque va interpretato in senso sfavorevole alle donne (che infatti all’epoca erano escluse dal diritto di voto). L’articolo 2 elenca i diritti naturali, inviolabili e imprescrittibili, dell’uomo: la libertà individuale, la proprietà, la sicurezza, la resistenza alla tirannia. L’articolo 3 contiene il principio della sovranità popolare, principio all’epoca per nulla ovvio, in quanto i sovrani regnavano per diritto divino. Gli articoli 4 e 5 precisano che libertà in uno Stato non è fare ciò che si vuole e che ci sono dei limiti ai propri diritti. L’esercizio di un diritto non può infatti nuocere a un diritto altrui e la legge può limitare questi diritti nel caso in cui siano nocivi per la società. Senza rispetto della legge, dunque, non ci sono né libertà né diritti. L’articolo 6 precisa che la legge è espressione della volontà generale dei cittadini. Per questo la legge è uguale per tutti; e tutti i cittadini hanno il diritto di ricoprire cariche pubbliche.

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Sezione 1 • Cittadini italiani

Gli articoli 7, 8 e 9 enunciano il principio di legalità in materia penale e il principio della presunzione di innocenza dell’imputato.

Art. 7 Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla legge, e secondo le forme da essa prescritte. Quelli che procurano, spediscono, eseguono o fanno eseguire degli ordini arbitrari, devono essere puniti; ma ogni cittadino citato o tratto in arresto, in virtù della legge, deve obbedire immediatamente; opponendo resistenza si rende colpevole. Art. 8 La legge deve stabilire solo pene strettamente ed evidentemente necessarie e nessuno può essere punito se non in virtù di una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto, e legalmente applicata. Art. 9 Presumendosi innocente ogni uomo sino a quando non sia stato colpevole, se si ritiene indispensabile arrestarlo, ogni rigore non necessario per assicurarsi della sua persona deve essere severamente represso dalla legge.

Gli articoli 10 e 11 affermano la libertà di opinione e di espressione, anche religiosa, seppure con l’importante limitazione dell’ordine pubblico.

L’articolo 12 precisa che la forza pubblica, in quanto garanzia delle libertà e dei diritti, è strumento di tutti e non solo di pochi e di chi detiene il potere.

Art. 10 Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge. Art. 11 La libera comunicativa dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge. Art. 12 La garanzia dei diritti dell’uomo e del cittadino ha bisogno di una forza pubblica; questa forza è dunque istituita per il vantaggio di tutti e non per l’utilità particolare di coloro ai quali essa è affidata. Art. 13 Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese di amministrazione, è indispensabile un contributo comune: esso deve essere ugualmente ripartito fra tutti i cittadini, in ragione delle loro sostanze.

Gli articoli 13, 14 e 15 stabiliscono che tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in proporzione al loro reddito e hanno il diritto di controllare l’uso dei contributi e il funzionamento dell’amministrazione pubblica.

Art. 14 Tutti i cittadini hanno il diritto di constatare, da loro stessi o mediante i loro rappresentanti, la necessità del contributo pubblico, di approvarlo liberamente, di controllarne l’impiego e di determinarne la quantità, la ripartizione e la durata. Art. 15 La società ha il diritto di chieder conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione.

L’articolo 16 ribadisce il principio liberale della separazione dei poteri.

Art. 16 Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri determinata, non ha costituzione.

L’articolo 17 riafferma il diritto inviolabile alla proprietà privata.

Art. 17 La proprietà essendo un diritto inviolabile e sacro, nessuno può esserne privato, salvo quando la necessità pubblica, legalmente constatata, lo esiga in maniera evidente, e previa una giusta indennità.

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capitolo 2 •  La storia delle Costituzioni

iave i concetti ch

Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 La Costituzione, intesa come formulazione consapevole delle leggi fondamentali di uno Stato, nasce nel …………….............................................……… quando ………………………….......................................………………………............................... 2 La Magna Charta Libertatum fu concessa da ……….………………………….........................…… a ……….................…………………... nel ………………………..... È considerata un documento di grande importanza, in quanto ……….......................………… ……………………………………………………………...........................................................................................................................................................

I quattro aspetti fondamentali sono:

a. ………………………………………………........................................................................................................……………………………………………………

b. ………………………………………………........................................................................................................……………………………………………………

c. ………………………………………………........................................................................................................……………………………………………………

d. ………………………………………………........................................................................................................……………………………………………………

3 Due documenti importanti sanciscono la nascita degli Stati Uniti d’America: la Dichiarazione …………………………………....................………………………………………...... che ………………………………………………………… …………………………………...............................................................................

e la

…………………………….......................…………...…….................

che …………………………………………………………………………………………….......................……..….........………………................................................. Per evitare la nascita di poteri autoritari o dittatoriali venne introdotto il principio .…………………………………… …………………………………………………………………………............................................................................................................................................

Vennero garantite le libertà di ………………………………………………………………….................................................................................

Vennero garantiti i diritti di …………....……………………………………………………………………………………………………………………..............

.

…………………………………………………………………………............................................................................................................................................

4 La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino emanata in afferma alcuni principi democratici fondamentali:

……….......………………..

nel

…….................………

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b. ………………………………………………........................................................................................................……………………………………………………

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sezione 1 Cittadini italiani capitolo

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Il cammino della Costituzione in Italia 1 Le Costituzioni ottocentesche

lessico

Statuto

Il documento albertino venne chiamato “Statuto” e non “Costituzione” proprio per sottolineare che si trattava di una concessione benevola del sovrano e non di una Costituzione conquistata dalla volontà popolare e dunque fondata sulla sovranità del popolo.

“concesse” dal sovrano

Le Costituzioni del Settecento erano sorte per impulso dell’Illuminismo, che aveva dato vita alla Rivoluzione francese. Quando quest’ultima si esaurì, il Congresso di Vienna (1814-15) “restaurò” l’Europa tradizionale dei re e dell’assolutismo. Per il momento, la stagione delle Costituzioni liberali e democratiche era finita. L’Ottocento fu tuttavia in Europa il secolo delle rivoluzioni patriottiche, liberali e democratiche, che avevano proprio l’obiettivo di abbattere le monarchie assolute e introdurre le Costituzioni. L’Italia, da secoli divisa in tanti piccoli Stati e Regni sotto l’influenza delle potenze straniere, partecipò a questo movimento dando vita al Risorgimento, che aveva l’obiettivo dell’indipendenza dalla dominazione austriaca e dell’unificazione politica del Paese. Verso la metà del secolo alcuni sovrani italiani furono indotti dalla pressione popolare a concedere delle Costituzioni. Si trattava di ordinamenti non più opera di un’assemblea costituente eletta dal popolo, come le Costituzioni settecentesche, ma appunto “concessi” dai sovrani. Nel verbo “concedere” era racchiusa ancora la vecchia idea secondo cui il sovrano rimaneva la fonte delle leggi, l’origine di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Tra queste costituzioni, quella che godette di più grande fortuna fu lo Statuto Albertino, “concesso” nel 1848 da Carlo Alberto, sovrano del Regno di Sardegna, ai suoi sudditi: nel 1861, quando nacque il Regno d’Italia, lo Statuto Albertino divenne la prima Costituzione del nuovo Stato unitario italiano. Sarebbe rimasta in vigore fino al 1948, sostituita dall’attuale Costituzione repubblicana.

Statua equestre che ritrae il re sabaudo Vittorio Emanuele II.

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capitolo 3 •  Il cammino della Costituzione in Italia

2 Una Costituzione flessibile Lo Statuto Albertino era una costituzione di tipo “flessibile”, cioè modificabile con relativa facilità da qualsiasi legge ordinaria. Questa elasticità permise nel corso degli anni un’evoluzione dello Stato italiano che diede via via sempre più poteri alla Camera elettiva, trasformando il regno italiano in una vera e propria monarchia parlamentare. La Camera dei Deputati era all’inizio eletta su base assai ristretta (nel 1861 soltanto il 2% degli italiani adulti veniva ammesso al voto, cifra alzatasi al 7% nel 1882). Successivamente, con la riforma elettorale del 1912, il diritto di voto fu esteso a tutti gli elettori maschi (suffragio universale maschile). Purtroppo, la flessibilità dello Statuto Albertino fu sfruttata dal fascismo per i suoi scopi. Preso il potere nel 1922, Benito Mussolini deviò lo Stato verso un regime autoritario, in cui risultavano annullate le garanzie di libertà previste dallo Statuto Albertino: le opposizioni furono sciolte per legge, la Camera dei Deputati venne abolita e sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni, il diritto di voto fu cancellato; altri diritti, come quello di riunione e la libertà di stampa, furono piegati dalla censura e dalla repressione poliziesca del regime. Durante il ventennio della dittatura fascista, lo Statuto Albertino rimase formalmente in vigore, seppure del tutto snaturato.

Benito Mussolini insieme ad Adolf Hitler in un’immagine del 1941.

3 Nasce la Costituzione repubblicana

Dopo la caduta del fascismo (1943) e la fine della Seconda guerra mondiale (1945), si pose il problema di quale forma dare all’Italia: se conservare la monarchia, con i Savoia al potere, o voltare pagina e inaugurare la repubblica. La scelta fu affidata al popolo. Si indisse pertanto un referendum , aperto per la prima volta all’intera popolazione italiana adulta, incluse le donne. lessico

Referendum

Votazione in cui gli elettori sono chiamati a esprimersi direttamente su una determinata questione. In Italia, l’articolo 75 della Costituzione prevede il referendum per abrogare, cioè eliminare una legge o una sua parte. La votazione è valida se vota almeno la metà più uno degli aventi diritto.

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Sezione 1 • Cittadini italiani

Per saperne di più L’Assemblea Costituente l 2 giugno 1946 gli Italiani, con il 54% dei voti, scelsero la Repubblica. In quella stessa occasione furono eletti i 556 deputati dell’Assemblea Costituente. Nella tabella puoi leggere quale fu la ripartizione dei voti.

I

lessico

Assemblea Costituente

Organo composto da più membri con il compito di formulare la Costituzione, quando uno Stato cambia radicalmente regime.

Partito Democrazia Cristiana Partito Socialista Partito Comunista Unione Democratica Nazionale Fronte dell’Uomo Qualunque Partito Repubblicano Blocco Nazionale della Libertà Patito d’Azione altre liste

Percentuale voti 37,2% 20,7% 18,7% 7,4% 5,4% 4,1% 2,9% 1,3% 2,3%

Seggi 207 115 104 41 30 23 16 7 13

Le elezioni del 2 giugno 1946, a cui partecipò l’89% dei cittadini aventi diritto, videro la vittoria alla repubblica con il 54% dei voti. Quel giorno stesso furono eletti anche i 556 deputati dell’ Assemblea Costituente , incaricata di scrivere la nuova Costituzione repubblicana. Tra i suoi membri ventuno erano donne. I lavori dell’Assemblea Costituente avrebbero dovuto concludersi nel febbraio 1947, ma si protrassero fino al dicembre 1947. Il testo della Costituzione fu approvato dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, con 453 voti contro 62. La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

iave i concetti ch

Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 Le Costituzioni ottocentesche si differenziano da quelle del Settecento in quanto le prime vennero …………………………...........………..............................…………, mentre quelle settecentesche furono ………………………………………… ……………………...............………...………...………...………...………...………...………...………...………...………...………................................................………

2 Lo Statuto Albertino, concesso da …………………………………………… al ………………….......…………………… nel …………………....... Nel 1861 divenne ………………………………………………………………….............…………………………………….....................……………………………

rimase in vigore fino al ……………………………........................................................................................................................……………… 3 Poiché lo Statuto Albertino era una Costituzione flessibile, negli anni ……………………………………………………...……… fu sfruttata da ………………………………………………………....................................................................................…………………………....……...… che ………………………………...………...…..............................................................................................................……...………...………...…...…………

4 Due eventi segnano la nascita della Costituzione italiana: a. 2 giugno 1946: ……………………………………....................…………………………………………........…………………………………………………………

b. 1 gennaio 1948: ………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………

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sezione 1 Cittadini italiani capitolo

4

Le caratteristiche della Costituzione italiana

1 La struttura della

Costituzione italiana

La Costituzione della Repubblica italiana ({ )è composta da 139 articoli (ma cinque sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), suddivisi in quattro sezioni. a. Principi fondamentali (articoli 1-12): questi articoli affermano i principi generali e i valori su cui si fonda la nostra Repubblica democratica e che sono alla base della struttura istituzionale dello Stato italiano. b. Parte prima - Diritti e doveri dei cittadini (articoli 13-54): enuncia i principali diritti e doveri (civili, politici, etico-sociali, economici) del cittadino. c. Parte seconda - Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139): contiene le norme che definiscono i poteri dello Stato e ne regolano il funzionamento. È divisa in sei “titoli”, ossia in gruppi di argomenti: 1. il potere legislativo: il Parlamento 2. il Presidente della Repubblica 3. il potere esecutivo: il Governo 4. il potere giudiziario: la Magistratura 5. le autonomie locali: Regioni, Province, Comuni 6. le garanzie costituzionali: la Corte Costituzionale . d. Disposizioni transitorie e finali: sono diciotto norme relative al passaggio dal vecchio regime monarchico al nuovo regime repubblicano. Tra queste, la dodicesima vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. lessico

Corte Costituzionale

Organo della Repubblica italiana, previsto dalla Costituzione ed effettivamente istituito nel 1955. Giudica sulla legittimità costituzionale delle leggi, sui conflitti fra i poteri dello Stato, sulle accuse contro il Presidente della Repubblica e i ministri; sull’ammissibilità delle proposte di referendum abrogativo.

Per saperne di più Come leggere la Costituzione er leggere e citare correttamente la Costituzione è utile conoscere bene la terminologia che indica le suddivisioni del testo. • Articoli: sono le parti principali di ogni legge e dunque anche della Costituzione. Sono contrassegnati da un numero progressivo. Si abbreviano

P

nella forma art. (al singolare) e artt. (al plurale). • Commi (singolare comma): sono le parti in cui si suddivide ogni articolo di legge. • Titoli e sezioni: gli articoli sono raggruppati a seconda dell’argomento per titoli, che possono dividersi in sezioni. 19

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Sezione 1 • Cittadini italiani

Struttura della Costituzione Princìpi fondamentali (artt. 1-12) Basi della convivenza civile Parte prima Diritti e doveri dei cittadini (artt. 13-54) Rapporti tra Stato e cittadini Titolo I

Rapporti civili

Artt. 13-28

Titolo II

Rapporti etico-sociali

Artt. 29-34

Titolo III

Rapporti economici

Artt. 35-47

Titolo IV

Rapporti politici

Artt. 48-54

Parte seconda Ordinamento della Repubblica (artt. 55-139) Organi dello Stato e loro competenze Titolo I

il Parlamento

Artt. 55-82

Titolo II

il Presidente della Repubblica

Artt. 83-91

Titolo III

il Governo

Artt. 92-100

Titolo IV

la Magistratura

Artt. 101-113

Titolo V

le autonomie locali

Artt. 114-133

Titolo VI

la Corte Costituzionale

Artt. 134-139

Disposizioni transitorie e finali (I–XVIII) Norme che regolano l’entrata in vigore della Costituzione

2 I caratteri della Costituzione La Costituzione italiana presenta quattro caratteristiche principali: • è una Costituzione scritta. Le norme sono contenute in un documento legislativo scritto in forma ufficiale; • è una Costituzione rigida. A differenza dello Statuto Albertino, è necessario un procedimento parlamentare straordinario per riformare i suoi contenuti (non basta infatti la normale maggioranza delle due Camere parlamentari); non solo, le disposizioni divenute legge, ma che si dimostrino in contrasto con la Costituzione, vengono rimosse per decisione della Corte Costituzionale; 20

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capitolo 4 •  Le caratteristiche della Costituzione italiana

Per saperne di più La Costituzione esprime la nostra identità collettiva a Costituzione riflette la mentalità, i costumi, l’identità di una collettività, cioè i suoi valori più durevoli: solo così una legge (e tanto più la legge generale dello Stato) può essere accettata, e vissuta come giusta e vincolante. Per questo la

L

Costituzione viene di solito presentata come “rigida”, cioè prevalente sulle leggi ordinarie: perché rinvia a un’identità collettiva profonda e duratura, che non si può modificare, se non con moltissima prudenza.

• è una Costituzione lunga, in quanto non si limita a indicare norme di carattere generale, ma contiene disposizioni in molti settori del vivere civile; •è una Costituzione votata. A differenza dello Statuto Albertino, che era stato “concesso” dal re, la nostra Costituzione è espressione della volontà popolare, manifestata attraverso i propri rappresentanti eletti nell’Assemblea Costituente, che l’hanno scritta e approvata.

3 I principi fondamentali della Costituzione

Una statua che simboleggia l’uguaglianza: uno dei principi fondamentali della Costituzione italiana.

La Costituzione è caratterizzata da alcuni principi di fondo, che ne ispirarono la stesura. • Libertà. L’articolo 2 dichiara che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo». L’uomo nasce libero, cioè con diritti fondamentali che nessuno può violare. Tali diritti sono considerati diritti naturali, non creati dallo Stato, ma preesistenti a esso (infatti il testo usa il verbo «riconoscere»). Tale impostazione rappresentava una netta svolta rispetto al totalitarismo e alla concezione fascista dello Stato. Il vincolo antifascista era del resto il punto di maggiore convergenza tra le diverse tendenze politiche presenti nell’Assemblea Costituente. •D emocrazia. La Costituzione afferma che l’Italia è una Repubblica democratica e che la sovranità appartiene al popolo. Essa è dunque fortemente contraria a un potere esecutivo forte (infatti il governo deve in ogni suo atto rendere conto 21

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Sezione 1 • Cittadini italiani al Parlamento, dal quale dipende) e a qualsiasi forma di personalizzazione del potere politico. • Pluralismo. La Costituzione italiana è garantista, in quanto è molto attenta alle garanzie e alle libertà cui hanno diritto i cittadini, ed è pluralista, in quanto riconosce e tutela le differenze etniche, linguistiche, religiose, sociali e culturali presenti nella società. Anche se la Repubblica è dichiarata una e indivisibile, sono garantite la libertà associativa, la libertà delle confessioni religiose, dei partiti politici e dei sindacati, le autonomie territoriali. • Uguaglianza. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza alcuna distinzione. • Lavoro. La Costituzione attribuisce grande importanza al lavoro, visto non solo come un rapporto economico, ma anche e soprattutto come un valore sociale che nobilita l’uomo. Il lavoro è un diritto, che la Repubblica deve tutelare e promuovere; è anche un dovere, che eleva il cittadino e gli dà modo di contribuire al benessere della collettività. • Solidarietà sociale. La Costituzione dedica molto spazio alla garanzia effettiva dei diritti sociali: le libertà individuali devono sempre integrarsi con la solidarietà verso gli altri; e l’individuo deve sempre essere pensato all’interno di una comunità più vasta (la famiglia, la collettività nazionale).

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Rileggi il testo e completa con le tue parole.

1 La Costituzione italiana è composta da quattro sezioni: a. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

b. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

c. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

d. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

2 La Costituzione italiana ha quattro caratteristiche principali: a. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

b. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

c. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

d. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

3 I principi fondamentali della Costituzione italiana sono a. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

b. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

c. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

d. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

e. ………………………………………………………........................................................................................................……………………………………………

f.

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sezione 1 Cittadini italiani capitolo

5

La Costituzione è ancora attuale?

1 L’appartenenza a

una storia comune

Gli Italiani sono diversi tra loro, com’è ovvio, perché la loro storia è stata per secoli una storia di divisione politica, sociale, culturale. Perciò, ancora oggi, spesso si sentono legati più al proprio “campanile” (cioè al territorio locale), più alla famiglia e al luogo di lavoro, magari alla propria squadra di calcio, che non al proprio Paese. Gli studiosi hanno osservato che, rispetto ad altri popoli europei, gli Italiani hanno spesso scarso senso civico, ossia poco rispetto e cura per ciò che è pubblico; manifestano, insomma, uno scarso sentimento di appartenenza al proprio Stato. Essi, tuttavia, potrebbero trovare un terreno comune proprio nella loro Costituzione, un testo prezioso e ricco di valori, in grado di unire, al di là delle divisioni politiche, economiche e culturali. Per arrivare a questo risultato, però, gli Italiani dovrebbero conoscere meglio la loro Costituzione. Ne sarebbero arricchiti, per più motivi: • perché essa, nata dopo le distruzioni della Seconda guerra mondiale, è il risultato della nostra storia; conoscerla ci darebbe maggiore consapevolezza delle nostre radici nazionali, della nostra provenienza; • avere chiari i suoi principi e valori ci farebbe prendere coscienza che si tratta di una delle Carte costituzionali più belle, ricche e positive che siano mai state scritte; • e poiché la Costituzione non è solo un risultato, ma anche un nuovo inizio, conoscerla ci porterebbe a condividere le idee che ispirano il futuro della nostra vita pubblica. Non si tratta solo di sapere da dove veniamo, ma anche verso dove vogliamo andare.

2 La Costituzione è un testamento

La Costituzione è in primo luogo il risultato di una storia. Tra 1946 e 1947, l’Assemblea Costituente scrisse materialmente le norme della Costituzione. Ma non inventò nulla: si limitò, per così dire, a “trascrivere” i risultati della storia viva e concreta degli anni della Resistenza partigiana e della lotta di liberazione dal fascismo. Alcune norme della nostra Costituzione testimoniavano cambiamenti 23

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Sezione 1 • Cittadini italiani

Per saperne di più I valori ispiratori ella Costituzione si riflettono secoli, per non dire millenni, di pensiero e di cultura. Ciò avviene specialmente nei primi dodici articoli, quelli dei Principi fondamentali. In essi si esprimono eredità diverse: • l’eredità dell’Illuminismo e del pensiero democratico, laddove la Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo; • l’eredità del pensiero socialista, quando essa

N

pone l’uguaglianza di tutti gli uomini e le donne, senza distinzioni, come valore fondamentale; • l’eredità del cristianesimo, laddove essa sostiene che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona; • l’eredità del pensiero liberale, quando afferma solennemente le libertà che spettano ai cittadini italiani.

già avvenuti: l’articolo 1, per esempio, definendo l’Italia una «repubblica democratica», rendeva definitivo il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Dunque, come disse Piero Calamandrei, la Costituzione è una specie di testamento: l’eredità di una grande storia collettiva. La nostra storia.

3 Un impegno per il futuro La Costituzione italiana traccia un progetto per il futuro. Dunque essa è anche un compito, un impegno. Ciò significa anche modificare, nel testo costituzionale, ciò che non va più bene: la seconda parte della Costituzione, quella che definisce l’assetto dello Stato, ha sicuramente bisogno di correzioni e aggiornamenti. Qualche importante modifica è già stata introdotta, ma forse le più importanti vanno ancora fatte. Tra i cambiamenti possibili molti, per esempio, chiedono la riduzione del numero dei parlamentari, una maggiore velocità nell’approvazione delle leggi, meno burocrazia nel funzionamento dello Stato; altri osservano che sono necessarie nuove regole nel campo dell’informazione: basti pensare che ai tempi della Costituente non c’era neppure la televisione!

4 Un terreno comune,

non un mezzo di parte

La Costituzione fu votata da tutte le forze politiche antifasciste, che pure provenivano da culture assai diverse: il cattolicesimo democratico, il pensiero socialista e comunista, il liberalismo. Essa, dunque, nacque come riconoscimento di un terreno nazionale comune. È un punto da tenere presente, perché se si fa un uso di parte della Costituzione, cioè se la si invoca solo per dividere e per pre-

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capitolo 5 •  La Costituzione è ancora attuale? valere nel gioco politico; oppure, se si propongono modifiche pensate solo da una parte contro le altre parti, allora la Costituzione viene tradita nel suo spirito, che è quello di uno spazio di tutti, in cui tutti possano riconoscersi. Una Costituzione, infatti, fissa i principi generali del vivere comune e dell’ordinamento statale. Definisce le regole del gioco sulla cui base avviene la vita di un Paese. Per questo motivo le regole costituzionali vanno trattate con grande prudenza. Anche nel gioco del calcio, le squadre possono cambiare schemi, tattiche, magari l’allenatore, ma non le regole del gioco! Lo si può fare qualche volta, ma solo con l’accordo di tutti (a partire dalla Fifa, la Federazione mondiale del football) e non perché serve a qualcuno.

5 I progressi fatti e quelli da fare

Anche (o forse soprattutto) grazie alla Costituzione, l’Italia di oggi è un Paese democratico, per quanto la sua democrazia sia ancora imperfetta: • la guerra d’offesa, triste memoria dell’Italia fascista, è esclusa dalla Costituzione; • tutti i cittadini possono accedere alle cure sanitarie, a prescindere dal loro reddito; • tutti hanno diritto a una pensione minima di vecchiaia; • la frequenza della scuola e dell’università si è allargata, anche se ancora non in misura sufficiente; • le donne hanno conquistato il diritto di voto e, quantomeno, il teorico diritto alla parità sociale con gli uomini. Queste conquiste di progresso e di civiltà ci convincono che sarebbe sbagliato dire che la Costituzione non è servita a nulla e che l’Italia è rimasto un Paese uguale o peggiore a quello che era il 1° gennaio 1948. Tuttavia i passi fatti non bastano: ci aiutano semmai a vedere il tanto che ancora ci resta da fare.

Negli ultimi decenni il livello d’istruzione degli italiani è nettamente aumentato. Solo nel 1950 ancora il 14 % circa della popolazione era del tutto analfabeta.

6 La Costituzione è inattuale? Se si legge con attenzione la Costituzione, si scoprirà che il suo progetto di giustizia sociale e civile è ancora lontano dall’essere realizzato. Per esempio: • ancora molti giovani «capaci e meritevoli» non possono giungere 25

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Sezione 1 • Cittadini italiani (come auspica l’articolo 34) ai « gradi più alti degli studi» a causa della loro condizione sociale svantaggiata; • ancora molti «inabili» (oggi sono i “diversamente abili”) non fruiscono di un’idonea formazione professionale per meglio inserirsi nella società, come chiede l’articolo 38; • molti lavoratori ancora oggi non percepiscono «una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del loro lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare loro e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa», secondo l’auspicio dell’articolo 36; • le donne sono ancora vittime di molteplici discriminazioni nelle famiglie, nella società e nel mondo del lavoro, a dispetto degli articoli 3 e 37 della Costituzione; • nonostante alcune esperienze d’avanguardia di molti operatori carcerari, restiamo lontani dalla realizzazione del fine costituzionale del reinserimento del detenuto (articolo 27: «Le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato»). E si tratta solo di alcuni esempi! Guardando a ciò che rimane da fare, possiamo forse rispondere alla domanda sorta di frequente negli ultimi anni. La nostra Carta costituzionale è attuale, oppure no? A questa domanda potremmo rispondere: no, non è attuale, perché… non è stata ancora attuata. Non ancora del tutto. Ma le cose che restano da fare, in fondo, non dipendono dagli altri: sono un compito per ciascuno di noi.

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Rileggi il testo e completa con le tue parole.

1 Conoscere la Costituzione può aiutare gli Italiani a: a. ……………………………………………........................................................................................................………………………………………………………

b. ……………………………………………........................................................................................................………………………………………………………

c. ……………………………………………........................................................................................................……………………………………………………… 2 Si dice che la Costituzione è una specie di testamento in quanto …………………………………………………………………… ……………………………………………........................................................................................................…………………………......……………………………

3 Affinché la Costituzione possa mantenersi attuale è necessario introdurre qualche cambiamento, per esempio: ……………………………………………………………………………………………..............................................................……………………… 4 La Costituzione non può essere utilizzata per far prevalere un partito su un altro, in quanto ……………… …………………………...........................................................................................................................…………………………………………………........……

5 Grazie alla Costituzione l’Italia oggi è un Paese democratico; tra i diritti garantiti, per esempio, ci sono: ………………………………………………………………………………...................................................................................................………………… 6 Non tutti i principi fissati dalla Costituzione sono oggi pienamente attuati; per esempio: ...............……… ……………………………………………........................................................................................................…………………………………......……………………

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sezione 2 Leggiamo insieme la Costituzione capitolo

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I Principi fondamentali

1 Un testo prezioso La Costituzione della Repubblica italiana è un testo prezioso e bellissimo, ma ancora poco conosciuto. È dunque importante analizzarlo e conoscere i suoi articoli principali. Incominciamo la nostra lettura dai primi dodici articoli, dedicati ai Principi fondamentali, ossia ai valori su cui si fonda lo Stato italiano. In sintesi, tali principi sono: • la sovranità popolare (art. 1); • il riconoscimento dei diritti inviolabili dei cittadini (art. 2); • l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali (art. 3); • il diritto al lavoro (art. 4); • l’indivisibilità della Repubblica (art. 5); • la difesa delle minoranze (art. 6); • la laicità dello Stato (artt. 7-8); • la tutela della cultura, del paesaggio e del patrimonio artistico (art. 9); • il rispetto del diritto internazionale (art. 10); • il rifiuto della guerra (art. 11).

2 I dodici articoli L’articolo 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Una raffigurazione dell’Italia, nella sala Maccari di palazzo Madama, la sede del Senato.

Il primo e fondamentale articolo della nostra Costituzione afferma che la forma dello Stato italiano è la Repubblica democratica, ossia una comunità di uomini e donne liberi, che si governa attraverso i suoi rappresentanti liberamente eletti. La scelta della repubblica fu compiuta dal popolo italiano nel Referendum istituzionale del 2 giugno1946, che cancellò la precedente monarchia. La forma repubblicana dello Stato italiano è un punto irrinunciabile della nostra Costituzione. L’ultimo articolo del testo costituzionale afferma infatti: «La forma repubblicana non può essere oggetto di riforma costituzionale» (art. 139). La nostra è l’unica Costituzione europea che afferma il lavoro come valore su cui fondare lo Stato. Ciò significa che in Italia le persone devono essere considerate per ciò che sanno fare e per il contributo che riesco27

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione no a dare al benessere proprio e del Paese di cui fanno parte. Il diritto al lavoro, dunque, non è solo un mezzo di successo personale, ma è anche uno strumento di progresso sociale per tutti. Repubblica democratica vuol dire che «la sovranità appartiene al popolo». La parola “democrazia” significa appunto “governo del popolo”, il quale esercita normalmente la sua volontà in modo indiretto, attraverso i suoi rappresentanti eletti nelle istituzioni dello Stato, principalmente nel Parlamento (democrazia rappresentativa). L’esercizio diretto della sovranità popolare è previsto dalla Costituzione nel caso del referendum, con cui tutti i cittadini possono decidere l’eliminazione di una data legge (democrazia diretta). L’emblema della Repubblica viene ufficialmente riconosciuto il 5 maggio 1948 dal Presidente della Repubblica De Nicola. La stella a cinque punte simboleggia l’Italia. La ruota dentata richiama l’idea del lavoro su cui si fonda la nostra Repubblica. Il ramo d’ulivo è simbolo di pace, quello di quercia di forza e di dignità.

L’articolo 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. L’articolo 2 costituisce il “cuore” della Costituzione, in quanto sancisce l’inviolabilità di tutti i diritti umani, diritti che sono della persona, cioè propri dell’uomo in quanto tale, e dunque preesistenti allo Stato, il quale si impegna a riconoscerli e garantirli. Questi diritti sono stati riconosciuti e definiti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani ({:), approvata dall’ONU nel dicembre 1948, e poi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ({:) del dicembre 2000. I più importanti fra questi diritti sono: • il diritto alla vita; • il diritto alla libertà dal bisogno, dalla paura e dall’ignoranza; • il diritto alla libertà di pensiero, politica e religiosa; • il diritto alla salute; • il diritto alla sicurezza; • il diritto alla riservatezza. Attraverso la Costituzione, l’Italia s’impegna a rispettare e difendere questi diritti nei confronti di tutti gli uomini e le donne del mondo, sia cittadini italiani sia stranieri.

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Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 Repubblica democratica significa ………………………………………………………………………………………….............................................. 2 Il popolo esercita la sua volontà in modo indiretto, cioè …………………………...………………………….........................…….. e in modo diretto, cioè ………………………………………………………………................................................................................................... 3 Il principio «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro» significa che ………………………………………………………… ……………………………….…………………………………………………………………………….....................................................................................................

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capitolo 6 •  I principi fondamentali Nessuna legge può limitare o non riconoscere questi diritti, perché la persona umana viene prima dello Stato stesso; e senza diritti una persona non è più tale, ma è ridotta a strumento passivo nelle mani di altri. L’articolo 2 afferma pure che la persona non è separata dalla comunità cui appartiene. L’individuo, dunque, è sempre un membro della società, e come tale ha dei diritti (di associazione politica, religiosa, culturale) che lo Stato deve garantire. Così come lo Stato deve sostenere tutte le “formazioni sociali”: la famiglia, i partiti, i sindacati, le associazioni ecc. L’articolo 2 afferma inoltre che il cittadino non ha solo diritti, ma anche doveri, a partire da quello della solidarietà. Ogni persona nella sua vita deve infatti collaborare con gli altri, per la crescita della società, il benessere e la convivenza pacifica. Solidarietà politica significa rispettare le leggi, andare a votare, controllare l’operato dei governanti. Solidarietà economica vuol dire, per esempio, pagare le tasse in rapporto al proprio reddito, comprendendo che non farlo significa approfittare ingiustamente di tutti quei servizi pubblici (scuole, ospedali, uffici, sicurezza) che chi rispetta le leggi paga. Solidarietà sociale vuol dire aiutare i bisognosi e i più deboli.

Pagare correttamente e regolarmente le tasse è un esempio di solidarietà economica e un dovere dei cittadini.

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Rileggi il testo e svolgi gli esercizi. 1 Per ognuno dei diritti qui di seguito elencati proponi una tua spiegazione o un esempio. Noi abbiamo iniziato il lavoro, continua tu.

Diritto alla vita: è il diritto fondamentale, perché senza la vita non è possibile il godimento degli altri diritti. Viene negato dalle guerre, dalla violenza, dalla pena di morte. Diritto alla libertà di pensiero, politica e religiosa: .................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................

Diritto alla salute: ....................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................

Diritto alla riservatezza: .......................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................

2 Spiega con le tue parole o con degli esempi il significato dei seguenti doveri. Solidarietà politica: .................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................

Solidarietà economica: ............................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................

Solidarietà sociale: ..................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

L’articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. L’articolo 3 definisce il carattere democratico della Repubblica italiana. Con questo articolo, infatti, la Costituzione garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. È il principio detto “dell’uguaglianza formale”. La storia ci insegna che non era così fino a non molto tempo fa e che ancora oggi non è così in molti Stati del mondo, dove chi è più ricco ha più potere o chi appartiene alle classi più elevate gode di maggiori protezioni e diritti. Secondo la Costituzione, invece, tutti i cittadini hanno uguale dignità, al di là di ogni differenza. E nessun uomo o donna può essere perseguitato in base alle sue appartenenze di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Ma l’uguaglianza non è un principio solo formale, ossia teorico. Nella vita concreta, molte persone (i minori, le

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Rileggi il testo e svolgi gli esercizi. 1 Completa con le tue parole. L’articolo 3 afferma che ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

2 “Giacomo ha preso un brutto voto nel tema. L’insegnate non condivide le sue idee politiche e quindi gli mette sempre un giudizio negativo”: quale principio viene negato? Segnalo con una X. Uguaglianza sostanziale Uguaglianza formale 3 “A scuola non c’è la rampa per l’accesso delle carrozzelle. Michela si è rotta una gamba e non riesce a fare i gradini per entrate in classe”: quale principio viene negato? Segnalo con una X. Uguaglianza sostanziale Uguaglianza formale 30

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capitolo 6 •  I principi fondamentali donne nel mondo del lavoro, i diversamente abili, le minoranze culturali, i poveri) spesso non hanno la possibilità materiale e culturale di avere la stessa “dignità sociale” degli altri: nella seconda parte dell’articolo 3 si afferma, dunque, che la Repubblica s’impegna a rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono il pieno sviluppo della propria personalità. Questo è il principio detto “dell’uguaglianza sostanziale”. In virtù di esso, lo Stato deve garantire aiuti economici e servizi pubblici, come per esempio l’istruzione, l’assistenza sanitaria e altre forme di assistenza sociale.

L’articolo 4

lessico

Assistenza sociale

È l’assistenza cui provvede lo Stato nei confronti di chi ha un reddito molto basso o non può lavorare per cause fisiche o mentali (per esempio le pensioni per i mutilati e gli invalidi civili).

a Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e L promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Poiché la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, il diritto al lavoro diventa un diritto fondamentale. Lo Stato italiano ha il compito di rendere effettivo questo diritto. Come verrà precisato in alcuni articoli successivi, ciò avviene attraverso la tutela dei lavoratori con forme di assistenza sociale e con leggi che aiutino lo sviluppo economico e favoriscano il lavoro delle donne e dei giovani, opere pubbliche, corsi di formazione professionale. Il lavoro, però, è anche un dovere, quantomeno un dovere morale, perché tutti dobbiamo contribuire, secondo le nostre capacità e possibilità, al benessere e al progresso della società.

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Rileggi il testo e rispondi alle domande. 1 Il testo afferma che per rendere effettivo il diritto al lavoro lo Stato può intervenire in vari modi; tra questi cita la realizzazione di opere pubbliche. In che senso secondo te le opere pubbliche possono favorire il lavoro?

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

2 Secondo te, può la scuola favorire il lavoro? In che senso? ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

L’articolo 5

Giuseppe Garibaldi.

lessico

Stato unitario

È uno Stato in cui il governo centrale prende tutte le decisioni e accentra tutti i poteri e non esistono enti territoriali locali dotati di poteri autonomi.

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. L’Italia è stata per secoli un Paese diviso in tanti Stati diversi, spesso sotto il dominio di potenze straniere: spagnoli, francesi, austriaci. Solo nel 1861, grazie al nostro Risorgimento, l’Italia è diventata uno Stato unitario . E solo nel 1870, con la conquista di Roma (che segnò la fine del potere “temporale” dei papi) l’unità nazionale è stata completata. Si comprende, dunque, perché gli uomini che stesero la Costituzione, all’indomani della Seconda guerra mondiale, quando si diffusero spinte a separarsi dall’Italia (per esempio in Sicilia e in Sardegna), proclamarono la Repubblica una e indivisibile. D’altra parte, proprio per la sua storia, l’Italia è anche un Paese che ha al suo interno una grande varietà di culture, tradizioni e costumi locali. Questa diversità è un grande patrimonio che va conservato e valorizzato. Per questo motivo, la Costituzione e le leggi che sono seguite (tra cui quella che istituisce i governi delle Regioni) riconoscono e valorizzano le autonomie locali e il decentramento amministrativo, ossia i poteri di autogoverno degli enti locali (Comuni, Province, Regioni) in molti campi: sanità, istruzione, finanza, amministrazione, viabilità e trasporti ecc. L’Italia può dunque essere definita uno Stato unitario regionale, in cui agli enti locali vengono riconosciuti poteri autonomi in campo amministrativo ed economico.

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Rileggi il testo e completa. 1 L’articolo 5 afferma due principi solo apparentemente in contrasto tra loro. Spiegali con le tue parole.

a. L’Italia è “una e indivisibile”, significa che …………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

................................................................................................................................................................................................................................

b. Riconoscere e promuovere le autonomie locali significa che ……….……………………………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

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capitolo 6 •  I principi fondamentali

L’articolo 6 La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. In Italia esistono molte minoranze linguistiche, che rappresentano un patrimonio culturale e di costumi che l’articolo 6 della Costituzione intende proteggere e valorizzare. Nel 1999 è stata approvata una legge che riconosce i diritti delle minoranze linguistiche in Italia. Ai diversi idiomi parlati da circa 2.500.000 italiani è stata attribuita dignità pari a quella della lingua italiana. Il modello è quello del bilinguismo: a scuola vengono insegnate due lingue (l’italiano e la lingua locale), le quali vengono entrambe usate nell’ambito della pubblica amministrazione.

L’articolo 7 o Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel L proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale. Questo articolo riconosce che lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica sono due entità distinte, ciascuna indipendente e sovrana nella propria sfera. Lo Stato italiano non deve interferire nella sovranità della Chiesa, per quanto riguarda le leggi interne di quest’ultima. Reciprocamente, la Chiesa non deve interferire nell’ordinamento dello Stato italiano. Il secondo comma di questo articolo accoglie i Patti Lateranensi, cioè il Trattato firmato, nel Palazzo di San Giovanni in Laterano a Roma, l’11 febbraio del 1929, dall’allora capo del Governo Benito Mussolini e da papa Pio XI. Tale accordo regolava per la prima volta i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa. La Costituzione del 1948 ha accolto i Patti Lateranensi senza alcuna modifica, nonostante aspri dibattiti e il parere contrario delle forze politiche che non intendevano dare alla Chiesa cattolica una posizione di privilegio rispetto alle altre religioni. L’ultimo comma dell’articolo 7 prevede che i Patti possano essere modificati con una legge ordinaria, senza bisogno di cambiare la Costituzione. La parte più importante dei Patti Lateranensi si chiama Concordato, il quale prevedeva tra le altre cose che la dottrina cattolica diventasse insegnamento obbligatorio nella scuola italiana e che il matrimonio religioso avesse anche validità civile. Nel 1984 il Governo italiano e la Chiesa hanno sottoposto il Concordato a una revisione, i cui punti principali sono:

In Alto Adige sono riconosciute e utilizzate due lingue: l’italiano e il tedesco. Per questo anche la segnaletica è bilingue.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

Per saperne di più Lo Stato del Vaticano capo della Chiesa cattolica è il papa, che è anche a capo dello “Stato della Città del Vaticano”. Questo sorge entro i confini di Roma e ha un’estensione di circa mezzo chilometro quadrato. Si tratta di uno Stato indipendente, membro dell’ONU, con proprie leggi, propri giudici e una propria polizia interna (le “Guardie svizzere”).

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• la religione cattolica non viene più considerata come in precedenza «religione di Stato»; • l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica non è più obbligatorio, come in precedenza, ma diventa facoltativo, a richiesta di genitori e alunni; • viene confermato il valore civile del matrimonio cattolico. Queste norme del nuovo Concordato stabiliscono in modo netto il principio della laicità dello Stato, in quanto viene ribadita l’autonomia di Stato e Chiesa. Viene così attuato il principio del pluralismo religioso e della libertà di religione affermato dall’articolo 8.

iave i concetti ch Rileggi il testo e indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. 1 Lo Stato garantisce pari dignità tra la lingua italiana e le lingue delle minoranze. 2 I Patti Lateranensi sono stati firmati in seguito all’approvazione della Costituzione. 3 Lo Stato del Vaticano, poiché sorge entro i confini della città di Roma, è parte integrante dello Stato italiano.

4 Secondo il Concordato del 1984 l’insegnamento della religione cattolica nella scuola è facoltativo. 5 Se una coppia si sposa in Chiesa, per lo Stato italiano il matrimonio non ha valore.

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capitolo 6 •  I principi fondamentali

L’articolo 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Questo articolo afferma il principio del pluralismo religioso, in base al quale lo Stato riconosce e garantisce uguale libertà a tutte le religioni professate nel nostro paese. Il principio della libertà religiosa è oggetto anche degli articoli 19 e 20 della Costituzione. Tutte le confessioni religiose non cattoliche possono organizzarsi secondo le proprie regole, purché queste ultime non siano in contrasto con le leggi italiane. Dal 1984, come previsto dall’articolo 8, lo Stato italiano ha firmato delle intese, ossia degli accordi (non tutti ancora approvati dal Parlamento) con le seguenti confessioni religiose non cattoliche: • Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; • Tavola Valdese; • Unione Cristiana delle Chiese Avventiste del settimo giorno; • Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia; • Chiesa Evangelica Luterana in Italia; • Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova; • Assemblee di Dio in Italia; • Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni; • Chiesa Apostolica in Italia; • Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia; • Unione Buddhista d’Italia; • Unione Induista Italiana. Al momento non esiste alcun accordo fra lo Stato italiano e le confessioni musulmane, che pure nel loro insieme costituiscono la minoranza religiosa più numerosa.

La sinagoga di Firenze. Una copia del Corano, il libro sacro dei musulmani.

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Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 In Italia tutte le religioni possono organizzarsi liberamente a patto che ………………….…………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

2 Per regolare i rapporti tra le varie “Chiese” e lo Stato sono stati ………………………….…………………………………………… ………………………………………………………….........................................................................................................................……………………………….

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

L’articolo 9 a Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca L scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Uno scorcio di Vernazza, un paese delle Cinque Terre, che sono uno dei 44 siti italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

L’articolo 9 afferma la grande importanza per il nostro Paese delle attività culturali e della ricerca scientifica e tecnica, che vanno dunque sostenute e favorite, anche attraverso contributi e finanziamenti. Oggi in Italia la ricerca scientifica e tecnologica riceve pochi contributi, sia pubblici sia privati, ed è in molti campi arretrata rispetto a quella di altri Paesi europei. Molti tra i nostri migliori studiosi e ricercatori emigrano all’estero, attratti da condizioni più favorevoli di studio e di lavoro. Un Paese senza ricerca scientifica, tuttavia, non ha futuro e la sua economia è destinata all’arretratezza. Per questo è importante prendere sul serio questo articolo della Costituzione, incoraggiando gli investimenti in campo scientifico e tecnico. Il secondo comma dell’articolo prende atto della straordinaria ricchezza del paesaggio e del patrimonio culturale, «storico e artistico», presenti in Italia. Essi vanno difesi, in quanto costituiscono una ricchezza eccezionale per l’intera umanità. Rispetto all’epoca della stesura del testo costituzionale, l’Italia – così come il mondo intero – ha visto aggravarsi drammaticamente i propri problemi ambientali. Oggi non è sbagliato parlare di una vera e propria emergenza ambientale, che in Italia è aggravata sia dal ritardo dell’azione di Parlamento e Governo, sia dalla scarsa responsabilità di noi cittadini, spesso poco sensibili di fronte a distruzioni, abusivismi edilizi, incendi che hanno rovinato una parte significativa del nostro «paesaggio» nazionale.

L’articolo 10 L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici. 36

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capitolo 6 •  I principi fondamentali

Per saperne di più La condizione dello “straniero” l rispetto dello “straniero” è una delle regole più antiche dell’umanità, anche se spesso è stata violata. Secondo le nostre leggi, ci sono due tipi di “stranieri” in Italia: 1. i cittadini dell’Unione europea (cittadini comunitari), che godono degli stessi diritti dei cittadini italiani e che possono acquisire la cittadinanza italiana dopo 4 anni di residenza continuativa nel nostro Paese; 2. i cittadini “extracomunitari”, il cui diritto di ingresso e soggiorno nel nostro territorio può essere sottoposto a restrizioni. Per coloro che risiedono legalmente in Italia, la legge prevede che possano godere dei diritti fondamentali goduti dai cittadini italiani. Solo la concessione della cittadinanza è vincolata a determinate condizioni.

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L’articolo 10 è un articolo molto attuale e importante. Esso afferma che l’Italia si impegna a rispettare le regole del diritto internazionale. Questo significa che le leggi italiane che regolano la condizione dello “straniero” presente in Italia devono essere in accordo con le norme internazionali. In base al principio della solidarietà internazionale, lo Stato italiano si impegna anche a offrire asilo politico (cioè ospitalità) ai cittadini stranieri che nel loro Paese non godono delle libertà civili e democratiche. Sempre per scopi umanitari e di difesa dei perseguitati, la Costituzione vieta l’ estradizione per i reati politici, ossia per quei reati commessi per opporsi a un regime non democratico.

lessico

Estradizione

È l’atto con cui uno Stato consegna, su richiesta di un altro Stato, un individuo che si trova nel proprio territorio e che risulta condannato o accusato per reati gravi commessi nello Stato d’origine. In Italia l’estradizione per motivi politici è possibile solo per il reato di terrorismo e per crimini come il genocidio.

iave i concetti ch Rileggi il testo e indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. 1 I cittadini dell’Unione europea hanno diritti simili a quelli degli italiani.

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2 Lo Stato italiano s’impegna a offrire asilo politico ai cittadini extracomunitari che nel loro Paese non trovano lavoro.

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3 La Costituzione italiana consente l’estradizione per motivi politici solo per i reati di terrorismo e genocidio.

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4 Cittadini comunitari ed extracomunitari possono acquisire la cittadinanza italiana dopo 4 anni di residenza continuativa nel nostro Paese.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

L’articolo 11 ’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà L degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Repubblica Cispadana

Tra i suoi principi fondamentali, la Costituzione contiene una norma di grande rilievo: secondo l’articolo 11, infatti, l’Italia ripudia la guerra, cioè la rifiuta solennemente quale strumento per risolvere i contrasti con altri Paesi. A pochi mesi dalla fine del drammatico secondo conflitto mondiale, e dopo la caduta della dittatura fascista, nel nostro Paese non poteva non emergere un deciso orientamento alla pace da parte delle nuove istituzioni democratiche. L’articolo 11 vieta dunque all’Italia le guerre di aggressione. L’unico tipo di guerra ammessa è la legittima difesa in caso di attacco armato al nostro territorio. Allo scopo di favorire la pace, l’articolo 11 afferma anche che il nostro Paese è pronto a limitare la propria sovranità (cioè ad accettare di dipendere dall’autorità superiore di organismi internazionali) se ciò può assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni. Questa norma ha consentito l’adesione dell’Italia (1948) all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e ad altri organismi internazionali che mirano alla prevenzione dei conflitti e alla promozione della pace e alla diffusione dei diritti dell’uomo.

L’articolo 12 Regno d’Italia

Repubblica italiana

a bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco L e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. La Repubblica italiana ha mantenuto la bandiera che era stata del Regno d’Italia a partire dal 1861, con l’eliminazione tuttavia dello scudo della casa reale dei Savoia. Essa è il tricolore verde, bianco e rosso e rappresenta il simbolo dell’unità nazionale. Fu usata la prima volta come bandiera della Repubblica Cispadana nel 1797.

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Rileggi il testo e completa con le tue parole. 1 Secondo l’articolo 11 l’Italia ripudia …………………………………….........…..…………………………………………………………………………… 2 L’Italia è pronta a limitare la propria sovranità nel caso in cui …………………………………………………………………………… 3 Dal 1948 l’Italia aderisce …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 4 Il tricolore ………………………………………………………………………………………………................................……………………………………………………

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sezione 2 Leggiamo insieme la Costituzione capitolo

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I diritti e i doveri dei cittadini

1 La Parte prima

della Costituzione

Nelle pagine precedenti abbiamo analizzato i dodici articoli fondamentali della Costituzione, contenuti nei Principi fondamentali. Ora, in questo capitolo dedicato alla Parte prima della Costituzione, impareremo a conoscere il significato dei termini “diritto” e “dovere” e ad acquisire la consapevolezza di quali sono i nostri diritti e i nostri doveri, così da poterli rispettare e far rispettare. Impareremo, in altre parole, a essere consapevoli del nostro ruolo di persone e di cittadini.

2 I diritti civili

(artt. 13-28)

Gli articoli 13-28 della Costituzione elencano i diritti civili fondamentali di cui godono tutti i cittadini. Questi diritti sono chiamati anche libertà civili, libertà che i poteri pubblici non possono limitare, se non a condizioni ben precise, previste dalla Costituzione stessa. Due dei padri della Repubblica italiana: Alcide De Gasperi (in alto) e Pietro Nenni.

Per saperne di più Il limite dei diritti iritti e doveri sono due facce della stessa medaglia. Non ci sono gli uni, senza gli altri. Come essere liberi non significa non dover rispettare la legge (anzi, la legge è la garanzia della nostra libertà), così in una società civile e demo-

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cratica i nostri diritti finiscono dove cominciano quelli degli altri, diritti questi ultimi che abbiamo il dovere di rispettare e proteggere come se fossero i nostri.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

L’inviolabilità della libertà personale (art. 13) Art. 13 - La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva. La libertà personale è un diritto che appartiene naturalmente all’essere umano; quindi lo Stato non lo concede, ma lo riconosce soltanto, proprio in quanto diritto originario. L’articolo 13 vieta che lo Stato o altri si intromettano nella sfera della libertà personale (con misure di detenzione, ossia prigionia, ispezione o perquisizione). La libertà di un cittadino può essere limitata solo per una disposizione del magistrato («autorità giudiziaria»). Egli però deve motivare questa decisione. Non solo: il magistrato non può agire senza limiti, ma sempre obbedendo alla legge. Solo «in casi eccezionali» polizia e carabinieri («autorità di Pubblica sicurezza») possono limitare la libertà del singolo. Ma il magistrato dovrà convalidare entro 48 ore questa disposizione, altrimenti l’arrestato ritorna libero. Forme di violenza fisica e morale sono vietate, nei confronti di cittadini arrestati, condannati o in attesa di giudizio. È il principio dell’intoccabilità della persona.

L’inviolabilità del domicilio (art. 14)

La casa è il luogo della nostra vita personale, degli affetti e delle nostre proprietà. Nessuno la può violare. Sono ammesse perquisizioni solo su mandato scritto del magistrato.

La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione (art. 15)

Libertà è anche il diritto di comunicare a chi vogliamo le nostre idee e i nostri sentimenti. Chi legge la nostra corrispondenza o spia le nostre comunicazioni orali, scritte o telematiche viola dunque la legge. A quest’ul40

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capitolo 7 •  I diritti e i doveri dei cittadini

Per saperne di più Il diritto alla privacy el 1996 è stata istituita in Italia l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, un organismo nominato dal Parlamento che ha il compito di proteggere il diritto alla riservatezza (privacy) delle persone. In base a tale diritto, af-

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fermato anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, noi possiamo impedire che altri, senza il nostro consenso, raccolgano e diffondano informazioni sulla nostra vita privata.

tima e al magistrato spetta il compito di stabilire i casi in cui lo Stato può compiere indagini nell’ambito della nostra comunicazione personale.

La libertà di circolazione e di soggiorno (art. 16)

I cittadini italiani sono liberi di soggiornare, circolare sul territorio italiano ed espatriare, salvo le limitazioni che la legge pone per problemi sanitari o di sicurezza. Al contrario di quanto accadeva durante la dittatura fascista, questa libertà non può essere limitata per motivi politici. Questo diritto è esteso oggi anche ai cittadini comunitari, cioè ai cittadini di uno Stato membro della UE. I cittadini extracomunitari possono soggiornare e circolare solo se provvisti di un “permesso di soggiorno”.

La libertà di riunione (art. 17)

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi. Per riunioni in luoghi privati o in luoghi aperti al pubblico (teatri, cinema, chiese, scuole) non sono necessari autorizzazioni o preavvisi. Per riunioni in luoghi pubblici (piazze, vie), invece, occorre preavvisare le autorità, che possono vietarle per motivi di sicurezza.

In Italia è possibile organizzare cortei o manifestazioni pacifiche, ma è necessaria l’autorizzazione delle autorità competenti.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

La libertà di associazione (art. 18)

La Costituzione riconosce ai cittadini il diritto di costituire e far parte di associazioni (partiti, sindacati, associazioni culturali ecc.). Le uniche associazioni vietate sono quelle segrete (ossia quelle società che non dichiarano i nomi dei loro aderenti, i loro obiettivi e le sedi di riunione), le associazioni finalizzate a compiere reati puniti dalla legge e le associazioni politiche organizzate su base militare (è il caso, per esempio, delle associazioni terroristiche).

La libertà di professare la propria fede religiosa (artt. 19-20)

Tutti hanno diritto di praticare liberamente, in privato o in pubblico, la propria fede religiosa, sia individualmente sia attraverso associazioni, e di farne propaganda, purché ciò non comporti riti contrari alla morale comune. L’Italia, in questo senso, è uno Stato laico , assai diverso da uno Stato confessionale .

La libertà di manifestare il proprio pensiero (art. 21)

lessico

Stato laico

Uno Stato è laico quando riconosce la libertà di religione e non esprime preferenze per una fede attribuendole la qualifica di “religione ufficiale di Stato”. L’Italia oggi è uno Stato laico.

Stato confessionale

Uno Stato è confessionale quando riconosce una religione come “religione di Stato” e le altre religioni vengono semplicemente tollerate o, peggio, subiscono discriminazioni. L’Italia, quando aveva lo Statuto Albertino, era uno Stato confessionale.

Art. 21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. Si è liberi solo quando si può manifestare liberamente il proprio pensiero. Questa libertà è alla base di quello che oggi viene chiamato il diritto all’informazione. L’articolo 21 si sofferma sulla libertà di stampa, che era all’epoca il mezzo di informazione più importante (la televisione in Italia sarebbe nata solo nel 1954). La stampa non può essere controllata né censurata. L’autorità statale può bloccarne la diffusione solo se essa serve a commettere “delitti”, cioè reati (oltraggio, pubblicazioni contrarie al «buon costume», cioè alla pubblica morale ecc.).

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capitolo 7 •  I diritti e i doveri dei cittadini Strettamente legato al diritto di manifestazione del pensiero è il pluralismo dei mezzi di informazione, che consente il confronto tra le diverse opinioni presenti nel Paese. Oggi esso viene considerato un valore costituzionale (Corte Costituzionale sentenza 826/88), anche se non è esplicitamente riconosciuto nel testo della Costituzione. Unico limite al pluralismo è la diffusione di opinioni che inneggino alla violenza, fisica o morale, che incoraggino a commettere reati, che inneggino all’odio razziale.

Il diritto alla giustizia (artt. 24, 25, 27)

Chiunque è chiamato davanti al giudice ha diritto a un difensore. Lo Stato non può punire un cittadino per aver compiuto un’azione quando questa non era proibita. Nessuno può essere condannato per una colpa commessa da un altro. Una persona sospettata di aver commesso un reato non può essere considerata colpevole, fino alla condanna definiva. La pena di morte non è ammessa.

iave i concetti ch Completa il testo, inserendo di fianco a ogni diritto una sintetica spiegazione. 1 Inviolabilità della libertà personale .................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

2 Inviolabilità del domicilio .....................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

3 Libertà e segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.........................................

................................................................................................................................................................................................................................

4 Libertà di circolazione e di soggiorno............................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

5 Libertà di riunione .....................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

6 Libertà di associazione............................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

7 Libertà di professare la propria fede religiosa...........................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

8 Libertà di manifestare il proprio pensiero...................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

9 Diritto alla giustizia ..................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

3 I diritti sociali (artt. 29-34) La Costituzione rivolge grande attenzione a tutti gli ambiti delle relazioni sociali e alle reali condizioni di vita delle persone; per questo essa riconosce e protegge i diritti sociali, ossia i diritti che l’individuo ha in quanto membro della società. Essi realizzano il principio di solidarietà affermato nei Principi fondamentali. Questi diritti sono: a. il diritto della famiglia a essere protetta e tutelata; b. il diritto alle salute e all’assistenza sanitaria; c. il diritto all’istruzione, che deve essere accessibile a tutti. Come può, infatti, un individuo realizzarsi come persona e dare il suo contributo alla società se non è aiutato a crescere dalla propria famiglia, non ha istruzione e non gode di buona salute?

I diritti della famiglia (artt. 29-31)

La famiglia, fondata sul matrimonio, viene riconosciuta dalla Costituzione come il nucleo centrale su cui si basa la società. Per questo la Repubblica italiana protegge i diritti della famiglia, della maternità e dell’infanzia, sottolineando la parità dei diritti e dei doveri tra i coniugi. Ciò significa che marito e moglie sono messi dalla legge sullo stesso piano e hanno gli stessi diritti. Il mantenimento e l’educazione dei figli sono dichiarati i primi doveri (oltre che diritti) dei genitori. A questo proposito, non si deve distinguere tra figli nati dentro o fuori il matrimonio (una volta questi ultimi, chiamati «figli illegittimi», venivano invece sfavoriti). La Costituzione non impone l’indissolubilità del matrimonio. Dal 1970, infatti, è stato introdotto il divorzio, confermato poi dal referendum popolare del 1974.

Per saperne di più L’uguaglianza dei coniugi l principio della parità fra i coniugi si è realizzato in Italia solo con la riforma del diritto di famiglia del 1975. Con questa legge: • è stata eliminata la norma che attribuiva al marito il ruolo di capo della famiglia e i due coniugi hanno acquisito lo stesso potere e gli stessi diritti;

I

• la moglie può conservare il proprio cognome; • entrambi i coniugi devono contribuire alle necessità della famiglia; • la potestà (autorità) sui figli è di entrambi i genitori e non più solo del padre (patria potestà).

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capitolo 7 •  I diritti e i doveri dei cittadini

Il diritto alla salute (art. 32)

La salute è un bene primario e un diritto fondamentale dell’individuo. Tutti devono poter avere dunque un’assistenza sanitaria, indipendentemente dalla loro condizione economica e sociale. Salute non è solo cura delle malattie, ma anche prevenzione (come nel caso delle vaccinazioni), sicurezza nei luoghi di lavoro, protezione dell’ambiente. La Repubblica ha gradualmente allargato a tutti i cittadini la tutela della salute, istituendo nel 1978 il Sistema Sanitario Nazionale (cui hanno diritto tutti coloro che si trovano sul nostro territorio, cittadini e non) e attribuendo nel 1993 maggiori poteri in questo ambito alle Regioni. Ognuno ha il diritto di decidere come curarsi; ogni cura va comunque attuata nel rispetto della persona umana e della sua dignità.

Il diritto all’istruzione (artt. 33-34) Art. 33 – L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. L’istruzione rientra tra i compiti dello Stato, ma questo obiettivo non può essere perseguito imponendo certe concezioni culturali, politiche o religiose (com’era avvenuto al tempo del fascismo). Perciò la Costituzione sottolinea la libertà dell’insegnamento. Compito della scuola è dunque quello di garantire un insegnamento oggettivo, libero e pluralistico, che sia di stimolo per gli alunni a sviluppare un pensiero autonomo e critico. 45

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione Lo Stato ha il dovere di organizzare un sistema scolastico pubblico. Lo Stato permette anche, in nome dei principi di libertà culturale ed educativa, l’istituzione di scuole private, purché esse non siano finanziate dallo Stato stesso. Art. 34 - La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. La mancanza d’istruzione è uno degli ostacoli che la Repubblica deve «rimuovere» per favorire il progresso e l’uguaglianza di tutti i cittadini. La scuola dunque è “aperta a tutti”, e tutti (anche gli stranieri presenti nel nostro territorio e i loro figli) hanno diritto all’istruzione. Tutti i cittadini devono frequentare almeno per otto anni la scuola (il limite può essere aumentato ma non diminuito). Una recente legge del 2006 ha infatti elevato l’obbligo d’istruzione a dieci anni (fino ai sedici anni, quindi). La Repubblica s’impegna ad aiutare gli alunni «capaci e meritevoli» a studiare senza ostacoli economici; questo impegno, però, è stato attuato solo molto parzialmente. Oggi, in Italia, il numero di ragazzi e ragazze che abbandonano la scuola prima di raggiungere la licenza media o il diploma superiore è ancora molto alto.

iave i concetti ch Completa il testo, inserendo di fianco a ogni diritto alcuni esempi che ne illustrino il significato. Il lavoro è avviato, continua tu. 1 Diritti della famiglia Parità dei diritti e dei doveri tra i coniugi, ................................................................................ 2 Diritto alla salute ........................................................................................................................................................................................ 3 Diritto all’istruzione ................................................................................................................................................................................. 46

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capitolo 7 •  I diritti e i doveri dei cittadini

4 I diritti economici (artt. 35-47) I diritti del lavoro (artt. 35-38)

Lo Stato italiano garantisce ai cittadini il diritto al lavoro e lo tutela in tutte le sue forme (art. 35). A tale scopo la Costituzione garantisce: • il diritto a una retribuzione adeguata al lavoro (art. 36); • il diritto al riposo settimanale e alle ferie retribuite (art. 36); • la parità di diritti tra lavoratori e lavoratrici (art. 37) (oggi la materia è regolata dalla legge n. 198 dell’11 aprile 2006: Codice delle pari opportunità tra uomo e donna); • la tutela della maternità per le lavoratrici (art. 37); • il diritto all’assistenza per gli inabili al lavoro, per gli anziani a riposo e per le vittime di infortuni sul lavoro (art. 38). In particolare, l’articolo 37 si preoccupa di tutelare il lavoro dei minori, affermando che la legge deve proteggere il lavoro minorile con speciali norme e deve fissare il limite minimo di età per poter lavorare (oggi, in Italia, tale limite è 15 anni).

lessico

Sindacato

Organizzazione che associa i membri di una categoria di lavoratori per difenderne e rappresentarne gli interessi economici e professionali.

Sciopero

È l’astensione collettiva dal lavoro di una categoria professionale (nel caso dello sciopero generale, di tutti i lavoratori) per raggiungere determinati fini di ordine economico o politico.

I diritti sindacali (artt. 39-40)

La Costituzione riconosce ai lavoratori il diritto di associarsi in sindacati (art. 39), per proteggere in forma collettiva i propri diritti e interessi economici. La legge che ha provveduto a garantire i diritti dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro è lo Statuto dei lavoratori, del 1970. I lavoratori inoltre godono del diritto di sciopero . Lo sciopero è un diritto costituzionale (art. 40), ma l’esercizio di tale diritto non è illimitato: esso deve rispettare le esigenze della collettività, perché siano garantiti determinati servizi pubblici essenziali, come la sanità, i trasporti pubblici, la sicurezza.

Per saperne di più I diritti dei minori onostante le leggi italiane proteggano il lavoro minorile e garantiscano ai minori, a parità di lavoro con un adulto, il diritto alla parità di retribuzione, ancora oggi in diverse parti del no-

N

stro Paese molti ragazzi iniziano a lavorare prima dell’età stabilita e il loro lavoro risulta sfruttato e sottopagato.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

La libertà economica (artt. 41-43)

La Costituzione riconosce ai cittadini la libertà di assumere iniziative economiche, fondando imprese. Il limite a queste iniziative è che non possono andare contro l’utilità sociale o recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (art. 41). Inoltre, la proprietà privata è tutelata dalla legge, ma se ne deve assicurare la funzione sociale (art. 42). Lo Stato è presente nell’economia con una funzione di regolazione e di indirizzo. Inoltre, non solo i privati possono fondare imprese: anche lo Stato può essere imprenditore e possedere beni (art. 42). È anche possibile che l’impresa pubblica si sostituisca a quelle private nella gestione di servizi pubblici essenziali, nella produzione di energia o in altri settori di interesse generale (art. 43).

iave i concetti ch Completa la tabella, inserendo di fianco agli esempi i diritti cui sono riferiti. Il lavoro è avviato, continua tu. Libertà economica

I cittadini possono fondare delle imprese.

............................................................................... ...............................................................................

I lavoratori hanno il diritto di scioperare.

............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ...............................................................................

Lo Stato può possedere beni e imprese, per esempio per la gestione di servizi essenziali. I lavoratori hanno diritto al riposo settimanale e a ferie retribuite. Le condizioni di lavoro devono consentire alla madre l’adempimento della sua essenziale funzione familiare. Lo Stato ha una funzione di regolazione e indirizzo dell’economia.

...............................................................................

I cittadini inabili al lavoro e sprovvisti dei mezzi necessari per vivere hanno diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.

...............................................................................

I lavoratori possono associarsi in sindacati.

...............................................................................

............................................................................... ............................................................................... ...............................................................................

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.

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capitolo 7 •  I diritti e i doveri dei cittadini

5 I diritti politici (artt. 48-54) Ai diritti civili, sociali ed economici si affiancano i diritti politici, ossia quei diritti attraverso i quali ogni cittadino può partecipare, in modo attivo e consapevole, alla vita pubblica e dare il suo contributo al governo dello Stato e alla democrazia del nostro Paese. Durante il fascismo (1922-1943), i diritti politici furono violati sistematicamente, con drammatiche persecuzioni ai danni degli oppositori politici. Il regime giunse a sciogliere il Parlamento e tutti i partiti di opposizione e a imporre il partito fascista come unico partito. La Costituzione, scritta subito dopo la caduta di quella dittatura, volle dunque tutelare le libertà politiche, oltre a quelle personali, dei cittadini italiani. I diritti politici fondamentali sono: a. il diritto di voto (art. 48); b. il diritto di associarsi in partiti politici (art. 49); c. il diritto, paritario per uomini e donne, di candidarsi per accedere ai pubblici uffici e alle cariche pubbliche (art. 51).

lessico

Partiti

I partiti politici sono associazioni di persone accomunate dalla stessa idea politica. I partiti, secondo la Costituzione, «concorrono a determinare» la politica nazionale; ciò non significa che hanno l’esclusiva in tale attività. Infatti, restano i cittadini i veri titolari di tale diritto.

Art. 48 - Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. La Costituzione democratica attribuisce la sovranità al popolo, che la esercita attraverso i propri rappresentanti liberamente eletti. Sono elettori tutti i cittadini maggiorenni: è il principio del suffragio universale. Attualmente, il compimento della maggiore età è fissato a 18 anni. Tuttavia sono richiesti 25 anni per eleggere i membri del Senato. Una riforma costituzionale del 2000 consente oggi di votare anche agli italiani residenti all’estero. La norma costituzionale chiarisce che il voto è personale (non può essere ceduto o delegato), uguale (non esistono voti che valgono più di altri), libero (non può essere oggetto di obbligo o controllo) e segreto (nessuno può essere forzato a dichiarare per chi ha votato). 49

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione Le elezioni in Italia In Italia i cittadini possono partecipare alle seguenti elezioni: elezioni politiche per eleggere

il Parlamento

elezioni amministrative per eleggere

il Consiglio Regionale e il Presidente della Regione il Consiglio Provinciale e il Presidente della Provincia il Consiglio Comunale e il Sindaco

elezioni europee per eleggere

il Parlamento europeo

Il voto non è solo un diritto, ma anche un dovere civico. Non ci sono tuttavia sanzioni per chi non vota, perché la libertà di voto implica anche la libertà di non voto. Anch’essa è una forma di libera manifestazione del pensiero tutelata dalla Costituzione. Il diritto di voto può essere tolto ai cittadini in caso di infermità mentale (incapacità civile), di sentenza penale per reati gravi, di indegnità morale. Nei confronti dello Stato, un cittadino non ha solo diritti, ma anche doveri. I doveri civici fondamentali sono: • il dovere di difendere la patria; questo dovere si traduceva nell’obbligo, per i cittadini maschi, di prestare il servizio militare. Oggi il servizio di leva non è più obbligatorio (art. 52); • il dovere di pagare le imposte e le tasse necessarie al funzionamento dello Stato, secondo le possibilità economiche di ciascuno (art. 53); • il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di rispettarne la Costituzione e le leggi (art. 54).

iave i concetti ch Completa la tabella, inserendo di fianco a ogni frase, il diritto o il dovere corrispondente. L’esercizio è avviato. La difesa della patria è sacro dovere del cittadino (art. 52).

Dovere di difendere la patria ................................................................................................................

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva (art. 53).

................................................................................................................

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età (art. 48).

................................................................................................................

Il sistema tributario (cioè delle tasse) è informato a criteri di progressività (art. 53).

................................................................................................................

Tutti i cittadini hanno il dovere di osservare la Costituzione e le leggi (art. 54).

................................................................................................................

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico (art. 48).

................................................................................................................

................................................................................................................

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sezione 2 Leggiamo insieme la Costituzione capitolo

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L’ordinamento della Repubblica

1 La Parte seconda

della Costituzione

Dopo i Principi fondamentali (premessa generale) e i Diritti e i doveri dei cittadini (Parte prima), la Parte seconda della Costituzione è dedicata all’Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139), cioè all’organizzazione dello Stato. Questa parte della Costituzione contiene le norme che definiscono i poteri dello Stato e ne regolano il funzionamento. È divisa in sei “Titoli”, ossia in sei gruppi di argomenti: • il potere legislativo: il Parlamento; • il Presidente della Repubblica; • il potere esecutivo: il Governo; • il potere giudiziario: la Magistratura; • le autonomie locali: le Regioni, le Province, i Comuni; • le garanzie costituzionali: la Corte Costituzionale.

2 Lo Stato e i suoi poteri Può essere utile iniziare questo capitolo dedicato all’organizzazione dello Stato italiano dando innanzitutto una definizione generale di Stato. Per Stato si intende un’organizzazione politica costituita da un popolo stanziato su un territorio sotto l’autorità di un governo che esercita la sovranità. Il popolo è composto dagli individui che risiedono nello Stato e ne hanno la cittadinanza. Per sovranità si intende il potere dello Stato di impartire ordini ai cittadini e di poter usare la forza per farli eseguire. Negli stati democratici moderni, questa sovranità appartiene al popolo, che la esercita attraverso i suoi rappresentanti (sovranità popolare). Per territorio si intende lo spazio terrestre e marino su cui lo Stato esercita la sua sovranità. La sovranità dello Stato si esercita attraverso tre poteri fondamentali: • il potere legislativo, ossia il potere di fare le leggi che i cittadini devono rispettare; • i l potere esecutivo, ossia il potere di dare esecuzione alle leggi e di amministrare (cioè dirigere) le attività pubbliche; • i l potere giudiziario, ossia il potere di giudicare e punire chi viola le leggi. 51

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

3 La separazione dei tre poteri

L’aula del Senato italiano.

A partire dal XVIII secolo, si è affermato il principio liberale secondo cui in uno Stato è opportuno che i tre poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – siano sempre separati fra loro e possano reciprocamente controllarsi. Ciò allo scopo di impedire che possa affermarsi un potere autoritario e illegittimo, ossia un potere che concentri su di sé un’autorità eccessiva. Secondo il principio della separazione dei poteri: • il potere legislativo spetta al Parlamento; • il potere esecutivo spetta al Governo; • il potere giudiziario spetta alla Magistratura. Lo Stato è dunque un ordinamento complesso, che si articola in varie istituzioni, il cui funzionamento è previsto e regolato dalla Costituzione. Gli organi fondamentali dello Stato italiano sono: il Parlamento, il Governo, la Magistratura. A questi organi va aggiunto il Presidente della Repubblica. L’azione di questi organi procede in modo coordinato: essi si controllano vicendevolmente. Autonoma rispetto agli altri poteri dello Stato è tuttavia la Magistratura, che risponde solo al vincolo di obbedienza alla legge. Ciò per avere la garanzia che i suoi giudizi non siano influenzati o emessi da altri.

4 Il potere legislativo: il lessico

Sistema bicamerale

È il sistema parlamentare in cui il potere legislativo è nelle mani di due camere o assemblee, contrapposto al monocameralismo, in cui il Parlamento è fatto di una sola camera.

Parlamento (artt. 55-82)

Il Parlamento nel nostro Paese occupa il centro dell’intero apparato statale. Esso è infatti eletto direttamente dal popolo ed è lo strumento attraverso cui tutti i cittadini esercitano la loro sovranità. Per questo la Repubblica italiana è detta Repubblica parlamentare. La funzione del Parlamento è quella di fare le leggi. Esso è costituito da due Camere o Assemblee: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Esse hanno identiche funzioni e poteri: quello italiano, dunque, è un sistema bicamerale perfetto. Nella Camera siedono 630 membri tutti eletti; nel Senato 315 membri eletti e alcuni senatori a vita (questi ultimi comprendono gli ex Presidenti della Repubblica, che sono senatori di diritto, e un massimo di 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica per loro meriti particolari).

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capitolo 8 •  L’ordinamento della Repubblica Le elezioni per il rinnovo del Parlamento (elezioni politiche) si svolgono ogni cinque anni e vi partecipano tutti i cittadini maggiorenni ( elettorato attivo ). Per il Senato votano però soltanto coloro che hanno compiuto i 25 anni. Possono essere eletti alla Camera i cittadini che hanno almeno 25 anni e al Senato coloro che hanno compiuto i 40 anni ( elettorato passivo ). Quando, dopo le elezioni, si costituisce il nuovo Parlamento, ha inizio una legislatura, che dura di norma cinque anni. Ciascuna Camera elegge un suo Presidente, che dirige i lavori dell’assemblea. La durata di cinque anni può essere accorciata qualora in Parlamento non vi siano più i voti necessari perché un governo ottenga la maggioranza. Tocca al Presidente della Repubblica prendere atto di ciò e indire, quindi, elezioni anticipate (anticipate, appunto, rispetto al termine dei cinque anni). Ciascuno dei parlamentari eletti rappresenta non soltanto coloro che lo hanno votato, ma la nazione nella sua globalità (art. 67). Per consentire ai parlamentari di compiere in piena autonomia le loro scelte, la Costituzione prevede all’articolo 68 che essi: •n on possano essere perseguiti (cioè puniti dalla giustizia) per le opinioni o i voti espressi svolgendo le loro funzioni; •n on possano essere arrestati senza l’autorizzazione della Camera di cui fanno parte. Perché una legge sia approvata, occorre il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Per le leggi di revisione costituzionale, la Costituzione richiede (data l’importanza della materia) maggioranze più ampie.

lessico

Elettorato attivo

L’insieme dei cittadini che hanno il diritto di voto.

Elettorato passivo

L’insieme dei cittadini che hanno il diritto di presentare la propria candidatura alle elezioni.

Per saperne di più Come nascono le leggi ’iniziativa di proporre una legge può essere presa dai singoli parlamentari o dal Governo o da un Consiglio regionale o anche direttamente dai cittadini (almeno cinquantamila elettori). La proposta di legge deve essere discussa separatamente dalle due Camere. Esse possono respingere la proposta, a maggioranza, oppure approvarla così com’è; oppure, come spesso succede, possono approvarla con modifiche (“emendamenti”). Quando il testo di una legge è approvato da una delle due Camere, va in discussione nell’altra Camera: se viene approvato senza modifiche, la legge diventa definitiva; se la seconda Camera apporta delle modifiche, la legge torna di nuovo alla prima Camera. Solo quando i due rami del Parlamento l’hanno approvata in un’identica formulazione, la legge viene presentata al Presidente della Repubblica, che ha un mese per promulgarla. Il Capo dello Stato può rinviare una legge alle Ca-

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mere e chiedere che sia ri-discussa e ri-votata. Se il Parlamento l’approva nuovamente, il Capo dello Stato ha l’obbligo di promulgarla. La legge viene allora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e quindici giorni dopo entra in vigore. Le leggi che modificano la Costituzione devono essere approvate da ciascuna Camera per due volte alla distanza di almeno tre mesi. Il Parlamento può dare al Governo l’incarico (o “delega”) di emanare norme che hanno lo stesso valore delle leggi; dopo che il Governo avrà emanato le norme della nuova legge, essa si chiamerà decreto legislativo (o decreto delegato). In «casi straordinari di necessità e d’urgenza», il Governo può emanare per suo conto norme per mezzo di decreti legge. Questi hanno la stessa efficacia delle leggi ordinarie, ma vanno trasformati in legge dal Parlamento entro 60 giorni; in caso contrario, decadono. 53

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

5 Il Presidente della Repubblica (artt. 83-91)

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale (art. 87). Resta in carica 7 anni. La sua residenza è il palazzo del Quirinale a Roma. Viene eletto dal Parlamento, ossia dai deputati e senatori, riuniti in seduta comune, e inoltre da tre delegati per ogni Consiglio regionale (uno solo per la Valle d’Aosta). Per eleggerlo, occorre una maggioranza di almeno i due terzi dei voti dell’assemblea. Il Presidente della Repubblica non ha poteri legislativi (a fare le leggi è il Parlamento) e non è responsabile della politica del Paese (compito che spetta al Governo). I suoi poteri sono più limitati; egli infatti: • nomina il Capo del Governo e, su sua indicazione, i ministri; • indice le elezioni per il rinnovo del Parlamento; • può sciogliere una o entrambe le Camere; • promulga (ossia proclama) le leggi e i decreti; • presiede il Consiglio Superiore della Magistratura; • può concedere la grazia e mutare le pene ai condannati; • ha il comando supremo delle Forze armate.

I Presidenti della Repubblica Enrico De Nicola 1946-1948 Luigi Einaudi 1948-1955 Giovanni Gronchi 1955-1962 Antonio Segni 1962-1964 Giuseppe Saragat 1964-1971 Giovanni Leone 1971-1978 Alessandro Pertini 1978-1985 Francesco Cossiga 1985-1992 Oscar Luigi Scalfaro 1992-1999 Carlo Azeglio Ciampi 1999-2006 Giorgio Napolitano 2006-...

Può sembrare che questi siano poteri molto vasti, ma non è così. La nostra Costituzione non ha voluto, infatti, una repubblica presidenziale, in cui, cioè, sia il Presidente a esercitare i pieni poteri. Ha invece pensato per il Capo dello Stato un ruolo di garanzia; egli è il custode e il garante della Costituzione. Tocca a lui provvedere affinché i vari poteri dello Stato agiscano nello spirito della Costituzione. Il Presidente della Repubblica ha diversi mezzi per esercitare tale funzione: prima di promulgare una legge, può – se la ritiene contraria ai principi costituzionali – rinviarla al Parlamento chiedendo un nuovo voto; può inviare messaggi alle Camere; nomina inoltre un terzo dei membri della Corte Costituzionale, il cui compito principale è accertare che le leggi non siano in contrasto con la Costituzione.

6 Il potere esecutivo: il Governo (artt. 92-96)

Una delle funzioni del Presidente della Repubblica è nominare, normalmente dopo le elezioni del nuovo Parlamento, il Presidente del Consiglio dei ministri (o Capo del Governo), la cui residenza è Palazzo Chigi a Roma. Poiché però il Governo dovrà ottenere la fiducia del Parlamento, il Capo dello Stato, prima di procedere a questa nomina, deve accertarsi che la persona scelta riscuota il consenso politico della maggioranza parlamentare. Il Presidente del Consiglio designato sceglie quindi i ministri che do54

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capitolo 8 •  L’ordinamento della Repubblica vranno con lui costituire il Governo. Li indica al Capo dello Stato e questi procede alla loro nomina. A quel punto, il nuovo Governo deve presentarsi entro 10 giorni con un suo programma alle Camere, per ottenere la fiducia di entrambi i rami del Parlamento. Se così avviene, il Governo entra nel pieno delle sue funzioni. Il Governo è l’organo del potere esecutivo, quello, cioè, che esegue e fa eseguire quanto la legge prescrive, secondo l’indirizzo politico del suo programma. I suoi vincoli sono costituiti da un lato da ciò che è stabilito nella Costituzione, dall’altro dalla volontà espressa dalla maggioranza del Parlamento. In concreto, il Governo: • attua la politica del Paese, nei rapporti internazionali e nella vita interna dello Stato; • servendosi degli uffici della Pubblica amministrazione, dirige i settori della vita pubblica: l’economia, la giustizia, la sanità, i lavori pubblici, la scuola ecc.; • amministra il denaro pubblico; • prepara il bilancio dello Stato, che deve essere approvato dal Parlamento, attraverso la legge finanziaria.

Palazzo Chigi a Roma.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha la responsabilità generale del Governo che presiede, anche se tutte le decisioni importanti sono prese collegialmente dal Governo nel suo insieme. I singoli ministri si occupano ciascuno di uno dei grandi settori (ministeri) in cui si svolge l’attività dello Stato: interni, esteri, finanze, istruzione, difesa, trasporti ecc. Il Governo è obbligato a dimettersi se perde la maggioranza in Parlamento. Si apre in tal modo la crisi di governo. A quel punto il Presidente della Repubblica deve cercare un altro Governo possibile; se non esiste una maggioranza in Parlamento, dovrà indire nuove elezioni politiche.

iave i concetti ch

Completa le frasi inserendo le espressioni mancanti. Parlamento La sua funzione è …….......................................................................... L’approvazione di una legge richiede ……..................…................................... Durata di norma della legislatura: ……............................................................ Camera dei Deputati Composta da ……............................. membri eletti da …….............................................................. Senato Composto da …….................................................................. membri eletti da ……........................................................ ................ e da …….................................................................................... Il Presidente della Repubblica Eletto dal .................................................... Durata della carica: ................................ Poteri: ................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................

È garante della ............................................................................................................................................................................................. Il Governo La sua funzione è ................................... È presieduto dal ........................................., che è nominato dal ................................................... È composto dai ............................................ scelti dal ................................................. e nominati dal ................................................. con il compito di ...................................................................................................... 55

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione

Per saperne di più Il Tribunale per i minorenni na sezione particolare della Magistratura è il Tribunale per i minorenni. Esso ha il compito di giudicare i reati commessi da minori, di esaminare le situazioni di abbandono, di potenziale pe-

U

ricolo o di violenza di cui i minori possono essere vittima. Il Tribunale per i minorenni si occupa anche dei casi di affidamento e di adozione.

7 Il potere giudiziario:

la Magistratura (artt. 101-113)

Un magistrato.

La Costituzione affida il potere giudiziario (quello cioè di giudicare e punire chi trasgredisce le leggi) alla Magistratura, che è l’insieme dei giudici che costituiscono i vari organi giudiziari. L’articolo 101 della Costituzione stabilisce che «la giustizia è amministrata in nome del popolo»: poiché, infatti, la sovranità appartiene al popolo (art. 1), anche la giustizia deve essere amministrata in nome e per conto del popolo. Inoltre l’articolo 101 stabilisce che «i giudici sono soggetti soltanto alla legge». Infatti, per giudicare secondo coscienza e nel rispetto della legge, il giudice deve essere libero da qualsiasi influenza che potrebbe subire da parte di un potere (un superiore, un’autorità dello Stato, un partito ecc.). Perciò la Magistratura costituisce un ordine autonomo, indipendente dal Parlamento e dal Governo. Anche il reclutamento dei giudici avviene non per una scelta del Governo o di altri, ma per concorso pubblico, sempre a garanzia della loro assoluta imparzialità. Benché siano autonomi nei loro giudizi, i giudici possono essere chiamati a rispondere del loro operato per i danni procurati ai cittadini da errori commessi per loro colpa. Il cittadino, dunque, ha diritto a essere risarcito in caso di errore giudiziario. L’accertamento di eventuali responsabilità può essere richiesto dal ministro della giustizia, che può avvalersi degli ispettori del ministero. Il giudizio finale spetta comunque a un organismo di autogoverno dei giudici: il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), presieduto dal Presidente della Repubblica.

8 Le cause penali e le cause civili I magistrati giudicano cause civili e cause penali. Sono cause civili quelle in cui si decide chi ha torto e chi ha ragione in una controversia che riguarda, per esempio, due persone che si contendono un’eredità, una persona che chiede il risarcimento di un danno a un’altra che non lo vuol riconosce56

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capitolo 8 •  L’ordinamento della Repubblica

Per saperne di più La presunzione di innocenza a Costituzione afferma l’importante principio della presunzione di innocenza degli imputati; non solo: chi è imputato va ritenuto innocente «fino alla condanna definitiva»; quindi

L

non basta un solo grado di giudizio, ma bisogna aspettare il giudizio di appello per ritenere qualcuno colpevole.

re. Chi perde la causa deve riconoscere il diritto del suo antagonista, risarcirlo e, di solito, pagare le spese processuali. Le cause civili meno importanti sono decise dal Giudice di pace, che è un cittadino con competenze giuridiche. Le cause su fatti o questioni di maggior valore, invece, sono giudicate da un giudice del Tribunale. Dopo la sentenza (la decisione del giudice) la parte che non si ritiene soddisfatta può chiedere un secondo giudizio (giudizio di secondo grado o d’appello). Sono cause penali quelle in cui si giudica un cittadino che ha violato la legge penale. Lo Stato, rappresentato dal Pubblico Ministero, mette sotto accusa il cittadino sospettato. L’accusato (o imputato) è difeso da un avvocato difensore. La causa viene discussa in un dibattimento pubblico, durante il quale vengono presentate le prove e sono ascoltati gli imputati e i testimoni, interrogati sia dal Pubblico Ministero sia dagli avvocati difensori. Per reati di lieve entità, il dibattimento si svolge di fronte al Giudice unico. I reati maggiori sono di competenza del Tribunale, costituito da un Presidente e due giudici “a latere” (cioè “a fianco”). I reati più gravi, punibili con l’ergastolo o la reclusione superiore a 24 anni, sono giudicati dalle Corti d’Assise, composte da due giudici di carriera e da sei giudici popolari, estratti a sorte fra i cittadini. Un’aula di tribunale.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione Al termine del processo l’organo giudicante emette una sentenza. In caso di colpevolezza, l’imputato è condannato alla pena prevista dalla legge, proporzionata alla gravità del reato commesso. Anche nel processo penale il condannato può ricorrere in appello, cioè chiedere un secondo processo (giudizio di secondo grado). La stessa cosa può fare anche il Pubblico Ministero se non è soddisfatto della sentenza. Contro un giudizio di secondo grado si può ricorrere alla Corte di Cassazione: essa può “cassare”, cioè cancellare, la sentenza definitiva se la ritiene illegittima. Quando una sentenza è stata confermata in tutti i possibili gradi di giudizio diviene definitiva e si dice «passata in giudicato».

9 La Corte Costituzionale (artt. 134-137)

L’attività del Parlamento non può svolgersi in contrasto con i principi e le norme della Costituzione. A tale scopo esiste la Corte Costituzionale, l’organo, costituito di 15 giudici, che deve verificare che le leggi non siano in contrasto con la Costituzione. Se la Corte giudica incostituzionale una legge, questa decade ed è cancellata. La Corte Costituzionale esercita anche particolari funzioni giudiziarie: • risolve i conflitti di competenza fra i poteri dello Stato, fra lo Stato e le Regioni, fra Regione e Regione; • giudica inoltre il Presidente della Repubblica, nel caso in cui egli sia accusato dal Parlamento di alto tradimento o di attentato alla Costituzione.

iave i concetti ch

Abbina ogni termine alla sua definizione.

1. Magistratura 2. Consiglio Superiore della Magistratura 3. Tribunale 4. Corte di Cassazione 5. Corte d’Assise 6. Giudice di pace 7. Pubblico Ministero 8. Imputato 9. Indagato 10. Avvocato difensore 11. Ricorso in appello

a. Organismo di autogoverno dei giudici chiamato a giudicare in caso di errori giudiziari. b. Persona accusata di aver compiuto un reato. c. Luogo dove viene amministrata la giustizia. d. Cittadino chiamato a mediare e a comporre dispute minori tra due o più parti. e. Organo competente a esercitare l’azione penale. f. Persona sottoposta alle indagini per un reato. g. Colui che difende un imputato. h. Collegio chiamato a giudicare i reati più gravi. i. Richiesta di un secondo processo. l. Giudice di ultima istanza cui ci si può rivolgere per cancellare una sentenza definitiva. m. Insieme dei giudici che costituiscono i vari organi giudiziari.

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sezione 2 Leggiamo insieme la Costituzione capitolo

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Gli enti locali

1 Il decentramento amministrativo

La Repubblica italiana (art. 114) è costituita a livello locale da Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. Questi enti territoriali sono enti pubblici e affiancano lo Stato centrale nello svolgimento delle funzioni pubbliche. Ognuno di questi enti ha poteri e funzioni specifiche. In base al principio di sussidiarietà, l’azione amministrativa spetta in primo luogo all’ente locale più vicino ai cittadini (il Comune), per passare poi alla Provincia, quindi alla Regione e infine allo Stato. La riforma costituzionale del 18 ottobre 2001 ha riscritto l’intero Titolo V della Parte seconda della Costituzione, quello dedicato ai rapporti tra Stato, Regioni ed enti locali. La riforma ha conferito maggiori poteri sia alle Regioni sia agli altri enti locali: si attua così un processo di decentramento, in opposizione al centralismo che aveva caratterizzato la storia d’Italia. Decentramento significa dare più poteri alle autonomie locali, ossia a quelle istituzioni locali in cui dovrebbe essere favorita la partecipazione diretta dei cittadini.

2 Le Regioni (artt. 134-137) Tra gli enti territoriali, i principali sono le Regioni. L’Italia può essere definita dunque uno Stato unitario regionale, cioè uno Stato che conferisce numerosi poteri alle Regioni costituite al suo interno. Ogni Regione ha uno Statuto che, in armonia con la Costituzione, detta le norme di organizzazione della Regione. Lo Statuto è approvato dal Consiglio regionale, ma su di esso possono pronunciarsi i cittadini mediante referendum. Gli organi delle Regioni sono tre: • il Consiglio regionale è l’assemblea che fa le leggi. È eletto dai cittadini residenti nella Regione e resta in carica 5 anni. Diversamente dal Parlamento statale, il Consiglio regionale è di tipo monocamerale. Ne fanno parte un numero variabile di consiglieri (al massimo 80);

Finora non è stata attuata in Italia alcuna Città metropolitana, anche se ne sono previste 9: Bari, Bologna, Firenze (in foto), Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia.

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Sezione 2 • Leggiamo insieme la Costituzione • la Giunta regionale è il governo della Regione. È composta dagli assessori e dal Presidente della Giunta regionale; • il Presidente della Giunta regionale presiede la Giunta e rappresenta la Regione. Dal 1999 il Presidente viene eletto direttamente dai cittadini residenti nella Regione. Egli deve godere della fiducia del Consiglio; se la maggioranza del Consiglio esprime sfiducia verso il presidente, questi deve dare le dimissioni. Tra le funzioni svolte dalle Regioni, la principale è quella legislativa. La riforma costituzionale del 2001 ha esteso notevolmente gli ambiti di competenza a favore delle leggi regionali. I principali campi in cui le Regioni hanno potere in materia legislativa sono: sicurezza del lavoro, formazione e istruzione professionale, salute e sanità, protezione civile, trasporti e comunicazioni, energia, sport, beni culturali.

3 I Comuni e le Province lessico

Piano di governo del territorio

Piano urbanistico con cui si divide il territorio comunale in zone e si prevedono le sue destinazioni (strade, verde pubblico, abitazioni, aree industriali e agricole ecc.).

Catasto

Ufficio che registra le proprietà immobiliari esistenti in un comune o in una provincia con indicazione del proprietario e del valore.

Essendo l’ente territorialmente più piccolo, il Comune è o dovrebbe essere quello più vicino alla vita della collettività, in grado quindi di soddisfare meglio i bisogni dei cittadini. I Comuni hanno molte competenze, principalmente di tipo amministrativo. Le funzioni amministrative sono l’attività concreta pubblica, che soddisfa in maniera immediata i bisogni della collettività: rientrano in tali funzioni la fornitura dei servizi pubblici (acqua, gas, raccolta dei rifiuti, rete stradale urbana, trasporti pubblici), il controllo del territorio (vigilanza urbana, piano di governo del territorio , verde pubblico) e delle attività economiche (licenze di commercio), la certificazione (l’anagrafe, il catasto ecc.). Gli organi del Comune sono: • il Sindaco, rappresentante del Comune e capo dell’amministrazione comunale, eletto direttamente dai cittadini; • la Giunta, composta dagli assessori e presieduta dal Sindaco; • il Consiglio comunale, assemblea eletta dai cittadini con funzioni di controllo. Il Consiglio comunale approva le norme comunali, i regolamenti, i bilanci e i piani finanziari e urbanistici.

Per saperne di più I poteri degli enti locali entre il potere legislativo spetta essenzialmente allo Stato e alle Regioni, la funzione amministrativa (cioè la Pubblica amministrazione) può essere svolta da tutti gli enti che compongono la Repubblica, dal Comune fino allo Stato. La

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Costituzione vuole però che la funzione amministrativa sia svolta di preferenza dal Comune, che secondo il principio di sussidiarietà è l’ente più vicino ai cittadini.

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capitolo 9 •  Gli enti locali Le Province sono gli organi intermedi tra Regione e Comune. Gli organi della Provincia sono il Presidente della Provincia, la Giunta e il Consiglio, con competenze e struttura simili a quelle descritte per il Comune. Anche se con la legge del 2001 le Province hanno ceduto molti poteri e funzioni alle Regioni, esse conservano importanti competenze nei seguenti settori: •d ifesa dell’ambiente e del territorio; •m anutenzione delle strade provinciali e lavori pubblici; •v alorizzazione dei beni culturali; • s viluppo dell’edilizia scolastica nella scuola superiore e organizzazione della formazione professionale; • s maltimento dei rifiuti a livello provinciale e controllo degli scarichi delle acque; •p rotezione della flora e della fauna, dei parchi e delle riserve naturali provinciali.

iave i concetti ch

Rileggi il testo ed esegui le attività richieste.

1 Completa i testi inserendo le espressioni mancanti. Giunta regionale Funzione: …………………..................….............................................. È composta da ……………………………...............................……...... È presieduta dal ……………………........................................................... eletto dai ………………....…………………….........…..................... Consiglio regionale Funzione: …………………...................….......... in ambito ………...............……………................................................ È composto da ………………....................................................…….................................. eletti dai ……………….......................................................……............. 2 Abbina a ogni funzioni l’Ente di sua competenza. Regione - Provincia - Comune

a. Fornitura di acqua e gas: ................................................................................................................................................................. b. Protezione dei parchi e delle riserve naturali provinciali: ........................................................................................... c. Trasporti pubblici urbani: ................................................................................................................................................................ d. Raccolta rifiuti: ....................................................................................................................................................................................... e. Vigilanza urbana: .................................................................................................................................................................................. f. Manutenzione delle strade provinciali e lavori pubblici: .............................................................................................. g. Licenze di commercio: ...................................................................................................................................................................... h. Manutenzione verde pubblico: .................................................................................................................................................... i. Registrazione dei beni immobili (edifici): .............................................................................................................................. l. Registrazione della popolazione comunale: ......................................................................................................................... m. Manutenzione rete stradale urbana: ...................................................................................................................................... n. Valorizzazione dei beni culturali: ............................................................................................................................................... o. Sviluppo dell’edilizia scolastica nella scuola superiore e organizzazione della formazione professionale: ................................................................................................................................................................................................. p. Smaltimento dei rifiuti a livello provinciale e controllo degli scarichi delle acque: .................................... 61

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sezione 3 Cittadini d’Europa e del mondo

10 La nascita dell’Unione

capitolo

europea

1 Le radici della cittadinanza europea

L’Unione europea (UE) è una realtà di cui tutti siamo parte. Noi non siamo più solo cittadini del nostro Paese, ma siamo anche cittadini europei e viviamo in un’Europa unificata da una moneta unica (l’euro) e da un Parlamento europeo, in cui siedono i rappresentanti eletti di tutte le nazioni che fanno parte dell’Unione. La nostra cittadinanza, dunque, non è più solo una cittadinanza nazionale, ma anche una vera e propria cittadinanza europea. Il progetto dell’unificazione europea nacque alla fine della Seconda guerra mondiale, sulle macerie di un continente lacerato da più di cinquanta milioni di morti, per impulso di alcuni coraggiosi uomini di Stato (i francesi Jean Monnet e Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer, l’italiano Alcide De Gasperi, per citarne solo alcuni), i quali ebbero fede nei valori fondanti della nostra civiltà europea e videro nell’unità degli Europei la condizione per la pace nel nostro continente: la formazione dell’Unione europea, dunque, è senza dubbio uno degli avvenimenti politici più importanti della storia mondiale degli ultimi decenni. Una delle zone del mondo più tormentate da secoli di guerre, odi, divisioni e contrasti ha saputo riunirsi in nome di alcuni valori e ideali comuni: • la pace, la libertà e la democrazia; • il rispetto del diritto e delle leggi; • la difesa dei diritti fondamentali della persona e del cittadino; • la partecipazione politica, la solidarietà e la tolleranza nei confronti dell’altro; • la cooperazione economica e sociale.

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capitolo 10 •  La nascita dell’Unione europea

Per saperne di più Europa l nome “Europa” deriva da un mito della Grecia antica, il quale racconta che alla bellissima principessa Europa, figlia del re di Tiro, sulle sponde asiatiche del Mediterraneo (oggi in Libano), apparvero in sogno due parti del globo, entrambe in forma di donna: l’Asia e un’altra anco-

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ra senza nome. Quella senza nome avrebbe trascinato la fanciulla verso di sé e le avrebbe annunciato di essere la terra che Zeus, padre di tutti gli déi, le avrebbe destinato in eredità e che da lei dunque avrebbe assunto il nome.

Queste sono le radici profonde, ideali e culturali, dell’Europa. Un’Europa unita, non solo da un punto di vista economico e politico, ma anche culturale, è oggi una delle garanzie più forti perché gli Stati europei non vedano il ripetersi delle tragedie che hanno segnato la nostra storia anche recente, dai due sanguinosi conflitti mondiali alle dittature totalitarie.

2 Le tappe dell’unificazione europea

Il primo mattone della storia dell’unità europea fu posto nel 1951, a pochi anni dalla fine del conflitto. In quell’anno, infatti, sei Paesi (Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) decisero di costituire la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio). Carbone e acciaio erano materie prime all’epoca fondamentali: metterle in comune pareva, ed era, il modo migliore per prevenire un futuro conflitto. Nel marzo 1957 gli stessi sei Paesi firmarono i Trattati di Roma, che istituivano ufficialmente la CEE (Comunità economica europea). Essa, per il momento, si limitava, come dice il nome, a introdurre un “mercato comune europeo” che garantisse la libera circolazione delle merci, dei capitali, dei lavoratori, dei servizi. Nel 1968, tra i sei Paesi aderenti furono aboliti i dazi doganali (le tasse che una merce paga per entrare in uno altro Stato). Inoltre, si avviarono azioni politiche comuni, specie nei settori agricolo e commerciale. Poiché la CEE si rivelò un successo, altri Paesi vollero aderirvi: Regno Unito, Irlanda, Danimarca. Nel 1973 la CEE aumentò così da sei a nove Stati membri. Si ampliò anche il campo degli interventi comuni, estesi all’ambiente, alla società e allo sviluppo regionale. Poco dopo, nel 1979, si creò un sistema monetario comune, lo SME (Sistema monetario europeo). Con questo sistema i Paesi della CEE s’impegnarono a regolare le loro economie, stabilizzando

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L’euro è la valuta unica ufficiale dell’Europa dal 2002. Qui in basso alcune banconote e monete.

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Sezione 3

Il Muro di Berlino era una barriera di cemento alta tre metri che per quasi trent’anni ha diviso in due la città di Berlino.

i prezzi e contenendo i costi. Non fu però ancora creata una moneta comune. La CEE passò a dodici Stati membri dopo gli ingressi di Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986). Nel 1989 il continente europeo conobbe una radicale trasformazione. Con la fine del comunismo, cessarono anche le divisioni tra Est e Ovest europeo, il primo sotto il controllo dell’Unione Sovietica, il secondo alleato degli Stati Uniti: cadde il Muro di Berlino e poco dopo, nel 1990, si riunificò la Germania, fino ad allora divisa tra Germania Ovest (Repubblica federale tedesca) e Germania Est (Repubblica Democratica tedesca). Anche gli altri Paesi fino ad allora aderenti al “blocco” sovietico cominciarono a guardare all’Europa, sperando di potervi un giorno entrare.

3 A Maastricht nasce l’Unione europea

Giungiamo così al passato prossimo dell’Europa. Il 1° novembre 1993 entrò in vigore il Trattato sull’Unione europea, firmato a Maastricht (Paesi Bassi) il 7 febbraio 1992. La CEE cambiò nome e divenne Unione europea. Gli Stati aderenti si diedero obiettivi ambiziosi: unione monetaria entro il 1999 (cioè adozione di una moneta unica al posto di quelle circolanti nei diversi Paesi) e politiche comuni nella sicurezza e nella politica estera. Nel 1995 altri tre Paesi (Austria, Finlandia, Svezia) aderirono all’Europa: ora l’Unione europea contava 15 membri, mentre già nuovi Paesi bussavano alla sua porta. Il passo più spettacolare si compì il 1° gennaio 2002: in quella data entrò infatti in vigore la nuova moneta comune, l’euro, in sostituzione delle vecchie monete nazionali (il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca, però, scelsero di mantenere le proprie monete nazionali). Il 13 dicembre 2002, a Copenaghen, conclusi i negoziati di adesione, entrarono nella UE dieci nuovi Paesi: quattro dell’ex blocco sovietico (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria); tre Stati baltici, prima inquadrati nell’ex URSS (Estonia, Lettonia e Lituania); una repubblica dell’ex Jugoslavia (Slovenia); due Paesi mediterranei (Cipro e Malta). Oggi l’Unione europea è formata da 27 Stati membri, dopo l’ammissione, nel 2007, di Romania e Bulgaria. 64

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capitolo 10 •  La nascita dell’Unione europea

Per saperne di più Chi vuole entrare ancora nella UE? anno recentemente presentato domanda di ammissione alla UE i seguenti Stati: Macedonia, Croazia e Turchia. Con questi Paesi sono state avviate trattative che hanno lo scopo di verificare il rispetto delle condizioni necessarie per entrare nella UE: il rispetto di alcuni criteri economici, la tutela delle minoranze etniche, il rispetto dei diritti fondamentali della persona.

H

ISLANDA

paesi dell’Unione Europea paesi in attesa di entrare nell’Unione paesi che hanno adottato l’Euro FINLANDIA

NORVEGIA SVEZIA

ESTONIA

RUSSIA LETTONIA

IRLANDA

DANIMARCA

REGNO UNITO

LITUANIA

PAESI BASSI BELGIO

BIELORUSSIA

POLONIA

GERMANIA

LUSSEMBURGO

STRASBURGO

FRANCIA SVIZZERA

UCRAINA

REP. CECA SLOVACCHIA

AUSTRIA

MOLDOVA

UNGHERIA SLOVENIA

ROMANIA

CROAZIA BOSNIAERZEG. SERBIA

PORTOGALLO SPAGNA

ITALIA

MONTENEGRO

ALBANIA

BULGARIA

MACEDONIA

TURCHIA

GRECIA

MALTA

CIPRO

iave i concetti ch Rileggi il testo, rispondi alle domande ed elabora la cronologia. 1 Perché la formazione dell’Unione europea è considerata uno degli avvenimenti politici più importanti della storia mondiale degli ultimi decenni? ................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................

2 Le radici ideali e culturali dell’Europa sono date dai valori su cui si fonda. Quali sono? . ...........................

................................................................................................................................................................................................................................

3 Quali sono le tappe che hanno portato alla formazione dell’Unione europea e quali sono gli eventi successivi più importanti? Elabora la cronologia. 1951 ................................................................................................ 1986 ................................................................................................ 1957 ................................................................................................ 1993 ................................................................................................ 1968 ................................................................................................ 1995 ................................................................................................ 1973 ................................................................................................ 2002 ................................................................................................ 1979 ................................................................................................ 2007 ................................................................................................ 1981 ................................................................................................ 65

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sezione 3 Cittadini d’Europa e del mondo

11 La cittadinanza

capitolo

europea

1 Che cos’è l’Unione europea L’Unione europea è una “libera unione di Stati” che vi aderiscono volontariamente. Ha lo scopo di stabilire leggi e direttive comuni in ambito politico, economico e commerciale, ambientale, fiscale. In particolare, la UE esercita una sovranità (ossia detiene il potere di fare leggi e governare) nei confronti degli Stati membri nei seguenti ambiti e sulle seguenti questioni: • politica estera e difesa militare; • politica economica e monetaria, attraverso la creazione di una Banca centrale europea (BCE); • controllo su determinati parametri economici degli Stati membri (limiti del debito pubblico, tipi di tasse, difesa del libero mercato); • promozione dello sviluppo economico e tecnologico nelle regioni povere e arretrate; • rapporto con le istituzioni mondiali; • difesa e rafforzamento dei principi di giustizia, delle libertà e della sicurezza dei cittadini.

La sede della Banca centrale europea a Francoforte.

Per comprendere l’importanza dell’Unione europea, basti dire che circa la metà delle nuove leggi introdotte negli Stati membri dell’Unione è elaborata e decisa a livello europeo. La UE interviene, infatti, in molteplici ambiti, attraverso specifiche politiche comunitarie, ossia attraverso leggi e provvedimenti che valgono obbligatoriamente per tutti gli Stati membri. Le principali politiche comunitarie sono: • la politica economica monetaria, che ha portato alla moneta unica, l’euro, alla libera circolazione delle merci e dei capitali nel territorio dell’Unione e che opera per la progressiva unione delle regole in materia di tasse e imposte; • la politica agricola, per modernizzare e dare impulso alle campagne; • la politica sociale, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei e per garantire loro diritti, una giusta retribuzione, la difesa della salute, secondo il principio fondamentale della solidarietà e della difesa degli svantaggiati; • la politica estera, i cui obiettivi sono il rafforzamento della pace e della democrazia e la sicurezza degli Stati membri. Le politiche dell’Unione europea si basano sul principio di sussidiarietà, il quale afferma che la UE inter-

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capitolo 11 •  La cittadinanza europea viene solo quando la sua azione risulta più efficace di quella svolta dai singoli Stati membri. Viceversa, quando l’intervento del governo nazionale o locale può risultare più adeguato, allora esso ha la precedenza.

2 La nuova cittadinanza europea

Con la nascita dell’Unione europea, noi non siamo più solo cittadini italiani, ma siamo anche diventati cittadini europei. La cittadinanza europea non abolisce quella della propria nazione, ma la completa e la arricchisce di nuovi e importanti diritti. Che cosa comporta, concretamente, questa nuova cittadinanza? Ecco i principali diritti del cittadino europeo: • il diritto di votare e di essere eletto nel Parlamento europeo; • il diritto di circolare, studiare, lavorare e soggiornare liberamente in tutta l’Unione, senza alcuna forma di restrizione, fatto salvo il rispetto delle leggi; • l’equiparazione di diritti del lavoratore migrante e della sua famiglia ai diritti dei lavoratori residenti per quanto riguarda l’assistenza sociale e sanitaria, la formazione professionale e il sistema fiscale; • il riconoscimento, nell’ambito degli Stati dell’Unione, dei titoli di studio e della formazione universitaria relativamente ad alcune professioni (medico, farmacista, infermiere, architetto ecc.).

3 Le istituzioni dell’Unione europea

L’Unione europea non è uno Stato federale come la Svizzera o gli USA; è però più di una semplice alleanza di Stati diversi. Infatti, gli Stati aderenti hanno acconsentito, almeno in parte, a limitare la propria sovranità nazionale, delegando parte dei loro poteri alle istituzioni europee. Le istituzioni politiche maggiori che guidano l’Unione europea sono tre: • il Consiglio dell’Unione europea, presieduto a turno da ciascuno Stato membro per un periodo di sei mesi. Le riunioni avvengono di solito a Bruxelles o in Lussemburgo. È composto dai ministri dei governi dei Paesi membri, che partecipano alle riunioni secondo gli argomenti all’ordine del giorno (finanza, trasporti, ambiente, agricoltura ecc.). È il principale organo decisionale dell’Unione europea: coordina le varie politiche nazionali e, su proposta della Commissione, adotta le principali delibere comunitarie; • l a Commissione europea, l’organo esecutivo della UE. Essa rappresenta il Governo dell’Unione europea, ha cioè il compito di eseguire le decisioni prese dal Consiglio. È composta da un membro per cia67

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Sezione 3 • Cittadini d’Europa e del mondo scuno dei 27 Stati aderenti. La Commissione dispone di ampi poteri nella gestione delle politiche comuni dell’Unione (ricerca e tecnologia, aiuti internazionali, sviluppo regionale ecc.); vigila sull’attuazione delle decisioni adottate dal Consiglio e dal Parlamento e amministra il bilancio dell’Unione. È indipendente dai governi degli Stati membri e può rivolgersi alla Corte di giustizia per esigere il rispetto del diritto comunitario da parte degli Stati membri. Ha sede a Bruxelles e in Lussemburgo, e rappresentanze nei Paesi membri; • il Parlamento europeo, composto da 736 membri eletti dai cittadini europei a suffragio universale. Il Parlamento ha il compito, assieme al Consiglio, di fare le leggi e di approvare (o respingere) il bilancio. Esso esercita dunque il potere legislativo in settori quali la libera circolazione dei lavoratori, il mercato interno, l’istruzione, la ricerca, l’ambiente, la cultura, la salute, la tutela dei consumatori. Su tali materie, il Parlamento può respingere (se esiste la maggioranza assoluta dei membri) le decisioni del Consiglio. Ha sede a Bruxelles e Strasburgo. Altri organi importanti dell’Unione europea sono: • la Corte di giustizia, che controlla che il diritto europeo sia rispettato in ognuno degli Stati membri; • la Corte dei Conti, che controlla la regolarità dei bilanci dell’Unione; • la Banca Centrale europea, che definisce la politica monetaria dell’Unione.

iave i concetti ch

Rileggi il testo ed esegui le attività richieste. 1 Collega le principali politiche comunitarie ai rispettivi obiettivi. Politiche Politica economico-monetaria Politica agricola Politica sociale Politica estera

Obiettivi Modernizzare l’attività agricola. Rafforzare la pace e la democrazia. Migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei. Favorire la libera circolazione delle merci. Rafforzare la sicurezza degli Stati membri. Garantire la difesa della salute Uniformare le normative in ambito fiscale.

2 Completa i tre profili inserendo le espressioni mancanti. Consiglio dell’Unione Europea

È composto da ................................................................................... Compiti: ...................................................................................

Commissione europea

È composta da ................................................................................... Compiti: ...................................................................................

Parlamento europeo

È composto da ................................................................................... Compiti: ...................................................................................

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capitolo 11 •  La cittadinanza europea

4 La Carta dei diritti

fondamentali dell’Unione europea

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ({:) è stata proclamata il 7 dicembre 2000 a Nizza dal Parlamento europeo, dal Consiglio dell’Unione europea e dalla Commissione europea. Essa è forse il documento più importante dell’Unione, in quanto definisce i diritti e le libertà garantiti a tutti i cittadini europei. In ciò si richiama direttamente alla Dichiarazione universale dei diritti umani ({:) adottata dall’assemblea generale dell’ONU il 10 dicembre 1948. La Carta è un documento molto importante. Per la prima volta, infatti, si trovano riuniti in un unico testo tutti i diritti che prima erano dispersi in vari testi legislativi. Grazie alla chiarezza con cui vengono elencati i diritti fondamentali, essa getta le basi della cittadinanza europea. Nella Carta vengono affermati principi che sono presenti anche nelle Costituzioni dei singoli Stati, come il diritto alla vita e il divieto della pena di morte, la proibizione della tortura e della schiavitù. Vi compaiono, tuttavia, anche nuovi diritti, legati ai più recenti sviluppi delle scienze e della tecnologia, come per esempio i diritti relativi all’integrità della persona, ossia i diritti che vietano gli interventi genetici sulla specie umana e la clonazione, oppure i diritti relativi alla privacy. Uno degli aspetti più importanti è che i diritti devono essere riconosciuti non solo ai cittadini dell’Unione, ma a tutte le persone. La Carta fa riferimento anche a categorie aventi particolari esigenze (i minorenni, gli anziani, le persone affette da disabilità), le quali hanno il diritto a maggiori protezioni e difese. I principali diritti affermati dalla Carta sono: •d ignità (rispetto della dignità umana, diritto alla vita, diritto all’integrità della persona, proibizione della tortura e delle pene inumane o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato); • l ibertà (diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare, protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e d’informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà delle arti e delle scienze, diritto all’istruzione, diritto al lavoro, diritto di proprietà, diritto di asilo); •u guaglianza (uguaglianza di tutti davanti alla legge, nessuna disparità di trattamento delle diversità culturali, religiose e linguistiche, parità tra uomini e donne, diritti del bambino, diritti degli anziani, inserimento dei disabili); 69

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Sezione 3 • Cittadini d’Europa e del mondo

• solidarietà (diritto dei lavoratori all’informazione e alla consultazione nell’ambito dell’impresa, tutela in caso di licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, tutela dell’ambiente, protezione dei consumatori); • cittadinanza (diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo, diritto a una buona amministrazione, libertà di circolazione e di soggiorno); • giustizia (diritto a un giudice imparziale, presunzione di innocenza per l’imputato, diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato).

5 Gli obiettivi raggiunti e le questioni aperte

Un visto per la circolazione nei Paesi aderenti all’accordo di Schengen.

Finora l’Europa è stata per lo più un’istituzione economica, attiva soprattutto per liberalizzare gli scambi commerciali e per promuovere singoli settori economici, come l’agricoltura. È invece rimasta piuttosto lontana dalla vita dei cittadini, anche se negli ultimi anni, in parte, le cose sono mutate. Sono infatti cadute le frontiere interne: in virtù dell’accordo di Schengen ora i cittadini europei si possono spostare liberamente da un Paese all’altro dell’Unione, un segno visibile di unità politica. A rivoluzionare le abitudini della vita quotidiana è stata poi l’introduzione dell’euro. All’inizio, nel 2002, la nuova moneta fu accolta con diffidenza; ma adesso i cittadini dell’Unione europea si sono abituati al cambio e hanno apprezzato i vantaggi dell’euro, che li ha protetti in parte dall’aumento dell’inflazione e del prezzo delle materie prime, come il petrolio.

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capitolo 11 •  La cittadinanza europea

Per saperne di più Accordo di Schengen i tratta di un patto firmato nel 1985, nell’omonima città del Lussemburgo, da alcuni Paesi della UE (Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo), per eliminare le frontiere interne e garantire il libero transito di persone e merci dall’uno all’altro Stato. L’Italia si aggiunse nel 1990. All’«area Schengen» aderiscono oggi 28 Stati europei: tra questi anche Islanda, Norvegia

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e Svizzera, che non fanno parte della UE. Il Regno Unito e l’Irlanda, invece, pur facendone parte, preferiscono mantenere le loro procedure tradizionali. Cipro, Romania e Bulgaria non hanno ancora attuato tutte le clausole necessarie previste da Schengen: perciò mantengono, per ora, i controlli alle frontiere.

Inoltre da Bruxelles, sede della Commissione, giungono importanti sussidi a certe aree svantaggiate del continente, come il Mezzogiorno italiano: ciò ha permesso di finanziare importanti attività sociali ed economiche. Oggi, nel suo insieme, l’Europa è, dopo Cina e India, il terzo Stato più popoloso al mondo, con 497 milioni di abitanti nel 2008; presenta l’economia più grande al mondo, con un prodotto interno lordo complessivo stimato in quasi 11 miliardi di euro. Nella coscienza comune, però, l’Europa continua a essere percepita come una istituzione ancora in parte “lontana” dai cittadini, con la sua burocrazia un po’ lenta. Lo stesso meccanismo decisionale adottato finora appare poco efficace, finendo per bloccare certe decisioni che magari dispiacciono a qualche Paese (per esempio, limitando la produzione nazionale in qualche settore agricolo), ma che potrebbero dare all’Europa una marcia in più, in campo politico o economico. Ulteriori difficoltà provengono dal recente allargamento dell’Unione a 27 Stati. Sono infatti entrati alcuni Paesi poveri e arretrati rispetto al resto del continente, come la Romania e la Bulgaria, i cui cittadini contano su un reddito medio nettamente inferiore a quello che si registra negli altri Stati dell’Unione.

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Rileggi il testo ed esegui le attività richieste. 1 La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è un documento molto importante per almeno 5 motivi. Rintracciali nel testo del paragrafo 4 e sottolineali. 2 Individua e sottolinea nel testo del paragrafo 5 in blu gli obiettivi raggiunti dall’Unione europea e in rosso le questioni ancora aperte. 71

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sezione 3 Cittadini d’Europa e del mondo

12 L’ONU e le organizzazioni

capitolo

internazionali

lessico

Autodeterminazione

Per autodeterminazione s’intende il diritto di ciascun popolo di scegliere liberamente e autonomamente il proprio governo politico e la propria forma di Stato.

Il Palazzo di Vetro, la sede centrale dell’Onu a New York.

1 Dalla Società delle Nazioni all’ONU

Per secoli i rapporti tra gli Stati sono stati regolati in base al principio della forza. Poi, per fortuna, questo criterio è cambiato: dalla forza come mezzo prevalente per regolare le controversie internazionali, si è passati all’idea che i conflitti tra gli Stati vadano risolti da organismi internazionali, in cui sia operante il principio della diplomazia, ossia quello della discussione secondo regole precise. Questo è il mezzo più efficace per assicurare il mantenimento della pace. Sulla base di tali principi è sorta, nel 1945, l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’idea che si potessero scongiurare i conflitti riunendo gli Stati in un’organizzazione internazionale prese corpo per la prima volta nel 1919, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, quando fu fondata, per impulso del presidente americano Woodrow Wilson, la Società delle Nazioni. Questa organizzazione, tuttavia, non aveva una reale forza politica a livello internazionale. Infatti, poteva prendere decisioni solo all’unanimità e dunque, per le divisioni esistenti tra gli Stati, molto spesso non riuscì ad assumere posizioni autorevoli. Inoltre essa non disponeva di proprie forze armate. Infine ne rimasero fuori Paesi molto importanti, come gli Stati Uniti e la Germania. Per questi motivi la Società delle Nazioni non fu in grado di scongiurare nel 1939 lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Quando, nel 1945, finì questo secondo tragico conflitto mondiale, l’idea della costruzione di una comunità internazionale degli Stati fu ripresa in forma nuova. Al posto della Società delle Nazioni nacque l’ONU, con sede a New York. I 51 Paesi fondatori sottoscrissero nella conferenza di San Francisco (giugno 1945) lo Statuto o Carta delle Nazioni Unite. Oggi gli Stati membri dell’ONU sono 192.

2 Le finalità dell’ONU Le principali finalità dell’ONU sono: • il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale; • lo sviluppo di relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base dell’uguaglianza dei diritti e dell’ autodeterminazione dei popoli; 72

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capitolo 12 •  L’Onu e le organizzazioni internazionali • la cooperazione internazionale per la lotta contro la povertà, per gli aiuti umanitari in caso di catastrofi naturali o conflitti, per lo sviluppo economico e sociale, per la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. L’azione dell’ONU deve avvenire nel pieno rispetto della sovranità (ossia dell’autonomia) di tutti gli Stati membri, anche se è possibile per l’ONU adottare misure repressive nei casi in cui la pace e la sicurezza siano minacciate.

3 La struttura delle Nazioni Unite

L’Onu agisce attraverso tre organi principali: • l’Assemblea generale, che raduna in sedute periodiche i rappresentanti di tutti gli Stati membri. Essa è l’unico organo in cui tutti gli Stati membri sono ugualmente rappresentati (ogni Stato dispone infatti di un voto). L’Assemblea esamina i problemi mondiali più urgenti (pace, sicurezza, bilancio) ed esprime le proprie decisioni attraverso raccomandazioni o deliberazioni, prese a maggioranza (semplice o dei 2/3 sulle questioni più importanti) degli Stati membri; • il Segretario generale, che rappresenta l’organizzazione e coordina le sue attività. Viene eletto dall’Assemblea e resta in carica per quattro anni. Finora si sono succeduti otto Segretari generali alla guida dell’ONU; • il Consiglio di sicurezza, costituito da cinque Paesi membri permanenti (USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia) e da dieci Stati membri temporanei, nominati a rotazione tra gli Stati membri dell’ONU ogni due anni. Al Consiglio spetta la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza; solo esso può adottare decisioni vincolanti per tutti gli Stati membri. Le sue decisioni più importanti sono le risoluzioni, le quali vanno prese con una maggioranza di almeno nove voti. Ogni decisione, inoltre, non può essere assunta in presenza del voto contrario di uno dei membri permanenti (diritto di veto).

I Segretari generali che si sono succeduti alla guida dell’ONU sono: il norvegese Trygve Lie (1946-52), lo svedese Dag Hammarskjöld (1953-61), il birmano U Thant (1961-71), l’austriaco Kurt Waldheim (1972-81), il peruviano Javier Pérez de Cuellar (1982-91), l’egiziano Boutros Boutros-Ghali (1992-96), il ghanese Kofi Annan (1997-2006) e dal 2007 il coreano Ban Ki-Moon (nella foto, a sinistra).

4 Organismi sussidiari e

organizzazioni specializzate

All’ONU fanno capo numerosi organismi sussidiari, che hanno la forma di fondi o programmi istituiti per compiti specifici e direttamente dipendenti dall’Assemblea. Al momento questi organismi sono ventidue. Tra i più noti, l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) e l’Alto commissariato per i rifugiati o UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati). 73

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Sezione 3 • Cittadini d’Europa e del mondo

Una foto che testimonia l’intervento dell’Unicef in Ciad, uno dei paesi più poveri al mondo.

L’UNICEF fu fondato nel 1946 per aiutare i bambini vittime della Seconda guerra mondiale. La sua sede centrale è a New York. Finanziato con contributi volontari di governi e privati, l’UNICEF opera attualmente in 158 Paesi in via di sviluppo. I valori cui si ispira sono quelli espressi dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia ({:), approvata dall’ONU nel 1989 e accettata finora da 193 Stati. La Convenzione è composta da 54 articoli e si basa su quattro principi fondamentali: non discriminazione; superiore interesse del bambino; diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo; diritto all’ascolto. L’UNHCR, fondata nel 1950, è l’agenzia dell’ONU specializzata nella gestione dei rifugiati, cioè di coloro che, per guerre, deportazioni o disastri naturali, si trovano fuori dai confini dello Stato di appartenenza e non vogliono rientrarvi; si tratta quasi sempre di persone costrette ad abbandonare tutto ciò che avevano (casa, lavoro, spesso i familiari). Oltre a chi è fuggito dal proprio Paese, l’agenzia aiuta anche rimpatriati, richiedenti asilo, sfollati interni; fornisce loro una protezione internazionale e assistenza materiale, e cerca soluzioni durevoli alla loro condizione. Con l’ONU operano anche numerose organizzazioni specializzate, autonome ma legate con accordi alle Nazioni Unite. Tra queste vi sono l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e le istituzioni legate alla Banca Mondiale, tra cui il WTO (Organizzazione mondiale per il Commercio).

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Rileggi il testo ed esegui le attività richieste.

1 Completa la “carta d’identità” delle Nazioni Unite. Fondata nel ……...................… Succeduta a …………..................................…………....... Sede: ………....................................………

Numero Paesi fondatori: …………… Numero Paesi membri: …………… Principio regolatore: ………................……

Finalità principali: ......................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

Organi di governo e rispettivi compiti: ........................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

Principali organismi sussidiari: . .......................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................

2 Per ognuno degli organismi sussidiari presentati nel paragrafo 4 sottolinea con tre colori diversi: l’anno di fondazione, gli scopi, le attività. 74

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capitolo 12 •  L’Onu e le organizzazioni internazionali

Per saperne di più Le Organizzazioni non governative difesa della vita umana e dei diritti e delle libertà fondamentali operano anche numerose Organizzazioni non governative (ONG), ossia organizzazioni indipendenti da qualunque governo. Tra esse ricordiamo la Croce Rossa e Amnesty International, fondata nel 1961, che oggi è la

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più grande organizzazione per la difesa del diritti umani nel mondo. Le sue finalità sono: l’abolizione della pena di morte, l’abolizione della tortura, il miglioramento delle condizioni delle carceri, la liberazione dei detenuti per motivi di opinione, religione o origine etnica.

5 Gli interventi di peacekeeping e l’«ingerenza umanitaria»

Con una risoluzione del 1950, l’Assemblea generale dell’ONU votò la possibilità di adottare le misure necessarie, compreso l’intervento militare, per respingere una minaccia alla pace o un atto di aggressione. Inizialmente tale risoluzione non ebbe effetti pratici: durante le crisi internazionali, infatti, l’ONU si limitava a stabilire sanzioni economiche o a incoraggiare altri Stati o coalizioni di Stati a intervenire. Con il tempo, però, si è diffuso il principio del «dovere d’ingerenza umanitaria» come obbligo morale: in certi casi, cioè, appare giusto intervenire, anche con iniziative militari, là dove i diritti umani, civili e politici delle popolazioni sono negati con la violenza, oppure per disarmare uno Stato aggressore. Il principio dell’ingerenza umanitaria in teoria contraddice altri criteri e valori dell’ONU, come il divieto all’uso della forza, il divieto di intromettersi nella vita di un altro Stato, il rispetto della sovranità di tutti gli Stati. Nella realtà, tuttavia, se il governo di uno Stato si macchia di gravi crimini contro i suoi cittadini e contro altri Stati, quel governo diviene illegittimo: perciò è giusto disarmarlo, per proteggere i più deboli dalle sue malefatte. Il primo intervento ONU di peacekeeping (“mantenimento della pace”) avvenne tra 1956 e 1957 con l’invio nel Sinai (Egitto) di una Forza d’urgenza. Questo e altri successivi interventi avevano però gravi limiti: i militari ONU – i cosiddetti “caschi blu” – dovevano infatti limitare l’uso della forza alla sola autodifesa e potevano intervenire solo con il consenso dello Stato nel cui territorio andavano a operare. Tali limitazioni vennero meno, in parte, negli interventi di peacekeeping nel conflitto civile nella ex Jugoslavia (1992), in Somalia (1993) e durante la guerra civile in Rwanda (1994). In questi ultimi casi, il Consiglio di sicurezza dispose l’impiego dei “caschi blu” anche senza il consenso delle fazioni o dei Paesi in lotta. L’ONU, però, non possiede una forza militare propria e deve quindi avvalersi di personale fornito dagli Stati membri: a oggi sono 119 i Paesi che hanno contribuito con personale militare e forze di polizia alle 63 operazioni di peacekeeping finora organizzate dall’ONU (dati 2008). 75

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Sezione 3 • Cittadini d’Europa e del mondo

6 La giustizia internazionale Nel giugno del 1945 l’ONU istituì la Corte internazionale di giustizia, con sede all’Aja (Paesi Bassi), composta da 15 giudici, che restano in carica per nove anni. Essa giudica sulle controversie giuridiche tra gli Stati e dà pareri su questioni giuridiche sottoposte dagli altri organi delle Nazioni Unite. Di recente si è affermato un principio che appartiene pienamente allo spirito originario delle Nazioni Unite. Se qualcuno (governi, oppure singoli capi di Stato, militari ecc.) commette gravi delitti contro l’umanità, specialmente ai danni di civili indifesi, dovrà rispondere dei suoi delitti davanti a un tribunale internazionale. Il principio è simile a quello seguito nel processo di Norimberga (1945-46), allorché vennero giudicati e condannati i criminali di guerra nazisti. Su questa base, nacque nel 1998 la Corte penale internazionale, con sede all’Aja. Si tratta di un tribunale che interviene quando gli Stati non vogliono o non possono agire per punire i criminali. Esso, dunque, si occupa dei crimini più seri contro l’umanità. La Corte si è occupata finora di eventi accaduti nella ex Jugoslavia dopo il 1992, in Rwanda e nel Darfur (Sudan) dal 2003. A tutt’oggi, però, gli Stati non possono essere obbligati a consegnare al tribunale eventuali colpevoli; quindi le sentenze del tribunale hanno valore morale più che legale.

7 I limiti dell’ONU e i progetti di riforma

La sede della Corte penale internazionale per l’ex Jugoslavia a l’Aia.

La nascita dell’ONU suscitò grandi speranze nel 1945: ma esse sono state realizzate? I critici dell’ONU l’accusano di inefficienza. Il suo compito primario è prevenire i conflitti tra gli Stati e raggiungere la pace quando i conflitti sono in atto, ma spesso l’ONU non riesce a intervenire

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capitolo 12 •  L’Onu e le organizzazioni internazionali con efficacia, neppure di fronte a situazioni assai gravi. L’ONU, infatti, non può imporre la pace alle parti in conflitto, né può minacciare ritorsioni, né organizzare azioni militari dirette per imporre la pace. Il suo impegno militare è svolto mediante milizie fornite da singoli Paesi membri e deve limitarsi strettamente ad azioni di mantenimento della pace (peacekeeping). Va detto, però, che l’ONU opera in un contesto molto difficile: le ragioni di conflitto, nel mondo, sono ancora troppo numerose, e davvero drammatiche sono le disuguaglianze tra le diverse regioni del pianeta. Un altro motivo di delusione è dato dal fatto che l’ONU rappresenta, in sostanza, non tanto i popoli, come sarebbe opportuno, ma i Governi. Spesso i Paesi che fanno parte del Consiglio di sicurezza giudicano, e votano, in base alle proprie convenienze e alleanze. Così, dietro il linguaggio e i giochi della politica, le attese di giustizia e i bisogni reali dei popoli rimangono insoddisfatti. Inoltre l’ONU è una “macchina” complessa, che stipendia migliaia di funzionari, sostiene decine di organismi e finanzia centinaia di progetti in tutto il mondo: anche questa estesa burocrazia appare, a molti, un limite grave. Si discute perciò da tempo di una riforma dell’ONU, a cominciare dal Consiglio di sicurezza: alcuni vorrebbero allargarlo (aggiungendo Paesi come Germania, Giappone, Brasile e India in qualità di membri permanenti), altri vorrebbero snellire i lavori del Consiglio, eliminando la possibilità del veto, che spesso paralizza le decisioni più urgenti. Altri vorrebbero dare più spazio ai Paesi che contribuiscono con fondi e aiuti concreti all’attività dell’ONU. Difficile un punto d’incontro tra proposte tanto diverse.

Il simbolo delle Nazioni Unite.

Per saperne di più La Dichiarazione universale dei diritti umani a Dichiarazione universale dei diritti umani ({:)è stata adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Si tratta di uno dei testi più importanti dell’età contemporanea. L’esigenza di scrivere un testo a difesa dei diritti umani era avvertita in modo particolare alla fine della Seconda guerra mondiale, quando il mondo intero era ancora sconvolto dalle inaudite tragedie che avevano condotto a decine di milioni di morti e, in particolare, al crimine della Shoah (il genocidio del popolo ebraico) commesso dai nazisti. Nonostante le grandi diversità culturali, politiche e sociali, che dividevano i Paesi coinvolti nella stesura del documento, il testo alla fine vide la luce e riuscì a ottenere, almeno in linea di principio, un consenso generale e a unire le aspirazioni di tutti i popoli alla pace, alla sicurezza e al rispetto delle

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libertà fondamentali dell’essere umano. Il testo è scritto in modo abbastanza semplice e comprensibile. Si compone di un preambolo e di trenta articoli, divisi in tre gruppi: • diritti civili (artt. 1-20). Gli articoli affermano il diritto alla vita, alla libertà in tutte le sue forme e alla sicurezza, sia nei confronti di altri esseri umani, sia verso il potere dello Stato; • diritti politici (art. 21). L’articolo prevede per ognuno il diritto di partecipare al governo del proprio Paese e di esprimere la propria volontà politica attraverso libere elezioni a suffragio universale; • diritti economici, sociali e culturali (artt. 22-27). Gli articoli riguardano i diritti della persona relativi al lavoro, al proprio livello di vita, i diritti all’assistenza sociale, all’istruzione e all’accesso alla cultura. 77

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Sezione 3 • Cittadini d’Europa e del mondo

8 La cittadinanza globale I più pessimisti vorrebbero addirittura abolire l’ONU, ma in questo caso, come si potrebbero affrontare le crisi umanitarie (conflitti civili, carestie ecc.), oppure le guerre che scoppiano nel mondo? Il mondo ha bisogno di un organismo internazionale che rappresenti tutti gli Stati e i popoli, e che renda tutti i cittadini dei vari Stati membri fratelli e simili, in quanto legati da un’unica cittadinanza globale. Le conferenze periodicamente organizzate dall’ONU hanno il merito di proporre all’opinione pubblica mondiale temi di viva attualità, come il disarmo e la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, la condizione femminile, la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici, la discriminazione razziale e l’intolleranza religiosa. Molto significativa, in questo contesto, la solenne Dichiarazione del Millennio ({:), del settembre 2000, che impegna gli Stati membri a raggiungere entro il 2015 condizioni migliori nei campi della lotta alla povertà, della scolarità, della salute, della tutela dell’ambiente. Inoltre prezioso è il ruolo di organismi da poco creati nell’ambito dell’ONU, come l’Alto Commissariato per i diritti umani o come la Corte penale internazionale (1998), istituzioni che servono a tutelare la giustizia, a difendere i più deboli e soprattutto a creare un’opinione pubblica mondiale sempre più sensibile a questi temi. Oggi l’ONU è dunque insostituibile: per il fatto stesso di esistere, le Nazioni Unite dicono ai governi e ai popoli di tutto il mondo che si può (e si deve) impedire la guerra, cercare la pace, eliminare l’ingiustizia, affermare i diritti umani, tradurre in pratica i valori della solidarietà e della cooperazione internazionale. Questi principi corrispondono oggi alla sensibilità di molti uomini e donne del nostro tempo, il che costituisce un grande progresso verso una civiltà migliore. Ora si tratta di passare dalla teoria alla pratica, ma questo compito non spetta solo ai politici: riguarda i cittadini di tutto il mondo.

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Rileggi il testo ed esegui le attività richieste.

1 Completa con le tue parole. a. Il “dovere di ingerenza umanitaria” prevede che l’ONU .............................................................................................

b. Per “interventi di peacekeeping” si intende ...........................................................................................................................

c. La Corte penale internazionale ha il compito di . ..............................................................................................................

2 Rispondi alle seguenti domande. a. C ompito primario dell’ONU è prevenire i conflitti tra Stati e raggiungere la pace. Questo spesso non è possibile. Perché?....................................................................................................................................................................

b. Quali altri limiti presenta oggi l’ONU? . .................................................................................................................................

c. Nonostante i suoi limiti, oggi l’ONU è insostituibile. Perché? ................................................................................

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