Aelfio e i Satanelli

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Pietro Favorito

AElfio & i Satanelli

Carolina

MORACE edizioniAnordest


Creating Mind: Pietro Favorito Disegni: Domenico Nagliero Assistenza Artistica: Erika Pace Copertina: Domenico Nagliero

Š 2015 Edizioni Anordest I edizione. novembre 2015 Via F.lli Rosselli, 19/14 31020 Villorba (TV) Tel +39.0422 912370 Fax +39.0422 1582805 info@edizionianordest.com www.edizionianordest.com


A Iolanda Favorito, il mio angelo, con tutto il cuore.


“ L’anima umana è un demone e gli uomini divengono elfi

se hanno fatto del bene, fantasmi o spettri se hanno fatto del male! Apuleio


Lo stadio Pino Zaccheria è un tripudio di colori rossoneri. In campo, però, questa domenica non c’è la prima squadra… ma i ragazzi della Primavera! E mentre in tutta Foggia si respira l’aria del grande evento, dalla Curva Sud si alza forte un coro:

“Mi diverto solo se… a giocare c’è il Foggia… ale ale ale Foggia, non ti lasceremo mai!” Il sostegno a gran voce di tutti i tifosi è quanto mai meritato, perché i rossoneri sono da quattro giornate saldamente in testa alla classifica del campionato di calcio Primavera…

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…un campionato che per importanza ha quasi eguagliato quello di Serie A, e che forse più di questo appassiona e coinvolge, anche e soprattutto perché qui trionfano ancora i valori e le emozioni di uno sport pulito e leale, dove il “business”, almeno per il momento, non sembra aver preso il sopravvento.

Foggia, grazie ai Sa-

tanelli, è tornata l’Università del Calcio, e, come fu per il Foggia di Zeman, i più importanti e blasonati club del mondo mandano i loro emissari in Capitanata per spiare e apprendere i segreti del calcio champagne creato dalla Coach rossonera, Carolina Morace… …la campionessa che ha fatto grande il calcio


femminile in Italia, e che per ben 12 volte è stata capocannoniere in serie A! I Satanelli seguono alla perfezione gli insegnamenti e gli schemi studiati dalla loro allenatrice, e fanno tesoro dell’esperienza di una donna che per professionalità e competenze non ha nulla da invidiare ai colleghi uomini! Come testimonia il fatto che in casa, fino ad ora, il Foggia ha sempre vinto… e di goleada!!! E non potrebbe essere diversamente vista la qualità del gioco espresso e il talento allo stato puro di uno su tutti: Giuseppe Rossi! il

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Il fuoriclasse! Il capocannoniere del campionato!!! Il campione che ha realizzato quattordici gol in otto partite… …Mhm, mi correggo... quindici!!! QUINDICIIII!!! GOOOOOOL!!!


Ed è davvero una rete capolavoro, quella che porta il Foggia in vantaggio e arriva a coronamento di una grande azione sviluppata sulla destra, tagliando le gambe agli avversari che accusano palesemente il colpo.

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Eppure, nonostante l’arrembaggio rossonero sia continuo e avvolgente, al termine della prima frazione di gioco, il risultato rimane fisso sull’uno a zero per i padroni di casa. E nello spogliatoio la Coach è costretta a farsi sentire: bisogna essere più concreti e meno leziosi! I giocatori ascoltano in silenzio i consigli e le nuove disposizioni tattiche, e qualche minuto prima della fine del riposo, Mattia Rossi, il fratello minore di Giuseppe, nonché mascotte della squadra, riesce a intrufolarsi nello spogliatoio per avvicinare il suo idolo. “La Coach ha ragione, Giuseppe… se volete vincere il campionato, in campo dovete essere più determinati!!!”


“Tranquillo, fratellino, quest’anno è l’anno buono! Vinceremo il campionato!” “Me lo prometti?” “Certo, Mattia, che te lo prometto!” “E mi prometti che nel secondo tempo segnerai altri due gol?” Giuseppe sorride al fratello, e la venerazione e l’affetto che gli legge negli occhi gli scaldano il cuore. Non ha mai deluso Mattia. “Va bene”, assicura accarezzandogli una guancia, “segnerò altri due gol!” Il volto di Mattia adesso è raggiante e tradisce il suo pensiero: “Giuseppe segnerà altri due gol! Lui mantiene sempre le sue promesse! E ormai ha promesso!!!” Alla ripresa delle ostilità, però, la difesa dello Spartak Verona, resiste in maniera stoica per oltre un quarto d’ora, salvo poi, al ventunesimo, chinarsi alla magia di Giuseppe, che sorprende il portiere dello Spartak con un cucchiaio millimetrico dal limite dell’area. E non c’è più partita oramai. Il Foggia cresce ulteriormente, e per Giuseppe è un gioco da ragazzi siglare il terzo gol!

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Mattia è al settimo cielo per il fratello, an-

che se c’è rimasto un po’ male per il poco tempo che Giuseppe gli ha dedicato dopo la partita. Ma il suo eroe sta diventando famoso, ed è giusto che si dedichi anche agli altri. È il suo lavoro! Il suo futuro! Calmatesi le acque, sicuramente, correrà da lui, e avranno tutto il tempo necessario per godersi la vittoria insieme. “Giuseppe, questa sera vieni a festeggiare con noi?”, chiede Gianmarco Pastore al suo miglior amico che, dopo le interviste e gli autografi, si sta attardando con dei tipi mai visti prima. “No, Gianmarco… questa sera non sarò dei vostri!” “Ma come, ci siamo tutti!!!” “Meglio così, allora…”, replica Giuseppe con un sorriso spavaldo sulle labbra, “se ci siete tutti, di sicuro nessuno sentirà la mia mancanza!” “Tu sei un grande campione, Giuseppe…”, gli dice Saverio Sottile tirandolo a sé, “e questo è il momento di pensare al tuo futuro. È il momento di pensare alla grande!”

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Saverio Sottile è un pezzo da novanta

del mondo del calcio. E se ultimamente è a Foggia ci saranno valide ragioni: ragioni leggere come la carta e col profumo dei soldi! E alla fine la spunta. Giuseppe, contrariamente al solito, sceglie di non andare a festeggiare la vittoria in pizzeria, e addirittura prega gli amici di portare il fratello con loro: “Dai, Gianmarco, con voi ci sarà Mattia e così sarà un po’ come se ci fossi anche io!” Non era mai successo prima! Da quando Giuseppe giocava nella Primavera del Foggia, aveva sempre cenato con i suoi amici! La delusione di Mattia è gigantesca, e il ragazzino si interroga su cosa mai può aver detto a Giuseppe il tipo che non lo molla un attimo, per convincerlo ad andare con lui. Vorrebbe correre a riprendersi il fratello, ma sa che non è una cosa fattibile. La Coach Morace si accorge di tutto e si avvicina a Mattia per rincuorarlo, nonostante alcuni giornalisti la tampinino meravigliati da come una donna stia riuscendo


a guidare una squadra maschile, facendole giocare il miglior calcio del campionato. E la risposta di Carolina è accompagnata da un disarmante sorriso, e affidata a una semplice domanda: “Perché mai una donna non dovrebbe essere un professionista con le stesse capacità di un uomo?”

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I giorni passano dunque molto velocemente, e i cambiamenti di Giuseppe danno sempre più all’occhio. Normali eccessi adolescenziali, li chiama Carlo, il papà di Giuseppe, quando Mattia gli fa notare ciò che sta accadendo. Giuseppe ormai fa tardi tutte le sere, e oltre alla scuola trascura anche gli allenamenti. Come se non bastasse spende un sacco di soldi… soldi che in famiglia nessuno sa da dove arrivino. Soldi degli sponsor, è la spiegazione che dà Giuseppe. Mattia però stenta a riconoscere il fratello, e più di una volta, di nascosto, lo scopre a bere come una spugna o a fumare come una ciminiera! Mattia vuole troppo bene al fratello per non intervenire. Ma ogni suo tentativo si infrange contro un muro di “fatti i fatti tuoi!” Una maledetta sera, infine, Giuseppe non solo urla come un pazzo contro Mattia, ma arriva persino a mettergli le mani addosso! E una cosa del genere Giuseppe non l’aveva mai fatta in vita sua. Lo spinge talmente forte contro il muro che Mattia a momenti si spacca la testa. Quel bernoccolo tiene per diversi giorni i fratelli lontani l’uno dall’altro. Ma mentre per Mattia le giornate tra liti


e preoccupazioni si stanno trasformando in un incubo, per il resto del mondo è tutto normale. Nessuno sembra accorgersi del cambiamento di Giuseppe, anche perché il Foggia, in casa, è un autentico schiacciasassi e la spinta dei suoi tifosi, dodicesimo uomo in campo, è di una tale potenza che risulta impossibile pareggiare o perdere una partita… si vince e basta! E persino in trasferta la musica non cambia: il calcio spumeggiante espresso dalla squadra permette ai rossoneri di fare sempre e comunque risultato, rendendo impercettibile il calo di prestazioni di Giuseppe… che nonostante tutto continua a segnare gol spettacolari, strappando applausi anche alla Coach Morace, vera artefice della sua esplosione! La stampa e le televisioni sono abbagliate da tanta meraviglia

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e non fanno altro che osannare le gesta del Foggia e del suo campione, che sempre di più finisce col confondere i sogni con la realtà. Il campionato esaltante del Foggia offusca quello della Dinamo Lombarda, seconda forza del campionato e principale candidata al titolo, almeno in estate, quando si concludeva la campagna acquisti. Nessuna squadra aveva speso tanto per rinforzare il proprio organico, nessuna squadra poteva contare su finanze illimitate come quelle che il magnate russo Borislav Kursk aveva messo a disposizione della società calcistica che aveva rilevato con un unico obiettivo: vincere! E così, a poche settimane dallo scontro diretto tra Foggia e Dinamo Lombarda, succede qualcosa di decisamente preoccupante. E per Giuseppe, molto prima di quanto si aspettasse, arriva il momento della resa dei conti. Tutti i soldi che spendeva e che aveva raccontato ai genitori che arrivavano dagli sponsor, in realtà erano prestiti ottenuti da cattive amicizie! Questi amici, che in un primo momento si


erano finti molto disponibili, dicendo che per loro averlo come amico era un onore e che i soldi glieli avrebbe potuti restituire quando avesse firmato un ricco contratto con qualche squadra di Serie A, adesso bussavano alla sua porta per avere tutto indietro e subito! E quindi, al termine di un allenamento serale in cui piÚ di una volta è stato ripreso dalla Coach Morace, è atteso da un brutto incontro.

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“A gennaio, come ben sai, ci sarà il mercato di riparazione”, gli dice Ciro U Sciakall, un ragazzo che tanto avrebbe voluto fare il calciatore ma che, invece, il carcere minorile aveva tenuto per troppi anni lontano dai campi. Ciro era in un certo senso il “braccio” di Saverio Sottile, che dopo aver prospettato mari e monti, era sparito. Giuseppe annuisce, leggermente imbarazzato, alle parole dell’amico. “E grazie ad alcuni amici influenti”, continua lo Sciacallo, “sono riuscito a procurarti un incontro segreto con il direttore generale dell’area sportiva e amministratore delegato della Dinamo Lombarda.” Giuseppe sgrana gli occhi per lo stupore. Poi Ciro avvicinandosi come un gatto al topo continua: “C’è da fare un mucchio di soldi, Giuseppe. E questa opportunità fossi in te la prenderei in seria considerazione. Firmare un precontratto adesso potrebbe permetterti di sistemare un bel po’ di cose!” E non serviva una grande perspicacia per capire a quali cose Ciro stesse alludendo. “Sai, fuoriclasse, non tutte le persone a cui devi soldi ti vogliono bene come te ne vuole il tuo Ciro…”



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Giuseppe cambia espressione, il tono con

il quale lo Sciacallo ha pronunciato la parola fuoriclasse gli è suonato irridente. “Mi è stato sempre detto che non c’era fretta e…”, prova a protestare. Ma Ciro lo interrompe subito: “I tempi cambiano, fuoriclasse… e proprio non riesco a capire dove sia il problema.” Giuseppe abbassa per un attimo lo sguardo, trattenendo parole che ormai è inutile dire.


“Con la Dinamo Lombarda nel giro di un anno o due potresti anche esordire in serie A! Quale futuro, invece, potrebbe garantirti il Foggia?” Ancora silenzio da parte del 10 rossonero. “Se ci tieni alla carriera, prima o poi, questa città dovrai lasciarla! E farlo ora ti permetterebbe di avere da subito della grana in tasca… Inoltre, se ti decidessi ad affrontare con minor impegno le prossime giornate di campionato, la grana sarebbe ancora di più!”

Giuseppe impallidisce, in lontananza

vede due brutti ceffi giocare con dei coltelli. E Ciro gli sta chiedendo di vendersi le partite! Giuseppe scappa, senza dire nulla. E mentre corre veloce, come fosse sul manto verde dello Zaccheria, si porta dietro una scia di cattivi pensieri… e una sola considerazione: Non posso tradire la fiducia della Coach, non posso fare questo ai miei amici!!! Poi una risata malefica gli rimbomba alle spalle, quasi corresse più veloce di lui e dei suoi pensieri! È Ciro che si prende gioco di lui!

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Maledetto, non venderò mai i miei amici! E Mattia??? Perdonami fratellino, solo ora mi rendo conto di quanto mi stia comportando male con te!

Mattia, però, è il minore dei problemi di Giuseppe. Di lì a poco, infatti, sul suo cellulare gli tocca leggere un messaggio:

Tuo fratello ha davvero un bel viso… sembra quasi un angelo… anzi, direi che è proprio un angelo! Chissà, però, se come gli angeli sa anche volare?! Scommettiamo di sì?

Ora, e soltanto ora, Giuseppe capisce quanto è grande il guaio in cui si è cacciato! E che la situazione è destinata a peggiorare. Infatti, i messaggi e le minacce aumentano di giorno in giorno, e in qualche episodio il campione rossonero è costretto a subire anche qualche aggressione fisica. Mattia intuisce qualcosa, e nel tentativo di capire esattamente cosa stia succedendo, rimedia dal fratello un sonoro schiaffone e qualche insulto: “Tu sei soltanto uno stupido, quando la finirai di atteggiarti a uomo maturo?”

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A quanto pare Giuseppe è molto teso. E ancora una volta perde il controllo, purtroppo ai danni di Mattia, che proprio non riesce a sopportare di essere trattato cosÏ dal suo venerato fratello. Giuseppe era sempre stato protettivo con lui e non lo aveva mai picchiato, nemmeno


quando erano più piccoli. Inevitabilmente gli scappano delle lacrime, che sono causa della stoccata finale. “Piangi, femminuccia. Piangi, che non sai fare altro!”

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Il Giuseppe che Mattia conosceva, adesso non c’è più, e anche le prestazioni in campo non sono più all’altezza della sua fama. Tutti possono sbagliare un calcio di rigore, tutti possono tirare alle stelle una punizione. A tutti può capitare di non fare gol in una giornata di campionato, anche se di fronte c’è la terzultima in classifica… sì, può capitare. Nonostante questo, però, il primo zero a zero in casa sa quasi di sconfitta, anche perché la Dinamo Lombarda vincendo in trasferta per cinque a zero ha messo in evidenza una ritrovata e straordinaria solidità offensiva, oltre che una grande organizzazione di gioco. Certo, i punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice sono ancora sette, e un mezzo passo falso in un girone di andata condotto in maniera esemplare non può essere un dramma. I tifosi ne sono certi e anche i media concordano. Soltanto Carolina Morace ha notato qualcosa che non la convince, e non solo in Giuseppe. “Guarda questi fotogrammi”, dice a Daniele Matera, un grande tifoso del Foggia e commentatore sportivo, con il qua-


le ha stretto una forte amicizia. “Guarda, Daniele… per bacco!” “Sto guardando, Carolina… per tutti i satanelli!” “Beh, non noti niente di strano? Ho le allucinazioni o questi ragazzi in tre mesi di campionato si sono completamente trasformati nel fisico? Non è possibile che tutti i giocatori della Dinamo Lombarda, e tutti insieme, abbiano messo su una simile massa muscolare senza aver fatto ricorso a sostanze illecite!” Daniele annuisce e fa silenzio. Carolina dunque ne approfitta per continuare: “E poi, corrono tutti come pazzi… dal primo all’ultimo minuto! Roba che nemmeno ai tempi di Zeman ho visto!” Daniele la pensa esattamente come Carolina, e nonostante le raccomandazioni della Coach non riesce a mantenere il segreto, condividendolo con Carlo

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Rossi, il papĂ di Giuseppe, il suo miglio-

re amico‌ e chi come lui aveva invano inseguito il sogno di diventare un calciatore. Entrambi, poi, vedono nel dieci rossonero il ragazzo in grado di riuscire dove loro hanno fallito, e non vogliono rischiare di vedere andare in fumo la loro seconda possibilità di avere successo nella vita, seppure attraverso Giuseppe! E cosÏ, Daniele riferisce a Carlo i sospetti di Carolina Morace!!!


Tra Mattia e Giuseppe, invece, le cose non vanno bene, ma in barba a tutti i maltrattamenti da parte di Giuseppe, il piccolo di casa Rossi decide di seguire il fratello maggiore. Giuseppe, dopo la partita, era rientrato in casa con una faccia che era tutto un programma. Aveva aggredito sia lui che la loro mamma, poiché entrambi colpevoli di aver cercato di rincuorarlo. Poi aveva gettato il borsone nello stanzino e si era chiuso a chiave nella sua cameretta. Aveva ricevuto qualche telefonata. E un paio ne aveva fatte. E Mattia non aveva resistito alla tentazione di origliare alla porta. La voce del fratello, pur attraverso il legno, più che preoccupata gli era parsa carica di terrore. “Non azzardatevi a venire a casa mia!… Va bene, firmo!” Poi Giuseppe era rimasto in silenzio. E Mattia aveva colto in quel silenzio qualcosa di strano. Forse un pianto! E in effetti, quando Mattia aveva visto il fratello uscire dalla cameretta, in lui aveva letto un profondo tormento.

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Mattia a quel punto non aveva avuto scelta, ed eccolo costretto a spiare Giuseppe in una situazione che per lui non stava né in cielo né in terra, e a scoprire cose di cui forse sarebbe stato meglio non sapere nulla! “Questi sono un bel po’ di soldini, e tutti per te!”, dice Ciro U Sciakall a Giuseppe porgendogli qualcosa.


Il fuoriclasse foggiano però non si decide a stringere la presa, e allora intervengono anche gli altri due ragazzi che sono sempre con Ciro. “Il tuo futuro è la Dinamo Lombarda”, sentenzia Lucio, il tipo alle spalle di Ciro, “e poi la serie A!” Quindi è la volta di una precisazione da parte di Ciro: “L’unico problema è che come tutte le cose belle, anche questa ha un prezzo da pagare…” “Ciro, ho accettato di firmare il contratto che mi è stato proposto…”, protesta con voce tremante Giuseppe, “che altro vogliono che faccia adesso?” “La Dinamo Lombarda deve vincere questo campionato… e il Foggia, al momento, è inarrivabile! Dobbiamo dare quindi una mano al destino…” Giuseppe inorridisce, quello che gli stanno chiedendo non è una cosa che si sente di fare, e la sua faccia parla al posto suo. “Giuseppe…”, insiste allora Ciro, avvicinandosi a lui, insieme ai due armadi senza cervello che si porta dietro, “…il Foggia

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deve lasciare per strada qualche punto prima dello scontro diretto! Altrimenti quando ci sarà Foggia - Dinamo Lombarda non avrà senso che perdiate la partita!” Giuseppe rimane in silenzio, con gli occhi fissi sulla mazzetta di soldi che Ciro U Sciakall gli stringe tra le mani. Che cosa ho fatto?, pensa. Come ho potuto essere così ingenuo da non immaginare le inevitabili conseguenze di un comportamento tanto scellerato! Il padre gli aveva insegnato i valori dell’amicizia e dello sport, la lealtà! Aveva fatto mille sacrifici perché lui potesse diventare un grande calciatore, dato che era stato un sogno che lui aveva solo accarezzato. Si era poi prodigato perché Giuseppe diventasse un uomo onesto e coraggioso, pronto a lottare per i più deboli e contro le ingiustizie. Papà, ricordo ancora quando mi dicesti che nella vita non bisogna mai dare nulla per scontato, e che la strada che porta al successo è sempre piena di ostacoli e insidie. E che per questo, quando mai mi si fosse presentato un ostacolo apparentemente insormontabile, a quel punto avrei dovuto parlarne con te… perché tu ci saresti stato, e insieme,


tu e io, avremmo trovato la cosa giusta da fare. “Ricorda, Giuseppe”, mi dicesti, “nessuno mai vince da solo!” Sì, ne parlerò con mio padre, decide Giuseppe nella sua testa, e poi sbotta: “Meglio marcire in Lega Pro per tutta la vita, che arrivare in serie A senza dignità e senza più nessun rispetto per me stesso!” E l’ardire di Giuseppe lo riempie di indomito coraggio: “Non li voglio i vostri soldi! E tra qualche settimana saprò io come onorare il mio debito!”

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f f !!! !!!

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Lo schiaffo che colpisce Giuseppe in pieno volto gli fa girare la testa dall’altra parte, mentre un’improvvisa fiammata gli brucia la guancia. E in quello stesso momento Mattia viene scosso da un doppio brivido di paura. Il primo dovuto allo sgomento per il ceffone toccato al fratello, il secondo perché vede comparire in mano a quei farabutti dei coltelli a serramanico! E siccome i guai odiano viaggiare da soli, e preferiscono accompagnarsi sempre ad altri guai, mentre Ciro poggia la lama del coltello alla gola di Giuseppe, un suono improvviso rivela la presenza di Mattia ai tre bulli! È la suoneria del cellulare! La mamma di Mattia gli sta telefonando! E nel momento meno opportuno! La reazione di Mattia è immediata, e già al secondo squillo ha infilato la mano in tasca per schiacciare un qualsiasi pulsante pur di mettere a tacere il suo telefonino! Purtroppo, però, è già troppo tardi! “C’è qualcuno là dietro!”, sbraita uno degli scagnozzi di Ciro.


“Vieni fuori, maledetto!”, grida Lo Sciacallo, allontanando da sé in malo modo Giuseppe, che inciampando tra i suoi stessi piedi finisce a terra! Forse Mattia avrebbe fatto meglio a scappare, a cercare aiuto, ma il suo pensiero è a Giuseppe. Non può lasciarlo da solo, nelle grinfie di quei malviventi. Esce allora dal buio, e senza paura si mostra a Ciro e agli altri due.

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E di colpo, il ricordo dei gol più belli del fratello, della Coach che lo prende in giro perché non sa calciare un pallone, oppure del padre che lo tiene in braccio durante una partita in tv, sembrano scene appartenenti a un’altra vita. O a qualcosa che non esiste. “Giù le mani da mio fratello!”, dice, muovendo ancora qualche passo in avanti.



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“Occupatevi di Giuseppe”, ordina Ciro ai due complici mentre lui invece si avventa su Mattia, per afferrarlo al collo con una mano. Le unghie di Ciro scavano solchi profondi nella carne di Mattia, che d’istinto reagisce scagliando un gran pugno in faccia al bullo… dando di fatto il via alla tragedia! “Mattiaaaaa”, urla Giuseppe cercando di sfuggire alla presa dei suoi aggressori, mentre Ciro, invece, ormai accecato dalla rabbia, colpisce Mattia con una coltellata all’addome.


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Ed è la fine! La fine di un sogno. La fine di tutto! Giuseppe è sconvolto, terrorizzato, eppure per un momento riesce a divincolarsi dalla stretta dei due delinquenti e ad arrivare a un metro da Ciro. Sta caricando un pugno, quando una coltellata alle spalle ne arresta definitivamente la corsa. Lo Sciacallo lascia cadere Mattia per terra, poi si gira e guarda Giuseppe negli occhi. La situazione gli è sfuggita di mano, ma a questo punto non può più tirarsi indietro. E colpisce il fuoriclasse rossonero con un potente pugno che lo mette KO! Per un attimo, per Giuseppe, è buio totale, poi una luce abbagliante illumina una figura di donna in lontananza.

Giuseppe riconosce la mamma, e con un

urlo muto invoca pietà, e chiede che si fermino! Poi sbatte la testa sull’asfalto con violenza. E per lui è ancora buio.


Chi invece è avvolto da una luce calda e intensa è Mattia, che si vede steso per terra, incapace di muoversi e di impedire a Ciro e i suoi mastini di accanirsi contro la mamma, che in difesa sua e di Giuseppe gli si è scagliata contro.

Mattia si mette a urlare. Ma capisce presto

che nessuno lo sente. E l’ira lo rende folle! Hanno ridotto in fin di vita suo fratello! Stanno uccidendo la sua mamma! Urla allora ancora più forte, e si butta addosso a Ciro. Ma nonostante sia convinto di colpirlo con una forza disumana, nessuno dei suoi pugni sortisce l’effetto sperato.

Mattia è privo di consistenza. È un’anima. È morto.

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Lo confermano anche i due satanelli che scuotono il capo compassionevoli e tristi,


come per invitarlo a rassegnarsi: non può fare nulla!

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In attesa dell'uscita di "Aelfio e i Satanelli" del prossimo 30 NOVEMBRE in tutte le librerie d'Italia e negli Internet Bookshop, da gustarsi la presentazione della serie "Aelfio" negli studi televisivi di "Linea Notte" su Rai3 alla quale interverranno la campionessa Carolina Morace e l'autore e ideatore della serie, Pietro Favorito.


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