Mai Più

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La notte prima Francesco Matteuzzi

Racconti per non dimenticare Racconti per non dimenticare

La macchinina gialla Mariagrazia Bertarini

Maristella Maggi • Francesco Matteuzzi Mariagrazia Bertarini • Maria Giuliana Saletta

Titolo Mai più! Casa editrice La Spiga

I quattro racconti narrano le storie del dolore sopportato da ragazzi e ragazze sopravvissuti al periodo più disumano e crudele della nostra storia; un tempo che i bambini di oggi non possono ricordare, ma comprendere con la mente e con il cuore, perché in loro nasca un coro di mai più consapevole e convinto insieme alla speranza vera di un mondo di pace.

Autori Maristella Maggi Francesco Matteuzzi Mariagrazia Bertarini Maria Giuliana Saletta Illustratrice Laura Penone 96 pagine

Ringraziamo di cuore Liliana Segre e Alberto Peretti per aver raccontato e affidato alle pagine di questo libro il racconto della loro esperienza.

Il libro racconta di Liliana, una ragazzina ebrea di Milano e della sua deportazione ad Auschwitz, di David che deve lasciare l’amica Maria per scappare insieme al padre. Racconta di Giona costretto a vivere nascosto in uno scantinato con la sua famiglia, e di Alberto che non è ebreo, ma a cui la guerra ha lacerato il cuore, senza riuscire però a spegnere il suo entusiasmo per la vita.

Mai più!

La collana L’albero dei libri vuole proporre ai ragazzi della Scuola Primaria racconti e romanzi che rispettino i loro gusti e la loro graduale capacità di leggere e comprendere una storia, sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista tematico. Racconti e fiabe in stampato maiuscolo o minuscolo per imparare a leggere da soli. Storie per scoprire il piacere di un avvincente gioco lungo un libro. Avventure fantastiche e realistiche per ragazzi che già leggono da soli. Libri per scoprire il piacere di viaggiare con la mente seguendo un filo d’inchiostro. Romanzi e storie per lettori esperti. Libri per esplorare per filo e per sogno il mondo dentro e intorno a noi. A ciascun colore corrisponde un livello di difficoltà sia linguistica che tematica. Ogni libro accompagna i ragazzi lungo un progressivo apprendimento delle tecniche di lettura attraverso argomenti che rispondono al loro gusto. Storie per crescere Storie che nascono da argomenti quotidiani e raccontano in modo fantastico o reale i problemi dei ragazzi di oggi. La macchina del tempo Vicende ambientate nel passato, per vivere avventure a contatto con la nostra storia.

Laura Penone Vive a lavora a Passatore in provincia di Cuneo. Fin da bambina, la matita è stata la sua compagna di vita e da allora non riesce a farne a meno. Dopo aver frequentato scuole a indirizzo artistico, dal 2005 lavora come free lance e collabora con molte case editrici.

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Mai più!

AUTORI VARI MAI PIÙ!

Alberto Peretti, anno 1924 Maria Giuliana Saletta

Maristella Maggi • Francesco Matteuzzi Mariagrazia Bertarini • Maria Giuliana Saletta

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Classici Avventure sempreverdi che contribuiscono alla crescita culturale e individuale di ogni ragazzo.

ISBN 978-88-468-3112-5

www.alberodeilibri.com

6,50

Cartoline Avventure in cui il paesaggio diventa uno dei protagonisti per stimolare i ragazzi a conoscere il mondo in cui viviamo. Artè Storie che hanno come filo conduttore l’arte in tutte le sue manifestazioni, dalla pittura alla musica al teatro.

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Una stellina per Liliana Maristella Maggi

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indice 1 • Una stellina per Liliana

Dossier: Liliana Segre 2 • La notte prima 3 • La macchinina gialla 4 • Alberto Peretti, anno 1924 Dossier: Alberto Peretti Ricordami se

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Primo racconto

Una stellina per Liliana Nonna Olga entrò con il piattino azzurro della merenda. «Ecco bambine, avete fame?» Io e Adriana stavamo giocando sul tappeto della mia camera. «Oh nonna, ci hai portato la marmellata di Susanna! Grazie!» La marmellata di fragole che Susanna preparava era una meraviglia. Sapeva bene come farla lei, utilizzando un’antica ricetta di famiglia: alle fragole dell’orto, grosse e succose, aggiungeva anche quelle piccole di bosco, che portava suo fratello da Inverigo, color rosso vivo e dal profumo di violetta. Una ricetta magica. E a me, anche quel paese che sentivo spesso nominare, sembra-

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Liliana Segre Liliana Segre è una bambina che vive a Milano con il padre e i nonni paterni. Un brutto giorno, in Italia, vengono introdotte le leggi razziali fasciste e Liliana, che è di origine ebrea, nel 1938 viene espulsa dalla scuola. Incomincia per lei una vita fatta di fughe e di paura. I fascisti perseguitano gli Ebrei e i loro metodi sono spaventosi e violenti. Suo padre organizza, allora, la partenza per la Svizzera, ma alla frontiera, vengono fermati e rimandati in Italia. La delusione è grande, il sogno di libertà svanisce nel nulla. Il giorno seguente lei e il padre vengono arrestati in provincia di Varese e condotti in prigione. Liliana ha soltanto 13 anni e, per la prima volta nella sua vita, viene separata dal genitore. Lo ritrova mesi dopo, nel carcere di San Vittore, a Milano. Padre e figlia vengono rinchiusi nella

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stessa cella; Liliana è felice, ma lo sarà per poco. Un brutto giorno, il comandante del carcere decide che 605 persone devono essere inviate in Germania, lei e suo padre sono tra quelle! Il 30 gennaio 1944, condotta alla Stazione Centrale di Milano, Liliana è caricata su un treno merci e, dal Binario 21, è deportata al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia. Il viaggio dura 7 giorni ed è disumano. Chiusi in un vagone, senza acqua, né cibo, né alcuna possibilità di scendere neppure per i propri bisogni fisici, Liliana si sente morire. Quel viaggio è un massacro e qualcuno non ce la fa a sopravvivere. Lei non piange; stringe la mano di suo padre e spera di non doverla lasciare più.

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Secondo racconto

«A che pensi, stupido?» David non se ne era accorto, ma il ballo era finito e Maria era di nuovo lì, di fianco a lui. L’enorme sorriso le illuminava la faccia. «A niente... è che non mi piace ballare». «Nemmeno se è l’ultima volta che possiamo farlo?» «Io odio ballare! E odio quando mio padre vuole essere più divertente di me con i miei amici». «Dai…» lo riprese Maria, «metti via quel broncio: questa dovrebbe essere una serata speciale».

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La notte prima

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Terzo racconto

un legnetto sopra una torre altissima, le capitò di guardare verso la finestrella. «Giona, ehi Giona hai visto quelle scarpe rosse luccicanti?» Il fratello guardò in alto. «Sì, le ho viste ieri e adesso passano le scarpe marroni tutte rotte». «E tu come lo sai?» «Succede così tutti i giorni». «Ma figurati. Non ci credo!» «Va bene, allora guarda. Però, se passano le scarpe marroni tutte rotte, scelgo io a che cosa giocare». «D’accordo!» lo sfidò la sorella. Giona vinse la sfida e da quel giorno la finestrella diventò la loro… televisione. Tutto il mondo sembrava passare di lì. C’erano scarpe alte, basse, rosse, nere, marroni, bianche, vecchie, nuove, rotte, consumate, lucide, grandi, piccole, medie, con i lacci, con la fibbia, con il cinturino…

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La macchinina gialla

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Quarto racconto

sudati, viscidi come lumache. Pesavo settantotto chili quando siamo partiti; ero un ragazzone forte come voi, quando sono arrivato a Buckenwald, in Germania, faticavo a reggermi in piedi. Ci sorreggevamo l’uno con l’altro e quel pezzetto di strada per arrivare alle baracche mi sembrò la salita più dura che avessi mai affrontato, come se stessi scalando l’Everest. Non c’erano più baracche per noi e ci fecero dormire in tende, sdraiati per terra. Solo dopo qualche giorno ci diedero anche un po’ di paglia».

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Alberto Peretti, anno 1924

«Ti facevano lavorare nonno bis?» «Sì, io dissi che ero contadino, anche se il mio ultimo impiego era stato in miniera, ma pensai che lavorando la terra avrei avuto più probabilità di trovare qualcosa da mangiare. Il rancio era una sbobba acquosa piena di erba ancora verde, se eri fortunato trovavi un pezzetto di patata o di rapa, se arrivavi tra gli ultimi mangiavi la terra che si depositava sul fondo della pentola.

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Alberto Peretti Alberto Peretti non è un personaggio di fantasia, ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo e intervistarlo. Ogni sua parola è rimasta incisa nel mio registratore, ma ancor di più è rimasta impressa nel mio cuore. Ci tengo a sottolineare ancora che quest’uomo e tutta la sua storia sono reali perché voi ragazzi vi rendiate conto di quale orrore è, in ogni tempo, la guerra. Qui di seguito con l’aiuto di Carlo Pasquali, amico e giornalista vi racconto brevemente la vita del signor Peretti, le foto sono a testimonianza di quanto è scritto in questo libro. Alberto Peretti nasce a Forno, in Piemonte, il 29 marzo del 1924. Frequenta le prime tre classi della scuola elementare a Forno, per la quarta e la quinta dovrà salire a Campello Monti, paesino che dista 5 km da percorrere ogni giorno a piedi. Da ragazzo trova un impiego a Omegna e intanto fre-

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quenta le scuole serali. Nel 1942 trova lavoro come fabbro in miniera a Campello Monti, ma non ci starà a lungo, perché nel maggio dell’anno successivo deve partire militare. Poco dopo però viene preso e deportato in Germania dai nazzisti, dove trascorre quasi due anni in un campo di concentramento. Riesce a tornare a casa, in patria, nel luglio del 1945; si sposa e ha tre figli. Si specializza come artigiano e imprenditore del legno e vende sci. A cinquant’anni riscopre, portando i suoi figli a sciare, la passione per lo sci abbandonata dopo l’infanzia; si allena e comincia a partecipare alle prime gare. Le prime vittorie arrivano nelle competizioni locali, poi in quelle provinciali fino a diventare campione italiano di categoria nel 1995.

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Maristella Maggi Francesco Matteuzzi Mariagrazia Bertarini Maria Giuliana Saletta

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Ho letto il libro nel mese di

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Della stessa serie: Sissi e il concorso di Miss Nuvolabuia Re Artù, il cuore e la spada Lo SmontaBulli

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TomTom e il Re Scorpione Venet, vidi, bici Amore e Psiche Alè-oo! La vittoria più bella TomTom e i predoni vichinghi

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I viaggi di Ulisse L’isola del tesoro Per tutti i titoli della collana vai al sito: www.alberodeilibri.com

ria a David e M

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dell’anno

Legge 20 luglio 2000, n. 211 Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

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I racconti mi sono piaciuti... moltissimo. molto. così e così. poco.

Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 2. In occasione del Giorno della Memoria di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

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Il racconto che mi ha commosso di più è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Perché

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Se potessi incontrare il/la protagonista del racconto gli/le direi ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... .....................................................

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