Non trattenere le emozioni

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Maria Grazia Tumminello

Non trattenere le emozioni Impariamo ad esprimerle: cosĂŹ evitiamo di somatizzare

RIZA


SOMMARIO

INTRODUZIONE

Le emozioni sono la voce dell’anima

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ORIGINI E FUNZIONI

Guardiamole da vicino

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TEST

Sai esprimere ciò che senti?

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LA TRISTEZZA

Vivere le emozioni senza farsi travolgere

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Lo psicologo in tasca

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LA RABBIA

Sfogandoti non farai 65

male a te e agli altri LA PAURA

Trasformala in alleata per stare meglio

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LA GIOIA

Assapora i tuoi momenti 107

di felicità

L’AMORE

Proteggi le emozioni 115

più intense CONCLUSIONI

Stai imparando a convivere con le tue emozioni 135

Non trattenere le emozioni

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INTRODUZIONE

Le emozioni sono la voce dell’anima

“S

cusatemi ma sono molto emotivo”. Quante volte ci capita di giustificare con imbarazzo il nostro

stato di agitazione? Come se emozionarsi fosse quasi una colpa, la confessione di una debolezza, il fallimento della capacità di autocontrollo. Ma che ruolo hanno le emozioni nella vita di ogni giorno? A volte si ha l’impressione che siano scomode interferenze, una sorta di eredità della nostra parte primitiva di cui vorremmo liberarci, perché ci complica la vita. Altre volte invece si ha la sensazione che siano loro a condurre il gioco, a dominarci del tutto, trasformandoci in banderuole in balia di un vento capriccioso e volubile. Oppure paralizzando alla radice ogni nostra iniziativa, facendoci girare a vuoto. Una cosa però è certa: delle emozioni non possiamo fare a meno. Se per un’ipotesi assurda poNon trattenere le emozioni

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INTRODUZIONE

tessimo del tutto azzerarle, diventeremmo robot programmati a compiere gesti efficienti, ma senz’anima. Questo libro non si propone di insegnare a “gestire” le emozioni come si gestiscono le risorse di un’azienda e neppure a diventare più freddi. L’obiettivo che ci poniamo non è di tenere a bada strategicamente le emozioni ma di fare la loro conoscenza, di diventare più “intimi”. Solo avvicinandosi ad esse si può imparare a non temerle e a riconoscerle per quel che sono: la voce dell’anima, un sussurro che diventa un rimbombo assordante quando ci tappiamo le orecchie per non sentirle. Le emozioni che tanto ci mettono in imbarazzo e in difficoltà sono energie potenzialmente costruttive, a patto che vengano vissute consapevolmente.

Non tenerle a distanza: ti servono! Immaginiamo che dentro di noi ci sia una sorgente di acqua pura; se trova canali e vie aperte diventerà linfa per irrigare il terreno, se invece gli argini che la contengono sono troppo rigidi o costrittivi, rischierà di trasformarsi in una forza ostile che allaga la terra anziché nutrirla. Alle emozioni, dunque, non dobbiamo mai sbarrare la strada: qualsiasi ostacolo o deviazione fa sì che l’energia ristagni, generando malattie somatiche o depressione. Oppure potrebbe straripare, causando at8

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tacchi di panico o somatizzazioni acute. Dobbiamo allenarci a vivere le emozioni nel modo più naturale, come fanno i bambini che possono piangere e subito dopo ridere. Che vuol dire viverle secondo natura? Vuol dire non contrastarle, non cercare di correggerle, di domarle, di nobilitarle, di trattenerle, di camuffarle… il che non significa dire subirle né tantomeno esserne in balia.

L'obiettivo FAR DIALOGARE CUORE E CERVELLO Dalle emozioni c’è sempre qualcosa da imparare, sono cartelli stradali che ci indicano la direzione da prendere, quella da non imboccare… Bisogna seguirli con fiducia: l’acqua va sempre verso il mare, allo stesso modo ogni emozione può condurci all’oceano di forze primordiali che esiste dentro di noi, una miniera di salute inesauribile. Per poterci fidare di ciò che sentiamo, dobbiamo prima imparare a riconoscerlo e ad accoglierlo nel modo giusto. I nostri consigli vi aiuteranno ad entrare in contatto con il mondo delle emozioni senza bloccarle e senza lasciarsene travolgere.

Non trattenere le emozioni

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ORIGINI E FUNZIONI

Non sono forze ostili o pericoli da evitare Iniziamo a osservare da vicino le emozioni e a scoprire qualcosa di più su di esse, ma soprattutto cominciamo a liberarle dalle definizioni ambigue ed errate che ce le rappresentano o come un nemico da cui guardarci le spalle oppure come l’oscuro oggetto del nostro desiderio. Non sono né l’uno né l’altro: se comprendiamo la loro origine e la loro funzione evolutiva possiamo superare la diffidenza e il timore che ce le fanno percepire come forze ostili e distruttive, armi a doppio taglio.

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Lo psicologo in tasca


Quante e quali sono le emozioni? Le emozioni sono nate con l’uomo; quelle di base, ossia quelle innate, si ritrovano e che si riconoscono in qualsiasi essere umano, a prescindere da razza, cultura, tempo e luogo. Sono otto: gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia, anticipazione. Esse non hanno bisogno di essere apprese, un programma genetico ci predispone a manifestarle in determinate occasioni o di fronte a certi stimoli.

Le emozioni complesse nascono dalla combinazione di quelle di base Ogni emozione può avere un’ intensità diversa; la rabbia, ad esempio può insorgere all’inizio come semplice irritazione e sfociare in una vera e propria furia o ira. Dall’unione delle diverse emozioni di base e dall’interazione di queste ultime con l’esperienza si ottengono emozioni più raffinate e complesse. Gioia e fiducia compongono il mix che contraddistingue l’amore; se invece la fiducia si unisce alla paura avremo come conseguenza la sottomissione; la tristezza e il disgusto insieme danno origine al rimorso oppure al senso di colpa; rabbia e anticipazione formano invece la base dell’aggressività, mentre anticipazione e gioia creano l’ottimismo. Non trattenere le emozioni

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ORIGINI E FUNZIONI

A cosa servono? La natura non fa mai nulla a caso, le emozioni hanno una precisa funzione evolutiva: esse nascono come dispositivo di adattamento alla realtà e potente spinta istintiva che ci induce a mettere in atto i comportamenti che ci consentono di sopravvivere e di perpetuare la specie. Senza queste reazioni immediate e innate non potremmo scappare di fronte a un pericolo (paura, disgusto), ricercare e coltivare una passione, un interesse, una relazione (gioia) ma neanche mangiare o fare l’amore. Non potremmo esplorare e conoscere qualcosa di nuovo (sorpresa, anticipazione), non potremmo superare il lutto o le esperienze dolorose (tristezza), né difenderci dagli attacchi (rabbia). Le emozioni servono, però, anche a comunicare agli altri quel che ci accade dentro. Non a caso, le espressioni mimiche che manifestano le emozioni sono innate, prescindono dalla cultura e dall’apprendimento per imitazione, tant’è che vengono messe in atto anche da bambini nati ciechi.

Da dove vengono? Nel linguaggio popolare le emozioni scaturiscono dal cuore, da quel nucleo istintivo che sentiamo dentro di noi, nelle profondità del corpo, nei visceri, negli organi interni… E una ragione c’è: le emozioni sono quanto di 14

Lo psicologo in tasca


più fisico possiamo provare, per esprimersi esse passano direttamente dal corpo e parlano il suo linguaggio: gambe che tremano, mani che sudano, pelle d’oca, cuore in gola, capelli che si rizzano, fegato che scoppia, pancia che borbotta… La sede delle emozioni, però, come ebbe a precisare già nell’antichità il medico Ippocrate, non è il muscolo cardiaco ma il cervello. Gli studi moderni le identificano in particolare in una precisa area definita sistema limbico, la parte più antica del cervello, sede degli istinti che regolano la sopravvivenza e centralina di elaborazione dei comportamenti emotivi.

EMOZIONI, STATI D’ANIMO, SENTIMENTI: CHE DIFFERENZA C’È? - Che cos’è uno stato d’animo? È un’emozione dai toni moderati che tende a stabilizzarsi nel tempo. La tristezza, la serenità, l’attesa fiduciosa ne sono esempi. I sentimenti invece implicano maggiore stabilità e inclinano verso comportamenti e schemi che tendono a mantenersi nel tempo; l’odio ad esempio è più complesso e stabile della rabbia e si alimenta di ragionamenti (“è colpa sua se sto male”), convinzioni (“non ci si comporta così”) e ricordi: (“lui ha fatto, io gli avevo detto…”).

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Che cosa ci guadagniamo a “riprenderci” le emozioni?

M

ollare il controllo non è mai facile, e istintivamente capita di temere che diventare più emotivi, o me-

glio lasciare spazio alle emozioni, significhi, di fatto, complicarsi la vita. Ma per smontare questa sensazione basta riflettere sui vantaggi che una più fluida emotività ci offre. Alcuni di questi sono insospettabili e smentiscono molte false convinzioni.

Serve a migliorare la capacità di ragionare Non è vero che le emozioni ci offuscano la mente; l’intelligenza più sottile è quella nutrita dall’intuito, dall’attenzione alle sfumature, dalla capacità di tenere in conto fattori di diverso tipo, compresi quelli irrazionali. Se pensiamo alle persone dotate e intelligenti di cui abbiamo una profonda stima e ammirazione, ci renderemo conto che non sono affatto fredde e insensibili, ma che uniscono all’acume intellettivo la sensibilità che deriva dalle percezioni emotive.

I rapporti con gli altri diventano più facili Se ci affidiamo a ciò che sentiamo, piuttosto che a idee o aspettative astratte, ci verrà più facile scegliere chi Non trattenere le emozioni

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ORIGINI E FUNZIONI

avvicinare e chi tenere a distanza, essere più assertivi con i figli, riuscire a indovinare i desideri di chi ci sta accanto, dire le parole giuste e tacere quelle che generano malintesi e conflitti. Le emozioni sono una guida indispensabile nella relazione con gli altri; se dovessimo affidarci solo alla ragione avremmo solo rapporti strumentali e manipolativi, fondati su calcolo e competizione.

Si rinforza l’autostima Non è vero che essere emotivi vuol dire essere fragili, più esposti alle fregature e alle sconfitte. Padroneggiare le proprie emozioni, riuscire a imparare da ciò che ci insegnano o ci rivelano, vuol dire conoscersi meglio e anche apprezzarsi di più. L’emotività che ci fa pensare di essere dei patetici sentimentali non è sbagliata in sé ma vissuta in maniera distorta.

L’innamoramento dura più a lungo Nella vita di coppia e nella sessualità le emozioni sono irrinunciabili; ciò che ricerchiamo dell’innamoramento, in fondo, è la tempesta emotiva che ci travolge piacevolmente. Sapere vivere le emozioni vuol dire evitare di bruciarle, lasciarle spegnere, travisarle. Un’emotività che circola fluida è combustibile puro per una coppia, un antidoto contro noia, calo del desiderio, tradimento. 22

Lo psicologo in tasca


Il lavoro si arricchisce di nuovi stimoli Lucidità, competenza, capacità... sono abilità che nel lavoro servono, certo, ma serve anche l’entusiasmo, la curiosità, la capacità di lavorare in gruppo, di saper prendere un capo intrattabile, scambiare informazioni e aiuto, tenere a bada la frustrazione. Questo non si ottiene con atteggiamenti corazzati e freddi, né spremendosi le meningi, ma lasciando spazio alle emozioni.

Troviamo soluzioni più creative In una ricerca sperimentale alcuni soggetti con lesioni al lobo limbico, che avevano del tutto integre le facoltà di analisi dei dati, posti di fronte al compito di prendere facili decisioni, si rivelavano incapaci di farlo. Perché? Perché ciò che ci porta a fare le scelte giuste, senza ripensamenti, non è solo la ragione ma un complesso intreccio di fattori logici ed emotivi, irrazionali.

Più salute e cervello sempre giovane Equilibrio emotivo vuol dire minor rischio di malattie psicosomatiche, disturbi dell’umore, ansia, depressione, attacchi di panico. Una vita emotiva ricca è anche una garanzia che il cervello resti giovane; se si mantengono vivi interessi, curiosità, relazioni e sessualità diminuisce il rischio di patologie coronariche e degenerative. Non trattenere le emozioni

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