Moutain Bike in Valled'Aosta - 61 itinerari ai piedi dei 4000

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Fabrizio Charruaz Gianfranco Sappa Daniele Herin Sergio Borbey

Fabrizio Charruaz Gianfranco Sappa Daniele Herin Sergio Borbey

MOUNTAIN BIKE IN VALLE D’AOSTA 61 itinerari ai piedi dei 4.000

Charruaz Fabrizio, nato ad Aosta il 22 gennaio del 1975, è fin dall’infanzia un grande appassionato di mountain bike. Nel 1997 è diventato maestro di MTB 1° livello della federazione ciclistica italiana, nel 2001 ha conseguito l’abilitazione regionale, è iscritto nell’albo regionale dei maestri di mountain bike e nel 2008 ha ottenuto la specializzazione F.C.I. nell’insegnamento della disciplina del downhill. È uno dei maestri fondatori dell’Associazione Valdostana Maestri di MTB. Ha collaborato con varie amministrazioni comunali per la realizzazione di itinerari di mountain bike e organizza corsi ed escursioni di MTB per ragazzi ed adulti. La passione per il freeride e il downhill lo hanno portato a partecipare a numerose competizioni in particolare nel circuito francese delle Maxi e Mega Avalanche. Sappa Gianfranco è nato ad Ormea (CN) il 1° settembre 1958. Fin da ragazzo la passione per la montagna lo porta a salire le sue prime cime nelle alpi Marittime. Finalmente diventa Guida Alpina nel 1983 trasformando la sua passione in una vera e propria professione che tuttora svolge a tempo pieno. Con il nuovo millennio si avvicina alla mountain bike e nel 2005 diventa Maestro e Guida di MTB, iniziando ad accompagnare i propri clienti per le montagne non più a piedi ma in bicicletta. Attualmente è titolare di un’attività, www.bikeandmountain.com che organizza viaggi in mountain bike attorno al Monte Bianco, al Grand Combin e in tutta la Valle d’Aosta nonché nelle Alpi Marittime e in Sardegna.

61 itinerari ai piedi dei 4.000

ARRAMPICATA ALPINISMO BOULDER TREKKING CANYONING MOUNTAIN-BIKE

SUD

ph. VisaMultimedia, Paolo Rey

NTE

ISBN  978-88-96634-25-7

GUIDE ROMANZI MANUALI

MOUNTAIN BIKE IN VALLE D’AOSTA

A VERS

Una selezione di 61 itinerari in mountain bike ai piedi delle più alte cime dell’arco alpino, vi faranno scoprire angoli nascosti di questa bellissima regione: la Valle d’Aosta. Attraverso boschi, pascoli e colli, dal fondovalle all’alta montagna, percorrendo single track o strade poderali, gli itinerari proposti sapranno appagare sia il principiante che si sta avvicinando al mondo della mountain bike che il biker esperto alla ricerca di sensazioni forti. La descrizione dei tours del Fallère, del Monte Bianco e del Grand Combin completa questa guida e offre la possibilità di intraprendere un vero e proprio viaggio in mountain bike intorno a questi magnifici 4.000. Non vi resta che saltare in sella alla mountain bike e partire alla scoperta di questa straordinaria regione e dei suoi sentieri più belli!

COLLANA LUOGHI VERTICALI

Arco, secret spot. Climber Florian Riegler, photo Marco Spataro

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Herin Daniele, nato ad Aosta nel 1969, consegue l’abilitazione a maestro di mountain bike della federazione ciclistica italiana nel 2003. Appassionato sportivo, nel 2004 fonda, assieme ad alcuni amici, la Scuola di mountain bike del Cervino allo scopo di promuovere la pratica della bicicletta in fuoristrada nel comprensorio del Monte Cervino. Sempre nel 2004 organizza, per la prima volta in Italia, la Maxi Avalanche, maratona di freeride dalle caratteristiche uniche nel suo genere, facendo scoprire a molti appassionati il fascino di una discesa dai 3500 metri del ghiacciaio italo svizzero del Plateau Rosa. Da allora studia e collabora alla creazione di itinerari e piste di mountain bike sul territorio valdostano. Borbey Sergio, nato ad Aosta nel 1968, amante dello sport, in particolare della corsa in montagna, dello sci nordico e del ciclismo, opera come Pisteur Secouriste (sicurezza e soccorso) nel comprensorio sciistico di Pila. Dal 2001, dopo aver conseguito l’abilitazione di maestro di mountain bike della Federazione Ciclistica Italiana, si è dedicato a trasmettere la propria esperienza nel settore giovanile. Dal 2002 si occupa anche del Bike Park di Pila. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione professionale e si è iscritto al relativo albo regionale dei maestri di mountain bike.

UP annuario di alpinismo europeo www.up-climbing.com EDIZIONI VERSANTE SUD


Prima edizione: settembre 2011 ISBN: 978-88-96634-25-7 Copyright © 2011 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Copertina

Il sentiero verso il rifugio Bertone, panorama sul Monte Bianco (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

Testi

Fabrizio Charruaz, Gianfranco Sappa, Daniele Herin, Sergio Borbey, Chantal Pasquettaz mtbvda@versantesud.it

Foto

Paolo Rey, Fabrizio Charruaz, Gianfranco Sappa, Daniele Herin, Sergio Borbey

Mappe

Francesco Favero, Carolina Quaresima Fondi tratti da Carte dei sentieri 1:25000 L’Escursionista Editore

Impaginazione

Chiara Benedetto

Simbologia

Iacopo Leardini, Chiara Benedetto

Stampa

Monotipia Cremonese snc (CR)

Nota La pratica della mountain bike è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo esercita lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.


ROCK MAP

Fabrizio Charruaz Gianfranco Sappa Daniele Herin Sergio Borbey

MOUNTAIN BIKE IN VALLE D’AOSTA 61 itinerari ai piedi dei 4.000

EDIZIONI VERSANTE SUD


Prefazione

Prefazione

Da ormai molti anni mancava una pubblicazione sugli itinerari di mountain bike in Valle d’Aosta, così, dopo vari incontri con la casa editrice Versante Sud e con molto entusiasmo, abbiamo deciso di avventurarci nella realizzazione di questa guida. Per passione e per lavoro, pratichiamo da anni questo sport che ci ha portato ad esplorare con la nostra mountain bike gli innumerevoli sentieri e strade della Valle d’Aosta. Con questa guida vogliamo rivelarvi alcuni percorsi che abbiamo scelto in base al loro interesse e tenendo conto dei vari gradi di difficoltà, in modo da soddisfare sia i biker più esperti che quelli che si avvicinano per la prima volta alla mountain bike. Lavorare alla realizzazione di questo volume a “otto ruote e quattro teste” è stata un’esperienza molto positiva e motivante! Il continuo scambio di idee, di opinioni, di consigli, ha permesso ad ognuno di noi di descrivere la zona della regione che meglio conosce e agli altri di approfondirne la conoscenza. Questa pubblicazione, non vuol essere una guida esaustiva di tutti gli itinerari di mountain bike in Valle d’Aosta, bensì una scelta di quelli che abbiamo ritenuto essere i migliori da percorrere sulle due ruote, per portarvi alla scoperta di angoli singolari dal punto di vista paesaggistico, naturalistico, storico e culturale. Abbiamo cercato di prediligere, dove possibile, dei percorsi circolari in grado di offrire a chi li percorre panorami e sensazioni sempre nuovi per tutta la durata dell’itinerario. Nella speranza che questa guida vi accompagni con un pizzico di curiosità alla scoperta di questa caratteristica regione ricca di storia, di tradizioni e di paesaggi mozzafiato, non ci resta che augurarvi delle indimenticabili escursioni! Gli Autori

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Gli autori: (da sinistra) Daniele, Fabrizio, Sergio e Gianfranco (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey) A destra gli autori (in senso orario): Daniele, Gianfranco, Fabrizio e Sergio (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)


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Indice

Indice Mappa Ringraziamenti Introduzione sulla Valle d’Aosta Introduzione tecnica sulla mountain bike I percorsi in alta montagna in mountain bike: preparazione e sicurezza Informazioni sulla consultazione della guida Indirizzi utili e riferimenti web Bibliografia

8 10 14 20 22 28 32 33

Le piste ciclabili del fondovalle La ciclabile della cintura di Aosta Ciclabile di Fénis Il Ru Pompillard

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I bike park della Valle d’Aosta

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Valle di Champorcher 1 Il lago Miserin e le Chemin du Roi

42

Valle di Cogne 2 Sulle tracce della Marcia del Gran Paradiso 3 Dall’Urtier al Grauson

Valpelline e Ollomont 18 La conca di By 19 Costeggiando la diga di Place Moulin

108 112

46 50

Vallone di Saint-Barthélemy 20 Pedalando con le stelle

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Valsavarenche 4 I casolari di Orvieille

54

Valle di Rhêmes 5 Verrogne e il Petit Mont Blanc 6 Verso la Granta Parey

58 62

Valgrisenche 7 Alla scoperta di Valgrisa

66

Valle di La Thuile 8 Le cascate del Rutor 9 La valle dei fiori 10 Tra i boschi di La Thuile

Valtournenche 21 Antey, la piana delle mele 22 Gli alpeggi e il lago di Cignana 23 Il bosco incantato 24 Tour di Chamois e Cheneil 25 Chamois e i laghi di Champlong 26 Petit Tour dei boschi di Valtournenche 27 I magici scorci di Promoron 28 Salita ai piedi del Cervino 29 Tour dei laghi glaciali del Breuil

120 124 128 130 134 138 142 146 150

70 74 78

Val Veny 11 Celtica 12 Il balcone di Veny

82 86

Val d’Ayas 30 Brusson e il magico Ru d’Arlaz 31 Il rifugio Arp e i suoi laghi 32 Il ritrovato Ru Courtod 33 Champoluc e il vallone di Mascognaz 34 Alla conquista dei piani di Verra 35 Il vallone di Nana

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Val Ferret 13 La ciclabile di Ferret 14 Il balcone di Ferret

90 94

Valle di Gressoney 36 La riserva naturale del Mont Mars

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Valle centrale 37 L’Arpettaz 38 Il giro dei villaggi 39 Il regno del vento 40 Carbone

182 186 190 194

Valle del Gran San Bernardo 15 Il rifugio Chaligne e il Vallone di Arsy 16 Le valli dei contrabbandieri 17 Pedalando sul Ru Neuf 6

98 100 104


41 Pascolando 42 Il regno della solitudine 43 Il volo degli aironi 44 Charvaz 45 Vino, vigneti e fontina 46 Il vallone di Vertosan 47 La Porta Ponton 48 I boschi di Saint-Nicolas 49 Tour di Vetan 50 Petit Poignon 51 Tra boschi e vigneti 52 Due pedalate tra vigneti e frutteti 53 La conca di Pila 54 Uno sguardo su Aosta 55 Tour del castello di Quart 56 Ai piedi dell’Emilius 57 La riserva naturale di Les Iles 58 L’Envers 59 Il Col Des Bornes e l’ospizio di Chavacour 60 Saint-Vincent - Moulin d’Arlaz 61 Ancien Arnad

198 202 206 210 214 218 222 226 230 234 238 242 246 250 254 258 262 266 270 274 278

TF Tour del Mont Fallère

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I grandi tour ai confini della Valle d’Aosta TMB Tour del Monte Bianco TDC Tour del Grand Combin

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Tabella riassuntiva degli itinerari

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Tra prati e ghiacciai (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Tour del Grand Combin Tour del Monte Bianco

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Colle del Gran San Bernardo

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Ollomont 18 Valpelline

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r a Saint-Oyen 16 n Sa n Etroubles RU B e 15 rn Tour del a r d Gignod POMPILLARD 42 41 o Mont 17 Fallère 55 LA CICLABILE 49 La Salle 44 DELLA CINTURA AOSTA 54 46 48 DI AOSTA Saint-Nicolas 52 Saint-Pierre Gressan 51 BIKE PARK 53 50 Pila e 47 ch n Va se ll ri e 5 di Co gne 7 3 Cogne Valgrisenche 2 4 Rhêmes-Notre-Dame 6 Parco Nazionale del Gran Paradiso

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Monte Bianco Courmayeur 11 38 La Visaille 12 V e n y 45 V a l Pré-Saint-Didier 37 40 43 39 9 La Thuile i 10 BIKE PARK hu T 8 La La Thuile di e l Va l


Cervino 28

29 Breuil-Cervinia 27 BIKE PARK Breuil-Cervinia Valtournenche 26 24 25 35 e

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Donnas Pont-Saint-Martin

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Ringraziamenti

Ringraziamenti

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Ringraziamenti per il materiale utilizzato: Acerbis Italia spa e Ivano Camozzi per le mountain bike e l’abbigliamento SCOTT; Pila spa per la fornitura degli occhiali Salice; Cervino spa per la fornitura degli zaini; Pella Sportwear per la fornitura dell’abbligliamento; Garmin. Grazie anche a chi ci ha accompagnato in alcune escursioni e si è prestato come modello: Paolo Lavy, Luigi Pellissier, Christine Pasquettaz, Aldo Charruaz, Matteo Alberti, Stefano Susanna, Denis Lanaro, Laurent Nicoletta, Christian Armaroli.

Un ringraziamento particolare a Chantal Pasquettaz per la sua pazienza e impegno a revisionare il nostro lavoro e per averci accompagnato su alcuni itinerari.


Chantal

Un tratto del Tour del Monte Bianco: scendendo dal rifugio Elena in Val Ferret

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Introduzione sulla Valle d’Aosta

Introduzione sulla Valle d’Aosta L’obiettivo di questa guida vuole essere quello di illustrare i percorsi da seguire per portarvi a conoscere vari angoli della Valle d’Aosta. Per questo motivo, abbiamo deciso di non dilungarci con troppe informazioni storico-culturali che ognuno di voi potrà reperire, a seconda dei propri interessi, in loco o nei numerosi uffici di informazione turistica dislocati sul territorio. Vi ricordiamo infatti che il fascino della Valle d’Aosta deriva, oltre che dalle sue evidenti peculiarità naturalistiche, anche dall’interesse che i numerosi reperti storici, disseminati sull’intero territorio valdostano, possono suscitare nel visitatore che lo attraversa. Dovremmo riportare qui pagine e pagine di testi di storia senza riuscire comunque ad essere esaustivi, ci accontentiamo pertanto di presentarvi una breve panoramica del contesto in cui si svolgeranno i nostri percorsi perché possiate coglierne ed apprezzarne i vari aspetti. Cenni storici. La Valle d’Aosta, per la sua posizione geografica, all’intersezione dei maggiori assi di transito tra l’Italia, la Francia e la Svizzera, ha ricoperto fin dall’antichità un ruolo strategico di comunicazione tra il nord e sud del continente europeo. L’importanza di questo crocevia transalpino, fu colta già nel primo secolo a.C. dai Romani che vi costruirono una delle prime strade transalpine. Cento anni dopo, nel 25 a.C., vi fondarono Augusta Prætoria, l’attuale Aosta, all’intersezione delle vie che attraversavano come oggi le Alpi attraverso i colli del Piccolo e del Gran San Bernardo. Nel territorio della regione, interessato da vari mutamenti climatici e da trasformazioni geologiche che lo resero più o meno adeguato all’insediamento umano, si stabilirono le prime comunità umane fin dal Neolitico, come confermano alcuni ritrovamenti archeologici. Da allora la Valle d’Aosta fu attraversata ed abitata da numerosi popoli, dai Liguri ai Celti, ai Salassi che furono sottomessi dai Romani dopo vari tentativi di invasione, ai barbari che a loro volta sconfissero i Romani, per arrivare all’Impero Carolingio ed al Regno di Savoia. Ogni epoca ed ogni popolo lasciarono le proprie tracce arricchendo la storia e la cultura di questa regione. Sono giunte fino a noi testimonianze di ogni epoca, da quelle risalenti al Neolitico alle notevoli e numerose testimonianze dall’Impero Romano, del quale troviamo reperti disseminati su tutto il territorio valdostano ed in particolare 14

lungo le vie di comunicazione transalpine che, all’inizio del secondo millennio, furono inoltre percorse da migliaia di pellegrini in viaggio da Canterbury a Roma, lungo la Via Francigena, alla ricerca “della Perduta Patria Celeste”. Delle altre epoche ritroviamo le varie chiese e i castelli disseminati lungo la valle, numerosi resti archeologici nonché la lingua, la cultura e le tradizioni. La geografia. La Valle d’Aosta, situata nel nord ovest dell’Italia, confina a nord con la Svizzera (Valle di Entremont, nel Canton Vallese), a ovest con la Francia (dipartimenti dell’Alta Savoia e della Savoia nella regione Rodano-Alpi), a sud e ad est col Piemonte (Provincia di Torino, Provincia di Biella, Provincia di Vercelli). Situata nel cuore delle Alpi, è collegata alla Francia e alla Svizzera con i colli del Piccolo e del Gran San Bernardo e dagli anni Sessanta con i trafori alpini del Gran San Bernardo e del Monte Bianco. Circondata da cinque dei monti più alti d’Europa Monte Bianco (4810 m), Cervino (4478 m), Monte Rosa (4634 m, Punta Dufour), Grand Combin (4314 m) e Gran Paradiso (4061 m) che si raccolgono intorno alla valle centrale percorsa dalla Dora Baltea, la Valle d’Aosta è costituita da una vallata centrale e da ben tredici vallate laterali e numerosi valloni scavati dal lento movimento dei ghiacci che nel periodo glaciale ricoprivano le valli alpine. Con i suoi 3200 km2, è la più piccola regione italiana. Il 96,3% del suo territorio si estende nella zona montana e solo il 7% è adatto alle colture intensive e all’insediamento umano permanente. Secondo le statistiche dell’”Ufficio idrografico del Po”, livellando le montagne della nostra regione si otterrebbe un’altitudine media di circa 2100 m. Oltre alle cime più alte d’Europa, la Valle d’Aosta annovera tra le sue ricchezze naturalistiche il Parco Nazionale de Gran Paradiso. Nel 1919 il re Vittorio Emanuele III decise di cedere la sua grande riserva di caccia in questo territorio allo Stato italiano che nel 1922 vi istituì il Parco Nazionale per salvaguardare alcune specie di flora e fauna in via di estinzione tra cui lo stambecco, che stava scomparendo a causa di una caccia spietata. Oggi all’interno del Parco, percorso da 400 km di sentieri, si contano diverse migliaia di stambecchi e camosci, numerose marmotte, lepri, volpi e alcune aquile.


Sergio, sullo sfondo il Monte Bianco (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Introduzione sulla Valle d’Aosta

In questo territorio ricco di bellezze e rarità naturalistiche, nel corso degli anni sono state istituite altre aree protette a tutela di questi fragili ecosistemi. Nel 1989 fu istituito il Parco Naturale del Mont Avic che ospita la più ampia foresta di pino uncinato della regione e nel corso degli anni sono state create altre nove riserve che permettono la tutela di zone di elevato valore naturalistico come torbiere, laghi alpini e stagni. La popolazione. Per la natura montuosa del territorio, la Valle d’Aosta, con i suoi circa 125000 abitanti, risulta essere la regione meno popolata d’Italia e quella con minore densità di popolazione con soli 36 abitanti per km2 contro i 190 delle altre regioni italiane. Più di un terzo della popolazione si concentra nel fondovalle intorno alla città di Aosta mentre le valli minori, dove nel 1861 si distribuiva circa il 60% della popolazione, si sono notevolmente spopolate a partire dei primi anni della rivoluzione industriale, quando gli abitanti delle montagne videro nel lavoro industriale una possibilità di miglioramento della propria condizione. Verso la fine del diciannovesimo secolo, la Valle d’Aosta fu colpita da un esodo verso i paesi francofoni che durò quasi per 30 anni a causa della fortissima crisi economica che colpì tutta l’Italia. A partire dal secondo dopoguerra sino agli anni Settanta ci fu un’inversione di tendenza e molte persone arrivarono in Valle in seguito all’installazione dei primi impianti siderurgici di Aosta. Dapprima arrivarono piemontesi e veneti (spinti dalla dittatura fascista per italianizzare il popolo valdostano), poi meridionali in particolare provenienti dal comune di San Giorgio Morgeto che compongono ancora oggi il 4% dell’attuale popolazione. Il bilinguismo. Prima dell’arrivo della grande industrializzazione del 1920, la maggioranza della popolazione valdostana, ad eccezione dell’alta valle del Lys, parlava il francoprovenzale (patois) lingua che accomuna questa regione con quelle confinanti della Savoia e del Vallese. Questo dialetto di origine neo-latina con molti punti comuni con le lingue d’oc e d’oïl da cui discende il francese, è ancora molto diffusa tra le persone originarie di questa valle ed è conservata, promossa ed incoraggiata dall’Amministrazione Regionale. Sono infatti stati istituiti il Centre d’études Franco-Provençales “René Willien” e il Bureau Régional pour l’Ethnologie et la Linguistique che si occupano di studi socio-lingui-

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stici ed antropologici e promuovono la creazione letterale, teatrale e lo studio di questa lingua con dei corsi distribuiti sul territorio. Gli abitanti della valle del Lys sono invece di origine germanica e sono eredi della cultura Walser giunta in questa zona tra il XII e il XVI secolo quando erano numerosi i contatti con le popolazioni dell’alta valle del Rodano. Da Gressoney-Saint-Jean et Gressoney-La-Trinité, questa cultura si propagò anche nella parte inferiore della vallata dove la lingua Walser riceve influenze dal piemontese. Dal 1200 circa, il francoprovenzale è sostituito nella sua forma scritta dal francese che fu poi l’unica lingua ufficiale dal 1561 fino al 1860, quando, con l’annessione della Savoia alla Francia, la Valle rimase l’unico territorio francofono in Italia. Iniziò così la diffusione della lingua italiana che culminò con il divieto dell’insegnamento e dell’utilizzo del francese nell’epoca fascista. Nel 1948, lo Statuto speciale di autonomia sancì la parità delle lingue italiana e francese in Valle d’Aosta che sono a tutt’oggi le due lingue ufficiali. Cenni climatici. Per la sua conformazione geografica, la Valle d’Aosta raggruppa nel suo territorio ben 6 fasce climatiche e due sub regioni diverse tra di loro per clima, vegetazione e possibilità di sfruttamento da parte dell’uomo. Le due sub regioni sono denominate adret e envers, definendo col primo termine il versante esposto a sud, sulla sinistra orografica, ben soleggiato e adatto all’insediamento umano ed alla cultura, mentre con envers si definisce la zona opposta, meno soleggiata e ricoperta di foreste e pascoli. Le zone climatiche si distinguono per il clima e per il tipo di vegetazione che crea paesaggi diversi, da quello delle culture del fondovalle fino ai boschi della montagna che lasciano poi spazio agli alti pascoli ed infine ai ghiacciai perenni. In base alla fascia altitudinale, all’esposizione ai raggi del sole ed ai venti, troviamo in Valle d‘Aosta dei tratti climatici molto diversi tra di loro ma nell’insieme questa regione è comunque caratterizzata da un clima mite e tendenzialmente secco per ovviare al quale, fin dall’antichità, sono stati costruiti i canali irrigui (Ru in patois) per irrigare i campi. Alla luce di quanto sopra, è preferibile percorrere gli itinerari situati all’envers nelle giornate calde, mentre all’adret, possiamo approfittare delle luminose giornate primaverili e delle fresche giornate autunnali.


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LA STAGIONE ESTIVA DI PILA SI SPOSTA SEMPRE PIÙ SULLE DUE RUOTE, PRESENTANDO AGLI AMANTI DEL CICLISMO “OFF ROAD” UN’OFFERTA SEMPRE PIÙ RICCA E ALLETTANTE. PER CHI AMA LANCIARSI IN EMOZIONANTI DISCESE E IMPERDIBILI PANORAMI, IL BIKE STADIUM OFFRE 4 PISTE PERMANENTI DI DOWNHILL E FREE RIDE CON 3 VARIANTI PERMANENTI DI DISCESA CON DIVERSI GRADI DI DIFFICOLTÀ. PER CHI NON FOSSE ANCORA STANCO DELLA DISCESA, IL PERCORSO PILA-AOSTA FREE RIDE PROPONE 8 KM DI LUNGHEZZA SU UN DISLIVELLO DI 1.170 M, CHE POSSONO AUMENTARE FINO A 11 SU UN DISLIVELLO DI 1.730 M, SE SI PARTE DAI TRACCIATI A MONTE CHE CARATTERIZZANO LA DESARPA BIKE. AGLI AMANTI DEL CROSS COUNTRY IL COMPRENSORIO OFFRE 12 PERCORSI PER UN TOTALE DI 185 KM CHE SPAZIANO DA 2300 A 600 M DI QUOTA. OLTRE AL SERVIZIO DI TRASPORTO IN TELECABINA E SEGGIOVIA, PILA DISPONE DI UN BIKE CENTER PER IL NOLEGGIO, LA MANUTENZIONE E LA RIPARAZIONE DI BICI PER IL DOWNHILL, IL FREE RIDE E IL CROSS COUNTRY. P I L A T U R I S M O

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comunicazione METRÒ STUDIO ASSOCIATO | foto P. CELESIA


Introduzione sulla Valle d’Aosta

I luoghi d’interesse. Rovine romane Il territorio valdostano è disseminato di vestigia risalenti all’Impero Romano a testimonianza dell’importanza di questo periodo storico che vide in questa regione transalpina una cruciale via di comunicazione col resto del continente Europeo. La Valle d’Aosta era attraversata dalla Via consolare delle Gallie, proveniente da Eporedia (Ivrea), sino ad Augusta Prætoria (Aosta), per poi biforcarsi in direzione dell’Alpis Pœnina (Gran San Bernardo) e successivamente del colle dell’Alpis Graia (Piccolo San Bernardo). Nel 25 a.C. la città di Augusta Praetoria contava probabilmente 70/80000 abitanti contro i circa 35000 attuali. Tra le numerose vestigia romane giunte fino a noi in ottimo stato, ritroviamo l’arco d’Augusto, le Porte Praetoriane, il teatro capace di accogliere all’epoca 4000 spettatori, l’anfiteatro, i resti di una villa dell’epoca, la rete fognaria e la pianta stessa della città con diversi resti delle sue mura di cinta. Disseminati lungo l’antica Via delle Gallie ritroviamo inoltre un tratto della strada stessa con il suo antico lastricato presso Donnas, alcuni pontiacquedotto che trasportavano l’acqua dei ghiacciai fino ai campi coltivati e vari reperti a testimonianza della vita di quell’epoca lungo quello che fu fin da allora un corridoio di passaggio attraverso le Alpi. Castelli La Valle d’Aosta è disseminata di castelli e di torri a testimonianza del suo passato. Passaggio obbligato attraverso le Alpi, la riscossione dei pedaggi costituì un importante strumento di potere per i signori locali che estesero il loro dominio ergendo castelli su tutto il territorio. Con una funzione prettamente difensiva, i castelli erano all’inizio dell’XI e XII secolo delle semplici torri fortificate da mura, come testimoniano il castello di Graines a Brusson, e quello di Cly a Saint-Denis. Nei secoli successivi, divennero espressione della potenza e della ricchezza del proprietario ed infine lussuose residenze. Di alcuni restano solo poche rovine mentre altri sono giunti a noi in ottimo stato e, spesso restaurati, sono oggi aperti al pubblico e meta di numerosi turisti. Tra i castelli aperti al pubblico ricordiamo, salendo lungo la valle principale, il Forte di Bard, col Suo Museo delle Alpi, i castelli di Verrès, Issogne, Ussel, Fénis, il castello reale di Sarre, il Sarriod de la Tour, di Saint-Pierre e quello di Introd nonché il Castel Savoia a Gressoney.

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Santuari Numerosi santuari disseminati nella valle testimoniano la fede cristiana dei valdostani, alcuni dei quali ancora tutt’oggi meta di processioni. Notre-Dame de la Guérison nel comune di Courmayeur Santuario di Machaby nel comune di Arnad Santuario di Vourry nel comune di Gaby Santuario del Miserin nel comune di Champorcher Santuario di Cunéy nel Vallone di Saint-Barthélemy Santuario di Verdonaz (pron. Verdonà) in Valpelline Santuario di San Grato nel comune di Valgrisenche Santuario di Fonteinte nel comune di SaintRhémy-en-Bosses

Progetto ROCKMAP Visto il notevole interesse e utilizzo delle mappature GPS anche nel mondo delle due ruote, Versante Sud e Garmin hanno stretto un importante accordo per iniziare l’imponente lavoro di mappatura dei percorsi interessati dalle sue guide. Il secondo tra i prodotti che vengono proposti è questa guida Mountain Bike in Valle d’Aosta.

ROCK MAP

Sarà possibile scaricare le mappe dei tracciati dal sito www.versantesud.it. Basterà seguire il link indicato nella pagina dedicata alla guida e inserire il codice univoco a 16 cifre che trovate stampato sull’etichetta incollata in terza pagina. Per visualizzare i tracciati sul proprio computer, si potrà scaricare gratuitamente il software dal sito di Garmin.


Discesa dal rifugio Bertone verso la Val Ferret (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Introduzione tecnica sulla mountain bike

Introduzione tecnica sulla mountain bike

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Qualche consiglio per scegliere la propria mountain bike correttamente. Dai primi prototipi di mountain bike degli anni 60 fino ai giorni nostri c’è stata una grande evoluzione sia nei materiali che nelle geometrie e nei componenti di questi mezzi. Da telai pesanti, forcelle rigide e cambi rudimentali, si è passati all’odierna mountain bike minuziosa, raffinata, leggera e resistente. Ad un primo approccio alla mountain bike, potrebbero sembrarvi tutte simili mentre in realtà fare una scelta adeguata risulta complesso. Più la bici è confortevole, appropriata all’altezza, alla corporatura e al tipo di specialità che si vuole affrontare, meno avremo problemi tecnici e fisici. Fatevi consigliare dal vostro negoziante di fiducia sulla mountain bike più adatta alle vostre esigenze. Di seguito riportiamo alcune precisazioni sulle diverse tipologie di mountain bike, di componenti e materiali utilizzati per cominciare a fare un po’ di chiarezza. Le mountain bike recenti sono tutte dotate di forcella ammortizzata, ciò non toglie che si possa continuare ad usare una bici completamente rigida per fare delle escursioni, ma sicuramente il comfort e la sicurezza di una forcella ammortizzata sono da prediligere. Possiamo innanzitutto dividere le diverse tipologie di mountain bike in due grosse categorie: le front suspended, dotate di forcella ammortizzata e le full suspended, dotate di forcella ammortizzata e ammortizzatore sul carro posteriore. In estrema sintesi una bici front ha il pregio di essere più rigida e reattiva nella pedalata mentre una full garantisce un maggiore comfort su terreni accidentati riducendo le sollecitazioni e permettendo di effettuare passaggi impegnativi in maggior sicurezza. Un altro punto da non sottovalutare è quello del prezzo tra una bici front e una full. Una front di buon livello costerà sicuramente meno di una full di pari livello. Esistono sul mercato modelli di full suspended particolarmente economici ma con componentistica e prestazioni mediocri. Un consiglio, se non si ha a disposizione un budget sufficiente per comprarsi una buona full è meglio orientarsi su una front, che a pari prezzo sarà sicuramente migliore. Chiaramente questo discorso vale solo per le mountain bike dedicate al cross country e all’escursionismo a tutti i livelli. Se si vogliono praticare discipline più estreme,

quali freeride e downhill, bisognerà orientarsi su mountain bike dedicate a queste specialità. I telai possono essere costruiti in vari materiali, geometrie, spessori e pesi in base alle specialità a cui sono destinati: cross country, all mountain, freeride, downhill. Variano dal tipo di rigidità, geometria, robustezza e prezzo. I più diffusi sono realizzati in alluminio, preferito all’acciaio delle prime mountain bike, per la sua leggerezza e rigidità. L’acciaio, grazie alle nuove tecnologie di lavorazione, è nuovamente utilizzato ottenendo dei telai di peso pari a quelli di alluminio ma con le qualità di elasticità e robustezza dell’acciaio. Il carbonio, caratterizzato per la sua leggerezza e modulabilità nella lavorazione, viene utilizzato per la realizzazione di mountain bike di alto livello. Alcuni telai, realizzati artigianalmente, sono fatti in titanio che concentra in un unico materiale tutte le caratteristiche migliori: leggerezza, elasticità e resistenza all’usura. I costi di produzione e difficoltà di lavorazione fanno si che rimanga destinato ad un mercato di nicchia. Le forcelle sono normalmente a due steli e variano nella struttura e nel funzionamento. Possono essere a elastomeri per i modelli più economici oppure a molle, o ad aria con regolazioni sia nella compressione che nel ritorno e con la possibilità del bloccaggio dell’escursione. L’escursione della forcella cambia a seconda del tipo di specialità per cui è concepita, in linea di massima si va dagli 80-120 mm per il cross country, dai 120-140 per le all mountain, dai 140-180 per il freeride agli oltre 200 mm per le forcelle a doppia piastra dedicate al downhill. Gli ammortizzatori posteriori, variano il loro funzionamento a seconda del tipo di geometria e dei leveraggi adottati sulle diverse tipologie di mountain bike full suspended. Come per le forcelle possono essere di diversi tipi a seconda dell’utilizzo per cui sono concepiti. I freni possono essere di tipo v-brake che effettuano la loro azione frenante sul cerchione, oppure a disco la cui azione frenante è trasferita al disco. Sulle nuove tipologie di mountain bike di media-alta gamma vengono montati esclusivamente freni a disco idraulici sicuramente più performanti, sicuri e modulabili. Sulle mountain bike


destinate ad un utilizzo più “soft” vengono anche usati freni a disco meccanici azionati tramite un cavetto di acciaio e non dalla pressione dell’olio. Le ruote possono essere progettate in diversi diametri e materiali. Le misure partono dai 16 pollici per i bambini fino ai 26/29 pollici degli adulti. I cerchi possono essere in alluminio, scanio o carbonio. I copertoni possono essere tipo tubeless o tradizionali con camera d’aria. Sono di diverse larghezze, tassellatura e robustezza. Dalle super leggere e scorrevoli a quelle più tassellate e rinforzate, ogni tipologia di terreno ha la sua gomma ideale. Sicuramente una gomma mediamente tassellata è un buon compromesso per percorrere qualsiasi itinerario.

re, variano lo sforzo e lo sviluppo metrico della pedalata in base alla pendenza e tipo di terreno. I pedali possono esseri liberi o ad aggancio rapido. I primi possono essere usati con qualsiasi scarpa e generalmente vengono utilizzati da chi si avvicina alla mountain bike o nelle discipline discesistiche e acrobatiche. I pedali ad aggancio rapido, bloccando la scarpa al pedale, garantiscono una pedala più redditizia e necessitano di scarpe dedicate. Agli occhi di un principiante può sembrare molto scomodo e problematico agganciare e sganciare il piede dal pedale, ma una volta superata la diffidenza iniziale non se ne potrà più fare a meno.

Il cambio può essere di molteplici tipologie, le ditte Shimano e Sram detengono ormai il monopolio. I più diffusi utilizzano comandi tipo pollice-indice oppure il sistema grip shift, caratterizzato da un manettino girevole sulla manopola. Entrambi, azionando un deragliatore posteriore e/o anterio-

Un curioso incontro… (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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I percorsi in alta montagna in mountain bike: preparazione e sicurezza

I percorsi in alta montagna in mountain bike: preparazione e sicurezza Tenuto conto che una buona parte degli itinerari descritti in questa guida raggiungono una quota superiore ai 2000 metri e si situano spesso in ambienti isolati, ci è parso utile porre l’accento sui comportamenti da tenere per la gestione della gita, per la vostra sicurezza e per il soccorso in caso di emergenza. Preparazione della gita: Abbigliamento: oltre i 2000 metri, anche in piena estate possiamo trovarci di fronte a temperature rigide (pochi gradi sopra lo zero), può nevicare in ogni periodo dell’anno, luglio e agosto compresi! Prevediamo quindi un paio di guanti, un berretto, un antivento, una giacca da bici a maniche lunghe o un pile senza dimenticarci di occhiali da sole e creme protettive. Lo zaino: è a nostro avviso assolutamente indispensabile quando si compie un’escursione in montagna. Oltre all’abbigliamento menzionato, dovrà contenere gli attrezzi necessari per far fronte ad eventuali danni meccanici. Non dobbiamo assolutamente dimenticarci di una camera d’aria di scorta, di una pompa e di alcuni tacconi nonché di levagomme, smaglia catena, tira nipples e di una serie di chiavi (brugole, torks). Esistono degli attrezzi multiuso che racchiudono in un unico strumento tutte le chiavi necessarie. Ricordiamoci anche di munirci di una cartina dettagliata della zona e di alcuni generi alimentari come barrette energetiche, cioccolato o biscotti. La mountain bike: prima di partire per ogni escursione è opportuno verificare che la nostra bicicletta funzioni correttamente. Dovremo controllare il funzionamento dei freni, delle sospensioni e del cambio. Verificare la pressione delle gomme ed eventualmente se presenti, degli ammortizzatori ad aria. Accertiamoci che le viti e gli sganci rapidi, soprattutto delle ruote, siano chiusi correttamente. Infine una buona lubrificazione alla catena ci aiuterà ad evitare eventuali inutili intoppi. Protezioni: spesso le salite si svolgono su strade bianche che, seppur ripide, non sono pericolose. Le discese invece, se utilizziamo gli stupendi sentieri che solcano il nostro territorio, sono molto spesso tecniche e quindi l’utilizzo di pro22

tezioni quali gomitiere, ginocchiere o altro può essere utile. Il casco da bici è sempre assolutamente indispensabile. Informazioni sul percorso e previsioni meteo: ogni anno, in inverno e primavera le valanghe, lo scioglimento della neve e le piogge, possono provocare l’interruzione di alcuni sentieri. È importante verificare lo stato dei percorsi per evitare di trovarci su tratti franati o nevai residui il cui attraversamento può essere molto pericoloso. È consigliabile informarsi presso i Comuni, gli Uffici Turistici e le organizzazioni che si occupano di montagna e sentieristica sul territorio. Prima di partire consultiamo sempre il bollettino meteo aggiornato. Sicurezza ed emergenze: spesso le gite si svolgono in ambienti selvaggi ed isolati, lontano da centri abitati, dobbiamo quindi renderci autonomi, quanto più possibile, nel far fronte a imprevisti ed eventuali incidenti. Ricordiamoci di mettere nello zaino un buon kit di pronto soccorso, con l’aggiunta di eventuali farmaci di uso personale e di un telo termico che può risultare utile in caso di incidenti non gravi o per attendere con tranquillità l’arrivo dei soccorsi. Ricordiamoci che l’infortunato non dovrebbe mai essere lasciato solo ad attenere i soccorsi. A questo proposito, la presenza di un efficiente servizio di elisoccorso sul territorio valdostano, consente di risolvere nel migliore dei modi anche gli incidenti più gravi. Il numero da contattare è il 118 che mette in contatto con la “centrale unica del soccorso”, in grado di risolvere ogni tipo di emergenza. In caso di richiesta di elisoccorso è importante fornire in modo chiaro i dati richiesti dall’operatore (posizione, recapiti, anagrafica, stato dell’infortunato...). All’arrivo dell’elicottero dobbiamo posizionarci in zona aperta (dobbiamo essere visibili) tenendo le braccia alzate a formare una “V” oppure sventolando qualcosa di colorato. Dobbiamo inoltre bloccare ogni oggetto che il forte flusso d’aria dell’elicottero possa far volare. In fase di atterraggio dell’elicottero rimaniamo immobili inginocchiati ed attendere le istruzioni dell’equipaggio. A titolo informativo, non sempre è possibile caricare la bici insieme all’infortunato!


In quota: 18 percorsi segnalati di downhill e freeride, punti ristoro e piscina riscaldata.

seggiovie aperte tutta l’estate con possibilità di trasporto pedoni e MTB

In paese: NOVITÀ ESTATE 2011 Apertura di un nuovissimo BIKE PARK e della scuola di MTB con maestri della Federazione Ciclistica Italiana. Per informazioni: scuoladimtb@lathuile.it

Funivie Piccolo San Bernardo SpA

Tel. +39.0165.884150 www.lathuile.net info@lathuile.net

Tel. +39.0165.883049 www.lathuile.it info@lathuile.it

info:

Possibilità di acquistare pacchetti comprensivi di: • bikepass • noleggio bici standard o biammortizzate • menù bikers • ingresso in piscina


I percorsi in alta montagna in mountain bike: preparazione e sicurezza 24

Attenzione: è sempre conveniente avere con se il telefono cellulare anche se, volutamente non abbiamo indicato il grado di copertura della rete GSM in quanto varia da operatore ad operatore. Ricordiamoci che in un ambiente montano sovente non c’è copertura pertanto, soprattutto se effettuiamo una gita da soli, informiamo qualcuno della nostra destinazione. REGOLE E CONSIGLI Vorremmo che le nostre montagne continuassero ad essere percorse senza limitazioni, confidando nell’educazione degli escursionisti a piedi, a cavallo o in mountain bike al rispetto del territorio e delle attività tradizionali ad esso legate. Attualmente in tutta la Valle d’Aosta non esistono divieti specifici al transito delle mountain bike. Impegniamoci perché la situazione rimanga tale! Usiamo prudenza ed il massimo rispetto quando sorpassiamo o incontriamo gli altri escursionisti e quanti – persone e/o animali – possono venire a trovarsi sul nostro cammino. Controlliamo la velocità. L’andatura va commisurata al tipo di terreno, alla nostra esperienza di guida e allo stato del mezzo utilizzato. Restiamo sui percorsi già tracciati per non danneggiare i prati ed altri delicati ecosistemi. Non prendiamo scorciatoie tra i tornanti su ripidi pendii e non derapiamo inutilmente perché ciò può accelerare l’erosione del terreno. Rispettiamo la flora e non disturbiamo inutilmente gli animali selvatici e il bestiame. Qualora li dovessimo incontrare diamo loro il tempo di spostarsi dalla nostra strada con la dovuta tranquillità. Non abbandoniamo rifiuti; riportiamoli con

Panorami mozzafiato (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

noi a valle e, se possibile, raccogliamo quanto abbandonato dagli altri. Rispettiamo le proprietà pubbliche e private e le colture. Non oltrepassiamo cancelli o passaggi chiusi. Indossiamo sempre il casco, controlliamo lo stato della nostra mountain bike e provvediamo a portare con noi alcune provviste, abbigliamento adeguato alla quota e accessori per le riparazioni d’urgenza. Cerchiamo di essere autosufficienti. Teniamo in considerazione eventuali e repentini cambiamenti meteorologici ed attrezziamoci di conseguenza. Informiamoci sulle previsioni meteorologiche. Evitiamo di percorrere da soli aree isolate, portiamoci sempre un cellulare o almeno lasciamo informazioni sul nostro itinerario. In caso di necessità chiamiamo il 118. Cerchiamo di lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio. La sola cosa che possiamo prendere dalla natura sono le fotografie! Non avventuriamoci in percorsi troppo difficili per le nostre capacità. Valutiamo obiettivamente il nostro grado di preparazione tecnica e fisica. Pianifichiamo l’escursione, informiamoci della percorribilità dell’itinerario scelto, portiamo sempre con noi una carta topografica dettagliata e ricordiamoci che la Legge Regionale n. 1 del 21/01/2003 all’art. 2 bis recita: “La percorrenza con la mountain bike di sentieri e strade non classificate come statali, regionali o comunali avviene a completo rischio e pericolo degli utenti.” Facciamo attenzione ai fili elettrificati che delimitano le varie zone di pascolo del bestiame e ricordiamoci che nelle zone di pascolo l’acqua dei torrenti e delle sorgenti potrebbe essere inquinata dagli escrementi degli animali.


Prima di partire‌ controllariamo sempre la nostra mtb (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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TREKMAP ITALIA, IL RISULTATO DELLE PARTNERSHIP TRA GARMIN E GLI ENTI TERRITORIALI

BirdsEye™: L’ARCHIVIO DELLE MIGLIORI IMMAGINI SATELLITARI COMPATIBILI CON GPS GARMIN

TrekMap Italia è la nuova cartografia digitale topografica nazionale, sviluppata da Garmin e disponibile per i GPS dedicati all’outdoor.

Siglato l’accordo tra Garmin e DigitalGlobe che consente ai possessori di GPS Garmin di accedere a BirdsEye™ Satellite Imagery, il nuovo data base mondiale di immagini satellitari, dal quale scaricare i migliori “scatti” ad alta risoluzione e utilizzarli sul proprio GPS Garmin.

L’azienda leader mondiale nella navigazione satellitare, prosegue nel proprio piano di sviluppo sul territorio italiano presentando TrekMap Italia, ovvero la cartografia topografica del territorio nazionale. La TrekMap Italia ha una copertura di sentieri e tracciati, oltre a numerosi dati turistici e outdoor, e Garmin Italia rilascerà versioni sempre più aggiornate grazie ai dati provenienti da nuove collaborazioni locali. Attualmente TrekMap Italia mette a disposizione più di 73.000 chilometri tra sentieri, itinerari ciclabili e piste ciclabili, oltre a 50.000 punti di interesse escursionistico/turistico. È il risultato di una collaborazione con quattro Regioni, due Province e tre Sezioni del CAI che hanno contribuito ad arricchire TrekMap con le informazioni in loro possesso della sentieristica territoriale. Nella confezione di TrekMap Italia trovano posto due DVD ed una scheda di memoria. In un DVD la cartografia, installabile sul proprio computer e completa dell’indispensabile software di gestione. Nel secondo DVD ci sono tutti i dati turistici e relativi alla “vita all’aria aperta” messi a disposizione dagli enti territoriali partner del progetto: schede informative su itinerari e punti di interesse, road-book, immagini, cartografie stampabili, veri e propri “libri” in formato PDF, filmati, audioguide MP3… e molto altro ancora. Nella scheda di memoria invece, la cartografia già pronta all’uso per gli strumenti Garmin.

Copertina dvd TrekMap Italia

Il mondo della navigazione satellitare fa passi da gigante e le novità spesso sorprendono persino i più accaniti affezionati del GPS. DigitalGlobe® è titolare di BirdsEye™ Satellite Imagery, il più importante archivio fotografico di immagini satellitari: tutte le fotografie sono georeferenziate e vengono visualizzate immagini “real life“ di edifici, strade, sentieri, montagne e paesaggi. Una rappresentazione reale dell’ambiente che ci circonda, esattamente come l’utente del GPS lo vede nelle sue escursioni. Con BirdsEye™, gli utenti Garmin potranno caricare immagini aeree e satellitari ad alta definizione sui GPS compatibili, utilizzando il software Base Camp di Garmin. Gli appassionati di outdoor potranno inoltre caricare mappe vettoriali Garmin, sugli strumenti compatibili per comprendere ancora meglio il territorio che stanno attraversando. I dati dei prodotti topografici Garmin, come le curve di livello, i fiumi e le strade, saranno visibili sopra le immagini satellitari, unendo l’intuitività di un’immagine “reale” fornita da un satellite con le avanzate funzionalità di calcolo automatico del percorso e ricerche dei punti di interesse, tipiche della cartografia vettoriale Garmin. I GPS compatibili sono tutti i portatili cartografici della Outdoor Series: Dakota, Colorado e Oregon.

Display con foto satellitare


GARMIN “CUSTOM MAPS”: IL MATRIMONIO TRA CARTOGRAFIA VETTORIALE E MAPPE CARTACEE È possibile utilizzare nei GPS Garmin per l’outdoor di ultima generazione anche le mappe cartacee e integrare la scansione di queste ultime con la cartografia digitale. Una esclusiva Garmin che valorizza il patrimonio di cartine di ogni escursionista.

Garmin presenta BaseCamp, l’evoluzione dello storico software cartografico MapSource che permetterà di pianificare un’escursione e di gestire in 3D i dati cartografici e di percorso. L’escursionismo è disciplina semplice e naturale: camminare su sentieri, tra vallate e boschi è di per sé un’emozione impagabile, ma con la tecnologia di ultima generazione, diventa anche più sicura e persino divertente. Garmin è l’azienda protagonista di questa rivoluzione e l’ultima novità del leader mondiale nella navigazione satellitare si chiama BaseCamp, un software che permetterà agli appassionati dell’outdoor di pianificare e realizzare percorsi, itinerari e waypoint e trasferirli dal proprio computer direttamente ai GPS Garmin e viceversa. Numerose le funzionalità che Base Camp offre agli utilizzatori, quali la visualizzazione della mappe topografiche, sia in 2D che in 3D. Inoltre è possibile visualizzare il profilo altimetrico contestualizzato alla traccia in ogni momento. Inoltre, grazie alla funzione Track Draw, gli escursionisti potranno tracciare un itinerario e ottenere immediatamente un profilo per determinare la difficoltà del percorso. Il rivoluzionario software BaseCamp gestisce la cartografia e i dati di percorso tramite una semplice interfaccia che permette l’orientamento e la modifica della prospettiva di visione, oltre alla funzione “riproduzione” che garantisce l’esperienza virtuale di navigazione in 3D su percorsi.

www.garmin.it - info@garmin.it

L’azienda leader mondiale nel mondo della navigazione satellitare presenta la nuova funzionalità “Custom Maps” che permette di integrare nel proprio GPS da outdoor la cartografia digitale con la cartografia cartacea. Grazie al processo Custom Maps messo a punto da Garmin, è possibile convertire le cartine che ognuno possiede in formato cartaceo in cartine uploadabili sui GPS Garmin per l’outdoor. Con poche e semplici operazioni, infatti si possono trasferire i dettagli delle mappe cartacee o digitali non Garmin sui modelli Oregon, Dakota o Colorado. Questo servizio è gratuito ed è compatibile con PC e Mac. La nuova funzione delle Custom Maps apre il campo di utilizzo a numerose applicazioni fino ad oggi impensabili. Infatti, oltre alle tradizionali applicazioni mirate alla navigazione outdoor, è ipotizzabile che Custom Maps venga utilizzata da chi vuole “esplorare” il parco vicino a casa oppure da chi deve trovare un ristorante e possiede soltanto le indicazioni su una cartina disegnata, oppure un turista evoluto che desidera visitare un’area archeologica descritta su una rivista.

BASECAMP: FACILE E DIVERTENTE PIANIFICARE L’AVVENTURA

Display con Custom Map

Screenshot da computer BaseCamp


Informazioni sulla consultazione della guida

Informazioni sulla consultazione della guida Lettura degli itinerari: Le particolari caratteristiche del territorio della Valle d’Aosta, la rendono nel suo insieme particolarmente adatta alla pratica della mountain bike. Come precisato nel paragrafo sulla geografia, ci sono però alcune zone o vallate meno fruibili per la loro conformazione del territorio, le fasce altitudinali o per interventi dell’uomo, ed è per questo motivo che ci sono zone con maggiore o minore concentrazione di itinerari. Precisiamo che gli itinerari sono stati tutti percorsi e controllati da noi stessi, ciò non toglie che le informazioni e i dati riportati siano soggetti a mutabilità in seguito a particolari condizioni climatiche, geologiche o altri fattori esterni non prevedibili che si potrebbero verificare. Ogni itinerario proposto, ad eccezione dei grandi tour, si compone di cinque parti: una legenda, una descrizione generale, una descrizione tecnica, un profilo altimetrico e una cartina dell’itinerario. Tutti i dati tecnici come distanze, altimetrie e dislivelli relativi agli itinerari sono stati ricavati con l’uso associato del GPS, ciclo-computer e carte topografiche. La legenda riassume nel dettaglio le caratteristiche più importanti di ogni itinerario proposto. Nello specifico si compone delle seguenti voci: Tipologia di terreno: l’itinerario è frazionato in base alla tipologia di terreno di cui è composto. Vengono forniti dei dati percentuali approssimativi al fine di dare una prima impressione del terreno su cui pedaleremo. Ad ogni tipo di terreno viene associato un colore riportato anche sul profilo altimetrico e sulla cartina. In alcuni casi in cui il terreno cambia in continuazione per brevi tratti, è indicato quello predominante. Pista ciclabile: azzurro; Strada asfaltata: nero; Strada sterrata o poderale: marrone; Sentiero e/o mulattiera: verde; Eventuale variante al percorso indicato: rosso. Alcuni punti particolarmente esposti sono contrassegnati con il simbolo

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Periodo di percorrenza: indica il periodo che di norma è ritenuto ottimale per la percorrenza dell’itinerario valutando le temperature e lo stato di innevamento. Punto di partenza: indica la località di partenza, con l’indicazione delle relative coordinate GPS tenendo conto, dove possibile, della presenza di parcheggi e/o strutture ricettive nelle immediate vicinanze. Quota massima raggiunta: indica la quota massima raggiunta percorrendo l’itinerario, dato molto utile ai fini della scelta dell’abbigliamento. In caso di previsioni meteo incerte, ad inizio primavera o in autunno inoltrato, saranno da preferire itinerari a bassa quota. Dislivello positivo: il dato si riferisce alla somma approssimativa dei dislivelli positivi presenti nell’itinerario. Il dislivello reale, assieme al tempo medio di percorrenza, è un dato importante per valutare l’effettivo impegno fisico dell’itinerario. Distanza: indica la distanza totale dell’itinerario completo. Se l’itinerario prevede delle varianti la differenza è eventualmente indicata a parte. Tempo di percorrenza: indica un intervallo di tempo indicativo entro il quale è possibile portare a termine l’itinerario. Questo lasso di tempo tiene conto delle capacità medie dei biker nonché di eventuali tempi di sosta per godere del panorama … prendiamoci il tempo di ammirarlo! Difficoltà tecnica: fornisce una valutazione di difficoltà tecnica riferita all’intero itinerario con la seguente scala: facile, medio, difficile, molto difficile. Tale valutazione tiene conto del tipo di tracciato che si percorre, del tipo di terreno, della pendenza, dei tratti esposti e di ogni altra difficoltà che è possibile incontrare nella percorrenza dell’itinerario. Attenzione, in caso di terreno umido o bagnato la difficoltà tecnica potrebbe aumentare considerevolmente.


Veduta sulle Grandes Jorasses (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Informazioni sulla consultazione della guida

Impegno fisico: fornisce una valutazione di impegno fisico riferita all’intero itinerario valutato secondo la seguente scala: facile, medio, impegnativo, molto impegnativo. Ciclabilità: indica il dato in percentuale della ciclabilità dell’itinerario in quanto in alcuni tratti, o per la troppa pendenza o per il terreno troppo sconnesso è necessario scendere dalla propria mountain bike. Rifugi: indica gli eventuali rifugi che si incontrano sul percorso. In alcuni casi indichiamo anche altri locali come bar o ristoranti raggiungibili soltanto in mountain bike o a piedi. Verifichiamo sempre prima della partenza le date di apertura dei rifugi. Volutamente non sono stati indicati i bar, ristoranti e negozi incontrati in alcuni itinerari raggiungibili in auto. Fonti d’acqua: sono indicate informazioni sulle fontane che si possono trovare lungo il percorso per rifornirci di acqua. Località attraversate: sono elencate in ordine cronologico le località attraversate dall’itinerario con relativa quota altimetrica. A ogni località corrisponde un numero che ritroverete sul profilo altimetrico, sulla cartina e nel testo al fine di rendere più chiara possibile la descrizione del percorso. In alcuni casi oltre alle località, vengono indicati anche bivi, incroci o punti generici utili per la comprensione della direzione.

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La descrizione generale evidenzia il contesto in cui si sviluppa l’itinerario, le note storiche e culturali, le curiosità e le notizie utili. Si tratta di una descrizione generica dell’ambiente che attraversiamo, delle montagne circostanti e degli animali che avremo la possibilità di incontrare. Per informazioni più precise e dettagliate, consigliamo di consultare delle pubblicazioni specifiche in merito. La descrizione tecnica espone la direzione da seguire per percorrere l’itinerario. I termini destra e sinistra, quando non diversamente specificato, sono riferiti al senso di marcia. Nei punti di particolare interesse è indicato un numero riportato anche sulla cartina per rendere più comprensibile la descrizione dell’itinerario. Dato che sul territorio valdostano non è presente una segnaletica dedicata alla mountain bike, abbiamo cercato, dove era possibile, di ricondurci alla segnaletica pedonale caratterizzata da indicazioni gialle poste sia su pali dedicati che pitturata su rocce o muretti. Ricordatevi che tutti gli itinerari proposti percorrono tratti di strade sterrate e sentieri utilizzati anche da pedoni o mezzi agricoli, pertanto vi raccomandiamo la massima prudenza e cortesia. Il profilo altimetrico riassume i dislivelli percorsi dell’intero itinerario. Sull’asse delle X vengono riportati i Km mentre sull’asse delle Y la quota s.l.m. I punti delle località attraversate, vengono indicati sul profilo altimetrico. La cartina rappresenta l’intero itinerario. Come spiegato, sulla cartina vengono evidenziati punti particolarmente importanti con dei numeri che ritroverete sul profilo altimetrico e nel testo. La cartina della guida è in formato molto ridotto, consigliamo pertanto l’uso di cartine escursionistiche dettagliate con scala 1:25.000.

Controllo della pressione dei pneumatici (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)


Dettaglio sul pedale a sgancio rapido (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Indirizzi utili e riferimenti web

Indirizzi utili e riferimenti web Informazioni turistiche generali Per qualsiasi informazione sulla ricettività, i rifugi, i trasporti, gli impianti a fune, i noleggi ecc. consultare il sito regionale dedicato al turismo: www.lovevda.it oppure alla sezione turismo: www.regione.vda.it/turismo www.bikevalledaosta.it Meteo www.regione.vda.it www.nimbus.it www.chamonix.com www.meteo-suisse.com Soccorso Numero unico: 118 In questo momento il 118 è il numero unico di soccorso in Valle d’Aosta che dà accesso ai seguenti servizi: soccorso sanitario; soccorso alpino; protezione civile; corpo forestale valdostano; vigili del fuoco. Prossimamente sarà adottato il numero unico di soccorso 112 come previsto dalle normative comunitarie.

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Negozi specializzati Cicli Benato Via Corrado Gex, 37 - 11011 - Arvier Telefono e fax: 0165 99131 www.ciclibenato.com Cicli Lucchini C.so Battaglione Aosta 49/51 Tel. 0165 262306 - fax 0165 32224 info@ciclilucchini.com - www.ciclilucchini.com B.C. & Bike di Brunier Claudio Località Pont Suaz, 91 - 11020 Charvensod Telefono e fax: 0165 261631 GAL SPORT str. Paravera, 6/a 11100 Aosta loc. Autoporto, 33/b Tel. 0165 236134 - fax 0165 41638 info@galsport.com www.galsport.com Atelier Boldrini Di Roberto Boldrini Frazione Borettaz, 11, 11020 Gressan Cell. 335 611 4906 robertoboldrini.ao@libero.it Mazzanti Bike Di Mazzanti Guido Via Ponte Romano, 156, 11027 Saint-Vincent Tel. 0166 513558

Freeride ai piedi del Bianco (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)


Bibliografia

Per le note storicoculturali e ambientali sono stati consultati i siti web delle varie amministrazioni locali, il sito regionale, Wikipedia, nonché i libri seguenti:

MAESTRI DI MOUNTAIN BIKE In Valle d’Aosta vige una legge che regolamenta e definisce la figura del Maestro di mountain bike. Per poter esercitare la professione in ambito turistico il maestro deve essere iscritto nell’Albo regionale delle professioni turistiche ed essere in possesso del tesserino di riconoscimento rilasciato dall’Amministrazione Regionale. Per maggiori informazioni sui maestri abilitati, consultate il sito dell’Associazione Valdostana maestri di mountain bike: www.maestrimtb.com

Pietro Giglio e Matteo Giglio Valle d’Aosta in mountain bike Musumeci Editore 1990 Matteo Giglio In Valle d’Aosta con la mountain bike Edizioni CDA 1996 Augusta Vittoria Cerutti Le Pays de la Doire et son peuple Musumeci Editore 1995


Le piste ciclabili del fondovalle

Le piste ciclabili del fondovalle

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Questa guida descrive itinerari di mountain bike e quindi di ciclismo fuoristrada ma ci sembra comunque doveroso menzionare anche le piste ciclabili presenti nel fondovalle. Anche se interamente asfaltate, rivestono un ruolo molto importante per la pratica della mountain bike in Valle d’Aosta, permettendo di raggiungere, senza utilizzare le strade trafficate, i vari punti di partenza per alcuni itinerari proposti in questa guida. Non è inoltre da sottovalutare l’importanza che riveste questo percorso per chi si avvicina per la prima volta alla bicicletta. I bambini e i principianti possono trovare nella pista ciclabile un luogo facile e sicuro per affrontare le prime pedalate. Attualmente esistono dei tratti di piste ciclabili distinti tra loro, ma è in progetto la realizzazione di una pista ciclabile che formerà un unico percorso che collegherà le zone tra il comune di Saint-Vincent quello di Villeneuve. La pista ciclabile ultimata, snodandosi tra villaggi, siti archeologici, castelli, aziende agricole e vitivinicole, lungo la Dora Baltea ci porterà alla scoperta del patrimonio storico e culturale della Valle d’Aosta in bicicletta.

Segnaletica orizzontale delle piste ciclabili

LA CICLABILE DELLA CINTURA DI AOSTA CICLABILE DI FÉNIS IL RU POMPILLARD


Regolamento del percorso ciclo-pedonale di Aosta

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Le piste ciclabili del fondovalle

Le piste ciclabili del fondovalle

La ciclabile della cintura di Aosta

100%

Questa pista ciclabile si sviluppa lungo la Dora Baltea, tra i comuni di Sarre e di Brissogne ed è attualmente il tratto più lungo. La pista ciclabile può essere percorsa in entrambe i sensi di marcia e possiamo decidere di percorrerla interamente o di partire dai diversi accessi posti lungo il percorso per ridurne la distanza. Prestate attenzione ai numerosi pedoni che condividono il percorso. 15 marzo - 15 novembre Sarre, centro sportivo, loc. Arensod N45 43.289 E7 16.330 Brissogne, centro sportivo, loc. Les Iles N45 44.307 E7 24.606 600 m 70 m 22 km 1,30 - 2,00 ore Facile Facile

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Pista ciclabile

Un tratto della ciclabile di Aosta

100% 100% Fontane all’area verde Gressan e di Pollein Accessi intermedi: Aosta, centro sportivo loc. Mont Fleury N45 43.680 E7 17.680 Aosta, piscina comunale, loc. Tzambarlet N45 43.732 E7 18.190 Gressan, area verde loc. Les Iles N45 43.612 E7 17.501 Gressan, rientro pista freeride Pila-Aosta N45 43.610 E7 18.614 Charvensod, sottopasso loc. Ponte Suaz N45 43.723 E7 19.313 Charvensod, area sportiva loc. Plan Felinaz N45 43.665 E7 20.050 Pollein, area sportiva loc. Grand Place N45 43.993 E7 21.449


Ciclabile di Fénis

Pista ciclabile

100%

Questa pista ciclabile, quasi interamente rivestita in asfalto rosso, con un susseguirsi di curve e sali-scendi forma un anello di circa 8 km attorno al comune di Fénis. Ci sono tre diversi punti di partenza e può essere percorsa in entrambi i sensi di marcia. Prestate attenzione ad eventuali pedoni e mezzi agricoli che condividono il percorso. Anche se non collegato alla pista ciclabile, consigliamo una visita al suggestivo castello di Fénis. 15 marzo - 15 novembre Fénis, loc. Tzanti de Bouva N45 44.388 E7 29.442 Fénis, piazzale del cimitero N45 44.365 E7 29.139 520 m

Facile Facile 100% 100%

80 m

Fontane all’area verde Tzanti de Bouva e al piazzale del cimitero

8 km

Accessi intermedi: Nus, frazione Breil N45 44.676 E7 28.879

0,30 - 1,00 ora

Un tratto della ciclabile di Fénis

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Le piste ciclabili del fondovalle

Le piste ciclabili del fondovalle

Il Ru Pompillard

Strada sterrata o poderale

100%

Questo tracciato si sviluppa su una strada poderale che percorre Il Ru Pompillard, un antico canale irriguo che trasporta l’acqua del torrente Buthier dalla Valpelline alla collina di Saint-Christophe. Il tracciato, interamente pianeggiante con un fondo uniforme e compatto, non presenta alcuna difficoltà nella sua percorrenza. Sebbene non si tratti di una pista ciclabile, queste caratteristiche e la vicinanza ad Aosta lo rendono classificabile come tale in quanto adatto a tutti. I biker più esperti lo possono utilizzare come collegamento con gli itinerari circostanti (itinerario: “Uno sguardo su Aosta”). Il Ru Pompillard può essere percorso in entrambi i sensi di marcia e il fatto che si trovi in una posizione molto soleggiata lo rende fruibile quasi tutto l’anno. Il panorama è molto vario, spazia dalla valle del Gran San Bernardo alla valle centrale al cui centro vediamo la città di Aosta, sovrastata dalla becca di Nona (3141 m) e dal Mont Emilius (3551 m). Indipendentemente dal punto di partenza, percorriamo la strada poderale pianeggiante tralasciando qualsiasi deviazione in salita e/o discesa, seguendo le indicazioni dei tracciati pedonali n. 8 e n. 26 nelle rispettive direzioni verso Valpelline o verso Saint-Christophe. Il punto di partenza più agevole è quello situato nel comune di Saint-Christophe, nei pressi della frazione di Veynes, dove troviamo un parcheggio all’inizio del canale. Negli altri punti di partenza indicati dobbiamo effettuare una breve salita per raggiungere il tracciato pianeggiante. Note Il tratto di strada tra Roisan e Valpelline, pur essendo facile, è soggetto a minor manutenzione, ha un fondo meno uniforme e in alcuni periodi dell’anno troviamo l’erba alta.

Aprile - novembre Saint-Chistophe, loc. Veynes N45 45.447 E7 21.697 Strada regionale per Valpelline, in corrispondenza dei cartelli indicanti il percorso pedonale n. 26 N45 48.614 E7 18.870 600 m

Facile Facile 100% 100% Fontane alla frazione di Roisan

40 m 12 km (solo andata) 1,30 - 2,30 ore

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Accessi intermedi: Saint-Chistophe, area verde loc. Croux N45 45.264 E7 20.141 Roisan, capoluogo N45 47.154 E7 18.707


Colori autunnali sul Ru Pompillard

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I bike park della Valle d’Aosta

I bike park della Valle d’Aosta Su esempio di altre realtà presenti nelle vicine stazioni sciistiche francesi e svizzere, anche in Valle d’Aosta sono stati realizzati diversi bike park. I bike park, nati al fine di utilizzare i comprensori sciistici anche durante il periodo estivo e per potenziare l’offerta turistica della regione, offrono ai biker la possibilità di usufruire di un comprensorio dedicato alla pratica della mountain bike con l’utilizzo degli impianti di risalita, tracciati permanenti con segnaletica dedicata e strutture per le evoluzioni. È generalmente possibile usufruire inoltre di servizi accessori come noleggi specializzati di bici e protezioni, assistenza meccanica e lavaggio bici. Generalmente i bike park sono rivolti principalmente agli appassionati del downhill, freeride e fourcross ma anche gli appassionati di cross country possono trovare bellissimi tracciati in quota raggiungibili con gli impianti di risalita. In Valle d’Aosta, l’utilizzo estivo delle stazioni sciistiche per la realizzazione di un bike park, ha avuto inizio nell’estate del 2002 nel comprensorio di Pila. A distanza di alcuni anni, altre importanti stazioni sciistiche come La Thuile e successivamente Breuil-Cervinia - Valtournenche hanno realizzato dei bike park in prossimità degli impianti. Questa tendenza sarà probabilmente seguita, nei prossimi anni, da altre stazioni sciistiche valdostane ma gli attuali bike park, sono i seguenti: Pila, indubbiamente il più completo e polivalente, vanta diversi tracciati dedicati alle varie specialità e un lunghissimo tracciato verso Aosta con una discesa di 2100 m di dislivello. Il collegamento in telecabina che ci porta da Aosta a Pila in soli 20 minuti è sicuramente un punto di forza di questa stazione. Per informazioni www.pila.it La Thuile, pur avendo un percorso dedicato al downhill, è maggiormente orientato al freeride in quanto i numerosi tracciati sono più naturali e solo parzialmente modificati artificialmente. Da evidenziare una rete di percorsi di cross country per un totale di circa 200 km che si diramano su tutto il comprensorio di La Thuile fino oltre il confine di stato nel paese di La Rosière in Francia. Per informazioni www.lathuile.it Breuil-Cervinia – Valtournenche, è famosa per la sua posizione ai piedi del Cervino e per lo svolgimento della Maxiavalanche, prestigiosa gara di downhill che richiama biker da tutta

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Europa. Il recente bike park offre quattro tracciati dedicati al downhill e freeride e uno per la slow bike, inseriti in uno spettacolare scenario di alta quota. Per informazioni www.cervinia.it Per maggiori informazioni potete consultare i siti web dei vari comprensori e reperire in loco le cartine dettagliate. Ora non vi resta che sperimentare di persona i bike park e i loro molteplici tracciati per trovare quelli più adatti ai vostri gusti. Consigliamo ai principianti di chiedere l’assistenza di una guida o maestro di mountain bike dell’Associazione Valdostana Maestri di MTB che, oltre ad accompagnarvi alla scoperta del territorio saprà aiutarvi nel corretto apprendimento della tecnica per qualsiasi specialità.

Pila

La Thuile

Breuil-Cervinia – Valtournenche


Fabrizio - MTB Scott Genius 60 (ph. VisaMultimedia, Paolo Rey)

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Valle di Champorcher > Il lago Miserin e le Chemin du Roi

Valle di Champorcher

Il lago Miserin e le Chemin du Roi

01 Pista ciclabile Strada asfaltata Strada sterrata o poderale Sentiero e/o mulattiera

0% 0% 70% 30%

Fine giugno - settembre Loc. Petit Mont Blanc 45 37 44N 7 36 20E 2588 m 822 m 22 km 2,00 - 3,00 ore Medio Impegnativo 90% 90% Rif. Dondena e Rif. Miserin Presso i rifugi Località attaversate: 1 Petit Mont Blanc 1776 m 2 Dondenaz 2107 m 3 Pian Enseta 2334 m 4 Rifugio Miserin 2588 m 2 Dondenaz 2107 m 1 Petit Mont Blanc 1776 m

Descrizione generale dell’itinerario La valle di Champorcher, è forse una delle zone della valle d’Aosta dove il turismo si è sviluppato più timidamente, lasciando inalterate molte delle caratteristiche uniche che la natura ha sapientemente creato. La semplicità della popolazione e il radicato attaccamento alle tradizioni di montagna, si rispecchiano nell’architettura delle sue malghe, che in parte sono state ristrutturate per le vacanze da chi, per motivi di lavoro, ha dovuto lasciare la vallata. Questa zona fu meta di caccia del re Vittorio Emanuele II che, nel 1862, fece costruire la strada della quale possiamo intravedere ancora alcuni tratti nei pressi di Dondenaz (2186 m) assieme ad un edificio in muratura ora trasformato in rifugio. Questo itinerario all’interno del Parco naturale del Mont Avic, ripercorre in parte il tracciato dell’Alta Via n. 2. Pur non richiedendo grandi capacità tecniche, è comunque da considerarsi un itinerario adatto a chi dispone di un buon allenamento che sarà messo a dura prova dall’ultima salita verso il lago di Miserin, situato a ben 2588 m di altitudine. Qui troviamo l’omonimo rifugio nato dalla ristrutturazione di un antico ricovero per i pellegrini che salivano al santuario risalente al 1630 d.C. La sua imponente struttura è ancora ben conservata e inserita in un contesto dal fascino inusuale. Descrizione tecnica dell’itinerario Arrivati in loc. Petit Mont Blanc (1) (1776 m), lasciamo la macchina nel parcheggio, in prossimità del sentiero per il Rifugio Barburstel. Montiamo in sella alla nostra mountain bike e intraprendiamo la salita sulla strada sterrata che, tra verdi pascoli e pareti di roccia, dopo circa 4 km ci conduce all’abitato di Dondenaz (2) (2107 m), dove un vistoso cartellone ci informa che siamo entrati nel cuore del Parco Naturale del Mont Avic. Dopo una breve sosta per scattare qualche fotografia allo straordinario paesaggio del fondovalle, ripartiamo in salita sulla strada a destra. Per circa 2 km, ripercorriamo una parte di storia, seguendo il famoso sentiero di caccia del re Vittorio Emanuele II. Le nume4 2500

3

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metri

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0 km

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L. Bianco L. Cornuto Gran Lago TĂŞte des Hommes Gran Rossa Petit Mont Blanc

M. Glacier

1

Parco Naturale del Mont Avic

Pian Enseta 3

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2

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Chardonney r he

Dondenaz Rifugio Miserin 4

L. Miserin

M. Rascias

Cime Rousse M. Dondena

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Valle di Champorcher > Il lago Miserin e le Chemin du Roi 44

rose pietre che facevano parte del lastricato, ci costringono ad un continuo zigzagare, mettendo a dura prova la nostra abilità. Giunti all’altezza del pianoro di Pian Enseta (3) (2334 m), si intravedono gli alti sostegni della linea in alta tensione del Superphénix, che dalla centrale elettronucleare in Francia importano l’energia elettrica. L’impatto di questi giganteschi scheletri di acciaio, è presto mitigato dall’imponente scenario del Mont Moutsaillon (3072 m) e dalla vicina finestra di Champorcher, dove transita l’Alta Via n. 2. Percorsi altri 2 km, la salita si fa impervia e sconnessa, costringendoci in alcuni brevi tratti a scendere dalla bicicletta. Quando intravediamo il rifugio Miserin (4) (2588 m), le nostre fatiche vengono ricompensate dal magnifico lago che, durante tutta la stagione estiva, è meta irrinunciabile di escursionisti ed amanti del trekking. Possiamo godere di questo paesaggio lanciandoci sul breve single track che costeggia per un tratto il lago. Dopo una breve sosta al rifugio, che offre deliziosi pasti e la possibilità di pernottamento, scendiamo a valle utilizzando il sentiero n. 7 che imbocchiamo agevolmente più o meno a metà del lago, sulla

Le acque turchesi del lago Miserin

sinistra. La discesa è un facile e gradevole single track fino a ridosso del rifugio Dondena, al di sopra del quale ci tocca scendere dalla nostra bici per non rischiare delle inutili cadute a fine gita. Arrivati al rifugio, imbocchiamo la strada sterrata percorsa precedentemente in salita, fino al parcheggio. Note Dal lago Miserin con poco sforzo, possiamo variare il nostro percorso e fare una sosta ai laghi Lac Noir e Lac Blanc situati sul sentiero n. 7 B. Dal lago Miserin, scendiamo sul sentiero 7 A verso la finestra di Champorcher (2826 m). Dopo circa 5 minuti giungiamo al Lac Noir e quindi al Lac Blanc. Prestiamo molta attenzione nella discesa verso la strada sterrata per l’elevata difficoltà tecnica di questo tratto. Rientriamo poi sullo stesso percorso dell’andata.


Tragitto verso il rifugio Dondena

Una sosta prima della salita

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