Sport Industry Magazine 12 aprile-giugno 2013

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l’informazione sull’industria dello sport, del fitness, della piscina e del benessere trimestrale - anno 4 - n. 12 - aprile-giugno 2013

www.sportindustry.com SPORT & FITNESS

PISCINE

News

Defibrillatori e sport Quali obblighi per associazioni e impianti sportivi? Due Regioni li hanno già stabiliti. E il decreto ministeriale?

WELLNESS

COMPLEMENTI

Il rinnovamento passa dallo sport

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Primo Piano

Gestione impianti sportivi I cambiamenti avvenuti e in atto nelle logiche di concessione degli impianti pubblici in quattro città italiane.

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Rassegna

Coperture sportive Una panoramica delle ultime novità proposte dal mercato in materia di coperture per impianti sportivi.

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Primo piano

ISSN-2038-5781

Chi investe nello sport? Tre esempi di strutture sportive e ricettive che, grazie a investimenti mirati, hanno allargato il proprio bacino di utenza.

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L’impiantistica sportiva non può più esimersi dal cercare di diventare il più possibile efficiente. Non solo dal punto di vista energetico, ma anche e soprattutto da quello gestionale. Chi si occupa di gestione in questo settore sa che i costi degli impianti sportivi sono sempre più elevati e sempre più difficili da sostenere. In questo senso si inserisce il progetto SportE2, che riportiamo a pagina 14, un progetto di monitoraggio dei consumi energetici che abbiamo avuto modo di presentare nel 2011 e che oggi può contare sui primi risultati applicativi. La volontà di risparmiare e di creare strutture per l’attività sportiva più efficienti si riscontra anche nel settore delle coperture. Un dato evidente nella rassegna pubblicata a pagina 20, dove le aziende hanno iniziato a proporre soluzioni come coperture integrate con pannelli fotovoltaici, nuove pressostrutture con membrane espressamente progettate per contenere i consumi nel periodo invernale e sistemi di generatori d’aria ad alta efficienza. Sempre in questo senso si inserisce la volontà da parte della LND di stringere un protocollo d’intesa con ANCI: “I consumi energetici degli stadi e degli impianti su cui insiste l’attività calcistica dilettantistica – ci rac-

conta il Presidente LND Carlo Tavecchio a pagina 8 – oggi superano complessivamente i 200 milioni di euro all’anno. Investendo nel campo delle energie alternative (come fotovoltaico, biomasse e pompe di calore) si potrebbero ottenere risparmi addirittura del 30%”. Tutto sembra dunque convergere verso un risparmio a 360° e questo perché, come messo in evidenza nell’articolo a pagina 10, lo sport si trova oggi più che mai di fronte a una mancanza di fondi pubblici che è diventata ormai emergenza. Anche quando i soldi si trovano, i Comuni sono infatti stretti nella morsa del Patto di Stabilità e non hanno più modo di intervenire in “prima persona” né con finanziamenti pubblici né concedendo fidejussioni ai privati gestori. Il risultato è una esternalizzazione della gestione degli impianti sportivi, in un’ottica di responsabilizzazione del gestore che deve per forza di cose professionalizzarsi, iniziando a considerare l’impianto sportivo al pari di un’azienda. Una crescita professionale che passa anche attraverso l’informazione e l’aggiornamento costante (si vedano in proposito gli articoli a pagina 12 e a pagina 28), in modo da non trovarsi impreparati.


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news da sportdustry.com

In calo gli incassi derivati dagli stadi Presentato a Roma a inizio aprile il “Report Calcio”, il rapporto annuale sul movimento calcistico italiano che ha perso in esame la stagione calcistica 2011-2012, concentrandosi sugli aspetti economici e finanziari delle figure coinvolte nel mondo del calcio, sia professionale sia dilettantistico. Tra i molteplici dati contenuti nel rapporto (che potete leggere nella notizia completa pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com), interessanti quelli che delineano un calo dell’affluenza dei tifosi negli stadi, in parte dovuto, si legge nel report, all’inadeguatezza degli impianti italiani. Nello specifico, si è registrato un calo del 1,6% di affluenza, con una perdita di oltre 200.000 spettatori rispetto alla stagione precedente. La percentuale di riempimento degli stadi durante le partite di Serie A è pari al 55% (59% nella stagione 2010-2011), mentre la media

europea corrisponde al 77%. Si pensi che i dati relativi ai 36 stadi che hanno ospitato le competizioni nella stagione calcistica 2011-2012 riportano che l’età media delle strutture è di 57 anni, le coperture degli spalti sono pari solo al 56% del totale dei posti e la pista di atletica è presente solo nel 47% dei casi. La soluzione, prospettata nel report, è di intervenire sulle strutture riqualificandole e dando nuova vita a impianti che, per inadeguatezza, stanno contribuendo ad allontanare il pubblico dagli spalti. Il calcio italiano merita infatti strutture adeguate e all’avanguardia, strutture di cui andare fieri.

Nuovo presidente per il CONI Eletto il nuovo presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano nella persona di Giovanni Malagò. Una vittoria schiacciante (40 a 35), ottenuta nei confronti di Lello Pagnozzi, che negli ultimi quattro anni ha lavorato fianco a fianco con il precedente presidente Petrucci, che ha abbandonato la carica in settembre, dopo 14 anni di presidenza del CONI. Hanno vinto le promesse di Malagò di cercare nuove strade di finanziamento, di puntare sulla sponsorizzazione, di iniziare un cammino che possa portare a una maggiore diffusione della pratica sportiva, anche cercando nuove formule di finanziamento per aiutare i proprietari e i gestori degli impianti nella riqualificazione delle strutture del nostro paese, così da poter offrire luoghi adeguati e sicuri. Maggiori dettagli nella notizia integrale pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com.

Per approfondire: stadi e arene

Premier League: idee per contenere il calo A quanto pare non sono solo gli stadi italiani a soffrire a causa dell’abbandono da parte dei tifosi. Secondo quanto riportato da un’analisi compiuta dalla società di marketing BDRC Continental, le squadre della Premier League stanno perdendo milioni di sterline a causa di biglietti rimasti invenduti. La conseguenza? Posti vuoti negli spalti degli stadi e mancate vendite collegate al cibo, alle bevande e ai merchandising, che stanno costando ai club inglesi fino a 7 milioni di sterline all’anno. Secondo Mark Long, il direttore di sport e sponsorship della BDRC Continental, a partire dalla prossima stagione le squadre della Premier League dovranno porsi come obiettivo, in prima battuta, l’aumento della vendita dei biglietti e, quindi, dei posti a sedere occupati durante le partite in casa. Ciò sarà possibile sia abbassando i prezzi dei biglietti, sia tenendo conto delle esigenze dei vecchi abbonati e dei nuovi tifosi. In seconda istanza, si dovrà puntare sul merchandising legato alla squadra, creando nuovi gadget in cui il tifoso possa ritrovare l’attaccamento alla squadra del cuore. Consigli che riteniamo validi anche per la realtà italiana. Per maggiori informazioni, la notizia integrale è pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: mercato impiantistica sportiva

Per approfondire: istituzioni sportive

Grandi Eventi Sportivi: il mercato dei diritti TV Pubblicata dal Centro Studi della FICT - Federation Internationale Cinema Television Sportifs, in collaborazione con il Master Universitario “Sport Management Marketing and Sociology” (diretto dal Presidente FICTS Prof. Franco B. Ascani), la Ricerca sul “Mercato dei Diritti Televisivi dei Grandi Eventi Sportivi”, effettuata sui 1.133 canali televisivi mondiali dedicati allo sport. La ricerca approfondisce l’aumento dei diritti televisivi dei Giochi Olimpici, il fenomeno del SuperBowl, la nascita delle piattaforme multimediali e il ruolo sempre più significativo dell’Italia, con 37 canali dedicati allo sport. Per maggiori informazioni, si consiglia la lettura della notizia completa pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com.

Per approfondire: mercato impiantistica sportiva

Un piano triennale per le opere pubbliche Presentato ufficialmente dalla Giunta di Palermo il Piano Triennale delle opere pubbliche. Si tratta, nel complesso, di 660 differenti interventi, per la cui realizzazione è previsto un costo di oltre 3,6 miliardi di euro, divisi in quindici macro aree. Tra queste figurano anche interventi che prevedono la ristrutturazione e riqualificazione degli impianti sportivi, che interesseranno principalmente il Palazzetto dello Sport, lo Stadio delle Palme, la Piscina Comunale e il Diamante. Ma non solo, nel Piano sono presenti anche opere per la valorizzazione ambientale e sociale, con la riqualificazione e creazione di spazi che permetteranno a tutta la cittadinanza di praticare sport in aree adeguate, siano esse outdoor o indoor. L’elenco completo delle opere previste nel Piano è disponibile nella notizia pubblicata nel canale Sport & Fitness di www. sportindustry.com.

Per approfondire: finanziamenti e bandi

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news da sportindustry.com

Sicurezza in piscina: nuove iniziative Un articolo che affronta la problematica dell’annegamento infantile nelle piscine pubbliche e private, mettendo in primo piano i dati (preoccupanti) di un fenomeno che ogni giorno di più è necessario riuscire ad arginare. Un articolo che mette a confronto l’atteggiamento dell’Italia e dell’Europa con quello dell’America, dove il fenomeno ha raggiunto proporzioni quanto mai allarmanti. In Italia e nel resto dell’Europa, infatti, la prevenzione è basata in massima parte sulla formazione degli assistenti bagnanti, sulla promozione del nuoto nei bambini e nelle scuole primarie, sulla delibera di leggi riguardanti le norme di sicurezza in piscine e corsi d’acqua. Negli Stati Uniti, imvece, è stato fondato l’ISR - Infant Swimming Resource, un metodo esclusivo che insegna al bambino a salvarsi da solo dall’annegamento in acqua. Il metodo si differenzia dai corsi tradizionali sia nell’impostazione delle lezioni sia nei contenuti didattici; si tratta di un metodo rivoluzionario che, se insegnato a ogni bambino, abbatterebbe quasi del tutto il numero delle morti per annegamento in giovane età. Per approfondire l’argomento, vi invitiamo alla lettura dell’articolo redatto per noi dal Prof. Giuseppe Righini, pubblicato nel canale Piscine di www.sportindustry.com. Per approfondire: sicurezza in piscina

La ricostruzione? È in mano agli studenti Il dipartimento di ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha firmato un protocollo d’intesa con il comitato di Modena del CSI, Centro Sportivo Italiano. Questo protocollo avrà una durata di tre anni e coinvolgerà gli studenti laureandi in Ingegneria Civile, Ingegneria dei Materiali e Ingegneria Informatica, i quali si metteranno in gioco, affiancati dai docenti, nel progettare le strutture sportive, quelle affidate al CSI e rimaste colpite o danneggiate dal terremoto, in modo da garantirne una corretta ristrutturazione e riqualificazione, inserendo al loro interno, ove possibile, materiali innovativi ed ecosostenibili. Gli studenti di ingegneria informatica avranno inoltre il compito di creare dei software gestionali dedicati agli impianti sportivi, con la possibilità di organizzare le ore di attività, le prenotazioni e l’organizzazione dei campionati. Per approfondire i termini dell’accordo, si consiglia la lettura della notizia pubblicata nel canale Sport & Fitness di www. sportindustry.com. Per approfondire: impianti sportivi

Il nuovo tempio francese del rugby Sulla carta sembra una città fortificata, con pietre bianche e grandi vetrate che permettono di vedere all’interno della costruzione. Ci riferiamo al nuovo stadio dedicato al rugby che sorgerà a Evry Centre Essonne, il Grand Stade, fortemente voluto dalla Federazione Francese di Rugby (FFR) per ospitare non solo le partite giocate in casa dalla nazionale francese, ma anche convegni, esposizioni e un’ampia gamma di altri eventi sportivi, in virtù di un’anima multifunzionale. Il nuovo stadio, della cui progettazione sono stati incaricati gli Studi di Architettura Populous e Ateliers 2/3/4/, avrà una capacità di 82 mila spettatori e sarà dotato di un tetto retrattile che, oltre a dare un’atmosfera più coinvolgente, assicurerà lo svolgimento delle partite indipendentemente dal meteo e diventerà così il più grande luogo d’intrattenimento al coperto in Europa. Per maggiori informazioni, si consiglia la lettura della notizia integrale pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: stadi e arene

Correre o camminare? Secondo uno studio svolto dal National Heart, Lung and Blood Institute (Maryland, USA), il dispendio di energie procurato da un’attività fisica moderata, come la camminata, è in grado di apportare gli stessi benefici in termini di salute dati da un dispendio di energie molto consistente, dovuto per esempio dalla corsa. I risultati della ricerca hanno dimostrato che l’attività fisica conseguente alla camminata e quella derivante dalla corsa sono in grado di ridurre nello stesso modo il rischio di ipertensione, colesterolo alto, diabete e cardiopatia coronarica. I medici coinvolti nello studio hanno avuto modo di osservare che entrambe queste tipologie di esercizio fisico comportano degli evidenti benefici per la salute ma, a causa delle diverse intensità che le caratterizzano, sono necessarie tempistiche diverse, evidentemente più lunghe per la camminata. Chi non ha la possibilità di correre può quindi investire il suo tempo in lunghe camminate, ottenendo così, un poco alla volta, i benefici di chi si dedica invece alla corsa. Maggiori informazioni sono disponibili nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: attività sportive

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Documento di valutazione rischi Il 31 maggio 2013 scade il termine entro il quale anche le realtà con meno di 10 lavoratori dovranno redigere il Documento di Valutazione dei Rischi, con tutti gli obblighi conseguenti. Non saranno dunque più consentite le autocertificazioni in uso sinora, pena l’applicazione di rilevanti sanzioni amministrative (e penali). Per i centri che non avessero ancora provveduto all’adeguamento alla normativa sulla sicurezza, resta dunque poco tempo per rivolgersi a un tecnico di propria fiducia e ottemperare al disposto normativo. Per approfondire l’argomento, si consiglia la lettura della notizia nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: sicurezza in piscina


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Edilizia sportiva scolastica: nuove linee guida Il Miur, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha reso note le nuove linee guida per l’edilizia sportiva scolastica. La scuola dovrà infatti possedere spazi progettati in base all’età degli allievi e alle attività motorie da svolgere, dalla ginnastica alla danza a quelle agonistiche. Si potrà inoltre valutare l’inserimento di spazi dedicati all’esterno, con piccole tribune per il pubblico occasionale o tribune più complesse adeguate a un pubblico numeroso e abituale. Nel caso in cui l’area dedicata all’attività sportiva sia di grandi dimensioni, saranno da inserire anche dei locali per le sedi di organizzazioni e società sportive, prevedendo spogliatoi a rotazione per favorirne l’impiego da parte delle squadre. Le nuove linee guida prevedono inoltre che venga garantita la fruibilità dell’impianto da parte degli utenti diversamente abili, che tutte le norme di sicurezza siano rispettate e che sia prevista un’infermeria ben collegata a un accesso per le ambulanze. Nei complessi scolastici di grandi dimensioni, inoltre, potrà essere inserita anche la piscina. Le sue dimensioni e caratteristiche saranno legate alla situazione ambientale circostante e dovranno, ovviamente, far riferimento alla normativa del CONI relativa agli impianti natatori, rispettando tutte le norme locali e regionali. per maggiori informazioni: canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: impianti sportivi

Sport e Social Media A inizio anno, la società di consulenza e comunicazione Lundquist ha pubblicato i risultati dell’analisi relativa alle strategie social dei brand italiani. Da essa è emerso che le fanpage legate allo sport riescono a raggiungere un bacino di utenti veramente ampio. Spinti dalla curiosità, abbiamo approfondito la situazione dello sport all’interno dei Social Media, concentrandoci su Facebook e Twitter e abbiamo avuto modo di constatare che sono decine di migliaia gli appassionati che seguono squadre e associazioni sportive su questi due canali. Siamo voluti andare oltre e abbiamo indagato l’approccio delle Associazioni Sportive Dilettantistiche, scoprendo che le fanpage sono un canale molto utilizzato e apprezzato per mantenere vivo l’interesse sia di chi pratica sport a vari livelli sia di chi lo segue da appassionato. Per approfondire l’argomento, vi consigliamo la lettura degli articoli pubblicati nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com.

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Firenze: un bando per lo sport Bando da 10,2 milioni di euro indetto dal Comune di Firenze per la progettazione, la costruzione e la gestione del Parco Sportivo di San Bartolo a Cintoia. Si tratta di una struttura pubblica di interesse cittadino, pensata per offrire servizi di tipo prevalentemente sportivo. La concessione avrà la durata di 35 anni, a partire dalla consegna dell’area e dell’approvazione del progetto, che dovrà essere costruito in un tempo non superiore ai 540 giorni. Il bando ha scadenza il 10 giugno 2013 alle ore 12. Per maggiori informazioni, si consiglia di consultare la notizia pubblicata nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com.

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news da sportindustry.com

Defibrillatori: è obbligo in Lombardia e Toscana

Conferenza Internazionale su piscine e spa

In attesa che venga pubblicato in G.U. il Decreto Ministeriale, la Regione Lombardia, con deliberazione N° IX / 4717, seduta del 23/01/2013, ha sancito che “in accordo con quanto previsto dal DL n.158/2012 si rende obbligatorio nella Regione Lombardia che ogni società sportiva sia professionistica che dilettantistica disponga di un numero sufficiente di affiliati addestrati alle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e abilitati all’utilizzo di defibrillatore tale da conseguire la presenza in ogni attività sportiva di almeno una persona abilitata e addestrata all’uso del defibrillatore”. A pochi giorni dalla stampa della rivista, anche il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge che prevede l’adozione di questa strumentazione salva-vita da parte delle società sportive presenti sul territorio. La delibera della Regione Lombardia è scaricabile direttamente dalla notizia pubblicata nel canale Complementi di www.sportindustry. com, dove potrete trovare maggiori informazioni sulla Toscana e tutti i futuri sviluppi della normativa nazionale. Un articolo in materia di certificati medici e defibrillatori è altresì pubblicato a pagina 28 di questo numero.

Svoltasi dal 9 al 12 aprile 2013 a Roma, la 5a Conferenza Internazionale sulle piscine e le SPA presso l’Università di Roma “Foro Italico” e l’Istituto Superiore di Sanità. Una conferenza che ha messo in evidenza i progressi compiuti dalla ricerca scientifica in relazione alla sicurezza nelle piscine e nelle SPA, soprattutto in relazione a rischi chimici e microbiologici, e alle linee guida per regolazione, monitoraggio e gestione della qualità dell’acqua. Di grande interesse l’intervento tenuto dall’ing. Pochini e l’ing. Strazza di Piscine Castiglione/Myrtha Pools, sponsor dell’evento. I due professionisti hanno presentato i risultati degli studi relativi alla fluidodimanica applicata al mondo delle piscine, studiata per permettere il ricircolo ottimale dell’acqua all’interno di tutti i tipi di vasche. Un’occasione importante per l’azienda, che ha potuto mostrare i risultati ottenuti davanti a una platea altamente specializzata di accademici, medici, biologi e chimici, tecnici della prevenzione, tecnici sanitari di laboratorio, infermieri, fisioterapisti, ecc. Per approfondire l’argomento si consiglia la lettura della notizia pubblicata nel canale Piscine di www.sportindustry.com.

Per approfondire: sicurezza impianti sportivi

Bambini obesi? È ora di boot camp! Negli USA malattie cardiache, diabete, ictus e altri disturbi legati all’eccessiva quantità di grassi nel sangue sono un problema che colpisce in misura sempre maggiore anche i bambini. La salute dei giovani e dei giovanissimi è un argomento delicato che si intreccia con un altro aspetto spinoso della nostra società: la sedentarietà. Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative e le mobilitazioni per avviare un significativo cambiamento delle abitudini alimentari e sportive degli americani, alcune partite proprio dalle famiglie che si sono ritrovate a fronteggiare in prima persona questo problema. Da queste premesse è nato a Middletown, nel Connecticut, il Kids Camp Challenge, un programma di “boot camp” dedicato esclusivamente ai più piccoli, ideato e fortemente voluto da Jackie Totilo, madre di una bambina portatrice di una condizione genetica ereditaria che comporta un tasso di trigliceridi nel sangue molto alto. Il programma di allenamento offre una vasta gamma di esercizi: corse, salti, piegamenti e molte altre attività, in modo da rendere l’attività fisica piacevole e divertente. Tutto ciò è pensato per evitare la competizione e per dare la possibilità a tutti i bambini, da quelli leggermente in sovrappeso a quelli con difficoltà motorie, di avvicinarsi al mondo dell’attività fisica in modo positivo e non come una mal tollerata costrizione.

Per approfondire: sicurezza in piscina

Terme e sport: nuove prospettive di mercato Secondo l’ultima indagine svolta da IsNaRT, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, sulle tendenze in atto nelle imprese turistiche per l’anno 2012, il mix tra turismo termale e sport muove il 12,6% dei turisti italiani e il 18,9% degli stranieri. I turisti tendono a scegliere strutture termali che offrono la possibilità di praticare gli sport più vari: tennis (14,5%), nuoto (13%), sci (7,8%), golf (20,3% degli italiani e 3,6% degli stranieri), trekking (7,4% degli stranieri) ed equitazione (4,8% degli stranieri). Il discorso si rivela valido sia per quanto riguarda i turisti italiani sia per quelli stranieri. Nel corso del soggiorno termale, gli italiani che fanno sport sono il 38,9%, mentre il 29,2% si diletta nelle escursioni, contro un 53,2% che frequenta centri benessere. Gli stranieri che, durante il proprio soggiorno termale, asseriscono di praticare sport sono il 39,4%, mentre il 43,8% si dedica alle escursioni. Chi volesse approfondire l’argomento, può leggere la notizia pubblicata nel canale Wellness di www. sportindustry.com.

Per approfondire: www.fitnesstrend.com

Per approfondire: sport e turismo

Impianti trattamento aria: nuove procedure Pubblicato in data 7 febbraio 2013, l’Accordo Conferenza Stato Regione che sancisce la “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”. Una procedura che fornisce indicazioni pratiche per: • la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria; • la pianificazione degli interventi di manutenzione, in considerazione di quanto riportato nelle Leggi re-

gionali, Linee Guida nazionali e norme tecniche prodotte sull’argomento. Un documento che riporta numerose indicazioni tecnico/pratiche, oltre a fornire preziosi consigli su come risolvere in maniera autonoma e tempestiva la maggior parte delle problematiche che possono occorrere agli impianti di trattamento aria. Indicazioni sicuramente molto importanti anche per chi gestisce o è proprietario di centri sportivi, fitness, piscine e di benessere, dove la qualità dell’aria si rivela non

solo fondamentale a garantire la salute e il benessere di quanti vi lavorano, ma che può avere, se non controllata e trattata a dovere, spiacevoli ripercussioni anche sulla salute di chi frequenta questi stessi centri. Per approfondire l’argomento, si consiglia la lettura della notizia completa pubblicata nel canale Piscine di www.sportindustry.com.

Per approfondire: gestione piscine

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UniCredit e UEFA: ancora insieme UniCredit ha scelto di prolungare per un altro triennio la sponsorizzazione della UEFA Champions League. La scelta nasce da due premesse fondamentali. La prima è abbastanza “ovvia”: la UEFA è una manifestazione rinomata, con tempistiche e frequenze elevate, e può contare su un pubblico vasto ed eterogeneo, oltre che su una copertura televisiva massiccia, per cui UniCredit ha semplicemente scelto di continuare a godere dei frutti di questa ampissima visibilità. La seconda premessa riguarda proprio questi “frutti”. Negli primi due anni di sponsorizzazione, il ritorno sull’investimento effettuato dal gruppo bancario ha infatti toccato il 199%, con una propensione all’acquisto e al gradimento del brand superiori del 20% tra chi conosce la sponsorizzazione rispetto al resto della popolazione nei 22 paesi europei in cui la banca è presente. Secondo l’analisi svolta dai consulenti in marketing sportivo dell’UniCredit, in collaborazione con Paolo Guenzi, docente del dipartimento marketing della Bocconi, è stato valutato che sono stati ricevuti più di 5 miliardi di contatti in 48 mesi e le persone che hanno lasciato i propri dati nei touch point interessati alla sponsorizzazione sono state 375.000. Numeri che fanno comprendere le potenzialità di un mercato ancora poco sfruttato in Italia. Per approfondire, rimandiamo alla notizia presente nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com. Per approfondire: mercato impiantistica sportiva

Iniziative di marketing partecipato Il marketing è un elemento di vitale importanza e ha sempre bisogno di rinnovarsi e innovarsi per riuscire a raggiungere il target più adeguato, utilizzando il giusto canale di comunicazione. Il discorso vale anche e soprattutto per il mondo dello sport, che oggi più che mai necessità di sperimentare nuove strade per riattrarre i tifosi sugli spalti e per aumentare gli introiti. A questo proposito, vi segnaliamo un’iniziativa molto interessante messa in atto dalla società Hellas Verona, squadra di calcio della Serie B, in collaborazione con Paddy Power, il bookmaker di scommesse irlandese. Durante una partita, ai tifosi è stato infatti chiesto di indovinare il risultato e, chi fosse riuscito a centrare il punteggio esatto, sarebbe diventato lo sponsor della squadra per una giornata di campionato, comparendo con il proprio nome sulle maglie dei giocatori. L’iniziativa ha colpito nel segno, coinvolgendo i tifosi, sempre propensi a un contatto diretto con la propria squadra del cuore. Per approfondire, si veda la notizia nel canale Sport & Fitness di www.sportindustry.com.

Per approfondire: mercato impiantistica sportiva

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primo piano politiche sportive

Comuni e sport: è aperto il dialogo Si apre il dialogo tra ANCI ed enti come LND e ICS, con proposte concrete volte a favorire la ristrutturazione e la messa a norma degli impianti per lo sport di base - e per il calcio in particolare e a facilitare l’accesso al credito per l’impiantistica sportiva. a cura della redazione

Negli ultimi mesi, i comuni italiani si sono ritrovati al centro di quello che non abbiamo remore a definire un vero e proprio “ciclone”. Da una parte, i vincoli imposti dal Patto di Stabilità, che hanno fortemente penalizzato soprattutto i piccoli comuni, che già soffrivano per la penuria di fondi. Dall’altra parte, il decreto legge 8 aprile 2013, n.35, recante “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali”, che dà il via libera allo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese per un totale di 40 miliardi. Un decreto sicuramente legittimo, che potrebbe però penalizzare i comuni “virtuosi”. In questo quadro, molto più complesso di come da noi sintetizzato, l’impiantistica sportiva si è trovata fortemente penalizzata, visto e considerato che la maggior parte delle strutture in Italia è di proprietà comunale. Ed è qui che entrano in gioco due figure fondamentali: l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, che in questo periodo di forte criticità ha continuato a sostenere in tutti i modi possibili le realtà comunali italiane, e la LND, Lega Nazionale Dilettanti, che sta combattendo ormai da diversi anni a sostegno del sport dilettantistico. L’impegno di entrambi si è concretizzato in una serie di incontri che hanno visto protagonisti il Presidente della LND Carlo Tavecchio, il Presidente ANCI Graziano Delrio, nonché sindaco di Reggio Emilia, oggi Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie del governo Letta, e Roberto Pella, delegato ANCI a sport e politiche giovanili e assessore allo sport del Comune di Biella. Gli incontri si sono svolti con un obiettivo comune: parlare approfonditamente del problema degli impianti sportivi nel nostro Paese e porre la prima pietra per la firma di un’intesa finalizzata innanzitutto alla ristrutturazione e alla messa a norma degli impianti per lo sport di base.

I comuni e l’accesso al credito

Parallelamente, l’ANCI ha dato il via a un protocollo di intesa con l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) teso a offrire soprattutto ai Comuni più piccoli, meno dotati di risorse anche dal punto di vista del personale, mutui a tassi agevolati, campagne

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di comunicazione e una struttura dedicata al problem solving, fornendo anche un aiuto tecnico per ottenere i finanziamenti. “Facilitare l’accesso al credito per l’impiantistica sportiva – ha affermato in sede di conferenza stampa il presidente dell’ANCI Graziano Delrio – vuol dire far ripartire gli investimenti e immettere liquidità nei territori a favore dello sport, che rappresenta educazione e cultura; una comunità che ne è priva è sicuramente una comunità più povera”. “A questo protocollo – ha precisato il commissario straordinario dell’ICS Paolo D’Alessio – affiancheremo anche una vera e propria iniziativa commerciale che abbiamo chiamato Banca fuori dal Comune, creando una struttura dedicata pronta ad accogliere tutte le richieste dei Comuni attraverso un numero verde 800431980 e un indirizzo email dedicato: prontocomune@creditosportivo.it”. Per approfondire questi argomenti, abbiamo intervistato Carlo Tavecchio e Roberto Pella, che ci hanno aiutato a fare il punto della situazione sul settore dell’impiantistica sportiva in Italia, sul rapporto tra Comuni e sport e sulle nuove iniziative messe in atto collaborando insieme.

Intervista a Carlo Tavecchio

Che cosa significherebbe per la LND e per il calcio dilettantistico la firma di un’intesa con l’ANCI? “Partendo dal presupposto che la stragrande maggioranza della proprietà de-

gli impianti sportivi italiani è degli Enti Locali (95% circa), stipulare un accordo con l’Associazione dei Comuni d’Italia rappresenta innanzitutto l’apertura di un dialogo diretto con il miglior interlocutore possibile, così da poter migliorare la condizione dei campi dove insiste l’attività dilettantistica e giovanile”. Quali obiettivi avete intenzione di portare avanti lavorando insieme? “In primo luogo sensibilizzare tutti gli operatori del settore dal punto di vista istituzionale e sportivo, per iniziare quel percorso condiviso che avevamo già istruito cinque anni orsono a livello parlamentare, richiedendo alle Commissioni competenti la discussione e la successiva approvazione di una Legge Quadro sul Dilettantismo sportivo, poi divenuta lettera morta”. Quali sono i principali problemi che l’impiantistica sportiva di base si trova ad affrontare? “Abbiamo focalizzato la nostra progettazione su tre priorità: sicurezza e messa a norma degli impianti; risparmio energetico; conversione dei terreni di gioco in erba artificiale di ultima generazione”. Come intendete affrontarli? “Per quanto riguarda i consumi energetici degli stadi e degli impianti su cui insiste l’attività calcistica dilettantistica, oggi parliamo di un consumo comlessivo di oltre


primo piano politiche sportive

200 milioni di euro all’anno. Investendo nel campo delle energie alternative (come fotovoltaico, biomasse e pompe di calore), potremmo contare su un risparmio addirittura del 30%. Senza contare i benefici sull’ambiente e la conseguente tutela della salute. Altrettanto importante è l’impegno della LND per migliorare sempre di più la resa dell’erba artificiale, quale ultima soluzione all’annosa problematica dei costi di manutenzione degli impianti da gioco. Questo permetterebbe alle società di abbattere drasticamente le spese nell’arco di almeno 8 anni; in più la Lega ha previsto una riduzione del 50% da 4.000 a 2.000 euro per il costo della riomologazione quadriennale (obbligatoria secondo i parametri FIFA ai fini assicurativi) per quelle società che non traggono benefici economici dalle affittanze del campo stesso. La nuova frontiera cui ora la LND sta lavorando è la completa riciclabilità del sistema manto in erba artificiale così da riutilizzare il materiale da intaso anche quando un campo viene dismesso. In un quadro di risparmio, si rileva fondamentale anche l’esenzione dai vincoli del Patto di Stabilità per il calcio di base perché, in questo momento storico, agli Enti Locali mancano le risorse e si è arrivati al paradosso che se pure ce ne fossero non possono essere impiegate perché preventivamente non stanziate per i progetti legati allo sport. L’obiettivo primario, in definitiva, è quello di programmare un investimento complessivo che consenta di trovare le risorse per ammodernare questi impianti, prevedendo finanziamenti ad hoc con istituti partner e in accordo con privati e proprietari degli impianti. Si deve capire che lo sport dilettantistico e giovanile assolve a una funzione sociale cruciale per la cittadinanza e per questo va sostenuto in tutte le maniere”. Quanto è importante collaborare per risolvere questi problemi? “Molto, perché con i nostri e i loro numeri (15.000 società e 8.000 Comuni), LND e ANCI coprono l’intero territorio nazionale e possono realizzare un passo in avanti concreto nel progetto di rilancio della politica territoriale in favore dello sport di cittadinanza”.

Intervista a Roberto Pella

Gli investimenti dei Comuni in ambito sportivo si sono ridotti nel corso degli anni. In che misura e perché? “È evidente che la spesa dei Comuni per l’impiantistica sportiva, in questi ultimi anni, è calata in maniera verticale, non soltanto per il patto di stabilità ma anche per il vincolo della possibilità di indebitamento sui primi tre titoli delle entrate (Ndr, le entrate di un ente locale si suddividono in sei tipologie, convenzionalmente denominate “Titoli”), che è passato dal 25% negli anni ‘90 all’attuale 12%. Lei capisce bene che, nel corso di questi anni, i Comuni non hanno potuto investire sui primi tre titoli con la leva finanziaria che utilizzavano negli anni ‘90. Anzi, i Comuni che avevano già il 14-15-16% sono stati obbligati a rientrare, mentre i Comuni che avevano 11 o 10% hanno potuto arrivare al 12%, ma privilegiando determinanti investimenti infrastrutturali, ritenuti probabilmente più importanti, come quel-

li a livello scolastico, che in parte ricadono anche sulle palestre, oppure interventi sul sistema stradale o su dissesti idrogeologici e così via. C’è un problema legato al patto di stabilità, dunque, ma soprattutto c’è un indice di indebitamento che deve rientrare nei parametri. In secondo luogo, molte volte gli interventi in materia sportiva venivano finanziati dagli oneri di urbanizzazione, ma questi si sono ridotti drasticamente, perché ormai sono tre-quattro, anzi cinque anni che di case se ne fanno poche. Le posso fornire questo dato: gli oneri di urbanizzazioni si sono contratti mediamente del 70%. Un Comune che prima incassava, per esempio, un milione di euro per oneri di urbanizzazione, oggi incassa 300.000 euro”. È possibile quantificare i debiti dei Comuni con imprese e fornitori di servizi in ambito sportivo e, quindi, valutare quanto inciderà, in tale ambito, il provvedimento appena varato per lo sblocco dei debiti? “Abbiamo un quadro complessivo di quello che è il debito, ma non lo abbiamo suddiviso per opera, tra scuola, sport, ospedali ecc, anche se ogni Comune dispone di questo dato. Poi, la seconda questione è che non è possibile, per un’amministrazione, pagare prima uno stadio rispetto a una strada, per esempio: i pagamenti devono essere effettuati in relazione alla data di esecuzione o alla data di registrazione della fattura”. Tra le proposte avanzate dalla Lega Nazionale Dilettanti per il rilancio dello sport c’è anche quella di esentare dal patto di stabilità gli investimenti destinati ai campi da calcio di base. Cosa ne pensa? “Riteniamo che quella sia una proposta molto valida, per tre ragioni. La prima perché indubbiamente mette a sistema enti proprietari ed enti gestori, che sarebbero le società sportive, attraverso quelli che sono i punti di riferimento, quindi Anci e Lega. La seconda perché ovviamente non si parla tanto di “spesa”, ma soprattutto di “risparmio”, perché su quello che può essere un fotovoltaico oppure su quelli che possono essere campi in sintetico si possono ottenere dei prezzi su scala nazionale bassi e che, in secondo luogo, consentono ai Comuni di ottenere un ritorno sull’investimento, perché si va ad abbattere quella che è la spesa corrente nel corso degli anni, o di costi di energia elettrica o di costi di gestione o manutenzione dell’impianto sportivo, anche perché le stesse società intervengono in misura contributiva sul costo finale. La terza “partita” è una partita molto più ampia; ne abbiamo parlato non solo e non tanto con la LND: mi riferisco all’incontro che ho avuto nel mese di aprile con il presidente del CONI Giovanni Malagò – una persona estremamente disponibile e concreta, che vuole interagire in maniera molto forte con gli enti locali – sul fatto che noi dobbiamo avviare un’incisiva stagione di comunicazione attraverso le televisioni, i giornali o i mezzi specializzati, come il vostro, per far capire alla politica con la P maiuscola – intendo Europa, Regioni e Parlamento Italiano – che l’investimento nello sport non deve essere visto come un investimento per l’élite, per

lo sport professionistico, ma deve essere considerato come un investimento che, con una politica degasperiana, consenta alle Regioni di abbattere il costo sanitario. A livello nazionale, questo lei lo sa bene, il costo della sanità pubblica nei bilanci regionali oscilla tra l’80-83-84 per cento, mentre, a livello europeo, abbiamo dati che in alcuni Stati sono più bassi addirittura di 15-20 punti. Vede bene che se ci fosse una contrazione in prospettiva su quel dato, si potrebbe rilanciare altrove, ma è chiaro che prima di ottenere risultati di abbattimento dei costi sanitari, bisogna investire sullo sport… è il gatto che si morde la coda. Per dare un taglio, bisogna dire “Investiamo nello sport”, ma considerando lo sport dilettantistico o lo sport per tutti, non quello professionistico, che è già autofinanziato. Credo che determinati volti sportivi potrebbero avere una penetrazione molto forte a livello mediatico, spingere in qualche modo la politica – intendo l’Europa, il Parlamento nazionale e i governi regionali – a destinare dei fondi allo sport. Così abbiamo stabilito sia con Lega Pro, sia con Lega A e con il Coni che è il massimo ente che rappresenta tutti gli sportivi italiani. Vogliamo che Coni e Comuni procedano a braccetto, perché quello cui teniamo è valorizzare lo sport e soprattutto rilanciare lo sport, sia l’impiantistica sia il sostegno al mondo associazionistico”.

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Carlo Tavecchio Presidente LND, Lega Nazionale Dilettanti

VISTO DA VICINO

Roberto Pella, delegato ANCI a sport e politiche giovanili, assessore allo sport del Comune di Biella

Rivolgete delle proposte concrete al nuovo Governo? “L’incontro che ho avuto con il presidente Malagò è stato molto positivo proprio perché ho riscontrato nel Presidente disponibilità, dinamismo e soprattutto concretezza nel voler immediatamente porre l’attenzione del Governo su quelle che sono tematiche forti, che dovranno per forza essere prese in considerazione. Non è più il momento di attendere: oggi bisogna investire nello sport. Lo sport non significa solo risparmio sulla salute, ma è anche un mezzo sociale importante, per l’integrazione dei popoli, integrazione dei giovani, dei disabili… Oggi dobbiamo lavorare in maniera sinergica e unitaria proprio perché dobbiamo avere degli obiettivi comuni, che si raggiungono quando le parti dialogano e noi, come Anci, con il Coni, la Lega pro, la Federazione, lo stiamo facendo. Quello che ci interessa è il risultato finale, anche perché stiamo parlando del bene e dell’interesse dei nostri amministrati. Non è per tirarmi indietro, ma francamente i Comuni non possono essere considerati la “Politica”: i Comuni sono la parte operativa, quella che dà delle risposte concrete. Ogni cittadino, ogni sportivo, quando ha bisogno di qualcosa non si rivolge in Provincia, né in Regione, né tanto meno a livello nazionale, ma va in Comune. Purtroppo, oggi la Legge stabilisce che la competenza dello sport sia in capo alle Regioni, quando di fatto il 98 per cento degli impianti sportivi è dei Comuni. Quindi c’è qualcosa che non va, e questa situazione va sistemata con uno spirito costruttivo, di forte dialogo. Io ritengo che sia arrivato il momento di dire “basta”: bisogna fare qualcosa per lo sport proprio perché lo sport rappresenta sia tutto quello che ho già detto prima sia, in ottica futura, potenziali grandi risparmi”.

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primo piano gestione

Le concessioni negli impianti sportivi Che cosa è cambiato e che cosa sta cambiando nelle concessioni degli impianti sportivi in Italia? E che cosa dovrà necessariamente cambiare in un prossimo futuro? Alcune risposte provengono dall’esperienza dei relatori intervenuti in occasione della prima edizione di ForumSport Congress.

di Alice Spiga PER APPROFONDIRE

Su www.sportindustry. com, nel canale “Sport & Fitness”, categoria “Gestione impianti sportivi”, potete trovare: un’intervista ad Antonino Marino, Assessore allo sport del Comune di Modena; un articolo dedicato al modello gestionale della società Paladonbosco di Genova, con intervista al suo direttore Luca Verardo; videointerviste ai singoli “personaggi” citati in questo articolo.

Che l’impiantistica sportiva italiana stia vivendo un periodo di forte criticità, nel quale diventa ogni giorno più complesso riuscire a trovare soluzioni adeguate, non credo colga nessuno di sorpresa. La motivazione principale è la mancanza di fondi da parte delle amministrazioni locali, pressate da una politica nazionale tesa al contenimento della spesa pubblica, e messe di conseguenza di fronte alla necessità di dover scegliere in che modo ripartire i pochi fondi a disposizione. In un clima di così grande incertezza (politica, economica e fiscale), è abbastanza naturale che determinate attività che non vengono annoverate tra i bisogni primari della cittadinanza, come lo sport, finiscano per farne le spese. Ci sono a mala pena i fondi per rifare il manto delle nostre strade e garantire una viabilità sicura, dove potremmo mai trovare le risorse per ristrutturare gli impianti sportivi? In questo quadro si inseriscono due considerazioni. La prima è che in Italia gran parte dei 140mila impianti è di proprietà comunale. Il 90% di queste strutture è antiquato, con un’età media attorno ai 30 anni. Appena il 41% di questi ha usufruito nel tempo di opere di riqualificazione, con un processo che si è ormai pressoché arrestato. La seconda riguarda le concessioni. Il modello più diffuso (in pratica fino a questo momento) era quello che vedeva il Comune dare in concessione l’impianto a una società sportiva. Quest’ultima riceveva dal Comune un corrispettivo di gestio-

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ne e il pagamento delle utenze. Dal canto suo, la società doveva applicare le tariffe imposte dagli enti locali e occuparsi della manutenzione ordinaria dell’impianto (mentre quella straordinaria, a meno di eccezioni, rimaneva in capo al Comune). Ovviamente il modello è molto più complesso e presenta innumerevoli varianti ed eccezioni; quello che ci interessa sottolineare in questa sede è che i tagli operati alle casse comunali hanno messo profondamente in crisi questo modello, o forse hanno semplicemente accelerato un processo che in alcune realtà comunali italiane era già stato avviato. Per approfondire l’argomento, di per sé molto ampio e molto articolato, come lo è la situazione impiantistica nel nostro paese, riportiamo i cambiamenti avvenuti e in atto nelle concessioni in tre comuni italiani (Modena, Genova e Milano), grazie agli interventi tenuti il 21 febbraio 2013 in occasione di ForumSport Congress da Antonino Marino, Assessore allo sport del Comune di Modena, Luca Verardo, direttore della società di gestione Paladonbosco di Genova, Bruno Campanile, direttore del dipartimento sport di Roma Capitale e Rita Amabile, oggi consulente aziendale, in passato dirigente del Settore Sport presso il Comune di Milano e amministratore delegato di MilanoSport.

Modena: sulla via del cambiamento

“Al momento attuale – racconta l’Assessore allo sport di Modena, Antonino Marino – stiamo vivendo una situazione drammatica per quanto riguarda le risorse destinate agli enti locali. E questo perché, con così poche risorse, lo sport finisce per apparire come un bisogno marginale. È una battaglia quella che stiamo facendo a Modena – io, il CONI, gli enti di promozione, tutte le associazioni sportive, la consulta – per far riconoscere lo sport come un bisogno complementare alla costruzione di una identità cittadina. Negli ultimi 15 anni abbiamo sviluppato molteplici progetti riguardanti l’impiantistica sportiva, mettendo in campo oltre 25 milioni di euro nel nostro territorio. Abbiamo rifatto la piscina, abbiamo ristrutturato lo stadio, abbiamo sostenuto la ginnastica artistica, che a Modena può contare sulla presenta di una società di grande rilevanza dove si allenava anche Yuri Keki, abbiamo costruito due palazzetti cittadini che il mattino servivano le scuole e il pomeriggio tutte le attività extrascolastiche. Adesso la situazione è molto cambiata. Il 2004 è stato l’ultimo anno in cui abbiamo potuto destinare 12 milioni di euro all’impiantistica sportiva. Quest’anno il nostro piano di investimenti del Comune, complessivo di tutto ciò che è infrastruttura sociale, viaria, pubblica, scolastica e via dicendo è di 10 milioni di euro”. In questo quadro di forte diffi-


primo piano gestione

coltà, va da sé che anche il sistema delle concessioni stia necessariamente cambiando. “A Modena, esattamente negli anni ‘70, si è iniziato con una politica di affidamento di aree in diritto di superficie a delle polisportive. In particolare, il 70% dell’utilizzo dell’impianto veniva fruito gratuitamente dalla società sportiva che diventava affidataria in concessione di gestione. Il 30% erano invece entrate che andavano al Comune. Oltre al 70% di utilizzo dell’impianto, alla società sportiva veniva dato un corrispettivo di gestione e il pagamento delle utenze. Voi capite che questa fu una condizione molto particolare per le società sportive, perché potevano destinare le proprie risorse alla promozione dell’attività svolta, alla manutenzione ordinaria degli impianti, al tentativo di far crescere lo sport. Tutto questo ha portato a dei risultati molto importanti. Secondo una recente indagine svolta dal nostro Comune, quasi il 63% della cittadinanza pratica uno sport almeno due volte la settimana e quasi il 75% è comunale o privata convenzionale, con un giudizio estremamente positivo sia sulla qualità dei servizi proposti sia sulla quantità”. E ora che cosa è cambiato? “Negli ultimi due anni abbiamo intrapreso una strada di cambiamento per piccoli passi, destinando alle società sportive concessionarie il pagamento del 30% delle utenze dei loro impianti. Inoltre, continuiamo a dare in utilizzo gratuito il 70% dell’impianto, mentre il 30% (prima di pertinenza del Comune) può essere messo sul mercato dalla società stessa, con tariffe controllate dal Comune stesso. In questo modo, il gestore è maggiormente responsabilizzato ed è spinto a mettere in pratica una politica di marketing e di promozione delle proprie attività. Ovviamente siamo coscienti che è una strada che può reggere fino a un certo punto. La speranza è che chiunque si insedierà al Governo metta come priorità il tema del superamento del patto di stabilità, o quantomeno un alleggerimento, perché nella situazione in cui ci troviamo il rischio è che anche i Comuni che vogliono programmare interventi di impiantistica – come ha fatto in passato quello di Modena – non siano più in grado di garantirli e forse nemmeno di assicurare una politica di manutenzione”.

Genova: professionalizzarsi per crescere

La situazione di Genova, in materia di proprietà e concessione di impianti sportivi, è decisamente molto diversa rispetto

a quella della maggior parte dei comuni italiani. Come racconta Luca Verardo, direttore del Paladonbosco: “Sin dagli esordi, Genova ha cercato di esternalizzare il più possibile gli impianti sportivi, per cui oggi a carico diretto del Comune rimangono veramente pochi impianti. Questa politica ha portato a un rovesciamento del modello. Per intenderci, quando nel 2000 abbiamo avuto in concessione la prima piscina comunale, pagavamo già tutte le utenze ed eravamo noi a dare un canone al Comune. In cambio però potevamo contare su una serie di “plus”. Primo tra tutti, la possibilità di una gestione unitaria di tutto l’impianto sportivo. Ricordo tempi in cui con un bando si vincevano 3 corsie di una piscina e le altre andavano al secondo classificato, creando problemi di convivenza. Altro valore aggiunto di questo modello è la durata delle concessioni, dai 10 anni in poi, che porta con sé la possibilità di operare investimenti mirati. Poi, la libertà di avere dei listini un po’ più commerciali, come ad esempio sull’attività di acquagym che, non essendo normata, permette di ottenere ricavi anche importanti, da reinvestire sulla manutenzione dell’impianto. Infine, la piena discrezionalità sugli investimenti da compiere, che lasciano ampio spazio all’imprenditorialità e alla “fantasia” del gestore. Certo, questo modello ha anche dei lati negativi. Aumentando la responsabilità economica del gestore, aumentano anche i rischi. Non ci si può improvvisare, bisogna dotarsi di strumenti per il controllo di gestione e sviluppare competenze specifiche. Per questo la prima operazione che abbiamo fatto è stata quella di professionalizzare i nostri dirigenti. Altro problema fondamentale per le associazioni rimane l’accesso al credito. Con il Patto di Stabilità e l’interruzione completa delle fidejussioni da parte del Comune, le società sportive si ritrovano in grave difficoltà nell’approccio al sistema bancario. Infine, il problema della concorrenza. Fino a poco tempo fa l’impianto sportivo aveva tendenzialmente i costi più bassi. Oggi, con l’avvento di centri low cost, questo non è più vero, perché palestre e gestori privati hanno spesso prezzi più bassi. Questo mette il gestore di impianti pubblici davanti a un nuovo tipo di concorrenza che prima non c’era e spinge a occuparsi sempre meno di attività agonistica, drenando le risorse verso attività più remunerative. Alla fine, per garantire equilibri gestionali si rischia di penalizzare l’agonismo. Per concludere, mi si permetta una riflessione

pro futuro. Viste le difficoltà che i soggetti gestori stanno attraversando, credo che l’unica soluzione sia creare un network. Lo stiamo sperimentando da diversi anni nei nostri impianti e la creazione di un network di società sportive sta funzionando molto bene. Ad esempio, siamo riusciti a risparmiare notevolmente sui costi di luce, gas e acqua trovando un unico fornitore per tutta una serie di impianti. Questo ci ha permesso di essere più concorrenziali e di ottenere una spesa inferiore sul costo unitario delle utenze. Di grande importanza, sempre nell’ottica di una maggiore sinergia, sarebbe che i gestori venissero coinvolti nella costruzione dell’impianto, in modo che possa apportare la sua esperienza nella realizzazione di impianti sostenibili dal punto di vista gestionale”.

Roma: dove lo sport è immenso

Come si può facilmente intuire, l’esperienza del Comune di Roma in materia è ancora diversa, anche e soprattutto perché si tratta di una città di dimensioni notevoli, con un panorama impiantistico ampissimo e vario. Il Comune conta infatti di circa 150 impianti di proprietà, dei quali 110 sono di gestione diretta del dipartimento, circa 40 di competenza municipale, ovvero gestiti direttamente dai 19 municipi della città di Roma. “All’interno degli impianti di nostra proprietà – specifica Bruno Campanile, direttore del dipartimento sport di Roma Capitale – ci sono anche strutture di grande valenza, come ad esempio lo stadio Flaminio. Lo stadio era uno degli impianti dati in concessione al CONI. Quest’anno la concessione con il comitato olimpico è scaduta, per cui stiamo cercando di individuare formule di gestione adeguate. Oltre a questo, sono da annoverare anche gli impianti costruiti per le olimpiadi del 1960 e quelli per le olimpiadi di nuoto del 2009, oltre al nuovo bocciodromo appena inaugurato e all’impianto per gli sport paraolimpici in corso di realizzazione, che vedrà un investimento di 30mila euro a carico del CIP. Gli interventi effettuati fino a questo momento sono stati possibili grazie al coinvolgimento finanziario dei gestori, ai quali il Comune ha concesso delle fidejussioni, e a una convenzione stipulata con l’Istituto per il Credito Sportivo. In virtù di questo impegno, i soggetti gestori hanno ottenuto un prolungamento delle concessioni per un periodo determinato grazie a un modello di analisi economica dei costi e dei benefici che

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Antonino Marino Assessore con deleghe allo Sport, al Patrimonio, ai Lavori Pubblici, alla Qualità e Sicurezza del Comune di Modena, ha lavorato per lungo tempo nel settore privato nell’ambito del sistema creditizio.

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Luca Verardo Laureato in economia e commercio, esperto gestore di impianti sportivi polivalenti (palestre, piscine, wellness/fitness club) sia pubblici sia privati, è direttore del Paladonbosco di Genova.

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primo piano gestione

l’impianto potrà garantire una volta ultimato, stabilendo così il numero di anni che serviranno a rientrare dell’investimento. Da questo momento in avanti siamo messi di fronte all’impossibilità di poter continuare questa esperienza, perché il Patto di Stabilità impedisce di fatto ai Comuni di concedere fidejussioni ai concessionari. Considerate che, nel corso degli ultimi 10 anni, avevamo avuto circa 70 milioni di euro di copertura. In questo momento abbiamo esaurito tutte le nostre risorse per cui i progetti già approvati e pronti a iniziare (circa una decina) sono fermi ai blocchi di partenza. Per quanto riguarda le concessioni, al momento tutti gli impianti di proprietà del Comune sono dati in concessione a privati, che pagano un canone. Per calcolarlo viene chiamata in causa una commissione stime indipendente che stabilisce il canone di concessione di mercato. A questo viene applicata una riduzione del 90%, sulla base di una serie di obblighi che impongono al concessionario di applicare le tariffe imposte dall’amministrazione (adeguate annualmente all’ISTAT e revisionate ogni due anni, insieme al gestore e tramite una commissione, per adeguare le tariffe all’andamento del mercato), di mantenere in buono stato gli impianti e di adeguarli alle normative che via via si susseguono. E qui si apre il problema di controllare che le regole vengano rispettate, non solo perché Roma è una città immensa e ha un panorama impiantistico sconfinato, ma soprattutto perché non possiamo contare su adeguati mezzi di sanzione. L’unico strumento di sanzionamento in mano alle Pubbliche Amministrazioni è la revoca della concessione, che ha un senso applicare se il

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concessionario non paga le rate del mutuo al Credito Sportivo, ma non ha senso procedere alla revoca, con tutti i problemi che essa comporta (nuovo bando, nuovo concessionario e intanto l’attività che deve essere portata avanti), perché il gestore non applica le tariffe del Comune. Sarebbe come dare l’ergastolo a qualcuno che ha rubato una mela. Posso fare una diffida, posso fare un invito, posso litigare con il concessionario, ma rimane il fatto che senza mezzi adeguati di sanzione, se ha rubato una mela continuerà a farlo”.

Milano: l’impianto sportivo è un’azienda

“In questo periodo – esordisce Rita Amabile, consulente aziendale che può contare su un’esperienza pregressa che spazia dalla pubblica amministrazione alla gestione di impianti sportivi – il pericolo maggiore che il mondo sportivo sta correndo è l’indebitamento. Le risorse pubbliche stanno subendo gravi tagli, gli sponsor hanno ormai abbandonato ogni formula di investimento, le famiglie stesse si trovano costrette a rinunciare all’attività sportiva, o almeno i genitori se ne privano per poterla concedere ai figli. In questo contesto si inserisce anche il Patto di Stabilità, che ha bloccato definitivamente le fidejussioni da parte delle amministrazioni, mettendo le società sportive nell’impossibilità di fornire garanzie”. Quindi, come reagire? “Personalmente credo moltissimo nella programmazione e credo occorrano strategie operative mirate per garantire mantenimento, sviluppo e miglioramento dello sport. Secondo passo: iniziare a considerare lo sport come un’azienda. E qui nascono le dif-

ficoltà maggiori perché il concetto di sport è sempre stato considerato puro, mentre al concetto di azienda è sempre stato associato un giudizio negativo. Invece, il settore sportivo non può più permettersi di far prevalere sempre e solo l’aspetto sociale e non saper guardare ai conti o rimanere estraneo alle principali strategie di marketing. Il mondo sportivo deve organizzarsi e professionalizzarsi. Il volontariato ha fatto crescere i numeri dello sport, ma ora deve fare un passo avanti e diventare professionalizzato. Questo perché lo sport deve essere pronto al dialogo con le istituzioni locali, società civile e imprese, deve uscire dal suo status di assistito per diventare parte attiva, ponendosi come protagonista nelle politiche sociali, della salute, ambientali e turistiche. Dal canto loro, però, anche le Pubbliche Amministrazioni devono cambiare. Devono rivedere metodologie e contenuti degli affidamenti e le conseguenti convenzioni, creando il giusto bilanciamento tra finalità sociali e possibilità gestionale dell’impianto. Se questo non cambia, le convenzioni saranno sempre un elenco di impegni e di vincoli, tra l’altro sempre più gravosi per i concessionari e sempre più complessi da controllare per le amministrazioni. Queste ultime devono anche seguire il percorso di vita delle convenzioni, perseguendo insieme ai concessionari le finalità comuni. Infine, è giunto il momento di uscire dalla concezione che le convenzioni, una volta stipulate, siano intoccabili e non si possano più modificare. Questo perché il contesto muta, le esigenze del gestore mutano nel tempo e le amministrazioni devono essere in grado di accompagnarli con un

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Bruno Campanile Direttore del Dipartimento Sport di Roma Capitale, Bruno Campanile vanta numerose esperienze nell’ambito dell’organizzazione di eventi sportivi di importanza internazionale.


primo piano gestione

faro: la finalità, che deve essere condivisa. Non dimenticando che lo sport riguarda la salute e il benessere dei cittadini, nessuno escluso”.

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Come professionalizzarsi? Basta seguire ForumSport

Questo articolo è tratto dalla tavola rotonda La gestione degli impianti sportivi pubblici e il rapporto con i concessionari, moderata da Roberto Ghiretti in occasione della prima edizione di ForumSport Congress, l’evento formativo dedicato a chi gestisce impianti sportivi pubblici organizzato da ForumClub e Studio Ghiretti & Associati. La partecipazione all’evento, svoltosi nella giornata di giovedì 21 febbraio 2013, ha permesso di mettere in contatto progettisti, architetti, gestori, assessori, avvocati esperti in materia fiscale e normativa, Pubbliche Amministrazioni, offrendo l’opportunità di informarsi e formarsi sulle ultime novità in materia di gestione di impianti sportivi, di concessioni, di rapporto tra ente pubblico e gestori privati, sulle ultime tendenze in materia di sport “destrutturato”, ovvero uno sport che esce dai confini dell’impianto (campo da calcio, da basket, da pallavolo, ecc.) per aprirsi alle piste ciclabili, alle gare di corsa in piazza, alla scalata in velocità delle torri cittadine. Insomma: lo sport come dovrebbe essere, vissuto e partecipato in tutte le sue forme e da tutti, senza limiti e senza barriere. Ma ForumSport Congress non si è esaurito qui. Come molti sapranno, l’evento si è svolto all’interno della manifestazione internazionale ForumPiscine e ForumClub, che tornerà in Fiera a Bologna dal 20 al 22 febbraio 2014. Due eventi sinergici e integrati che quest’anno hanno saputo richiamare

5.500 operatori, 450 iscritti al congresso e 150 aziende internazionali che hanno proposto una merceologia completa per il settore piscina, fitness, benessere e sport. Tra i prodotti presenti all’expo, segnaliamo: attrezzature professionali per l’allenamento; arredi e complementi per spogliatoi e aree docce; software gestionali; rivestimenti e pavimentazioni per il fitness e lo sport; servizi di consulenza e progettazione; soluzioni e tecnologie per il risparmio energetico; sistemi, innovazioni e tecnologie per la costruzione, manutenzione e gestione di piscine pubbliche, parchi acquatici e private, Spa e centri benessere; attrezzature e accessori per l’attività in acqua; prodotti e sistemi per la filtrazione, la disinfezione e il trattamento dell’acqua; coperture, rivestimenti e solarium. Accanto all’expo e al calendario degli appuntamenti a libero accesso organizzati dalle aziende e dalle più importanti realtà associative e federative del settore, il

Congresso internazionale, con un’edizione ricca di novità: 8 percorsi formativi, 26 nuovi speaker italiani ed internazionali, tutti formatori d’alto livello che hanno raccolto il consenso dei congressisti proponendo nuove visioni e validi strumenti operativi. Un’edizione caratterizzata dalla volontà di partecipare, di stringere partnership e collaborazioni. In una parola: di fare rete.

Rita Amabile Consulente aziendale, ha ricoperto importanti incarichi dirigenziali sia nella pubblica amministrazione (per 6 anni è stata dirigente del Settore Sport del Comune di Milano), sia nella gestione di impianti sportivi (per 3 anni amministratore delegato presso MilanoSport spa).

SAVE THE DATE La prossima edizione di ForumClub/ForumPiscine si svolgerà in Fiera a Bologna dal 20 al 22 febbraio 2014. Nelle prossime settimane confermeremo anche la data del prossimo ForumSport Congress. Iscrivetevi alla nostra newsletter tramite www. sportindustry.com per non perdervi nemmeno un aggiornamento!

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primo piano efficienza energetica

Gestire l’energia negli impianti sportivi Potenziare l’efficienza energetica degli impianti sportivi è l’obiettivo del progetto europeo SportE2, oggi divenuto realtà con lo sviluppo di un sistema modulare che controlla e ottimizza i consumi nei diversi scenari di utilizzo, dalla palestra alla piscina allo spogliatoio. Una descrizione dettagliata del progetto (partner, risorse, centri pilota), dei moduli sviluppati e della loro efficacia. di Lucia Dallavalle

Il modulo HOW di SportE2 in fase di test presso l’impianto sportivo FIDIA a Cesano, Roma.

È senza alcun dubbio un tema attuale, quello dell’energia, e di grande impatto nel bilancio gestionale degli impianti sportivi (ne costituisce oggi la prima voce di costo) così come nelle politiche europee. In Europa, il mondo dello sport comprende circa un milione e 500mila immobili e “vale” il 10% del consumo energetico associato al settore delle costruzioni, che complessivamente è responsabile del consumo di circa il 40% dell’energia impiegata a livello europeo. E per il futuro le previsioni sono tutt’altro che rosee, con un aumento stimato, nel 2025, del 45% rispetto al 2005. Per rispettare gli ambiziosi obiettivi di risparmio energetico che l’Europa si è posta per il 2020 è perciò fondamentale non trascurare il settore degli impianti sportivi, al quale è espressamente dedicata l’iniziativa europea Energy Efficiency for Sport Facilities, destinata allo sviluppo di soluzioni ICT (Information and Communication Technologies) in grado di ottimizzare la generazione, lo scambio e il consumo di energia all’interno delle strutture sportive. In questo contesto si colloca il progetto SportE2 che si rivolge principalmente ai gestori e proprietari di impianti sportivi, pubblici e

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privati, fornendo un insieme di strumenti che permettono, da un lato, di capire come l’energia venga utilizzata all’interno dell’edificio e nelle diverse aree di attività, dall’altro lato, di dotarsi di un sistema di automazione in grado di ottimizzarne la gestione.

Alto tasso di risparmio

Presentato nella nostra testata agli inizi del 2011, il progetto è oggi entrato in una nuova fase di vita, quella della conferma dei risultati. “Nei sei mesi che rimangono – spiega Donato Zangani, ingegnere civile, responsabile della Ricerca e Sviluppo di D’Appolonia e coordinatore dell’iniziativa – dobbiamo tirare le somme. Stiamo monitorando quello che succede negli impianti pilota, dove abbiamo installato i moduli software sviluppati nella prima fase e i corrispondenti componenti hardware, e faremo delle valutazioni di costi-benefici. Dopo questi sei mesi contiamo di ottenere già un feedback da poter comunicare sia agli owner sia alla Commissione Europea, che ovviamente è interessata a capire quali siano i benefici ottenibili con questo sistema”. I moduli cui si fa riferimento, integrati e scalabili, basati su soluzioni ICT sono i seguenti:

- HOW Monitoraggio Intelligente - WHEN Controllo Integrato - WHY Ottimizzazione - WHERE Gestione Multistruttura. “Ad oggi – osserva ancora Zangani – non esistono sul mercato soluzioni ICT, in particolare BMS (Building Management System), sviluppate ad hoc per gli impianti sportivi.” I moduli ICT sviluppati per SportE2 sono personalizzabili per le esigenze dei diversi impianti, dai moderni complessi multifunzionali, che integrano aree scoperte per attività sportive all’aperto e aree coperte per attività indoor, a impianti più datati e mono-disciplina, come la piscina di quartiere. L’obiettivo è quello di ottimizzare la gestione di consumo, produzione e scambio (ove possibile) di energia nell’impianto sportivo, per ottenere un significativo risparmio energetico, tenendo però conto del comfort degli utenti, attraverso un approccio specifico per tali ambienti. Elettronica e sensoristica possono essere impiegate per monitorare e gestire al meglio i flussi energetici in edifici sportivi già costruiti, sfruttando le applicazioni tipiche della domotica. Infatti, il settore dell’edilizia intelligente, o smart building, attraverso un adeguato uso


primo piano efficienza energetica

delle tecnologie dell’ICT consente significativi miglioramenti nel rendimento energetico degli edifici sportivi, garantendo le condizioni climatiche ottimali per svolgere l’attività. “L’idea di base – precisa Zangani – è stata quella di sfruttare tali tecnologie creando un sistema che si adatti bene alla complessità degli impianti sportivi.” Le tre strutture prescelte, dotate di una o due piscine, palestre per il corpo libero e attrezzate, campi per sport indoor, sono il centro Fidia di Cesano, vicino Roma, e altri due complessi sportivi in Spagna e in Portogallo. I benefici attesi sono molto significativi, dell’ordine del 30% del risparmio energetico che si dovrebbe tradurre in un analogo risparmio sulla bolletta energetica dell’impianto sportivo. Nel caso di strutture di costruzione meno recente, i risparmi potranno essere persino superiori. “Per esempio, nell’impianto pilota di Fidia – puntualizza Zangani – è probabile che raggiungeremo dei benefici oltre il 30%, proprio perché l’impianto sportivo non è particolarmente nuovo, quindi ci sono maggiori margini di miglioramento”.

Specificità del “consumo sportivo”

Le strutture sportive hanno specificità che le rendono uniche dal punto di vista del consumo energetico, in termini di: - profili di richiesta energetica (picchi e orari di utilizzo); - pattern di utilizzo (lunghi periodi di bassa richiesta e brevi periodi di intensa richiesta di energia, in corrispondenza degli eventi sportivi); - requisiti di comfort e ventilazione; - caratteristiche dell’impianto (per esempio piscine, palestre, saune, spogliatoi, palazzi del ghiaccio ecc.); - tipologia di gestione (pubblica o privata); - aree aperte connesse all’impianto (per esempio, parcheggio, illuminazione, impianti in edifici contigui). SportE2 è stato sviluppato per rispondere alle specificità degli impianti sportivi e quindi si rivolge a un settore del patrimonio edilizio che non dispone di strumenti adeguati per il monitoraggio dei propri consumi e per il risparmio energetico. “Gli operatori del settore – dichiara Zangani – non dispongono di una visione omogenea e quantitativa delle ricadute delle tecnologie ICT nell’ambito dell’efficienza energetica”. Nel sistema possono essere integrati anche moduli ICT e sistemi hardware (per esempio, sensori) di altri produttori oltre a quelli coinvolti direttamente nel progetto, che non sono quindi concorrenti, ma diventano potenziali partner in un’ottica di standardizzazione e a beneficio del settore.

Come funziona

Per l’installazione dei moduli SportE2 non sono richiesti permessi o autorizzazioni particolari. Il sistema ricava i dati sul consumo energetico e sul comfort da una rete di sensori (di temperatura, umidità, luminosità ecc.) installati in zone opportune dell’impianto sportivo. Tale rete viene progettata su misura per ogni impianto e, grazie ad un mix di tecnologie

15 Interfaccia del modulo software SportE2 sviluppato dall’Università Politecnica delle Marche per l’ottimizzazione del posizionamento dei sensori.

wireless e wired, si adatta ad ogni tipo di edificio, sia nuovo sia esistente, e di diversa complessità, per garantire l’adeguato livello di accuratezza. Tale accuratezza si ottiene con il supporto di un software sviluppato dall’Università Politecnica delle Marche, in grado di determinare il posizionamento ottimale dei sensori nell’edificio. In questo modo, il modulo How è in grado di fornire al gestore dell’impianto una serie di dati con una corretta visualizzazione per informarlo su come sta “operando” il suo edificio, qual è il livello di comfort dei suoi utenti e a quale costo. Un gestore così informato può trasformarsi in un gestore capace di modificare la propria attività con azioni mirate e verificarne l’efficacia o l’impatto sulla propria bolletta. Oltre a informare il gestore, SportE2 prevede un sistema di controllo integrato che permette di gestire la struttura anche da remoto, utilizzando interfacce utente particolarmente user friendly, che consentono l’accesso ai dati anche da parte di gestori senza una elevata conoscenza dei sistemi informatici. È sufficiente una connessione web e il modulo When. In molti casi, infatti, il solo controllo basato sulle scelte del gestore non è sufficiente per ottenere il massimo risparmio nella gestione degli edifici. Il modulo di ottimizzazione, chiamato appunto Why, permette l’applicazione di un controllo più raffinato dei sistemi energetici, basandosi sui dati misurati dal sistema di monitoraggio, sull’utilizzo e la presenza di utenti o anche sulla previsione di ciò che avverrà in ogni area. Inoltre, nel caso di società che gestiscono più impianti sportivi, il modulo Where fornisce un tool che ne permette di confrontarli e di vedere dove è necessario intervenire. Il gestore (o il proprietario) di un impianto sportivo potrà dunque scegliere la configurazione che più si adatta alle proprie esigenze, componendo il sistema SportE2 con i moduli che gli sono necessari. È difficile, in questa fase di validazione dei dati di ricerca, e con un sistema così variabile a seconda delle caratteristiche dell’impianto sportivo e della configurazione scelta, fare una stima dell’investimento richiesto e dei tempi necessari per ammortizzarlo. “Il periodo di ritorno dell’investimento – osserva comunque il coordinatore – varia a seconda delle organizzazioni, ma si stima venga completamente assorbito in un periodo di tre-cinque anni”.

Partner e risorse internazionali

Dieci partner da cinque diversi stati europei – Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Gran Bretagna – hanno contribuito al progetto, ma è l’Italia la nazione più rappresentata, con cinque organizzazioni coordinate dalla società di ingegneria per l’innovazione e la ricerca D’Appolonia, attiva in particolare nei sistemi ICT per l’efficienza energetica degli edifici. Le altre eccellenze italiane che fanno parte del consorzio sono: - lo studio STARING, specializzato in efficienza energetica degli impianti sportivi e guidato dall’ing. Pierluigi Marzorati (l’ex giocatore della Nazionale Italiana di basket e membro della Hall of Fame FIBA); - la multinazionale Schneider Electric, che offre servizi integrati di gestione dell’energia (Ivan Mangialenti è il Business Manager mercato Costruzioni); - l’Università Politecnica delle Marche, in particolare il gruppo di Misure Meccaniche e Termiche coordinato nel progetto dai Prof. Enrico Primo Tomasini e Gian Marco Revel; - l’Associazione Sportiva Fidia, dal 1983 centro di riferimento per l’attività sportiva nel Comune di Cesano (Roma). Nell’iniziativa SportE2 sono confluiti finanziamenti privati e pubblici. “Il progetto – conclude il coordinatore – è stato cofinanziato dalla Commissione Europea; nel suo insieme, le risorse dei partner sono impiegate in misura di oltre 600 mesi uomo, con un costo complessivo di circa 4,8 milioni di euro e un finanziamento di quasi 3 milioni. I partner stanno impegnando risorse in termini di personale per svolgere l’attività di ricerca e per l’installazione dei vari moduli e dell’hardware.”

Interfaccia del modulo WHEN di controllo integrato, sviluppata per SportE2 da Schneider Electric.

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primo piano investimenti

Puntare sulla polifunzionalità Nonostante le difficoltà economiche, imprenditori, professionisti e circoli privati continuano a investire nella realizzazione di centri dove sport, fitness, piscine e benessere si integrano e si completano. L’obiettivo? Poter contare su un’utenza il più possibile ampia e variegata.

a cura di Alice Spiga Nuova area fitness realizzata all’interno del Circolo del Castellazzo, nato nel 1972. Oggi si presenta come un impianto sportivo polifunzionale che, grazie all’ampliamento dell’offerta, è riuscito a riattrarre famiglie e bambini lungo tutto il corso dell’anno.

Tre esempi di investimenti privati: uno storico circolo tennis vicino a Parma, un centro acquatico a Canazei e una struttura termale in Valpolicella. Tre strutture molto diverse che incarnano la stessa volontà: ampliare il proprio bacino di utenza creando moderni centri polifunzionali. Nel caso del Circolo del Castellazzo, prestigioso circolo tennis nato nel 1972 vicino a Parma, la nascita di nuove aree dedicate al fitness e al wellness è riuscita ad attrarre un pubblico di persone che, da lungo tempo, avevano abbandonato il centro. Soprattutto nei mesi più freddi, che fino a qualche anno fa coincidevano con un periodo pressoché morto, il centro era frequentato quasi esclusivamente dai soci che giocano a tennis. Ora il complesso è vivo tutto l’anno: i tanti frequentatori che non impugnano la racchetta utilizzano la piscina, si allenano in palestra o si rilassano nella spa. “Il Fitness Point – spiega Carlo Zaniboni, direttore del Circolo del Castellazzo dal 2001 – ha inoltre riconquistato le famiglie, dando nuova linfa al significativo ricambio generazionale che abbiamo registrato nell’ultimo decennio. Oggi tra gli aventi diritto a frequentare figurano circa 600 giovanissimi, di età compresa tra zero e 18 anni, ai quali, ovviamente, prestiamo grande attenzione, mettendo a disposizione strutture e attività in grado di soddisfare ogni loro esigenza”.

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Una lunga storia di sport

Il grande complesso, consacrato allo sport e al tempo libero, è di proprietà della Impianti Sportivi Immobiare SpA ed è frequentato esclusivamente dai soci, ovvero dagli intestatari delle azioni societarie e dai loro familiari conviventi senza limiti di età. Attualmente i soci in possesso dei titoli azionari sono 886 e i frequentatori potenziali circa 2.500. Oltre alle attività sportive – che impiegano 10 campi da tennis in terra battuta e 4 sintetici, un campo da squash, un campo da calcio e uno da calcetto in erba naturale e un campo da volley – la programmazione annuale del Circolo del Castellazzo propone concerti, mostre pittoriche, cene e feste sociali, anche per i bambini. A tutto ciò vanno aggiunti i tavoli da biliardo e da gioco, il campo da bocce e un ristorante di alto profilo. “L’idea di realizzare una struttura dedicata al fitness e al benessere – continua Zaniboni – è nata diversi anni fa e si è concretizzata grazie all’intenso lavoro, durato due anni, di tutti i consiglieri. Il Fitness Point ha sicuramente cambiato la faccia del Circolo, ma si pone come la naturale conseguenza della nostra vocazione sportiva. Nel tennis abbiamo una scuola e un settore agonistico molto importanti, con una squadra maschile in Serie A – campione d’Italia nel 2011, ndr – e una femminile che gioca il campionato di A2, oltre a una ventina di squadre giovanili in tutte le categorie. Il nuovo Fitness Point ha oggi un ruolo

importante per la preparazione atletica dei giovani tennisti e rende il Circolo ulteriormente attraente per potenziali futuri campioni che qui trovano l’ambiente ideale per maturare. Possiamo offrire personal trainer che configurano programmi d’allenamento su misura, in grado di soddisfare appieno le esigenze dei tanti bambini e ragazzi che giocano a tennis a tutti i livelli, così come dei soci che si allenano semplicemente per mantenersi in forma. La nostra offerta di fitness e benessere si completa con venti ore settimanali di attività di gruppo e con i trattamenti dell’area spa e beauty”. La realizzazione del nuovo centro all’interno dello storico maneggio – del quale è stata mantenuta la struttura portante dotata di grandi travi metalliche – è avvenuta di pari passo alla costruzione di un nuovo maneggio con annessa club house. “Nella prima riunione del consiglio indetto per confrontarsi sulla realizzazione del nuovo centro fitness – conclude Zaniboni – ci domandammo innanzitutto dove realizzarlo e decidemmo di recuperare la parte del Circolo meno utilizzata, riqualificando il vecchio maneggio, una bellissima struttura in ferro di dimensioni adeguate alla realizzazione di un progetto del genere. È stato un lavoro importante e impegnativo anche in virtù delle attuali norme antisismiche che hanno imposto il consolidamento dei vecchi pilastri con iniezioni di cemento e l’esecuzione di ingenti lavori di scavo. Dal punto di vista estetico, l’architetto ha realizzato qualcosa


primo piano investimenti

di unico utilizzando grandi superfici in cristallo che regalano una suggestiva veduta del parco e, al tempo stesso, si integrano perfettamente con l’architettura minimalista che contraddistingue la struttura nel suo complesso. Per dare l’idea della cura prestata al progetto: le gigantesche vetrate utilizzate per realizzare l’area destinata all’accoglienza – un “cubo” dotato di due lati trasparenti la cui altezza supera i 7 metri, ndr – sono state realizzate su misura in Francia”.

Il benessere è acqua

Una progettazione accurata di spazi e architetture è alla base anche del nuovo Dòlaondes, il centro acquatico nato sull’area della tradizionale piscina di Canazei, struttura edificata nel 1969 che, dopo 40 anni di attività, si è ritenuto opportuno demolire, a fronte di un nuovo progetto che proponesse una nuova concezione di offerta acquatica. Il progetto è stato finanziato dalla Società Incremento Turistico Canazei (SITC) con un investimento di circa 11 milioni di euro, quasi interamente a capitale privato della società. Il centro acquatico – progettato dall’arch. Ralf Dejaco – è strutturato in quattro aree tematiche: acqua, wellness, fitness e ristorazione. Il cuore del centro è la piscina semi-olimpionica omologata CONI di dimensioni 25 x12,9 m dotata di cinque corsie e blocchi di partenza. Per le sue caratteristiche, si propone come struttura ideale per la preparazione in quota (Canazei è a 1465 m slm) di atleti e società sportive che praticano nuoto a livelli agonistici. Un’attenzione particolare è riservata alla sicurezza: la piscina è infatti dotata di un sistema di monitoraggio dei natanti denominato “Angel Eye”, azionato da telecamere poste nella vasca che rilevano il moto natatorio dei bagnanti e ne segnalano eventuali discese verso il fondo dovute a malesseri improvvisi. Oltre a questa, sono presenti altre 3 piscine interne: la vasca “Fun” dotata di lettini idromassaggio, vortice, fontane per il massaggio cervicale, la vasca “Kids” pensata per i bambini da 0-3 anni e la vasca di arrivo del grande acquascivolo esterno, una vorticosa discesa di 111 m con due oblò rivolti verso il paesaggio e un sistema di cronometraggio che rileva e memorizza i tempi di discesa. All’esterno: l’ampia vasca salina con cinque lettini idromassaggio e tre fontane massaggianti che aiutano a decongestionare le contratture posturali. Oltre alle piscine, è presente anche un centro benessere (hamman, idromassaggio, frigidarium, bagno romano, tepidarium, zona relax, sauna finlandese e bio-sauna), fitness club attrezzato con una superficie di 183mq e area ristorazione, con tanto di terrazza panoramica esterna.

Obiettivo risparmio

I dati interessanti relativi al nuovo “Dolandes”, che ci teniamo a mettere in evidenza, sono essenzialmente due. Il primo è la vocazione polifunzionale che ha caratterizzato il progetto. Soprattutto se si tiene in considerazione che questo centro nasce dalla demolizione di una piscina pubblica, è evidente quanto la vocazione turistica e ricettiva di questo territorio abbia influito nella creazione di una struttura che non fosse semplicemente nuoto, ma che potesse diventare un luogo di relax, di

divertimento, di fitness e di sport. La molteplicità di volti di un centro come questo, o come quello del Castellazzo presentato in precedenza, offre la possibilità di ampliare a tal punto il bacino di utenza da garantire l’attrazione di un pubblico vastissimo. Altro dato di grande interesse riguarda il risparmio energetico. Questo intervento rappresenta infatti un esempio di come contenere in maniera efficace i consumi energetici e, di conseguenza, economici; due fattori che si rivelano fondamentali, soprattutto quando si parla di centri con una quantità d’acqua da riscaldare così ampia e con aree a vocazione così diversa, che richiedono una gestione sicuramente complessa. Entrando nel dettaglio, il fabbisogno termosanitario dell’edificio è interamente coperto da una nuova caldaia a pellet che consuma circa 2000 kg di pellet al giorno, per un costo indicativo di 500 euro giornalieri (la struttura precedente utilizzava circa 700 litri di gasolio al giorno, un’evidente risparmio attuale sui costi). Le ampie superfici vetrate che compongono la facciata sono realizzate con vetri a triplo strato di 7 cm per impedire le dispersioni termiche; la struttura, inoltre, è dotata di un impianto fotovoltaico per la produzione di corrente elettrica con potenza di picco 110kWp. Sono 750 invece i mq dell’impianto a pannelli solari, 100 dei quali destinati alla produzione di acqua calda. Il calore prodotto dall’acqua calda in esubero è recuperato da scambiatori di calore che pre-riscaldano l’acqua in ingresso; il recupero di calore dall’aria di espulsione dell’impianto di trattamento aria, avviene attraverso scambiatori di calore che pre-riscaldano l’aria in ingresso, consentendo il 78% di recupero del calore.

Idee imprenditoriali di successo

Veniamo infine all’ultimo esempio d’eccellenza: Aquardens, una struttura termale che si estende su una superficie di oltre 35mila metri quadri, di cui ben 5000 dedicati all’acqua, appena inaugurato a Pescantina, in Valpolicella. Oltre ad essere il primo parco termale in Europa per estensione d’acqua, il centro rappresenta anche un interessantissimo caso imprenditoriale integralmente made in Italy, nato da un’idea del vicepresidente Flavio Zuliani e del fratello Roberto - proprietari del terreno oggi acquisito dalla SpA Aquardens - sviluppata successivamente da Enrico Ghinato, attuale presidente, già presidente di Gardaland e già presidente nazionale dei Parchi Italiani. È stato Enrico Ghinato a dare vita a un progetto societario con il quale è riuscito a coinvolgere e catalizzare una trentina di imprenditori del Veneto e del Trentino, che hanno deciso di investire un capitale che, già dalla fase iniziale, ammonta a circa 30 milioni di euro. Il progetto prevede un investimento che, partendo dallo stato dell’arte attuale, è quantificabile in 50 milioni di euro e che prevede un’espansione futura, con la realizzazione del reparto ricettivo, di circa 40 milioni di euro, portando così l’investimento complessivo a 90 milioni. Numeri sicuramente importanti, sostenuti anche attraverso l’erogazione di un mutuo effettuato da un unico istituto di credito, la Cassa di Risparmio del Veneto. Aquardens, pur essendo composta da un azionariato di privati veneti e

trentini, può essere sostanzialmente definita una sorta di public company, visto l’elevato frazionamento dell’azionariato e l’impostazione di carattere manageriale. Il rientro dell’investimento è basato sull’obiettivo di sviluppare un fatturato di 10 milioni nel corso del primo periodo, per poi espandersi con l’aumentare di nuove offerte che verranno realizzate con lo sviluppo del progetto generale. L’espansione di Aquardens prevede la creazione di un albergo, una beauty farm, una clinica estetica, un centro congressi e comporterà un conseguente impiego di operatori diretti.

Architettura polifunzionale

Il concept, firmato dall’architetto Giancarlo Marzorati (direttore artistico) e reso esecutivo dall’architetto Claudio Tezza (progettista e direttore lavori), ha previsto la realizzazione di una struttura dal grande impatto emozionale, che colpisce fin dall’accesso, realizzato attraverso una cascata d’acqua termale che conduce all’area reception. Un susseguirsi di lagune, vasche, piscine, grotte, cascate e giochi d’acqua mettono a disposizione oltre 5.200 metri d’acqua salso bromo iodica, che sgorga a 46°C da una profondità di 130 metri e viene convogliata nelle pompe di calore. Attraverso un processo di geotermia, l’acqua rilascia parte del suo calore consentendo la realizzazione di un progetto eco-sostenibile da un punto di vista energetico e un risparmio di immissione in atmosfera di una quantità di CO2 equivalente a quanto assorbito da oltre 600 ettari di bosco. La vastità di acqua nelle vasche interne è in diretta comunicazione con la laguna esterna attraverso la grande parete vetrata e il collegamento definito “fiume lento”. A questo si aggiungono i 1.400 mq di area wellness e beauty.

17 Per approfondire

Foto e maggiori informazioni sul centro acquatico Dòlaondes e su Aquardens sono disponibili nel canale Piscine di www. sportindustry.com, categoria “Nuove piscine e spa”. Per approfondire il Circolo del Castellazzo, vi invitiamo alla lettura dell’articolo completo che compare sul numero 132 della rivista Il Nuovo Club, dedicata alla gestione di centri fitness e sportivi.

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focus coperture sportive

C’erano una volta le coperture Un settore che continua a mettere in campo nuovi sistemi e tecnologie, andando incontro alle esigenze di risparmio e di sfruttamento di strutture che, giorno dopo giorno, diventano più costose e più difficili da gestire. Benvenuti nel settore delle coperture per impianti sportivi.

a cura della redazione

Rendering dell’impianto natatorio comunale di Montecchio Maggiore (VI) con copertura in legno lamellare. Progetto a cura dell’arch. Paolo Pettene.

Il settore delle coperture per impianti sportivi ha vissuto, negli ultimi anni, alcuni interessanti cambiamenti. La maggior parte di questi ha avuto origine da alcune specifiche esigenze e problematiche che chi gestisce strutture sportive conosce (purtroppo) molto bene. La prima è sicuramente quella che riguarda il contenimento delle spese energetiche e di gestione. Gli impianti sportivi, un po’ per la loro “età media”, un po’ per la vetustà degli impianti installati, un po’ per l’innalzamento dei costi medi delle bollette, hanno ogni giorno di più la necessità di trovare nuove strade per contenere i costi derivati in massima parte dal riscaldamento e dall’elettricità, soprattutto nel periodo invernale. In risposta a questa problematica, le aziende produttrici di sistemi di copertura hanno iniziato a sperimentare applicazioni derivate dallo sfruttamento delle energie rinnovabili, come ad esempio sistemi di copertura integrati con pannelli fotovoltaici, in grado di produrre energia elettrica sfruttando l’energia solare, rendendo efficiente l’impianto sportivo. L’installazione di pannelli fotovoltaici è sostenuta da formule di incentivo erogate dal governo, che oltretutto aumentano se questi vengono posizionati in sostituzione dei pannelli di amianto (che per lungo tempo hanno fatto sfoggio di sé nelle palestre scolastiche). La collaborazione tra aziende che producono coperture e aziende della filiera del foto-

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voltaico ha portato a soluzioni di grande interesse, dando il via a sperimentazioni sia per quanto riguarda i materiali con cui vengono realizzate le coperture sia in materia di sistemi di aggancio e posa del fotovoltaico.

Tra tecnologia e materiali

Sempre in tema di efficienza, interessanti sono le soluzioni tecniche adottate dalle aziende in materia di coperture pressostatiche. Il mercato propone pressostrutture dotate di generatori d’aria (utilizzati per il sostentamento della copertura e per il riscaldamento) con bruciatori a condensazione ad alto risparmio energe-

tico. Altra soluzione: le pressostrutture a doppia membrana coibente, senza la presenza di ponti termici, progettate per sfruttare l’impianto sportivo durante tutta la stagione invernale. Queste soluzioni garantiscono un risparmio in termini di riscaldamento e di consumo di gas che si aggira intorno al 30-50%. Di grande interesse anche le ultime soluzioni ecosostenibili applicate all’utilizzo del legno, che continua a essere uno dei materiali più adoperati nella realizzazione sia di coperture (le “classiche” in legno lamellare) sia come “anima” di supporto in altre tipologie di copertura. Alcune aziende prediligono l’utilizzo di

Rendering di una copertura con travi reticolari metalliche e lucernaio apribile del nuovo impianto per il nuoto e la pallanuoto a Piombino. Progetto a cura dell’arch. Paolo Pettene.


focus coperture sportive

legno proveniente da foreste FSC, certificate secondo i criteri più severi di deforestazione, anche riciclando i materiali di scarto e facendo uso di tinture, vernici e collanti atossici.

AAA polifunzionalità cercasi

Tutte queste soluzioni dimostrano quanto l’impiantistica sportiva si stia impegnando nel ripensare le costruzioni, dando maggior spazio al risparmio energetico, al contenimento dell’impatto ambientale e alla produzione di energia da fonti alternative e rinnovabili. Il settore delle coperture per impianti sportivi, però, non si è “limitato” a questo. Le aziende hanno infatti iniziato a proporre soluzioni tecniche che potessero facilmente adattarsi alle esigenze polifunzionali delle strutture sportive, creando ambienti ideali per praticare dal calcetto al tennis, dal basket alla pallavolo fino al nuoto, a seconda delle esigenze della committenza. Grazie all’esperienza maturata, le aziende sono oggi in grado di assicurare soluzioni flessibili e altamente personalizzabili: coperture di ogni forma e dimensione, con altezze anche notevoli in grado di creare ampi spazi interni, liberamente fruibili. Allo stesso tempo, le coperture moderne sono in grado di garantire resistenza ai carichi di neve, al vento e soprattutto pieno rispetto delle normative antisismiche, offrendo soluzioni sempre più “su misura”. In questo senso ci teniamo a sottolineare un dato interessante. Questo settore ha visto la presenza di un numero sempre maggiore di aziende che propongono un “pacchetto copertura” completo, seguendo il cliente in tutte le fasi: dalla progettazione al cantiere fino all’assistenza post vendita. È un dato importante che mette in evidenza quanto le aziende ci tengano a porsi sul mercato come referente unico e, sopra ogni cosa, altamente specializzato. Tutte le tecnologie e le soluzioni di cui abbiamo parlato fino a questo momento hanno infatti un fattore in comune: una ricerca e una sperimentazione, in termini di tecnologie e prodotti, che nonostante la crisi e le difficoltà economiche non si è arrestata.

segna sulle coperture per impianti sportivi pubblicata nelle pagine che seguono. La rassegna propone tendostrutture, tensostrutture e pressostrutture, strutture reticolari di tipo geodetico e ad archi in legno lamellare, coperture gonfiabili, pneumatiche, in acciaio, con soluzioni pensate, come si è accennato in questo breve articolo, per contenere i consumi energetici e sfruttare appieno le potenzialità dell’impianto in termini di polivalenza e socialità. La rassegna è pubblicata anche nel canale Complementi del Portale www.sportindustry.com, Soluzioni di copertura: con maggiori dati tecnici e con il collegala rassegna La volontà di sperimentazione da par- mento diretto alle “vetrine” delle aziende, te delle aziende del settore è messa in dalle quali potrete contattarle per ulterioo richieste di preventivo. POLIMPIANTI SPORT INDUSTRY - SPORT INDUSTRY 171x236 13/04/11 10:38 evidenza dai- prodotti proposti171x236_POLIMPIANTI nella ras- ri informazioni miei utenti possono giocare al coperto durante l’inverno”. Oggigiorno le coperture sono strutture che producono energia, che permettono di risparmiare, che assicurano un ambiente salubre in qualsiasi periodo dell’anno, talvolta anche più salubre dell’aria esterna! Un prodotto di grande utilità che ha dimostrato e sta dimostrando ottime potenzialità di sviluppo e crescita, che speriamo non vengano tenute a freno da problemi economici e politici.

19 PER APPROFONDIRE

Un articolo dedicato alle varie tipologie di copertura per impianti sportivi, con approfondimenti specifici sulla progettazione e costruzione di ogni singola tipologia, è pubblicato nel canale Complementi di www. sportindustry.com, categoria “Coperture sportive”. Pagina 1

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Spazi di sport 365 giorni all’anno

Il settore delle coperture è sempre stato suddiviso in due macrocategorie: le strutture permanenti e quelle provvisorie, anzidette “leggere”. Riguardo queste ultime, è interessante notare come alcune coperture, fino a pochi anni fa utilizzate primariamente durante l’inverno e smontate al sopraggiungere della primavera/estate, oggi possano essere tranquillamente lasciate montate lungo tutto il corso dell’anno. Questo perché l’evoluzione in termini di materiali e tecnologie ha permesso di progettare strutture che creano un ambiente confortevole anche nei periodi di massima insolazione, limitando al minimo fenomeni di surriscaldamento ed evaporazione. Questo permette di poter continuare ad allenarsi o a giocare al coperto con qualsiasi tempo meteorologico, incidendo in maniera positiva sull’utilizzo dell’impianto. Ci troviamo dunque di fronte a un “prodotto” – la copertura – che ormai va al di là del semplice “copro l’impianto così i

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rassegna coperture sportive Arcadia: soluzioni per l’efficienza energetica Arcadia presenta Cover Energy, una soluzione che si pone come intermedia tra una struttura leggera e un palazzetto in cemento armato, rispondendo sia a problemi legati al comfort e all’utilizzo, sia alla necessità di contenere i costi e l’impatto architettonico/ambientale. Il pacchetto di chiusura è infatti composto da pannelli di supporto in legno, assito o altro materiale, da una membrana che funge da barriera al vapore, da uno strato termoisolante e da una membrana impermeabile, garantendo un ottimo isolamento e riducendo il surriscaldamento. Il generatore fotovoltaico integrato (pannello in silicio amorfo, produzione pari a 34.000 KW/h annui) è inoltre in grado di rendere l’impianto sportivo energeticamente autonomo. Una soluzione per chi crede, come l’azienda, nell’utilizzo di fonti rinnovabili. canale Complementi

Canducci - RW Panel: il legno incontra il fotovoltaico Copertura realizzata da Canducci Holz Service per il palazzo del ghiaccio di Egna, in provincia di Bolzano: 3000 metriquadri coperti con travi reticolari di legno lamellare di Abete, preassemblate in stabilimento e trasportate direttamente in cantiere con mezzi speciali. Al pacchetto copertura sono stati inoltre applicati 3.126 mq di pannelli Zeroklass Roof Sound, di produzione dell’azienda RW panel, di spessore 120 mm in lana minerale, con prestazioni di isolamento e assorbimento acustico. Alla superficie di copertura è stato applicato il sistema di fissaggio RWP Sun, per la successiva installazione dell’impianto fotovoltaico, in grado di produrre quasi 300 mila KW/h all’anno.

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Cavalli Costruzioni: copertura ad archi in legno lamellare Copertura realizzata nel 2012 da Cavalli Costruzioni per coprire una struttura polifunzionale per l’attività sportiva sita nel Comune di Crocetta del Montello (TV). L’azienda si è occupata della costruzione di una piattaforma e della copertura, costituita da archi in legno lamellare. In dettaglio, la copertura è composta con tavolato strutturale in legno d’abete verniciato, membrana barriera vapore, pannelli per isolamento termo acustico, membrana impermeabile traspirante, lamiera di alluminio 8/10 e giunzioni in acciaio zincato. Dimensioni: 41x23 m. Luce travi principali curve: 21,3 m.

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Copriscopri: coperture per ogni tipo di sport Le coperture COPRISCOPRI destinate allo sport sono progettate per poter creare l’ambiente ideale per praticare il calcetto, il tennis, ma anche il basket, la pallavolo, il nuoto e qualsiasi altra attività sportiva. Le coperture, realizzate per durare più a lungo, sono prive di manutenzione e soddisfano pienamente le normative vigenti. La struttura è costituita da archi arrotondati in legno lamellare, le ampie aperture laterali consentono una corretta aerazione grazie ai serramenti in alluminio con sistema di scorrimento. Le aperture laterali, oltre a dare tutti i benefici della trasparenza, permettono anche di avere una chiusura laterale assolutamente resistente ed esteticamente molto apprezzabile.

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Euroholz: coperture in legno lamellare dal 1994 Copertura in legno lamellare per il palazzetto dello sport a Trieste realizzata da Euroholz, dal 1994 specializzata nella realizzazione di travi lamellari dritte e curve, anche di grandi dimensioni. In questo caso, la copertura costituisce una calotta sferica poggiante su una sottostruttura in c.a. di circa 80 m di diametro. La struttura principale è costituita da travi curve 20x56 cm a formare una maglia di triangoli di lato 11 m circa; la struttura secondaria invece da travi di sezione 16x39,6 cm, 14x29,6 cm e 14x29,7 cm, poste in luce alle travi principali; infine l’orditura minuta è costituita da arcarecci di sezione 12x16 cm, posati a correre sopra l’orditura principale e quella secondaria.

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Europlast: coperture tessili a risparmio energetico Europlast presenta “Energy”, la copertura con doppia membrana tessile progettata per sfruttare il proprio impianto sportivo durante tutta la stagione invernale, risparmiando fino al 50% delle spese di riscaldamento. Energy rappresenta il punto di arrivo di decenni di sperimentazioni nel campo delle coperture, ma si pone anche come punto di partenza per l’elaborazione di nuovi progetti. Nell’immagine è visibile una delle ultime realizzazioni dell’azienda: una “Energy” realizzata per la copertura di una piscina olimpionica di Crotone, Libertas Mako Nuoto. Una copertura di 59 x 28,5 x 9 m realizzata per venire incontro alle esigenze della committenza di contenere i costi di esercizio nel periodo invernale.

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Favaretti Group: tensostrutture per lo sport La divisione tensostrutture del gruppo Favaretti, in grado di offrire una vasta gamma di soluzioni applicative per ogni tipo di esigenza inerente gli impianti sportivi, si è aggiudicata, a Dicembre 2012, un’importante gara d’appalto per la copertura di un’area polivalente nel Comune di Vicenza. La struttura sarà consegnata alla committenza e resa agibile al pubblico per fine Maggio e costituirà per la cittadinanza un polo ricreativo di primaria importanza. Realizzata con archi in legno lamellare nel rispetto delle normative antisismiche e membrana di copertura in tessuto spalmato PVC, la palestra verrà dotata di un controsoffitto interno per garantire una coibentazione ottimale durante le stagioni più rigide e per diminuire il più possibile la dispersione di calore interno.

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Gonfiabili LOG: coperture gonfiabili di grande praticità Una soluzione economica e pratica per coprire qualsiasi impianto sportivo? La copertura SMART SPORT di Gonfiabili LOG si distingue per semplicità di installazione e uso, costi contenuti di acquisto e gestione, facile adattabilità a qualsiasi esigenza, possibilità di essere spostata o stoccata con pochi semplici passi, rapidità d’impiego, atmosfera salubre all’interno, facilità di installazione senza autorizzazioni, possibilità di riscaldamento e di uso senza illuminazione supplementare. Disponibile in tre versioni, è altamente personalizzabile in materia di forme, dimensioni, stampe, colori, finestre e porte. Gonfio in 12 minuti.

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GS Sport: strutture pneumatiche di copertura GS Sport presenta sul mercato due tipologie di coperture mobili: le pressostrutture Basic e le strutture pneumatiche Evolution Plus. Queste ultime (visibili nella foto) sono una novità nel mercato delle strutture pressostatiche, in quanto possono essere lasciate montate tutta la stagione; sarà sufficiente smontare le due testate della struttura per favorire il flusso dell’aria all’interno. Dato fondamentale: queste strutture sono certificate e garantite per la resistenza ai carichi di neve e spinta del vento agli stessi coefficienti richiesti dalla legge in riferimento alle coperture pressostatiche.

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Holzbau: un’imponente struttura in legno lamellare Copertura in legno lamellare per il velodromo progettato dall’architetto Rui Rosmaninho per il comune di Anadia, in Portogallo. L’imponente struttura (un’ellisse di 80x120 m che copre una superficie di 7500 mq) è stata fornita da Holzbau sotto forma di un pacchetto completo, garantendo facilità e velocità nel montaggio, e una sostanziale riduzione degli imprevisti di cantiere. La realizzazione della struttura ha visto l’utilizzo di 10 travi reticolari in legno lamellare di 5 lunghezze diverse (dove la maggiore è di 79 m), assemblate in 4 campate controventate. Il sistema di montaggio delle travi, studiato in fase di progettazione dagli ingegneri dell’azienda, ha permesso di rispettare le 18 settimane, previste da contratto, per la produzione e il montaggio delle travi stesse.

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Hedar: copertura metallica reticolare Prodotta e posata in opera dall’azienda Hedar: la copertura per il palaghiaccio realizzato per ospitare le gare di velocità ai Giochi invernali delle Olimpiadi 2006. Si tratta di una copertura con carpenteria metallica reticolare completamente visibile dall’interno, mentre all’esterno si presenta come due semplici ali emergenti dal tetto. Il pacchetto di copertura, di tipo a sandwich, è composto da una lamiera portante in acciaio zincato (spessore 10/10 mm), uno strato di isolamento termo-acustico e un manto esterno con sistema Megaproof®EV in alluminio naturale.

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Ondulit: coperture in acciaio di eccellente durabilità Impianto fotovoltaico posizionato su una copertura Ondulit Coverib installata oltre 20 anni fa. Una testimonianza dell’eccellente durabilità del sistema, di produzione dell’azienda Ondulit, creato con lastre in acciaio a protezione multistrato che dopo anni, senza alcuna manutenzione, sono risultate perfettamente idonee ad accogliere un impianto fotovoltaico. L’insonorizzazione è un’altra delle innumerevoli caratteristiche che rendono le lastre Coverib adatte all’utilizzo in strutture sportive, insieme alla flessibilità del sistema, che lo rende particolarmente adatto a seguire le linee dell’architettura contemporanea.

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Moretti Interholz: copertura a botte in lamellare La trasformazione generale e riqualificazione del Centro Tennis Baldresca in polo sportivo polifunzionale, ha previsto la realizzazione di un impianto fisso coperto per campi da tennis in grado di ospitare manifestazioni sportive anche nei periodi invernali. La Tennis Hall di Rovereto copre due campi da gioco regolamentari e una tribuna per circa 150 persone, sotto la quale trovano spazio gli spogliatoi e i locali di servizio. In virtù della propria esperienza, Motetti Interholz è stata coinvolta nella realizzazione di una copertura a botte in lamellare, che copre una superficie complessiva di 2000 mq. La struttura è composta da un ordine di archi a 3 cerniere incrociati a due a due, che insistono su una serie di contrafforti in c.a. realizzati in opera e danno forma a una serie di triangoli isostatici di forte impatto. canale Complementi

Plasteco: copertura pressostatica per pista su ghiaccio Le richieste del committente erano alquanto ardue: coprire un’area di dimensioni (in pianta) di 73x39 m in 40 giorni per ospitare una competizione internazionale di pattinaggio su ghiaccio in una località della Romania a 1000 m s.l.m. L’applicazione ha implicato alcuni problemi: uno riguardava le macchine per livellare il ghiaccio, per le quali si è inserito un grosso tunnel da 5x4x8m per lo stazionamento. Il secondo riguardava l’aria calda proveniente dai due generatori, che è stata convogliata verso il pubblico invece che sulla pista grazie all’utilizzo di tubi in PVC adeguatamente forati in modo da uniformare la temperatura all’interno. Il risultato è una copertura pressostatica di 12 m di altezza, dotata di tunnel di collegamento a bagni e spogliatoi e una serie di porte d’entrata e uscite di sicurezza. Il tutto grazie all’esperienza di Plasteco. canale Complementi

Plastelo: coperture in tessuto PVC Specializzata nella manifattura e lavorazione di tessuti in PVC e nella realizzazione e sostituzione di membrane di copertura, soprattutto nel campo dello sport e dell’industria, Plastelo ha all’attivo anni di esperienza che le hanno permesso di conseguire un elevato livello di conoscenza tecnica nella gestione e confezionamento del prodotto finito. La produzione di una copertura segue diverse fasi precise e controllate, svolte in conformità alla norma ISO 9001:2008, dove il tessuto PVC, sagomato mediante speciale programma di taglio computerizzato, in grado di conferire tutte le tensioni ammissibili, ed elettrosaldato ad alta frequenza con l’ausilio di tecnici specializzati, viene assemblato per poter poi essere montato sulla relativa struttura.

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Sideredil: strutture in acciaio MegaDome Distribuite da Sideredil e prodotte da Les Industries Harnois, le strutture in acciaio MegaDome® sono la soluzione ideale per chi desidera ospitare qualsiasi attività sportiva indoor. Grazie alla loro altezza e all’ampio spazio interno, senza colonne centrali, queste strutture consentono infatti lo svolgimento delle più disparate attività. Il telo PowerShield®, che ricopre la struttura, permette alla luce naturale di entrare, riducendo la quantità di illuminazione artificiale durante la giornata. Le strutture MegaDome (larghezze da 9,1 m a 42,7 m, senza limiti di lunghezza) sono progettate in funzione della destinazione d’uso e della località in cui saranno installate, nel rispetto degli Eurocodici e degli allegati nazionali.

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Wood System: 30 anni di costruzioni in legno lamellare Wood System opera da 30 anni nel settore delle costruzioni in legno lamellare e il target di clientela spazia dagli enti pubblici, quali comuni, regioni e province, ai privati nel settore dell’impiantistica sportiva e dei locali di aggregazione collettiva e di culto, della ristorazione e delle civili abitazioni. Le strutture “SPACEWOOD”, soluzioni strutturali reticolari spaziali che vedono una semplificazione della connessione legno-acciaio, permettono la realizzazione di coperture a campata totalmente libere, senza interposizione di appoggi. Tale peculiarità è rafforzata dal fatto che, a prescindere dalla forma architettonica, gli elementi lignei sono sempre dritti e di dimensioni contenute, consentendone l’agevole trasporto in ogni parte del mondo.

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scelti per voi novità dal mercato Madonna sceglie la qualità italiana

TUTTE LE ULTIME NOVITÀ

Le novità, quando si parla del “nostro” settore, sono sempre, mese dopo mese, moltissime. Ed è un buon segno perché significa che, a dispetto delle difficoltà economiche e ultimamente anche politiche e sociali, le aziende continuano a investire nell’ideazione e nella realizzazione di nuove soluzioni, pensate per venire incontro alle esigenze di un mercato e di una clientela sempre più esigente. La ricerca dunque in termini di prodotti e tecnologie non si arresta, con una commistione di settori che vede il mercato dello sport sempre più interconnesso con quello del fitness, della piscina, del benessere e non da ultimo quello delle rinnovabili, che sta diventando ogni giorno più prezioso per garantire risparmi non solo di carattere energetico. In queste pagine abbiamo dunque raccolto alcune novità, che ovviamente potete approfondire su www.sportindustry.com, negli “Scelti per voi” dei singoli “Canali” qui segnalati dalla nostra immancabile lente. Dalle schede prodotto pubblicate online potrete anche contattare direttamente l’azienda per richiedere preventivi o maggiori informazioni.

Design e produzione rigorosamente italiani sono imperativi categorici per il Gruppo P&G - Fit Interiors, che da oltre 22 anni produce complementi d’arredo per spogliatoi di centri sportivi e fitness club. Oggi il gruppo sta riscuotendo molteplici consensi in ambito internazionale e continua a investire in ricerca e innovazione tanto nel design quanto nei materiali e nelle finiture dei propri arredi. L’azienda romagnola, che da qualche anno propone anche soluzioni d’arredo chiavi in mano, si sta affermando in diversi paesi europei ed extraeuropei, annoverando tra i propri clienti sia club di alto e altissimo livello sia centri low cost che, per soddisfare un’utenza consapevole ed esigente, optano per standard di qualità elevati. Tutto il lavoro di progettazione è affidato ad architetti interni, talvolta coadiuvati da professionisti esterni di grande spessore. Un esempio recente, visibile nella foto, è Hard Candy – la catena di club che fa capo a Madonna – che ha scelto gli arredi firmati Fit Interiors per i 4 club che apriranno i battenti a Roma. Per approfondire: canale Complementi

L’ERBA SINTETICA SECONDO AQUA

Nuova copertura per piscine

In occasione della partecipazione a ForumClub/ForumPiscine, l’azienda AQUA ha presentato la nuova divisione Hi Green, dedicata alla produzione di erba sintetica e sedute per lo sport. In particolare, l’azienda produce direttamente una linea completa di prodotti per l’erba sintetica, con applicazioni sia in ambito ornamentale che sportivo e professionale. Una proposta molto ampia, che copre differenti tipologie di prodotto, per accontentare le necessità degli sport più disparati: dal calcio/calciotto, al tennis, al golf, all’hockey, con prodotti di altissima qualità, certificati, che assicurano ottimo rimbalzo di palla, elevata qualità di gioco e manutenzione minima. Per approfondire l’argomento, invitiamo a leggere l’intervista pubblicata nel numero 11 di Sport Industry Magazine e a guardare la video intervista pubblicata nel canale SPORTINDUSTRY su Youtube, contenuta nella playlist “Canale Sport & Fitness”. Per approfondire: canale Sport & Fitness

Nuove attrezzature fitness

Per approfondire: canale Piscine

Il lusso DIVENTA pavimentazione

Technogym presenta la nuova gamma di attrezzi Artis che offrono soluzioni cardiovascolari, per la forza e per il movimento funzionale. Progettata dal Centro ricerche medico-scientifico Technogym e certificata dal Loughborough University Sport Technology Institute, la nuova linea si distingue innanzitutto per la cura prestata al design, all’ergonomia, alla biomeccanica e all’interattività. Virtù che offrono agli operatori la duplice opportunità di differenziare il proprio club da un punto di vista sia estetico sia tecnologico. La nuovissima gamma comprende 5 prodotti cardio (Treadmill, Ellittico, Vario, Bike e Recline), 19 prodotti per la forza, 6 stazioni funzionali e Omnia, lo spazio dedicato al personal training che mette a disposizione di tutti diversi modo di muoversi, allenarsi e divertirsi. In sintesi, più di trenta prodotti coordinati anche dal punto di vista dello stile e del design, progettati mettendo al centro i concetti di connettività ed eco-sostenibilità. L’energia prodotta dall’esercizio degli utenti viene infatti immessa nella rete elettrica del club e utilizzata per contribuire alla sua alimentazione. Per approfondire: canale Sport & Fitness

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Polimpianti presenta la nuova copertura isotermica traslucida Sunweave composta da tre strati di materiale termoplastico poliolefinico così accoppiati tra loro: doppio strato in polietilene coestruso realizzato con tecnologia GeoBubble ™ e termosaldato al terzo strato (superiore) costituito da un particolare “tessuto” a trama. Questa copertura per piscina offre una resistenza extra all’azione dei raggi U.V. e una maggiore resistenza meccanica a strappo e lacerazione. Rispetto alle coperture a bolle tradizionali, infatti, lo spessore della bolla GeoBubble è superiore del 50%, garantendo una durata superiore del 25%. La copertura è completa di bande di raccordo all’avvolgitore, lunghezza standard 80 cm (se fornita con avvolgitore) e corda sintetica galleggiante per la stesura della copertura di dimensioni a partire da 10 m di lunghezza. Garanzia: 2 anni.

Esseciplast presenta la piastrella in PVC autobloccante a incastro Luxury, di grande praticità in termini di posa e applicazione, ideale non solo per venire incontro alle esigenze di utilizzo in ambito sportivo, ma anche fitness e benessere. Con uno spessore di 5 mm, Luxury è infatti molto resistente e si rivela perfetta in zone caratterizzate da un intenso calpestio. Senza contare che è dotata di tutte le proprietà funzionali che caratterizzano i prodotti Esseciplast: è lavabile, ignifuga, antiscivolo, antigraffio, fonoassorbente e antimacchia. È disponibile in 5 finiture pensate per offrire una gamma pregiata in grado anche di valorizzare gli ambienti. Dimensioni: 457 x 457 mm, spessore: 5 mm, peso: 8 kg/mq. Per approfondire: canale Complementi


scelti per voi novità dal mercato

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La gestione È mobile ByteWare, azienda produttrice del sistema software gestionale TO.M.M.YS. specificamente indirizzato a centri fitness, impianti sportivi e piscine, ha presentato in anteprima nazionale al recente ForumClub/ ForumPiscine, TO.M.M.YS. MOBILE, una piattaforma software che consente agli iscritti e al personale tecnico di un centro fitness/sportivo di interagire in tempo reale attraverso IPhone e smartphone Android. Le funzionalità previste dalla nuova piattaforma sono: - visualizzazione della propria scheda contabile con le relative scadenze di abbonamenti, certificati, quote annuali, pagamenti, ecc; - prenotazione/disdetta di corsi e servizi; - possibilità per lo staff commerciale e gli istruttori di inserire comunicazioni e messaggi, visualizzabili dal cliente sul suo smartphone per un periodo determinato di tempo; - possibilità per lo staff tecnico di visualizzare la propria agenda appuntamenti aggiornata in tempo reale (funzionalità estremamente utile in caso di servizi di personal trainer).

La nostra sfida è semplificare l’operatività delle vostre strutture

ambienti innovativi per spogliatoi e servizi

Per approfondire: canale Complementi

Nuova linea di armadietti Ges Group presenta la nuova gamma di armadietti per spogliatoi realizzati in laminato stratificato di spessore pari a 4 millimetri, dotati di finitura antigraffio, bordi smussati e spigoli arrotondati. Fondo, tetto e ripiani sono realizzati con lo stesso materiale, ma con spessore di 8 mm, come le ante, mentre l’elemento di giunzione è costituito da un profilo di alluminio sagomato e anodizzato. La cerniera è invece realizzata con estruso di alluminio anodizzato a tutta altezza, con apertura a 110 gradi, perni in nylon e sistema autolubrificante. Disponibile con sistemi di chiusura a serratura e a chiave, con targhetta porta-numero e copri-serratura interno antinfortuneo in nylon 6 di colore grigio. Per approfondire: canale Complementi

QUANTA energia nello sport! Per fare sport è necessaria la giusta carica di energia, ma, come hanno dimostrato gli oltre 37.000 atleti impegnati nella Maratona di Parigi a inizio aprile, è anche vero che lo sport può produrre energia. La Schneider Electric, uno degli sponsor della maratona parigina, ha infatti installato su un tratto degli Champs-Élysées lungo 25 m delle speciali piastrelle di spessore 5 mm realizzate con pneumatici di tir recuperati e alluminio riciclato, oltre a cristalli piezoelettrici in grado di trasformare l’energia cinetica in energia elettrica per un massimo di 8 watt per ogni singolo passo. L’elettricità prodotta dalla corsa degli atleti è stata inviata in modalità wireless dalle singole piastrelle ai display e alle insegne elettroniche che si trovavano lungo il percorso della maratona, garantendo così un’alimentazione del tutto ecologica.

Per approfondire: canale Complementi

Modulabili Personalizzati Rispondenti alle normative vigenti di igiene e sicurezza

Via dell’Industria, 20 37014 Castelnuovo del Garda (VR) - ITALY Tel. +39 045 6450920 - Fax +39 045 6450928 info@gesgroup.it - www.gesgroup.it

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scelti per voi novità dal mercato

UNA BIKE POLIVALENTE

Tra benessere e terapia

Keiser M3, prodotta dall’azienda statunitense Keiser e distribuita in esclusiva in Italia da XFitness, è una bike da group cycling silenziosa e performante che non richiede particolare manutenzione. È stata progettata per riproporre fedelmente il gesto che si compie pedalando su una bicicletta da strada: la resistenza magnetica, il volano leggero a inerzia ridotta e la trasmissione a cinghia permettono una pedalata rotonda e fluida, esente da qualsiasi attrito. I modelli disponibili sono tre: Spin (base), Sport, dotato di computer, e Plus, che consente anche la regolazione orizzontale del manubrio. Caratterizzata dall’inconfondibile design, M3 è un attrezzo polivalente e professionale, utilizzabile per allenamenti sia individuali sia di gruppo, così come per la rieducazione motoria. Il computer multifunzione, di facile utilizzo, fornisce in tempo reale i dati relativi a cadenza di pedalata, frequenza cardiaca, resistenza contrapposta e potenza. La rilevazione di tali dati ha permesso di portare in Italia la “Competition di indoor cycling”, una gara che prevede un percorso prestabilito e univoco con diverse tappe, programmate presso i centri di formazione Keiser dislocati in tutta Italia. Ogni vincitore di tappa accede di diritto alla gara finale.

Jacuzzi presenta Sasha 2.0, la nuova versione dell’area wellness creata dall’Arch. Alberto Apostoli. La nuova estetica si traduce innanzitutto nella cornice esterna realizzata interamente in Corian, materiale resistente, pratico e allo stesso tempo raffinato, elegante e piacevole al tatto, che si ritrova anche nel modulo hammam. A queste modifiche si aggiunge anche una nuova versione delle pareti, disponibili con cristalli temperati trasparenti o serigrafati, che la rendono ancora più versatile e personalizzabile. Il controllo remoto, opzionale, consente di poter attivare e controllare tutte le funzioni direttamente dal PC. Ciascun modulo è dotato di un controllo touch screen intuitivo e user friendly che consente di scegliere tra tre programmi elaborati con la consulenza di medici esperti, così da ottenere il massimo beneficio terapeutico.

Per approfondire: canale Sport & Fitness

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L’allenamento… da campioni

Pavimentazioni ventilate modulabili Si chiama Roofingreen ed è un sistema modulare brevettato per il rivestimento di pavimentazioni ventilate, dotato di una particolare struttura di supporto con basi di appoggio ad altezze regolabili da 80 a 180 mm, fissate al pannello in numero variabile in funzione dei sovraccarichi. La superficie può essere formata da un numero illimitato di moduli connessi l’uno all’altro e, in caso di manutenzione, sostituibili in modo semplice e immediato. La parte superiore di ogni modulo è costituita da un manto di erba sintetica, solidarizzato a uno strato isolante in XPE. Roofingreen si rivela ideale in interventi finalizzati al risparmio energetico, alla ristrutturazione, alla riqualificazione sostenibile e alle nuove costruzioni. Perfetto anche per interventi di arredo urbano, per allestimenti temporanei, per l’applicazione in spazi outdoor e a bordo piscina. Riciclabile al 90%, Roofingreen rappresenta un investimento contenuto e competitivo.

Fitness Europe, in collaborazione con Warrior Dash Itala, presenta Warrior Dash, gara a ostacoli nata negli Stati Uniti dove, nel 2011, ha coinvolto più di seicentomila atleti. È una manifestazione unica nel suo genere che coniuga il contenuto aggregativo a quello competitivo, che prevede il superamento di ostacoli e un approccio da “guerrieri”. I partecipanti sfidano se stessi, affrontano le proprie paure cimentandosi in una prova dal sapore epico. Una risposta originale quanto efficace e coinvolgente, per combattere sedentarietà e stress quotidiano. Warrior Dash non è solo una gara, è un grande evento aperto a tutta la cittadinanza che, nella versione italiana, può coinvolgere anche i bambini e le loro famiglie attraverso l’organizzazione di una manifestazione collaterale a loro dedicata. Per i centri fitness e sportivi rappresenta un efficace strumento per fidelizzare e motivare i clienti e lo staff e un’occasione per proporre nuovi modelli di allenamento e preparazione atletica, non solo alla gara.

Per approfondire: canale Complementi

La app per i centri fit

Controsoffitti di design Nuovi controsoffitti a isola curvi e circolari modello Axiom Canopy: un’ulteriore proposta di Armstrong Building Products per soddisfare le esigenze architettoniche e di design di aree accoglienza e reception di centri ricettivi e di benessere. Giochi di livello, differenti configurazioni geometriche, integrazione con corpi illuminanti, disponibilità di un ampio assortimento di colori e finiture, i controsoffitti Axiom Canopy si distinguono per versatilità in termini di resa estetica e tecnica. La nuova gamma assicura, inoltre, un elevato comfort acustico: il coefficiente di assorbimento è infatti più elevato rispetto ai controsoffitti continui, a parità di area visibile, in quanto il suono viene assorbito sia dalla superficie frontale, sia da quella posteriore dell’elemento acustico. Ciò contribuisce significativamente alla riduzione del tempo di riverberazione e aumenta l’intelligibilità della parola. Per approfondire: canale Complementi

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Per approfondire: canale Sport & Fitness

MyGym è l’applicazione pensata appositamente per i centri fitness, per comunicare in maniera innovativa e mirata con i clienti e condividere con loro foto, video e le informazioni su iniziative, corsi, servizi e promozioni. Realizzata da MakeItApp, questa applicazione permetterà di visualizzare in tempo reale tutti i corsi, gli istruttori, le location e gli orari, con possibilità di prenotazione diretta, di integrare il palinsesto corsi appena creato nel sito internet oppure di stamparlo. Tutto questo potrà essere integrato all’interno della tua app, liberamente aggiornabile e gestibile da qualunque PC o smartphone attraverso un semplice e intuitivo pannello di controllo. Prezzo a partire da 599 € + iva. Per approfondire: canale Complementi


scelti per voi novità dal mercato

Tre piscine in una Una piscina che permettesse l’inserimento di molteplici giochi d’acqua e accessori, così da diventare luogo di relax, di divertimento e di sport per adulti e bambini. Il tutto in perfetta sicurezza. Questa la richiesta di uno dei maggiori villaggi turistici della Riviera del Conero, per il quale l’azienda Bluepool by Gramaglia ha realizzato una piscina di grandi dimensioni (33,5x25 m, per una superficie complessiva di circa 700 mq), opportunamente suddivisa in tre zone - quella per il divertimento dei bambini, quella per il relax degli adulti e quella per le attività in acqua – che si distinguono per differenti profondità (0,60-1,2-1,4 m), adeguate alle singole esigenze di utilizzo della piscina. La vasca, realizzata in cemento armato e dotata di bordo a sfioro lungo tutto il perimetro, occupa nel migliore dei modi lo spazio esterno a disposizione del villaggio ed è circondata da una pavimentazione in pietra antisdrucciolo color sabbia, sinonimo di eleganza e di assoluta sicurezza per i bagnanti.

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Per campi da tennis professionali Presentata in anteprima alla Fiera dello Sport di Brescia, la superficie Mapei Mapecoat TNS Remove, la nuova soluzione tecnologica di campo da tennis removibile, disponibile in 20 colori di serie o al campione su richiesta. Frutto della ricerca Mapei, consiste in un sistema multistrato removibile a base di resine acriliche in dispersione acquosa, in combinazione con un tappetino in PVC fibro rinforzato per campi da tennis a uso professionale e aree multisport indoor. Applicato sulle superfici, Mapecoat TNS Remove consente di realizzare pavimentazioni con un ottimo comfort di gioco e ottime prestazioni tecniche come rimbalzo della palla, cambi di direzione della corsa rapidi e sicuri, con ottimo rapporto tra equilibrio e scivolata dell’utilizzatore. Per approfondire: canale Sport & Fitness

Per approfondire: canale Piscine

massima protezione

Chimiver Panseri presenta la nuovissima produzione di vernice poliuretanica bicomponente all’acqua per superfici sportive, formulata per rispondere ai più elevati standard antiscivolo dei pavimenti in legno dei centri sportivi. ECOSTAR 2K Sport è conforme agli standard europei per le superfici di aree sportive indoor e per specifiche superfici multi-sport interne (EN 14904:2006). Durezza, distensione, dilatazione, resistenze chimiche e resistenze meccaniche collocano ECOSTAR 2K Sport al top di qualità della gamma.

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Per approfondire: canale Sport & Fitness

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primo piano normative

Riflessioni su defibrillatori e certificati In attesa di potervi proporre un commento puntuale e ragionato del decreto ministeriale, proponiamo la sessione tenuta dall’avvocato Guido Martinelli in occasione dell’edizione 2013 del Congresso Internazionale di ForumClub/ForumPiscine, che offre interessanti riflessioni in materia di certificazioni mediche e defibrillatori.

VISTO DA VICINO

Guido Martinelli, avvocato e docente a contratto presso l’Università di Bologna e Ferrara. Consulente di diverse Federazioni affiliate al Coni, autore di numerose pubblicazioni. Socio fondatore dello Studio Legale Martinelli e Rogolino.

a cura della redazione

Torniamo ad affrontare i temi della certificazione medica e dei defibrillatori connessi all’attività svolta all’interno di centri e impianti sportivi. L’occasione di tornare su questo argomento ci è stata data dal Decreto Salute, anzidetto Decreto Balduzzi che, come è ormai universalmente noto, ha introdotto un (presunto) ampliamento della certificazione medica per le attività sportive e l’obbligo del defibrillatore per ogni associazione o società sportiva dilettantistica. Per approfondire l’argomento, di grande importanza per il settore dell’impiantistica sportiva, abbiamo scelto di trarre un articolo dalla sessione dal titolo “Certificazione medica e defibrillatori” tenuta dall’avvocato Guido Martinelli in occasione dell’edizione 2013 del Congresso Internazionale dell’evento ForumClub/ForumPiscine.

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Per maggiore chiarezza, abbiamo scelto di trasformare l’esposizione dell’avvocato in un’intervista, in modo da mettere in evidenza gli argomenti trattati.

Avvocato, qual è la situazione attuale in tema di certificazioni mediche?

Per capire cosa potrebbe cambiare con il Decreto Balduzzi, dobbiamo necessariamente ripercorrere un pezzo di legislazione e tornare indietro alla legge datata 1971 che impone “l’obbligo di accertamento di certificazione di idoneità di chi intende svolgere attività sportiva agonistica”. Un obbligo che ha poi trovato, con la lentezza tipica della nostra legislatura, una disciplina dieci anni dopo con due decreti ministeriali, entrambi del febbraio 1982, relativi alle attività sportive agonistiche e attività sportive non agonistiche. Per quanto riguarda le prime, è prevista la certificazione medica specifica legata allo

svolgimento di una pratica sportiva. In questo caso sono previsti, oltre alla visita, una serie di esami di laboratorio specifici per ogni disciplina, la certificazione ha durata annuale e deve rimanere agli atti della società. Quando invece si parla di attività non agonistica, si fa riferimento a un’attività svolta nell’ambito di una federazione o di un ente di promozione sportiva. In questo caso, per capire se l’attività in questione è o meno agonistica, dobbiamo fare riferimento alla federazione o all’ente, perché spetta solo loro decretare di che tipo di attività si tratti. In questo senso, ci troviamo di fronte a una distinzione fondamentale, che purtroppo oggigiorno non è sempre chiara e che spesso viene equivocata, anche dalle stesse istituzioni competenti. Senza contare che bisognerebbe aprire un lungo excursus su cosa si intenda oggi per “sport”. L’attività motoria è sport? L’attività degli anziani è sport? Il fatto che io sia riuscito


primo piano normative

a dimagrire 20 kg è stato grazie allo sport? Oppure è qualcosa di diverso? In questo quadro, di recente, si è prepotentemente inserito anche il decreto sulla sicurezza sul lavoro (decreto 81 del 2008) che sancisce, al di là dell’obbligo di certificazioni mediche per tutti i lavoratori subordinati, la possibilità da parte degli istruttori o dei lavoratori autonomi di essere visitati, portando dunque nuovi oneri per i gestori e proprietari. Infine, vi invito a porre l’attenzione su un fatto spesso ignorato: la certificazione medica è un dato sensibile e, come tale, è protetta dalla legge sulla privacy. Questo comporta che, per legge, i certificati medici devono essere conservati in un armadio blindato. Altrettanto obbligatorio è avere all’interno del vostro impianto qualcuno che abbia fatto il corso di pronto soccorso. Perché, indipendentemente dal defibrillatore, comunque l’impianto è un luogo dove vengono svolte prestazioni di lavoro e, come tale, è soggetto a tale obbligo. Quello che è certo è che quando si parla di “onere di detenere il certificato”, non esistono fotocopie (a meno che non siano autenticate) e non esistono autocertificazioni: lo stato di salute non è autocertificabile.

Venendo al Decreto Balduzzi: quali sono le novità introdotte in tema di certificazioni?

Il decreto sancisce che “A tutela della salute dei cittadini che svolgono un’attività sportiva non agonistica o amatoriale, verranno predisposte linee guida per idonee certificazioni mediche e l’effettuazione di controlli sanitari sui praticanti”. Partiamo da due considerazioni: la prima è che il fatto che non ci sia ancora il decreto attuativo, non significa che la legge non esista. La seconda è che alcune Regioni (Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Bolzano, Piemonte e Veneto) di recente hanno decretato che per le attività ginnico/motorie a carattere ludico non è più richiesta la certificazione. Premesso questo, quando nel decreto si parla di “attività non agonistica o amatoriale”, amatoriale serve per specificare meglio l’attività “non agonistica” (e quindi i due termini identificano la stessa cosa) oppure sono due attività diverse? A mio parere, sono attività diverse, ma si tratta dell’attività ludico-motoria dei provvedimenti regionali citati prima o è qualcosa di ancora diverso? E quindi, per lo meno sotto il profilo giuridico e non deontologico, c’è ancora spazio per un’attività in palestra o in piscina che sia senza certificato medico? È ovvio che nelle

Regioni citate in precedenza esisteva uno spazio per le quali la certificazione medica non era obbligatoria. Ma ora questo spazio esiste ancora? A mio avviso no e se gestissi una palestra o una piscina o qualsiasi altro impianto lo chiederei sempre. Rimane una mia interpretazione e tutto sta al senso legato alla parola amatoriale. Badate bene, non sono preoccupato degli aspetti formali, ma di quelli sostanziali. È una norma che esiste da 30 anni e non ho mai visto o sentito di qualcuno che sia stato multato per non aver richiesto il certificato. Però, nei casi in cui ho assistito una palestra, se c’era un certificato medico, la difesa è stata molto più facile.

Dalle certificazioni ai defibrillatori: ci sono già degli obblighi?

In riferimento ai defibrillatori, il decreto sancisce l’obbligo di “dotazione, nonché l’impiego, da parte di società sportive professionistiche e dilettantistiche di defibrillatori semi-automatici e di altri eventuali dispositivi salvavita”. Questa norma parte da un assunto a mio avviso eccessivo. Il buonsenso avrebbe previsto l’obbligo di un defibrillatore per ogni impianto sportivo, mentre la norma ha legato il possesso del defibrillatore alla società sportiva. Quindi se, per assurdo, in un impianto operano anche contemporaneamente tre società sportive, in teoria dovrebbero esserci tre defibrillatori. In attesa che questo dato possa trovare una soluzione, veniamo alla domanda che assilla tutti: possiamo stare tutti tranquilli finché non sarà pubblicato il decreto ministeriale e le relative linee guida? La risposta è no perché la materia sanitaria, come è noto, è di competenza delle regioni quindi nulla vieta che, in attesa del decreto ministeriale, ogni regione possa intervenire e legiferare in materia. Come ha già fatto la Regione Lombardia nella deliberazione 4717 del 23 gennaio 2013. Cito: “in accordo con quanto previsto dal DL n.158/2012 si rende obbligatorio nella Regione Lombardia che ogni società sportiva sia professionistica sia dilettantistica disponga di un numero sufficiente di affiliati addestrati alle manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e abilitati all’utilizzo di defibrillatore tale da conseguire la presenza in ogni attività sportiva di almeno una persona abilitata e addestrata all’uso del defibrillatore. […] È altresì obbligatoria la presenza di un defibrillatore presso ogni società sportiva sia professionistica sia dilettantistica e all’interno di un impianto sportivo, nonché durante lo svolgi-

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PRECISAZIONE A poche ore dalla stampa di questo numero di Sport Industry Magazine, sul sito del Ministero della Salute è apparso il comunicato che annunzia l’avvenuta sottoscrizione, da parte dei Ministri competenti, del decreto ministeriale sulla “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. Lo Studio Legale Associato Martinelli Rogolino precisa: “È la disposizione di cui si attendeva la pubblicazione prevista dall’art. 7 comma 11 del decreto salute e sviluppo del 2012. Al momento non si conosce ancora l’articolato, che non essendo ancora apparso in Gazzetta Ufficiale, non è ancora in vigore. I contenuti anticipati dal comunicato non possono non preoccupare, in quanto l’estensione e la frammentazione degli obblighi porta necessariamente a incrementare gli adempimenti e le incertezze applicative. Quello che appare chiaro (e non sappiamo con quanto piacere accolto dagli organizzatori di grandi eventi sportivi di massa) è la necessità, comunque e in tutti i casi in cui sia svolta attività sportiva a carattere organizzato, del certificato medico e, in presenza di “attività ad elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i km 20 o le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci .... verranno effettuati accertamenti supplementari”. Speriamo che la lettura dell’articolato ci illumini sotto questo profilo”.

mento delle attività sportive”. Oggi come oggi, dunque, in Lombardia e negli impianti sportivi lombardi è obbligatoria la presenza del defibrillatore e di qualcuno abilitato ad utilizzarlo. Che non deve essere necessariamente chi ha già frequentato il corso di primo soccorso, perché non è detto che quest’ultimo prevedesse anche l’insegnamento del defibrillatore. Inoltre, è necessario che quella persona (o quelle persone) sia presente nell’impianto per tutto l’orario di apertura, oltre che durante le manifestazioni. Chi paga? Non lo so. Sicuramente il gestore. Il defibrillatore in sé non rappresenta un costo inaffrontabile, il problema sorge quando, oltre al defibrillatore, devo sostenere il costo della presenza costante di qualcuno che lo sappia usare e del corso di formazione. Diciamo che questo più questo più questo sicuramente diventa un costo importante che il mondo sportivo in questo particolare momento si sarebbe volentieri risparmiato. Ma stiamo parlando della salute dei cittadini e quindi qualsiasi discorso in questi termini è quanto meno futile. Tornando alla Lombardia, vi dirò anche che non c’è “un periodo entro cui”, perciò se non avete un defibrillatore siete già fuori regola. E il fatto che non sia prevista una sanzione, non deve consolare. Perché se accade un incidente che si poteva evitare con l’utilizzo del defibrillatore, e voi ne eravate sprovvisti, si tratta di omicidio colposo. Ultima considerazione riguarda le assicurazioni. Dal momento in cui c’è una norma e io non la rispetto, non sarei così certo che l’associazione sia coperta.

per approfondire

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30 appuntamenti IL MERCATO DELLE PISCINE E DELLE SPA IN SPAGNA Con oltre 1,1 milioni di piscine private, la Spagna rappresenta il 7% del mercato mondiale, quarta nella classifica del numero totale di piscine al mondo e seconda in Europa. Ci sono attualmente 2.000 aziende che operano in questo settore, dando lavoro a 51.000 persone, e nell’ultimo anno finanziario hanno raggiunto un fatturato di 1.190 milioni di euro, di cui 425 provenienti dalle esportazioni. Per entrare in contatto con la vitalità di questo settore, l’appuntamento è nuovamente a Piscina Barcellona, la fiera internazionale dedicata alle piscine che si terrà dal 15 al 18 ottobre al Gran Via Exhibition Centre. Dopo vent’anni e dieci edizioni, Piscina Barcelona torna quale punto di riferimento per il mercato spagnolo non solo delle piscine residenziali, ma anche delle strutture ricreative, sportive e ad uso terapeutico. Piscina Barcelona, Barcellona Benessere e Strutture Sportive sono infatti le tre aree che saranno presenti all’evento. Inoltre, per la prima volta verrà ospitato anche il congresso internazionale dedicato al benessere e alle spa, che riunirà esperti di livello internazionale. La Spagna conta infatti oltre 800 stabilimenti per il benessere, il 67% dei quali sono collocati all’interno di hotel e 33% in stazioni termali e in centri di talassoterapia. Insieme, nel 2011 hanno raggiunto un fatturato complessivo di 3.250 milioni di euro. Il segmento con la crescita più elevata è risultato essere quello degli alberghi con centro benessere che, nel 2011, ha registrato un aumento dell’11% del fatturato (tonte: DBK, settembre 2012). Per approfondire: categoria Appuntamenti

L’IMPIANTISTICA SPORTIVA IN FIERA A COLONIA Quattro giorni per entrare in contatto con il mercato dello sport, della piscina e del benessere in un un’unica location. Per la prima volta dalla sua nascita, FSB, Salone internazionale degli impianti sportivi e ricreativi, si svolgerà in perfetta concomitanza con aquanale, la Fiera Internazionale dedicata a piscine e spa. Con l’estensione da tre a quattro giorni, gli organizzatori della fiera intendono dare più tempo ai visitatori (decision maker di Comuni e impianti sportivi) non solo per visitare la fiera, ma anche per stringere nuove relazioni professionali e informarsi sulle ultime novità di mercato e di settore. Anche quest’anno si riconferma il Congresso IAKS,

che metterà in luce le ultime novità in tema di infrastrutture sportive, utilizzo polivalente, risparmio energetico, nuove tecnologie per la costruzione e la gestione di strutture sportive e per il tempo libero, progettazione senza barriere. A otto mesi dall’apertura dei cancelli di FSB 2013, i principali operatori nazionali e internazionali si sono già registrati all’evento e oltre l’80 per cento dello spazio espositivo è già prenotato. Circa 700 aziende provenienti da oltre 45 paesi sono attesi a Colonia dal 22 al 25 ottobre 2013. Numeri che riconfermano FSB quale punto di riferimento internazionale per il settore dell’impiantistica sportiva. Per approfondire: categoria Appuntamenti

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31 maggio 14-17

Aqua-Therm Kiev Salone della termoidraulica e delle piscine Kiev (UA) www.aquatherm-kiev.com

20-21

Piscine SPLASH! Asia Fiera dedicata a piscine e spa Sands Expo and Convention Center, Marina Bay Sands, Singapore (CN) www.piscinesplashasia.com

24-26

Fit Expo Fitness & Sport Park Manifestazione dedicata a sport, fitness, salute e benessere Poznam International Fair (PL) www.fitness.mtp.pl

luglio 30 – 2

EXPOLAZER 2013 Fiera internazionale dedicata a piscine e spa Expo Center Norte, Sao Paulo (BR) www.expolazer.com.br

settembre 03-06

Aqua-Therm Almaty Esposizione e conferenza su piscine e termalismo Atakent Exhibition CentreAlmaty (KZ) www.aquatherm-almaty.com

17-21

BAZÉNY, SAUNY & SPA PRAGA

Sebs-Fimes

Esposizione su piscine, saune e spa PVA Letnany - Prague Exhibition Centre Letnany (CR) www.vystava-bazeny.cz

Fiera dedicata a fitness e wellness Napoli (IT) www.sebsevento.com

POOL&SPA TECH ASIA

25-26

26-31

SportAccord Convention internazionale dedicata a sport e fitness Saint-Petersburg (CA) www.sportaccordconvention.com

28-1

ACSM’s Annual Meeting Congresso annuale su educazione, medicina, salute, fitness e prestazioni sportive San Francisco, California (US) www.acsm.org/annualmeeting

giugno ì

18-20

Spa&Resort Expo & Conference Esposizione e conferenza su benessere e hotellery Jacob K. Javits Convention Center, New York (US) www.spaandresortexpo.com

23-25

SPLASH! New Zeland Esposizione dedicata a piscine e spa in Nuova Zelanda ASB Showgrounds, Auckland (NZ) www.splashnzexpo.co.nz

19-21

Fiera dedicata a piscine e spa Convention Center Bankok, Thailandia poolspaasia.net

18-20

WAVES

Fiera internazionale su piscine e spa Pragati Maidan, New Delhi www.wavesexpo.com

19-21

Klimaenergy

trimestrale, anno 4, n. 12 aprile-giugno 2013 Periodico iscritto al ROC, con numero 6228 ISSN 2038-5781, e all’ANES. Associato al sistema Confindustria Per contattare la redazione info@sportindustry.com Direttore responsabile Federico Maestrami Redazione Alice Spiga (responsabile redazione), Chiara La Piana, Davide Venturi, Sara Lisa di Mario Hanno collaborato Lucia Dallavalle Progetto grafico Alice Anna Rameschi, Claudia Gamberini, Sergio Melani Videoimpaginazione Lisa Cavallini Prestampa Massimo Piani Fotografie Sxc.hu / Shutterstock.com Stampa TIBER di Brescia (BR) Spedizione in posta target

Fiera specializzata sulle energie rinnovabili Fiera Bolzano (IT) www.fierabolzano.it/klimaenergy

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LIW - Leisure Industry Week

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Evento espositivo e congressuale per gli operatori e i professionisti del leisure NEC - Birmingham (GB) www.liw.co.uk

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Golf Europe Salone internazionale del golf Jetzt in Augsburg (DE) www.golf-europe.com

ottobre 15-18

Piscina Barcelona Salone Internazionale della piscina e delle spa Barcellona quartiere fieristico Gran Via (ES) www.salonpiscina.com

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FSB - aquanale Salone internazionale degli impianti sportivi e ricreativi, piscine e spa Fiera di Colonia (DE) www.fsb-cologne.com

Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità Via Amendola 11, 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44, Fax 051.25.53.60 info@ilcampo.it Domini internet: www.sportindustry.com www.sportindustry.net www.sportindustry.org www.sportindustry.info www.sportindustry.tv www.sportindustry.it www.sportindustry.eu L’Editore declina ogni responsabilità per eventuali errori e/o omissioni sui dati pervenuti e pubblicati. È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione e l’adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i cd rom, le fotocopie e i siti Internet), non autorizzati.

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