Civil War

Page 1



capitolo 1

Il Supereroe

Qualunque cultura esaudisce attraverso leggende, favole e racconti popolari una funzione mitopoietica, cioè tende a creare dei miti. A sua volta il mito si intreccia al sistema dei valori della società in cui si trova,si moltiplica, si diversifica, si replica fino a dissimulare completamente gli archetipi primigeni, contribuisce quindi alla riorganizzazione della realtà proponendosi come modello da seguire, medio proporzionale tra il regno del fantastico e quello del verosimile.1

Achille, Ettore, Ulisse, Teseo, Perseo, Eracle e molti altri sono i personaggi che si impara a conoscere fin dalle scuole elementari e si studiano nei licei. Personaggi che rientrano nel canone del mito, un genere narrativo, che ne descrive le gesta favolose, i viaggi in luoghi così distanti da sembrare altri mondi, che ne racconta le furibonde guerre, battaglie e duelli che li vedono scontrare l’uno contro l’altro. Eroi da eròe dal gr. er-òa, acc. di òròs = fèr-òs che ricongiungesi etimologicamente al sscr. vir-a eroe, forte e al lat. vir l’uomo vigoroso (v. “virile”). Nel greco classico la v è sostituita dall’aspirazione. Così chiamavansi presso gli antichi coloro che creduti nascere di una divinità e di un uomo, per forza prodigiosa o per gran numero d’illustri imprese divenivano celebri, ed ai quali dopo morti prestavansi onori divini, quali semidei. Poi valse uomo illustre e fuor del comune per valore e per straordinarie imprese di guerra, od anche per esercizio di grandi virtu.2

1 I. Baio, Supereroi: Araldica e simbologia dell’eroismo dai miti classici a Superman e The Authority, Tunuè, Latina, 2006, p. 11 2 O. Pianigiani, Vocabolario etimologico della lingua italiana, Roma, Albrighi e Segati, 1907.

9


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Gli Eroi sono archetipi, modelli insiti all’interno dell’uomo e immediatamente riconoscibili. L’Eroe è dotato di capacità superiori a quelle dell’uomo comune, come la super forza o un’intelligenza fuori dall’ordinario, che accettano sfide pericolose ed epiche. I Supereroi sono discendenti degli eroi classici, la trasposizione in chiave moderna delle avventure fantastiche che i già citati Ulisse e Teseo hanno vissuto, calati nella realtà in cui viviamo, circondati dalla Storia del nostro tempo. Il genere supereroico ha avuto fin dalle sue origini una connessione con il mondo del mito, tanto che molti autori e saggisti lo hanno definito una “moderna mitologia”3. Non solo molti dei primi supereroi dei fumetti erano perfette reincarnazioni degli eroi e degli dei greci o nordici, di cui è utile ricordare personaggi come Ercole, Ares, Thor, Loki, Flash (uno dei tanti personaggi che si ispiravano chiaramente a Mercurio) e molti altri (Figure 1,2,3), ma anche narrativamente parlando, il genere che stiamo analizzando condivide con il mito archetipi narrativi quali il viaggio e la prova. L’eroe si avventura fuori dal mondo della quotidianità in una regione di portenti sovrannaturali: forze favolose vengono affrontate e una battaglia decisiva viene vinta: l’eroe ritorna dalla sua avventura misteriosa con il potere di concedere aiuti ai suoi simili.4

Il mitologo Joseph Campbell definisce come monomito classico, l’archetipo narrativo alla base della maggior parte delle mitologie di tutto il mondo, archetipo che è riscontrabile anche nel panorama del comic book, infatti ogniqualvolta il supereroe indossa la maschera e va a combattere il supercriminale di turno, ripercorre simbolicamente il viaggio dell’eroe, e dopo la sua disfatta, la comunità gode di maggior sicurezza.5

1.1 Peculiarità del genere supereroico: la continuity Nel mito classico, l’eroe è protagonista di numerose avventure che spesso lo portano ad un’evoluzione, fino a quando non arriva la sua morte. R. Reynolds, Superheroes: A Modern Mythology, Jackson, Mississippi Press, 1992. J. Campbell, tr. it. L’eroe dai mille volti, Parma, Guanda, 2007. 5 Ibid. p. 93-100. 3 4

10


il supereroe

Fig. 1 - Hercules, Illustrazione di Ariel Olivetti. © Marvel Comics. Tutti i diritti riservati. Fig. 2 - Thor, Illustrazione di Oliver Coipel. © Marvel Comics. Tutti i diritti riservati.

Nel genere supereroico, invece, i personaggi traggono la propria forza proprio dalla loro immortalità. Salvo infatti la cancellazione dalle loro relative testate di pubblicazione, nessun supereroe muore, o perlomeno non in modo definitivo. I comics americani rappresentano qualcosa di unico a livello di narrazione e di struttura di pubblicazione. È il caso di fare un semplice schema su come il genere fumettistico si può presentare: - Il Fumetto a narrazione unica autoconclusiva: questa forma è tipica del fumetto one-shot e della strip umoristica con personaggi non più ripresi. - La Graphic Novel o Romanzo grafico: un fumetto generalmente più lungo, è considerato il fumetto d’autore, autoconclusivo. La nascita di questo genere viene fatta risalire a Will Eisner con la sua opera Contratto con Dio6 6 W. Eisner, Contratto con Dio, in L’arte di Will Eisner, Classici Repubblica, «Serie Bianca» n. 33, 2003.

11


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto

Fig. 3 - Flash, Illustrazione di Alex Ross. © DC Comics. Tutti i diritti riservati.

pubblicata nel 1978. Tra i numerosi esempi bisogna ricordare Il ritorno del Cavaliere Oscuro7 di Frank Miller del 1986 (Figura 4). - Il Fumetto seriale autoconclusivo: una serie di storie con uscite regolari di una o due numeri, quasi del tutto indipendenti l’una dall’altra, leggibile in ordine sparso. Un esempio classico sono «Tex» e «Dylan Dog». - Il Fumetto seriale continuato: in questa tipologia rientrano soprattutto i fumetti dei supereroi: ogni uscita raccoglie le vicende narrate nel precedente numero, preparando il terreno per il numero seguente, in una serialità tendente all’infinito, definita continuity. La continuity è perciò una esclusiva del fumetto supereroico, e più nello specifico dei supereroi delle due case statunitensi più grandi e famose nel mondo, la Marvel e la DC.

7

F. Miller, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, trad. italiana, Play Press, 1996.

12


il supereroe

Fig. 4 - The Dark Knight Returns, Cover di Frank Miller, DC Comics. Š Tutti i diritti riservati.


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Fig. 5 - «Superman», cover di Joe Shuster. © Tutti i diritti riservati.

Non c’è, altro esempio di narrazione in cui una storia come quella di Superman (Figura 5), pubblicato dal 1938 dalla DC Comics, per oltre settant’anni, sia stata pubblicata ininterrottamente e regolarmente. Le singole testate della casa editrice di Superman, non sono a loro volta che singoli elementi di un grande multiverso collettivo, in cui i personaggi interagiscono continuamente tra loro e gli eventi e la cronologia di una testata devono essere compatibili con quelle di tutte le altre, sia presenti che passate.8

1.2 I caratteri del supereroe All’interno del supereroe confluiscono diverse caratteristiche ricorrenti in tutto il genere e che accomunano, nonostante la diversità, i singoli personaggi. Innanzitutto bisogna specificare un concetto, che, per quanto possa risultare banale, è bene tenere a mente: il genere supereroico nasce negli Stati Uniti quando, nel 1938, appare Superman e, anche se successivamente viene diffuso in tutto il mondo, è lì che riceve le sue principali connotazioni. 8

M. Arnauldo, Il fumetto supereroico: Mito, etica e strategie narrative, cit.

14


il supereroe Oltre i caratteri spiccatamente socio-culturali, è importante definire alcuni caratteri peculiari che assumono il rango di archetipi. Abbiamo già accennato al fatto che molti personaggi, agli inizi del genere, ricalcavano le principali divinità pagane dei Pantheon greci, romani e nordici. Un'altra tradizione che emerge dalle storie supereroiche è quella dello sciamanesimo. Il supereroe è come uno sciamano. Come specifica Joseph Campbell: «Lo Sciamano è colui che ha aquisito un proprio potere in seguito ad una crisi psicologica personale».9 Un riferimento corretto, se si tengono a mente le esperienze spesso drammatiche che sono alle origini di molti supereroi, come ad esempio una ferita al cuore per Iron Man, l’esplosione di una bomba a raggi gamma per Hulk e molte altre. Quando lo sciamano compie i suoi riti magici, peraltro, indossa una maschera o un costume che ne indica le sue proprietà straordinarie. Ancora evidenti invece sono i richiami al Cristianesimo e all’Ebraismo. Il mito di Superman è uno degli esempi principali di collegamento con la cultura ebraica. Scritto e disegnato da Jerry Siegel e Joe Shuster alla fine degli anni Trenta, i due hanno inserito molto della loro cultura ebraica e della loro religione nel personaggio. Un riferimento biblico ancora più esplicito è l’arrivo di Superman sulla Terra. Quando il suo pianeta d’origine Krypton sta per esplodere, logorato da un intenso sfruttamento delle risorse, la madre Lara Lor-Van e il padre Jor-El decidono di salvare loro figlio Kal-El, ancora infante, inviandolo sulla Terra a bordo di una navicella spaziale. In una metafora spaziale, quindi, ci viene rinarrata la vicenda di Mosè abbandonato in un cesto sul fiume Nilo. Anche la tradizione cristiana trova posto nel mondo dei fumetti supereroici, anche se spesso riferimenti espliciti vengono il più delle volte celati. Non credo che siano molti oggi i devoti di culti olimpici o norreni che si potrebbero ritenere offesi da una rappresentazione fumettistica di Ercole o Thor, mentre lo stesso non si può dire del lettore medio che vedesse entrare in azione come supereroi Gesù, la Madonna o i santi. Si badi che se l’idea di Gesù supereroe appare inaccettabile, ciò deriva da un divieto puramente culturale e non da caratteristiche intrinseche al genere supereroico.10

9

J. Campbell, Mitologia primitiva: le maschere di Dio, Mondadori, Milano, 2000. M. Arnaudo, Il fumetto supereroico: Mito, etica e strategie narrative, cit., p. 50.

10

15


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Fig. 6 - Nella pagina successiva: The death of Captain Marvel, Cover di Jim Starlin. © Marvel Comics. – Tutti i diritti riservati.

In questo senso i riferimenti sono ideologici o iconografici, come dimostra la copertina del fumetto La morte di Capitan Marvel, in cui il supereroe che muore di cancro nel corso della storia narrata, viene rappresentato morente tra le braccia della Morte che lo tiene, rimandando visivamente al Gesù della Pietà di Michelangelo (Figura 6).11 Un'ultima tradizione da evidenziare, tipicamente statunitense, ed è quella legata al mito della Frontiera e alla figura del Cowboy. Nel Far West l’eroe è certamente il loner, cavaliere che attraversa l’Ovest con il suo ponderoso carico di responsabilità, uno stemma e un’arma.12

L’eroe della frontiera è certamente servito come base su cui il supereroe può adagiarsi. Sia lo sceriffo con la sua Stella, che il fuorilegge con il suo stesso volto stampato su un manifesto indicante la taglia per la sua cattura, diventano icone immediatamente riconoscibili. Ciò che distingue le leggende del Far West è la loro innata capacità di destreggiarsi con le armi e la loro tenacia e imperturbabilità che, a loro modo, li rendono personaggi dotati di quelle caratteristiche superiori rispetto all’uomo comune.

1.3 I simboli del supereroe Lo status di supereroe è identificato esteriormente dall’uso del costume che indossa e che simbolicamente richiama ciò che rappresenta: ad esempio il costume di Batman, esplicita il suo essere "Uomo Pipistrello", un vigilantes che aspetta il calare delle tenebre per apparire e spaventare i suoi nemici. J. Starlin, The Death of Captain Marvel, New York, Marvel Comics, 1994. I. Baio, Supereroi: Araldica e simbologia dell’eroismo dai miti classici a Superman e The Authority, cit. p. 71. 11 12

16


il supereroe

17


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto I simboli che spesso accompagnano il costume, tendenzialmente sul petto, sono un richiamo a quella arte araldica medievale che permetteva di distinguere le famiglie nobili dal volgo. Gli stemmi familiari nacquero tutti in quel periodo (medievale nda), un periodo in cui nascere maschio in una grande famiglia aristocratica voleva dire saper cavalcare, saper combattere, saper condurre. Spesso e volentieri portare a termine imprese valorose. Essere considerati eroi.13

Lo stemma medievale racchiudeva in sé la funzione identificatrice, suggerendo l’appartenenza ad una famiglia o ad un gruppo, ed una funzione apotropaica, che si specifica quando lo stendardo riassume in sé informazioni sulle battaglie vinte o sulla fama acquisita sul campo di spietatezza e crudeltà. Anche i simboli supereroici rappresentano le stesse caratteristiche, ad esempio il simbolo delle Lanterne Verdi, una speciale polizia intergalattica dell’universo DC Comics, composta da creature provenienti da tutto l’universo, è presente nell’abbigliamento di ognuno di loro e accomuna tutti i membri del corpo, al di là delle differenze di razza (Figura 7); mentre il teschio stampato sulla maglietta dell’antieroe The Punisher, reduce dagli orrori della guerra del Vietnam, controverso personaggio della Marvel, iconicamente dichiara le intenzioni del personaggio, che con efferata violenza punisce i criminali della malavita organizzata statunitense (Figura 8).

2 La Marvel Quelli della Marvel Comics sono i primi fumetti a richiamare, seppure metaforicamente, il mondo reale.14

Prima di vedere i personaggi protagonisti dell’opera che stiamo analizzando, occorre dare una breve e rapida occhiata alla storia della casa editrice che ha creato questa mitologia moderna. In principio fu il grande successo di vendite di Superman apparso sul primo numero del periodico a fumetti della National Comics Publishing «Action 13 14

Ibid.. p. 63 S. Howe, Marvel Comics: Una storia di eroi e supereroi, trad. Panini Book, 2013.

18


il supereroe

Fig. 7 - Lanterne Verdi, Illustrazione di Leandro Fernandez, DC Comics. Š Tutti i diritti riservati.

19


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto

Fig. 8 - The Punisher, Illustrazione di Leandro Fernandez, Marvel Comics. © Tutti i diritti riservati.

Comics» nel giugno del 1938, che già negli anni Quaranta inseriva nelle sue pubblicazioni il marchio DC (acronimo che stava per "Detective Comics", che peraltro era anche il titolo di un altro periodico dalle cui pagine è nato nel maggio del 1939 «Batman», ad opera di Bob Kane e Bill Finger), che diventò poi ufficialmente, negli anni Settanta, il nome della casa editrice. A quei tempi, non esisteva ancora la Marvel Comics. Martin Goodman, nato a Brooklyn nel 1908 da genitori emigrati dalla Russia, riuscì durante gli anni della Grande Depressione, tra alti e bassi, ad inserirsi nel mondo dell’editoria statunitense e a fondare una sua compagnia che riusciva, nel 1939, a produrre oltre due decine di riviste pulp, di avventura e fantascientifiche con titoli come «Two gun Western», «All star adventure fiction» e «Marvel Science Stories». Dopo vari cambi di nome, la compagnia fu conosciuta come Timely, ed è proprio sotto questa etichetta che uscirono le storie dei primi due supereroi della futura Marvel: «Namor the Submariner», ad opera di Bill Everett, che raccontava dell’arrogante re di Atlantide e Signore degli Abissi, capace di volare, e della sua lotta contro gli uomini 20


il supereroe Fig. 9 - Namor, il Sub-Mariner, cover di Bill Everett, Marvel Comics. © Tutti i diritti riservati.

di superficie (Figura 9); e «La Torcia Umana» “originale”( da distinguere dall’omonima Torcia Umana componente dei Fantastici Quattro, che fu pubblicata circa vent’anni dopo), creata da Carl Burgos, un androide in grado di infuocarsi, volare e lanciare palle di fuoco, a cui venne poi data l’identità di Jim Hammond, ufficiale di polizia. Già dai primi numeri veniva applicato uno dei capisaldi che porterà la casa editrice al successo: le due testate, sebbene separate e create da due menti diverse, facevano parte dello stesso universo narrativo. Inoltre il background delle loro avventure non era costituito da città inventate come Metropolis o Gotham City, ma i due supereroi della Timely si muovevano all’interno dello Skyline di Manhattan, sul fiume Hudson e, più in generale, negli States. A sigillare il successo, in quella che viene definita Golden Age proprio per l’alto numero di vendite fu il personaggio di Captain America creato da Joe Simon e Jack Kirby (nome d’arte di Jacob Kurtzberg) pubblicato nel Marzo del 1941. Nell’azienda di Goodman iniziava a lavorare un nipote di Martin: il suo nome era Stanley Lieber, colui che avrebbe cambiato per sempre l'azienda. Dapprima messo a lavorare su lavori minori - desiderava diventare un romanziere - non voleva legare il suo nome alla produzione fumettistica, che allora veniva considerata di serie B, Stanley cominciò a firmarsi con quello che diverrà un nome assai celebre: Stan Lee.

21


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto La sua scalata fu molto rapida, soprattutto quando, a seguito del trasferimento di Simon e Kirby alla casa editrice rivale, diventò caporedattore a diciotto anni: carica che lasciò solo momentaneamente, quando fu arruolato nell’esercito. L’Età dell’Oro dei comics però non durò molto, e la fine della seconda guerra mondiale ne sancì la fine. I fumetti, che avevano goduto di ampie fasce di lettori, grazie all’operazione di propaganda bellica, risultavano ormai lontani dai gusti dei lettori. Negli anni successivi la popolarità dei supereroi andava scemando, e numerosi furono i licenziamenti nell’azienda di Goodman. Un’altra piaga, però, stava per abbattersi sulla casa editrice. In un momento dominato dalla xenofobia e dalla paura del comunismo, i fumetti iniziavano ad avere una tendenza verso il genere horror: sempre più spesso, sulle pagine dei comics, facevano la loro comparsa terribili mostri, zombie, e altre creature deformi vittime di esperimenti nucleari. La società americana degli anni Cinquanta non avrebbe tollerato a lungo queste storture. Per stare al passo con i tempi la Timely divenne Atlas, riducendo notevolmente le storie di supereroi, allargandosi verso altri generi e ritornando al western, al comico o a storie che si rifacevano a personaggi e temi di attualità grazie soprattutto alla diffusione della televisione e dei drive in. Nell’aprile del 1954 prese vigore la crociata contro i fumetti, e il principale portavoce fu lo psicologo infantile Frederich Wertham, per anni oppositore di questa forma d’arte, il quale pubblicò Seduction of the Innocent ("La seduzione degli innocenti"), con il quale cercava di dimostrare l’influenza negativa che i fumetti potevano assumere sui giovani, incitandoli a imitare i comportamenti scellerati e destabilizzanti dei personaggi. Molte furono le case editrici che fallirono, e le poche che sopravvissero si organizzarono nella Comics Magazine Association of America che istituì un codice di autoregolamentazione che ricalcava il Codice Hays di Hollywood. Nacque in questo modo il Comics Code Authority, che prevedeva tra le varie limitazioni: Sulle copertine non potevano comparire le parole "horror" o "terror"; in nessun caso all’interno dei fumetti potevano esserci zombie, vampiri, spettri o lupi mannari. Inoltre non si doveva mostrare comprensione nei confronti dei criminali, né si doveva in alcun modo mancare di rispetto al sacro vincolo del matrimonio. Il bene deve trionfare sul male.15

15

S. Howe, Marvel Comics: Una storia di eroi e supereroi, cit.

22


il supereroe Si chiudeva definitivamente l’Età dell’Oro, sembrava quasi che fosse giunto il tramonto per gli eroi in calzamaglia, che avevano combattuto la loro ultima battaglia e che ne erano usciti sconfitti. Ma il 1961 fu l’anno della svolta. I supereroi della casa editrice di Goodman stavano vivendo un periodo buio, al contrario dei personaggi dell’altra major rivale DC Comics, al cui timone c’era Jack Leibowitz, che già dalla fine degli anni Cinquanta aveva riportato in auge le sue vecchie icone come Superman, Batman, Flash e Wonder Woman, radunandoli tutti nel supergruppo noto come Justice League. Si narra che durante una partita a golf tra i due capi, Leibowitz avesse rivelato che l’idea del supergruppo gli stesse facendo guadagnare parecchi soldi. Immediatamente Goodman chiamò Stan Lee e gli commissionò di replicare l’idea e quel successo. Così l’editor in chief, aiutato da quel Jack Kirby (disegnatore e creatore di Captain America) riprese la stesura di storie supereroiche. Il successo ritornò grazie al numero 1 dei «Fantastici Quattro» (Figura 10). Il quartetto risultò vincente: Reed Richards detto Mr. Fantastic, Ben Grimm/La Cosa e i fratelli Susan/La Donna Invisibile e Jhonny Storm/La Torcia Umana, una squadra di supereroi con dinamiche familiari in cui ogni personaggio aveva una sua spiccata personalità che era spesso motivo di litigi tra di loro. In un supergruppo come la Justice League, ad esempio, non si era mai visto Batman litigare con Superman o con Wonder Woman. Questa trovata coinvolse emotivamente i lettori. Il fumetto era inoltre imbevuto di quella retorica anticomunista e di quello spirito di competizione, già creato con la "corsa allo spazio", che di lì a poco avrebbe pervaso gran parte della produzione supereroica. Nel primo numero prima di ricevere i poteri a causa di raggi cosmici provenienti dallo spazio, i quattro si ritrovano nella stazione spaziale in attesa del lancio del loro razzo. Susan Storm, fidanzata di Richards afferma: «Dobbiamo rischiare se non vogliamo che i rossi arrivino per primi». Da lì ripartì il successo, la casa editrice assunse il nome di “Marvel Comics” che detiene tuttora, e sui suoi albi iniziò ad apparire il famoso logo. Durante l’arco degli anni Sessanta si realizzava quel pantheon supereroistico che la rese celebre. Nel 1962 veniva creato Spider-Man (Figura 11), il supereroe più famoso di tutti i tempi, grazie anche al lavoro di Steve Dikto, che più di ogni altro eroe aveva catturato masse di studenti del college, facendo passare il fumetto da opera fanciullesca, quale veniva considerato, ad un livello più maturo, arrivando a trattare temi, nei primi anni Settanta, quali

23


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Fig. 10 - «I Fantastici Quattro» n. 1, cover di Jack Kirby, Marvel Comics. © Tutti i diritti riservati.

droga e tossicodipendenza16 ,infrangendo così quello scomodo Comics Code che iniziava già a perdere efficacia alla fine degli anni Sessanta. A Spider-Man seguirono L’incredibile Hulk, ispirato al libro di Robert L. Stevenson Lo Strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde, e poi ancora L’invincibile Iron Man, Ant-Man, Thor, Silver Surfer, X-Men, I Vendicatori e molti altri. Gli anni Settanta furono anni di assestamento: Stan Lee lasciò il compito di caporedattore per ricoprire per breve tempo il ruolo di Presidente, Goodman si ritirò in pensione e la Cadence Industries divenne parent company (capo gruppo) della Marvel. Negli anni Ottanta e Novanta, il genere supereoico risentì fortemente dello sviluppo della graphic novel: il supereroe assunse una nuova profondità soprattutto ad opera di autori del calibro di Frank Miller e della British Invasion di Alan Moore, Grant Morrison, Neil Gaiman. Nel 1986 la Marvel fu acquisita dalla New World (la futura Fox) con l’obiettivo di realizzare film e telefilm, per poi essere rivenduta poco dopo a Ronald O. Perelman. Appena prima dell’inizio del nuovo millennio, la Marvel affrontò un nuovo periodo di crisi provocato soprattutto dalla concorrenza di altre case editrici formate da disegnatori e sceneggiatori in fuga dalle due Major principali. Ricordiamo la Dark Horse, l’Image, la Valiant e la Malibù.

16 S. Lee - J. Romita e G. Kane, «The Amazing Spiderman» nn. 96-98, Marvel Comics, usa, Maggio, Giugno 1971.

24


il supereroe

Fig. 11 - «The spectacular Spider-Man» n. 1, Cover di John Romita Sr, Marvel Comics. © Tutti i diritti riservati.


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Una risposta che arrivò da parte della Marvel all’inizio degli anni duemila, fu quella di rilanciare un universo narrativo scollegato da quello classico, le cui storie avevano una continuity che durava da quasi sessant’anni. L’universo Ultimate, che costituisce un universo parallelo a quello classico, rilanciò i supereroi classici con una visione più dark e seria. I due autori chiave di questo cambiamento furono Micheal Brian Bendis e Mark Millar, gli stessi due autori che hanno poi operato un cambiamento anche nell’universo classico, rendendo le storie moderne ancora più legate alla realtà. Civil War, sceneggiato da Mark Millar, ne è una delle prove e Bendis è la mente che sta dietro alla maggior parte dei crossover degli ultimi dieci anni (Vendicatori divisi, House of M, Secret Invasion, Dark Reign), per molti considerato l’erede spirituale di Stan Lee.

3. I protagonisti: Captain America Ti chiameremo Captain America, figliolo! Perché come te, l’America troverà la forza e la determinazione per proteggere le nostre sponde! Il professor Abraham Erskine a Steve Rogers dopo l’esperimento.17

Captain America, può essere considerato il supereroe più famoso e con più risvolti politici nella storia del fumetto. Iconicamente il suo costume è la bandiera degli Stati Uniti e, come la Statua della Libertà o le Twin Towers, è divenuto patrimonio culturale americano.

3.1 Origini e le prime storie degli anni Quaranta Joe Simon, creatore di Captain America, descrive in un intervista le riflessioni alle origini del personaggio:

17 «We shall call you Captain America, son! Because. Like you, America shall gain the strength and the will to safeguard our shores!», J. Simon, J. Kirby, «Golden Age: Captain America» n.1, Panini Comics, usa, 2012.

26


il supereroe

Fig. 16 - Iron Man è nato!, Tavola di Jack Kirby, Marvel Comics. Š Tutti i diritti riservati.



capitolo 2

Civil War: Gli autori

Prima di entrare all’interno dell’opera, è opportuno delineare brevemente la carriera degli autori che hanno prodotto Civil War: il disegnatore Steve McNiven e soprattutto lo sceneggiatore Mark Millar. Steve McNiven è un disegnatore canadese: inizia la sua carriera di fumettista all’età di trentaquattro anni, quando nel 2001 entra a far parte della Cross Generation Entertainment (o semplicemente CrossGen), lavorando su titoli come Meridian, Sigil e Mystic. La svolta avviene nel 2004 quando, prima che la CrossGen venga acquistata dalla Disney, McNiven lascia la casa editrice per iniziare la collaborazione con la Marvel. I suoi disegni, così vivi e realistici, colpiscono immediatamente gli editor della Marvel, che gli affidano la testata «Marvel Knight: Four». Non molto tempo dopo disegna la miniserie Ultimate Secret, e alcuni numeri di «New Avengers». Il successo che lo consacra definitivamente è Civil War (Figura 20); i suoi disegni e le copertine che in pochissimo tempo diventano storiche e riconoscibili da tutti gli appassionati del genere, lo portano a diventare uno dei disegnatori più richiesti della scuderia Marvel. Oltre a disegnare alcune storie dell’Uomo Ragno, McNiven ritorna a collaborare con Mark Millar nella serie dedicata a Wolverine nella saga Old Man e in Nemesis, un supereroe di proprietà di Millar, contenuto nella linea editoriale nota come Millarworld. Oltre a realizzare numerose copertine, il fumettista canadese cura le tavole di alcune delle principali testate odierne tra cui «Uncanny Avengers» e «The Guardians of the Galaxy».

47


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto

Fig. 20 - Civil War, Cover di Steve Mc Niven, Marvel Comics. Š Tutti i diritti riservati.


civil war: gli autori

1.1 La mente dietro Civil War Mark Millar è uno degli autori/sceneggiatori di comic book più influenti dell’ultimo decennio. Insieme a Micheal Brian Bendis, ha dato al multiverso Marvel un’impronta più analitica, caratterizzando le avventure dei supereroi con metafore che rispecchiano la storia e la società contemporanea. Millar è uno scrittore scozzese, originario di Coatbridge, che ha seguito quella British Invasion che ha coinvolto poco prima altri autori, come i suoi due amici Grant Morrison e Warren Ellis. Proprio grazie a Grant Morrison, che lo inserisce nella casa editrice DC Comics, inizia a sceneggiare il supereroe horror Swamp Thing, di cui porta avanti le avventure dal 1994 al 1996. Nonostante scriva alcuni numeri di supereroi del calibro di Supeman, Flash e Justice League, il suo nome, all’inizio della sua carriera, rimane semisconosciuto per la maggior parte dei lettori. Lo scrittore scozzese riesce ad emergere quando, nel 2000, il suo amico Warren Ellis, dopo solo 12 numeri, lascia nelle sue mani la sua creazione The Authority (per la casa editrice Wildstorm, sussidiaria della DC Comics), una squadra di supereroi che agisce come forza di pace al servizio del mondo intero, sebbene sia sotto il governo usa. Millar porta così la testata al suo apice, superando il lavoro del suo creatore (Figura 21). Lo scrittore «Carica i contenuti di significati critici più profondi»1 e diversamente dal lavoro compiuto dal predecessore Ellis, che «pure essendo l’artefice della collana, in realtà non ne ha mai compreso il potenziale, limitandosi a scrivere i copioni di trascinanti kolossal catastrofisti»2, l’autore scozzese «amplifica l’importanza dei dialoghi, pervasi da un gustoso citazionismo e da un’irriverenza beffarda tipicamente british, e si compiace di spiazzare il lettore con soluzioni narrative tanto intelligenti quanto opinabili».3 The Authority non è semplicemente un gruppo di supereroi, come lo era la Justice League, ma una sorta di "famiglia allargata" in cui si relazionano personalità con stili di vita e modelli di comportamento differenti: Hawksmoor è un anarchico rivoluzionario... che si batte contro le storture del potere capitalistico, pur senza rinunciare ad automobili fuori se-

A. Di Nocera, Supereroi e Superpoteri: Miti fantastici e immaginario americano dalla Guerra Fredda al nuovo disordine mondiale, cit. p. 325. 2 Ibid. 3 Ibid. 1

49


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto

Fig. 21 - The Authority, Illustrazione di Frank Quitely, Wildstorm. © Tutti i diritti riservati.

rie e ville a Beverly Hills; Shen è una pacifista, femminista vegetariana e crede nell’amore libero; Doctor è uno sciamano supremo responsabile dell’armonia trascendente dell’ecosistema planetario...ma anche un tossicodipendente asociale; Apollo e Midnighter sono una coppia gay pubblicamente riconosciuta che Millar, al termine della sua gestione della serie, fa convolare a nozze e alla quale affida in adozione una bambina...4

Questo estremismo progressista viene però mal visto dalla dirigenza della DC Comics, soprattutto dopo gli attentati dell’11 Settembre 2001. Quell’apertura così ampia strideva con il nuovo spirito nazionalista che portò gli Stati Uniti a dichiarare guerra al terrorismo internazionale. 4

Ibid.

50


civil war: gli autori Inizia così la frattura con la casa editrice di Batman, che gli censura le sceneggiature e tronca la libertà creativa dell’autore scozzese, impedendogli di inserire qualsiasi riferimento a persone reali e immagini considerate offensive per il pubblico.5 Nel 2001 conclude la collaborazione con la DC Comics: la sua ultima opera è Superman: Red Son, uscito nel 2003, di cui avremo modo di parlare più avanti.

1.2 Dall’universo Ultimate al Millarworld Il genio di Millar non rimane però inespresso a lungo, e dopo il suo licenziamento, entra nella scuderia della Marvel Comics. Nel 2001 crea Ultimate X-Men, la seconda testata del nuovo universo narrativo della Marvel. Quello che è conosciuto con il nome di “Ultimate Marvel”, è una linea narrativa che si distacca dall’universo “classico”, le cui trame hanno inizio alla fine degli anni Trenta quando ancora c’era la Timely. L’esigenza, nel nuovo millennio, di trovare una nuova base di lettori più giovani ispira l’iniziativa del lancio di questa linea narrativa che avrebbe permesso di potersi immergere nelle avventure dei supereroi senza dover recuperare sessant’anni di storie arretrate. L’universo Ultimate inizia perciò una sua propria continuity, proponendo gli stessi supereroi mascherati, rinarrandone però le origini, riadattandole ai tempi moderni e seguendo delle linee narrative in grado di venire incontro ai gusti e alla moda del momento. Iniziata con Ultimate Spider-Man nel 2000 a opera di Micheal Brian Bendis, la continuity prosegue con Ultimate X-Men, successivamente nel 2002 con The Ultimates ad opera di Millar, e poi con Ultimate Fantastic Four di cui Millar è co-creatore insieme a Bendis. Con questi progetti Millar esprime quindi la volontà di creare un mondo supereroico sempre più vicino alla realtà. I supereroi non sono più archetipi del bene, ma assumono variegate sfaccettature "umane". Nell’ambientazione irrompe la realtà, la società moderna e la politica, accentuando una critica contro l’ala statunitense più conservatrice. 5

Ibid. p. 328

51


civil war. cinema e fumetto: l’universo marvel in conflitto Il miglior esempio lo danno i supereroi di The Ultimates che non sono altro che una visione politicamente scorretta del gruppo dei Vendicatori (o Avengers) dell’universo classico. In The Ultimates, versione definitiva dei Vendicatori […] l’anima della squadra è un Capitan America tanto nobile e valoroso quanto assoggettato a un codice patriottico e militaresco che talvolta lo spinge su derive fascistoidi. La mente è Nick Fury, Colonnello dei Servizi Segreti […] che per salvaguardare la sicurezza nazionale non si fa scrupolo, in diversi casi, di interpretare liberamente o addirittura stracciare anche le norme più elementari del diritto costituzionale. Il biologo molecolare Henry Pym, anche noto come Giant Man […] è un frustrato che, sopraffatto da una crisi di nervi, arriva al punto di picchiare a sangue sua moglie, l’eroina Wasp. Il potente Thor è un attivista no-global che afferma di essere una divinità asgardiana (ma in realtà si potrebbe trattare di un suo delirio patologico) e che accetta di entrare negli Ultimates, solo per sincerarsi che il supergruppo non nasconda finalità filo-governative e imperialiste. Il Multimiliardario Tony Stark è un istrionico inventore affetto da un tumore al cervello, che indossa la sua armatura di Iron Man per ragioni filantropiche e per dare sfogo alla sua iperattività e alla sua dipendenza da adrenalina...6

Dopo il successo riscosso con The Ultimates, nel 2005 Millar lavora con il famoso disegnatore John Romita jr. nella testata di «Wolverine», su cui ritorna per altri numeri nel 2008 con i disegni di Steve McNiven, con il quale aveva creato Civil War, la sua opera più rappresentativa. Nel 2004, mentre lavora con Bendis in Ultimate Fantastic Four, prende piede nell’immaginazione dello scrittore scozzese il progetto oggi conosciuto come Millarworld. Un progetto che non ha precedenti nella storia del fumetto, e che consiste nella creazione di un universo narrativo transaziendale sul quale, a differenza di quel che accade nelle due major Marvel e DC, l’autore mantiene il controllo e i diritti d’autore. Il progetto vede coinvolte diverse case editrici indipendenti o sussidiarie della Marvel e, a differenza delle opere scritte per la Marvel e DC, le storie del Millarworld sono molto più cruente e l’autore può andare a briglia sciolta senza condizionamenti dall’alto. Il primo irriverente titolo uscito con la casa editrice Top Cow, è Wanted, una miniserie di sei numeri che racconta le vicende di un mondo in cui i 6

Ibid.

52


civil war: gli autori supereroi sono stati sconfitti e sterminati fino al punto di essere cancellati dalla memoria dell’umanità (il solo ricordo che resta di loro sono gli albi a fumetti), e le redini del pianeta sono nelle mani dei cattivi che hanno trionfato. Millar ribalta la prospettiva del topos supereroico, mostrandoci però con grande sensibilità lo spirito paradossale e bizzarro dei nostri tempi. Il successo di questa serie ha portato nel 2008 ad un adattamento cinematografico di discreto successo di cui lo stesso Millar è stato co-produttore. L’opera del Millarworld che ha però avuto più successo, grazie anche all’adattamento cinematografico, è senza dubbio Kick-Ass (Figura 22). Pubblicata nel 2008 con la Icon Comics, casa editrice sussidiaria della Marvel, disegnata da John Romita jr, Kick-Ass racconta le vicende di Dave Lizewski, un normale ragazzo che, ispirato dai fumetti, vuole tentare la carriera del supereroe. Raccontato con toni realistici, controbilanciati dal tratto cartoonesco di Romita Jr., Dave affronta il male del mondo reale e anche le conseguenze, piuttosto realistiche, che la sua decisione comporta. In una breve intervista lo scrittore scozzese parla del suo adattamento cinematografico: Kick-Ass è un film che parla interamente circa le conseguenze della violenza. Siamo così abituati alla natura quasi pornografica della violenza in qualcosa di simile a film come Die Hard o White House Down dove ci sono esplosioni e duecento persone muoiono, o in un film di Superman, dove centinaia di migliaia di persone stanno morendo, ma dove non si vede il lutto o il dolore. Ma in Kick-Ass si sente ogni colpo7

Le più recenti opere di Millar fanno tutte parte del Millarworld: Nemesis e Superior del 2010 per la casa Icon Comics, Supercrooks del 2012 e la terza ed ultima serie di Kick-Ass.

2. Civil War: Trama e Struttura Civil War è un crossover, ovvero un evento in cui diversi personaggi, che generalmente agiscono da soli, si riuniscono in un’unica storia. 7 Intervista a Mark Millar, bbc Radio, trad. Carlo Coratelli, http://www.lospaziobianco. it/88006-mark-millar-kick-ass-2-parla-conseguenze-violenza.

53


INTRODUZIONE

Capitolo primo

Capitolo secondo

5

9 1. IL SUPEREROE 1.1 Peculiarità del genere supereroico: la continuity 10 14 1.2 I caratteri del supereroe 16 1.3 I simboli del supereroe 2. LA MARVEL

18

3. I PROTAGONISTI: CAPTAIN AMERICA 3.1 Origini e le prime storie degli anni Quaranta 3.2 Reduce di guerra e la scomparsa editoriale 3.3 L’uomo fuori dal tempo

26 26 30 32

1. CIVIL WAR: GLI AUTORI 1.1 La mente dietro Civil War 1.2 Dall’universo Ultimates al Millarworld

49 51 53

4. I PROTAGONISTI: IRON MAN 4.1 Origini e prime storie 4.2 L’Uomo e la Macchina 4.3 Il Business Man e l’uomo di Stato

142

34 36 39 43


2. CIVIL WAR: TRAMA E STRUTTURA 2.1 Tu da che parte stai? 2.2 Civil War: analisi dell’opera 2.3 Stati Uniti in bilico tra sicurezza e libertà: Alien and Sediction Act 2.4 Guerra civile per uomini e supereroi 2.5 Libertà e divisioni dopo l’11 settembre 2.6 Civil War: Epilogo 2.7 Civil War: Comprimari 2.8 La Strada per Captain America 2.9 Civil War: Curiosità

Capitolo terzo

3. CIVIL WAR: ACCOGLIENZA 3.1 Vendite e Merchandising

1. LA STORIA E IL FUMETTO: ALTRI ESEMPI 1.1 Captain America e lo scandalo Watergate 1.2 La storia con i se... 2. LA STORIA E IL FUMETTO: GLI INCONTRI 2.1 La storia e il fumetto: Narrazione 2.2 Il fumetto come medium per la storia

53 57 58

64 66 71 79 83 103 106

107 112 113 113 118 121 125 128

CONCLUSIONI

133

BIBLIOGRAFIA

137

143



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.