La seduzione di Narciso - Indice e Introduzione

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Ricerche e Contributi in Psicologia

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Arianna Nardulli

La seduzione di Narciso Narcisismo e Disturbo Narcisistico di PersonalitĂ Una analisi differenziale

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Indice

Introduzione Il mito

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1° PAR TE A NALISI CRITICA

DEGLI STUDI PSICODINAMICI SUL NARCISISMO

Capitolo 1 Il narcisismo secondo il modello pulsionale: la visione psicoanalitica classica

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Il periodo che precede Freud: breve digressione storica "Introduzione al narcisismo" Lo sviluppo dell'Io e dell'Ideale dell'Io Il narcisismo come autostima o sentimento di sé Il narcisismo secondario La vita amorosa Freud dopo il 1914: la seconda topica Il trattamento dei pazienti narcisistici Studi critici Il narcisismo come "corazza caratteriale": Wilhelm Reich Note

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RICERCHE E CONTRIBUTI IN PSICOLOGIA

Capitolo 2 La dinamica narcisistico-relazionale: psicologia dell'Io e delle relazioni oggettuali Il narcisismo e i confini dell'Io: Tausk e Federn La scuola britannica delle relazioni oggettuali: Fairbairn Balint: l'amore primario Il narcisismo nel pensiero di Donald Winnicott La corrente kleiniana Il contributo di Herbert Rosenfeld Il narcisismo distruttivo L’identificazione proiettiva e il problema del contenimento Il trattamento: fattori terapeutici e antiterapeutici La reaione terapeutica negativa del paziente narcisista La scuola americana della Psicologia dell'Io: Hartmann e Jacobson L'inflazione narcisistica del Sé: Karen Horney L'autismo come forma estrema di narcisismo Note

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Capitolo 3 Il narcisismo grandioso nel pensiero di Otto Kernberg Analisi strutturale: il Sé grandioso Descrizione clinica della personalità narcisistica Il narcisismo normale e patologico Classificazione delle diverse costellazioni narcisistiche Il trattamento: implicazioni teoriche e tecniche Le fasi del trattamento Analogie e differenze tra il disturbo narcisistico e l'organizzazione borderline Brevi accenni alla polemica Kernberg-Kohut Note

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LA SEDUZIONE DI NARCISO

Capitolo 4 Il narcisismo come deficit evolutivo: la psicologia del Sé La psicologia del Sé Il narcisismo: teoria dell'arresto evolutivo Lo sviluppo del Sé bipolare La rabbia narcisistica La diagnosi differenziale Il trattamento dei disturbi narcisistici di personalità: considerazioni preliminari Il ruolo fondante dell'empatia nel processo analitico La critica al concetto di empatia I transfert narcisistici (d'oggetto-sé) Le trasformazioni del narcisismo patologico Le due analisi del Signor Z Il dibattito Kernberg-Kohut Una critica alla dicotomia Kernberg-Kohut Ricerca empirica sulla validità dei modelli di Kernberg e di Kohut nel trattamento del disturbo narcisistico di personalità Gli sviluppi post-kohutiani della psicologia del Sé Note

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Capitolo 5 Il narcisismo negativo:la corrente psicoanalitica francese

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La pulsione di morte nella teoria di Freud André Green: il narcisismo negativo e il genere Neutro Il "lavoro del negativo" nel processo psicoanalitico greeniano Configurazioni modali narcisistiche Il complesso della madre morta

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Il narcisismo morale e corporeo La dimensione del desiderio: Jacques Lacan Il narcisismo come istanza metapsicologica: Béla Grunberger La "luna di miele" analitica e il conseguente processo di maturazione terapeutica Il significato della violenza primordiale in Jean Bergeret Gli stati limite: aspetti genetici ed evolutivi I caratteri narcisistici Note

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2° PAR TE I L DISTURBO

NARCISISTICO DI PERSONALITÀ : UNA SFIDA TERAPEUTICA NELLA CLINICA PSICOANALITICA CONTEMPORANEA

Capitolo 6 Diagnosi clinica e classificazione nosografica del disturbo narcisistico di personalità La diagnosi clinica del NPD I due sottotipi di disturbo narcisistico Drew Westen: una prospettiva empirica La Narcissistic Personality Inventory Il disturbo narcisistico di personalità nella prospettiva del DSM Sottotipi narcisistici Il narcisismo nel ciclo di vita La diagnosi differenziale: studi di comorbilità Correlazione tra la patologia narcisistica e i disturbi di personalità dell'Asse II (DSM-IV) Disturbo narcisistico di personalità in pazienti con disturbi dell'Asse I

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LA SEDUZIONE DI NARCISO

Narcisismo e disturbi dell'alimentazione Note

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Capitolo 7 Il disturbo narcisistico nel dibattito psicoanalitico contemporaneo

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Il "bozzolo" narcisistico Le tre fasi del processo psicoanalitico La cornice psicoanalitica come spazio potenziale Stati narcisistici di squilibrio mentale I seguaci del modello kleiniano I "rifugi della mente" Donald Meltzer: l'identificazione adesiva Il narcisismo relazionale: la dinamica sadomasochistica Il narcisismo come deviazione dallo stato ideale di benessere Il principio dell'"atto emotivo" di Symington Note

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Capitolo 8 Approcci attuali nel trattamento della patologia narcisistica

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La trasformazione del carattere narcisistico promossa dalla terapia analitica di matrice junghiana Il "copione di vita" narcisistico nell'analisi transazionale L'orientamento cognitivo: le tecniche di Beck e Freeman La "terapia focalizzata sugli schemi" La psicoterapia di gruppo Il trattamento della coppia narcisistica L'approccio bioenergetico di Lowen Note

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Capitolo 9 Impasse e crisi di percorso. Il narcisismo del terapeuta Il fenomeno dell'impasse nel processo analitico Impasse e condizione narcisistica: l'angoscia del cambiamento Il modello relazionale del paziente narcisistico L'impasse derivante dalle reazioni controtransferali dell'analista Il narcisismo dell'analista La violazione dei confini analitici Il narcisismo: una sfida terapeutica sempre aperta Note

Bibliografia

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Introduzione

Narcisismo o disturbo narcisistico di personalità? A tale interrogativo, che scorre sottile lungo le pagine che seguono, tenterò di fornire una risposta attraverso il rifiuto di una dicotomia rigorosa e la definizione di una linea di continuità tra l’aspetto sano del narcisismo, presupposto imprescindibile per lo sviluppo del senso di identità, e il disturbo narcisistico di personalità, condizione patologica con una costellazione variegata di sintomi caratteristici. Il narcisismo verrà considerato come un elemento fondante nella strutturazione della personalità, con i suoi risvolti normali o patologici. Alla dimensione narcisistica, riconosciuta come componente ineliminabile dell’individualità, verrà restituita la dignità di istanza metapsicologica. Il libro si propone di offrire una chiave di lettura il più possibile omnicomprensiva del fenomeno narcisistico, al fine di evidenziarne la sua essenza multidimensionale, che si esplica in una grande varietà di manifestazioni caratteriali e di configurazioni sintomatiche. L’analisi delle più disparate correnti psicoanalitiche che si sono avvicendate nel tentativo di enucleare il fondamento narcisistico della

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personalità mi consentirà di suffragare, con il costante supporto di significativi frammenti clinici, l’assunto centrale in merito alla funzione strutturante della dimensione narcisistica all’interno dell’assetto psichico individuale. Il narcisismo, in quanto fattore centrale nell’organizzazione della personalità, consente il dispiegarsi dell’identità personale, unica e irripetibile. Si tratta di una componente talmente distintiva nell’economia psichica di ogni singolo individuo da risultare difficilmente afferrabile nella sua impenetrabile essenza. L’obiettivo principale del presente volume è quello di offrire una visione trasversale sia delle diverse forme in cui si dipana la dimensione narcisistica all’interno dell’apparato psichico individuale, forme che in taluni casi si confondono con le più svariate patologie psichiche, sia dei molteplici orientamenti terapeutici, i cui aspetti peculiari garantiscono un approccio globale al trattamento del disturbo narcisistico di personalità. Il narcisismo è, infatti, una dimensione talmente peculiare nella costituzione di ogni singola personalità che sfugge sia a una definizione univoca e restrittiva, sia a qualsiasi forma di trattamento precostituito. E’ questo uno dei motivi per cui la patologia narcisistica mette continuamente in discussione l’efficacia e l’identità stessa della terapia psicoanalitica. Per quanto ogni terapeuta si sforzi di adottare metodi di cura sempre più mirati, è costretto inderogabilmente a scontrarsi con la supremazia dell’assetto narcisistico, che non potrà mai essere estirpato completamente dal nucleo della personalità. Il narcisismo costituisce, d’altro canto, un potente motore di sviluppo, non esclusivamente da un punto di vista soggettivo, ma anche nell’ambito della clinica psicoanalitica. L’inespugnabilità del mondo narcisistico risulta infatti uno stimolo efficace per affinare strategie terapeutiche sempre più adeguate alla specificità di ogni singolo individuo. La disamina delle maggiori tecniche terapeutiche metterà in luce come ogni metodo disponga di un proprio caratteristico raggio d’azione, che rende possibile adottare terapie “su misura”, sulla base delle peculiari esigenze di ogni soggetto. Pur non trascurando l’apporto esclusivo di ciascuna strategia d’intervento, giungerò alla conclusione che tutti i trattamenti necessitano sempre, per essere

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compiuti ed efficaci, di una comprensione psicodinamica del vissuto soggettivo del paziente narcisistico, da cogliere nel suo profondo significato esistenziale. Mentre, da un lato, metterò in luce la natura inaccessibile del disturbo narcisistico di personalità, da curare con i più sofisticati strumenti psicoanalitici, dall’altro cercherò di salvaguardare il potenziale costruttivo del nucleo narcisistico soggettivo, portatore di un ricco universo interiore di creatività e di saggezza. Il volume è suddiviso in due parti principali, volte a differenziare la pluralità di prospettive teoriche e cliniche indispensabili per una lettura omnicomprensiva di un fenomeno psichico, quale è il narcisismo, talmente ampio e sfaccettato da non poter essere ricondotto a una semplice interpretazione unilaterale. Da un lato, esaminerò l’evoluzione storica degli studi psicoanalitici intorno al controverso tema del narcisismo, dall’altro, prenderò in considerazione il dibattito attuale in ambito terapeutico e le frustrazioni o i fallimenti, ma anche le possibilità innovative, a cui va incontro la clinica psicoanalitica nel momento in cui si accinge a trattare il disturbo narcisistico di personalità. Nella prima parte prenderò in esame i diversi filoni interpretativi in cui è stato inscritto il fenomeno narcisistico, a partire dagli studi freudiani, ancorati a un modello pulsionale della psiche, passando attraverso le successive ricerche psicoanalitiche, basate sulla Psicologia delle relazioni oggettuali e sulla Psicologia del Sé, per approdare alle più recenti concettualizzazioni, miranti a mettere in risalto la centralità della dimensione narcisistica nella dinamica psichica individuale. Dalla revisione critica delle più rilevanti correnti psicoanalitiche, emerge come gli studi sul narcisismo si inseriscono nella classica dicotomia presente in ambito psicodinamico tra il modello pulsionale della mente e quello relazionale. L’orientamento energetico-pulsionale di matrice freudiana definisce il narcisismo nei termini di investimento libidico dell’Io, secondo un’impostazione economica di distribuzione quantitativa della libido, che esclude l’influsso delle relazioni oggettuali.

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Pur considerando i limiti dell’interpretazione fornita da Freud, cercherò di sottolineare la valenza rivoluzionaria dell’introduzione del concetto di narcisismo nel sistema metapsicologico freudiano. Il concetto di narcisismo segna il passaggio da una teoria pulsionale, fondata sulla dialettica tra pulsioni dell’Io (o di autoconservazione) e pulsioni sessuali, a una Psicologia dell’Io, contraddistinta dall’alternarsi tra libido dell’Io e libido oggettuale, che culminerà nella teoria strutturale, caratterizzata dalla dialettica tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. Il narcisismo primario viene quindi ritenuto da Freud come uno stadio normale dell’evoluzione libidica, fondamentale per la nascita di un Io psichico e per lo sviluppo del senso di identità. Esso si distingue dal narcisismo secondario, contrassegnato dal ritiro della libido dal mondo esterno e da un suo reinvestimento sull’Io. L’originario investimento libidico dell’Io ricompare nelle diverse fasi della vita o nell’istanza dell’Ideale dell’Io, a cui il soggetto aspira perennemente a conformarsi, oppure sotto forma di narcisismo secondario, con i suoi aspetti normali e patologici, tra cui la schizofrenia. Con la seconda topica, Freud non considera più il narcisismo come un fattore strutturante nell’economia psichica, bensì nei termini di una regressione a uno stato primordiale, anoggettuale. Freud, tuttavia, non adatta la sua teoria del narcisismo al nuovo dualismo pulsionale. Sarà André Green, fedele interprete della lezione freudiana, ad ampliare l’area delle manifestazioni narcisistiche, includendovi le forme negative. Pur essendo il capostipite di un vasto movimento di riflessioni psicoanalitiche sulla tematica del narcisismo, Freud subisce aspre critiche e sostanziali modificazioni. Alla sua concezione intrapsichica del narcisismo, fondata su un modello economico della mente, si contrappone una visione relazionale, che colloca le tendenze narcisistiche della personalità all’interno di una dialettica interazionale. In linea con i mutamenti della psicoanalisi post-freudiana, i massimi esponenti della psicologia delle relazioni oggettuali presentano nuove teorizzazioni sul concetto di narcisismo, che mettono in primo piano l’influenza del contesto ambientale nella genesi dell’inclinazione narcisistica individuale. Le teorie di Fairbairn, Tausk, Federn, Balint,

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Winnicott, solo per citare alcuni esempi, postulano l’esistenza, sin dai primordi della vita psichica, di un Io arcaico in rapporto fusionale con l’ambiente. Il narcisismo infantile, non più riduttivamente definito come un investimento libidico dell’Io, si rivolge ora a un “Io egocosmico” (Federn), che assimila il mondo esterno. L’asserzione di Federn, secondo cui gli investimenti oggettuali sono perennemente connotati da una matrice narcisistica, si addice al presente studio, che si propone di evidenziare la presenza costante di un fondamento narcisistico in qualsiasi interazione e attività umana. Le osservazioni cliniche di Balint e di Winnicott confermano la veridicità dell’esperienza relazionale primigenia, la cui inadeguatezza produce nella psiche immatura del bambino una reazione difensiva con connotati narcisistici, tesa al recupero dell’armonia primaria. Le variazioni apportate da Winnicott al trattamento analitico tradizionale si riveleranno di cruciale importanza nelle successive ricerche cliniche sull’applicabilità della psicoterapia psicodinamica al disturbo narcisistico di personalità. Winnicott crea intorno al paziente un ambiente di holding, indispensabile per la maturazione di un Sé bloccato. Il principio del contenimento analitico costituisce il presupposto della psicoterapia supportiva, incentrata sul metodo empatico, che verrà impiegata da Kouht nella cura dei pazienti narcisistici. Prendendo spunto dalle concezioni teoriche e cliniche degli psicologi delle relazioni oggettuali, si può dimostrare che il narcisismo primario sottende sempre un fondamento relazionale, configurandosi come l’anelito più profondo dell’essere umano a ristabilire la simbiosi originaria. La componente narcisistica della personalità non può pertanto essere considerata una dimensione solipsistica, in quanto nasce e si evolve in una continua dialettica relazionale. Il tentativo di conciliare l’orientamento pulsionale con quello relazionale induce Melanie Klein a considerare il disturbo narcisistico come una fissazione a uno stadio precoce, schizoparanoide, dominato da meccanismi di difesa primitivi, quali la scissione e l’identificazione proiettiva, che preservano il soggetto dalle forze distruttive innate. Ispirandosi alla dottrina kleiniana, Rosenfeld formula una

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concezione originale della patologia narcisistica, introducendo l’esistenza di una modalità distruttiva di narcisismo, connessa alla pulsione di morte. Assegnando all’identificazione proiettiva un ruolo peculiare nel decorso analitico, Rosenfeld giunge a elaborare un metodo specifico per il trattamento dei disturbi narcisistici. La psicoterapia rosenfeldiana integra la tecnica classica dell’interpretazione con la funzione empatica di contenimento svolta dall’analista. L’utilizzo associato del metodo interpretativo e di quello supportivo garantisce un approccio terapeutico articolato alla patologia narcisistica, così complessa e variegata. Con la differenziazione tra l’Io e il Sé introdotta da Hartmann, esponente principale della Psicologia dell’Io, il narcisismo viene ridefinito nei termini di un investimento libidico del Sé. In antitesi con la struttura psichica dell’Io, il Sé ingloba la totalità della persona, conferendole un senso di coesione, continuità e stabilità dei confini. L’esposizione dei contributi post-freudiani allo studio del narcisismo mette in luce l’importanza dei fattori interazionali primari nell’evolversi del narcisismo patologico, dominato da modalità relazionali patogene. Il riconoscimento del ruolo determinante svolto dal contesto familiare nello sviluppo dell’individuo svincola il soggetto narcisistico dalla predeterminazione dei fattori pulsionali innati. A causa delle disparate vicende ambientali, la patologia narcisistica, pur mostrando caratteristiche cliniche sostanzialmente uniformi, si estrinseca in una molteplicità di forme e di tratti caratteriali che contraddistinguono l’unicità dell’esperienza soggettiva. L’orientamento relazionale, individuando l’origine del disturbo narcisistico nel fallimento empatico delle prime cure parentali, appare in linea con gli obiettivi del presente libro, che mira a porre in primo piano la rilevanza della matrice relazionale, sia nello sviluppo del narcisismo patologico, sia nel successivo processo di cura. Il cambiamento di prospettiva da una visione prettamente energetico-pulsionale a un approccio relazionale apre le porte alle rivoluzionarie riflessioni di due dei maggiori studiosi del fenomeno narcisistico: Kernberg e Kohut. Kernberg sostiene che il narcisismo si struttura in rapporto sia alle pulsioni, sessuali e aggressive, sia alle relazioni oggettuali

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interiorizzate. Egli definisce il Sé grandioso come una condensazione patologica del Sé reale, del Sé ideale e dell’oggetto ideale, una formazione difensiva contro immagini primitive del Sé, derivante da un lato, da un eccesso di aggressività orale innata, dall’altro, da una storia familiare di eccessive frustrazioni. Questa duplice eziologia del disturbo narcisistico si ricollega all’ambizioso tentativo di Kernberg di integrare il modello strutturale della Psicologia dell’Io con l’orientamento relazionale, al fine di dar vita a un complesso sistema metapsicologico in grado di afferrare l’enigmaticità del disturbo narcisistico, globalmente considerato nei suoi aspetti dinamici, genetici e strutturali. Kernberg avvalora il suo rigoroso impianto metapsicologico con una chiara descrizione fenomenologica della personalità narcisistica, nelle sue espressioni normali e patologiche. La discriminazione operata da Kernberg tra diversi livelli di narcisismo patologico, ordinati in base alla loro gravità, risulta di cruciale interesse ai fini di questo studio, in quanto colloca la dialettica narcisistica all’interno di un continuum, che si estende da un narcisismo normale, sotteso da un enorme potenziale creativo, a un vero e proprio disturbo di personalità, con evidenti connotati autodistruttivi. Il trattamento psicoanalitico modificato, o terapia espressiva, auspicato da Kernberg presuppone un’accurata valutazione diagnostica, capace di discriminare la psicopatologia narcisistica dal disturbo borderline, nonostante le loro numerose affinità. Kernberg indica le modalità di trattamento consone a ogni singolo caso, spaziando dal polo supportivo a quello espressivo/interpretativo. Tuttavia, la preminenza della tecnica interpretativa nella cura dei pazienti narcisistici entrerà in stridente conflitto con la strategia supportivo/contenitiva propugnata da Kohut. In opposizione alla teoria strutturale di Kernberg, Kohut ritiene che l’eziologia del disturbo narcisistico non risiede in un conflitto intrapsichico, bensì in un precoce fallimento ambientale. Kohut, artefice della Psicologia del Sé, descrive il Sé grandioso come una fissazione alle due grandi configurazioni narcisistiche infantili: il Sé grandiosoesibizionistico e l’imago parentale idealizzata, fissazione derivante dall’inadeguatezza delle figure primarie di accudimento (oggetti-sé). La

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Psicologia del Sé costituisce un asse portante nell’evoluzione degli studi psicoanalitici sul narcisismo. La teoria dell’arresto evolutivo, inteso come deficit nell’organizzazione del Sé, si contrappone all’ipotesi del conflitto dinamico, attivando un acceso dibattito tra i fautori dell’approccio terapeutico di Kernberg, incentrato sull’interpretazione dei conflitti inconsci, e i seguaci della Psicologia del Sé di Kohut, che individua nell’atteggiamento empatico dell’analista lo strumento terapeutico essenziale per colmare le lacune evolutive del paziente narcisistico. Kohut elabora una forma di trattamento supportiva, in cui l’empatia, nel significato jaspersiano di Einfühlung, costituisce il vero artefice del cambiamento, in quanto consente una partecipazione affettiva alla vita psichica degli altri, che viene colta per immedesimazione. Secondo l’orientamento multidimensionale propugnato in questo saggio, occorre superare la sterile dicotomia tra un trattamento meramente interpretativo, come quello auspicato da Kernberg, e una tecnica supportiva, di stampo kohutiano. La realtà clinica impone di adottare una prospettiva integrata, in cui gli elementi basilari di entrambe le tecniche possano essere utilizzati in maniera flessibile a seconda delle specifiche esigenze di ciascun paziente. L’approccio empatico si rivela, ad esempio, di cruciale importanza nella fase iniziale della cura, per creare una solida alleanza terapeutica. Successivamente, la tecnica interpretativa può aiutare il paziente a prendere coscienza delle sue difficoltà relazionali e della sua aggressività latente. Per supportare scientificamente la disputa Kernberg-Kohut, farò riferimento a una ricerca empirica (Glassman, 1998), finalizzata ad attestare la validità delle componenti basilari di entrambe le tecniche, pur stimando il modello kohutiano come un aspetto particolare all’interno del generale sistema di Kernberg. La visione ottimistica di Kohut nei confronti delle risorse produttive del narcisismo sano suffraga l’ipotesi, più volte esposta in questo libro, del valore adattivo della spinta narcisistica nel cammino esistenziale dell’individuo. La dimensione narcisistica della personalità assume, nell’opera di Kohut, una valenza universale, e non esclusivamente

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patologica, nello sviluppo di un Sé maturo e coeso, in stretta interazione con l’ambiente circostante. La cura psicoanalitica viene considerata da Kohut come lo strumento privilegiato per trasformare le energie narcisistiche arcaiche in configurazioni psichiche mature, quali la creatività, l’empatia, l’umorismo, la capacità di riconoscere la caducità umana e, infine, la saggezza, meta suprema dell’esistenza umana. La natura complessa e sfaccettata della patologia narcisistica vede ai suoi estremi una forma altamente positiva e una estremamente negativa. Uno degli obiettivi primari di questo lavoro è quello di rivalutare e salvaguardare l’aspetto più propriamente positivo del narcisismo, che, depurato dai suoi risvolti autodistruttivi, consente il dispiegarsi di energie costruttive, con un enorme potenziale creativo, portando a notevoli realizzazioni sociali. Le risorse produttive del narcisismo assumono un valore adattivo nel cammino esistenziale dell’individuo, in quanto fonti continue di autostima e di assertività. D’altra parte, la presenza di una modalità distruttiva di narcisismo, connessa alla pulsione di morte, è stata rilevata sia in ambito terapeutico, attraverso l’esperienza clinica di Rosenfeld con pazienti molto regrediti, sia da un punto di vista teorico, con la teoria dualistica elaborata da André Green. Il sistema dualistico di Green prevede la coesistenza, da un lato, di un narcisismo di vita, all’origine della formazione dell’identità, dall’altro, di un narcisismo di morte, che anela all’annullamento totale dell’individualità. Su un piano speculativo, Green definisce il narcisismo di morte come una tendenza innata, derivante dalla pulsione di morte, a ridurre l’investimento libidico al livello zero. Il narcisista opera un disinvestimento totale della relazione oggettuale in quanto, secondo la dinamica del desiderio, l’oggetto si profila sempre come un oggetto di mancanza. Il lavoro del negativo accompagna l’intero processo analitico, data l’impossibilità del paziente narcisistico di instaurare una solida relazione transferale. Nonostante la sua prevalente coloritura negativa, la dinamica narcisistica conserva, secondo Green, un inequivocabile potere strutturante all’interno dell’apparato psichico.

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Green evidenzia la realtà variegata del narcisismo, il quale percorre l’intero spettro della personalità, nelle sue espressioni positive e negative. La struttura narcisistica di fondo si offre infatti all’osservazione clinica attraverso una serie di configurazioni modali, che vanno dal narcisismo intellettuale e anale, a quello morale e corporeo, dove si assiste a un annullamento totale di tutte le tensioni vitali. Con l’opera di Grunberger, il nucleo narcisistico della personalità viene ricondotto alle sue origini elazionali, prenatali, assurgendo così alla dignità di istanza metapsicologica, in quanto elemento fondante nello sviluppo della personalità e del processo analitico. Il narcisismo viene così riportato alle sue radici ideali, simboleggiate dall’anelito insito in ogni essere umano a recuperare la situazione prenatale, luogo di origine e di ritorno, al di là del tempo e dello spazio. L’emergere della modalità narcisistica nei termini di una regressione a uno stato elazionale rappresenta il primum movens del processo analitico e assume un ruolo preponderante nell’articolazione dell’Io. Conferendo alla psicoanalisi tutta la sua portata originaria, il pensiero di Grunberger rivela uno straordinario spessore umano e filosofico. La classificazione di diversi caratteri narcisistici compiuta da Bergeret pone implicitamente in risalto la sovrapponibilità diagnostica tra il disturbo narcisistico di personalità e altre patologie psichiche, connessione che verrà avvalorata dalle attuali ricerche empiriche di comorbilità. Nella seconda parte del volume, la natura trasversale del narcisismo trova una più completa esplicazione, con riferimento sia alla diagnosi clinica e differenziale, sia alla molteplicità di orientamenti terapeutici. La complessità del vissuto narcisistico si manifesta in maniera evidente in sede diagnostica, essendo il disturbo narcisistico irriducibile a criteri diagnostici rigorosi e circoscritti, come quelli previsti dalla psichiatria fenomenologica. Da una generale panoramica dei principi diagnostici discriminanti relativi al disturbo narcisistico di personalità (NPD), emerge una netta distinzione tra la diagnosi clinica, frutto di attente osservazioni su

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pazienti narcisistici in trattamento analitico, e i criteri diagnostici del DSM-IV, spesso poco esaustivi rispetto alla molteplicità di configurazioni narcisistiche che si offrono all’osservazione clinica. La nosografia psichiatrica, attribuendo alla patologia narcisistica una rigida etichetta diagnostica, trascura la comprensione psicodinamica del vissuto soggettivo del paziente. Malgrado i limiti di un’impostazione descrittiva e fenomenologica, l’avvento del DSM ha favorito il consolidarsi di formulazioni diagnostiche sempre più sistematiche e attendibili, nonché di ricerche psicometriche relative all’efficacia delle diverse tecniche terapeutiche e alla comorbilità tra vari disturbi psichici. La correlazione tra il disturbo narcisistico di personalità e altre patologie psichiche metterà ancora una volta in rilievo l’essenza multiforme del fattore narcisistico nell’assetto psichico individuale. Il narcisismo patologico, estrinsecandosi in una varietà di sintomi eterogenei e talvolta antitetici, mostra la sua intima natura contraddittoria e, al tempo stesso, trasversale, in quanto sembra percorrere l’intera gamma dei comportamenti umani. All’interno del dibattito psicoanalitico contemporaneo, il disturbo narcisistico verrà nuovamente osservato nelle sue implicazioni teoriche e, soprattutto, cliniche. Particolarmente esemplificativo risulta il contributo di Arnold Modell alla riformulazione del percorso analitico, che, se inserito in un adeguato setting di contenimento, permette al “bozzolo” narcisistico di schiudersi, immergendosi nel flusso temporale e nella corrente della vita. Sulla scia della tradizione kleiniana, alcuni autori analizzano l’organizzazione narcisistica sulla base del concetto di identificazione proiettiva. John Steiner, ad esempio, denomina “rifugi della mente” quelle costellazioni narcisistiche di personalità protette da strategie difensive ben organizzate, tese ad alleviare la distruttività interna e le angosce persecutorie. Cercando di penetrare nei misteri insondabili della mente umana, Steiner confida nelle potenzialità trasformative del lavoro analitico, capace di riattivare un percorso di crescita traumaticamente interrotto. Il nuovo modello della mente ipotizzato da Neville Symington restituisce al soggetto la responsabilità delle proprie condotte narcisistiche. L’opzione narcisistica si configura pertanto come una

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RICERCHE E CONTRIBUTI IN PSICOLOGIA

scelta dell’individuo, in grado, in qualunque momento della sua esistenza, di riprendere contatto con il mondo esterno. Symington indica gli aspetti altamente drammatici delle tendenze narcisistiche innate, che impediscono il consolidarsi di legami significativi tra gli esseri umani. Oltre al trattamento psicoanalitico, sono stati recentemente approntati nuovi metodi terapeutici, il cui spettro d’azione nei confronti della patologia narcisistica si estende dal nucleo affettivo a quello cognitivo, comportamentale, relazionale e psicosomatico. La terapia cognitiva, ad esempio, è indirizzata a riformulare gli schemi cognitivi disadattivi e le convinzioni irrazionali che dominano la struttura di personalità narcisistica. Si tratta di una modalità di trattamento veloce ed efficace, sebbene rischi di sottovalutare la portata del dinamismo psichico e affettivo inconscio. La psicoterapia di gruppo, d’altro canto, rispondendo ai bisogni di rispecchiamento e di approvazione del paziente narcisistico, può essere ricondotta, per certi versi, alla psicoterapia individuale, a cui peraltro viene spesso abbinata. L’approccio bioenergetico di Lowen, infine, identifica e cura il narcisismo patologico ponendo in primo piano la sfera somatica. Al termine di questo saggio, prenderò in considerazione il fenomeno dell’impasse analitica, derivante, da una parte, dall’ostilità del paziente narcisistico, refrattario a qualsiasi cambiamento, dall’altra, dalle reazioni controtransferali e dal narcisismo dell’analista. Il senso di depersonalizzazione sperimentato dal paziente narcisista di fronte a un eventuale cambiamento del proprio assetto psichico impone al terapeuta una riformulazione sia dei principi generali inerenti alla cura analitica sia della sua stessa identità professionale. Al cospetto di un paziente indifferente e imperturbabile, il terapeuta deve essere dotato di un estremo equilibrio per fronteggiare gli intensi vissuti controtransferali di noia, vuoto e frustrazione, e per reprimere le sue latenti tendenze narcisistiche, continuamente alimentate dall’esercizio della professione psicoanalitica. L’imperscrutabilità dell’universo narcisistico rappresenta un ostacolo il più delle volte insormontabile al progresso analitico,

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LA SEDUZIONE DI NARCISO

sospingendo il terapeuta in una condizione di impotenza, accompagnata dall’invalicabilità dei propri limiti umani. Per superare la sensazione devastante di annientamento psichico provocata dall’impassibilità del paziente narcisistico, la clinica psicoanalitica deve porsi alla costante ricerca di nuove vie, affinché la psicoanalisi non ristagni nel riflesso speculare della propria identità tendenzialmente narcisistica. Il disturbo narcisistico, per la sua natura impenetrabile, ha rappresentato in questi ultimi decenni una delle maggiori sfide terapeutiche, ma, allo stesso tempo, si è rivelato uno stimolo potente per affinare metodi di cura sempre più sofisticati ed estendere l’applicabilità della psicoanalisi ai disturbi psichici più gravi. Il narcisismo si configura pertanto come un potente motore di sviluppo, sia nell’evoluzione psichica individuale, sia nella conquista di nuove frontiere terapeutiche.

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