Sonia Baudacci Preludio alla genitorialità

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PRELUDIO ALLA GENITORIALITA’ PSICOMOTRICITÀ: GENITORI - BAMBINI

di SONIA BAUDACCI

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Sonia Baudacci

PRELUDIO ALLA GENITORIALITA’

A tutte le mamme, a tutti i papà, a tutti i BAMBINI che hanno fatto GIOCARE i loro GENITORI.

In copertina: “Libertà”, Studio Fotografico R. Podestà 2


PRELUDIO

ALLA

GENITORIALITA’

Questo libricino vuole essere il «PRELUDIO» di un progetto avviato nel 2012 sulla genitorialità in ambito psicomotorio. Un preludio in quanto rappresenta solo un’introduzione al tema più ampio della

relazione genitori-bambini. Questo tema è affrontato secondo un’ottica della psicomotricità che si discosta dal classico intervento psicologico, pedagogico pur condividendone i contenuti fondamentali.

Quella dello psicomotricista è un’ottica singolare e specifica che considera il linguaggio corporeo da un punto di vista relazionale e tonico emozionale. Tre sono i concetti fondamentali che illustrerò con l’aiuto d’immagini in questo documento-laboratorio:

GENITORIALITÀ, PSICOMOTRICITÀ

che è la parola base che ha accompagnato tutto il lavoro,

CORPO come RELAZIONE e VERITÀ del CORPO. 3


genitorialitĂ laboratorio bino genitori-bam ne personale

L’idea di creare un

parte da una riflessio maturata nel mio lavoro quotidiano nel quale incontro problematiche co tonico-motorie funzionali e disturbi toni ppo emotivi che denunciano spesso uno svilu psicomotorio disorganizzato e difficile.

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Le cause di manifestazioni a carico del tono (ipertono o ipotono): insonnia, erico, instabilità , aritmie, non controllo sfint e, agin goff gio, ritardi motori e del linguag gio disa maldestrezze‌, che creano erenza psicomotorio, comportamentale o soff to al ncia agga emotiva, lasciano il bambino le, tura inna e e corpo, in un agito insistent ri prop i e imer non permettendogli di espr hici psic enti bisogni e trasformarli in elem e simbolici.


Le cause, però non vanno sempre ricercate solo nella situazione attuale del bambino, ma è importante considerare il contesto familiare fin dalla nascita del bambino e tenere in considerazione anche il passato dei genitori: proiezioni genitoriali, ovvero il percorso singolare che ha strutturato il desiderio genitoriale che necessariamente coinvolge l’educazione del bambino. Proprio per questo motivo è necessario un approccio psicomotorio genitoriale, sia in ambito clinico che preventivo.

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Ile aiutaterapista svolge un ruolo di mediatore i genitori a porre le basi del rapporto con il proprio bambino per aiutarlo e trasformare in positivo le tensioni psico-fisiche permettendo che decolli o migliori la terapia, se già in atto, o può intervenire preventivamente affinchÊ le suddette tensioni non si manifestino.

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All’interno del laboratorio, in un contesto di gioco tra genitori e bambini, la psicomotricità interviene, scambievolmente, per riorganizzare la relazione corporea del bambino e l’immagine corporea del genitore, attraverso l’instaurarsi di un legame tra il disordine espressivo del bambino e il vissuto del genitore rispetto a quel particolare disagio o evento.

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psicomotricità Con il termine di psicomotricità si va a specificare tutto ciò che si manifesta attraverso e con

“IL PROPRIO CORPO“ NEL MODO IN CUI È VISSUTO, INVESTITO AFFETTIVAMENTE, RELAZIONALMENTE E CONCRETTIZZATO ATTRAVERSO L’AZIONE, dove per azione si intende la realizzazione motoria in senso più ampio del significato specifico neurologico, riconosciuto dall’altro.

L’AZIONE RAPPRESENTA IL NUCLEO FONDAMENTALE DELLA PSICOMOTRICITÀ. Attraverso l’azione emerge la consapevolezza della coscienza di sé e del manifestarsi di questa. 9


Ajuriaguerra (1979) attesta che «l’azione è vissuta nel suo evolversi verso uno scopo. Lo svolgimento dell’atto non è solo la somma di contrazioni muscolari, ma è anche desiderio e presa di contatto, dominio o distruzione. Questa realizzazione si svolge in maniera differente a seconda delle variabili relative a situazioni e motivazioni».

L’AZIONE ESISTE SOLO ATTRAVERSO IL CORPO: IL CORPO COME RELAZIONE E COME VERITÀ DEL CORPO. 10


IL CORPO

COME RELAZIONE In un panorama psicomotorio, l’azione non è solo espressione di un’esecuzione dell’ apparato muscolo-scheletrico, dell’attività volontaria: prassica o mentale, ma è molto di più se la osserviamo in un’ottica affettiva-relazionale ed emotiva. Questo diverso modo di vedere pone le basi e la guida per capire il movimento, che in una connotazione positiva o negativa, legata alla motivazione e al desiderio di essere, di comunicare, di relazionare, rivela l’identità della persona. 11


La componente relazionale è, quindi, molto importante per il modo in cui il movimento nasce, si organizza e si sviluppa, assumendo un senso completo solo con la presenza dell’altro:

«…fin dalle origini, la presenza dell’altro contribuisce a modellare il mondo motorio…» ( Ajuriaguerra - Bonvalot-Soubiran / 1979).

Questo aspetto si evidenzia in particolare a livello della funzione tonica posturale, e soprattutto a livello dello «stile motorio»: capacità e modalità personale di organizzare la motricità in base alle mutevoli situazioni in cui l’individuo si trova.

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Quindi aspetti esecutivi, organizzativi, programmatici si fondono con aspetti psicologici, cognitivi e interagiscono con aspetti emotivi-affettivi e relazionali, determinando la storia di ciascun bambino. In questo modo attraverso le sue esperienze con gli oggetti e gli altri, il bambino sviluppa la sua capacitĂ di conquistare e padroneggiare il mondo. 13


La verità del corpo L’individuo, quindi, dal momento della nascita e ancor prima, nel grembo della mamma e attraverso lei, afferma la sua identità grazie all’azione e con l’azione ha la possibilità di esistere per mezzo del proprio corpo. È grazie all’esperienza che la mente pensa, ma solo se unita alla corporeità che è:

«l’esperienza costante del nostro essere noi stessi»

(Natoli, 2012);

Il corpo con il movimento crea presupposti per lo sviluppo e la realizzazione del pensiero. È il vissuto relativo alle esperienze motorie in rapporto con la realtà che pone le basi non solo della vita emotiva-affettiva, ma anche intellettiva.

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L’obiettivo principale del laboratorio è quindi di sviluppare pienamente le potenzialità del bambino, mediante il gioco con i genitori e gli altri, coetanei e non, fino ad arrivare alla conoscenza articolata e reale delle cose, di sé e del mondo. Il bambino sarà rispettato nel suo essere e nella sua originalità più vera; si cercherà di far capire ai genitori quali siano i suoi desideri e le sue motivazioni.

Secondo Piaget, infatti, per il bambino è vero soltanto ciò che scopre lui in prima persona; si supporterà così l’adulto genitore nell’evitare di dare al bambino la soluzione già fatta ad un problema.

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I BAMBINI IMPARANO QUELLO CHE VIVONO 16


Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare. Se i bambini vivono con ostilità, imparano a combattere. Se i bambini vivono con la paura, imparano ad essere apprensivi. Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi. Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano ad essere timidi. Se i bambini vivono con la gelosia, imparano cosa sia l’invidia. Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli. Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano ad essere pazienti. Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano ad essere sicuri di se. Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare. Se i bambini vivono con l’approvazione, imparano a piacersi. Se i bambini vivono con l’accettazione, imparano a trovare amore nel mondo. Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano ad avere un obiettivo. Se i bambini vivono con la partecipazione, imparano ad essere generosi. Se i bambini vivono con l’onestà e la lealtà, imparano cosa sia verità e giustizia. Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fede in se stessi

e in coloro che li circondano.

Se i bambini vivono con l’amichevolezza, imparano che il mondo è un posto

bello in cui vivere.

Se i bambini vivono con la serenità, imparano ad avere tranquillità di spirito.

CON COSA VIVONO I VOSTRI FIGLI? Dorothy L.Nolte

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BIBLIOGRAFIA Berti, E. & Comunella, F. (2011). Corpo e mente in psicomotricità. Trento: Erickson Bettelhein, B. (2007). Un genitore quasi perfetto. Milano: Feltrinelli Bollea, G. (2005). Le madri non sbagliano mai. Milano: Feltrinelli Bollea, G. (2005). Genitori grandi maestri di felicità. Milano: Feltrinelli Boscaini, F. (2008). La psicomotricità, un equilibrio di conoscenze e di pratiche. ReS,3, 21-31 Boscaini, F. (2003/2007). Appunti di psicomotricità . Verona /Parigi: CISERPP / ISRP Boscaini, F. & Gobbi, G. (2001). Il corpo tonico emozionale. Verona: ReS Cassibba, R. & Salerni, N. (2007). Osservare i bambini: tecniche ed esercizi. Roma: Carocci Debray, R. & Belot, R.A. (2009). Psicosomatica della prima infanzia. Roma: Astrolabio Law Nolte,D. & Harris R. (2008). I bambini imparano quello che vivono. Milano: Feltrinelli Le Boulch, J. (2008). Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a sei anni. Roma: Armando Levine,P.A. & Kline, M. ( 2009). Il trauma visto da un bambino. Roma: Astrolabio Maiorano, M. (2007). Ascoltare il linguaggio dei bambini. Milano: Unicopli Manzano, J., Espasa, F.P. & Zilkha, N. (2010). Scenari della genitorialità. Varese: R.Cortina Marcoli, A. (1996). Il bambino arrabbiato. Milano: O. Mondadori Mazzara, G. (2006). La relazione prima. Verona: ANPEP Montagu, A. (1989). Il linguaggio della pelle. Milano: Garzanti Munari, B. (2005). I laboratori tattili. Verona: Corraini Natoli, S. (2012). La verità del corpo. Milano: Albo Versario Russo, R.C. (1997). Il gioco delle parti. Bologna: CSIFRA Steiner, R. (2013). Educazione del bambino e preparazione degli educatori. Milano: Antroposofica Stern, D.N. (2007). La costellazione materna.Torino: Bollati Boringhieri Stern, D.N., Bruschweiler-Stern, N. (2000). Nascita di una madre. Milano: O. Mondadori Vanden Bronck, J. (1997). Manuale a uso dei bambini che hanno genitori difficili. Milano: R.Cortina Vecchiato, M. (2012). Il gioco psicomotorio. Viterbo: Armando Ed. Wallon, H. (1997). L’evoluzione psicologica del bambino. Torino: Bollati Boringhieri Wille, A.M. & Ambrosini, C. (2008). Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva. Napoli: Cuzzolin

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SONIA BAUDACCI:

Laureata in Psicomotricità (ISRP di Parigi), Master Internazionale di Psicomotricità (Università di Verona), specializzata in Tecniche di Rilassamento e Posturologia metodo Bioginnastica, Laureata in Osteopatia (USA), specializzata in Kinesiologia. Iscritta al 2° anno di formazione in Prenatalità e Neonatalità.

LAURA FAZZI:

Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, facilitatrice di Biodanza Sistema R. Toro, specializzata in Biodanza Clinica, Biodanza pe bambini e adolescenti e Biodanza ad espressione con l’argilla. Iscritta al 2° anno della Scuola Superiore Europea di Counselling Professionale ASPIC Toscana.

AUTOPUBBLICAZIONE © 2014 Autopubblicazione, Viale Muccini,18, 19038 Sarzana (SP) Prima Stampa: febbraio 2014 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro senza il permesso dello Studio di Osteopatia e Psicomotricità di Sonia Baudacci.

Copia gratuita a scopo divulgativo 19


STUDIO DI PSICOMOTRICITÀ E OSTEOPATIA

di Sonia Baudacci D.O.- T.P.- M.I.P. Sarzana (SP) Cell. 3394006247 soniaosteo70@libero.it 20


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